GLI ORGANICI DEL PERSONALE DOCENTE DELLA SCUOLA DI BASE

Lucio Nicastro
Dirigente Scolastico 5° Circolo - 93100 CALTANISSETTA

 

"Che fine faremo?" E' questa la domanda che moltissimi docenti, soprattutto della scuola media, si pongono, in attesa di veder meglio definito l'assetto organizzativo degli organici in funzione dell'attuazione della scuola di base, che, come si sa, prenderà l'avvio a partire dal 1° settembre 2001 e a partire dall'anno scolastico 2001/2002 ingloberà, anche se progressivamente, la scuola elementare e la scuola media in un unico settennio.

La definizione e la gestione degli organici della scuola di base sono due aspetti molto importanti della riforma dei cicli, che non poche preoccupazioni destano nella classe docente, perché ognuno, in questa fase in cui sono in corso di emanazione gli atti normativi necessari, è preoccupato per il suo "futuro professionale".

Quindi, la domanda che molti si pongono "Che fine faremo?" appare quanto meno giustificata per carenza di informazioni, e non perché la classe docente corra veramente dei" rischi".

La preoccupazione, bisogna dire, è maggiormente presente nei docenti di scuola media, mentre lo è meno nei docenti della scuola elementare, che per tradizione sono più aperti alle innovazioni e che hanno alle spalle la realizzazione dei moduli organizzativi previsti dalla legge n° 148/90.

Ora che sono stati rese pubbliche le bozze del regolamento recante norme in materia di curricoli della scuola di base e degli indirizzi per l'attuazione del curricolo, cominciano a delinearsi meglio i contorni del quadro complessivo della futura scuola di base.

L'impianto organizzativo interno al settennio, alla luce di quanto previsto dall'art. 2 del Regolamento sui curricolo, risulta essere così articolato: biennio iniziale, triennio centrale, biennio finale.

Gli Indirizzi sui curricoli, nel ribadire l'unitarietà del percorso formativo del settennio, sottolineano l'articolazione progressiva del processo di insegnamento/apprendimento. Tale articolazione si sviluppa anche sia attraverso il progressivo aumento del numero degli insegnanti, attraverso l'integrazione dei docenti della ex scuola elementare con quelli della ex scuola media.

Nel biennio iniziale, dove si attua il passaggio dai campi di esperienza della scuola dell'infanzia ai tre ambiti disciplinari previsti dal Regolamento ( ambito linguistico-espressivo, ambito matematico scientifico, ambito antropologico ambientale), è prevista la presenza di un numero contenuto di docenti della ex scuola elementare.

Nel triennio centrale si avvia al passaggio dagli ambiti alle discipline. In tale fase aumenta progressivamente il numero degli insegnanti e si avvia il processo di integrazione tra docenti della ex scuola elementare e docenti della ex scuola media secondo modalità definite dal collegio dei docenti, che valorizzino ed esaltino le competenze e la professionalità di tutti e di ciascuno.

Sarà possibile, ad esempio, poter realizzare una didattica modulare, in quanto alle competenze metodoligico-didattiche del docente ex elementare si affianca la competenza disciplinare del docente ex media.

Nel biennio finale, il numero delle discipline diventa più consistente e di conseguenza aumenta il numero dei docenti. In questa fase i docenti sono quelli della ex scuola media.

Nella definizione degli organici della scuola di base bisogna tener conto di alcune variabili introdotte da Regolamento, quali l'insegnamento della prima lingua comunitaria fin dalla primo anno della scuola di base, l'aumento del tempo scuola da 27 a 30 ore settimanali. L'organico funzionale, quindi, non potrà essere determinato tenendo conto dei vecchi parametri utilizzati fino ad ora, ma secondo le nuove esigenze dettate dalla riforma.

Abbiamo pensato di ipotizzare la definizione degli organici del personale docente, prendendo in considerazione due situazioni abbastanza diffuse: un istituto comprensivo e una Direzione Didattica e una media, in atto due istituzioni distinte, ma che con la riforma necessariamente confluiranno nell’unica istituzione della scuola di base.

