Esami di Stato 2002-2003
PRIMA PROVA SCRITTA
(Per tutti gli indirizzi di ordinamento e sperimentali)
Svolgi la prova, scegliendo una delle quattro
tipologie qui proposte
TIPOLOGIA A
Analisi del testo
L. PIRANDELLO, Il piacere dell'onestà
ATTO PRIMO - SCENA OTTAVA
BALDOVINO, FABIO
1 |
BALDOVINO (seduto,
s'insella le lenti su la punta del naso e, reclinando indietro il
capo) Le chiedo,
prima di tutto, una grazia.
FABIO Dica, dica...
BALDOVINO Signor marchese, che mi parli aperto. |
5 |
FABIO Ah, sì, sì... Anzi,
non chiedo di meglio.
BALDOVINO Grazie. Lei forse però non intende questa espressione
"aperto", come la intendo io.
FABIO Ma... non so... aperto... con tutta franchezza... |
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|
E poiché Baldovino, con un dito, fa cenno di no: |
10 |
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|
...E come, allora?BALDOVINO Non basta. Ecco,
veda, signor marchese: inevitabilmente, noi ci costruiamo. Mi
spiego. Io entro qua, e divento subito, di fronte a lei, quello che
devo essere, quello che posso essere - mi costruisco - cioè, me le
presento¹ in una forma adatta alla relazione che debbo contrarre con
lei. E lo |
15 |
stesso fa di sé anche lei che mi riceve. Ma, in
fondo, dentro queste costruzioni nostre messe così di fronte, dietro
le gelosie² e le imposte, restano poi ben nascosti i pensieri nostri
più segreti, i nostri più intimi sentimenti, tutto ciò che siamo per
noi stessi, fuori delle relazioni che vogliamo stabilire. - Mi sono
spiegato?FABIO Sì, sì, benissimo… Ah, benissimo! [...] |
20 |
BALDOVINO Comincio io,
allora, se permette, a parlarle aperto. - Provo da un pezzo, signor
marchese - dentro - un disgusto indicibile delle abiette costruzioni
di me, che debbo mandare avanti nelle relazioni che mi vedo
costretto a contrarre coi miei... diciamo simili, se lei non
s'offende.FABIO No, prego... dica, dica pure... BALDOVINO Io mi
vedo, mi vedo di continuo, signor marchese; e dico: - Ma quanto è
vile, ma com'è |
25 |
indegno questo che tu ora stai facendo!FABIO
(sconcertato, imbarazzato) Oh Dio... ma no... perché?BALDOVINO
Perché sì, scusi. Lei, tutt'al più, potrebbe domandarmi perché
allora lo faccio? Ma perché... molto per colpa mia, molto anche per
colpa d'altri, e ora, per necessità di cose, non posso fare
altrimenti. Volerci in un modo o in un altro, signor marchese, è
presto fatto: tutto sta, poi, se |
30 |
possiamo essere quali ci vogliamo. [...] Ora,
scusi, debbo toccare un altro tasto molto delicato.FABIO Mia moglie?BALDOVINO
Ne è separato. - Per torti... - lo so, lei è un perfetto gentiluomo
- e chi non è capace di farne, è destinato a riceverne. - Per torti,
dunque, della moglie. - E ha trovato qua una consolazione. Ma la
vita - trista usuraja - si fa pagare quell'uno di bene che concede,
con cento di noje e di dispiaceri. |
35 |
FABIO Purtroppo!BALDOVINO
Eh, l'avrei a sapere! - Bisogna che ella sconti la sua consolazione,
signor marchese! Ha davanti l'ombra minacciosa d'un protesto senza
dilazione. - Vengo io a mettere una firma d'avallo, e ad assumermi
di pagare la sua cambiale. - Non può credere, signor marchese,
quanto piacere mi faccia questa vendetta che posso prendermi contro
la società che nega ogni credito alla mia firma. Imporre
|
40 |
questa mia firma; dire: - Ecco qua: uno ha preso
alla vita quel che non doveva e ora pago io per lui, perché se io
non pagassi, qua un'onestà fallirebbe, qua l'onore d'una famiglia
farebbe bancarotta; signor marchese, è per me una bella
soddisfazione: una rivincita! Creda che non lo faccio per altro.
[...]FABIO Ecco, bene! E allora, questo. Benissimo! Io non vado
cercando altro, signor Baldovino. L'onestà! La bontà dei sentimenti!
