Decreto Ministero Interno 26
agosto 1992
(in GU 16 settembre 1992, n. 218)
Norme di prevenzione incendi per l'edilizia
scolastica
Il Ministro dell'interno:
Vista la legge 27 dicembre 1941, n. 1570;
Vista la legge 13 maggio 1961, n. 469, articoli 1 e 2;
Vista la legge 26 luglio 1965, n. 966, art. 2;
Rilevata la necessità di emanare norme di prevenzione incendi per
l'edilizia scolastica;
Viste le norme elaborate dal Comitato centrale tecnico scientifico
per la prevenzione incendi di cui all'art. 10 del decreto del
Presidente della Repubblica 29 luglio 1982, n. 577;
Visto l'art. 11 del citato decreto del Presidente della Repubblica
29 luglio 1982, n. 577;
Decreta:
Articolo unico
Sono approvate le norme di prevenzione incendi per l'edilizia
scolastica contenute in allegato al presente decreto.
Allegato
NORME DI PREVENZIONE INCENDI PER L'EDILIZIA SCOLASTICA
1. Generalità .
1.0. Scopo.
Le presenti norme hanno per oggetto i criteri di sicurezza antincendi
da applicare negli edifici e nei locali adibiti a scuole, di qualsiasi
tipo, ordine e grado, allo scopo di tutelare l'incolumità delle
persone e salvaguardare i beni contro il rischio di incendio.
Ai fini delle presenti norme si fa riferimento ai termini e
definizioni generali di cui al decreto ministeriale 30 novembre 1983 (
Gazzetta Ufficiale n. 339 del 12 dicembre 1983).
1.1. Campo di applicazione.
Le presenti norme si applicano agli edifici ed ai locali di cui al
punto 1.0 di nuova costruzione o agli edifici esistenti in caso di
ristrutturazioni che comportino modifiche sostanziali, i cui progetti
siano presentati agli organi competenti per le approvazioni previste
dalle vigenti disposizioni, dopo l'entrata in vigore del presente
decreto. Si intendono per modifiche sostanziali lavori che comportino
il rifacimento di oltre il 50% dei solai o il rifacimento strutturale
delle scale o l'aumento di altezza.
Per gli edifici esistenti si applicano le disposizioni contenute nel
successivo punto 13.
1.2. Classificazione.
Le scuole vengono suddivise, in relazione alle presenze effettive
contemporanee in esse prevedibili di alunni e di personale docente e
non docente, nei seguenti tipi:
tipo 0: scuole con numero di presenze contemporanee fino a 100
persone;
tipo 1: scuole con numero di presenze contemporanee da 101 a 300
persone;
tipo 2: scuole con numero di presenze contemporanee da 301 a 500
persone;
tipo 3: scuole con numero di presenze contemporanee da 501 a 800
persone;
tipo 4: scuole con numero di presenze contemporanee da 801 a 1200
persone;
tipo 5: scuole con numero di presenze contemporanee oltre le 1200
persone.
Alle scuole di tipo «0º si applicano le particolari norme di
sicurezza di cui al successivo punto 11.
Ogni edificio, facente parte di un complesso scolastico purchè non
comunicante con altri edifici, rientra nella categoria riferita al
proprio affollamento.
2. Caratteristiche costruttive .
2.0. Scelta dell'area.
Gli edifici da adibire a scuole, non devono essere ubicati in
prossimità di attività che comportino gravi rischi di incendio e/o
di esplosione.
Per quanto riguarda la scelta del sito, devono essere tenute presenti
le disposizioni contenute nel decreto del Ministro dei lavori pubblici
18 dicembre 1975 ( Gazzetta Ufficiale n. 29 del 2 febbraio 1976).
2.1. Ubicazione.
I locali ad uso scolastico possono essere ubicati:
a ) in edifici indipendenti costruiti per tale specifica destinazione
ed isolati da altri;
b ) in edifici o locali esistenti, anche adiacenti, sottostanti o
sovrastanti ad altri aventi destinazione diversa, nel rispetto di
quanto specificato al secondo comma del punto 2.0, purchè le norme di
sicurezza relative alle specifiche attività non escludano la
vicinanza e/o la contiguità di scuole.
2.2. Accesso all'area.
Per consentire l'intervento dei mezzi di soccorso dei Vigili del fuoco
gli accessi all'area ove sorgono gli edifici oggetto delle presenti
norme devono avere i seguenti requisiti minimi:
larghezza: 3,50 m;
altezza libera: 4 m;
raggio di volta: 13 m;
pendenza: non superiore al 10%;
resistenza al carico: almeno 20 tonnellate (8 sull'asse anteriore e 12
sull'asse posteriore; passo 4 m).