1° ESEMPIO

ISTITUTO COMPRENSIVO

 

(Non consideriamo le sezioni di scuola dell’infanzia)

SCUOLA ELEMENTARE

N° 20 CLASSI – N° 4 corsi completi

Docenti utilizzati

Docenti su posto comune N° 30

Docenti lingua straniera N° 2

Docenti di sostegno N° 6

Psicopedagogista N° 1

TOTALE DOCENTI N° 39

SCUOLA MEDIA

N° 12 CLASSI – N° 4 Corsi completi

Docenti utilizzati

Docenti di lettere N° 8

Docenti di matematica N° 4

Docenti lingua straniera N° 2

Docenti Ed.Artistica N° 1 + spezzone ore 6

Docenti Ed. Musicale N° 1 + spezzone ore 6

Docenti Ed.Tecnica N° 2

Docenti Ed.Fisica N° 1 + spezzone ore 6

Docenti religione N° 1

Docenti sostegno N° 4

TOTALE DOCENTI N° 24 + 3 SPEZZONI DI ORE 6

 

SCUOLA DI BASE

N° 28 CLASSI – N° 4 corsi completi

Docenti utilizzati

Per le classi 1° e 2° ( N° 8 classi)

N° 12 docenti ex elementari su posto comune

N° 1 docente ex elementari di lingua straniera

Per le classi 3° 4° e 5° (N° 12 classi)

N° 18 docenti ex elementari su posto comune

N° 1 docente ex elementare lingua straniera

Per le classi 6° e 7° (N° 8 classi)

- docenti di lettere N° 6

- docenti matematica N° 3

- docenti lingua straniera N° 2

- docenti Ed. Artistica N° 1

- docenti Ed.Tecnica N° 1 + spezzone ore 12

- doenti Ed. Musicale N° 1

- docenti religione N° 1

I docenti sottoelencati sono solo teoricamente in esubero:

- docenti di lettere N° 2

- docenti di matematica N° 1

- docenti Ed. Artistica spezzone ore 6

- docenti Ed. Fisica spezzone ore 6

- docenti Ed. Tecnica spezzone ore 12

- docenti Ed. Musicale spezzone ore 6

- docente lingua straniera spezzone ore 12

Il numero dei docenti di sostegno varia secondo le necessità

Il numero delle figure cosiddette di sistema (psicopedagogista, operatore tecnologico, eventuali docenti per la dispersione scolastica) rimane invariato.

Come si vede il numero complessivo di docenti (ex scuola elementare ed ex scuola media) rimane invariato.

Per le classi 3^-4^- 5^-6^-7^ i docenti apparentemente in esubero verranno utilizzati per:

Organizzazione modulare (gruppi di alunni della stessa o di classi diverse)

Tutoraggio disciplinare

Continuità verticale dei curricoli

Negli istituti comprensivi il "disagio" dei docenti è attenuato da alcuni fattori:

Non si cambia dirigente scolastico

Non si cambia l’ufficio di segreteria

Il collegio dei docenti è formato dagli stessi colleghi, quindi da persone con le quali si è lavorato assieme

Se l’istituto comprensivo comprende due edifici scolastici, il disagio riguarda il 50% dei docenti, i quali dovranno cambiare edificio.

2° ESEMPIO

Nei comuni più grandi, dove non si è effettuata la verticalizzazione, la scuola elementare e la scuola media sono due realtà distinte. Entrambe diventeranno "scuola di base", con percorsi di studio unitari di 7 anni, con docenti della ex scuola elementare e della ex scuola media.

Prendiamo, ad esempio, un quartiere di una città non tanto grande, dove attualmente sono funzionanti una scuola elementare con 30 classi e una scuola media con 18 classi.