[...] |
45 |
BALDOVINO Ma le
conseguenze, signor marchese, scusi! [...]FABIO Ecco... caro
signore... - capirà… - già lei stesso l'ha detto - non... non mi
trovo in condizione di seguirla bene, in questo momento [...]BALDOVINO
- È facilissimo. Che debbo fare io? - Nulla. - Rappresento la forma.
- L'azione - e non bella - la commette lei: - l'ha già commessa, e
io gliela riparo; seguiterà a commetterla, e io la nasconderò. -
|
50 |
Ma per nasconderla bene, nel suo stesso interesse
e nell'interesse sopratutto della signorina, bisogna che lei mi
rispetti; e non le sarà facile nella parte che si vuol riserbare! -
Rispetti, dico, non propriamente me, ma la forma - la forma che io
rappresento: l'onesto marito d'una signora perbene. Non la vuol
rispettare?FABIO Ma sì, certo! |
55 |
BALDOVINO E non comprende
che sarà tanto più rigorosa e tiranna, questa forma, quanto più pura
lei vorrà che sia la mia onestà? - Perciò le dicevo di badare alle
conseguenze. [...]FABIO Come... perché, scusi? - Io non vedo tutte
codeste difficoltà che vede lei!BALDOVINO Credo mio obbligo
fargliele vedere, signor marchese. Lei è un gentiluomo. Necessità di
cose, di condizioni, la costringono a non agire onestamente. Ma lei
non può fare a meno dell'onestà! |
60 |
Tanto vero che, non potendo trovarla in ciò che
fa, la vuole in me. Devo rappresentarla io, la sua onestà: - esser
cioè, l'onesto marito d'una donna, che non può essere sua moglie;
l'onesto padre d'un nascituro che non può essere suo figlio. È vero
questo?FABIO Sì, sì, è vero.BALDOVINO Ma se la donna è sua, e non
mia; se il figliuolo è suo, e non mio, non capisce che non
|
65 |
basterà che sia onesto soltanto io? Dovrà essere
onesto anche lei, signor marchese, davanti a me. Per forza! - Onesto
io, onesti tutti. - Per forza!FABIO Come come? Non capisco!
Aspetti... |
Note: (1) - 1 mi presento a lei
(2) - 2 le persiane
Luigi PIRANDELLO (Girgenti 1867 - Roma
1936) ebbe il premio Nobel nel 1934. Tutta la sua produzione è percorsa
dal filo rosso dell'assurdo e del tragico della condizione umana, dal
contrasto tra apparenza e realtà e dallo sfaccettarsi della verità. Il
testo proposto è tratto da Il piacere dell'onestà, commedia in tre atti,
rappresentata per la prima volta a Torino il 25 novembre 1917. La
vicenda è collocata ai primi del Novecento in una città delle Marche.
Analisi del testo
A. La figura di Baldovino
- Cerca e commenta nelle battute di Baldovino le parole e le
espressioni che meglio rivelano le sue posizioni e intenzioni nella
trattativa.
- Nel brano dalla riga 19 alla riga 41 quali esperienze affiorano
della precedente vita di Baldovino?
- In quale brano emerge più chiaramente il quadro delle "apparenze"
da salvare? Individualo e commentalo.
B. La figura di Fabio
- Come si caratterizza il linguaggio di Fabio rispetto a quello di
Baldovino?
- Quando Fabio (righe 42 e 43) parla di "onestà" e "bontà dei
sentimenti" da parte di Baldovino, a che cosa sembra riferirsi?
- In questo dialogo, Fabio fa finta di non capire i discorsi di
Baldovino o non li comprende davvero? Argomenta la tua risposta.
Commento complessivo e approfondimenti
- Da questa vicenda, che per lungo tratto ci presenta personaggi
pieni di ipocrisia e abituati al raggiro, si ricava alla fine anche
una morale positiva? In che modo il pessimismo di Pirandello, quale si
riscontra in questa ed in altre sue opere a te note, vuole aiutarci a
trovare il filo per una condotta onesta nella vita, così piena di
difficoltà per tutti?
- Pirandello è tra i nostri scrittori moderni che propongono per
primi una lingua finalmente di "uso medio", cioè di tipo parlato.
Cerca e commenta le espressioni vicine al parlato di oggi. Puoi
spiegare, ad esempio, il significato dell'avverbio "allora" qui più
volte usato.
