I
programmi della Scuola Elementare
D.P.R. 12 febbraio 1985, n 104
PREMESSA
GENERALE
PROGRAMMAZIONE
DIDATTICA ED ORGANIZZAZIONE DIDATTICA
LINGUA
ITALIANA
MATEMATICA
EDUCAZIONE
MOTORIA
EDUCAZIONE
ALL'IMMAGINE
GEOGRAFIA
LINGUA
STRANIERA
EDUCAZIONE
AL SUONO E ALLA MUSICA
SCIENZE
RELIGIONE
STORIA
PREMESSA
GENERALE
I
PARTE
CARATTERI
E FINI DELLA SCUOLA ELEMENTARE
Il
dettato costituzionale
La scuola
elementare ha per suo fine la formazione dell'uomo e del cittadino nel
quadro dei principi affermati dalla Costituzione della Repubblica; essa
si ispira, altresì, alle dichiarazioni internazionali dei diritti
dell'uomo e del fanciullo e opera per la comprensione e la cooperazione
con gli altri popoli.
La scuola elementare che ha per compito anche la promozione della prima
alfabetizzazione culturale, costituisce una delle formazioni sociali
basilari per lo sviluppo della personalità del fanciullo, dà un
sostanziale contributo a rimuovere "gli ostacoli di ordine
economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza
dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana"
(art. 3 Cost.) e pone le premesse all'esercizio effettivo del
diritto-dovere di partecipare alla vita sociale e di "svolgere,
secondo le proprie possibilità e le proprie scelte, un'attività o una
funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società"
(art. 4 Cost.).
Scuola
elementare e continuità educativa
La scuola
elementare attua il suo compito nell'ambito della "istruzione
inferiore, impartita per almeno otto anni, obbligatoria e gratuita"
(art. 34 della Costituzione).
La scuola elementare contribuisce, in ragione delle sue specifiche
finalità educative e didattiche, anche mediante momenti di raccordo
pedagogico, curricolare ed organizzativo con la scuola materna e con la
scuola media, a promuovere la continuità del processo educativo,
condizione questa essenziale per assicurare agli alunni il positivo
conseguimento delle finalità dell'istruzione obbligatoria.
In questa prospettiva un ruolo fondamentale compete anche alla scuola
materna, che, integrando l'azione della famiglia, concorre, con
appropriata azione didattica, a favorire condizioni educative e di
socializzazione idonee ad eliminare, quanto più possibile,
disuguaglianze di opportunità nel processo di scolarizzazione.
PRINCIPI
E FINI DELLA SCUOLA ELEMENTARE
Scuola,
famiglia, partecipazione
La scuola
elementare riconosce di non esaurire tutte le funzioni educative:
pertanto, nell'esercizio della propria responsabilità e nel quadro
della propria autonomia funzionale favorisce, attraverso la
partecipazione democratica prevista dalle norme sugli organi collegiali,
l'interazione formativa con la famiglia, quale sede primaria
dell'educazione del fanciullo e con la più vasta comunità sociale.
La scuola elementare valorizza nella programmazione educativa e
didattica, le risorse culturali e ambientali e strumentali offerte dal
territorio e dalle strutture in esso operanti, e nello stesso tempo
educa il fanciullo a cogliere il valore dei processi innovativi come
fattori di progresso della storia.
La vita scolastica ed extra scolastica ed i mezzi di comunicazione di
massa offrono occasioni continue di un confronto vario e pluralistico.
Sin dalla prima infanzia il fanciullo è coinvolto in una realtà
sociale caratterizzata da rapidi e profondi processi di mutamento dei
costumi, da atteggiamenti, comportamenti individuali e collettivi che lo
stimolano ad interrogarsi, rendendo forte l'esigenza di conoscere
adeguatamente e di comprendere nella sua complessità la realtà che lo
circonda.
La scuola, rispettando le scelte educative della famiglia, costituisce
un momento di riflessione aperta, ove si incontrano esperienze diverse;
essa aiuta il fanciullo a superare i punti di vista egocentrici e
soggettivi, così come ogni giudizio sommario che privilegi in maniera
esclusiva un punto di vista e un gruppo sociale a scapito d'altri.
Educazione
alla convivenza democratica
Il
fanciullo sarà portato a rendersi conto che "tutti i cittadini
hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni personali e sociali" (art. 3 Cost.).
La scuola è impegnata ad operare perché questo fondamentale principio
della convivenza democratica non inteso come passiva indifferenza e
sollecita gli alunni a divenire consapevoli delle proprie idee e
responsabili delle proprie azioni, alla luce dei criteri di condotta
chiari e coerenti che attuino valori riconosciuti.
Il fanciullo, quando inizia la sua esperienza scolastica, ha già
cumulato un patrimonio di valori e di esperienze relative a
comportamenti familiari, civici, religiosi, morali e sociali.
La scuola, nel corretto uso del suo spazio educativo e nel rispetto di
quello della famiglia e delle altre possibilità di esperienze
educative, ha il compito di sostenere l'alunno nella progressiva
conquista della sua autonomia di giudizio, di scelte e di assunzione di
impegni e nel suo inserimento attivo nel mondo delle relazioni
interpersonali, sulla base dell'accettazione e del rispetto dell'altro,
del dialogo, della partecipazione al bene comune.
Ciò comporta che gli insegnanti in primo luogo stimolino le energie
interiori del fanciullo per promuovere una produttiva riflessione sulle
concrete esperienze della vita ed in particolare su quelle concernenti i
rapporti umani.
In relazione alle complessive finalità educative la scuola deve operare
perché il fanciullo:
-
prenda
consapevolezza del valore della coerenza tra l'ideale assunto e la
sua realizzazione di un impegno anche personale;
-
abbia
più ampie occasioni di iniziativa, decisione, responsabilità
personale ed autonomia e possa sperimentare progressivamente forme
di lavoro di gruppo e di vicendevole aiuto e sostegno, anche per
prendere chiara coscienza della differenza fra "solidarietà
attiva" con il gruppo e "cedimento passivo" alla
pressione di gruppo, tra la capacità di conservare indipendenza di
giudizio ed il conformismo, tra il chiedere giustizia ed il farsi
giustizia da sé;
-
abbia
basilare consapevolezza delle varie forme di "diversità e di
emarginazione" allo scopo di prevenire e contrastare la
formazione di stereotipi e pregiudizi nei confronti di persone e
culture;
-
sia
sensibile ai problemi della salute e dell'igiene personale, del
rispetto dell'ambiente naturale e del corretto atteggiamento verso
gli esseri viventi, della conservazione di strutture e servizi di
pubblica utilità (a cominciare da quelle scolastiche), del
comportamento stradale, del risparmio energetico;
-
sia
progressivamente guidato ad ampliare l'orizzonte culturale e sociale
oltre la realtà ambientale più prossima, per riflettere, anche
attingendo agli strumenti della comunicazione sociale, sulla realtà
culturale e sociale più vasta, in uno spirito di comprensione e di
cooperazione internazionale, con particolare riferimento alla realtà
europea ed al suo processo di integrazione.
La scuola
elementare, nell'accogliere tutti i contenuti di esperienze di cui
l'alunno è portatore, contribuisce alla formazione di un costume di
reciproca comprensione e di rispetto anche in materia di credo
religioso.
La scuola statale non ha un proprio credo da proporre né un
agnosticismo da privilegiare.