2.3. Accostamento autoscale.
Per i locali siti ad altezza superiore a m 12 deve essere assicurata
la possibilità di accostamento all'edificio delle autoscale dei
Vigili del fuoco, sviluppate come da schema allegato (allegato 1),
almeno ad una qualsiasi finestra o balcone di ogni piano.
Qualora tale requisito non sia soddisfatto gli edifici di altezza fino
a 24 m devono essere dotati di scale protette e gli edifici di altezza
superiore, di scale a prova di fumo.
2.4. Separazioni.
Le attività scolastiche ubicate negli edifici e nei locali di cui
alla lettera b ) del punto 2.1 devono essere separati dai locali a
diversa destinazione, non pertinenti l'attività scolastica, mediante
strutture di caratteristiche almeno REI 120 senza comunicazioni.
Fanno eccezione le scuole particolari che per relazione diretta con
altre attività necessitano della comunicazione con altri locali (es.
scuole infermieri, scuole convitto, ecc.) per le quali è ammesso che
la comunicazione avvenga mediante filtro a prova di fumo.
Tali attività devono, comunque, avere accessi ed uscite indipendenti.
E' consentito che l'alloggio del custode, dotato di proprio accesso
indipendente, possa comunicare con i locali pertinenti l'attività
scolastica mediante porte di caratteristiche almeno REI 120.
3. Comportamento al fuoco .
3.0. Resistenza al fuoco delle strutture.
I requisiti di resistenza al fuoco degli elementi strutturali vanno
valutati secondo le prescrizioni e le modalità di prova stabilite
dalla circolare del Ministero dell'interno n. 91 del 14 settembre
1961, prescindendo dal tipo di materiale impiegato nella realizzazione
degli elementi medesimi (calcestruzzo, laterizi,
acciaio, legno massiccio, legno lamellare, elementi compositi).
Il dimensionamento degli spessori e delle protezioni da adottare, per
i vari tipi di materiali suddetti, nonchè la classificazione degli
edifici in funzione del carico di incendio, vanno determinati con le
tabelle e con le modalità specificate nella circolare n. 91 citata,
tenendo conto delle disposizioni contenute nel decreto ministeriale 6
marzo 1986 ( Gazzetta Ufficiale n. 60 del 13 marzo 1986) per quanto
attiene il calcolo del carico di incendio per locali aventi strutture
portanti in legno.
Le predette strutture dovranno comunque essere realizzate in modo da
garantire una resistenza al fuoco di almeno R 60 (strutture portanti)
e REI 60 (strutture separanti) per edifici con altezza antincendi fino
a 24 m; per edifici di altezza superiore deve essere garantita una
resistenza al fuoco di almeno R 90 (strutture portanti) e REI 90
(strutture separanti).
Per le strutture di pertinenza delle aree a rischio specifico devono
applicarsi le disposizioni emanate nelle relative normative.
3.1. Reazione al fuoco dei materiali.
Per la classificazione di reazione al fuoco dei materiali, si fa
riferimento al decreto ministeriale 26 giugno 1984 (Supplemento
ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 234 del 25 agosto 1984):
a ) negli atrii, nei corridoi, nei disimpegni, nelle scale, nelle
rampe, nei passaggi in genere, è consentito l'impiego dei materiali
di classe 1 in ragione del 50% massimo della loro superficie totale
(pavimento + pareti + soffitto + proiezioni orizzontali delle scale).
Per le restanti parti debbono essere impiegati materiali di classe 0;
b ) in tutti gli altri ambienti è consentito che le pavimentazioni
compresi i relativi rivestimenti siano di classe 2 e che gli altri
materiali di rivestimento siano di classe 1; oppure di classe 2 se in
presenza di impianti di spegnimento automatico asserviti ad impianti
di rivelazione incendi.
I rivestimenti lignei possono essere mantenuti in opera, tranne che
nelle vie di esodo e nei laboratori, a condizione che vengano
opportunamente trattati con prodotti vernicianti omologati di classe 1
di reazione al fuoco, secondo le modalità e le indicazioni contenute
nel decreto ministeriale 6 marzo 1992 ( Gazzetta Ufficiale n. 66 del
19 marzo 1992);
c ) i materiali di rivestimento combustibili, ammessi nelle varie
classi di reazione al fuoco debbono essere posti in opera in aderenza
agli elementi costruttivi, di classe 0 escludendo spazi vuoti o
intercapedini;
d ) i materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe le facce
(tendaggi, ecc.) devono essere di classe di reazione al fuoco non
superiore a 1.