- Nel rispondere alle domande che ti sono state poste, riferisciti
anche al contesto culturale europeo dell'epoca.
TIPOLOGIA B
Redazione di un saggio breve o di un articolo di giornale
(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti
proposti)
CONSEGNE
Sviluppa l'argomento scelto o in forma di "saggio
breve" o di "articolo di giornale", utilizzando i documenti e i dati che
lo corredano. Se scegli la forma del "saggio breve", interpreta e
confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi,
argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle
tue conoscenze ed esperienze di studio.
Da' al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una
destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di
ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro).
Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui
potrai dare eventualmente uno specifico titolo.
Se scegli la forma dell' "articolo di giornale", individua nei documenti
e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e
costruisci su di essi il tuo 'pezzo'. Da' all'articolo un titolo
appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la
pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico,
altro). Per attualizzare l'argomento, puoi riferirti a circostanze
immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo).
Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque
colonne di metà di foglio protocollo.
1. Ambito artistico letterario
Argomento: Affetti familiari
DOCUMENTI
In morte del fratello Giovanni
Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo
di gente in gente, me vedrai seduto
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de' tuoi gentili anni caduto.
La Madre or sol, suo dì tardo traendo,
parla di me col tuo cenere muto;
ma io deluse a voi le palme tendo,
e sol da lunge i miei tetti saluto.
Sento gli avversi Numi, e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta,
e prego anch'io nel tuo porto quïete.
Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, l'ossa mie rendete
allora al petto della madre mesta.
U. FOSCOLO, Sonetti, (1802)
|
Michelangiolo Buonarroti, Sacra famiglia
(1504) |
A mia moglie, in montagna
Dal fondo del vasto catino,
supini presso un'acqua impaziente
d'allontanarsi dal vecchio ghiacciaio,
ora che i viandanti dalle braccia tatuate
han ripreso il cammino verso il passo,
possiamo guardare le vacche.
Poche sono salite in cima all'erta e pendono
senza fame né sete,
l'altre indugiano a mezza costa
dov'è certezza d'erba
e senza urtarsi, con industri strappi,
brucano; finché una
leva la testa a ciocco verso il cielo,
muggisce ad una nube ferma come un battello.
E giungono fanciulli con frasche che non usano,
angeli del trambusto inevitabile,
e subito due vacche si mettono a correre
con tutto il triste languore degli occhi
che ci crescono incontro.
Ma tu di fuorivia, non spaventarti,
non spaventare il figlio che maturi.
G. ORELLI, L'ora del tempo ,
(1962)
Ed amai nuovamente; e fu di Lina
dal rosso scialle il più della mia vita.
Quella che cresce accanto a noi, bambina
dagli occhi azzurri è dal suo grembo uscita
Trieste è la città, la donna è Lina,
per cui scrissi il mio libro di più ardita
sincerità; né dalla sua fu fin'
ad oggi mai l'anima mia partita.
Ogni altro conobbi umano amore;
ma per Lina torrei di nuovo un'altra
vita, di nuovo vorrei cominciare.
Per l'altezze l'amai del suo dolore,
perché tutto fu al mondo, e non mai scaltra,
e tutto seppe, e non se stessa, amare.
U. SABA, Autobiografia, (1924)
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un
milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
E. MONTALE, Satura, (1971)
Il compleanno di mia figlia. 1966
Siano con selvaggia compunzione accese
le tre candele.
Saltino sui coperchi con fragore i due
compari di spada compiuti uno
sei anni e mezzo, l'altro cinque
e io trentaquattro e la mamma trentadue
e la nonna, se non sbaglio, sessantotto.
Questa scena non verrà ripetuta.
La scena non viene diversamente effigiata. E chi
si sentisse esule o in qualche
percentuale risulta ingrugnato
parli prima o domani.
Accogli, streghina di marzapane, la nostra sospettosa tenerezza.
Seguano come a caso stridi
di vagoni piombati, raffiche di mitragliatrice…
G. RABONI, Cadenza d'inganno,
(1975)
La madre
E il cuore quando d'un ultimo battito
Avrà fatto cadere il muro d'ombra
Per condurmi, Madre, sino al Signore,
Come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'Eterno,
Come già ti vedeva
Quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
Come quando spirasti
Dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m'avrà perdonato,
Ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d'avermi atteso tanto,
E avrai negli occhi un rapido sospiro.
