Progetto di sperimentazione didattica di istituto
Istituto Vendramin Corner di Venezia
Approvato dal collegio dei docenti il 22/9/1998

 

I

Un nuovo rapporto con lo spazio: la vocazione e l’integrazione della scuola nella realtà territoriale

Il progetto d’istituto si realizza all'interno della definizione dell'orizzonte della sua vocazione, cioè nell'ambito della collocazione e funzione che esso intende attribuirsi nel territorio in cui opera. La scuola concretizza il suo progetto didattico come cuore di un progetto più generale, volto alla socializzazione di quei saperi e competenze di cui essa è depositaria, che continuamente incamera, accresce e sviluppa attraverso la ricerca, la collaborazione e il suo intervento nella realtà territoriale. L'attività della scuola si pensa finalizzata alla formazione dei giovani in età scolare, ma anche a quella permanente dei cittadini, è proiettata verso un rafforzamento complessivo della funzione formativa, che, accanto alle altre funzioni preminenti della società, deve sempre più contribuire a plasmare il profilo e le dinamiche della comunità territoriale in cui essa opera. Il progetto della scuola è finalizzato a fare della stessa un soggetto sociale dotato di capacità progettuale nel suo proprio ambito (autonomia formativa), e non solo e non principalmente – essendo la formazione in se stessa un fine sociale e non solo un mezzo – il terminale di richieste e rivendicazioni formative rivoltele dall'esterno.

In questo contesto di ridefinizione profonda della sua identità e della sua presenza sociale la scuola realizza attività per l'orientamento e la formazione permanente, in collaborazione con gli altri soggetti locali, amministrativi, produttivi, scientifici ecc.

I diversi indirizzi dell’istituto trovano la loro ispirazione comune, pur nei diversi ambiti delle loro finalità specifiche, in questo quadro strategico, nel perseguimento della qualità e della completezza della formazione, della capacità del soggetto formativo di essere protagonista, insieme agli altri, operando nel suo specifico, della progettazione dei grandi obiettivi e dello sviluppo del territorio.

Tutte le discipline nei diversi indirizzi pensano e pongono la loro specificità all'interno di questo orientamento generale, che sarà garantito nei momenti di progettazione generale e di programmazione, nella definizione dei temi e degli obiettivi traversali, nelle modalità di verifica della qualità del loro raggiungimento.

 

Un nuovo rapporto con il tempo: tempo scolastico e tempo vitale

Allo scopo di realizzare una riqualificazione della funzione e dell'offerta formativa è necessario ripensare complessivamente anche l'impiego del tempo - scuola in rapporto al "tempo vitale" degli individui, individuare la "giusta misura", o misura fisiologica, nell'occupare nell'attività scolastica il tempo complessivo delle esistenze di studenti e docenti è essenziale, per rendere più pervasiva ed efficace la azione formativa. Ciò può essere considerato la condizione di base per proporre ad essi una nuova intensità e qualità di impegno, un nuovo patto tra scuola e studenti, da una parte, e tra scuola e docenti, che va concepito all’interno della proiezione strategica sopra definita.

Il principio generale di questo patto può essere così sintetizzato:

più concentrazione ed intensità di impegno = più libertà

Per questi fini si ritiene opportuno proporre una sequenza modulare, che non solo scadenzi temporalmente nel corso dell'anno l'attività didattica, ma anche segni in modo serrato, evitando il più possibile i tempi morti, le tappe di un percorso formativo programmato. In modo omogeneo l'andamento nel tempo di lezione e l'organizzazione della didattica tendono a uniformarsi alla curva delle risorse dell'organismo nella singola giornata.

La disposizione delle discipline curricolari nel modulo consente di realizzare un alleggerimento della quantità di materie nella settimana e offre corrispondentemente più spazio per quelle in orario, senza turbare l’equilibrio generale del curricolo.

 

II

Il modulo

Il modulo è un'unità temporale di quattro settimane, pensato come didatticamente completo e autosufficiente, che va considerato a tutti gli effetti il mattone di base di tutto l'edificio della sperimentazione.