4. Sezionamenti .
4.0. Compartimentazione.
Gli edifici devono essere suddivisi in compartimenti anche costituiti
da più piani, di superficie non eccedente quella indicata nella
tabella A.
Gli elementi costruttivi di suddivisione tra i compartimenti devono
soddisfare i requisiti di resistenza al fuoco indicati al punto 3.0.
Tabella A
Altezza antincendi
Massima superficie del compart. (m - )
fino a 12 m . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. 6.000
da 12 m a 24 m . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. 6.000
da oltre 24 m a 32 m . . . . . . . . . . . . . . .
. 4.000
da oltre 32 m a 54 m . . . . . . . . . . . . . . .
. 2.000
4.1. Scale.
Le caratteristiche di resistenza al fuoco dei vani scala devono essere
congrue con quanto previsto al punto 3.0.
La larghezza minima delle scale deve essere di m 1,20. Le rampe devono
essere rettilinee, non devono presentare restringimenti, devono avere
non meno di tre gradini e non più di quindici; i gradini devono
essere a pianta rettangolare, devono avere alzata e pedata costanti,
rispettivamente non superiore a 17 cm e non inferiore a 30 cm sono
ammesse rampe non rettilinee a condizione che vi siano pianerottoli di
riposo e che la pedata del gradino sia almeno 30 cm, misurata a 40 cm
dal montante centrale o dal parapetto interno.
Il vano scala, tranne quello a prova di fumo o a prova di fumo
interno, deve avere superficie netta di aerazione permanente in
sommità non inferiore ad 1 m . Nel vano di areazione è consentita
l'installazione di dispositivi per la protezione dagli agenti
atmosferici.
4.2. Ascensori e montacarichi.
Le caratteristiche di resistenza al fuoco dei vani ascensori devono
essere congrue con quanto previsto al punto 3.0.
Gli ascensori e montacarichi di nuova installazione debbono rispettare
le norme antincendio previste al punto 2.5 del decreto del Ministro
dell'interno del 16 maggio 1987, n. 246 (pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale del 27 giugno 1987, n. 148).
5. Misure per l'evacuazione in caso di emergenza .
5.0. Affollamento.
Il massimo affollamento ipotizzabile è fissato in:
aule: 26 persone/aula. Qualora le persone effettivamente presenti
siano numericamente diverse dal valore desunto dal calcolo effettuato
sulla base della densità di affollamento, l'indicazione del numero di
persone deve risultare da apposita dichiarazione rilasciata sotto la
responsabilità del titolare dell'attività;
aree destinate a servizi: persone effettivamente presenti + 20%;
refettori e palestre: densità di affollamento pari a 0,4 persone/m .
5.1. Capacità di deflusso.
La capacità di deflusso per gli edifici scolastici deve essere non
superiore a 60 per ogni piano.
5.2. Sistema di via di uscita.
Ogni scuola, deve essere provvista di un sistema organizzato di vie di
uscita dimensionato in base al massimo affollamento ipotizzabile in
funzione della capacità di deflusso ed essere dotata di almeno 2
uscite verso luogo sicuro.
Gli spazi frequentati dagli alunni o dal personale docente e non
docente, qualora distribuiti su più piani, devono essere dotati,
oltre che della scala che serve al normale afflusso, almeno di una
scala di sicurezza esterna o di una scala a prova di fumo o a prova di
fumo interna.
5.3. Larghezza delle vie di uscita.
La larghezza delle vie di uscita deve essere multipla del modulo di
uscita e non inferiore a due moduli (m 1,20).
La misurazione della larghezza delle singole uscite va eseguita nel
punto più stretto della luce.
Anche le porte dei locali frequentati dagli studenti devono avere,
singolarmente, larghezza non inferiore a m 1,20.
5.4. Lunghezza delle vie di uscita.
La lunghezza delle vie di uscita deve essere non superiore a 60 m e
deve essere misurata dal luogo sicuro alla porta più vicina allo
stesso di ogni locale frequentato dagli studenti o dal personale
docente e non docente.
5.5. Larghezza totale delle uscite di ogni piano.
La larghezza totale delle uscite di ogni piano è determinata dal
rapporto fra il massimo affollamento ipotizzabile e la capacità di
deflusso.
Per le scuole che occupano più di tre piani fuori terra, la larghezza
totale delle vie di uscita che immettono all'aperto, viene calcolata
sommando il massimo affollamento ipotizzabile di due piani
consecutivi, con riferimento a quelli aventi maggiore affollamento.
