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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo

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C.M. 30 luglio 1991, n. 231, prot. n. 5464

Attività di sperimentazione e innovazione ex artt. 2 e 3 del D.P.R. n. 419/1974 nelle scuole di ogni ordine e grado

Premessa
L'espansione dei processi sperimentali nelle scuole ed istituti di ogni ordine e grado è espressiva dell'impegno assunto dalla scuola nella elaborazione dei progetti di innovazione formativa incidenti sia sul piano dei contenuti e dei metodi sia sull'organizzazione di nuove strutture curricolari.
Il fenomeno in questi anni ha assunto crescente intensità e ricchezza creativa, interessando un sempre maggior numero di scuole in grado di intraprendere progetti autonomi, in risposta alla sempre più pressante domanda di innovazione e di adeguamento dei curricola.
Di fronte a questa situazione l'amministrazione ha avviato un'azione di governo delle attività sperimentali dalle quali ricavare gli elementi comuni rispondenti alle esigenze ed ai bisogni formativi della società civile, nel rispetto e valorizzazione sia delle esperienze maturate sia dell'autonomia delle scuole.
Peraltro, nella strategia del processo, l'aggiornamento del personale scolastico, concepito come "partecipazione alla ricerca e all'innovazione metodologica-didattica" ha consentito la diffusione dei risultati più significativi ottenuti in sede di sperimentazione di nuove metodologie e di nuovi assetti organizzativo-strutturali.
Inoltre, le iniziative sperimentali più diffuse sono state promosse e realizzate attraverso un continuo e proficuo confronto dialettico con la ipotesi di riforma dell'ordinamento.
Queste esperienze hanno, infatti, costituito elementi di studio e di riflessione per processi di innovazione legislativa (riforma degli ordinamenti della scuola elementare) o di elaborazione amministrativa come quella della commissione per i nuovi programmi del biennio della scuola secondaria superiore.
L'attuale realtà sperimentale è, pertanto, caratterizzata sia dal consolidamento e dalla diffusione dei modelli in atto, sia dall'ampliamento dello stesso campo di interessi della sperimentazione, dovuto alla presentazione di nuove proposte conformi agli indirizzi educativo-didattici più recentemente configuratisi o rispondenti alle esigenze provenienti dalle singole scuole e dalle realtà locali.
La presente circolare, fornendo indicazioni operative sulle modalità e sui tempi di svolgimento dei procedimenti amministrativi relativi alle sperimentazioni di cui agli artt. 2 e 3 del D.P.R. n. 419/74, si propone, tra l'altro, l'obiettivo di rendere più congrui i tempi per l'intervento dei vari soggetti deputati a svolgere la funzione consultiva nei predetti procedimenti, di far conoscere alle famiglie - prima della data fissata per le preiscrizioni - l'avvenuta autorizzazione dei nuovi progetti, di consentire agli organi collegiali della scuola di predisporre tempestivamente tutti gli strumenti operativi e di organizzazione della didattica necessari per un corretto avvio delle sperimentazioni, in un preliminare intervento di razionalizzazione delle procedure anche in funzione della trasparenza dei comportamenti amministrativi nei rapporti con i destinatari del servizio scolastico.
Le autorizzazioni dei progetti sperimentali, siano essi nuovi o comportino il solo rinnovo, con o senza modifiche, di cicli sperimentali già avviati, potranno intervenire compatibilmente con i limiti di incremento di organico vigenti nell'anno scolastico a cui si riferiscono le autorizzazioni medesime.
Le indicazioni operative della presente circolare, infine, si muovono entro il quadro normativo attuale di riferimento, fatti salvi successivi interventi normativi con i quali si pervenga alla definizione di un sistema di processi sperimentali maggiormente coerente ed omogeneo e, allo stesso tempo, attento per quanto possibile alle peculiarità delle esigenze efferenti ai singoli ordini di scuola.
Ciò induce, nell'operare sull'esistente tenendo nel contempo presenti le evoluzioni normative in atto nei vari settori d'istruzione, a valorizzare adeguatamente le sperimentazioni concernenti la scuola elementare e la scuola media inferiore, al fine di realizzare un adeguato assetto dei due settori, in relazione sia alla riforma della scuola elementare che al raccordo che con essa deve avere la scuola secondaria inferiore.
Analogo orientamento deve assumersi in ordine al settore dell'istruzione professionale, interessato al vasto processo riformatore indotto dalla diffusione del progetto sperimentale denominato "Progetto 92".
Relativamente all'istruzione secondaria di secondo grado riguardata nel suo complesso, invece, occorre muoversi in sintonia con l'auspicato itinerario di riforma che interesserà, in
prospettiva, il settore medesimo.
In tal senso appare logico che si debba tendere a privilegiare quei progetti di sperimentazione "coordinati" a livello nazionale, che per la loro stessa natura e per i loro contenuti, mostrano i maggiori livelli di coerenza e compatibilità con le trasformazioni che potranno intervenire sul piano ordinamentale, non senza, però salvaguardare la conclusione ad esaurimento, per cicli di studi avviati, di ogni altro progetto sperimentale che, pur condotto lungo direttrici diverse, con la propria realizzazione ha costituito apprezzabile esperienza di innovazione didattica nell'esercizio dell'area di autonomia garantita dal D.P.R. 419/74.
Naturalmente nel momento in cui la riforma della scuola secondaria, con la sua concreta realizzazione, innoverà normativamente l'impianto ordinamentale esistente, gli stessi progetti "coordinati" concluderanno, ad esaurimento dei cicli di studio avviati, il loro corso.

