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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Convegno 2004-11-15 - Roma
Giornata di discussione:

" Lo storico dell’arte: formazione e professioni – Scuola, università, tutela e mondo del lavoro"

 

Mozione conclusiva

 

La giornata di discussione sul tema "Lo storico dell'arte: formazione e professioni", organizzata dall'Associazione Bianchi Bandinelli con il contributo di ANASTAR, ANISA, Assotecnici, Comitato per la bellezza, Italia Nostra, che si è svolta nella Biblioteca della Camera dei Deputati, a Roma, il 15 novembre 2004, ha messo in evidenza l’allarmante gravità della situazione che si sta delineando, anche in rapporto alle riforme in corso, per l'insegnamento della storia dell'arte nella scuola e nella università italiana, da una parte, dall' altra per le professioni connesse alla conoscenza, conservazione, gestione, promozione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico, sia nelle istituzioni del settore pubblico –Stato, Regioni, Enti locali – sia nel mercato del lavoro privato.

 

Per quanto riguarda l’insegnamento della storia dell’arte nella scuola e nell’università

 si è confermato irrinunciabile e urgente:

 

che l’educazione all’arte e la disciplina storica dell’arte vengano rafforzate, oltre che nella scuola dell’obbligo, nei programmi in via di ridefinizione del secondo ciclo di istruzione, in particolare nell’ambito del nuovo sistema dei licei, ma possibilmente anche in quello della formazione professionale, in continuità con una tradizione che caratterizza la scuola italiana ormai da un secolo e che costituisce un modello a cui sempre più guardano gli altri paesi europei;

 

che sia salvaguardata la formazione specifica degli insegnanti di storia dell’arte in ambito universitario, anche in collaborazione con le Accademie di Belle Arti tramite apposite convenzioni, ma non esclusivamente all’interno di queste ultime. Nell’attuazione dei nuovi ordinamenti didattici la presenza della disciplina storica dell’arte vi è prevista infatti in misura inadeguata rispetto agli altri insegnamenti e limitata per lo più agli sviluppi dell’arte contemporanea;

 

che nella revisione in corso degli ordinamenti didattici universitari, articolati nei due cicli delle lauree e delle lauree specialistiche (in futuro "magistrali"), venga garantito un iter formativo specifico e coerente per lo storico dell’arte, nel contesto delle facoltà umanistiche che ne assicurano il radicamento nella cultura storica, più che mai necessaria come fondamento anche delle attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico, pur nell’apertura al dialogo con le discipline scientifiche e con le nuove tecnologie;

 

che non tardi oltre immotivatamente il decreto istitutivo delle nuove Scuole di specializzazione in Storia dell’arte (e di tutte le analoghe del settore dei beni culturali), biennali dopo la laurea magistrale e con accesso per pubblico concorso, come previsto dall’ art. 6 della Legge 23 febbraio 2001, n. 29, affinché - nella progettata collaborazione tra MIUR e MBAC - venga assicurata quell’ alta qualificazione culturale e professionale, omogenea per Stato, Regioni, Enti locali e privati che operano nel settore pubblico, che dovrà continuare a contraddistinguere i responsabili della tutela del patrimonio storico-artistico italiano, pena il suo inevitabile progressivo degrado;

 

 

 

 

che si proceda, dopo tre anni di sperimentazione, all’ indifferibile riordino dei Master - attivati in numero abnorme e con le modalità e i contenuti più diversi nel settore dei beni culturali -, sia sul piano quantitativo, attraverso forme di programmazione almeno a scala regionale, sia sul piano qualitativo, evitando l’attuale confusione di livelli e armonizzando i sistemi di validazione di tali corsi con i profili professionali e le competenze effettivamente richiesti da enti pubblici, associazioni di categoria e imprese, in definitiva per aumentarne la possibilità di presidiare precise posizioni di mercato

 

Per quanto riguarda lo stato delle professioni

è emerso chiaramente che:

 

è ormai quasi inoperante nel Ministero per i beni e le attività culturali – all’interno del quale gli storici dell’arte rappresentano soltanto il 2% del totale del personale, come del resto rispettivamente archeologi e architetti - un sistema di reclutamento che premi l'elevata specializzazione da sempre richiesta alle figure responsabili dei complessi compiti di salvaguardia dei beni storico-artistici, essendo bloccato da anni l'accesso per concorso pubblico dall'esterno, mentre si è proceduto a un imponente processo di "riqualificazione" del personale interno, non sulla base dei titoli di studio e delle competenze scientifiche ma della sola anzianità di servizio e relativi compiti, processo che ha portato alla saturazione di pressoché tutti i posti disponibili per i funzionari tecnici e a una oggettiva perdita di qualità dell’amministrazione della tutela, già in progressivo indebolimento anche quanto al numero degli addetti;

 

Regioni ed Enti locali, a seguito dell’unificazione delle carriere del personale, generalmente non riservano alle professioni speciali – quale appunto quella dello storico dell’arte – un trattamento peculiare, privilegiando spesso, ad esempio per la direzione dei musei, personale amministrativo privo dei titoli di studio e delle competenze scientifiche necessarie. Inoltre, operando in regime di autonomia, generano un multiforme sistema di reclutamento del personale preposto alla tutela dei beni storico-artistici, disomogeneo nella definizione dei profili professionali, dei requisiti di accesso (tra i quali raramente figura la laurea specifica, né tanto meno il diploma di specializzazione) e della mappa delle competenze richieste;