Nell'unità bimodulare (otto settimane più una di sospensione della attività frontale) trovano posto tutti i momenti della attività scolastica, quali:

1. la concertazione e programmazione interdisciplinare
2. la didattica teorica
3. la didattica pratica
4. l’assimilazione e lo studio dei contenuti da parte degli studenti
5. la verifica dei livelli di apprendimento, di rielaborazione e di esposizione
6. il recupero
7. le attività facoltative, integrative e l'autogestione degli studenti
8. l'attività non frontale degli insegnanti (collegi, consigli di classe, rapporti con il territorio, con le famiglie, ecc.)
9. il tempo di studio e di ricerca libero per i docenti

Si possono ipotizzare nel corso dell'anno due grandi unità plurimodulari, ciascuna delle quali potrebbe avere caratteri funzionari diversi.

I vantaggi della ripartizione modulare possono essere così sintetizzati:

a. nel tempo didattico scandito dall'unità modulare è possibile trattare (comunicare, approfondire l'assimilazione, verificare) un argomento rilevante, relativamente autosufficiente
b. il modulo sollecita lo sviluppo della collaborazione interdisciplinare, in quanto ad esso può essere apposto un tema o un obiettivo trasversale, che può elevare complessivamente la qualità del lavoro scolastico
c. la netta distinzione e scadenza temporale della sequenza dei momenti della attività didattica può valorizzarne la complessiva efficacia. Può favorire il rispetto della programmazione e il tempestivo bilancio consuntivo dell'attività modulata, l'analisi degli elementi costitutivi di essa e la individuazione di eventuali problemi e carenze in ogni segmento dell'attività stessa
d. viene diminuito il carico di lavoro degli studenti, attraverso la riduzione alternata ogni settimana del numero di discipline (un quarto in meno), ma per quelle di volta in volta in orario viene corrispondentemente ampliato il tempo (un quarto in più) e consentita perciò una maggiore concentrazione del loro impegno
e. il modulo si presenta come struttura elastica, che può consentire al suo interno l'orientamento e la rapida concentrazione delle energie verso la soluzione di problemi considerati prioritari per gli insegnanti o gli studenti e le classi (un modulo può avere obiettivi interdisciplinari tematici o anche formali, per esempio essere dedicato interamente al miglioramento in tutte le discipline della qualità della comunicazione didattica, oppure all'attenzione verso le modalità dello "stare a scuola", o alla puntuale esecuzione delle consegne ecc.). Per quanto la programmazione debba essere compiuta in linea di massima su base annuale e quadrimestrale, in corso d'opera possono essere apportate anche modifiche rilevanti ai percorsi programmati all'inizio in base all'esperienza e ai risultati ottenuti.
f. Il modulo viene sviluppato unitariamente e il suo carattere complessivamente interdisciplinare è assicurato dall'attività di coordinazione di un responsabile di modulo, che segue passo per passo l'andamento dell'esperienza.

 

III

Caratteristiche del progetto

Studenti

a) Settimana corta - utilizzo di pomeriggi

inizio delle lezioni 8.05 - fine delle lezioni 15.30.

Dalle 15, 30 alle 17 si prevede un tempo di permanenza a scuola (obbligatorio o facoltativo: da decidere) da destinare allo studio o alle attività integrative o facoltative. Durante questo tempo potranno essere offerte le consulenze degli insegnanti. Lo studio degli studenti potrà essere seguito da tutori, studenti universitari reclutati a pagamento per tempi determinati. La figura del tutore può assumere una particolare rilevanza pedagogica, essendo di fatto una figura "intermedia" tra il docente e lo studente, una sorta di "fratello maggiore" che aiuta a fare i compiti.

b) Unità base della lezione 80 minuti, ridotti a 70, in analogia con la attuale riduzione dell’ora da 60 a 50 minuti, scindibili in due segmenti (4 unità base la mattina, 1,5 al pomeriggio).

La giornata scolastica segue l'evoluzione fisiologica delle capacità di attenzione e di concentrazione dello studente: sono previste 4 comunicazioni brevi teoriche nella prima parte della mattinata (prima fascia) nel resto della giornata l'attività è pratica, applicativa o di rinforzo.

