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Intorno agli esami di Stato nella scuola secondaria di II grado
Riflessioni per un momento utile al futuro dei soggetti in formazione come alla scuola stessa

di Gabriele Boselli, consigliere CNPI

 

1. Cosa guardare

Nell’esame si potrebbe cercar di capire se lo studente, oltre che a esser padrone della conoscenza disciplinare, abbia appreso a essere parte del processo di generazione della cultura, abbia acquisito le premesse per contribuire all’evolversi della società, ottenuto spazi e metodo al conoscere.

Si tratterà di vedere se abbiamo di fronte un giovane contraddistinto dalla curiosità, dall’intuizione, dall’impeto e dall’intelligenza critica e creativa che tutti vorremmo vedere nelle nuove generazioni. Di vedere se abbia conosciuto quel che nella cultura e nella scienza è destinato a permanere come se se si sia reso conto delle tendenze al cambiamento degli sfondi culturali (dall'uni-verso al pluri-verso), scientifici (paradigmi della complessità), filosofici (affermarsi della fenomenologia e dell’ermeneutica), politici (dalla società disciplinare alla società di controllo) economici (Mercato unico mondiale), ecologici (mutazioni del paesaggio e dei climi) e in un futuro prossimo anche genetici (biotecnologie). Si tratterà di capire se nei cinque anni l’insegnamento disciplinare sia servito a dare storicità, profondità e larghezza alla sua visione del mondo.

Propongo a questo fine alcune riflessioni, nella convinzione del valore dell’esame per la scuola e per l’alunno, considerato quest’ultimo sia sotto il profilo dell’istruzione (discipline) che sotto quello più ampio dell’ educazione (persona, vita di relazione, maturazione complessiva, disposizione generale al conoscere).

Va innanzitutto ricordato un principio: la valutazione, più ancora che riconoscimento intersoggettivo (mai oggettivo, per quanti sforzi si facciano!) del presente, è delineazione del futuro del ragazzo, suggerimento di identità, costruzione della fiducia dell'alunno in se stesso e dell'ulteriore sua apertura al conoscere.

 

2. La valutazione della disciplinarità: disciplina come sapere della persona discente

Valutare è sempre difficile; nella scuola secondaria di II grado e’ poi operazione in cui s’intrecciano questioni epistemologiche, etiche, politiche, pedagogiche, istituzionali di elevata complessità e difficoltà.

Occorre soprattutto guardare al modo in cui in ciascun soggetto si tiene in attività (o si va spegnendo o non si è mai acceso) il nucleo generativo di regioni gnoseologiche, il topos ove si riavviano i saperi consolidati, si allacciano relazioni con tutta la gamma possibile dello sviluppo del sapere stesso.

Le discipline potrebbero essere valutate in quanto atti di costruzione del sapere di lungo respiro, sedimentazione di infiniti atti cognitivi avvenuti nella storia; si può vedere se il loro studio abbia portato a pensare le cose non solo come sono oggi ma come sono state e probabilmente muteranno, indipendentemente dal loro utilizzo immediato e prossimo venturo. Direi che laddove la competenza (parente impoverita della conoscenza) risiede nella cultura dell’ “utile”, l’essenziale delle discipline abiti in quella della “fondazione”; dove la competenza é “saputa”, la conoscenza disciplinare è sapere in-finitamente in atto.

Il conoscere della persona attraverso le discipline non potrà dunque essere ripercorso attraverso tassonomie (classificazione/archiviazione anticipata dell'esperienza intellettuale); sarà un’ indagine per vedere se si mantenga attiva soprattutto la "spinta", un fascio di vettori che attraversando i portali delle strutture dell’intersoggettività (categorie, sistemi simbolici e costellazioni cognitive) riprenda il carattere organico, sempre in fieri e infinito del pensiero della persona che si volge all’Intero.

L'essenziale -ovvero il contatto generativo tra un ragazzo e la cultura, la luce inestinguibile- potrebbe esplorato nel rispetto del diritto del soggetto di essere autore del suo incontro personale, unico con il sapere.

 

Valutare l’essenziale

Fulcro della valutazione dell' insegnamento disciplinare sia l' articolazione della visione che ciascuno può farsi del mondo, la distinzione tra il soggetto e gli eventi di cui partecipa e degli eventi tra loro secondo le tradizioni interpretative storicamente formate (discipline come analisi). Ma il senso principale é nella ricostituzione intellettuale dell' unità tra soggetto e mondo e tra i vari profili delle visioni del mondo.

La buona disciplina non mostra ma addita, indica qualcosa che non sta al suo interno, che non le appartiene; offre per questo consuetudini di approccio affinché il venire a evidenza dei fenomeni non sia vano e lasci tracce attive nella coscienza del soggetto, utili a costituire trascendentalmente l’universo dei fenomeni.

 

Indivisibilità del fine e valore delle discipline

Il fine del processo di educazione-istruzione é indivisibile, non smontabile in obiettivi ovvero in frammenti posti come dotati di senso e di significato propri, anche quando si tratta di frammenti minimi.

Il fine può, in coerenza con l’idea di persona, essere articolato in paradigmi e poi in argomenti; dovrà essere presente in ogni atto educativo. Valutazione dunque come atto ermeneutico ordinato a una assiologia generale.