Essa riconosce il valore della realtà religiosa come un dato
storicamente, culturalmente e moralmente incarnato nella realtà sociale
di cui il fanciullo ha esperienza ed, in quanto tale, la scuola ne fa
oggetto di attenzione nel complesso della sua attività educativa,
avendo riguardo per l'esperienza religiosa che il fanciullo vive nel
proprio ambito familiare ed in modo da maturare sentimenti e
comportamenti di rispetto delle diverse posizioni in materia di
religione e di rifiuto di ogni forma di discriminazione.
II
PARTE
UNA
SCUOLA ADEGUATA ALLE ESIGENZE FORMATIVE DEL FANCIULLO
La
creatività come potenziale educativo
La scuola
concorre a sviluppare la potenziale creatività del fanciullo. Due
aspetti di essa devono essere sottolineati in modo particolare. Il primo
riguarda la necessità che le funzioni motorie, cognitive ed affettive
giungano ad operare progressivamente e puntualmente in modo sinergico,
suscitando nel fanciullo il gusto di un impegno dinamico nel quale si
esprime tutta la personalità. Il secondo riguarda la necessità di non
ridurre la creatività alle sole attività espressive, ma di coglierne
il potere produttivo nell'ambito delle conoscenze in via di elaborazione
nei processi di ricerca.
L'attenzione alla creatività rappresenta, in sostanza, l'esigenza di
promuovere nel fanciullo la consapevolezza delle proprie possibilità e
la "consapevolezza di sé", come progressiva capacità di
autonoma valutazione dell'uso delle conoscenze sul piano personale e
sociale.
La
scuola come ambiente educativo di apprendimento
La scuola
elementare, il cui intervento è intenzionale e sistematico, realizza il
suo compito specifico di alfabetizzazione culturale partendo
dall'orizzonte di esperienze e di interessi del fanciullo per renderlo
consapevole del suo rapporto con un sempre più vasto tessuto di
relazioni e di scambi.
La scuola elementare promuove l'acquisizione di tutti i fondamentali
tipi di linguaggio e un primo livello di padronanza dei quadri
concettuali, delle abilità, delle modalità di indagine essenziali alla
comprensione del mondo umano, naturale e artificiale.
Essenziale a tal fine è anche la realizzazione di un clima sociale
positivo nella vita quotidiana della scuola, organizzando forme di
lavoro di gruppo e di aiuto reciproco e favorendo l'iniziativa,
l'autodecisione, la responsabilità personale degli alunni.
Sono queste le condizioni necessarie perché ogni alunno viva la scuola
come "ambiente educativo di apprendimento", nel quale maturare
progressivamente la propria capacità di azione diretta, di
progettazione e verifica, di esplorazione, di riflessione e di studio
individuale.
Pertanto, le sollecitazioni culturali, operative e sociali offerte dalla
scuola elementare promuovono la progressiva costruzione della capacità
di pensiero riflesso e critico, potenziando nel contempo creatività,
divergenza e autonomia di giudizio, sulla base di un adeguato equilibrio
affettivo e sociale e di una positiva immagine di sé.
La scuola elementare pone così le basi cognitive e socio-emotive
necessarie per la partecipazione sempre più consapevole alla cultura e
alla vita sociale, basi che si articolano, oltre che nelle conoscenze e
nelle competenze prima indicate, anche nella motivazione a capire ed a
operare costruttivamente, nella progressiva responsabilizzazione
individuale e sociale, nel rispetto delle regole di convivenza, nella
capacità di pensare il futuro per prevedere, prevenire, progettare,
cambiare e verificare.
Per questo la scuola elementare, nell'adempiere il suo compito
specifico, è scuola che realizza concretamente il rapporto fra
istruzione ed educazione.
Diversità
e uguaglianza
Per
assicurare la continuità dello sviluppo individuale delle esperienze
educative precedenti, la scuola elementare è impegnata a conoscere e
valorizzare le attitudini individuali, le conoscenze acquisite da ogni
alunno (anche attraverso i mezzi di comunicazione di massa) e le
sicurezze raggiunte sul piano affettivo, psicologico e sociale.
Pertanto è essenziale, per procedere al loro potenziamento, accertare
fin dai primi giorni le abilità di base esistenti, relative al piano
percettivo, psicomotorio e manipolativo, ai processi di simbolizzazione,
alle competenze logiche, espressive, comunicative e sociali, alla
rappresentazione grafica, spaziale e ritmica, ecc. Eventuali difficoltà
e ritardi richiedono l'utilizzazione di tutti i canali della
comunicazione oltre a quella verbale, per perseguire, attraverso una
appropriata metodologia, una sostanziale equivalenza di risultati.
E' dovere della scuola elementare evitare, per quanto possibile, che le
"diversità", si trasformino in difficoltà di apprendimento
ed in problemi di comportamento, poiché ciò quasi sempre prelude a
fenomeni di insuccesso e di mortalità scolastica e conseguentemente a
disuguaglianze sul piano sociale e civile.
Alunni in
difficoltà di apprendimento ed integrazione di soggetti portatori di
handicap
L'esercizio
del diritto all'educazione ed all'istruzione nell'ambito dell'istruzione
obbligatoria non può essere impedito dalla presenza di difficoltà
nell'apprendimento scolastico, sia esso legato a situazioni di handicap
o di svantaggio che, peraltro, non vanno tra loro confuse.
La condizione di svantaggio è legata a carenze familiari ed affettive,
a situazioni di disagio economico e sociale, a divari culturali e
linguistici dovuti a scarsità di stimolazioni intellettuali. La
programmazione educativa e didattica dovrà,
quindi, articolarsi e svilupparsi in modo da prevedere la costruzione e
la realizzazione di percorsi individuali di apprendimento scolastico
che, considerando con particolare accuratezza i livelli di partenza,
ponga una progressione di traguardi orientati, da verificare in itinere.
Il processo di integrazione di alunni portatori di handicap, soprattutto
se gravi, esige non tanto una "certificazione medica" quanto
la possibilità per la scuola di affrontare il processo educativo
didattico, sulla base di una "diagnosi funzionale" predisposta
da servizi specialistici.
La diagnosi funzionale deve porre in evidenza le principali aree di
potenzialità e di carenza presenti nella fase di sviluppo osservata,
cosicché gli interventi da attivare nel quadro della programmazione
educativo-didattica, di competenza dei docenti, siano i più idonei a
corrispondere ai bisogni ed alle potenzialità del singolo soggetto;
tali interventi devono mirare a promuovere il massimo di autonomia, di
acquisizione di competenze e di abilità espressive e comunicative e,
fin dove è possibile, il possesso di basilari strumenti linguistici e
matematici.
In ogni caso, l'obiettivo dell'apprendimento non può mai essere
disatteso e tanto meno sostituito da una semplice socializzazione
"in presenza", perché il processo di socializzazione è in
larga misura una questione di apprendimento, e perché la mancanza di
corretti interventi di promozione dello sviluppo potrebbe produrre
ulteriori forme di emarginazione.
L'alunno in situazioni di handicap pone alla scuola una domanda più
complessa di aiuto educativo e di sostegno didattico.
Mentre per la maggior parte dei soggetti può essere sufficiente il
potenziamento, l'affinamento e la differenziazione della prassi
didattica, per un minor numero di alunni in condizione di particolare
gravità sono necessari interventi qualificati di didattica
differenziata, integrata da sostegni terapeutico-riabilitativi. In
questo quadro la scuola deve potersi avvalere della collaborazione di
specialisti, nonché di servizi e di strutture stabilmente disponibili
sul territorio.
E' necessario, in questi casi, che al suo lavoro si accompagnino lo
sforzo solidale della famiglia e l'azione concorde di un sistema
socio-sanitario che realizzi forme di prevenzione, di intervento precoce
e di assistenza.
