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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Saluto del Dott. TRAINITO alla manifestazione di HANDYLAB
organizzata dalla FEDERAZIONE ITALIANA PER IL SUPERAMENTO DELL’HANDICAP

In qualità di Presidente dell’Istituto nazionale di valutazione del sistema dell’Istruzione sono molto lieto di portare il saluto ai partecipanti a questa iniziativa che intende affrontare il tema degli indicatori di qualità dell’integrazione scolastica con l’obiettivo di individuare i livelli essenziali dei servizi dell’integrazione.

L’iniziativa cade in un momento particolarmente importante perché sta per avviarsi nel nostro Paese il Servizio nazionale di valutazione del sistema d’istruzione. Ci troviamo infatti nella fase terminale di un processo che è stato attivato all’indomani della Conferenza nazionale della scuola del 1990 e che ha visto una gestazione molto laboriosa. A conclusione della Conferenza il Ministro pro tempore , Sergio Mattarella , evidenziò due esigenze fondamentali per il rinnovamento della scuola italiana : l’autonomia delle istituzioni scolastiche e la valutazione del sistema dell’istruzione. Autonomia e valutazione rappresentano un intreccio molto forte perché non si può realizzare un servizio scolastico in autonomia didattica e organizzativa senza un’opera costante e puntuale di valutazione della sua efficienza , qualità ed efficacia. Nello stesso tempo , ha un senso valutare le istituzioni scolastiche se ciò può concorrere a migliorare la qualità dei servizi erogati, a generare dinamiche di differenziazione utili alla ricerca delle soluzioni migliori , ad attivare, in sintesi, una sana e proficua competitività tra le scuole, in forte contrasto con una concezione burocratica, centralistica e autoreferenziale di scuola ormai quasi del tutto superata.

Negli ultimi decenni del secolo passato i Paesi ad economia sviluppata e alcuni Paesi in via di sviluppo hanno incrementato i finanziamenti dei sistemi scolastici nella comune considerazione che la competizione in campo internazionale per la conquista dei mercati si combatte prevalentemente mediante lo sviluppo culturale , sociale e formativo della popolazione.

A causa di scelte così onerose i Governi sono stati costretti a dare conto all’opinione pubblica circa l’utilità degli investimenti operati nell’istruzione, attivando iniziative di monitoraggio e valutazione delle attività svolte.

Da questo complesso di esigenze deriva la cultura della valutazione come strumento di governo delle politiche nei diversi settori degli interventi pubblici : conoscere per decidere è il motto a cui deve attenersi il decisore politico nel fare le scelte che gli competono.

In estrema sintesi , la valutazione dei sistemi scolastici risponde alla preoccupazione delle società moderne di realizzare il miglioramento qualitativo dell’educazione . Le soluzioni adottate dai Paesi sono diverse in relazione alle caratteristiche degli ordinamenti scolastici e alla finalità prevalente che si vuole dare alla valutazione , e cioè la gestione del sistema scolastico oppure l’informazione per l’opinione pubblica e per le famiglie. Da questa diversità di fini può discendere una varietà nella tipologia dei sistemi di valutazione , che possono essere di natura diagnostica oppure formativa; negli strumenti da utilizzare, che possono consistere nei test di apprendimento o nell’osservazione diretta attraverso équipe di esperti oppure nel ricorso ad indicatori socio-statistici ; nella scelta dei punti di osservazione , che possono essere gli studenti , gli insegnanti oppure le scuole; ed infine nella individuazione del responsabile della valutazione che può essere la stessa istituzione che gestisce il servizio scolastico, o il Parlamento oppure un’Authority indipendente.

Di certo, nelle scelte di Governo per il miglioramento qualitativo dell’educazione la valutazione è in grado di offrire contributi utili che , sulla base delle affermazioni di Alejandro Tiana , che è stato il primo direttore dell’INCE –l’Istituto nazionale per la valutazione spagnolo, possono riguardare la conoscenza e la diagnosi del sistema educativo, il governo dei processi di innovazione, la valutazione dei risultati dell’educazione, il miglioramento dell’organizzazione e del funzionamento delle unità scolastiche.

Nel nostro Paese siamo attualmente nella fase della individuazione dei fini , degli strumenti e dei mezzi per la creazione del Servizio nazionale di valutazione , individuazione che sarà operata con l’emanazione del decreto legislativo previsto dall’articolo 3 del disegno di legge di Riforma della scuola recentemente approvato dal Consiglio dei ministri su proposta del Ministro Moratti . Con il decreto legislativo saranno dettate le norme generali sulla valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione e degli apprendimenti degli allievi con l’osservanza di principi e criteri direttivi espressamente enunciati nello stesso articolo 3 del disegno di legge.