G. UNGARETTI, 1930
2. Ambito socio-economico
Argomento: E' ancora possibile la poesia nella società delle
comunicazioni di massa?
DOCUMENTI
"Sotto lo sfondo così cupo
dell'attuale civiltà del benessere anche le arti tendono a confondersi,
a smarrire la loro identità. Le comunicazioni di massa, la radio e
soprattutto la televisione, hanno tentato non senza successo di
annientare ogni possibilità di solitudine e di riflessione. Il tempo si
fa più veloce, opere di pochi anni fa sembrano "datate" e il bisogno che
l'artista ha di farsi ascoltare prima o poi diventa bisogno spasmodico
dell'attuale, dell'immediato. Di qui l'arte nuova del nostro tempo che è
lo spettacolo, un'esibizione non necessariamente teatrale a cui
concorrono i rudimenti di ogni arte e che opera una sorta di massaggio
psichico sullo spettatore o ascoltatore o lettore che sia… In tale
paesaggio di esibizionismo isterico quale può essere il posto della più
discreta delle arti, la poesia?"
E. MONTALE, È ancora possibile la poesia? (Discorso tenuto
all'Accademia di Svezia), 1975
"Ruth Lilly, erede novantenne della
casa farmaceutica che produce il Prozac, ha regalato cento milioni di
dollari a "Poetry", rivista di poesia perennemente in bolletta che ha
pubblicato i grandi del Novecento, da Dylan Thomas ed Ezra Pound, e che
rischiava di chiudere… È un segno del destino che il denaro speso per
gli antidepressivi sia andato a finanziare la più antica e ignorata
delle medicine contro l´angoscia. Ed è un altro segno che sia stato
proprio il Pio Albergo Trivulzio di Milano… ad aver organizzato un
concorso nazionale di poesia per anziani. Lo hanno vinto una coetanea
veneta della miliardaria americana e la signora Luigia Tonelli,
leggermente più matura, che ha voluto ringraziare la giuria con queste
parole: "I miei 104 anni sono tanti, ma non sono mai troppi per tutto
quello che la vita ci offre". Una frase che, a leggerla prima e dopo i
pasti, uno si dimentica persino di prendere il Prozac. Rimane la gioia
di vedere tanti vecchi rifugiarsi nella poesia, il linguaggio dei
bambini. E la rabbia di saperli quasi costretti a scrivere, dal momento
che il mondo non li ascolta più."
M. GRAMELLINI, I versi della nonna, LA STAMPA 20/11/2002
"La poesia è, ormai, un "genere"
letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno, o quasi,
al di fuori delle università e di una cerchia ristretta di cultori… Ma
la poesia da sempre, aspira a essere popolare; e questo fatto genera
qualche equivoco… L'impopolarità della poesia sembra irreversibile. In
passato, la poesia diventava popolare sulla spinta delle grandi idee,
delle grandi emozioni, delle grandi cause (giuste o sbagliate). Oggi, il
pacifismo non ha un vate, la causa palestinese e le sofferenze del
popolo israeliano non hanno un vate; Bin Laden balbetta versi non suoi,
Karadzic è meglio dimenticarlo. Forse, un capitolo della storia umana si
è chiuso per sempre."
S. VASSALLI, Il declino del vate, IL CORRIERE DELLA SERA
12/01/2003
"La poesia è irreversibilmente morta…
oppure è viva e lotta con noi...? Di fronte a un'alternativa del genere,
la mia reazione istintiva è, lo confesso, quella di stringermi nelle
spalle e cambiare discorso. Come si fa a rispondere? La poesia è una
possibilità infinitamente sospesa, una possibilità che si avvera
soltanto nella mente di ogni singolo destinatario; tutto il resto, la
"popolarità", il "ruolo sociale" ecc. - appartiene alla sfera delle
conseguenze e può esserci o non esserci, in un determinato periodo
storico, per motivi che non dipendono né dai poeti né dalla poesia."