Per disabilità collegate ad handicap particolarmente gravi è opportuno
prevedere, nell'ambito di uno stesso distretto, il funzionamento di
centri adeguatamente attrezzati al fine di consentire interventi
specificamente mirati da realizzare in stretta collaborazione tra
scuola, strutture sanitarie del territorio e istituzioni specializzate.
La valutazione dei risultati scolastici degli alunni portatori di
handicap non può che essere rapportata ai ritmi ed agli obiettivi
formativi individualizzati perseguiti nell'azione didattica.
Comunque, l'esperienza scolastica dell'alunno in situazioni di handicap
dovrebbe potersi sviluppare secondo un percorso unitario e
fondamentalmente continuo, quanto più possibile in armonia con i ritmi
di maturazione e di apprendimento propri del soggetto.
III
PARTE
PROGRAMMA
E PROGRAMMAZIONE
Le
linee del programma
Per
attuare i suoi compiti la scuola elementare si organizza in modo
funzionale rispetto agli obiettivi educativi da perseguire; pertanto,
mentre segue le linee di un programma che prescrive sul piano nazionale
quali debbano essere i contenuti formativi e le abilità fondamentali da
conseguire, predispone una adeguata organizzazione didattica, affinché
il programma possa essere svolto muovendo dalle effettive capacità ed
esigenze di apprendimento degli alunni.
Il programma, necessariamente articolato al suo interno, mira ad aiutare
l'alunno, impegnato a soddisfare il suo bisogno di conoscere e di
comprendere, a possedere unitariamente la cultura che apprende ed
elabora.
La peculiarità del programma scaturisce dall'intento di aiutare
l'alunno a penetrare il significato della lingua, ad avviare seriamente
una preparazione scientifica, a cominciare ad elaborare una conoscenza
attenta della vita umana e sociale nelle sue varie espressioni, ad
interrogare criticamente quegli aspetti della realtà che più lo
colpiscono (a cominciare dal mondo delle immagini).
I PROGRAMMI
Il
progetto culturale ed educativo evidenziato dai programmi esige di
essere svolto secondo un passaggio continuo che va da una impostazione
unitaria pre-disciplinare all'emergere di ambiti disciplinari
progressivamente differenziati.
L'educazione linguistica viene ricondotta
nell'ambito dei linguaggi, intesi quali opportunità di simbolizzazione,
espressione e comunicazione.
Poiché ogni linguaggio esprime la capacità dell'essere umano di
tradurre in simboli e segni il suo pensiero e i suoi sentimenti,
l'educazione linguistica, che concerne specificamente il linguaggio
verbale, dovrà non disattendere gli apporti comunicativi ed espressivi
prodotti dall'uso di altre forme di linguaggio (l'iconico, il musicale,
il corporeo, il gestuale, il mimico).
L'educazione linguistica, in un'epoca di intense comunicazioni e nella
prospettiva di un crescente processo di integrazione nella comunità
europea, non può prescindere da un approccio alla conoscenza di una
lingua straniera.
Si intende con ciò dare assetto sistematico ad uno degli insegnamenti
speciali già previsti nell'ordinamento e che potranno trovare una loro
generalizzata applicazione con apposite modifiche legislative.
Un breve tempo dedicato quotidianamente alla lingua straniera durante le
normali attività didattiche assicurerà la necessaria continuità
nell'educazione linguistica e sarà ausilio non indifferente per
rinforzare il processo di apprendimento.
Componenti essenziali dell'unità educativa della persona sono
considerati, nei nuovi programmi, anche l'educazione estetica, musicale
e motoria.
La lettura e l'interpretazione dei linguaggi iconico, musicale e
motorio, con i quali il fanciullo ha così forte consuetudine, possono
favorire anche gli apprendimenti più complessi dell'area linguistica e
logico-matematica.
Per la prima volta, il programma prevede uno spazio riservato
all'insegnamento delle scienze, che consentirà una più approfondita
comprensione delle realtà naturale ed umana e del mondo tecnologico.
Questa disciplina, insieme alla matematica, tende a sviluppare la
capacità di percepire i problemi e a dare spiegazioni rigorose delle
soluzioni.
Organica attenzione viene prestata anche alle dinamiche della vita
umana, intesa nel suo sviluppo storico, nella sua collocazione
geografica, nella sua organizzazione. Questa area disciplinare è stata
definita per consentire al fanciullo di conoscere il patrimonio
culturale in cui è immerso e di elaborare progressivamente una
coscienza del suo significato.
Per la religione la scuola elementare offre a tutti gli allievi uguali
opportunità di conoscenza, di comprensione e di rispetto dei valori
religiosi.
Nello sviluppo complessivo del programma e negli obiettivi della
programmazione, è indispensabile che la scuola elementare preveda un
graduale accostamento al mondo del lavoro ai livelli consentiti dalle
esperienze proprie dell'età.
Questo approccio culturale obbedisce, altresì, alle caratteristiche
psicologiche proprie dell'età in chiave di operatività, di
manipolazione.
PROGRAMMAZIONE
DIDATTICA ED ORGANIZZAZIONE DIDATTICA
Programmazione
didattica
La
programmazione didattica ha un valore determinante per il processo
innovativo che, con i programmi, si deve realizzare nella scuola
elementare.
Spetta ai docenti, collegialmente ed
individualmente, di effettuare con ragionevoli previsioni la
programmazione didattica, stabilendo le modalità concrete per mezzo
delle quali conseguire le mete fissate dal programma e la scansione più
opportuna di esse, tenuto conto dell'ampliamento delle opportunità
formative offerte dal curricolo, sia con l'inserimento di nuove attività,
sia con la valorizzazione degli insegnamenti tradizionali.
La programmazione, nel quadro della prescrittività delle mete indicate
dal programma, delineerà i percorsi e le procedure più idonee per lo
svolgimento dell'insegnamento, tenendo comunque conto che i risultati
debbono essere equivalenti qualunque sia l'itinerario metodologico
scelto.
La programmazione didattica deve essere assunta e realizzata dagli
insegnanti anche come sintesi progettuale e valutativa del proprio
operato.
Organizzazione
didattica
La
scuola elementare si articola in due cicli: il primo ciclo che comprende
la 1^ e la 2^ classe ed il secondo ciclo che comprende le classi
successive.
Il principio della scansione in cicli si attua secondo una logica
pedagogica che può non essere la medesima per tutti gli alunni e per
tutti gli insegnanti.
Possono essere
previste nell'arco del quinquennio anche scansioni diverse, sia per
rispettare i ritmi di crescita individuale degli alunni, sia per
consentire una verifica e una frequente valutazione a scopo formativo in
corso di apprendimento, da raccordarsi con quella consuntiva terminale.
L'unitarietà dell'insegnamento, che costituisce la caratteristica
educativo-didattica peculiare della scuola elementare, è assicurata sia
dal ruolo specifico dell'insegnante di classe - questo particolarmente
nel 1° ciclo - che dall'intervento di più insegnanti sullo stesso
gruppo classe o per gruppi di classe diversi organizzati in un sistema
didattico a classi aperte.
In particolare nel 2° ciclo, nel quale si prevede l'utilizzazione di
una pluralità di docenti, ferma restando la classe il modulo base
dell'organizzazione didattica deve basarsi sulla valorizzazione delle
esperienze e degli specifici interessi culturali degli insegnanti. A
tale fine essenziali sono la collaborazione ed il lavoro collegiale e
altresì le modalità di raggruppamento permanenti e temporanee degli
alunni.
