Non Voglio Le Tue Caramelle!
E' in libreria "Non Voglio Le Tue Caramelle!", un
libro che vuole essere un contributo alla lotta contro il crimine
della pedofilia.
Questo libro è stato scritto da Antonella Veo e
illustrato da Luigi Ricca pensando ai bambini e al loro modo semplice
e immediato di spiegare le cose, ma soprattutto a quei genitori che
non sanno come affrontare l’argomento "pedofilia" senza spaventare o
caricare di ansie eccessive i propri figli. Contiene sei storie. Ogni
storia è, ovviamente, a lieto fine. È stato scelto volutamente di non
rappresentare le "scene forti" e di non raffigurare i "cattivi" per
non influenzare negativamente la fantasia dei piccoli lettori.
Non sono stati presi in considerazione, di
proposito, i casi di abusi sessuali consumati nell’ambito della
famiglia, anche se sono i più numerosi, perché è logico che ci
rivolgiamo ad adulti normali e alla stragrande maggioranza di bambini
per i quali, se il pericolo c’è, il pericolo è "fuori". E la famiglia
è il rifugio sicuro.
La speranza è che comunque, facendo circolare
questo libro, anche i bambini che subiscono degli abusi tra le mura
domestiche, abbiano la possibilità di sapere che esiste un modo per
uscire dalla loro tragedia, perché c’è chi è pronto ad aiutarli con
forza e determinazione.
Alla fine di ogni storia è stata inserita una
scheda che racchiude una serie di consigli pratici facilmente
assimilabili dai piccoli lettori, e una serie di domande che danno
modo all’adulto di verificare se il bambino ha interiorizzato i
contenuti nel modo corretto.
Il Prof. Giovanni Biondi, Direttore del Servizio Psico-Sociale
dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, ha voluto scrivere due
prefazioni (una rivolta agli adulti, l’altra ai bambini) proprio per
sottolineare che questo libro può offrire uno spunto di conoscenza,
discussione e riflessione per genitori e figli.
PER GLI ADULTI
La Convenzione sui Diritti dei Bambini ha avuto l'importante merito di
mettere in risalto i molteplici aspetti che accompagnano lo sviluppo dei
bambini, individuando tutte quelle azioni che costituiscono atti di vera
e propria violenza, da quella fisica a quella psicologica, da cui è
fondamentale difendersi. I diritti dei bambini sono stati riconosciuti
solo da pochi decenni ma molte nazioni li attuano con modalità e impegni
non adeguati e coerenti, pur avendoli spesso ratificati con grande
enfasi. E' sempre più necessario che gli enunciati della Convenzione non
siano solo patrimonio degli adulti ma che anche i bambini e gli
adolescenti li possano conoscere in modo approfondito e consapevole. C'è
ancora molto da fare, poiché il mondo degli adulti sembra essere
sensibile più a livello formale che sostanziale nell'attivarsi a far
rispettare tali diritti. Ma come informare i bambini e gli adolescenti?
Certamente la prevenzione è la modalità più importante per evitare che
certi episodi, spesso traumatici, si verifichino e possano influenzare
la vita di un individuo una volta divenuto adulto. Le paure
rappresentano un bagaglio che ogni uomo, e non solo il bambino, porta
con sé durante la propria esistenza: vi sono paure che ricordiamo e
abbiamo sempre presenti e paure che nascondiamo a noi stessi, che
dimentichiamo perché il loro ricordo ci fa soffrire. Un lavoro come
quello di Antonella Veo può diventare un semplice ma efficace contributo
per aiutare i bambini a riconoscere le situazioni di pericolo e per
offrire semplici suggerimenti rispetto a chi rivolgersi e come. Come la
maggior parte dei lavori dedicati a i bambini, anche in questo caso è da
prevedere un attivo coinvolgimento degli adulti, magari di uno se non di
entrambi i genitori, con i quali leggere le diverse piccole storie o dai
quali sentirsele raccontare. Ciascun racconto si può trasformare infatti
in un momento di discussione, di riflessione e consente al bambino, se
vuole, di poter dire cosa pensa; può diventare una buona occasione per
chiarire confusioni (si tenga conto dei messaggi contraddittori e spesso
incontrollabili lanciati dalla TV) e vincere le resistenze. Sono delle
piccole storie che ogni genitore, ogni nonno, ogni insegnante può
arricchire, assieme al bambino, di ulteriori contributi affinché
diventino patrimonio personale, individuale di ciascuno. La conoscenza,
la discussione, la riflessione sono delle modalità per affrontare i
problemi: esse sono, infatti, in grado di ridurre le paure dando loro un
significato e confini precisi. Occorre pertanto che gli adulti per primi
superino il timore e la reticenza nell'affrontare temi che possono
essere discussi semplicemente, privandoli della malizia, dei doppi sensi
propri del mondo degli adulti, facendoli percepire, invece, come una
nuova risorsa. L'obiettivo di questo piccolo, semplice libro è quello di
divenire una risorsa importante per ciascun bambino, un aiuto che
consenta loro di sentirsi più sicuri, meno spaventati da tutto ciò che,
in quanto sconosciuto, può mettere paura ma a volte anche attrarre.
PER I BAMBINI
Ci sono cose che i bambini non sanno e che possono mettere paura proprio
perché non si conoscono o si conoscono male. Ci sono altre cose che
pensiamo debbano essere dei segreti che non dobbiamo dire a nessuno,
segreti così brutti che si ha paura solo a raccontarli… e poi i
genitori, mamma e papà, capiranno o ci sgrideranno e magari ci daranno
una punizione? Ma se riflettete un attimo, scoprirete che i genitori
spesso sono imprevedibili: sgridano per una piccola marachella, e altre
volte, ascoltano i propri bambini con attenzione e comprensione. Le
mamme e i papà molto difficilmente, infatti, sgridano i bambini quando
raccontano un loro segreto… I segreti, quelli degli adulti e quelli dei
bambini, sono importanti e hanno sempre bisogno di un ascolto attento.
In questo libricino l'autrice vi racconta sei "brutte storie" che sono
successe a bambini della vostra età. Le descrive così come sono accadute
e… tutte sono finite fortunatamente bene perché i sei bambini della
storia sono stati capaci di ricordare delle semplici raccomandazioni e
sono stati così attenti da confidarsi con le persone di cui si fidavano.
E voi cosa avreste fatto al posto di Edoardo, Sara, Marco, Flavia,
Andrea e Chiara? Vi voglio dare un semplice consiglio: prima di sapere
come andranno a finire le diverse storie, provate a pensare cosa avreste
fatto voi e poi confrontate con ciò che è descritto… chissà che non
scoprirete di essere altrettanto in gamba… Buona lettura! |