G. RABONI, La poesia? Si vende ma non si dice, IL CORRIERE DELLA
SERA 18/01/2003
"... la poesia non muore mai del
tutto. Se morisse la poesia, allora si atrofizzerebbero e si
impoverirebbero mortalmente anche il linguaggio e il pensiero, e non
sarebbe un capitolo della storia umana a chiudersi, ma sarebbe l'umanità
stessa a cambiare. Bisogna indicarli gli assassini della poesia: non
sono certo il popolo, i ragazzi e le ragazze, i lavoratori, gli anziani,
le persone comuni, ma sono tra i poeti e gli intellettuali stessi,
almeno tra quelli che vivono di rendita su vecchie posizioni nichiliste,
materialistiche ed eurocentriche, sono tra quei borghesi corrotti,
cinici, conformisti, pigri, incolti che rappresentano il ventre molle
della classe dirigente italiana, sono tra i cultori del trash, sono tra
coloro che attaccano e avvelenano la Madre Terra, sono tra i sostenitori
di una inedita gerarchia in cui Denaro e Tecnica occupano il primo posto
nella scala dei valori…. Se popolare è tutto ciò che riguarda i consigli
per gli acquisti, il luccicante ma miserabile mondo della moda, degli
spot, del calciomercato allora è meglio che la poesia non sia popolare.
Lei è di più, è universale. E quelli che la vogliono uccidere non ce la
faranno."
G. CONTE, Ma la poesia non sempre deve essere popolare, IL
CORRIERE DELLA SERA 15/01/2003
"La società-spettacolo non vuole cancellare la nobile
funzione della poesia, perché sa che ne avrebbe un ritorno d'immagine
negativo. E allora, semplicemente, e per arrivare ai grandi numeri, fa
della canzone il surrogato di massa della poesia... C'è però un fatto
decisivo a conferma della presenza vitale, anche se occultata dai media
più forti, della poesia, e cioè la fiducia tranquilla dei giovanissimi
in questo genere espressivo. Qualche anno fa pensavo: com'è possibile
che un diciottenne, oggi, affidi il meglio di sé alla poesia, in un
mondo che tende a nasconderla? Ebbene, i giovani che scrivono versi, ma
non per raccontare le sole sciocchezze in cuore e amore, sono tanti e
pienamente persuasi. Investono il meglio di sé nell'energia
insostituibile e nella verità profonda della parola poetica, e non
gliene importa nulla dei vip televisivi e della cultura di massa. Li
seguo da tempo, sono nati negli anni Settanta e ormai anche oltre… Sono
loro il futuro della poesia, che non cederà certo il campo ai
surrogati."
M. CUCCHI, Il destino della poesia nella società moderna, LA
STAMPA, 21/1/2003
"Sei una parola in un indice". Lessi questo verso
tanti anni fa, non so più su quale rivista letteraria... Ma per me quel
"sei una parola in un indice", quel "ma di te sappiamo solo oscuro
amico/che udisti l'usignolo una sera", vanno a toccare più di ogni altra
composizione le misteriose corde d'ordine sentimentale (chiamiamole pure
così), latenti in ciascuno di noi dai tempi della scuola. Sono veri e
propri innamoramenti, cui si perviene casualmente, per vie proprie, o
perché un insegnante più appassionato degli altri e con una voce più
duttile, ce li ha messi in evidenza. Lo studio a memoria della poesia è
ancora obbligatorio, mi dicono, e ancora mal sopportato dai ragazzini.
Sarà, ma "Dolce e chiara è la notte e senza vento" o "quel giorno più
non vi leggemmo avante", devono pur risuonare in un'aula scolastica.
Sono spiragli aperti per un attimo su un mondo parallelo che esclude
merendine e play-station. Un mondo di suggestioni enigmatiche e
dolcissime, che per molti scomparirà forse per sempre ma per altri
resterà per sempre lì a portata di mano, evocabile in ufficio, guidando
sull'autostrada, spingendo il carrello per un supermercato… Sono
lingotti in un caveau svizzero, magari parziali e approssimativi nella
memoria, ma emotivamente indistruttibili. Ognuno se li deve mantenere da
sé, con la sua segreta chiave, perché l'alternativa (il cenacolo con
dama protettrice, il convegnino promosso dal Comune, l'evento mediatico
una volta l'anno) non funziona, inquina senza scampo quelle privatissime
risonanze..."
C. FRUTTERO, L'indice di Borges, TUTTOLIBRI, 11 gennaio 2003
3. Ambito storico-politico
Argomento: Il terrore e la repressione politica nei sistemi
totalitari del Novecento
DOCUMENTI
Scheda:
-
Il fascismo italiano fece
centinaia di prigionieri politici e di confinati in domicilio
coatto, migliaia di esiliati e fuoriusciti politici.