L'organizzazione didattica utilizzerà, inoltre, attività didattiche di
sostegno e di didattica differenziata per aree d'intervento specifico,
coordinate all'attività didattica generale; valorizzerà le tecnologie
educative che promuovono un ambiente di comunicazioni multimediale.
La
valutazione
Al fine
di assicurare un'effettiva valutazione dei punti di partenza e di
arrivo, dei processi, delle difficoltà riscontrate e degli interventi
compensativi attuati, gli insegnanti devono raccogliere in maniera
sistematica e continuativa informazioni relative allo sviluppo dei
quadri di conoscenza e di abilità, alla disponibilità ad apprendere,
alla maturazione del senso di sé di ogni alunno.
Le informazioni devono essere raccolte in forma sintetica, secondo
criteri che assicurino un positivo confronto dei livelli di crescita
individuali e collettivi. Le modalità e gli strumenti della raccolta di
informazioni saranno differenti e sempre pertinenti al tipo di attività
preso in considerazione: in alcuni casi sarà utile rifarsi a prove
oggettive, in altre forme di registrazione proprie dell'esperienza
didattica meno formalizzata.
Il complesso delle osservazioni sistematiche effettuate dagli insegnanti
nel corso dell'attività didattica costituirà lo strumento privilegiato
per la continua regolazione della programmazione, permettendo agli
insegnanti di introdurre per tempo quelle modificazioni o integrazioni
che risultassero opportune.
La comunicazione dei risultati di tale attività di valutazione ai
soggetti interessati (famiglie e scuole) deve documentare anche quanto
la scuola ha fatto e si impegna a fare in ordine allo sviluppo del
singolo e del gruppo.
L'attività di programmazione e di verifica deve consentire agli
insegnanti di valutare l'approfondimento della loro preparazione
psicologica, culturale e didattica anche nella prospettiva della
formazione continua.
LINGUA
ITALIANA
Lingua
e cultura
Nessuna
definizione globale può esaurire la complessità del fenomeno
linguistico. Esistono però definizioni parziali che possono essere
utilmente assunte:
-
la
lingua è strumento del pensiero, non solo perché lo traduce in
parole (permettendo all'individuo di parlare con se stesso, cioè di
ragionare), ma anche perché sollecita e agevola lo sviluppo dei
processi mentali che organizzano, in varie forme, i dati
dell'esperienza;
-
la
lingua è mezzo per stabilire un rapporto sociale: più precisamente
consente di comunicare con gli altri e di agire nei loro confronti;
-
la
lingua è il veicolo attraverso cui si esprime in modo più
articolato l'esperienza razionale e affettiva dell'individuo;
-
la
lingua è espressione di pensiero, di sentimenti, di stati d'animo,
particolarmente nella forma estetica della poesia;
-
la
lingua è un oggetto culturale che ha come sue dimensioni quella del
tempo storico, dello spazio geografico, dello spessore sociale.
Per
l'insieme di questi aspetti, la lingua ha un ruolo centrale nella scuola
elementare, sia per il contributo che offre allo sviluppo generale
dell'individuo, sia per il carattere pregiudiziale che una buona
competenza linguistica ha sulle altre acquisizioni.
Pertanto,
i compiti della scuola elementare in questo campo sono i seguenti:
-
fornire
all'alunno i mezzi linguistici adeguati per operazioni mentali di
vario tipo, quali, ad esempio: simbolizzazione, classificazione,
partizione, seriazione, quantificazione, generalizzazione,
astrazione, istituzione di relazioni (temporali, spaziali, causali,
ecc.);
-
potenziare
nell'alunno la capacità di porsi in relazione linguistica con
interlocutori diversi per età, ruolo, status, ecc. e in diverse
situazioni comunicative, usando la lingua nella sua varietà di
codici, registri e nelle sue numerose funzioni;
-
offrire
mezzi linguistici progressivamente più articolati e differenziati
per portare ad un livello di consapevolezza e di espressione le
esperienze personali;
-
promuovere
le manifestazioni espressive del fanciullo e il suo approccio al
mondo dell'espressione letteraria;
-
avviare
l'alunno a rilevare che la lingua vive con la società umana e ne
registra i cambiamenti nel tempo e nello spazio geografico, nonché
le variazioni socio-culturali; utilizzare queste dimensioni della
lingua per attivare in lui la capacità di pensare storicamente e
criticamente.
Il
fanciullo ha un'esperienza linguistica iniziale di cui l'insegnante dovrà
attentamente rendersi conto e sulla quale dovrà impostare l'azione
didattica.
In particolare ogni fanciullo:
-
ha
una varietà di codici verbali e non verbali (tra cui quelli
derivati dai mass-media), nella quale il codice verbale è
dominante;
-
ha
maturato una capacità di comunicare oralmente in una lingua e in un
dialetto;
-
sa
che la lingua scritta esiste e, percependone l'importanza, desidera
impadronirsene.
Di fatto
queste caratteristiche si manifestano e si compongono in modo diverso da
alunno a alunno. La scuola terrà presenti queste diversità,
differenziando le metodologie e gli strumenti in rapporto alle esigenze
individuali di apprendimento.
Attenzione particolare andrà posta nell'identificazione tempestiva di
eventuali disturbi del linguaggio (difetti dell'udito, difficoltà di
articolazione dei suoni, balbuzie, ecc.) e di fenomeni di disgrafia e
dislessia, per i quali andranno predisposte specifiche strategie
didattiche.
Qualora gli insegnanti accertino, mediante opportune osservazioni e
prove, la inadeguatezza dei prerequisiti sul piano percettivo, cognitivo
e della motricità fine, necessari per l'apprendimento della lettura e
della scrittura, disporranno opportuni interventi, giochi sensoriali,
esercizi di pregrafismo, attività psicomotorie.
Obiettivi
e contenuti
Nel campo
della formazione linguistica la scuola elementare persegue un insieme di
obiettivi generali all'interno dei quali vengono individuati alcuni
traguardi essenziali, prescrittivi per tutti gli alunni.
I.
La scuola si propone l'obiettivo di far conseguire la capacità
di usare, in modo sempre più significativo, il codice verbale, senza
peraltro trascurare altri tipi di codici (grafico, pittorico, plastico,
ritmico-musicale, mimico-gestuale, ecc.) che non sono alternativi al
codici verbale, ma complementari ad esso. All'interno di questo
obiettivo dovrà essere garantito a tutti gli alunni il raggiungimento
del traguardo della consapevolezza che:
-
esistono
diversi codici;
-
ciascuno
di essi offre opportunità specifiche;
-
il
codice verbale è particolarmente comodo, in quanto consente con
poche unità semplici, di formare un illimitato numero di messaggi;
-
il
codice verbale favorisce l'accesso agli altri codici e consente la
riflessione su questi e su se stesso:
II.
La scuola si propone l'obiettivo di far conseguire la capacità di
comunicare correttamente in lingua nazionale, a tutti i livelli, dai più
colloquiali e informali ai più elaborati e specializzati; va anche
rispettato l'eventuale uso del dialetto in funzione dell'identità
culturale del proprio ambiente.
All'interno di questo obiettivo dovrà essere
garantito a tutti gli alunni il raggiungimento del traguardo di:
-
saper
utilizzare la lingua nelle forme colloquiali richieste dai problemi
della vita quotidiana;
-
rendersi
conto di punti di vista diversi riscontrabili in situazioni
comunicative;
-
essere
consapevoli delle varietà di forme in cui il discorso si realizza
in rapporto a contesti differenti (ad esempio, con i compagni di
gioco, con i genitori e i familiari, con l'insegnante, ecc.).