 

Docenti

a) Ogni ora di lezione per settimana equivale, in quattro settimane, a 60 minuti x 4 = 240 minuti. Questo tempo ora nel modulo di quattro settimane viene suddiviso in 3 unità base di 80 minuti ciascuna per modulo (80 x 3= 240).

b) Gli insegnanti saranno così presenti per tre settimane su quattro complessive del modulo. Ognuno di loro farà una unità base alla settimana (80 minuti ridotti a 70 in analogia ai 60 ridotti a 50) per ogni ora di lezione dell'orario tradizionale settimanale. In questo modo gli insegnanti che hanno orario tradizionale di 18 ore faranno 18 unità base la settimana, e nell'intero arco del modulo, invece delle 72 ore in 4 settimane, disporranno il medesimo tempo in 54 unità base su 3 settimane.

c) E' prevista una settimana di sospensione dell'attività normale di modulo ogni 2 moduli. Questi giorni verranno dedicati ad attività particolari, quali l'autogestione degli studenti, le gite, le visite a musei, conferenze, ecc. I docenti saranno liberi in alcuni di questi giorni dagli impegni frontali (stabiliti di volta in volta secondo le esigenze dell’anno scolastico), e si dedicheranno alle attività di collegio, di coordinamento, di consigli di classe, di aggiornamento, che in tale modo verranno raggruppate in queste parti dell’anno scolastico. Nel secondo periodo di sospensione (tra il quarto e il quinto modulo) si effettueranno gli scrutini e gli studenti non saranno presenti a scuola.

 

IV

La gestione didattica del modulo

Il programma

Il modulo è, come si è detto, l'unità base della didattica. Il suo carattere è di essere relativamente autosufficiente nella trattazione degli argomenti. Il programma complessivo disciplinare di un anno potrà essere suddiviso in otto segmenti, corrispondenti ciascuno ad un modulo. Ciò dovrebbe rendere più facile la programmazione e verificabile l'andamento dello svolgimento del programma. Se sarà apposto un tema particolare trasversale al modulo, l'attenzione, nella pratica e nelle valutazioni, sarà ovviamente rivolta in primo luogo a questo.

La verifica e la valutazione

La verifica e la valutazione non necessariamente dovranno seguire esclusivamente le procedure oggi più consuete (interrogazione e compito con voto), ma potranno, almeno in parte, basarsi sulla considerazione generale del comportamento e dei risultati degli studenti nel corso delle attività modulari, nelle articolazioni che esse concretamente assumeranno.

La valutazione potrà essere costituita anche da una annotazione formulata in classe alla fine di ogni modulo, dopo una discussione con gli interessati, e trascritta su di un diario delle valutazioni tenuto da ciascun allievo per tutto l'anno. La valutazione stessa dovrebbe porre in modo abbastanza informale in evidenza i risultati raggiunti dall'allievo e

segnalare gli aspetti (nella preparazione, nella esposizione, nella rielaborazione) di maggiore debolezza. L'annotazione si dovrebbe arricchire ad ogni modulo, ampliarsi ed articolarsi durante l'anno, divenendo una sorta traccia dell'andamento complessivo dell'allievo, tenuto in custodia da lui stesso. Il voto per gli scrutini potrà essere determinato in base all'insieme di queste annotazioni, oltre che naturalmente delle interrogazioni, dei compiti e delle altre forme di verifica che saranno ritenute opportune da ciascun docente.

 

V

La gestione del tempo nella didattica

L'innovazione dell'unità base temporale della didattica (dall'ora tradizionale all'unità di 70 minuti nella seconda fascia e alla semiunità di 35 minuti nella prima fascia) impone un ripensamento complessivo della didattica.