5.6. Numero delle uscite.
Il numero delle uscite dai singoli piani dell'edificio non deve essere
inferiore a due. Esse vanno poste in punti ragionevolmente
contrapposti.
Per ogni tipo di scuola i locali destinati ad uso collettivo (spazi
per esercitazioni, spazi per l'informazione ed attività
parascolastiche, mense, dormitori) devono essere dotati, oltre che
della normale porta di accesso, anche di almeno una uscita di
larghezza non inferiore a due moduli, apribile nel senso del
deflusso, con sistema a semplice spinta, che adduca in luogo
sicuro.
Le aule didattiche devono essere servite da una porta ogni 50 persone
presenti; le porte devono avere larghezza almeno di 1,20 ed aprirsi in
senso dell'esodo quando il numero massimo di persone presenti
nell'aula sia superiore a 25 e per le aule per esercitazione dove si
depositano e/o manipolano sostanze infiammabili o esplosive quando il
numero di persone presenti sia superiore a 5.
Le porte che si aprono verso corridoi interni di deflusso devono
essere realizzate in modo da non ridurre la larghezza utile dei
corridoi stessi.
6. Spazi a rischio specifico.
6.0. Classificazione.
Gli spazi a rischio specifico sono così classificati:
spazi per esercitazioni;
spazi per depositi;
servizi tecnologici;
spazi per l'informazione e le attività parascolastiche;
autorimesse;
spazi per servizi logistici (mense, dormitori).
6.1. Spazi per esercitazioni.
Vengono definiti spazi per esercitazioni tutti quei locali ove si
svolgano prove, esercitazioni, sperimentazioni, lavori, ecc. connessi
con l'attività scolastica.
Gli spazi per le esercitazioni ed i locali per depositi annessi devono
essere ubicati ai piani fuori terra o al 1º interrato, fatta
eccezione per i locali ove vengono utilizzati gas combustibili con
densità superiore a 0,8 che devono essere ubicati ai piani fuori
terra senza comunicazioni con i piani interrati.
Indipendentemente dal tipo di materiale impiegato nella realizzazione,
le strutture di separazione devono avere caratteristiche di resistenza
al fuoco valutate secondo le prescrizioni e le modalità di prova
stabilite nella circolare del Ministero dell'interno n. 91 del 14
settembre 1961.
Il dimensionamento degli spessori e delle protezioni da adottare per i
vari tipi di materiali nonchè la classificazione dei locali in
funzione del carico di incendio, vanno determinati con le tabelle e
con le modalità specificate nella circolare n. 91 citata.
Le predette strutture dovranno comunque essere realizzate in modo da
garantire una resistenza al fuoco di almeno REI 60.
Le comunicazioni tra il locale per esercitazioni ed il locale deposito
annesso, devono essere munite di porte dotate di chiusura automatica
aventi resistenza al fuoco almeno REI 60.
Nei locali dove vengono utilizzate e depositate sostanze radioattive
e/o macchine radiogene è fatto divieto di usare o depositare
materiali infiammabili.
Detti locali debbono essere realizzati in modo da consentire la più
agevole decontaminazione ed essere predisposti per la raccolta ed il
successivo allontanamento delle acque di lavaggio o di estinzione di
princìpi di incendio.
Gli spazi per le esercitazioni dove vengono manipolate sostanze
esplosive e/o infiammabili devono essere provvisti di aperture di
aerazione, permanente, ricavate su pareti attestate all'esterno di
superficie pari ad 1/20 della superficie in pianta del locale.
Qualora vengano manipolati gas aventi densità superiore a 0,8 delle
predette aperture di aerazione, almeno 1/3 della superficie
complessiva deve essere costituito da aperture, protette con
grigliatura metallica, situate nella parte inferiore della parete
attestata all'esterno e poste a filo pavimento.
Le apparecchiature di laboratorio alimentate a combustibile gassoso
devono avere ciascun bruciatore dotato di dispositivo automatico di
sicurezza totale che intercetti il flusso del gas in mancanza di
fiamma.
6.2. Spazi per depositi.
Vengono definiti «spazi per deposito o magazzinoº tutti quegli
ambienti destinati alla conservazione di materiali per uso didattico e
per i servizi amministrativi.
I depositi di materiali solidi combustibili possono essere ubicati ai
piani fuori terra o ai piani 1º e 2º interrati.
Indipendentemente dal tipo di materiale impiegato nella realizzazione
le strutture di separazione devono avere caratteristiche di resistenza
al fuoco valutate secondo le prescrizioni e le modalità di prova
stabilite nella circolare del Ministero dell'interno n. 91 del 14
settembre 1961.