III.
La scuola si propone l'obiettivo di assicurare all'alunno una buona
competenza di lingua scritta (lettura e scrittura): ci sono infatti
attività della mente che esigono questo veicolo e si avvantaggiano del
suo uso.
Il fanciullo deve saper leggere, cioè capire il
significato di testi scritti a fini diversi; deve saper ricercare e
raccogliere informazioni da testi scritti; seguire la descrizione, il
resoconto, il racconto e saperne cogliere l'essenziale; apprezzare
l'efficacia linguistica ed espressiva dei vari tipi di scrittura.
Il fanciullo deve saper scrivere: comunicare a distanza con
interlocutori diversi, registrare e organizzare dati e istruzioni,
esprimere impressioni, valutazioni; produrre testi di tipo descrittivo,
narrativo, argomentativo.
Tutte queste capacità confluiscono in quella della rielaborazione del
testo (parafrasi, trasposizione, riscrittura in contesti diversi,
riordinamento di argomenti, operazioni in cui il fanciullo può
manifestare quell'originalità e fantasia che, lungi dall'essere
alternative o antitetiche alla razionalità, ne rappresentano componenti
essenziali).
All'interno di questo obiettivo dovrà essere garantito a tutti i
fanciulli il conseguimento del traguardo di:
-
saper
leggere e capire i testi di uso quotidiano nei loro significati
essenziali e nei loro differenti scopi comunicativi, almeno in
rapporto alle necessità e situazioni più comuni;
-
leggere
facili testi di tipo anche letterario, che attivino processi
interpretativi;
-
produrre
semplici testi scritti di carattere pratico-comunicativo per utilità
personale (prendere nota, prendere appunti), o per stabilire
rapporti con altri;
-
scrivere
semplici testi che realizzino, nelle forme a ciascuno congeniali,
una iniziale elaborazione di carattere personale.
Nel
programma non sono state proposte rigide scansioni interne relative a
ciascun anno, perché:
-
si
ritiene che queste debbano rientrare nella programmazione formulata
dagli insegnanti in relazione alle esigenze della classe;
-
esiste
il rischio che certe indicazioni possano essere interpretate
restrittivamente e causare non giustificati insuccessi;
-
date
le caratteristiche particolari della disciplina non è sempre
possibile indicare una progressione rigida degli apprendimenti nei
diversi anni scolastici.
Tuttavia
è possibile dare indicazioni orientative che si riferiscono alle:
a)
capacità da attivarsi nel primo anno del corso elementare;
b) capacità da sviluppare nell'intero corso elementare.
a)
Capacità da attivarsi nel primo anno
Nel primo
anno di scuola elementare appare necessario perseguire questi obiettivi:
-
capacità
da parte del fanciullo di esprimersi oralmente e di comunicare in
maniera sempre più compiuta su argomenti che gli siano noti e gli
appaiano interessanti;
-
capacità
di leggere e di scrivere almeno a quel livello strumentale che è
indispensabile fase di accesso all'uso pieno e consapevole della
lettura e della scrittura.
In
particolare, al termine del primo anno o al massimo nel corso del
secondo, dovrebbe essere raggiunta la capacità di leggere in maniera
scorrevole brevi e facili testi e di formulare il proprio pensiero e
comunicarlo per iscritto, rispettando le più importanti convenzioni
ortografiche.
b) Capacità da
sviluppare nell'intero corso elementare.
Sin dal
primo anno vanno stimolate e gradualmente sviluppate nel corso del
quinquennio le capacità dell'alunno di:
-
cogliere
e ripetere con parole sue il contenuto di ciò che ha sentito dire o
leggere, o di ciò che lui stesso ha letto;
-
sapersi
inserire opportunamente nelle situazioni comunicative più frequenti
e, con gradualità, rendersi conto dei punti di vista diversi;
-
descrivere
ordinatamente le fasi di attività a lui familiari;
-
eseguire
la lettura silenziosa di testi di vario tipo, opportunamente scelti
e graduati, e dare prova di averne compreso il contenuto in forme
via via più aderenti alle intenzioni comunicative del testo;
-
comunicare
per iscritto con interlocutori diversi in modo via via più ricco e
più articolato per contenuto e forma;
-
produrre
testi di vario genere;
-
acquisire
il lessico fondamentale e progressivamente arricchirlo, utilizzando
le opportunità offerte da tutte le discipline;
-
prestare
attenzione alle corrispondenze lessicali tra dialetto e lingua allo
scopo di evitare interferenze inconsce tra i due sistemi
linguistici;
-
individuare
le diversità tra le pronunce regionali dell'italiano e la pronuncia
dell'italiano cosiddetto standard, che rappresenta anche la base per
una corretta esecuzione scritta.
In
particolare si raccomanda l'attivazione, a partire dal terzo anno, delle
capacità di:
-
eseguire
la lettura a voce alta di testi noti e non, dando prova, anche
attraverso un uso appropriato delle pause e dell'intonazione, di
averne compreso il contenuto;
-
scrivere
in modo ortograficamente corretto e con buon uso della
punteggiatura, con lessico appropriato e sintassi adeguata;
-
prendere
note, appunti, ecc. in forme progressivamente più funzionali e
precise;
-
produrre
testi di tipo descrittivo, narrativo, argomentativo;
-
ricercare
e raccogliere informazioni da testi scritti (libri, giornali,
vocabolari, enciclopedie, ecc.);
-
leggere
facili testi di tipo anche letterario, che attivino nel fanciullo
elementari processi interpretativi e sviluppino il senso estetico;
-
riflettere
sui significati delle parole e sulle loro relazioni (rapporti di
somiglianza e differenza, gradazioni di significato, passaggio dal
generale allo specifico e viceversa, ecc.);
-
ricavare
il significato di una parola sconosciuta ragionando sul semplice
contesto in cui è contenuta;
-
notare
all'interno di contesti alcune elementari concordanze fra parole,
organizzando gradualmente questi rilievi in schemi morfologici
(flessioni, modificazioni, ecc.);
-
individuare,
attraverso la riflessione sull'uso della lingua (orale e scritta),
le fondamentali strutture sintattiche;
-
applicare
la naturale curiosità per la parola alla storia delle parole,
soprattutto per quanto riguarda il loro mutamento di significato,
anche nel caso di vocaboli provenienti da lingue straniere.
Indicazioni
didattiche
Queste
indicazioni vanno considerate come un contributo per la programmazione,
che, comunque, deve essere indirizzata a perseguire gli obiettivi o a
raggiungere i traguardi già enunciati.
Lingua
orale. La prima attività
linguistica dell'alunno nella scuola, decisiva per gli ulteriori
sviluppi, è parlare con l'insegnante e con i compagni.
In questa fase sono determinanti l'atteggiamento e
il comportamento linguistici dell'insegnante, che deve adottare un
linguaggio accessibile, motivante e adeguato al ruolo di chi, comunque,
rappresenta per il fanciullo un modello significativo.
E' importante che, fin dall'inizio, si instauri all'interno della classe
un clima favorevole alla vita di relazione e, quindi, allo scambio
linguistico che progressivamente andrà organizzandosi.
Ciò comporta che l'insegnante sappia sollecitare il dialogo, dargli
ordine (anche abituando l'alunno a "chiedere la parola", ad
attendere il suo turno se altri l'hanno chiesta prima di lui, a tener
conto nel suo intervento di ciò che gli altri hanno detto, ecc.),
tutelando gli spazi comunicativi di ciascuno e la significatività degli
interventi in rapporto all'argomento.