-
Il nazismo tedesco dal 1933 al
1939 ha eliminato circa 20.000 oppositori nei campi di
concentramento e nelle prigioni; tra il 1939 e il 1941 ha sterminato
nelle camere a gas 70.000 tedeschi vittime di un programma di
eutanasia. Durante la guerra si calcola che siano stati uccisi circa
15 milioni di civili nei paesi occupati, circa 6 milioni di ebrei;
3.300.000 prigionieri di guerra sovietici, più di un milione di
deportati e decine di migliaia di zingari sono morti nei campi di
concentramento; più di 8 milioni sono stati inviati ai lavori
forzati.
-
Nella Russia comunista la prima
epurazione la pagarono gli iscritti al partito; tra il 1936?38
furono eliminati 30.000 funzionari su 178.000; nell'Armata rossa in
due anni furono giustiziati 271 tra generali, alti ufficiali e
commissari dell'esercito. Nei regimi comunisti del mondo (URSS,
Europa dell'Est, Cina, Corea del Nord, Vietnam, Cambogia, Cuba,
ecc.) si calcola che sono stati eliminati circa 100 milioni di
persone contrarie al regime.
-
Né bisogna dimenticare le "foibe"
istriane e, più di recente, i crimini nei territori della ex
Jugoslavia, in Algeria, in Iraq, ecc. Amnesty International ha
segnalato 111 Paesi dove sono state applicate torture su persone per
reati d'opinione.
"Con il terrore si assiste a una
doppia mutazione: l'avversario, prima nemico e poi criminale, viene
trasformato in 'escluso'. Questa esclusione sfocia quasi
automaticamente nell'idea di sterminio. Infatti la dialettica
amico/nemico è ormai insufficiente a risolvere il problema
fondamentale del totalitarismo: si tratta di costruire un'umanità
riunificata e purificata, non antagonista [...]. Da una logica di
lotta politica si scivola presto verso una logica di esclusione,
quindi verso un'ideologia dell'eliminazione e, infine, dello sterminio
di tutti gli elementi impuri".
S. COURTOIS, "Perché?", in Il libro nero del comunismo, Milano,
Mondadori, 2000
"Per genocidio si intende uno qualunque dei seguenti
atti, commessi con l'intenzione di distruggere completamente o in
parte un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso in quanto
tale: a) assassinio di membri del gruppo; b) grave attentato
all'incolumità fisica o mentale di membri del gruppo; c) imposizione
intenzionale al gruppo di condizioni di vita destinate a provocarne la
distruzione fisica totale o parziale; d) misure volte a ostacolare le
nascite all'interno del gruppo; e) trasferimenti coatti dei figli di
un gruppo a un altro".
Convenzione delle Nazioni Unite del 9/12/1948
"Dolore per la nostra patria [il Cile] soggiogata e
convertita in un immenso carcere; per il nostro popolo martoriato
dalla fame e dalla miseria; per i nostri compagni ed amici caduti nel
combattimento, o assassinati, torturati o incarcerati dal fascismo.
Speranza che questo incubo di orrore avrà una fine non lontana, e la
certezza che i colpevoli riceveranno il castigo esemplare".
C. ALTAMIRANO, "Saluto di capodanno: I gennaio 1975", in Tutte
le forme di lotta, Milano, 1975, (L'autore era segretario generale del
Partito socialista cileno)
"I regimi totalitari del XX secolo hanno rivelato
l'esistenza di un pericolo prima insospettato: quello di una
manomissione completa della memoria".
T. TODOROV, Memoria del male, tentazione del bene. Inchiesta su
un secolo tragico, Milano, Garzanti, 2001
4. Ambito tecnico-scientifico
Argomento: "L'acqua, risorsa e fonte di vita"
DOCUMENTI
H²O UNA BIOGRAFIA DELL'ACQUA: H²O è l'unica formula
chimica che tutti conoscono. Ed è giusto che sia così: l'acqua non è
solo la sostanza più diffusa sulla terra, ma è la condizione necessaria,
la fonte, la matrice della vita. In tutti gli antichi miti della
creazione, in principio era l'acqua: nella Bibbia "lo spirito di Dio
aleggiava sulle acque"; nel Regveda, tutto "era acqua indistinta".
