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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

PREG.MO SIG. PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

PREG.MO SIG. PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE

PREG.MO SIG. PRESIDENTE DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI GELA

PREG.MO SIG. PRESIDENTE FISH ROMA

PREG.MO SIG. CARLO GIACOBINI RESPONSABILE HANDYLEX

PREG.MO SIG. PRESIDENTE A.N.M.I.C. ROMA

PREG.MO  SIG. PRESIDENTE SFIDA ROMA

PRE.MO AVV. SALVATORE NOCERA

PREG.MO AVV. MARCO AQUILANI

PREG.MO AVV. PIETRO FERRI

PREG.MO ROLANDO BORZETTI ‘’EDSCUOLA’’

 

 

OGGETTO: CANCELLAZIONE DEGLI ARTICOLI 37 E 38 DEL D.L. 98\2011

 

 Dopo circa un ventennio di attività legale nel settore dell’handicap e dell’invalidità (civile e contributiva) sento il bisogno di esprimere il mio profondo rammarico e disgusto per lo scempio  che il Governo sta compiendo con il D.L. 98-11 e la manovra correttiva.

Da operatore previdenzialista e della legislazione dell’handicap il mio pensiero va esclusivamente agli articoli 37 e 38 del citato D.L. che rappresentano il punto chiave e la sciagurata rivoluzione a danno del processo previdenziale e, per inevitabile riflesso, ai già martoriati utenti che si vedono ancora una volta beffatti e ‘’ schiaffeggiati’’ da un legislatore fazioso, incompetente ed arrogante.

La premessa indispensabile non può non partire da una sintetica rappresentazione della realtà amministrativa, sostanziale e processuale del nostro sistema che, come sanno i miei Autorevoli Interlocutori, è delineata dalla (inutile e costosa) farraginosità del Processo Civile rispetto a quello Previdenziale e del Lavoro che a detta di molti operatori (ma anche dalle statistiche di settore) rappresenta un modello pressoché ottimale di immediatezza, oralità e concentrazione se è vero, come è vero, che la durata media del processo previdenziale è di un anno nel primo grado di giudizio e di tre anni nel doppio grado. Tempi che, ovviamente, il processo civile riesce solo a sognare e che, se ben ricordate, dovevano essere almeno emulati con le diverse riforme del processo civile e che nella realtà sono approdate nella ennesima ed ulteriore ‘’pagliacciata’’ dell’istituto della mediazione civile che raddoppierà i costi ed i tempi del processo (con esclusivo danno dei clienti che vivono nella chimera di vedere risolti i loro ‘’guai’’ giudiziari in tempi rapidi).

Ebbene, come anticipavo, invece di seguire e migliorare il modello previdenziale ( magari riducendo i termini della CTU e della definizione del contenzioso) il Governo ha ben pensato di flagellare i poveri malcapitati della disabilità e dell’invalidità prima allungando a dismisura l’iter amministrativo delle domande che, con la rivoluzione telematica dell’INPS, dovevano esaurirsi in 120 giorni ed invece si chiudono in 12 MESI (CON L’AGGRAVANTE CHE TUTTI I VERBALI VANNO A ROMA VANIFICANDO ED ESAUTORANDO DI FATTO LE FUNZIONI DELLE COMMISSIONI LOCALI E PROVINCIALI) ed ora introducendo l’assurdo ed inappropriato istituto dell’Accertamento Tecnico Preventivo, del Contributo Unificato, l’ammontare (di fatto indeterminato ed indeterminabile) del valore della causa (pensate all’assurdità di tale concetto laddove il cliente ad esempio chiede l’erogazione della pensione e dell’indennità di accompagnamento quantificando anche 30.000,00 euro mentre invece il Giudice gli boccia una o ambedue le provvidenze economiche ponendo il ricorrente in una ipotetica dichiarazione mendace avendo indicato un cifra che poi non ha nessuna consistenza reale), l’abolizione della competenza territoriale dei Tribunale nonché, dulcis in fundo, la soppressione dell’Istituto dell’Appello con vero e proprio sfregio alla Costituzione ed alla fasce più povere, deboli ed indifese della popolazione (alla faccia delle storiche Sentenze emanate in materia dalla      Corte Costituzionale); per non dire, ancora, del mistero che avvolge l’anticipo delle doppie  spese di lite e di CTU ( ATP nella fase preventiva e la CTU nel corso del Giudizio) che non si capisce da chi, come  e quando devono essere versate.

Insomma un vero e proprio massacro che mira a distruggere anche l’economia perché oltre allo scoraggiamento di proporre cause previdenziali (solo in minimissima parte fondato) si mira a CHUDERE DEFINITIVAMENTE L’ATTIVITA’ DI TUTTI I TRIBUNALI ITALIANI (ALMENO NEL SETTORE LAVORO-PREVIDENZA) CON BUONA PACE DI MOLTISSIMI AVVOCATI E SENSO DI SOLLIEVO PER IL GOVERNO E L’INPS CHE POTRANNO ULTERIORMENTE INCREMENTARE LA CASTA A DANNO DELLE PERSONE AFFLITTE DAL DOLORE E DALLA DISPERAZIONE….

Mentre termino di scrivere mi giunge notizia da parte del Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Gela che è passato l’emendamento che farebbe ritornare la competenza del’ATP e quindi (suppongo) del processo avanti il Tribunale ove risiede l’attore. E’ un conquista di non poco conto ma sono fermamente convinto che il nuovo 445 bis  cpc vada abrogato come pure l’ATP che non ha motivo di cittadinanza nell’attuale Processo Previdenziale dove invece devono contenersi i tempi della CTU ( dagli attuali 90 a 60 o 45 giorni)  e dell’udienza di discussione finale il che ridurrebbe la durata ad otto mesi.

Confido nell’autorevolezza dei destinatari della presente che meglio di me potranno far sentire la loro voce a ROMA.

Gela, 23.LUGLIO.11

                                                       PAOLO CAPICI

                                       CITTADINO DIVERSAMENTE ABILE

                                         AVVOCATO PREVIDENZIALISTA


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