Il testo normativo proposto evidenzia tre aspetti cardini della valutazione:

1) le valutazioni periodiche e annuali degli apprendimenti e del comportamento degli allievi e la certificazione delle competenze acquisite , da affidare ai docenti della scuola. Essi dovranno provvedere altresì alla valutazione dei periodi didattici come indicati dall’articolo 2 del disegno di legge , e cioè , nella scuola elementare al termine del primo anno e dei due periodi didattici biennali successivi, nella scuola secondaria di primo grado al termine del biennio e del terzo anno, e nell’ambito del secondo ciclo, per il sistema dei licei al termine dei due periodi didattici biennali e del quinto anno . Il primo ciclo di istruzione e il secondo ciclo per il sistema dei licei si concludono con un esame di Stato.

2) le verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli allievi e sulla qualità complessiva dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche e formative , da affidare all’Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell’istruzione, che dovrà conseguentemente essere riordinato per quanto concerne le funzioni e la struttura.

3) le valutazioni da effettuare negli esami di Stato conclusivi dei cicli di istruzione sulle competenze acquisite dagli allievi nel corso del ciclo mediante lo svolgimento di prove organizzate dalle commissioni d’esame e di prove predisposte e gestite dall’Istituto nazionale di valutazione sulla base degli obiettivi specifici di apprendimento del corso e in relazione alle discipline di insegnamento dell’ultimo anno.

Il quadro normativo attualmente in corso di definizione evidenzia l’intento di porre in essere un Servizio di valutazione finalizzato alla conoscenza sia dei livelli di apprendimento degli allievi sia del funzionamento del sistema scolastico nel suo complesso . Questa scelta particolarmente importante si fonda, a mio avviso , sulla considerazione ,ormai da tutti condivisa, che i risultati dei processi di apprendimento dipendono da una molteplicità di azioni tra loro fortemente interdipendenti. Adesso occorre attendere l’emanazione del decreto legislativo, che deve avvenire entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge , per conoscere la disciplina della valutazione negli aspetti organizzativi e gestionali con riguardo ai tempi , alle modalità di svolgimento ,alla tipologia delle prove , ai punti di osservazione e a quant’altro è necessario.

In attesa della definizione della nuova disciplina sul Servizio nazionale di valutazione il Ministro Moratti ha avviato di recente, sulla base della proposta del gruppo di lavoro operante presso il MIUR, un progetto Pilota al fine di ottenere elementi di conoscenza per validare e dimensionare il modello organizzativo del Servizio di valutazione. L’intento è quindi quello di individuare la quantità di risorse necessarie per l’istituzione del Servizio, stabilire le modalità operative della valutazione e ,infine , fornire indicazioni per la riorganizzazione dell’INVALSI. Gli aspetti da rilevare riguardano gli apprendimenti e le caratteristiche organizzative e funzionali delle scuole. Per il primo aspetto saranno somministrate entro il mese di aprile due prove, una per la lingua italiana e una per la matematica, agli allievi delle classi quinta elementare , terza media e seconda superiore delle scuole partecipanti al progetto . Per il secondo aspetto le medesime scuole saranno invitate a rispondere ad un questionario. All’INVALSI sono stati affidati i compiti operativi per l’attuazione del progetto.

Questo seminario nella parte in cui affronta il tema degli indicatori comuni e specifici per la qualità dell’integrazione scolastica può offrire utili suggerimenti nella individuazione degli aspetti del funzionamento della scuola , che dovranno essere presi in considerazione nella valutazione di sistema.

Sono , infatti, fermamente convinto che le iniziative delle scuole nel favorire il concreto esercizio del diritto all’istruzione e all’integrazione scolastica degli alunni in situazione di handicap abbiano contribuito notevolmente al miglioramento della qualità del servizio scolastico.

Si tratta di conquiste, che vorrei definire di civiltà, maturate lentamente ma senza interruzione all’interno della comunità scolastica attraverso adeguati interventi di natura didattica che si sono affermati con sempre maggiore intensità e disponibilità e che soltanto in un momento successivo hanno trovato la indispensabile sanzione giuridica. Ciò ha consentito al nostro Paese di porsi all’avanguardia nella legislazione sociale sull’integrazione scolastica degli alunni in situazione di handicap in campo non solo europeo, ma addirittura mondiale.