Il dimensionamento degli spessori e delle protezioni da adottare per i
vari tipi di materiali nonchè la classificazione dei depositi in
funzione del carico di incendio, vanno determinati secondo le tabelle
e con le modalità specificate nella circolare n. 91 citata.
Le predette strutture dovranno comunque essere realizzate in modo da
garantire una resistenza al fuoco di almeno REI 60.
L'accesso al deposito deve avvenire tramite porte almeno REI 60 dotate
di congedo di autochiusura.
La superficie massima lorda di ogni singolo locale non può essere
superiore a:
1000 m per i piani fuori terra;
500 m per i piani 1º e 2º interrato.
I suddetti locali devono avere apertura di aerazione di superficie non
inferiore ad 1/40 della superficie in pianta, protette da robuste
griglie a maglia fitta.
Il carico di incendio di ogni singolo locale non deve superare i 30
kg/m ; qualora venga superato il suddetto valore, nel locale dovrà
essere installato un impianto di spegnimento a funzionamento
automatico.
Ad uso di ogni locale dovrà essere previsto almeno un estintore, di
tipo approvato, di capacità estinguente non inferiore a 21 A, ogni
200 m di superficie.
I depositi di materiali infiammabili liquidi e gassosi devono essere
ubicati al di fuori del volume del fabbricato; lo stoccaggio, la
distribuzione e l'utilizzazione di tali materiali devono essere
eseguiti in conformità delle norme e dei criteri tecnici di
prevenzione incendi. Ogni deposito dovrà essere dotato di almeno un
estintore di tipo approvato, di capacità estinguente non inferiore a
21 A, 89 B, C ogni 150 m di superficie.
Per esigenze didattiche ed igienico-sanitarie è consentito detenere
complessivamente, all'interno del volume dell'edificio, in armadi
metallici dotati di bacino di contenimento, 20 l di liquidi
infiammabili.
6.3. Servizi tecnologici .
6.3.0. Impianti di produzione di calore.
Per gli impianti di produzione di calore valgono le disposizioni di
prevenzione incendi in vigore.
E' fatto divieto di utilizzare stufe funzionanti a combustibile
liquido o gassoso, per il riscaldamento di ambienti.
6.3.1. Impianti di condizionamento e di ventilazione.
Gli eventuali impianti di condizionamento e di ventilazione possono
essere centralizzati o localizzati.
Nei gruppi frigoriferi devono essere utilizzati come fluidi
frigorigeni prodotti non infiammabili.
Negli impianti centralizzati di condizionamento aventi potenza
superiore a 75 kW i gruppi frigoriferi devono essere installati in
locali appositi, così come le centrali di trattamento aria superiori
a 50.000 mc/h (portata volumetrica).
Le strutture di separazione devono presentare resistenza al fuoco non
inferiore a REI 60 e le eventuali comunicazioni in esse praticate
devono avvenire tramite porte di caratteristiche almeno REI 60 dotate
di congegno di autochiusura.
Le condotte non devono attraversare:
luoghi sicuri, che non siano a cielo libero;
vie di uscita;
locali che presentino pericolo di incendio, di esplosione e di
scoppio.
L'attraversamento può tuttavia essere ammesso se le condotte sono
racchiuse in strutture resistenti al fuoco di classe almeno pari a
quella del vano attraversato.
Qualora le condotte debbano attraversare strutture che delimitano i
compartimenti, nelle condotte deve essere installata, in
corrispondenza degli attraversamenti almeno una serranda resistente al
fuoco REI 60.
6.3.1.1. Dispositivo di controllo.
a ) Comando manuale - Ogni impianto deve essere dotato di un
dispositivo di comando manuale, situato in un punto facilmente
accessibile, per l'arresto dei ventilatori in caso di incendio.
b ) Dispositivi automatici termostatici - Gli impianti, a ricircolo di
aria, di potenzialità superiore a 20.000 mc/h devono essere provvisti
di dispositivi termostatici di arresto automatico dei ventilatori in
caso di aumento anormale della temperatura nelle condotte.
Tali dispositivi, tarati a 70 ºC, devono essere installati in punti
adatti, rispettivamente delle condotte dell'aria di ritorno (prima
della miscelazione con l'aria esterna) e della condotta principale di
immissione dell'aria.
Inoltre l'intervento di tali dispositivi, non deve consentire la
rimessa in moto dei ventilatori senza l'intervento manuale.
c ) Dispositivi automatici di rilevazione dei fumi.
