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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Neuroscienze: "il peso emotivo"

......."La nostra mente, secondo Damasio, non è strutturata come un computer,

in grado cioè di presentarci un elenco di argomenti razionali a favore o contro una determinata scelta.

 La mente umana agisce in maniera molto più rapida (anche se meno precisa):

prende in considerazione il peso emotivo che deriva dalle nostre precedenti esperienze,

fornendoci una risposta sotto forma di sensazione viscerale.
L'errore di Cartesio è stato quello di non capire che l'apparato della razionalità non è indipendente da quello della regolazione biologica,

e che le emozioni e i sentimenti spesso sono in grado di condizionare fortemente,

e a nostra insaputa, le nostre convinzioni e le nostre scelte.".....

  

Antonio Damasio

 
 VITA
Nato a Lisbona e laureato in medicina, opera negli USA.
Rappresenta una delle figure di maggior spicco a livello mondiale nel campo delle neuroscienze.
 E' autore di importanti pubblicazioni sulla memoria, sulla fisiologia delle emozioni e sulla malattia di Alzheimer.
I laboratori di ricerca che Damasio e sua moglie Hanna hanno realizzato presso l'Università dello Iowa,
sono considerati ormai un punto di riferimento per lo studio dei fenomeni nervosi che sono alla base dei processi cognitivi.
Antonio Damasio è membro di prestigiose associazioni, come l'European Academy of Science and Arts e l'American Neurological Association;
 fa parte inoltre dei comitati scientifici di importanti periodici dedicati alle neuroscienze e di alcune fondazioni di ricerca.

 
PENSIERO



La concezione cartesiana distingue nettamente la mente dal corpo








L'errore di Cartesio: non aver capito che la razionalità non è pura, ma dipendente anche da meccanismi di regolazione biologica dell'organismo















La coscienza come rappresentazione dell'organismo e dell'oggetto con cui questi entra in relazione







La coscienza ha inizio come sentimento






Coscienza ed emozioni sono strettamente indipendenti

















Tre livelli di coscienza

Il punto di partenza di Damasio, sostenuto dall'osservazione di diversi casi clinici, è che il cervello non può essere studiato senza tener conto dell'organismo a cui appartiene e dei suoi rapporti con l'ambiente.
Per Damasio, lo studio delle funzioni cognitive, e in particolare della coscienza, ha subito per lungo tempo l'influsso di una tradizione filosofica che può essere fatta risalire a Cartesio. Questi ci propone, infatti, una concezione che separa nettamente la mente dal corpo, attribuendo alla prima, addirittura, un fondamento non materiale.
L'errore di Cartesio è stato quello di non capire che la natura ha costruito l'apparato della razionalità non solo al di sopra di quello della regolazione biologica, ma anche a partire da esso e al suo stesso interno.
Il processo decisionale (ad esempio quello di compiere una scelta tra due o più alternative), per Damasio è condizionato dalle risposte somatiche emotive osservabili, utilizzate dal soggetto come indicatori della bontà o meno di una certa prospettiva: i sentimenti somatici normalmente accompagnano le nostre aspettative del possibile esito delle varie opzioni di una decisione da prendere; in altre parole, i sentimenti fanno parte in qualche modo del contrassegno posto sulle varie opzioni; in tal modo i marcatori somatici ci servono come strumento automatico che facilita il compito di selezionare opzioni vantaggiose dal punto di vista biologico.
Nelle scienze biologiche, l'orientamento cartesiano ha avuto come conseguenza quello di emarginare la mente dal campo della ricerca, ritardando ogni serio tentativo di indagarla mediante un approccio scientifico rigoroso.

La coscienza, nel modello di Damasio, è studiata in funzione di due componenti fondamentali: l'organismo e l'oggetto, insieme alle relazioni che si sviluppano tra loro nel corso delle loro interazioni. In tale prospettiva, la coscienza consiste nella costruzione di conoscenze rispetto a due aspetti:
- l'organismo che entra in relazione con qualche oggetto;
- l'oggetto coinvolto nella relazione che causa un cambiamento nell'organismo.
Comprendere la biologia della coscienza significa quindi capire in che modo il cervello riesce a rappresentare le due componenti - organismo e oggetto - e in che modo si stabilisce la relazione tra questi.
Secondo Damasio, la coscienza inizia come un sentimento, un tipo particolare di sentimento, ma comunque qualcosa di assimilabile a questo, anche se non completamente sovrapponibile alle altre modalità sensoriali rivolte al mondo esterno. In ogni caso, coscienza ed emozione non sono separabili, poiché la prima è indissolubilmente legata al sentimento del corpo.
Da un punto di vista evolutivo, le emozioni sono risposte fisiologiche che mirano ad ottimizzare le azioni intraprese dall'organismo nel mondo che lo circonda. A sostegno di queste tesi, il neurofisiologo portoghese riporta alcune prove neurologiche che mostrano come certi meccanismi cerebrali siano comuni sia alle emozioni che alla coscienza, giungendo alla conclusione che la coscienza rappresenti fondamentalmente un aspetto ausiliario della nostra dotazione biologica di adattameno all'ambiente.
Nella concezione di Damasio, la coscienza non è monolitica, ma può essere distinta in:
- Proto-sé
Fenomeno primordiale di autoidentificazione che l'uomo condivide con gli animali superiori, alle cui base sono le emozioni, eventi strettamente biologici, sui quali si sviluppano poi i sentimenti (paura, fame, sesso, rabbia...) che hanno come motore l'interazione tra l'organismo e il mondo oggettuale. Il "proto-sé" non è consapevole di sé: rappresenta semmai quella parte del sé che impara poco per volta a riconoscersi come parte separata dal mondo esterno.
- Coscienza nucleare
Fenomeno biologico nel quale sono contemporaneamente presenti tre elementi: l'oggetto di sui si è coscienti, la posizione del proprio corpo rispetto a quell'oggetto e la relazione che si stabilisce tra queste due entità. La coscienza nucleare fornisce all'organismo un senso di sé qui e ora; non ci dice nulla riguardo al futuro. L'unico passato che possiede è quello, vago, relativo a ciò che è appena accaduto.
- Coscienza estesa
Si forma sulla base della coscienza nucleare ed è all'origine del "sé autobiografico".
Questo livello di coscienza richiede il linguaggio, poiché solo attraverso di esso possiamo formulare la nostra storia personale, in cui prendono posto i ricordi, le speranze, i rimpianti e così via.
Il modello di coscienza proposto da Damasio è un modello gerarchico, per cui non può darsi il sé nucleare senza il proto-sé e non può darsi quello autobiografico senza il sé nucleare.

A Damasio va senz'altro riconosciuto il merito di aver contribuito a introdurre il corpo nella discussione scientifica sulla coscienza. L'idea che l'organismo partecipi all'esperienza cosciente rompe nettamente con una tradizione che vuole la mente ben distinta dal corpo e restituisce alla coscienza stessa i requisiti biologici indispensabili per farne un oggetto di studio scientifico.


 
OPERE

-- L'errore di Cartesio. Emozioni, ragione e cervello umano [1994], Adelphi, Milano, 1995
In quest'opera Damasio compie il tentativo di unificare mente, cervello e corpo, sulla base di dati rigorosamente scientifici. Partendo da alcuni casi clinici, come quello di Phineas P. Cage, egli cerca di dimostrare che l'idea dell'esistenza di un pensiero puro, di una razionalità non influenzata da emozioni e sentimenti, non ha riscontro nella realtà.
La nostra mente, secondo Damasio, non è strutturata come un computer, in grado cioè di presentarci un elenco di argomenti razionali a favore o contro una determinata scelta. La mente umana agisce in maniera molto più rapida (anche se meno precisa): prende in considerazione il peso emotivo che deriva dalle nostre precedenti esperienze, fornendoci una risposta sotto forma di sensazione viscerale.
L'errore di Cartesio è stato quello di non capire che l'apparato della razionalità non è indipendente da quello della regolazione biologica, e che le emozioni e i sentimenti spesso sono in grado di condizionare fortemente, e a nostra insaputa, le nostre convinzioni e le nostre scelte.