Qui emerge l'importanza del comportamento di ascolto, da intendere non
come atteggiamento di passiva ricezione, quanto come capacità di
comprensione e interpretazione dei messaggi.
La comunicazione orale è anche una importante fonte per l'arricchimento
del lessico dell'alunno; pertanto, l'insegnante favorirà l'acquisizione
di parole nuove e appropriate in situazioni a cui esse facciano preciso
riferimento.
E' opportuno cogliere e promuovere situazioni comunicative che
consentano all'alunno la fruizione e la produzione di una varietà di
messaggi volta per volta adeguati all'interlocutore e alle circostanze.
Si tratta di avviare l'alunno a riconoscere nei discorsi altrui e nei
propri delle varianti che, gradualmente, lo porteranno ad individuare
l'esistenza di una gamma di usi specifici della lingua.
Devono essere sollecitate tutte le forme di comunicazione orale:
descrizione, resoconto, racconto, narrazione, discussione, ecc.
Sarà bene stimolare gli alunni a cogliere differenze di pronuncia
presenti in classe e orientarli, con gradualità, verso una pronuncia
largamente accettabile e ben articolata, anche in funzione di una
corretta esecuzione scritta.
Lingua
scritta. A livello di
apprendimento iniziale della lingua scritta i metodi in uso sono
parecchi e ciascuno di essi si rifà a motivazioni teoriche che vanno
tenute presenti per effettuare una scelta. Vi sono tendenze
metodologiche le quali partono da un tutto (parole, frasi) che viene
analizzato in elementi successivamente ricomponibili; altre che partono
da elementi per giungere alla loro sintesi in parole e frasi. Le une e
le altre hanno una loro efficacia didattica, purché vengano usate senza
appesantimenti che riuscirebbero sterili e demotivanti.
La scelta del metodo dovrà anche tener conto di
una attenta osservazione e valutazione del livello di sviluppo
percettivo e mentale dei fanciulli. Infatti, anche in funzione delle
loro disponibilità e dei loro ritmi individuali, l'insegnante,
consapevole delle opportunità offerte dai singoli metodi, prenderà le
sue decisioni e predisporrà le condizioni per l'apprendimento.
Una delle prime conquiste del fanciullo, nella fase iniziale
dell'apprendimento, è la constatazione che le variazioni della
scrittura sono dovute a variazioni degli aspetti fonici della lingua
orale; questa scoperta è facilitata dalla riflessione sul linguaggio
parlato (percezioni, analisi e segmentazione del continuo fonico).
Poiché la nostra lingua usa una scrittura alfabetica, è inevitabile il
momento in cui, nell'apprendimento, si produce la separazione temporanea
degli aspetti del significato da quelli dei singoli formali (fonemi e
grafemi). Sarà necessario che l'insegnante consideri questo passaggio
come preliminare per la riconquista dei significati. Scrivere non è
copiare graficamente (disegnare lettere) e non è soltanto problema di
manualità; è essenzialmente traduzione sulla pagina con mezzi adeguati
(anche con alfabetieri mobili, con strumenti come la macchina da
scrivere, ecc.) di contenuti che convogliano la pluralità di esperienze
dell'alunno.
I contenuti concettuali relativi alle varie esperienze del fanciullo si
possono tradurre in diverse forme di "testo": non
necessariamente, né immediatamente in frasi complete. L'alunno deve
essere sollecitato all'attività di scrittura in relazione alla gamma più
ampia possibile di funzioni, senza ricorrere a pratiche riduttive che
mortifichino le sue scelte linguistiche.
E' essenziale, comunque, che, fin dal primo anno della scuola
elementare, si propongano stimoli e occasioni realmente motivanti il
fanciullo a scrivere.
Vi saranno momenti diversi da fanciullo a fanciullo, in cui sarà lo
stesso alunno a manifestare l'esigenza di scrivere. L'insegnante
accetterà qualsiasi tipo di testo che l'alunno voglia produrre e
collaborerà con lui per rendere i testi più adeguati alle intenzioni.
Poiché questa condizione non sarà né frequente, né generalizzata, si
dovrà porre particolare attenzione a suscitare la motivazione, tenendo
conto che lo "scrivere" equivale a formulare e comunicare
graficamente quanto si sente e si pensa.
Le forme di scrittura quali la descrizione, la narrazione, il racconto,
la corrispondenza, la relazione, la poesia, ecc. sono valide se
scaturiscono da un effettivo interesse del fanciullo a comunicare le
proprie esperienze.
Dettare alla classe un argomento quale spunto per gli alunni a svolgere
la loro composizione scritta non è pratica didattica accettabile se,
preventivamente, non ci si sarà adoprati a far convergere su
quell'argomento l'interesse degli alunni medesimi, provocando l'emergere
di una non artificiosa motivazione del fanciullo a comunicare per
iscritto gli stati d'animo, le osservazioni, le riflessioni, i giudizi
che egli è venuto maturando.
Può essere necessario promuovere quell'interesse - e, quindi, motivare
l'alunno a scrivere - facendo appello al criterio dell'utilità. Ad
esempio, gli alunni sono impegnati in una ricerca o in un semplice
esperimento di scienze: si può porre in luce l'esigenza di annotare,
sia pure in modo sintetico, le fasi di quell'attività, facendo capire
che riuscirà utile, più tardi, poter ricordare quelle fasi nella
giusta successione. Oppure, si può suggerire di raccogliere, in modo
ordinato e comprensibile, appunti su letture compiute su questo o su
quell'argomento, sottolineando l'utilità di poter consultare al momento
giusto quegli appunti.
Sembrano comunque da evitare esercitazioni scritte di lingua che non
siano ancorate ad un bisogno, spontaneo o indotto che esso sia, di
comunicare le proprie idee ed i propri sentimenti.
La
lettura. La prima
esperienza di lettura da parte del fanciullo, che deve essere protratta
per tutto l'arco della scuola elementare, è sentir leggere l'adulto,
cioè sentirgli "eseguire" oralmente la lettura di testi di
vario tipo (non solo racconti, poesie, brani letterari, ma anche brevi
notizie tratte dai giornali, lettere, documenti scolastici, ecc.).
Leggere è sostanzialmente un processo di ricerca,
comprensione e interpretazione del significato del testo. Contribuiscono
all'attivazione di tale processo la capacità di decodificare la parola
scritta, le conoscenze lessicali e morfosintattiche, le attese sul tipo
di testo che viene letto, la conoscenza di "ciò di cui si
tratta" e della situazione in cui il testo è ambientato.
L'insegnante, anche testimoniando la sua consuetudine alla lettura,
stimola e accresce la motivazione del fanciullo a leggere e dedica
particolare attenzione alla scelta di testi validi per le loro qualità
intrinseche.
Per adempiere efficacemente a tale compito, l'insegnante dovrà
possedere aggiornata e non superficiale conoscenza delle pubblicazioni e
dei libri più adatti per i fanciulli, dai testi di narrativa e di
divulgazione, alle collane monografiche, alle enciclopedie, ecc.
Inoltre, tenendo conto della diffusa disaffezione dei fanciulli di oggi
per il leggere - assorbiti come sono dalle immagini televisive e
filmiche - l'insegnante avrà cura di accendere interessi idonei a far
emergere il bisogno ed il piacere della lettura.
E' una esigenza anche infantile quella di accrescere la propria
esperienza e di allargare i confini della propria conoscenza e dei
propri sentimenti: è opportuno che l'insegnante aiuti gli alunni a
trovare i libri e, in genere, le pubblicazioni che corrispondano a
quella esigenza in modo sempre più costruttivo.