Titolo I - Sperimentazione metodologica - didattica
(art. 2 D.P.R. 419/74)
L'art. 2 del decreto delegato n. 419/74 prevede la possibilità di innovazioni che, lasciando inalterati strutture ed ordinamenti, incidano soltanto sulla metodologia e sulla didattica della funzione formativa affidata ai docenti.
In tale ambito di intervento potranno essere realizzate esperienze che concorrono all'incentivazione dell'innovazione quale dimensione ordinaria e permanente dell'attività educativa e formativa della scuola.
Per tale tipo di sperimentazione si possono dare due ipotesi:
a) quella che non coinvolga più di un insegnamento e non richieda l'utilizzazione straordinaria di risorse dell'amministrazione scolastica;
b) quella che, pur non esorbitando dagli ordinamenti vigenti, coinvolga più insegnamenti o richieda un intervento straordinario di spesa ovvero, a maggior ragione, implichi entrambe queste condizioni.
Per la prima delle due ipotesi, pur non essendo richieste preventive autorizzazioni o approvazioni, è tuttavia auspicabile che si parta sempre dal necessario coordinamento con i vari insegnamenti compresi nel piano di studi, da realizzare nell'ambito del consiglio di classe, di interclasse o di intersezione, in forme peraltro non episodiche.
Nella seconda delle ipotesi occorre, invece, l'autorizzazione del collegio dei docenti, il quale, sentito il consiglio di interclasse, di classe o di intersezione o il consiglio di istituto o di circolo, delibera, con la debita motivazione, approvando o respingendo le proposte di sperimentazione, che comunque dovranno armonizzarsi con la programmazione complessiva.
Il collegio dei docenti valuterà, in tale ipotesi, che le innovazioni metodologiche-didattiche introdotte non si traducano in sostanziali cambiamenti dei programmi di insegnamento e degli
"Orientamenti per la scuola materna" e non comportino variazioni dell'articolazione oraria dei programmi previsti dall'ordinamento vigente.
Per le modalità di attuazione e le competenze relative a questo tipo di sperimentazione si raccomanda l'osservanza delle norme contenute negli articoli 2 e 3, primo comma, del D.P.R. 419/74 e negli articoli 4 e 6 del D.P.R. 416.
Le proposte da presentarsi al collegio dei docenti e al consiglio di interclasse, di classe o di intersezione, per le rispettive competenze, dovranno contenere:
1) la particolareggiata indicazione delle finalità cui tendono le innovazioni metodologico-didattiche proposte;
2) i criteri metodologico-didattici che si intendono seguire;
3) i mezzi da impiegare;
4) i tempi e metodi delle verifiche parziali e della verifica finale.
Nel caso che il collegio dei docenti deliberi l'adozione delle innovazioni metodologiche previste dalla C.M. 109/90 si potrà far riferimento - per quanto richiesto ai punti 1 e 2 - alle indicazioni contenute nella predetta circolare. Questo Ministero promuoverà un progetto di rilevazione dell'innovazione metodologico-didattica che valorizzi il patrimonio sommerso e stimoli la conoscenza dei fenomeni da parte dei diversi livelli scolastici.