-- Emozione e coscienza, Adelphi, Milano, 2000
In quest'opera, Damasio prosegue sulla via già intrapresa con "L'errore di Cartesio", affrontando il tema della coscienza dalla duplice prospettiva dell'analisi a livello neurofisiologico e delle relative corrispondenze sul piano psicologico.


 
Siti per approfondimenti:

Damasio/Uihealthcare
Sezione del Dipartimento di Neurologia dell'Università dello Iowa dedicata ad Antonio Damasio. In inglese.

Damasio/Sicap
Pagina che offre una sintesi dell'opera di Damasio, L'errore di Cartesio, ad uso degli studenti del corso di Psicologia presso l'Università di Torino.

Damasio/Cix.co.uk
Pagina che riporta una sintesi dell'opera L'errore di Cartesio. In inglese.

Automates Intelligents
Pagina dedicata ad Antonio Damasio, con scheda biografica, sintesi del pensiero e sintesi dell'opera L'errore di Cartesio. In francese.

Damasio/Thymos
Sintesi dell'opera L'errore di Cartesio. In inglese.
 
allegati

Scheda riassuntiva della conferenza
Emotion, Consciousness and Decision making, tenuta da Antonio Damasio
 a cura di
BARBARA FRACCHIA e Elisa Castagno

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L'argomento della conferenza consiste, in sintesi, nella neurobiologia delle emozioni con alcuni commenti relativi all'importanza delle emozioni per la presa di decisione e per la coscienza

 Tutti i problemi che hanno a che fare con la relazione tra mente e cervello possono essere affrontati a molti livelli, i quali forniscono la misura dei vari livelli della struttura e dell'organizzazione di un organismo biologico, dalle molecole e cellule ai microcircuiti e grandi circuiti, fino ai livelli di organizzazione che A. Damasio ama chiamare sociali e culturali in assenza dei quali ,secondo l'autore, non possiamo realmente dare senso a cosa stia accadendo in un sistema biologico.

E' importante precisare sin dall'inizio che qualsiasi cosa di cui possiamo parlare nel regno di mente e cervello, sia essa l'emozione o la visione o il sistema motorio o la coscienza , non può essere propriamente compresa se non viene fatto appello a quei differenti livelli.

In altre parole non siamo in grado di produrre comprensive e ragionevoli spiegazioni della neurobiologia delle opinioni, della coscienza o della memoria se non interveniamo a diversi livelli e se non includiamo per avvicinarci al problema tutta la conoscenza raccolta su questi.

Nessuno di noi, da solo, potrà mai controllare tutti questi livelli in termini di ipotesi ed esperimenti e farli propri per intero, è sempre e comunque necessario il lavoro di molti diversi investigatori sotto  molte prospettive diverse.

L'autore è interessato ad una prospettiva che considera ,all'interno di un sistema su larga scala, diverse sub-componenti le quali formano sistemi correlati ai meravigliosi fenomeni mentali quali memoria, emozione o coscienza , oggi indagabili grazie all'ausilio di innovative tecniche.



TECNOLOGIE E METODI DI RICERCA

1)Scannerizzazione con la risonanza magnetica (R.M.N.)

E' possibile riprodurre sullo schermo di un computer un'immagine tridimensionale di un cervello umano normale , con grande accuratezza nei dettagli.

Possiamo compiere numerose operazioni sull'immagine , per esempio farla ruotare , scomporla  fino a individuare diverse strutture per comprendere cosa esse siano, possiamo ottenere diverse sezioni delle strutture e così via. Grazie alla scannerizzazione con la R.M.N possiamo scoprire qualcosa di estremamente importante in termini di metodo: possiamo individuare l'esatta localizzazione e definizione dell'estensione anatomica di una lesione e successivamente correlarla (ipoteticamente)a una funzione. Dopo che la funzione è stata testata, sarà possibile verificare se le ipotesi formulate combaciano con i risultati ottenuti dai test con i soggetti lesionati.

2)Tecniche di imaging.

Grazie a queste tecniche è possibile ottenere immagini funzionali del cervello.

Le due tecniche attualmente più comuni sono la R.M.N. funzionale e la tomografia a emissione di positroni (P.E.T.), entrambe ci danno la possibilità di osservare il cervello" in azione", ovvero mentre i soggetti osservati svolgono compiti assegnati dagli sperimentatori.

Per esempio si può chiedere a un soggetto di fissare un punto su uno schermo spento (posizione di base) e osservare l'attività del suo cervello durante questo compito, successivamente si può inviare un puntino luminoso sullo schermo che il soggetto sta fissando e osservare come le immagini dell'attività del cervello sono cambiate rispetto a quando il soggetto si trovava in posizione di base.

Le tecniche di imaging ci permettono di rilevare quali giri e quali circonvoluzioni dell'encefalo si attivano, sia durante compiti semplici come quello dell'esempio ( stimolazione della retina) , sia durante compiti più complessi ( l'atto di leggere una frase o l'atto di provare un'emozione).



EMOZIONI

Durante tutto il ventesimo secolo il problema delle emozioni è stato sistematicamente trascurato, nonostante importanti pensatori quali William James e Darwin si siano notevolmente impegnati nel tentativo di fornire soluzioni. Abbiamo infatti dovuto attendere un secolo affinché le emozioni tornassero al centro del dibattito neuroscientifico.

Certamente oggi possiamo avvalerci di importanti contributi ma, la rarità di queste eccezioni  semplicemente conferma  che, a differenza  di visione , linguaggio e sistema motorio, il tema delle emozioni pone sfide più impegnative e solo progressivamente è diventato un argomento di grande interesse per molti ricercatori. Da notarsi che non solo sono state trascurate le emozioni ma, sono state trascurate anche alcune interessanti prospettive di studio in biologia in generale e negli studi del cervello e della mente in particolare.

A Damasio rileva come fondamentalmente mancanti:

1)    Una prospettiva evolutiva.

Questa è stata rivalutata solo recentemente :per lungo tempo è stato come se Darwin non fosse mai esistito e nel corso dei nostri studi avessimo avuto a che fare con un macchinario costruito in un giorno qualsiasi, senza un passato storico. Secondo A. Damasio la trascuratezza di questa prospettiva è legata alla trascuratezza sia delle emozioni, sia di qualcosa che è strettamente connesso alle emozioni: la nozione di corpo legata a quella del cervello.

2)      Una visione organica.

E' raro, per esempio, che una discussione sul problema della memoria o del linguaggio  prenda il punto di vista di un organismo ma, è frequente che  soltanto le specifiche funzioni o le specifiche parti del cervello  presumibilmente connesse ad esse , siano considerate. Così la prospettiva organica che va di pari passo con la prospettiva evoluzionista è stata altrettanto mancante.

Ma quando si affrontano funzioni quali  emozione o memoria o linguaggio, direttamente o indirettamente si dovranno considerare quelle funzioni e quelle operazioni del cervello  come necessariamente correlate alle regolazione basica dell'organismo, che è geneticamente orientato alla sopravvivenza ed è dotato di un elaborato set di strategie per mantenere la sopravvivenza che operano in modi molto intricati e in modi non -consci comunque.

Emozione e sentimento

-"Le emozioni consistono in un insieme  di risposte chimiche e neurali le quali formano uno schema (pattern)"

Questo è assolutamente un punto chiave perché si  potrebbero concepire le emozioni come un tipo di riflesso ma, sarebbe scorretto. Quando parliamo di emozioni,  trattiamo qualcosa di molto complesso che impegna non solo un sistema neurale ma anche un sistema chimico e, quello chimico prima di quello neurale ,almeno dal punto di vista della storia degli organismi, poiché queste risposte probabilmente esistevano a livello chimico in organismi molto semplici persino prima che ci fosse un sistema nervoso centrale (s.n.c.) proprio e in grado di produrre una risposta verso una parte del corpo via segnale neurale. L'idea che questi siano schemi(pattern) unita all'idea di una forma di risposta multipla molto elaborata , costituisce il punto  chiave della  definizione di un'emozione  secondo il punto di vista di A. Damasio.