Gli impianti, a ricircolo d'aria, di potenzialità superiore a 50.000
mc/h devono essere muniti di rilevatori di fumo, in sostituzione dei
dispositivi termostatici previsti nel precedente comma, che comandino
l'arresto dei ventilatori.
L'intervento di tali dispositivi non deve consentire la rimessa in
marcia dei ventilatori senza l'intervento manuale dell'operatore.
6.3.2. Condizionamento localizzato.
E' consentito il condizionamento dell'aria a mezzo di armadi
condizionatori a condizione che il fluido refrigerante non sia
infiammabile.
6.3.4. Impianti centralizzati per la produzione di aria compressa.
Detti impianti, se di potenza superiore a 10 kW, devono essere
installati in locali aventi almeno una parete attestata verso
l'esterno ovvero su intercapedine grigliata, muniti di superficie di
sfogo non inferiore a 1/15 della superficie in pianta del locale.
6.4. Spazi per l'informazione e le attività parascolastiche.
Vengono definiti «spazi destinati all'informazione ed alle attività
parascolastiche, i seguenti locali:
auditori;
aule magne;
sale per rappresentazioni.
Detti spazi devono essere ubicati in locali fuori terra o al 1º
interrato fino alla quota massima di --7,50 m; se la capienza supera
le cento persone e vengono adibiti a manifestazioni non scolastiche,
si applicano le norme di sicurezza per i locali di pubblico
spettacolo. Qualora, per esigenze di carattere funzionale, non fosse
possibile rispettare le disposizioni sull'isolamento previste dalle
suddette norme, le manifestazioni in argomento potranno essere svolte
a condizione che non si verifichi contemporaneità con l'attività
scolastica; potranno essere ammesse comunicazioni unicamente nel
rispetto delle disposizioni di cui al punto 2.4.
6.5. Autorimesse.
Detti locali devono rispondere ai requisiti di sicurezza stabiliti
dalle specifiche norme tecniche in vigore.
6.6. Spazi per servizi logistici .
6.6.1. Mense.
Locali destinati alla distribuzione e/o consumazione dei pasti.
Nel caso in cui a tali locali sia annessa la cucina e/o il lavaggio
delle stoviglie con apparecchiature alimentate a combustibile liquido
o gassoso, agli stessi si applicano le specifiche normative di
sicurezza vigenti.
6.6.2. Dormitori.
Locali destinati all'alloggiamento ad esclusivo uso del complesso
scolastico.
Essi devono rispondere alle vigenti disposizioni di sicurezza emanate
dal Ministero dell'interno per le attività alberghiere.
7. Impianti elettrici .
7.0. Generalità.
Gli impianti elettrici del complesso scolastico devono essere
realizzati in conformità ai disposti di cui alla legge 1º marzo
1968, n. 186.
Ogni scuola deve essere munita di interruttore generale, posto in
posizione segnalata, che permetta di togliere tensione all'impianto
elettrico dell'attività; tale interruttore deve essere munito di
comando di sgancio a distanza, posto nelle vicinanze dell'ingresso o
in posizione presidiata.
7.1. Impianto elettrico di sicurezza.
Le scuole devono essere dotate di un impianto di sicurezza alimentato
da apposita sorgente, distinta da quella ordinaria.
L'impianto elettrico di sicurezza deve alimentare le seguenti
utilizzazioni, strettamente connesse con la sicurezza delle persone:
a ) illuminazione di sicurezza, compresa quella indicante i passaggi,
le uscite ed i percorsi delle vie di esodo che garantisca un livello
di illuminazione non inferiore a 5 lux;
b ) impianto di diffusione sonora e/o impianto di allarme.
Nessun'altra apparecchiatura può essere collegata all'impianto
elettrico di sicurezza.
L'alimentazione dell'impianto di sicurezza deve potersi inserire anche
con comando a mano posto in posizione conosciuta dal personale.
L'autonomia della sorgente di sicurezza non deve essere inferiore ai
30'.
Sono ammesse singole lampade o gruppi di lampade con alimentazione
autonoma.
Il dispositivo di carica degli accumulatori, qualora impiegati, deve
essere di tipo automatico e tale da consentire la ricarica completa
entro 12 ore.
8. Sistemi di allarme .
8.0. Generalità.
Le scuole devono essere munite di un sistema di allarme in grado di
avvertire gli alunni ed il personale presenti in caso di pericolo.
Il sistema di allarme deve avere caratteristiche atte a segnalare il
pericolo a tutti gli occupanti il complesso scolastico ed il suo
comando deve essere posto in locale costantemente presidiato durante
il funzionamento della scuola.