L’attenzione alla persona umana con tutte le sue esigenze personali e formative è stata alla base delle scelte concrete operate dalla scuola italiana nell’attività di integrazione scolastica , sia pure con gli innegabili contrasti e difficoltà che si sono dovuti registrare negli anni iniziali e che a volte persistono nel presente . L’integrazione scolastica rappresenta, a mio avviso, una sfida significativa e un momento importante nel tentativo continuo della scuola italiana di adeguare le proprie strutture e il proprio modo di essere alle esigenze di crescita e di valorizzazione della persona umana nella nostra società, esigenze più volte richiamate negli articoli da 1 a 12 della Costituzione. Un tentativo che si va rendendo sempre più concreto grazie all’autonomia delle istituzioni scolastiche, che rappresenta lo strumento centrale per introdurre nuove regole nell’erogazione del servizio d’istruzione. Si tratta di uno strumento che , partendo dalla centralità dello studente e dai suoi bisogni, pone la scuola nelle condizioni di raggiungere gli obiettivi formativi di ciascuno degli allievi.

Tutto questo va bene, ma non può soddisfare in un momento in cui la qualità e l’economicità devono essere tenute presenti in tutti gli interventi pubblici . Ciò impone che i principi dell’efficienza e dell’efficacia siano alla base della progettazione e della realizzazione anche delle iniziative che la scuola adotta nel campo della integrazione scolastica. Si tratta quindi di approntare tutti gli strumenti perché ciò possa avvenire e in questo senso il seminario odierno mi sembra che ponga le basi per un’analisi attenta delle relative problematiche.

Ritengo opportuno innanzitutto chiarire che non si tratta di acquisire dati quantitativi sull’integrazione scolastica per trarre così alcune deduzioni di carattere generale sui comportamenti diffusi nelle scuole italiane . Questi dati già esistono e sono sufficientemente dettagliati per esami di questo genere. Mi riferisco infatti alla pubblicazione del MPI "L’handicap e la scuola: i dati dell’integrazione" del febbraio 2001.

Si rende invece necessaria una valutazione sulla qualità del servizio dell’integrazione scolastica , per la quale si richiedono strumenti e indicatori del tutto specifici , perché quelli utilizzati nei riguardi degli altri allievi della scuola non possono essere automaticamente trasferiti nel campo dell’handicap. Basta pensare che sia nelle ricerche nazionali che in quelle internazionali sulla valutazione gli alunni con handicap vengono espressamente esclusi dalle indagini sugli apprendimenti.

Ho inoltre potuto constatare che nell’ambito dei progetti attivati a livello nazionale vi sono poche esperienze valutative del settore dell’handicap, prevalentemente nei progetti che attengono alla valutazione del funzionamento delle istituzioni scolastiche. In proposito devo segnalare , sia per l’ampiezza della trattazione sia per le interessanti indicazioni metodologiche che se ne possono ricavare, la ricerca sull’integrazione dei portatori di handicap svolta dal Comitato provinciale di valutazione del sistema scolastico in Provincia di Trento, pubblicata nel volume "Oltre la qualità diffusa " riguardante il V rapporto sulla scuola trentina , del dicembre 2001. Peraltro ,va detto che anche nei precedenti rapporti era stato ampiamente trattato il tema dell’handicap proprio per la sua centralità nelle scuole della provincia di Trento. Nel V rapporto vengono analizzate le principali culture dell’integrazione scolastica in Trentino attraverso le testimonianze degli stessi operatori e delle famiglie dei ragazzi. Ciò ha consentito di ben delineare le due figure principali per il sostegno all’handicap, e cioè il docente di sostegno (prima statale e adesso provinciale) e l’assistente educatore (nominato e dipendente dai Comprensori dislocati sul territorio provinciale).

Voglio infine soffermarmi su un’ esperienza che ritengo interessante perché , sia pure in un contesto più ampio , fornisce elementi utili per avviare un discorso nuovo sulla valutazione degli allievi con handicap. Si tratta del progetto denominato OPIS riguardante la rilevazione nazionale sulle opinioni e gli atteggiamenti degli studenti del primo e quarto anno della scuola secondaria superiore nei confronti del contesto scolastico. All’indagine hanno partecipato 17753 studenti di cui 88 portatori di handicap. Oltre ai dati relativi alla loro distribuzione per macroaree geografiche e per tipo di scuola sono state registrate , in maniera anonima , specifiche osservazioni sul modo in cui hanno partecipato alla compilazione dei questionari. Sono dati molto interessanti che l’INVALSI può mettere a disposizione della Federazione.

Al punto in cui siamo , approfittando proprio del clima favorevole alla diffusione della cultura della valutazione del servizio scolastico , ritengo che vi siano le condizioni per costruire indicatori e modelli di valutazione strettamente finalizzati al settore dell’integrazione scolastica . Dichiaro pertanto la disponibilità dell’INVALSI ad incontrare i rappresentanti della Federazione per definire, di comune intesa, modalità e strumenti di indagine nell’integrazione scolastica da sperimentare in progetti dell’Istituto .

Nel ringraziarvi per l’occasione che mi stata offerta nella trattazione di un tema che torno a ribadire ritengo importante per la qualità del servizio scolastico . rivolgo un augurio sentito di buon lavoro.


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