Titolo II - sperimentazione ed innovazione di orientamenti e strutture
(art. 3 D.P.R. 419/74)
L'art. 3 del decreto delegato 419/74 prevede la possibilità di ricerche ed innovazioni che, oltre ad incidere sulla metodologia e sulla didattica, consentano di introdurre modifiche nell'ordinamento e nella struttura.
Per la scuola materna e per la scuola dell'obbligo tali piani innovativi di ordinamenti e strutture attuano possibili e diverse modalità di attuazione di ipotesi innovative sul piano socio-culturale-ambientale, non risolvibili con i mezzi offerti dall'attuale ordinamento.
Per l'istruzione secondaria superiore, in relazione all'analisi della domanda di sperimentazione manifestatasi negli ultimi anni, occorre operare la seguente distinzione:

A - Progetti coordinati a livello nazionale
A.1 - Progetti coordinati a livello interdirezionale - scuola secondaria superiore
A.1.1. - Programmi delle discipline di formazione generale nel biennio elaborati dalla commissione Brocca (C.M. n. 109 del 19 aprile 1990).
A.1.2. - Nuovi orari e programmi di matematica/informatica e di fisica nel biennio e nel triennio in attuazione del Piano nazionale per l'informatica (C.M. n. 24 del 6 febbraio 1991).

A.2. - Progetti coordinati a livello direzionale
A.2.1. - Progetti coordinati dalla Direzione generale dell'istruzione classica, scientifica e magistrale
Sperimentazione ad indirizzo linguistico e pedagogico ( C.M. n. 27 dell'11 febbraio 1991).
A.2.2. - Progetti assistiti dalla Direzione generale dell'istruzione tecnica
Progetto ALFA: Settore aeronautico;
progetto AMBRA: Specializzazione elettrotecnica, elettronica industriale, telecomunicazioni;
progetto ARACNE: Specializzazione industria tessile;
progetto CERERE: Indirizzi agrario generale e agroindustriale negli istituti tecnici agrari - specializzazione per la viticultura ed enologia;
progetto CINQUE: Indirizzi per geometri e per periti industriali per l'edilizia;
progetto DEUTERIO: Specializzazione chimica industriale;
progetto ERGON: Specializzazione meccanica industriale - industrie metalmeccaniche - termotecnica;
progetto ERICA: Indirizzo per periti aziendali e corrispondenti in lingue estere;
progetto FASE: Specializzazione Fisica industriale ed energia nucleare;
progetto GEO: Specializzazione industria mineraria;
progetto IGEA: Indirizzo per ragioniere e perito commerciale;
progetto ORIONE/NAUTILUS: Indirizzi del settore nautico;
progetto TEMPT: specializzazione arti grafiche;
A.2.3. - Progetto assistito alla Direzione generale dell'istruzione professionale
Progetto "'92" per la qualifica ed il post-qualifica.
A.2.4. - Progetto assistito dalla Direzione generale dell'istruzione media non statale
Progetto EGERIA della scuola magistrale (lettera circolare del 25 maggio 1988 prot. 8320).
A.2.5. - Progetti assistiti dall'Ispettorato istruzione artistica
Progetto LEONARDO per i licei artistici.
Progetto CELLINI per gli istituti d'arte.
B - Progetti elaborati autonomamente dalle singole istituzioni scolastische
Sotto tale fattispecie si configurano quei progetti elaborati autonomamente dai singoli istituti od organi previsti dal D.P.R. n. 419, che rispondono a finalità di ricerche anche di nuovi e specifici modelli strutturali.
Per l'istruzione artistica in considerazione della specificità della normativa che ne disciplina ordinamenti e finalità rispetto agli altri ordini di scuola e della particolarità delle istituzioni dipendenti compresa la dislocazione territoriale e la loro stretta interdipendenza con le tradizioni locali - le sperimentazioni attive dei conservatori di musica, accademia di belle arti, accademia di danza e di arte drammatica, saranno disciplinate dal competente Ispettorato con successiva circolare.