La motivazione al leggere va ulteriormente incentivata: l'insegnante
verificherà in quale misura i fanciulli si avvalgano della lettura a
livello di processi cognitivi (cioè, come l'esperienza presentata dalle
pagine in lettura si assimila al complesso organico di idee già
possedute), a livello affettivo-emotivo e a quello comportamentale.
Andranno individuate e valutate le cause di eventuali cadute
dell'interesse a leggere.
Ciò non soltanto riguardo alle letture effettuate in aula, e, quindi,
di facile controllo da parte dell'insegnante, bensì anche alle letture
che il fanciullo può e deve essere stimolato a compiere nel tempo
libero dalla scuola.
Anche per la lettura, analogamente a ciò che si è rilevato per la
scrittura riguardo alla produzione di testi non di natura strettamente
scolastica, si consiglia, il ricorso, oltre che ai testi scolastici e ai
libri della biblioteca di classe, a una varietà di materiali idonei a
incentivare il bisogno di leggere.
La scuola non dovrà trascurare alcuna iniziativa utile ad avvicinare i
fanciulli ai libri. Ciò, consentirà loro l'accesso diretto alla
biblioteca (che va quindi attrezzata a questo scopo), li solleciterà a
segnalare l'acquisto di libri o pubblicazioni periodiche cui siano
particolarmente interessati, e riserverà alla lettura personale tempi
adeguati nell'arco della settimana.
La
correzione
Per
quanto riguarda l'insieme delle attività linguistiche, esiste il
problema del rispetto di certe convenzioni che rendono i testi orali e
scritti, "corretti", non ambigui, largamente comprensibili.
Su questo punto si è passati, in ambito scolastico, da un atteggiamento
di astratto rigore e di fiscalismo valutativo ad un atteggiamento
opposto di accettazione incondizionata e di astensione dall'intervento
correttivo e valutativo. Occorre invece distinguere tempi e modi di
questo intervento per renderlo didatticamente produttivo e tale da non
bloccare le attività linguistiche.
C'è una fase in cui l'alunno è così impegnato nell'attività
comunicativa, nella codificazione-decodificazione dei significati che
sarebbe inopportuno interrompere la sua tensione con interventi,
commenti marginali, di tipo tecnico. Questo non significa trascurare
l'errore, lasciarlo correre; significa rimandarne la discussione e
correzione ad un secondo tempo, quando il fanciullo si è "fatto
capire" e "ha capito".
Allora è giusto correggere gli errori che l'alunno ha commesso;
valutandoli in rapporto alla sua maturità linguistica, al tipo di
testo, al livello di comunicazione, all'esistenza di convenzioni, alla
situazione extralinguistica in cui la comunicazione è avvenuta.
Ciò non esclude che, in altre situazioni, l'intervento possa essere
contestuale, indirizzato a favorire la presa di coscienza della varietà
di scelte offerta dalla lingua a tutti i livelli.
E' comunque possibile e auspicabile che, attraverso una metodologia
graduale e sistematica, l'errore venga prevenuto. Per esempio, si
possono rendere consapevoli gli alunni delle differenze esistenti fra la
pronuncia del loro italiano regionale e dell'italiano cosiddetto
standard in modo da evitare, soprattutto nella scrittura, gli errori che
ne conseguono.
La
riflessione linguistica
Il
fanciullo ha le sue curiosità linguistiche. Altre curiosità possono
essere stimolate in lui: è il momento della riflessione sulla lingua,
una riflessione esplicita concepita come momento valido in sé e come
strumento di conferma della competenza e delle abilità linguistiche.
Dapprima e per lungo tempo la riflessione dovrebbe rivolgersi all'ambito
del significato (di parole estratte dal contesto o di unità superiori
alla parola); questo aspetto della lingua non si può ridurre alla
spiegazione episodica di una parola sconosciuta, né ad una meccanica
consultazione del vocabolario, ma deve dar luogo ad un'attività
programmata che tenga conto del gusto del fanciullo di giocare con la
lingua, di scoprire relazioni tra forme, tra significati, tra forme e
significati, di costruire catene di parole, di ripercorrere con l'aiuto
dell'insegnante, anche "storie di parole".
La riflessione, poi, può diventare individuazione di certe fondamentali
strutture sintetiche: predicati che esprimono la caratteristica di un
soggetto, predicati che mettono in relazione il soggetto, con un altro
elemento. I rilievi morfologici possono essere fatti sul testo e
mostrare la funzionalità di certe "marche" formali che
collegano tra loro parole o che segnalano particolari rapporti.
Importante, in tutti i casi, è che l'osservazione
"grammaticale" emerga dal testo orale e scritto e serva per
tornare ai testi assicurandone una più precisa e consapevole
interpretazione.
La grammatica va concepita come sollevamento a livello consapevole di
fenomeni che l'alunno è già in grado di produrre e percepire. In
questo concetto allargato di grammatica rientra la rielaborazione del
testo, una delle operazioni più produttive e capaci di sintetizzare le
varie attività linguistiche.
MATEMATICA
Matematica
e formazione del pensiero
L'educazione
matematica contribuisce alla formazione del pensiero nei suoi vari
aspetti: di intuizione, di immaginazione, di progettazione, di ipotesi e
deduzione, di controllo e quindi di verifica o smentita. Essa tende a
sviluppare, in modo specifico, concetti, metodi e atteggiamenti utili a
produrre le capacità di ordinare, quantificare e misurare fatti e
fenomeni della realtà e a formare le abilità necessarie per
interpretarla criticamente e per intervenire consapevolmente su di essa.
L'insegnamento della matematica nella scuola elementare è stato per
lungo tempo condizionato dalla necessità di fornire precocemente al
fanciullo strumenti indispensabili per le attività pratiche. Con il
dilatarsi della istruzione si è avuta la possibilità di puntare più
decisamente verso obiettivi di carattere formativo. In questa
situazione, che offriva una più ampia libertà progettuale,
l'insegnamento della matematica, in quasi tutti i paesi del mondo, si è
orientato verso l'acquisizione diretta di concetti e strutture
matematiche e ha promosso anche in Italia una intensa attività di
sperimentazione.
La vasta esperienza compiuta ha però dimostrato che non è possibile
giungere all'astrazione matematica senza percorrere un lungo itinerario
che collega l'osservazione della realtà, l'attività di
matematizzazione, la risoluzione dei problemi, la conquista dei primi
livelli di formalizzazione. La più recente ricerca didattica,
attraverso un'attenta analisi dei processi cognitivi in cui si articola
l'apprendimento della matematica, ne ha rilevato la grande complessità,
la gradualità di crescita e linee di sviluppo non univoche. In questo
contesto si è constatato che anche gli algoritmi (cioè, i procedimenti
ordinati) di calcolo e lo studio delle figure geometriche hanno una
valenza formativa ben al di là delle utilizzazioni pratiche che un
tempo giustificavano il loro inserimento nei programmi.
Obiettivi
e contenuti
Per
chiarezza espositiva vengono distinti di seguito alcuni temi matematici
articolati per obiettivi. L'insegnante si sforzerà di svilupparli in
modo coordinato, approfittando di tutte le occasioni sia per richiamare
questioni di tipo matematico, sia per collegarli con argomenti di altre
discipline.