8.1. Tipo di impianto.
Il sistema di allarme può essere costituito, per le scuole di tipo
0-1-2, dallo stesso impianto a campanelli usato normalmente per la
scuola, purchè venga convenuto un particolare suono.
Per le scuole degli altri tipi deve essere invece previsto anche un
impianto di altoparlanti.
9. Mezzi ed impianti fissi di protezione ed estinzione degli incendi.
9.0. Generalità.
Ogni tipo di scuola deve essere dotato di idonei mezzi antincendio
come di seguito precisato.
9.1. Rete idranti.
Le scuole di tipo 1-2-3-4-5, devono essere dotate di una rete idranti
costituita da una rete di tubazioni realizzata preferibilmente ad
anello ed almeno una colonna montante in ciascun vano scala
dell'edificio; da essa deve essere derivato ad ogni piano, sia fuori
terra che interrato, almeno un idrante con attacco UNI 45 a
disposizione per eventuale collegamento di tubazione flessibile o
attacco per naspo.
La tubazione flessibile deve essere costituita da un tratto di tubo,
di tipo approvato, con caratteristiche di lunghezza tali da consentire
di raggiungere col getto ogni punto dell'area protetta.
Il naspo deve essere corredato di tubazione semirigida con diametro
minimo di 25 mm e anch'esso di lunghezza idonea a consentire di
raggiungere col getto ogni punto dell'area protetta.
Tale idrante deve essere installato nel locale filtro, qualora la
scala sia a prova di fumo interna.
Al piede di ogni colonna montante, per edifici con oltre 3 piani fuori
terra, deve essere installato un idoneo attacco di mandata per
autopompa.
Per gli altri edifici è sufficiente un solo attacco per autopompa per
tutto l'impianto.
L'impianto deve essere dimensionato per garantire una portata minima
di 360 l/min per ogni colonna montante e, nel caso di più colonne, il
funzionamento contemporaneo di almeno 2 colonne.
L'alimentazione idrica deve essere in grado di assicurare l'erogazione
ai 3 idranti idraulicamente più sfavoriti, di 120 l/min cad., con una
pressione residua al bocchello di 1,5 bar per un tempo di almeno 60
min.
Qualora l'acquedotto non garantisca le condizioni di cui al punto
precedente dovrà essere installata una idonea riserva idrica
alimentata da acquedotto pubblico e/o da altre fonti.
Tale riserva deve essere costantemente garantita.
Le elettropompe di alimentazione della rete antincendio devono essere
alimentate elettricamente da una propria linea preferenziale.
Nelle scuole di tipo 4 e 5, i gruppi di pompaggio della rete
antincendio devono essere costituiti da due pompe, una di riserva
all'altra, alimentate da fonti di energia indipendenti (ad esempio
elettropompa e motopompa o due elettropompe).
L'avviamento dei gruppi di pompaggio deve essere automatico.
Le tubazioni di alimentazione e quelle costituenti la rete devono
essere protette dal gelo, da urti e dal fuoco.
Le colonne montanti possono correre, a giorno o incassate, nei vani
scale oppure in appositi alloggiamenti resistenti al fuoco REI 60.
9.2. Estintori.
Devono essere installati estintori portatili di capacità estinguente
non inferiore 13 A, 89 B, C di tipo approvato dal Ministero
dell'interno in ragione di almeno un estintore per ogni 200 m2 di
pavimento o frazione di detta superficie, con un minimo di due
estintori per piano.
9.3. Impianti fissi di rilevazione e/o di estinzione degli incendi.
Limitatamente agli ambienti o locali il cui carico d'incendio superi i
30 kg/m2, deve essere installato un impianto di rivelazione automatica
d'incendio, se fuori terra, o un impianto di estinzione ad attivazione
automatica, se interrato.
10. Segnaletica di sicurezza.
Si applicano le vigenti disposizioni sulla segnaletica di sicurezza,
espressamente finalizzata alla sicurezza antincendi, di cui al decreto
del Presidente della Repubblica 8 giugno 1982, n. 524 ( Gazzetta
Ufficiale n. 218 del 10 agosto 1982).
11. Norme di sicurezza per le scuole di tipo «0º.
Le strutture orizzontali e verticali devono avere resistenza al fuoco
non inferiore a REI 30.
Gli impianti elettrici devono essere realizzati a regola d'arte in
conformità alla legge n. 186 del 1º marzo 1968.
Deve essere assicurato, per ogni eventuale caso di emergenza, il
sicuro esodo degli occupanti la scuola.
Devono essere osservate le disposizioni contenute nei punti 3.1, 9.2,
10, 12.1, 12.2, 12.4, 12.6, 12.7, 12.8, 12.9.