Presentazione delle richieste
A Istruzioni comuni ai vari ordini e gradi di scuola
Le richieste di sperimentazioni possono riguardare:
1. Nuovi progetti: Progetti da attuare per la prima volta o ripresentati dopo interruzione. Per nuovi progetti si intende anche l'aggiunta di un nuovo indirizzo all'interno di un progetto già in atto.
2. Rinnovo con modifiche: Riproposizione con modifiche di un progetto già in atto da avviare in un nuovo ciclo sperimentale.
Laddove le modifiche si estendono ai cicli già avviati ne deve essere fatta espressa menzione nella richiesta.
3. Rinnovo senza modifiche: Riproposizione senza modifiche di un progetto già in atto da avviare in un nuovo ciclo sperimentale.
Le nuove richieste di sperimentazione dovranno essere corredate:
a) dalla documentazione contenente tutti gli elementi di cui all'articolo 3 del D.P.R. 419/74 come di seguito indicati:
- la identificazione del problema che si vuole affrontare con la relativa motivazione;
- la formulazione scientifica dell'ipotesi di lavoro;
- la individuazione degli strumenti e delle condizioni organizzative;
- il preventivo di spesa;
- la descrizione dei procedimenti metodologici nelle varie fasi di sperimentazione;
- le modalità di verifica dei risultati e della loro pubblicizzazione;
b) dalla delibera del collegio dei docenti (copia integrale);
c) dalla delibera del consiglio di circolo o di istituto (copia integrale);
d) dalla relazione del direttore didattico o del preside sul progetto presentato;
e) dagli uniti prospetti riepilogativi distinti per grado di scuola e, limitatamente alla scuola materna, elementare e media, dalla scheda di rilevazione predisposta dalla B.D.P. di Firenze.
Per le richieste di rinnovo con modifiche, oltre agli elementi sopra indicati, le scuole dovranno inviare anche:
- la valutazione dell'andamento e dei risultati della sperimentazione anche sulla base delle indicazioni degli organi della scuola interessati (consigli di classe o di interclasse, o di intersezione, collegio dei docenti, comitato tecnico-scientifico);
- ogni altro elemento idoneo a fornire una puntuale valutazione delle esperienze in atto;
- le motivazioni scientifico-didattiche delle eventuali modifiche che si propongono;
- la descrizione analitica delle variazioni proposte con esplicito raffronto tra il piano di studi in atto e quello che si intende attuare;
- gli anni di corso cui si riferiscono le eventuali modifiche.
Le proposte di sperimentazione, valide per l'anno scolastico seguente a quello che si avvierà con il 10 settembre successivo alla richiesta, dovranno essere inviate entro il 30 maggio di ogni anno alle Direzioni generali ed Ispettorati e Servizi competenti, ai provveditori agli studi ed agli I.R.R.S.A.E. competenti per il territorio.
Limitatamente all'anno scolastico 1992/93 le proposte vanno presentate entro il 15 settembre 1991.
Per esigenze organizzative non saranno prese in considerazione le proposte inviate oltre i predetti termini.
Le proposte di sperimentazione delle scuole ed istituzioni di istruzione secondaria che prevedono modifiche al vigente ordinamento,negli orari e nei programmi di insegnamento dell'educazione fisica dovranno essere inviate, oltre che alle Direzioni generali o Ispettorato competenti, anche all'Ispettorato dell'educazione fisica e sportiva che provvederà all'eventuale autorizzazione.
Nelle scuole ed istituti di istruzione secondaria di I e II grado, statali e non statali, il rinnovo senza modifiche, ritualmente deliberato, deve considerarsi automatico sempre che il decreto originario di autorizzazione alla sperimentazione abbia esplicitamente previsto il rinnovo senza modifiche del ciclo sperimentale.
Viceversa, nei casi in cui il decreto originario non contenga tale esplicita indicazione, il rinnovo stesso può considerarsi automatico nelle more della formalizzazione del nuovo provvedimento.
In ogni caso, comunque, i rinnovi senza modifiche, siano o meno previsti nell'originario decreto, hanno corso salvo diverso esplicito provvedimento ministeriale che sarà adottato entro il termine delle preiscrizioni.
Gli estremi delle predette delibere dovranno essere inviati solo ai provveditori agli studi.
Qualora il collegio dei docenti delle scuole interessate deliberi di non rinnovare il ciclo ne dovrà dare comunicazione oltre che al provveditore anche alla Direzione generale o Ispettorato competente.
Qualora ai sensi dell'art. 3 i progetti vengano presentati dagli I.R.R.S.A.E. e dai consigli scolastici distrettuali, dovranno essere corredati dalla documentazione attestante l'adesione delle istituzioni scolastiche presso le quali la sperimentazione si attuerà (delibera del collegio dei docenti e del consiglio di istituto o di circolo e la relazione del preside o del direttore didattico).
Gli I.R.R.S.A.E. invieranno entro il 30 settembre di ogni anno ai Provveditorati agli studi e alle Direzioni generali o agli Ispettorati o Servizio competenti di questo Ministero il motivato parere tecnico previsto dal IV comma dell'art. 3 del citato D.P.R. 419/74.
Limitatamente all'anno scolastico 1992/93 gli I.R.R.S.A.E. trasmetteranno il predetto parere entro il 30 ottobre 1991.
Si precisa che i predetti pareri devono essere inviati anche all'Ispettorato per l'educazione fisica e sportiva, ogni qualvolta trattasi di sperimentazioni che investono anche l'insegnamento dell'educazione fisica.
I pareri relativi a progetti coordinati a livello nazionale di cui alla lettera A verranno espressi una sola volta per ciascuna tipologia di progetto.
Entro il 30 settembre i provveditori agli studi invieranno alle Direzioni generali e Servizio competenti i prospetti di nuovi progetti, dei rinnovi con modifiche e senza modifiche distinti per ordine di scuola e per tipo di richiesta, formulando motivate valutazioni in merito alle singole proposte pervenute.
Limitatamente all'anno scolastico 1992/93 i predetti elenchi dovranno essere inviati entro il 30 ottobre 1991.
In particolare i provveditori agli studi si pronunceranno sulla attivazione dei nuovi indirizzi sperimentali.
Le istituzioni scolastiche riconosciute sperimentali, ai sensi del penultimo comma dell'art. 3 del D.P.R. 419/74, dovranno fornire alle Direzioni generali, Ispettorati e Servizio competenti significative documentazioni sui risultati conseguiti, al fine di consentire un'approfondita valutazione dell'andamento didattico-organizzativo della sperimentazione.
Le determinazioni circa gli esiti delle ricerche pervenute verranno comunicate entro il termine fissato per le preiscrizioni.
Presso l'Ufficio studi sarà consentito un Centro di documentazione delle iniziative sperimentali autorizzate, allo scopo di disporre degli elementi che documentino l'evoluzione quanti-qualitativa sul piano complessivo del processo sperimentale.

