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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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I figli di genitori malati mentali, malati cronici, tossicodipendenti, alcolisti

In questi casi, sia pure in misura diversa, vi è forte rischio che la malattia, o l’uso di sostanze eccitanti, alteri la disponibilità del genitore ad amare il figlio e diminuisca notevolmente la sua competenza ad educarlo e a proteggerlo. E l’esperienza insegna che la trascuratezza, il maltrattamento fisico, morale, nonché l’abuso sessuale nei confronti dei minori, sono conseguenza spesso di disturbi mentali o comportamentali. Del resto tutte le relazioni del sistema familiare sono profondamente alterate dall’esistenza di queste situazioni. In realtà il danno al bambino non viene solo dalle insufficienze genitoriali: egli stesso sarà incosciamente indotto ad assumere atteggiamenti scorretti: così il bambino inserito in un contesto familiare siffatto tenderà da una parte ad assumere un del tutto improprio comportamento di "riparazione" nei confronti del genitore che percepisce malato e dall’altra a vivere una esperienza di continua insicurezza, tensioni e paura legata alla patologia dei genitori.

Non si hanno precisi dati statistici sull’incidenza di questo fenomeno: ma i dati circolanti sulle malattie mentali e sulle tossicodipendenze fanno purtroppo ritenere che non si tratti di casi sporadici. Il problema in passato non sussisteva, non per mancanza di malati mentali o di tossicodipendenti ma per la loro emarginazione familiare. Oggi invece – nella nuova, e assai più giusta, filosofia dell’intervento nei confronti di questi soggetti secondo cui la persona in difficoltà non deve essere coattivamente allontanata dal suo originario ambiente di vita ma deve veder sorrette e sviluppate le sue ordinarie relazioni interpersonali proprio in funzione del suo personale recupero – il problema sta diventando assai rilevante. E’ pertanto necessario che qualcuno sia tecnicamente in grado di valutare le relazioni tra genitore malato mentale e soggetto in fase evolutiva, al fine di comprendere se tali relazioni possano creare gravi deviazioni nell’itinerario di costruzione di personalità e di identità del minore: non appare infatti opportuno né privare, senza necessità, il genitore sofferente psichico dell’affetto e delle intense relazioni con il figlio – perché la privazione di questo rapporto potrebbe essere per lui esiziale segnando il suo definitivo fallimento umano – né ridurre il bambino, senza tenere conto della sua esigenza di ottenere quei validi rapporti costruttivi che soli possono svilupparlo in umanità, a mera "risorsa terapeutica" per l’adulto, sacrificandolo sull’altare del recupero, talvolta illusorio, del genitore.


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