12. Norme di esercizio.
A cura del titolare dell'attività dovrà essere predisposto un
registro dei controlli periodici ove sono annotati tutti gli
interventi ed i controlli relativi all'efficienza degli impianti
elettrici, dell'illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio,
dei dispositivi di sicurezza e di controllo, delle aree a rischio
specifico e dell'osservanza della limitazione dei carichi
d'incendio nei vari ambienti dell'attività.
Tale registro deve essere mantenuto costantemente aggiornato e
disponibile per i controlli da parte dell'autorità competente.
12.0. Deve essere predisposto un piano di emergenza e devono essere
fatte prove di evacuazione, almeno due volte nel corso dell'anno
scolastico.
12.1. Le vie di uscita devono essere tenute costantemente sgombre da
qualsiasi materiale.
12.2. é fatto divieto di compromettere la agevole apertura e
funzionalità dei serramenti delle uscite di sicurezza, durante i
periodi di attività della scuola, verificandone l'efficienza prima
dell'inizio delle lezioni.
12.3. Le attrezzature e gli impianti di sicurezza devono essere
controllati periodicamente in modo da assicurarne la costante
efficienza.
12.4. Nei locali ove vengono depositate o utilizzate sostanze
infiammabili o facilmente combustibili è fatto divieto di fumare o
fare uso di fiamme libere.
12.5. I travasi di liquidi infiammabili non possono essere effettuati
se non in locali appositi e con recipienti e/o apparecchiature di tipo
autorizzato.
12.6. Nei locali della scuola, non appositamente all'uopo destinati,
non possono essere depositati e/o utilizzati recipienti contenenti gas
compressi e/o liquefatti. I liquidi infiammabili o facilmente
combustibili e/o le sostanze che possono comunque emettere vapori o
gas infiammabili, possono essere tenuti in quantità strettamente
necessarie per esigenze igienico-sanitarie e per l'attività didattica
e di ricerca in corso come previsto al punto 6.2.
12.7. Al termine dell'attività didattica o di ricerca,
l'alimentazione centralizzata di apparecchiature o utensili con
combustibili liquidi o gassosi deve essere interrotta azionando le
saracinesche di intercettazione del combustibile, la cui ubicazione
deve essere indicata mediante cartelli segnaletici facilmente
visibili.
12.8. Negli archivi e depositi, i materiali devono essere depositati
in modo da consentire una facile ispezionabilità, lasciando corridoi
e passaggi di larghezza non inferiore a 0,90 m.
12.9. Eventuali scaffalature dovranno risultare a distanza non
inferiore a m 0,60 dall'intradosso del solaio di copertura.
12.10. Il titolare dell'attività deve provvedere affinchè nel corso
della gestione non vengano alterate le condizioni di sicurezza. Egli
può avvalersi per tale compito di un responsabile della sicurezza, in
relazione alla complessità e capienza della struttura scolastica.
13. Norme transitorie.
Negli edifici esistenti, entro cinque anni dall'entrata in vigore del
presente decreto, devono essere attuate le prescrizioni contenute
negli articoli seguenti:
scuole realizzate successivamente all'entrata in vigore del decreto
ministeriale 18 dicembre 1975: 2.4, 3, 4, 5, 6.1, 6.2, 6.3, 6.4,
6.5, 6.6, 7, 8, 9, 10, 12;
scuole preesistenti alla data di entrata in vigore del decreto
ministeriale 18 dicembre 1975: 2.4, 3.1, 5 (5.5 larghezza totale
riferita al solo piano di massimo affollamento), 6.1, 6.2, 6.3.0, 6.4,
6.5, 6.6, 7, 8, 9, 10, 12.
14. Deroghe.
Nei casi in cui per particolari motivi tecnici o per speciali esigenze
funzionali, non fosse possibile attuare qualcuna delle prescrizioni
contenute nella presente normativa, il titolare della gestione della
scuola può avanzare motivata richiesta di deroga in base all'art. 21
del decreto del Presidente della Repubblica n. 577 del 29 luglio 1982
e secondo le procedure indicate nello stesso articolo.
Le istanze devono essere redatte in carta legale e corredate di
grafici e di relazione tecnica che illustri, sotto l'aspetto
antincendio, le caratteristiche dell'edificio e le misure alternative
proposte al fine di garantire un grado di sicurezza equivalente a
quello previsto dalle norme a cui si intende derogare.
*Sono approvate le norme di prevenzione incendi per l'edilizia
scolastica contenute in allegato al presente decreto.
Il presente decreto entra in vigore il 1° ottobre 1992*
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