-"Le emozioni giocano un ruolo nella regolazione e portano alla creazione di circostanze   vantaggiose per l'organismo che le esibisce ".

Le emozioni sono , risposte regolatorie che portano ad alcuni tipi di condizioni vantaggiose per l'organismo che produce quelle risposte.  

- Le emozioni concernono la vita di quell'organismo e lo assistono nel mantenimento della vita, sono molto adattative

- Le risposte emozionali sono responsabili di cambiamenti dello schema corporeo e nello schema cerebrale.

Un solo stimolo, di qualsiasi tipo, per esempio uno stimolo che potrebbe spaventarci o renderci felici, una volta attivo e, molto spesso può esserlo persino in modo non conscio, elicita un insieme di risposte che alterano lo stato in cui si trovava l'organismo prima dell'inizio dell'interazione dello stimolo con l'organismo.

- L'insieme di questi cambiamenti costituisce il substrato per il sentimento/percezione delle emozioni.

Questa è la chiave assoluta per comprendere la distinzione operata tra sentimento ed emozione. I termini emozione e sentimento non vengono qui usati in modo intercambiabile e l'autore non desidera usare il termine emozione se ciò a cui si riferisce consiste nella rappresentazione realmente interna che un soggetto ha dei cambiamenti dell'aspetto corporeo, per esempio.

A. Damasio riserva il termine sentimento per qualcosa che è privato, interno, in prima persona, ed è psicologicamente successivo nel tempo al set di cambiamenti che avvengono nel cervello e nel corpo, per i quali si utilizza il termine emozione. Quest'ultimo quindi viene utilizzato per indicare un possibile movimento verso l'esterno, qualcosa che può in gran parte farsi pubblico. L'emozione ha un elemento che può essere manifestato e che può essere reso accessibile a una terza persona che osserva, per esempio cambiamenti nella postura o nella mimica facciale o in una varietà di altri comportamenti emozionali.

Ci sono molti modi nei quali possiamo indovinare i sentimenti altrui, ma non c'è nessun modo attraverso il quale possiamo "vederli".

Ci sono molti modi in cui potremmo vedere le emozioni di una persona se le mostrasse attraverso il viso o il corpo.

-Le emozioni  dipendono da strategie evolutive del set cerebrale.

E' importante ricordare che l'apprendimento e la cultura possono alterare l'espressione delle emozioni e dare alle emozioni nuovi significati .

Non c'è dubbio che il nostro equipaggiamento genetico includa   strategie che ci permettono di performare un'emozione ed eseguirla; questo attraversa tutti gli esseri umani e persino non umani, rendendo così facile la comunicazione attraverso diverse culture e diversi linguaggi. E' importante ricordare che sebbene noi non impariamo le nostre emozioni, avvengono cambiamenti nelle espressioni che sono appresi e certamente il significato conferito a queste emozioni può essere molto diverso, dipendente dalla situazione.

In sintesi A. Damasio concepisce le emozioni non come qualcosa di indipendente dalla regolazione biologica ma come facenti parti di un continuum. Il primo livello del continuum corrisponde alla regolazione basica della vita, include i processi metabolici i quali avvengono in modo non conscio , istinti e  motivazioni che   portano  alla fame o alla sete ,  tipi di segnali che  permettono di sentire le cose che noi chiamiamo dolore o piacere, o semplici riflessi.

Il set di emozioni al livello medio è più complesso, le risposte sono contenute in schemi (pattern). Le risposte sonno connesse a particolari tipi di stimoli, non specifici stimoli ma specifici tipi di stimoli provenienti dall'esterno dell'organismo e quelle stesse risposte attivano uno schema comportamentale che prepara l'organismo ad affrontare un certo problema che si pone.

Le emozioni predispongono all'inizio di un comportamento che può condurre a qualcosa di adattativo, per esempio il comportamento di paura permette una condizione di blocco o permette di correre. Le differenti colonne (vie nervose) in una particolare parte del tronco cerebrale controllano un tipo di blocco oppure un altro e, la scelta fra i due tipi è fatta in modo totalmente non conscio così che i due comportamenti possano essere attivati.  Tutto questo  accade in modo manifesto, dimostrabile e visibile da altri ma c'è qualcos'altro: il livello del sentimento,ed è molto critico perché permette alla mente di prendere nota dell'intero comportamento che le emozioni hanno appena avviato. Questo non significa che c'è una coscienza a quel punto, almeno non nel modo in cui la concepisce l'autore ma, semplicemente significa che alcune rappresentazioni dello stato hanno avuto inizio. Dopo la sperimentazione dei sentimenti, in quanto esseri umani abbiamo la possibilità di sapere che abbiamo i sentimenti, ma tale consapevolezza  richiede una coscienza e quest'ultima ci dà la possibilità di influenzare l'intero processo di pensiero attraverso la conoscenza di un particolare sentimento invece di poterne solo prendere nota.



RISULTATI SPERIMENTALI  NELL'AMBITO DELLE EMOZIONI.

Esistono tre diversi aspetti delle emozioni e  questi sono stati studiati con paradigmi diversi.

Per esempio è diverso riconoscere l'espressione delle emozioni sul viso di un altro, dall'avere un'emozione e dal sentire quell'emozione, tali aspetti non possono essere trattati sperimentalmente allo stesso modo.

Studi effettuati su pazienti con lesioni focali (circoscritte a una piccola porzione di tessuto cerebrale) hanno condotto a risultati interessanti.

Quando i pazienti presentano lesioni circoscritte ai nuclei amigdaloidei, risentono di una particolare compromissione del comportamento e questa consiste nell'incapacità di riconoscere la mimica facciale esprimente paura ma, non presentano alcuna difficoltà nel riconoscere la mimica quando questa esprima felicità o sorpresa o collera o disgusto o tristezza. Il deficit è altamente selettivo :il processo compromesso riguarda solo una emozione e non tutte le emozioni, risultato che ben si accorda con scoperte fatte incidentalmente durante studi su animali.

Inoltre negli esseri umani gli schemi di paura (pattern) connessi con l'amigdala sono probabilmente modalità specifici: la compromissione risulta evidente se la stimolazione avviene nella modalità visiva, meno per quella acustica e probabilmente non riguarda le restanti modalità sensoriali. La compromissione si ha solo nel caso di lesioni bilaterali dell'amigdala e non nel caso di lesioni unilaterali.

Nel caso di lesione bilaterale, in assenza della capacità di riconoscere la paura in altri e della capacità di sentire la paura una volta che viene in noi attivata, in qualche modo conserviamo perfettamente la conoscenza di cosa sia la paura, in termini di descrizione letterale verbale. In altre parole esiste una forte dissociazione, tra la nozione di cosa sia un'emozione e le idee che sono state assegnate a una particolare emozione e ad un particolare sentimento.

Il non discriminare la minacciosità del volto altrui, comporta conseguenze molto gravi: il comportamento sociale non è come dovrebbe essere, infatti i pazienti lesionati possono facilmente essere sfruttati dagli altri perché "si fidano eccessivamente". Nel caso di presentazione di volti nella modalità visiva, questi pazienti considerano tutte le persone come "meravigliose".

La categorizzazione dei volti in "positivi" e "negativi" è un processo influenzato dalle nostre esperienze passate: tendiamo a categorizzare i visi come pericolosi o non, nei termini di quelli che abbiamo associato ad esperienze positive o negative.

Per esempio se un certo viso cade, in base alle fattezze generiche o per le sue specifiche caratteristiche , nella categoria di quelle che abbiamo associato a un'esperienza spiacevole ,  qualche segnale che verrà generato  per dirci di stare attenti: la persona potrebbe essere non buona. Ciò corrisponde a una forma di apprendimento vantaggioso perché permette alle nostre esperienze passate di influire sul nostro attuale comportamento, tale possibilità manca nei pazienti con lesioni bilaterali amigdaloidee.