Quando la spogliamo dei suoi abbellimenti simbolici, della sua
associazione con la purezza, l'anima, la maternità, la vita e la
giovinezza; anche quando la riduciamo ad un fenomeno da laboratorio,
chimico o geologico che sia, l'acqua continua ad affascinarci. Molecola
a prima vista molto semplice, nondimeno l'acqua lancia alla scienza
sfide sempre difficili."
Ph. BALL, H²O una biografia dell'acqua, Rizzoli 2000
USI E SPRECHI: "Destino veramente strano quello
dell'acqua: se un essere umano ne è privato solo per pochi giorni,
muore. Se una zona attraversa un lungo periodo di siccità, migliaia o
addirittura milioni di persone muoiono di fame. Senza di essa, niente
può vivere, crescere, produrre. E tutto questo si riflette nelle idee
che ci facciamo sull'acqua e nella sacralità che spesso ancora la
circonda. Allo stesso tempo, però, l'acqua è sprecata, sporcata,
ignorata e dimenticata forse più di qualunque altra risorsa naturale."
M. FONTANA, L'acqua, natura, uso, consumo, inquinamento e sprechi,
Editori riuniti, 1984
ACQUA, FONTE DI SICUREZZA ALIMENTARE: " Affinché vi
sia cibo occorre che vi sia acqua. E' quindi fondamentale investire per
garantire la disponibilità e l'uso efficiente delle risorse idriche, in
un indispensabile contesto di salvaguardia ambientale. Acqua e cibo
rappresentano il motore di quello sviluppo autosostenibile cui tutti
dobbiamo dare priorità assoluta."
Introduzione a "Celebrazioni Ufficiali Italiane per la Giornata
Mondiale dell'Alimentazione 2002" da parte del presidente del
Consiglio dei Ministri
PROSPETTIVE FUTURE: "La società contemporanea si è
abituata all'idea che risorse essenziali per la vita e per le attività
economiche e produttive, come l'acqua, siano inesauribili, a portata di
mano, sempre disponibili. Non tutti sanno, tuttavia, che questa
fondamentale risorsa è limitata e, in alcune situazioni, comincia anche
a scarseggiare. Occorre, quindi, migliorare la conoscenza e la tutela
dell'acqua come elemento fondamentale esistente in natura e dell'acqua
come risorsa per lo sviluppo, necessaria per la vita, per la salute, per
le città e per le campagne, e in particolare per l'agricoltura e per una
sana alimentazione... In futuro ? è ormai evidente ? l'acqua diventerà
sempre più un bene prezioso ed insostituibile, anche raro. Le difficoltà
di approvvigionamento, il declino della qualità, la penuria, il consumo
disattento, gli sprechi dell'acqua sono già motivo di preoccupazione…
L'acqua non dovrà essere un fattore di incertezza o, nel caso delle
catastrofi, minaccia per la popolazione del mondo, anche nei luoghi dove
il clima favorevole, le piogge, l'innevamento, l'alternarsi delle
stagioni l'hanno resa abbondante."
Atti della Giornata mondiale per l'alimentazione 2002
È L'ANNO DELLA VITA: "E' certamente una coincidenza
che il 2003, atteso da tempo per celebrare i cinquant'anni dalla
scoperta della struttura a doppia elica del Dna, sia stato dedicato
anche all'acqua. L'accostamento non poteva essere, comunque, più
pertinente. Il Dna è, soprattutto nell'immaginario collettivo, il
simbolo biologico della vita, ed è un luogo non meno comune che l'acqua
è una condizione indispensabile per la vita. Nonché un ambiente che
offre straordinarie opportunità evolutive. Con conseguenze non sempre
benefiche per l'uomo: nel passaggio a una civiltà più sedentaria l'acqua
ha infatti cominciato a rappresentare un grave rischio di morte per
l'umanità, veicolando gli agenti di malattie come il tifo e il colera o
favorendo lo sviluppo di artropodi in grado di trasmettere virus, o
parassiti come la malaria. Il rapporto fra acqua e vita è stato intuito
da molti miti della creazione, in particolare presso quelle civiltà che
si svilupparono sulle sponde dei grandi fiumi e fatto proprio
addirittura dal primo filosofo naturalista, Talete."