 

a fronte del crescente affidamento ai privati delle attività di gestione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico pubblico, come sancito dal Titolo V della Costituzione e dal nuovo Codice dei beni culturali e del paesaggio, manca qualsiasi norma o atto d’indirizzo che definisca in modo vincolante i profili professionali e gli standard qualitativi degli operatori – storici dell’arte, archeologi, antropologi, storici, architetti – cui viene di fatto affidato lo svolgimento di tali attività. Manca perciò qualsiasi garanzia circa la qualificazione scientifica del lavoro svolto in questo ambito, di cui pure si prevede una progressiva espansione, mentre si assiste a una continua crescita della piaga del precariato.

 

Le Associazioni promotrici, i relatori e i partecipanti all’incontro chiedono pertanto:

 

che vengano ripensate in rapporto alle effettive esigenze della tutela le dotazioni organiche del Ministero per i beni e le attività culturali, destinando alle figure di elevata specializzazione scientifica un ruolo decisamente meno marginale. Imprescindibile a tal fine è riaprire al più presto concorsi pubblici per l'assunzione di personale altamente qualificato tra i diplomati delle Scuole di Specializzazione e dei Dottorati di ricerca del settore;

 

 

che si giunga, a partire da un atto d’indirizzo della Conferenza Stato-Regioni, a una definizione dei profili professionali, legati sì alle competenze ma soprattutto e con chiarezza ai percorsi formativi, e di standard qualitativi omogenei per Stato, Regioni, Enti locali e per i privati che operano nel settore pubblico, ai fini del reclutamento delle figure scientifiche che operano nel campo dei beni storico-artistici;

 

 

che per conseguire gli obiettivi sopra indicati la Conferenza Stato-Regioni si faccia promotrice di un'indagine conoscitiva in termini quantitativi e qualitativi sulla presenza dello storico dell'arte sia nel settore pubblico locale (Regioni, Enti locali) sia in quello privato, soprattutto presso quei soggetti che lavorano al servizio delle istituzioni pubbliche

 

 

che si arrivi a forme incisive di coordinamento tra gli storici dell'arte in generale e in particolare tra le associazioni professionali che li rappresentano, al fine di giungere a forme adeguate di riconoscimento e tutela della professione, come delle analoghe professioni specialistiche operanti nel campo dei beni culturali

a cura di

MARISA DALAI EMILIANI

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2004-11-15 - Roma
Giornata di discussione: Lo storico dell’arte: formazione e professioni. Scuola, università, tutela e mondo del lavoro
 


ASSOCIAZIONE RANUCCIO BIANCHI BANDINELLI

con il contributo di
ANASTAR, ANISA, ASSOTECNICI, COMITATO PER LA BELLEZZA, ITALIA NOSTRA

Giornata di discussione sul tema
Lo storico dell’arte: formazione e professioni
Scuola, università, tutela e mondo del lavoro

ROMA
15 novembre 2004
Sala del Refettorio
Biblioteca della Camera dei Deputati
Via del Seminario, 76


L’incontro si pone tra le iniziative promosse dall’Associazione Bianchi Bandinelli per approfondire e valutare le conseguenze del nuovo quadro normativo che si sta delineando, da una parte, per l’insegnamento della storia dell’arte nella scuola e nell’università, in relazione alle riforme in corso; dall’altra, per le professioni connesse alla conoscenza, conservazione, gestione e valorizzazione dei beni storico-artistici con l’entrata in vigore del nuovo Codice e la riorganizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali. In tale contesto lo storico dell’arte è al centro dei problemi irrisolti legati alla formazione e al mondo del lavoro, nel pubblico e nel privato. Ciò implica preliminarmente una riflessione sul ruolo della storia dell’arte nella società contemporanea e sul suo statuto epistemologico in rapporto ad altre discipline, anzitutto quelle scientifiche connesse con la conservazione e il restauro.
Sul tema della formazione il convegno intende affrontare, fornendo quanti più dati possibile, gli aspetti critici della disciplina storico-artistica nella prospettiva di riforma della scuola italiana, anche in relazione agli orientamenti degli altri paesi europei e, d’altro lato, nei progetti di trasformazione dell’istruzione universitaria, nei suoi diversi livelli: laurea, laurea specialistica, master, scuola di specializzazione, dottorato di ricerca, denunciando lo iato tra processi formativi e realtà lavorative e i rischi di scelte culturalmente opinabili.
La riflessione sullo stato delle professioni, nelle istituzioni del settore pubblico – Stato, Regioni, Enti Locali – come nel mercato del lavoro privato, in particolare nelle società di servizi, verterà sulle modalità di reclutamento, sulla definizione dei profili professionali, sul rapporto con le altre figure preposte alla tutela, sulla peculiarità di saperi e funzioni dello storico dell’arte e sul pericolo di una sua progressiva marginalizzazione.

