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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Lo sfruttamento sessuale

E' forse la più grave forma di sfruttamento a carico dei minorenni. Dal punto di vista statistico, non sarebbe rilevante - anche se per fortuna non nella misura che alcune forme di terrorismo mediatico farebbero credere - l'entità numerica dei minori sessualmente abusati. Dalle statistiche giudiziarie emerge infatti che:

le denuncie di violenze sessuale perpetrate nei confronti di minori di anni 14 sono state in aumento ma con una flessione nell'ultimo anno considerato (305) nell'anno 1996, e cioè nel primo anno in cui sono stati unificati i due reati prima distinti di violenza carnale e di atti di libidine violenta, 470 nel 1997, 586 nel 1998, 511 nel 1999);

in aumento sono invece i reati di corruzione di minorenni (120 nel 1997, 168 nel 1998);

quasi la metà dei reati sessuali che vedono come vittime soggetti minori di quattordici anni riguardano minori nella fascia di età 0-10 anni;

ben 334 minorenni sono stati denunciati nel 1998 come autori di violenze sessuali;

ben 755.000 ragazze tra 14 e 17 anni hanno dichiarato negli anni 1997-98 di aver subito nei tre anni precedenti molestie fisiche, esibizionismi, telefonate oscene, tentativi di stupro.

In questo settore il numero oscuro delle criminalità è altissimo: molti reati sessuali nei confronti di minori sono compiuti all'interno della famiglia e quindi difficilmente evidenziabili; non sempre i genitori ritengono opportuno denunciare le violenze dei figli per preservarli dalle traumatiche esperienze del processo in cui inevitabilmente dovranno divenire protagonisti rievocando penosissime esperienze. Il fenomeno pertanto, al di là delle entità statistiche, non può non ritenersi inquietante ed esige sia interventi generali di prevenzione che significative azioni di sostegno e di recupero della personalità della vittima.

E' purtroppo da rilevare che - pur nella generale esacrazione per un fenomeno così devastante - non mancano voci, che vanno divenendo sempre più forti, che tendono a giustificare l'amore tra un adulto e un bambino e che anzi, spudoratamente, reclamano la liceità di questi rapporti proprio in nome del diritto del bambino alla sua sessualità. Ma volutamente si nasconde il fatto che il bambino non è in grado di conoscere realmente tutte le conseguenze dell'atto; che egli non ha reale capacità di gestire in piena libertà dell'atto; che egli non ha reale capacità di gestire in piena libertà le sue pulsioni sottraendosi ad ogni suggestione; che la sua seduzione da parte dell'adulto comporta necessariamente una costrizione psicologica a cui il ragazzo non è in grado di sottrarsi, specie se essa è sottile, velata; che ciò è particolarmente grave quando la seduzione proviene, come spesso avviene, da parte di chi riveste un ruolo di autorità (il genitore, l'educatore, l'affidatario) da cui scaturisce nel ragazzo una illimitata fiducia in lui e nel contempo un timore reverenziale che rende impossibile un rapporto paritario.

Gli effetti nefasti che sono riscontrati nelle vittime non solo di fisiche violenze sessuali ma anche di abusi sessuali indicano chiaramente come, senza alcun cedimento, è necessario che la collettività tutta prevenga fenomeni così inquietanti e devastanti e si impegni attivamente anche a cercare di recuperare queste persone riducendo gli effetti traumatici conseguenti a queste violenze o abusi.


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