Avremo i seguenti organici:

SCUOLA ELEMENTARE

N°30 CLASSI – N° 6 corsi completi

Docenti utilizzati

Docenti su posto comune N° 45

Docenti lingua straniera N° 3

Docenti di sostegno N° 8

Psicopedagogista N° 1

TOTALE DOCENTI N° 57

SCUOLA MEDIA

N° 18 CLASSI – N° 6 Corsi completi

Docenti utilizzati

Docenti di lettere N° 12

Docenti di matematica N° 6

Docenti lingua straniera N° 3

Docenti Ed.Artistica N° 2

Docenti Ed. Musicale N° 2

Docenti Ed.Tecnica N° 3

Docenti Ed.Fisica N° 2

Docenti religione N° 1

Docenti sostegno N° 6

TOTALE DOCENTI N° 36

Con la riforma, in questo quartiere avremo due scuole di base con 3 corsi completi ciascuna, per complessive 21 classi per ogni scuola.

Sia nella prima , che nella seconda scuola di base, saranno utilizzati N°25 docenti della ex scuola elementare e N° 18 docenti della ex scuola media, secondo l’articolazione effettuata per l’istituto comprensivo.

Anche in questo caso il numero dei docenti di sostegno varia secondo le necessità

Il numero delle figure cosiddette di sistema (psicopedagogista, operatore tecnologico, eventuali docenti per la dispersione scolastica) rimane invariato.

Come si vede, il numero complessivo di docenti (ex scuola elementare ed ex scuola media) rimane

Invariato, senza perdita di posti.

In questo caso il "disagio" è più evidente in quanto il 50% dei docenti dovrà trasferirisi in un’altra istituzione scolastica, in un ambiente di lavoro e di relazioni del tutto nuovi.

L’utilizzazione dei docenti della scuola di base non può essere attuata in modo rigidamente precostituito, secondo schemi fissi e immodificabili, quali:

1° settore – classi 1° e 2° solo docenti ex scuola elementare

2° settore – classi 3°-4°-5° docenti ex scuola elementare e "qualche docente volontario" della ex scuola media, solo per assorbire l’eccedenza di organico

3° settore – classi 6° e 7° solo docenti della ex scuola media.

Operando in questo modo si corre il rischio di stabilire un equilibrio apparentemente perfetto, perché privo di conflittualità interna, ma sostanzialmente contrario all’idea di fondo che ha ispirato l’unitarietà del settennio della scuola di base.

L’assegnazione dei docenti alle classi e delle relative responsabilità disciplinari deve essere pensata in modo nuovo e diverso, senza schemi fissi, ma con una organizzazione articolata e flessibile, per assicurare a tutti gli alunni il raggiungimento degli obiettivi educativo-didattici.

Il punto di arrivo è la docenza integrata. Il docente della nuova scuola di base opera secondo competenze, professionalità, vocazioni nell’esclusivo interesse dell’alunno.

Non sarà certamente vietato utilizzare docenti dell’ex scuola media fin dal primo anno della scuola di base ( si pensi a discipline come l’educazione musicale, l’educazione artistica, l’educazione fisica); cosi’ come non sarà vietato utilizzare docenti della ex scuola elementare nelle ultime classi della scuola di base, se in possesso della dovuta competenza e preparazione.

La specializzazione disciplinaristica dei docenti della ex media sarà certamente una risorsa per i docenti della ex elementare, cosi’ come le consolidate competenze metodologiche e didattiche dei docenti della ex scuola elementare costituiranno il cosiddetto valore aggiunto in una scuola che vuole assicurare il massimo a tutti gli alunni.

La docenza unica ( si realizza finalmente ciò che il legislatore aveva sancito nel 1974 -art.7 DPR N°417) comporterà anche una rivisitazione dello stato giuridico dei docenti della ex elementare;

in modo particolare sono previsti:

la riduzione dell’orario di servizio settimanale da 24 a 18 ore, con una fase intermedia di 20 ore;

l’adeguamento degli stipendi a quelli dei docenti della ex media.