PROCESSI DECISIONALI

Nel caso subissimo una lesione al lobo frontale in entrambe le regioni mediali e ventrali accadrebbero due ordini di cose, non molto positive: la capacità di prendere decisioni personalmente vantaggiose o che si accordano alle convenzioni sociali e la capacità di prendere decisioni vantaggiose per le persone che dipendono da noi, sarebbe persa per sempre.

In altre parole a dispetto della nostra intelligenza, delle nostre conoscenze, della nostra abilità nel manipolare logica e linguaggio e così via, non saremmo altrettanto abili nel prendere decisioni riguardanti lavoro, finanze e relazioni con altri; avviene un profondo cambiamento nella nostra personalità che ci conduce a dipendere per sempre da altre persone.

Ma c'è un altro aspetto che sarebbe deteriorato: la nostra normale capacità di avere emozioni e sentimenti, soprattutto quelle emozioni e quei sentimenti che sono maggiormente correlati ad aspetti sociali quali colpa, imbarazzo o vergogna.

Nella prospettiva di Antonio Damasio ciò che avviene in questo caso, è la perdita della  funzione di un sistema che include molti altri componenti i quali permettono, nel momento di prendere una decisione in una situazione, di recuperare informazioni sulla storia passata dei modi di agire e prendere decisioni, in situazioni simili. Secondo l'autore nel momento di prendere una decisione, non abbiamo solo la categoria di problemi che dobbiamo fronteggiare ma, vi è anche un richiamo di informazioni, che di fatto è di natura emozionale, che fornirà segnali aggiuntivi che ci aiutano nel prendere decisioni.

Probabilmente per la maggior parte del tempo non prendiamo decisioni sulla base di viscerali e consce sensazioni ma, comunque nei nostri modi di amministrare lo spazio decisionale  siamo influenzati da alcuni segnali emozionali ampiamente inconsci.

In altre parole sono possibili processi decisionali basati sulla conoscenza che utilizzano strategie di ragionamento formali ma, è ugualmente possibile il richiamare la nostra storia di tali decisioni, di tali confronti con gli eventi, i segnali alcuni dei quali possono essere  consci, e altri possono essere completamente inconsci, e appaiono nella forma di una tendenza (bias) che vi porterà a prestare particolare attenzione a un certo esito futuro o a ad alcune decisioni possibili per evitare un certo esito futuro.

L'autore sottolinea come, di fronte a decisioni da prendersi con incertezza nei termini di risultato ,sistemi come questo possano essere utili nel senso di potersi destreggiare in ciò che diversamente sarebbe un problema  impossibile da affrontare almeno in uno spazio di tempo utile. E' molto più "economico" avvalersi di certi segnali che dover analizzare alcune situazioni nei minimi dettagli.



RISULTATI SPERIMENTALI NELL'AMBITO DELLA PRESA DI DECISIONI

Si può decidere di creare situazioni sperimentali nelle quali alcuni soggetti devono prendere decisioni che saranno o premiate o punite, in cui l'esito è altamente incerto (es. il gioco d'azzardo). Se per esempio i soggetti sperimentali devono compiere una scelta fra due mazzi di carte vantaggiosi e due mazzi che non lo sono e, durante il compito  si controllano gli indici dello stato emozionale di ognuno, per esempio battito cardiaco o conduzione cutanea, si potrà osservare come  gli individui normali (non cerebrolesi) comincino a fornire quelle risposte di conduzione cutanea di fronte ai mazzi negativi e come questi indici aumentino man a mano che il gioco procede .Tali indici sono completamente assenti se i soggetti si avvicinano ai mazzi positivi.

Tramite esperimenti simili A. Damasio e collaboratori sono stati in grado di dimostrare che tali processi avvengono  senza la conoscenza dell'individuo.

Così l'individuo sta compiendo delle discriminazioni - è il cervello dell'individuo che le compie- ma l'individuo  non sa che i mazzi  di fronte ai quali sta producendo quei segnali dei quali egli non è pienamente consapevole,   sono quelli negativi. Le risposte fisiologiche sono state attivate ma il soggetto non si è ancora potuto rappresentare  per intero la situazione.

Se avvengono manipolazioni del premio e della punizione, i soggetti iniziano a cambiare la direzione delle scelte persino senza conoscere in anticipo e pienamente il perché stiano facendo quelle scelte  e senza averle chiaramente rappresentate.

Solo più tardi potranno farsi quella rappresentazione ed è degno di nota che ci sia un periodo durante il quale, pur in assenza della conoscenza, i soggetti stanno già facendo la scelta corretta ed è possibile rilevare una controparte fisiologica di questo.

Nei pazienti che presentano lesioni alle cortecce pre-frontali, la registrazione degli indici fisiologici  risulta completamente piatta.

In altre parole quei pazienti non assumono comportamenti appropriati in termini di scelte e non generano responsi  di conduzione cutanea anticipatamente rispetto alle scelte che essi non compiono mai correttamente.

C'è quindi una correlazione fisiologica molto  chiara tra il comportamento inappropriato di questi pazienti e il correlato fisiologico della "diminuzione" del segnale emozionale, in relazione a qualcosa che dovrebbe causare un allarme nel paziente ma non lo sta più facendo.



Un punto di vista diverso sulle emozioni corrisponde alla prospettiva del percepente le emozioni.

Gli studi effettuati consistono nel tentare di elicitare emozioni nel seguente modo:

Ad alcuni soggetti viene chiesto di richiamare un evento emozionalmente intenso della loro vita e una volta riusciti nel farlo devono rimettere in scena quell'emozione  e  ripassare attraverso quell'esperienza. Grazie alle tecniche di imaging è possibile vedere quali strutture cerebrali si attivano durante tale compito

Durante un esperimento effettuato dall'autore, sono avvenuti cambiamenti statisticamente significativi nella direzione dell'attivazione delle aree cerebrali.

Significa che alcune aree sono molto attive durante questi processi emozionali  e ciò ci riporta ai commenti fatti all'inizio del discorso: le strutture nel tronco encefalico e nell'ipotalamo che sono deputate alla regolazione fondamentale della vita, alla regolazione del metabolismo, alla regolazione del sonno e della veglia, sono strutture coinvolte dai processi emozionali e ciò convalida l'idea di emozione come un più elevato livello dei processi di regolazione solo un poco più complesso in termini del repertorio di risposte.

Nel caso dell'emozione di tristezza , connessa a un importantissimo disturbo quale è la depressione, risultano fortemente attivate non solo le strutture del tronco cerebrale implicate nella regolazione dei livelli basici della vita ma ,anche strutture quali l'ipotalamo e le strutture ventro-mediali del lobo frontale.

Per esempio nei pazienti con depressione e maniacalità, vi sono di fatto non solo cambiamenti strutturali ma anche cambiamenti nell'attivazione delle stesse regioni.

Così abbiamo una connessione  tra il normale stato della tristezza e  una situazione molto anormale, nella quale l'emozione della tristezza viene mantenuta ad un livello elevato e in modo improprio, non per pochi minuti ma per ore, giorni, settimane, e persino mesi, come nel caso della depressione.

Il tronco cerebrale umano è molto simile al tronco in altre specie ma, non c'è dubbio che questo set di strutture così coinvolto nella regolazione biologica sia anche coinvolto nelle emozioni e questo è un punto utilizzabile  ponte per il prossimo argomento: la coscienza.



COSCIENZA

La connessione tra coscienza ed emozioni è molto semplice e molto diretta.. L'idea di A. Damasio è che la coscienza sia al suo livello basico un aspetto aggiuntivo della regolazione della nostra vita.

I  meccanismi fondamentali per  l'acquisizione della coscienza  dipendono, molto fortemente ,  dalle strutture  illustrate in precedenza , queste ultime sono fondamentali sia per l'emozione  sia per la regolazione basica della vita.

Tutte queste strutture risultano implicate nei processi di regolazione della vita in differenti  tipi di ambiente.

