Intervista telematica al prof.Lucio Russo

di Nadia Scardeoni

 

 

1 - La "frammentazione educativa" come conseguenza della incapacità di assorbire e regolamentare l'afflusso sovrabbondante di dati apportati dall'informatica è già in atto? Intravede qualche rimedio?

Mi sembra che la frammentazione di cui parla sia certamente già in atto, ma forse non è giusto attribuirla all'informatica. La frammentazione culturale ha varie origini, tra le quali va certamente citato l'aumento esponenziale delle ricerche specialistiche, interne a campi sempre più ristretti. Credo che l'informatica fornisca uno strumento utile per affrontare il problema, che però non è sufficiente, da solo, per risolverlo. L'unico rimedio che riesco ad immaginare è quello di combattere l'idea che l'accumulo di dati e la possibilità di manipolarli automaticamente possano sostituire le sintesi concettuali. Bisogna affiancare agli strumenti informatici (che sono comunque divenuti indispensabili) l'elaborazione di strumenti concettuali adeguati.

2 - Come Lei afferma , "l'attuale rivoluzione tecnologica sta modificando profondamente la struttura della scienza." e si ha la sensazione di essere costretti a rincorrere alla cieca le nostre stesse invenzioni. Può, se pure schematicamente, citare i passaggi fondamentali del "sapere scientifico" necessario e ineliminabile per tutelare la continuità del primato dell'uomo sulla "megamacchina" , che sia una traccia utile per un itinerario didattico serio e responsabile?

Credo sia essenziale continuare a trasmettere nella scuola il metodo dimostrativo, il metodo sperimentale e la capacità progettuale. Si tratta di tre strumenti metodologici che non possono essere trasmessi in astratto, ma solo in riferimento a conoscenze specifiche. Vanno quindi insegnati dei contenuti specifici che permettano allo studente di sviluppare le sue capacità dimostrative, sperimentali e progettuali. Naturalmente anche la scelta dei contenuti è molto importante.

3 - Ritiene utile che l'università si debba fare carico di una sezione didattica appoggiata a ciascuna disciplina che abbia come applicazione professionale l'insegnamento?

Gli studiosi delle singole discipline dovrebbero occuparsi di didattica (anche di quella relativa alle scuole secondarie) più di quanto non abbiano fatto negli ultimi cinquanta anni. Credo però che vi siano dei pericoli nel dare forma istituzionale a sezioni didattiche dei dipartimenti, che rischierebbero di divenire in qualche misura istituzioni separate. Mi sembra preferibile una struttura elastica, che permetta di valorizzare anche gli eventuali contributi alla didattica che possono venire da studiosi impegnati nella ricerca, che non hanno scelto la didattica come proprio unico interesse.

4 - Ritiene , infine, che fra università e docenti di scuole medie superiori e inferiori, sia proficuo mettere in agenda contatti specifici per l'aggiornamento didattico?

Gli insegnanti hanno interesse a contatti con l'università perché l'università è oggi il luogo in cui operano studiosi impegnati nella ricerca nelle singole discipline. Il rischio è quello che istituzionalizzando troppo i contatti fra università e docenti delle scuole medie superiori, nascano strutture specifiche preposte all'aggiornamento degli insegnanti. In questo modo si finirebbe prima o poi con l'offrire agli insegnanti semplicemente un contatto con degli "aggiornatori" di professione, che assomiglierebbero ben poco agli attuali professori universitari. Credo che sarebbe molto più utile favorire ed incrementare la possibilità di una varietà di contatti e collaborazioni tra singole scuole, dipartimenti universitari e anche singoli studiosi, basati su scelte reversibili e reali convergenze di interesse.


http://www.fub.it/telema/TELEMA14/Russo14.html

Il computer è un buon contabile ma lo spirito di ricerca è altra cosa

http://erewhon.ticonuno.it/arch/rivi/campus/russo1.htm

Prefazione a

La rivoluzione dimenticata

di Marcello Cini

http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/biografi/r/russo.htm

"Contro una scuola del consumo" (Roma, 11 maggio 1998)

Biografia

Lucio Russo è nato a Venezia il 22 novembre 1944 e ha studiato a Napoli, dove si è laureato in fisica nel 1969 ed e' stato borsista dal 1970 e successivamente professore incaricato dall'anno accademico 1973/74.

E' stato docente all'Università di Modena, prima come assistente di Meccanica Razionale (dal 1978) e poi come professore straordinario di Calcolo delle Probabilita' (dal 1981). Dal 1984 e' stato nominato professore ordinario e dall'anno accademico 1984/85 si e' trasferito all'Universita' di Roma Tor Vergata.

Ha trascorso periodi di studio presso varie istituzioni scientifiche, tra le quali l'Institut des Hautes Etudes Scientifiques a Bures-sur-Ivette (Francia) e la Princeton University (N.J., USA). E' stato distaccato presso l'Accademia dei Lincei per il triennio 1999/2000 - 2001/2002. Ha insegnato a Napoli (Metodi Matematici della Fisica, Fisica Generale I, Meccanica Statistica), a Modena (Calcolo delle Probabilita', Fisica Matematica, Meccanica Superiore, Analisi Numerica), a Princeton (Partial Differential Equations), a Roma 'Tor Vergata' (Calcolo delle Probabilita', Meccanica Razionale, Istituzioni di Fisica Matematica, Analisi Matematica II, Storia delle Matematiche).

I temi principali delle ricerche da lui condotte riguardano: problemi di isomorfismo tra schemi di Bernoulli e processi di Markov; Misure di Gibbs del modello di Ising; Teoria della percolazione di Bernoulli; formulazione di una versione approssimata della classica legge zero-uno valida nel caso di sistemi finiti di variabili aleatorie; ricostruzione di immagini e riconoscimento automatico di forme. In questa direzione sono stati spesi alcuni anni di lavoro, che hanno portato in particolare alla realizzazione di un sistema di classificazione automatica delle impronte digitali, basato sull'idea di descrivere la distribuzione delle impronte con una distribuzione di Gibbs relativa a una opportuna Hamiltoniana.

Nell'ambito di storia della scienza ha condotto delle ricerche riguardanti la ricostruzione di alcune idee dell'astronomia di Ipparco attraverso l'analisi di testimonianze contenute in opere letterarie; la ricostruzione della prova dell'eliocentrismo attribuita da Plutarco a Seleuco di Seleucia; alcuni problemi di filologia euclidea (in particolare sulle definizioni del I libro degli Elementi e sul primo postulato dell' Ottica); la storia della teoria delle maree in epoca ellenistica e nella prima età moderna. Tali ricerche, anche in collaborazione con filologi classici, hanno portato a pubblicazioni su riviste di storia della scienza e di filologia classica e al libro La rivoluzione dimenticata (Feltrinelli, 1996), che nel 1997 e' stato finalista del Premio Viareggio per la saggistica.

Lucio Russo recentemente si è occupato anche del processo in atto di riforma della scuola secondaria, scrivendo articoli e un pamphlet (Segmenti e bastoncini, Feltrinelli, 1998), partecipando a commissioni di studio, corsi di aggiornamento per insegnanti, convegni e dibattiti.