Programma


Ore 9.00

Presiede GIUSEPPE CHIARANTE (Associazione Bianchi Bandinelli)
Saluto della Presidenza dell’Associazione Bianchi Bandinelli

ANTONIO PINELLI (Università degli Studi di Pisa)
Significato della storia dell’arte nella società contemporanea

MAURO MATTEINI (CNR - Istituto per la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali)
Ricerca scientifica e storia dell’arte

La Formazione: cosa si insegna e chi lo insegna

LIDA BRANCHESI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione)
TERESA CALVANO (Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte)
L’insegnamento della storia dell’arte nella scuola in Italia e in Europa

MARISA DALAI EMILIANI (Università degli Studi di Roma "La Sapienza")
I Corsi di laurea

ENRICO CRISPOLTI (Università degli Studi di Siena)
Le Scuole di specializzazione e i Dottorati di ricerca

GUIDO GUERZONI (Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano)
I Master



Ore 12.00
TAVOLA ROTONDA
Quale futuro per la storia dell’arte in Italia?
Coordina GIORGIO BONSANTI (Università degli Studi di Firenze)

Intervengono
CHIARA ACCIARINI (Senato della Repubblica, Commissione Istruzione pubblica, Beni culturali)
MARIA ANDALORO (Università degli Studi della Tuscia)
ANGELA CIPRIANI (Accademia Nazionale di San Luca)
CESARE DE SETA (Università degli Studi di Napoli "Federico II")
DOMENICO FISICHELLA (Vicepresidente del Senato)
ADRIANO LA REGINA (Soprintendenza per i beni archeologici di Roma)
GIOVANNA PERINI (Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo")


Ore 15.00

Presiede DESIDERIA PASOLINI DALL’ONDA (Italia Nostra)
Saluto della Presidenza di Italia Nostra

Le Professioni dello storico dell’arte

MARIA GIOVANNA SARTI (Associazione Bianchi Bandinelli)
Il settore pubblico: lo Stato

ANNA MARIA VISSER (Associazione Nazionale Musei Locali e Istituzionali)
Il settore pubblico: le Autonomie locali

DANIELE JALLA (Settore Musei della Città di Torino - ICOM Italia)
Le società di servizi: profili professionali e standard qualitativi



Ore 16.30
TAVOLA ROTONDA
Lo storico dell’arte nel mercato del lavoro tra pubblico e privato
Coordina VITTORIO EMILIANI (Comitato per la bellezza)

Intervengono
FRANCO ASCIUTTI (Senato della Repubblica, Presidente della Commissione Istruzione pubblica, Beni culturali)
IRENE BERLINGÒ (Assotecnici)
RITA BORIONI (Associazione Nazionale Storici dell’Arte)
GIANPAOLO D’ANDREA (Senato della Repubblica, Commissione Istruzione pubblica, Beni culturali)
ROBERTO GROSSI (Federculture)
GIUSEPPE PROIETTI (Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Dipartimento per la ricerca, l’innovazione e l’organizzazione)
FRANCO TUMINO (Lega delle cooperative)

Testimonianze e interventi


Coordinamento
GIUSEPPE CHIARANTE
MARISA DALAI EMILIANI

Organizzazione
Claudio Gamba
Romina Impera
Cettina Mangano
Maria Mignini
Paola Nicita Misiani
Sara Parca
Anna Maria Petrosino
Giorgia Pollio
Maria Giovanna Sarti
Claudio Stoppani
 

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Associazione Bianchi Bandinelli

fondata da Giulio Carlo Argan

L’Associazione "Istituto di studi, ricerche e formazione Ranuccio Bianchi Bandinelli", fondata da Giulio Carlo Argan nel 1991, ha per scopo di promuovere studi, ricerche ed iniziative attorno ai problemi della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, incoraggiando i rapporti di collaborazione fra università, istituzioni preposte alla tutela e istituti di ricerca.

L’Associazione svolge, inoltre, attività di formazione attraverso corsi e seminari sui problemi legislativi, economici, di programmazione ed intervento nel campo dei beni culturali; promuove infine pubblicazioni sui nuovi temi che in questo stesso ambito si pongono alla ricerca.

Le pubblicazioni si articolano in due collane: gli "Annali" e i "Quaderni giuridici". Nella serie degli "Annali" gli ultimi titoli usciti sono: Giulio Carlo Argan. Storia dell’arte e politica dei beni culturali (2002); Michele Cordaro, Restauro e tutela. Scritti scelti (2ª ed., 2003); Il patrimonio culturale musicale e la politica dei beni culturali (2003); Giuseppe Chiarante, Sulla Patrimonio SPA e altri scritti sulle politiche culturali (2003).

Nella serie dei "Quaderni", dopo aver completato l’opera in tre volumi Il nuovo sistema giuridico dei beni culturali: Testo unico, norme non abrogate, organizzazione del Ministero (2001-2002), è uscito nel settembre scorso Beni Culturali. Nuovo Codice e riforma del Ministero, a cura di Giuseppe Chiarante e Umberto D’Angelo, volume che raccoglie e commenta la normativa più recente.

 

 


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