G. CORBELLINI, Una molecola nell'oceano, in IL SOLE 24 ORE, 5
gennaio 2003
"La molecola è sempre H2O ma in molte parti del mondo
è marrone, sporca di fango e portatrice di funghi e batteri e quindi di
malattie e di morte: Oppure è assente del tutto. Per l'Organizzazione
mondiale della Sanità la situazione peggiora: nel 2025 l'oro blu
potrebbe essere insufficiente per due persone su tre. Urgono nuovi
accordi internazionali. L'acqua è un problema globale, ma a differenza
del riscaldamento del clima, è affrontabile su scala locale. Lo stress
idrico è, per esempio, spesso causato da sprechi locali: in primo luogo
dalle inefficienze in agricoltura (attività per la quale utilizziamo il
70% dell'acqua), ma anche da semplici, stupide perdite delle tubature o
contaminazioni evitabili… Ma ciò che in Italia è un problema, in Bangla
Desh può diventare un dramma. Fino a una trentina di anni fa, tutti
bevevano acqua contaminata dalle fognature. Ascoltando i geologi, però,
si scopre che basterebbe scavare i pozzi a una profondità di 80 metri,
anziché di 50 circa per eliminare il problema alle radici nel 99% dei
casi."
M. MERZAGORA, Un patto sul colore dell'acqua, in IL SOLE 24 ORE,
5 gennaio 2003
L'EMERGENZA IDRICA E LA STIMOLAZIONE DELLA PIOGGIA:
"L'agricoltura italiana può contare sempre meno sulle piogge… Una
situazione che provocherà pesanti ripercussioni economiche se si
considera che più del 50% del valore lordo della produzione agricola
italiana dipende dall'irrigazione e che i due terzi del valore delle
esportazioni è costituito da prodotti che provengono da territori
irrigati. Alla stimolazione delle piogge si lavora nei Paesi più
avanzati al mondo, come gli Stati Uniti, e in nazioni, come Israele, che
hanno adottato la tecnologia italiana e si avvalgono della consulenza
dei nostri esperti. Non solo. Il convegno dell'Organizzazione
meteorologica mondiale ha riaffermato, lo scorso anno a Ginevra, il
grande interesse per la stimolazione della pioggia riprendendo
l'indicazione data dalla Conferenza di Rio de Janeiro che cita questa
tecnologia quale sistema di lotta alla desertificazione della terra.
Cos'è la stimolazione della pioggia? La tecnologia messa a punto da
un'associazione italiana riproduce in sostanza il processo naturale di
formazione delle precipitazioni. Ci si avvale di piccoli aerei che
volano alla base dei sistemi nuvolosi, rilasciando microscopiche
particelle di ioduro di argento in grado di accelerare il processo di
condensazione trasformando il vapore in pioggia che cade al suolo."
AGRICOLTURA, marzo/aprile 2002
TIPOLOGIA C:
Tema di argomento storico
«Tutti gli esseri umani, senza distinzione alcuna di
sesso, razza, nazionalità e religione, sono titolari di diritti
fondamentali riconosciuti da leggi internazionali. Ciò ha portato
all'affermazione di un nuovo concetto di cittadinanza, che non è più
soltanto "anagrafica", o nazionale, ma che diventa "planetaria" e quindi
universale. Sviluppa l'argomento analizzando, anche alla luce di eventi
storici recenti o remoti, le difficoltà che i vari popoli hanno
incontrato e che ancor oggi incontrano sulla strada dell'affermazione
dei diritti umani. Soffermati inoltre sulla grande sfida che le società
odierne devono affrontare per rendere coerenti e compatibili le due
forme di cittadinanza.»
TIPOLOGIA D
Tema di ordine generale
«Si dice da parte di alcuni esperti che la forza delle
immagini attraverso cui viene oggi veicolata gran parte delle
informazioni, rischia, a causa dell'impatto immediato e prevalentemente
emozionale, tipico del messaggio visivo, di prendere il sopravvento sul
contenuto concettuale del messaggio stesso e sulla riflessione critica
del destinatario. Ma si dice anche, da parte opposta, che è proprio la
immagine a favorire varie forme di apprendimento, rendendone più
efficaci e duraturi i risultati.
Discuti criticamente i due aspetti della questione proposta, avanzando
le tue personali considerazioni.»
Durata massima della prova: 6 ore.
È consentito soltanto l'uso del dizionario italiano.
Non è consentito lasciare l'Istituto prima che siano trascorse 3 ore
dalla dettatura del tema.
Prima Prova
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Le
soluzioni degli Esami di Stato 2003
a cura di Tramontana
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