Prima fascia h 8.05 – 10.35 – pausa pranzo – 13.45 – 15.30

La semiunità di 35 minuti nella prima fascia, sia per il momento in cui è collocata (dalle h 8.05 alle 10.35), sia per la sua brevità, consente di utilizzare al massimo la "curva di attenzione" degli studenti nella comunicazione teorica. Prolungare una spiegazione oltre la mezz'ora, come è ampiamente dimostrato dalla esperienza scientifica in proposito, è di fatto inutile. Per cui si suppone che l'introduzione della semiunità temporale permetta di realizzare un effettivo risparmio sia di energie per il docente che di tempo didattico.

Ma ciò richiede una maggiore accuratezza e completezza essenziale del messaggio che viene comunicato. In generale esso tenderà a fornire notizie di quadro su di un argomento e gli elementi di "intelaiatura". Data l'esiguità del tempo, non è possibile immaginare l'avvio durante le semiunità di un dialogo approfondito, ma solo consentire qualche breve domanda di chiarimento.

Seconda fascia h 10.45 – 12.55

L’unità base temporale (70 minuti) presenta il maggiore livello problematico e richiede il più intenso sforzo innovativo della didattica.

Il tempo va utilizzato in modo in parte diverso che nell'ora tradizionale, finalizzato a consolidare, ampliare, approfondire le linee tracciate nelle comunicazioni teoriche attraverso:

• la ripresa e approfondimento delle comunicazioni teoriche
• la discussione e sistemazione degli appunti
• la ricapitolazione e sintesi orale e scritta degli argomenti
• la lettura o fruizione di testi in classe (film, documentari, registrazioni di conferenze, esecuzioni musicali ecc.)
• le esercitazioni (risoluzione di problemi, composizioni, esposizioni di relazioni, ecc.)
• i compiti in classe
• le attività di ricerca (biblioteca, Internet, ecc.)
• la correzione dei compiti
• l’attività di laboratorio
• i dibattiti formativi, la preparazione ed esecuzione di progetti
• le verifiche

Terza fascia h 15.30 - 17

In questo tempo dell'ultima parte della giornata vanno sviluppate le attività facoltative ed integrative, gli sportelli didattici, ma soprattutto va effettuato lo svolgimento della parte più impegnativa dei compiti per casa, anche con l'aiuto dei tutori, in modo che, in linea di massima, lo studente, terminato il tempo di permanenza a scuola, abbia esaurito o quasi ogni suo impegno verso di essa, salvo che nei fine settimana, durante i quali egli potrà svolgere alcuni compiti, studiare e leggere per suo conto a casa.

Se si considera che l'attività di assimilazione, di esercitazione e di studio già iniziano durante una parte del tempo della seconda fascia, che lo studente gode del supporto del suo docente prima e del tutore nella terza fascia, sembra potersi ritenere che questo complessivo tempo di studio sia per lo più sufficiente al raggiungimento della preparazione necessaria, pur senza che ciò comporti la eliminazione dello studio - e soprattutto della lettura - personali, che si effettuano, soprattutto durante i fine settimana, a casa.

 

VI

Verifica del progetto

E’ da verificare attraverso la sperimentazione:

1. se la suddivisione modulare del programma per argomenti relativamente monografica sia tale da rendere più spedito ed efficace il loro svolgimento, se sia possibile completare in esso tutto l'insieme delle operazioni richieste dalla didattica, se possa essere da essa incentivata la collaborazione interdisciplinare
2. se il tempo di prima fascia e le modalità della sua suddivisione siano adeguate alle esigenze anche quantitative di trattazione dei programmi
3. se le unità base di 70 minuti costituiscano una scansione del tempo tale da rendere possibile in modo ottimale il complesso di operazioni sopra elencate da svolgere in esse
4. se il tempo dedicato allo studio a scuola sia effettivamente sufficiente per gli studenti per raggiungere una preparazione adeguata e se i risultati siano tali da elevare tendenzialmente gli standard di qualità
5. se la figura del tutore sia in grado di esercitare una positiva funzione mediatrice tra studente e mondo della cultura e costituire un modello con cui lo studente possa più facilmente identificarsi
6. se, infine, studenti e docenti si sentano maggiormente a loro agio con questa scansione del tempo scolastico e con il rapporto tra questo e il tempo vitale complessivo che essa definisce.