Le discipline vanno rispettate nel loro lasciar vedere, costituire traccia per itinerari soggettivi aperti all'intersoggettività. Dev'essere il soggetto a ordinare il suo mondo, a esistere intellettualmente, in forma positivamernte relata all' esterno ma autonoma. Le discipline non sono un museo, ma delle realtà viventi nei soggetti che le esperiscono. L’anatomia del vivente uccide.

L’oggettività degli universi disciplinari –l’inestinguibile mito positivistico dell’in-sé e del per-sé- non è accessibile; il valore dell’istruzione è per contro inverabile come umana, dialogante e dialettica operazione di coscienza.

 

Guardare all'essenziale

- Focalizzare le inter-rogazioni, come le prove scritte, sugli aspetti davvero essenziali dell’istruzione: si cercherà soprattutto di capire se il ragazzo abbia appreso l’amore per la lettura e il gusto della scrittura, oltre che le conoscenze generative del pensiero logico- matematico e scientifico.

 

Consigli generali

Si curi che le procedure e le indicazioni pedagogiche previste dalla normativa siano rispettate; in particolare:

- regolare svolgimento delle riunioni preliminari

- considerazione del POF d’istituto come scenario teleologico locale

- compilazione delle schede di rilevazione per la statistica, scaricabili dal sito USR ER

Inoltre

- Mantenere coerenza tra il percorso scolastico svolto e l’impostazione dell’esame. Questo non significa completa sovrapponibilità tra l’esame come è stato preparato e l’esame come si svolge, che nella sua libera e interrelata colloquialità può ben toccare in termini generali anche altri argomenti, non tanto per verificare il possessodi contenuti quanto per indagare la disposizione generale al conoscere, vedre se il ragazzo si è "messo in moto" verso il sapere.

- Impostare il colloquio come un vero inter-rogare, un chiedersi-tra in cui ci si attende di migliorare la conoscenza reciproca e anche di apprendere qualcosa. Chi attende nulla, nulla ottiene. Capita qualche volta che nel giorno dell’esame si scoprano aspetti del ragazzo che nell’ordinaria vita scolastica erano sfuggiti.

- Adoperarsi affinché gli alunni possano congedarsi con un buon ricordo dei loro insegnanti, con ricordi significativi, orientanti, rassicuranti intorno all’avvenire.

 

“Peso” valutativo dell’esame

La valutazione è costituita dal percorso scolastico globale e dalla valutazione emergente dalle prove d’esame. L’esito delle prove integra l’andamento complessivo e in particolare dell’ultimo anno.

Andranno approfondite le connessioni possibili tra scuola secondaria di secondo grado e sviluppi nell’istruzione universitaria o nei percorsi professionalizzanti.

 

Prove scritte

- Si raccomanda la collegialità nella correzione delle prove: un difetto di questa può essere motivo di ricorso al TAR.

- Privilegiare tra i criteri d’esame, e non solo nella prova di lingua italiana, l’articolazione del discorso, la ricchezza e la proprietà del linguaggio, la capacità di connettere discorsi ed esperienze, sia didattiche che ordinarie.

- Concentrare gli sforzi sulla lingua italiana, materia in cui tutti gli insegnanti –indipendentemente dalla disciplina affidata- devono sentirsi primariamente impegnati.

 

Bocciature

La bocciatura è pedagogicamente legittima se rispondente ai seguenti criteri :

-gravi insufficienze generalizzate,

-non rispondenza alle azioni di recupero messe in atto dalla scuola per chiaro disinteresse del soggetto,

-comportamenti inadeguati persistenti nel tempo, e mancanza anche in sede di esame di segni di svolta.

-la decisione va assunta a maggioranza dalla sottocommissione tenendo altresì conto della valutazione espressa dagli insegnanti e dei giudizi definiti dal consiglio di classe

 

Alunni diversamente abili

-vanno assicurati i sostegni umani e i supporti tecnologici (computer, scritture braille etc.)

- Nelle prove e nel colloquio si cercherà anche di mettere in rilievo le diverse abilità di cui spesso questi soggetti sono detentori e che le didattiche troppo centrate sugli obiettivi della programmazione non di rado portano a trascurare.

- Anche l’esame costituisce un momento di orientamento e di consolidamento (e/o miglior taratura) dell’autostima del ragazzo e delle sue capacità di affrontare in relativa autonomia il futuro.

 

Conclusione

Anche l’esame di stato della secondaria di II grado non ha come oggetto di ricerca solo l’alunno ma anche la scuola nella sua capacità/incapacità di comunicare cultura e di proporre istruzione ed educazione. Può rappresentare un importante momento di valutazione/autovalutazione della scuola, un motivo in più per credere nel suo valore e nell’importanza della sua missione. E’ anch’esso un momento di istruzione al conoscere e di educazione.

Durante l’esame si potrebbe cercare di dirigere gli sguardi dei giovani alla linea ove il nostro vedere s’incontra con quello venturo. Possiamo guardare insieme ai giovani il con-fine tra il passato e l’avvenire come attrattore di sguardo, perenne e potente motore del cammino esistenziale e pedagogico.


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