B. Istruzioni particolari
B.1. Scuola materna ed elementare
La fase di approfondimento dei nuovi Orientamenti per la scuola materna e la situazione di avvio della legge di riforma della scuola elementare pongono in evidenza la necessità di progettare ipotesi sperimentali che tengano nel debito conto sia la riflessione sull'attuale situazione delle esperienze in atto, sia le prospettive aperte dalle recenti occasioni di rinnovamento. Da ciò scaturisce l'esigenza di utilizzare pienamente, in coerenza con tali opportunità innovative, le possibilità concrete offerte dall'art. 3 del D.P.R. 419/74.
Pertanto i nuovi progetti di sperimentazione dovrebbero riguardare, in modo particolare, profili di organizzazione e funzionamento didattico propedeutici all'attuazione dei nuovi orientamenti programmatici per la scuola materna e aspetti non riconducibili, per la scuola elementare, all'assetto previsto dall'ordinamento vigente (legge n. 148 del 5 giugno 1990).
Le richieste dovranno contenere, oltre a quanto già elencato nelle "istruzioni comuni", i seguenti elementi:
a) durata del progetto e per i progetti pluriennali programma delle attività sperimentali nei singoli anni;
b) numero delle sezioni o classi sperimentali e tipologia delle medesime;
c) numero degli alunni che la compongono;
d) numero dei docenti che si intende utilizzare in aggiunta all'organico esistente per lo svolgimento delle attività sperimentali;
e) descrizione dell'orario di servizio dei docenti aggiunti e orario delle classi o sezioni impegnate nella sperimentazione.
La documentazione prevista per i nuovi progetti dovrà essere inviata ai competenti Servizio per la scuola materna e Direzione generale dell'istruzione elementare anche in caso di richiesta di rinnovo senza modifiche.
A tale richiesta di rinnovo dovrà, altresì, essere allegata una dettagliata relazione contenente i risultati raggiunti nella realizzazione del ciclo sperimentale.
Per le persecuzioni senza modifiche, intese come prosieguo del progetto nell'ambito del ciclo sperimentale, non occorre la presentazione di ulteriore documentazione, salvo la richiesta di finanziamento relativa all'anno in cui la sperimentazione si riferisce.
Si richiama, inoltre, la necessità che sia assicurata una qualificata e continua assistenza tecnico-didattica da parte degli ispettori tecnici alle sperimentazioni autorizzate, allo scopo di valutare il reale stato di funzionamento delle attività sperimentali.
Le relazioni dovranno essere inviate al servizio per la scuola materna ed alla Direzione generale istruzione elementare.