La proposta dell'autore, per l'area delle emozioni, viene qui di seguito riassunta in due punti principali

1)      Propone differenti tipi di emozioni, una delle quali estremamente semplice e condivisa da creature non umane, e questa è ciò che chiama core-consciousness: un centro della coscienza con un protagonista che è il nucleo stesso, che offre all'organismo il senso del  self  (sense of the self) nel qui e ora

2)      Propone un altro tipo di coscienza maggiormente complessa: the extended consciousness, la coscienza estesa, dove il protagonista è il Sé-autobiografico o Sé-esteso e fornisce all'organismo un senso di sé elaborato (un'identità, una persona) che tiene conto del passato vissuto e del futuro che anticipa (cfr. "The Feeling of What Happens" di A. Damasio)

Il punto di vista dell'autore sulla coscienza si caratterizza nel sostenere che non si debba  limitare il progetto della comprensione della coscienza alla sola comprensione di come noi creiamo immagini: risolvere questo enigma non significa necessariamente comprendere come la coscienza si forma. Il cuore del problema per l'autore è: non come costruiamo il film del cervello ma, come la mente cosciente sta conoscendo quelle immagini che ci riguardano, che appartengono a noi soli e alla nostra personale prospettiva.

La questione del possesso del film nel cervello, per l'autore, è il problema del Sé.

Riprendendo la distinzione operata tra core-consciousness ed extended consciousness, è importante sottolineare come la coscienza estesa corrisponda ad un Sé molto più complesso, che dipende da una memoria abbondante del passato e da una memoria abbondante di scenari di un possibile futuro, dipende inoltre dal linguaggio che ci permette di organizzare tutta questa conoscenza. Ma l'autore considera questo Sé autobiografico come molto radicato nel Sé centrale e vede il Sé centrale come radicato in qualcosa di fondamentale quale è la rappresentazione del cambiamento degli stati dell'organismo.

Abbiamo una mente, un Sé  e questo dipende dalle rappresentazioni dell'organismo quale è adesso e dall'interessantissima fabbricazione della rappresentazione del corpo, per come diventa momento dopo momento quando è trasformato dell'interazione con un particolare oggetto, sia esso un oggetto esterno oppure proveniente dalla nostra mente. 

Indagare come le immagini visive sono create da un sistema quale è quello visivo ,tralasciando appositamente questioni quali quelle del Sé ,consiste in pura strategia. Limitarci a un progetto di comprensione di immagini non ci fa arrivare al problema centrale della coscienza ; esiste un problema addizionale : il  modo in cui ciascuno di noi considera quelle immagini che sono generate , questo è un problema che dipende interamente da come il Sé  in un particolare individuo, sta operando.

A. Damasio pensa che le condizioni nelle quali una parte del cervello sta operando, nel registro  visivo o uditivo per esempio, dipendano da qualcosa di molto più centrale , che è la condizione del Sé , che corrisponde alla condizione della coscienza.

Esseri umani con  profondi danni al sistema visivo,  che non sono in grado di riconoscere visi famigliari, se confrontati con stimoli che non possono riconoscere si dimostrano consci di non avere coscienza di quello stimolo, in altre parole mantengono perfettamente la coscienza del fatto che essi non sono più in grado di correlare un particolare stimolo alla passata conoscenza. Così c'è qualcosa che è centrale e, che è esterno a tutti questi diversi sistemi sensoriali, che ha a che fare con il Sé, ha a che fare con quel singolo organismo per il beneficio del quale diversi sistemi sono attivi.

Non  possiamo  arrivare alla comprensione della coscienza studiando solo i sistemi sensoriali.

La sfida più urgente consiste secondo A. Damasio, nello scoprire come passiamo da un neuro-pattern (schema neurale)  iniziato nei circuiti neuronali  a un'immagine mentale .

A questo punto però si presenta un problema strettamente connesso: un problema di qualità.

Per qualità si può intendere un qualcosa che noi sentiamo quando siamo coscienti, una sorta di modo nel quale la coscienza sente qualche cosa. Secondo l'autore il modo in cui la coscienza nella mente sente come sente, è dovuto alla presenza del sentimento  nell'organismo.

Così  la questione della coscienza e dei modi nei quali essa sente ha a che fare con la natura dei sentimenti stessi.

E' improbabile che una mente "galleggi intorno" senza connessione alla fondamentale rappresentazione dell'organismo nelle sue multiple dimensioni.

Ciò che fa sentire il modo in cui essa  sente è esattamente la natura di quella rappresentazione e questo significa che la questione centrale consiste nella conversione delle mappe neurali nelle mappe sensoriali.

L'aspetto critico del  problema  è: la via attraverso la quale voi potete generare in un cervello, ovviamente in un organismo vivente, il senso della descrizione della prima persona.

Secondo l'autore è possibile generare ciò senza fare ricorso ad un "Homunculus" o altro simile a questo. Se noi immaginiamo che lo stesso tipo di tessuto, lo stesso tipo di processo che genera   il film del cervello genera anche, usando precisamente lo stesso tipo di macchinario, la fondamentale conoscenza che quel film appartiene a quell'organismo abitato da quel film, possiamo ipotizzare che gli organismi siano in possesso di un film multi-dimensionale, non un film di Hollywood, non  solo lo schermo perché esso è sullo schermo, è in uno spazio, uno spazio multi-dimensionale che include molti binari  sensoriali, visivi, uditivi, somato-sensoriali e dentro al film c'è un messaggio che è in via di costruzione, costruito senza linguaggio ma che può essere tradotto in un linguaggio e il messaggio è: "Guarda, questo appartiene a te, questo sta succedendo qui, questo che sta succedendo appartiene all'organismo". E  la via nella quale questo messaggio può essere plausibilmente costruito e trasmesso  è precisamente quella del linguaggio del sentimento, un linguaggio della rappresentazione del corpo.

Così se possiamo ipotizzare rappresentazioni dello stato corporeo e, rappresentazioni  di qualsiasi altra cosa che cade nei nostri sistemi sensoriali e se quelle rappresentazioni sono continue,  non si fermano mai perché il cervello è una platea "imprigionata" nel corpo,   allora abbiamo anche la possibilità di porre in evidenza una notevole quantità di relazioni fra il corpo, i suoi cambiamenti di stato e un oggetto.

Avere il sentimento di quel cambiamento potrebbe corrispondere alla fonte della prospettiva della prima persona.
 


Il modello di Damasio

Scheda sul volume The Feeling of What Happens
di Antonio Damasio

a cura di
Elisa Castagno


Questa sintesi ripercorrerà le tappe del libro di Damasio cercando di ricondurre il modello a tre argomenti principali:

1. Le circostanze biologiche che permettono la conoscenza della coscienza (consciousness), la transizione dall'innocenza (innocence) e dall'ignoranza alla conoscenza e al senso di sé quindi una teoria della coscienza di Damasio

2. Il senso del sé (sense of the self)

3. La teoria delle emozioni e dei sentimenti

I primi due punti tenteranno di riassumere i concetti espressi nel libro per arrivare alla definizione del terzo punto: la teoria delle emozioni.

1. Damasio definisce preliminarmente il problema della coscienza dal punto di vista della neurologia come combinazione di due problemi connessi l’un l’altro

· il primo è il problema di capire come il cervello all'interno dell'organismo umano crea gli schemi (patterns) mentali chiamati immagini[1] (images) di un oggetto[2]. Risolvere questo problema implica l’occuparsi della questione filosofica dei qualia. [3]

· Il secondo si riferisce a come, parallelamente alla costruzione degli schemi mentali di un oggetto, il cervello costruisca anche un senso del sé nell'atto di conoscere. Risolvere questo secondo problema della conoscenza consiste nello scoprire il substrato (underpinnings) biologico di quella capacità umana di costruire anche gli schemi mentali che portano con sé gli oggetti, il senso di un sé nell'atto di conoscere.

