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Circolare Ministeriale 19 settembre 1984, n. 274

Prot. n. 2382

Oggetto: Funzionamento degli organi collegiali della scuola

Traendo utili orientamenti dall'esperienza che, nel corso di questi anni, è venuta maturando circa le varie forme di partecipazione introdotte con le norme del D.P.R. del 31 maggio 1974, n. 416, si ritiene ora opportuno proporre all'attenzione degli Uffici dell'amministrazione e delle varie componenti che operano nella scuola la possibilità di adottare, in maniera sistematica e diffusa, moduli di organizzazione del lavoro collegiale che, sperimentati in alcuni casi anche in ambiti extrascolastici, possono rivelarsi utili alla valorizzazione del contributo di tutti i partecipanti ai collegi e alla formazione di deliberazioni più adeguatamente meditate.

Interpretando siffatta esigenza, si formulano i seguenti suggerimenti:

1) Consigli di classe e d'interclasse

I Consigli di classe e d'interclasse costituiscono la sede di più diretta collaborazione delle componenti scolastiche per la migliore realizzazione degli obiettivi educativi.

Facendo riferimento ai problemi scolastici da sviluppare, i consigli predetti possono contribuire ad individuare le opportune iniziative integrative sia curriculari che extracurriculari idonee ad arricchire di motivazioni e di interessi l'impegno degli allievi, nonché proposte di sperimentazione.

In particolare, i consigli in argomento debbono essere impegnati a valutare la scelta dei libri di testo e dei sussidi didattici e ad indicare le attività parascolastiche ed extrascolastiche che la classe intende svolgere, inclusi i viaggi di istruzione e le visite guidate.

Il contributo delle componenti scolastiche riferito all'attività della singola classe consente inoltre di individuare eventuali problemi e difficoltà da risolvere per una positiva partecipazione di tutti gli allievi all'attività della classe.

In particolare nella scuola elementare e media di I grado il consiglio di classe o d'interclasse è chiamato ad affrontare i problemi di disadattamento scolastico e/o sociale, che, se non risolti tempestivamente, non consentono di raggiungere quella irrinunciabile formazione di base, senza la quale è pregiudicata sia la reale possibilità di una efficace continuazione degli studi, sia un qualificato inserimento nella vita sociale e di lavoro.

La rilevanza sociale del fenomeno della tossicodipendenza tra i giovani, esige, inoltre, l'impegno delle componenti scolastiche per contribuire a realizzare nella scuola, partendo dalle singole classi, una condizione di consapevolezza, così da sviluppare un'efficace azione preventiva, individuando e ponendo in essere le iniziative ritenute più opportune.

Per corrispondere a così significativi compiti si ritiene necessario che all'inizio dell'anno scolastico i consigli di classe e di interclasse si diano un'indicazione di finalità da perseguire, valutandone i risultati nel corso dell'anno con riunioni almeno trimestrali.

Sembra superfluo aggiungere che le riunioni dei predetti consigli non possono far venir meno l'esigenza di incontri diretti tra i genitori e i docenti della classe.

2) Collegio dei docenti

Il lavoro collegiale per pervenire a compiute motivazioni delle deliberazioni finali, richiede spesso - soprattutto quando debba affrontare problemi complessi - la preventiva elaborazione della documentazione necessaria sulle varie situazioni cui si rivolge l'intervento scolastico e sugli strumenti e metodi disponibili o acquisibili, documentazione che deve fornire un obiettivo quadro di informazioni e, quindi, di riferimenti operativi e di riscontri utili alla concretezza degli ulteriori approfondimenti.

A tale scopo appare utile che il collegio dei docenti, nell'esercizio dei poteri di autorganizzazione che gli sono propri, prenda in considerazione la possibilità di articolarsi in commissioni o gruppi di lavoro, ai quali affidare compiti istruttori e di analisi preliminare dei vari aspetti e delle varie incidenze dei problemi da esaminare.

L'articolazione interna del collegio sarà determinata in modo che i compiti affidati alle commissioni od ai gruppi di lavoro corrispondano - in linea di massima - alle tematiche di maggiore rilievo che hanno attinenza con le attribuzioni spettanti al collegio dei docenti, tematiche che possono essere individuate - sia pure in via esemplificativa - in quelle relative alla programmazione didattica ed educativa, alla sperimentazione, all'orientamento scolastico, al rapporto scuola-lavoro ed alla formazione in servizio.

I predetti compiti - come suggerisce la stessa duplice denominazione usata, di commissioni e di gruppi di lavoro - possono avere sia carattere permanente sia carattere temporaneo, potendosi talora trattare di problemi del tutto eccezionali o, comunque, non suscettibili di sviluppi ulteriori nel tempo.

Non sembra, infine, superfluo porre in evidenza che, secondo quanto già si è accennato, le commissioni ed i gruppi di lavoro hanno soltanto una funzione preparatoria delle deliberazioni conclusive, che spettano esclusivamente alla competenza dell'intero collegio dei docenti.

3) Comitato genitori e Comitato studenti

Al fine di utilizzare al meglio i contributi che alla vita complessiva della scuola può essere offerta dalla partecipazione degli studenti e dei genitori, e per favorire un opportuno coordinamento delle iniziative ed esperienze che possono essere attivate nelle classi parallele o comunque nell'ambito dell'istituto scolastico, sembra utile che gli studenti ed i genitori eletti nei singoli consigli di classe (o interclasse) si riuniscano rispettivamente in "Comitati studenti" e "Comitati genitori". I Capi di istituto favoriranno, per quanto possibile, l'attività di detti comitati, i quali, peraltro, non possono interferire nelle competenze rispettive dei consigli di classe o di istituto, avendo una funzione promozionale della partecipazione degli studenti e dei genitori con l'eventuale elaborazione, anche sulla base dello scambio di esperienze, di indicazioni e proposte che saranno opportunamente valutate ed adottate dagli altri organi di istituto.


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