B.2. Scuola secondaria di primo grado
Si raccomanda che i progetti di introduzione nei piani di studio della seconda lingua straniera prevedano un numero di ore di lezione pari a quello della lingua straniera (tre ore) con lezione di durata oraria di sessanta minuti nonché l'avvio con inizio della prima classe in vista della prosecuzione nelle classi successive e a conclusione, lo svolgimento di regolari prove di esami di licenza.
Le richieste di rinnovo senza modifiche che prevedono una estensione del progetto ad altri corsi dovranno essere inoltrate alla Direzione generale competente per la prescritta autorizzazione.

B.3. Scuola secondaria di secondo grado
Per le sezioni aggregate ad istituti di ordine diverso le proposte di sperimentazione, corredate dalla relativa documentazione, dovranno essere inviate alla Direzione generale o Ispettorato che amministra l'ordine di scuola presso il quale è aggregata la sezione.

Indicazioni finali
Per l'anno scolastico 1991/92 l'amministrazione intende assicurare la più articolata e positiva risposta alle proposte di sperimentazione che recepiscono i programmi per i bienni unitari elaborati dalla commissione presieduta dal sottosegretario On.le Brocca; ciò comporta, attesi i limiti di spesa sussistenti, che le proposte in parola avranno considerazione prioritaria rispetto ad eventuali altri progetti provenienti dalle scuole, proprio al fine di costituire le condizioni per realizzare la sperimentazione in via progressivamente globale su tutto il territorio nazionale dei predetti programmi per i bienni unitari.


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