Damasio sicuramente in questo brano si concentra maggiormente sulla spiegazione di come il senso del self nell'atto di conoscere un oggetto compaia nella mente lasciando in secondo piano il problema dei qualia. Essendo consapevole di questa scelta Damasio stesso spiega che avere un senso del self non è solo richiesto per conoscere in senso stretto, ma può anche influenzare il processare una qualunque cosa da conoscere. In altre parole, occupandosi del problema del self, si occupa anche del problema dei qualia con riferimento alla rappresentazione dell'organismo che ha coscienza.

La coscienza comincia come il sentimento di quello che succede (the feeling of what happens) quando vediamo sentiamo o tocchiamo quindi il sentimento che accompagna la fabbricazione delle relative immagini all’interno del nostro organismo. La forma più semplice in cui questa conoscenza senza parole emerge mentalmente è il sentimento di sapere (the feeling of knowing) - il sentimento di quello che capita quando un organismo è impegnato a processare un oggetto - ed è solo più tardi che possono cominciare a verificarsi inferenze e interpretazioni intorno al sentimento di sapere.

Le idee centrali del libro riguardo la coscienza, rispondenti peraltro a precisi risultati di osservazioni neurologiche e di esperimenti neuropsicologici sono:

a) Alcuni aspetti dei processi di coscienza possono essere messi in connessione con l'operatività di specifiche regioni e sistemi cerebrali, aprendo così la porta alla scoperta dell'architettura neurale che fa da supporto alla coscienza. Le regioni e sistemi in questione si raggruppano in una parte limitata dei territori cerebrali e quindi, come per funzioni quali la memoria ed il linguaggio, ci sarà un'anatomia della coscienza. 

b) La coscienza e lo stato di veglia, così come la coscienza e l'attenzione di basso livello, possano essere separate. 

c) Invece coscienza e emozione non sono separabili: quando la coscienza è lesa, altrettanto lo è l'emozione. 

d) La coscienza non è monolitica, perlomeno negli esseri umani, ma che può essere separata in due tipi, semplice e complessa, Core consciousness[4] e extended consciousness[5]. Quando consideriamo la coscienza pensiamo all’extended consciousness ai suoi livelli più alti, costruita sui fondamenti della core consciousness. Ai due tipi di coscienza corrispondono due tipi di self: core self e autobiographic self

e) La coscienza è semplicemente spiegata in termini di altre funzioni cognitive, come il linguaggio, la memoria, la ragione, l'attenzione e la memoria di lavoro. Mentre queste funzioni sono davvero necessarie perché la parte più elevata dell’extended consciousness possa operare normalmente, lo studio dei pazienti neurologici suggerisce che esse non sono peraltro richieste per la core consciousness. In conseguenza di questo, una teoria della coscienza dovrebbe essere non solo una teoria di come la memoria, la ragione e il linguaggio aiutano a costruire, dall'alto al basso, un’interpretazione di quello che succede nel cervello e nella mente (certo, la memoria, le inferenze intelligenti e il linguaggio sono fondamentali per la generazione di quello che chiamo l’autobiographical self e il processo di extended consciousness) ma dovrebbe dar conto anche del fenomeno più semplice e di base che si verifica in prossimità della rappresentazione inconscia dell'organismo interessato.

La coscienza quindi è il rito di passaggio che consente ad un organismo - provvisto della capacità di regolare il suo metabolismo, di riflessi innati e della forma di apprendimento nota come condizionamento - di diventare un organismo con una mente (minded), cioè un tipo di organismo in cui le risposte sono modellate da una preoccupazione e cura (concern) mentale per la vita stessa dell'organismo

 

2. La coscienza è stata espressa nel modello di Damasio come costruzione della conoscenza su due fatti: che l'organismo è impegnato nella relazione con un qualche oggetto e che l'oggetto della relazione causa un mutamento nell'organismo.

Così il problema di capire la biologia della coscienza diventa la questione di scoprire come il cervello può mappare sia i personaggi sia le relazioni che essi intrattengono.

Nel gioco relazionale della coscienza, l'oggetto si mostra in forma di schemi neurali nelle aree corticali sensoriali appropriate a mappare le sue caratteristiche. Dal punto di vista dall'organismo, però, le cose sono alquanto differenti. Infatti esiste una strana asimmetria in cui alcune parti del cervello sono libere di girovagare per il mondo e, così facendo, sono libere di mappare qualunque oggetto la determinazione dell'organismo consenta loro di mappare, d'altro canto altre parti del cervello, quelle che rappresentano lo stato proprio dell'organismo, non sono per niente libere di girovagare, sono bloccate, non possono mappare null’altro che il corpo e lo possono fare solo all'interno di mappe largamente predeterminate.

Questo evento, principio omeostatico del corpo, è governato dal cervello con un macchinario neurale in grado di accorgersi delle variazioni chimiche del corpo e decidere azioni votate al sopravvivenza dell’organismo stesso: questa è una nuova conoscenza che viene creata man mano che degli oggetti presenti o rievocati interagiscono con l’organismo e ne causano un cambiamento. Quindi la forma più semplice di questa conoscenza è il sentimento di sapere.

Le radici profonde del self, compreso il self elaborato che implica l'identità e la personazione (personhood, il costituirsi e modellarsi della personalità), vanno ricercate nell'insieme degli strumenti (devices) cerebrali che continuamente e inconsciamente mantengono lo stato corporeo all'interno di quella ristretta gamma e di quella relativa stabilità che sono necessarie per la sopravvivenza. Questi strumenti rappresentano continuamente, inconsciamente, lo stato del corpo vivente in tutte le sue molte dimensioni. Damasio chiama lo stato di attività all'interno dell'insieme di questi strumenti proto-self, il precursore inconscio dei livelli di self che compaiono nella nostra mente come protagonisti consci della coscienza:  il core self [6] e l’ autobiographical self[7].

L’autobiographical self (self autobiografico) è legata all'idea di identità e corrisponde a una collezione non provvisoria di fatti unici e di modi di essere che caratterizzano una persona. L’autobiographical self dipende da ricordi (memories) sistematizzati di situazioni in cui la core consciousness era impegnata nel conoscere le caratteristiche più invarianti della vita di un organismo: da chi si sia nati, dove, quando, che cosa ci piaccia e che cosa non ci piaccia, il modo in cui per solito reagiamo a un problema o a un conflitto, il nostro nome e così via.

L'identità e la personazione, le due nozioni che vengono per prime in mente quando pensiamo alla parola sé, richiedono una memoria autobiografica (autobiographical memory)[8] e la sua attualizzazione nell’autobiographical self. Il deposito delle registrazione nella memoria autobiografica contiene i ricordi che costituiscono l'identità insieme con i ricordi che ci aiutano a definire la nostra personazione.

 

3. Damasio applica una distinzione tra ‘sentire’ e ‘sapere di avere un sentimento’ (feeling versus knowing that we have a feeling); questo dipende dal fatto che lo stato di sentire non implica che l'organismo che sente sia pienamente cosciente dell’emozione e del sentimento che si stanno dispiegando. Damasio sostiene che un organismo possa rappresentare in schemi neurali e mentali quello stato che gli individui consci chiamano sentimento, senza neppure sapere che quel sentimento sta avendo luogo. Questa separazione è difficile da vedere, non solo per via del tradizionale significato delle parole, ma anche perché tendiamo ad essere consci dei nostri sentimenti. Non vi è peraltro alcuna prova che noi si sia consci di tutti i nostri sentimenti, ed anzi molte cose suggeriscono che non lo siamo affatto.

È per studiare questi fenomeni, che propongo quindi di separare tre stadi di questo processo:

· lo stato dell'emozione, scatenato ed eseguito in modo non conscio;

· lo stato del sentimento, che può essere rappresentato in modo non conscio;

· lo stato del sentimento reso conscio, cioè noto all'organismo cha ha sia l'emozione sia il sentimento.

Mantenendo netta la distinzione tra emozione (una collezione di risposte, molte delle quali sono osservabili pubblicamente) e sentimento (l'esperienza mentale privata di un'emozione), si può affermare che:

· non si può osservare un sentimento in nessun'altro, ma si può osservare un sentimento in se stessi quando, in quanto esseri coscienti, si percepiscono i propri stati emozionali;

· alcuni aspetti delle emozioni che danno origine ai sentimenti sono chiaramente osservabili;

· i meccanismi di base che sottostanno l'emozione non richiedono la coscienza: lo stesso verificarsi di un sentimento nella limitata finestra di tempo del qui-e-adesso è concepibile senza che l'organismo in realtà ne conosca l'accadere;

· non siamo necessariamente consci di che cosa induca un'emozione e non possiamo controllare un'emozione con la volontà: in altre parole, possono verificarsi rappresentazioni - dell'esterno e dell'interno - al di sotto della consapevolezza e nondimeno esse possono creare risposte emotive;

· possiamo in parte controllare se permettere ad un'immagine capace di scatenare emozioni di restare o meno come obiettivo dei nostri pensieri; possiamo inoltre controllare in parte l'espressione delle nostre emozioni: alcuni di noi diventano abbastanza bravi nel prevenire l'espressione di un'emozione, ma, in sostanza, quello che riusciamo a conseguire è solo la capacità di dissimulare alcune delle loro manifestazioni esterne, senza mai diventare capaci di bloccare i mutamenti automatici che avvengono nelle viscere e nel nostro ambiente interno;

· lo scatenamento dell'emozione è completamente non conscio, il che spiega, tra l'altro, perché le emozioni sono così difficili da imitare consciamente (sono eseguite da strutture cerebrali profonde, sulle quali non è possibile esercitare alcun controllo volontario).

Le emozioni (tradizionalmente distinte in primarie, secondarie e di sottofondo) condividono tutte un insieme di fatti biologici:

· sono collezioni complesse di risposte chimiche e neurali che formano degli schemi; hanno un qualche ruolo di regolazione da svolgere e portano tutte, in un modo o nell'altro, alla creazione di circostanze vantaggiose per l'individuo che le sperimenta, mediante la produzione di una specifica reazione alla situazione causativa e regolando lo stato interno dell'organismo per predisporlo a quella specifica reazione; le emozioni vanno pertanto considerate come un componente di livello abbastanza alto nell'ambito dei meccanismi di regolazione vitale;

· sono processi biologicamente determinati, in dipendenza da strumenti cerebrali precostituiti in modo innato sulla base di una lunga storia evolutiva;

· gli strumenti cerebrali che producono le emozioni occupano una piccola area delle regioni subcorticali, nell'ambito delle strutture deputate alla regolazione ed alla rappresentazione degli stati corporei;

· tutti questi strumenti entrano in azione in modo automatico, senza alcuna deliberazione conscia, ed operano in modo fondamentalmente stereotipo;

· le emozioni usano il corpo come loro teatro, ma influenzano anche il modo di operare di numerosi circuiti cerebrali, alterando profondamente sia il panorama corporeo sia quello cerebrale; la collezione di questi cambiamenti costituisce il substrato degli schemi neurali che possono diventare sentimenti;

· tutti gli oggetti tendono ad acquisire un qualche attaccamento emotivo, alcuni più rapidamente di altri: c'è una certa corrispondenza tra certi tipi di stimoli e certe classi di emozioni.

Sappiamo quindi di avere un’emozione quando si crea nella nostra mente il senso di un self che sente (feeling self); ma sappiamo di sentire un'emozione solo quando sentiamo che l'emozione è sentita come qualcosa che capita all'interno del nostro organismo. Questo senso di qualcosa che capita all'interno dell'organismo viene dal fatto di rappresentare il proto-self e dalle sue variazioni nelle strutture di second’ordine. Il senso dell’emozione come oggetto viene dal fatto di rappresentare nelle strutture che sottendono alle rappresentazioni di second’ordine lo schema di attività nei siti di induzione dell’emozione. Alla stregua di quello che succede per gli altri tipi di oggetto Damasio propone che:

· il proto-self iniziale è rappresentato a livello di second’ordine;

· l’oggetto che sta per cambiare il proto-self  (lo schema di attività neurale nei siti induttori di emozione) è rappresentato a livello di second’ordine;

· i cambiamenti che conseguono nel proto-self sono anch’essi rappresentati a livello di second’ordine. 

Sentire un’emozione è una cosa semplice: consiste nell'avere immagini mentali che nascono dagli schemi neurali che rappresentano le variazioni nel corpo e nel cervello che costituiscono un’emozione. Ma sapere che abbiamo quel sentimento, sentire quel sentimento (feeling that feeling), si verifica solo dopo aver costruito le rappresentazioni di second’ordine necessarie alla core consciousness

La collezione di schemi neurali che costituiscono il substrato di un sentimento origina in due classi di variazioni biologiche:

1. variazioni riferite allo stato corporeo, ottenute attraverso due meccanismi:

· body loop: il panorama corporeo muta e viene poi rappresentato nelle strutture somatosensoriali del sistema nervoso centrale;

· as if body loop: la rappresentazione dei mutamenti corporei viene direttamente creata nelle mappe sensorie somatiche, per effetto dell'azione di altre aree cerebrali, senza che sia intervenuta alcuna reale modificazione corporea (simulazione interna)

2. variazioni riferite allo stato cognitivo, per opera della secrezione di specifiche sostanze chimiche che inducono significative alterazioni della funzione cerebrale, quali l'induzione di particolari comportamenti (legame, gioco, ecc.), una variazione nella modalità in atto nel processare gli stati somatici (filtri, inibizioni, ecc.), una variazione della modalità del processo cognitivo (una variazione del ritmo di produzione delle immagini, ecc.). Queste tre modalità sarebbero presenti in varie specie non-umane, ma solo negli esseri umani la terza potrebbe essere conscia.

In sintesi:

Schema

1-L'organismo viene coinvolto da un induttore di emozione, conscio o no, riconosciuto o no;

2-I segnali conseguenti all'elaborazione (processing) dell'immagine dell'oggetto attivano i siti neurali che sono predisposti a rispondere alla particolare classe di induttori di emozione cui appartiene l'oggetto;

3-Questi siti (emotion-induction sites) scatenano un certo numero di risposte nel corpo ed in altri siti cerebrali e scatenano la gamma completa di risposte corporee e cerebrali che costituiscono l'emozione;

4-Le mappe neurali di prim'ordine delle regioni corticali e sottocorticali rappresentano le variazioni dello stato corporeo, (create attraverso la body loop o la as if body loop): emergono i sentimenti;

5-Lo schema di attività neurale degli emotion-induction sites viene mappato nelle strutture neurali di second'ordine; a causa di questi eventi viene alterato il proto-self; anche le variazioni del proto-self vengono mappate nelle strutture neurali di second'ordine; un resoconto di questi eventi viene in tal modo organizzato nelle strutture di second'ordine.

Glossario

 

[1]Per immagine s’intende uno schema mentale in una qualunque delle nostre modalità sensoriali, per esempio l'immagine di un suono, un'immagine tattile, l'immagine di uno stato di benessere: queste immagini portano con sé aspetti delle caratteristiche fisiche dell'oggetto e possono anche portare con sé la reazione di piacere o di dispiacere che abbiamo per l'oggetto, i progetti che possiamo formulare su di esso o la rete di relazioni di quell'oggetto nell'ambito di altri oggetti.[ritorna al testo]

 

[2]Per oggetto s’intende entità tra loro assai diverse come una persona, un luogo, una melodia, un mal di denti, uno stato paradisiaco; [ritorna al testo]

 

[3]I qualia sono le qualità sensoriali semplici che si trovano nel blu del cielo oppure nel tono di un suono prodotto da un violoncello e i componenti fondamentali delle immagini nella metafora del film sono pertanto fatti di qualia[ritorna al testo]

 

[4]Core consciousness (coscienza nucleare, nel senso di nucleo della coscienza), offre all'organismo un senso del self rispetto ad un determinato momento (ora) e ad un determinato luogo (qui). L'ambito della core consciousness è il qui e ora; la core consciousness non illumina il futuro ed il solo passato che ci lascia vagamente intravedere è quello che si è verificato proprio un momento fa; non c'è un altrove, non c'è un prima, non c'è un dopo[ritorna al testo]

 

[5]Extended consciousness (coscienza estesa), il tipo complesso di coscienza[ritorno al testo]

 

[6]Core self (self nucleare, nucleo del self) è il senso di sé che emerge nella core consciousness, un’entità provvisoria, che viene incessantemente ricreata per ogni specifico oggetto con cui il cervello interagisce. [ritorna al testo]

 

[7]L’autobiographical self è un processo di attivazione e di visualizzazione coordinata di ricordi personali basato su una rete a più siti: le immagini che rappresentano questi ricordi esplicitamente sono mostrate in molte aree corticali antiche e sono poi mantenute nel tempo dalla memoria di lavoro; esse sono trattate come un qualunque altro oggetto e diventano note al semplice core self generando i loro propri impulsi (pulses) di core consciousness.[ritorna al testo]

 

[8]Memoria autobiografica (autobiographical memory) per denotare la registrazione organizzata degli aspetti principali della biografia di un organismo.  [torna al testo]

 

Osservazioni critiche del Prof. Aldo Mosca

Di seguito vengono sintetizzate le osservazioni critiche del Prof. Aldo Mosca uno psicologo e filosofo di origine italiana, che insegna alla The New School di New York, come esempio del dibattito intorno alle teorie mente-corpo. In grassetto sono stati evidenziati i commenti del Prof. Merciai.

Il prof. Mosca assume una posizione pesantemente critica circa le risultanze della teoria esposta nel libro di Damasio ritenendolo dal punto di vista metodologico ed epistemologico confuso soprattutto per quanto riguarda il rigore e la precisione del linguaggio non adeguato alle necessità della trattazione scientifica di un’ipotesi neuroscientifica e insoddisfacente dal punto di vista neuropsicologico.

Egli riassume la tesi centrale del libro nell’affermazione che l’autocoscienza (self-consciousnesscore consciousness nella terminologia di Damasio) è uno stato di second’ordine della mente-cervello localizzato in determinate regioni specifiche e capace di rappresentare la relazione tra rappresentazioni di oggetti e rappresentazioni del soma (che reagisce pressoché continuamente ad oggetti) e la considera come una rielaborazione delle ipotesi avanzate nel suo precedente libro in cui il sentimento (feeling) veniva definito come la realizzazione (realization) del nesso tra un oggetto ed uno stato somatico emotivo. Non è nuova la teoria delle emozioni presentata nel libro, ma lo è invece la distinzione che viene suggerita – e che permane problematica – tra sentimento (feeling) e coscienza (consciousness). Avanza vari ordini di critica:

· La posizione di Damasio è totalmente non-cognitivista, in quanto egli descrive il processo emozionale come un insieme di risposte cerebrali, somatiche e comportamentali alla percezione o alla rievocazione di un oggetto: quest’ultimo viene lasciato cadere una volta iniziato il processo e non si teorizza che esso venga costruito nell’ambito dello stato emotivo. Ora, questo approccio è agli antipodi con il risultato di più di trent’anni di ricerche in psicologia cognitiva (Frijda, 1986; Lazarus, 1991). [Mi sembra che l’aspetto cognitivo sia quello che Damasio menziona a proposito del sentimento e del sapere di averlo e non a livello di emozione: c’è, insomma, secondo me, ma volutamente ad un altro livello]

· Il secondo punto riguarda il concetto di sentimento, definito come l’esperienza privata mentale di un’emozione (feeling is the private, mental experience of an emotion): la ‘privatezza’ presuppone un proprietario (owner) e quindi uno stato di livello superiore della mente-cervello, e questo è proprio quello che Damasio teorizza. Ma il fatto è che ci sono sentimenti inconsci che non vengono monitorati dalla coscienza di second’ordine e quindi non tutti i sentimenti sono necessariamente accessibili dalla persona che li ha. In altre parole, forse c’è emozione senza coscienza e coscienza senza emozione ed un approccio neuropatologico forte non ci dà (per ora) la chiarezza concettuale che vorremmo [Mi sembra che Mosca non tenga qui conto della distinzione che Damasio introduce tra il sentimento e il sapere del sentimento da una parte e tra emozione e sentimento dall’altra].

· Una delle tesi centrali della teoria di Damasio è che non esistano percezioni fredde e disinteressate: qualunque percezione, in quanto tale, è significativa per il benessere dell’organismo ed è scoperta in quanto tale dal proto-self: che non è conscio, ma costituisce il precursore biologico del self. La core consciousness richiede un complesso gioco di mappe rappresentazionali di primo e di second’ordine (anche se non è affatto chiaro in che modo gli schemi neurali diventano schemi mentali), ma, a parte alcune perplessità sulle reciproche localizzazioni delle strutture che costruiscono e conservano le varie mappe, resta non chiaro il senso specifico e profondo del termine stesso di rappresentazione: all’interfaccia della complessa correlazione tra sensazione e percezione, il risultato finale della teoria è che la coscienza di second’ordine è lo strumento che regolarmente e correttamente rappresenta le mappe di prim’ordine che, a loro volta, non possono essere erronee – mentre l’esperienza mostra che possono ben esistere erronee percezioni (l’arto-fantasma, le illusioni, le allucinazioni, varie agnosie) che scatenano emozioni nei confronti di oggetti mal rappresentati o addirittura inesistenti.

· L’uso non sempre chiaro del termine conscio (che ha sia un senso attivo – conscio di – sia un senso passivo – conscio perché monitorato da qualche altra cosa) finisce con il creare nella teoria una sorta di fuga ricorsiva infinita a non specificati livelli di ordine superiore. Per esempio: se siamo consci del nostro core self, questo vuol dire che esistono mappe di terzo livello, per esempio a costituire l’autobiographical self, ma, siccome anch’esso è conscio, dovranno esserci anche delle mappe di quarto livello, e così via: ma, soprattutto, la stessa cosa accade a proposito della concezione centrale del sentire il sentimento (feeling the feeling).

La situazione finale è chiaramente insoddisfacente, dal punto di vista del neuropsicologo: Damasio, come molti neurobiologi, comincia con una spiegazione strettamente neurobiologica del concetto psicologico di emozione e non attribuisce a questi processi neurali nessuna proprietà rappresentazionale o fenomenica; poi cerca di spiegare la psicologia del sentimento e della coscienza studiando le proiezioni neurali a strutture di ordine superiore. La neuropsicologia, invece, comincia dalle sue categorie psicologiche, pur rimanendo disponibile ad abbandonarle e rivederle sulla base dei risultati della neurologia: il risultato è spesso una feconda interazione tra i vari livelli di analisi, ma solo se c’è un minimo di consistenza e di trasparenza nel quadro psicologico che viene analizzato neurobiologicamente: che è quello che manca nella teoria di Damasio.

 

 

Stralci

da

http://www.ildiogene.it/EncyPages/Ency=Damasio.html


 

da Interlinea

https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/immagina.html

Così ti insegno la creatività
"Voglio che i bambini disegnino le proprie emozioni".........

https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/educare.html

............Io credo che solo un progetto pedagogico che sia già terapeutico possa oggi produrre un’inversione radicale di tendenza dentro il sistema educativo, un progetto che accolga finalità che non siano decapitate in un funzionalismo cieco e deprivante ma siano risposta sensibile ai bisogni reali della popolazione scolastica.

https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/crea.html

......Alcuni scienziati danno suggerimenti interessanti: il matematico Poincarè sostiene che nel suo campo, l'idea creativa non può presentarsi per associazioni (neo-associazionisti) ma da sola,  dopo uno studio attento e non in un momento di particolare concentrazione, come da una elaborazione preconscia in cui giocano fattori affettivi, sentimenti di armonia, di piacere.......


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