Gli obiettivi elencati hanno caratteristiche e funzioni diverse. Alcuni
tengono conto della acquisizione di abilità e di conoscenze
strettamente concatenate, e vanno tradotti in precise progressioni e in
indicatori particolari che ne segnalino una acquisizione stabile oppure
incertezze o carenze. Si tratta, principalmente, di obiettivi
riguardanti i numeri naturali e decimali, le abilità di calcolo e
alcuni contenuti della geometria. Altri obiettivi riguardano fatti,
concetti, principi e procedimenti meno strettamente concatenati, da
introdurre ad un primo stadio di conoscenza e che verranno sviluppati e
approfonditi ad un successivo livello scolastico. Fra questi, si possono
ricordare quelli relativi alla logica, alla probabilità, alla
statistica e all'informatica. La valutazione del conseguimento degli
obiettivi proposti deve pertanto tener conto di tali diversità.
a)PROBLEMI
Il
pensiero matematico è caratterizzato dall'attività di risoluzione di
problemi e ciò è in sintonia con la propensione del fanciullo a porre
domande e a cercare risposte. Di conseguenza le nozioni matematiche di
base vanno fondate e costruite partendo da situazioni problematiche
concrete, che scaturiscono da esperienze reali del fanciullo e che
offrano anche l'opportunità di accertare quali apprendimenti matematici
egli ha in precedenza realizzato, quali strumenti e quali strategie
risolutive utilizza e quali sono le difficoltà che incontra.
Occorre evitare, peraltro, di procedere in modo episodico e non ordinato
e tendere invece ad una progressiva organizzazione delle conoscenze.
Obiettivi:
-
Tradurre
problemi elementari espressi con parole in rappresentazioni
matematiche, scegliendo le operazioni adatte; quindi trovare le
soluzioni e interpretare correttamente i risultati; inversamente,
attribuire un significato a rappresentazioni matematiche date;
-
individuare
situazioni problematiche in ambiti di esperienza di studio e
formularne e giustificarne ipotesi di risoluzione con l'uso di
appropriati strumenti matematici, sia aritmetici sia di altro tipo;
-
risolvere
problemi aventi procedimento e soluzione unici e problemi che
offrono possibilità di risposte diverse, ma ugualmente accettabili;
-
individuare
la carenza di dati essenziali per la risoluzione di problemi ed
eventualmente integrarli; riconoscere in un problema la presenza di
dati sovrabbondanti, oppure contraddittori con conseguente
impossibilità di risolverlo.
b)
ARITMETICA
Lo
sviluppo del concetto di numero naturale va stimolato valorizzando le
precedenti esperienze degli alunni nel contare e nel riconoscere simboli
numerici, fatte in contesti di gioco e di vita familiare e sociale. Va
tenuto presente che l'idea di numero naturale è complessa e richiede
pertanto un approccio che si avvale di diversi punti di vista (ordinalità,
cardinalità, misura, ecc.); la sua acquisizione avviene a livelli
sempre più elevati di interiorizzazione e di astrazione durante
l'intero corso di scuola elementare, e oltre.
La formazione delle abilità di calcolo va fondata su modelli concreti e
strettamente collegata a situazioni problematiche. Con ciò non si
intende sottovalutare l'importanza della formazione di alcuni
automatismi fondamentali (quali le tabelline, ad esempio) da concepire
come strumenti necessari per una più rapida ed essenziale
organizzazione degli algoritmi di calcolo. In effetti, la conoscenza di
tali algoritmi, insieme all'elaborazione di diverse procedure e
strategie del calcolo mentale, contribuisce anche alla costruzione
significativa della successione degli interi naturali e di altre
importanti successioni numeriche (pari, dispari, multipli, ecc.)
Obiettivi
del primo e secondo anno:
-
Contare,
sia in senso progressivo che regressivo, collegando correttamente la
sequenza numerica verbale con l'attività manipolativa e percettiva;
-
confrontare
raggruppamenti di oggetti rispetto alla loro quantità e indicare se
essi hanno lo stesso numero di elementi, oppure di più o di meno;
-
leggere
e scrivere i numeri naturali almeno entro il cento, esprimendoli sia
in cifre che a parole; confrontarli e ordinarli, anche usando i
simboli =, <, >; inoltre disporli sulla linea dei numeri in
modo corretto;
-
eseguire
con precisione e rapidità semplici calcoli mentali di addizioni e
sottrazioni;
-
raggruppare
oggetti a due a due contando per due, raggrupparli a tre a tre
contando per tre, e così via;
-
con
l'aiuto di quantità adeguate di oggetti calcolare, in collegamento
reciproco, il doppio/la metà, il triplo/il terzo, il quadruplo/il
quarto, ecc.;
-
eseguire,
almeno entro il cento, addizioni e sottrazioni, moltiplicazioni e
divisioni (con moltiplicatori e divisori di una cifra) anche con
l'ausilio di opportune concretizzazioni e razionalizzazioni.
Obiettivi
del terzo, quarto e quinto anno:
-
Leggere
i numeri, naturali e decimali, espressi sia in cifre sia a parole,
traducendoli nelle corrispondenti somme di migliaia, centinaia,
decine, unità, decimi, centesimi, ecc.;
-
scrivere
sia in cifre sia a parole, anche sotto dettatura, i numeri naturali
e decimali, comprendendo il valore posizionale delle cifre, il
significato e l'uso dello zero e della virgola;
-
confrontare
e ordinare i numeri naturali e decimali, utilizzando opportunamente
la linea dei numeri (ad esempio, mediante sottograduazioni);
-
scrivere
una successione di numeri naturali partendo da una regola data;
viceversa, scoprire una regola che generi una data successione;
-
intuire
e saper usare la proprietà commutativa e associativa nella
addizione e nella moltiplicazione, la proprietà distributiva del
prodotto rispetto alla somma, la proprietà invariantiva nella
sottrazione e nella divisione, anche per agevolare i calcoli mentali
utilizzando opportune strategie e approssimazioni;
-
eseguire
per iscritto le quattro operazioni aritmetiche con i numeri naturali
e decimali, comprendendo il significato dei procedimenti di calcolo;
-
moltiplicare
e dividere numeri naturali e decimali per dieci, cento e mille,
comprendendo il significato di queste operazioni;
-
calcolare,
in relazione reciproca, multipli e divisori di numeri naturali, e
riconoscere i numeri primi;
-
trovare
le frazioni che rappresentano parti di adatte figure geometriche, di
insiemi di oggetti o di numeri; viceversa, data una frazione trovare
in opportune figure geometriche, in insiemi di oggetti o in numeri
la parte corrispondente, con particolare attenzione alle
suddivisioni decimali;
-
confrontare
e ordinare le frazioni più semplici, utilizzando opportunamente la
linea dei numeri (ad esempio, con graduazioni successive);
-
confrontare
e ordinare sulla linea dei numeri gli interi relativi, facendo
riferimento, se necessario, a esperienze personali (ad esempio,
l'uso del termometro);
-
rispettare
l'ordine di esecuzione di una serie di operazioni (espressioni),
interpretando il significato della punteggiatura e comprendendo
l'ordine stesso; viceversa, costruire una espressione usando
l'adeguata punteggiatura per il rispetto dell'ordine di esecuzione.
c)
GEOMETRIA E MISURA
La
geometria va vista inizialmente come graduale acquisizione delle capacità
di orientamento, di riconoscimento e di localizzazione di oggetti e di
forme e, in generale, di progressiva organizzazione dello spazio, anche
attraverso l'introduzione di opportuni sistemi di riferimento.
L'itinerario geometrico elementare, tenendo alla sistemazione delle
esperienze spaziali del fanciullo, si svilupperà attraverso la
progressiva introduzione di rappresentazioni schematiche degli aspetti
della realtà fisica; dallo studio e dalla realizzazione di modelli e
disegni si perverrà alla conoscenza delle principali figure geometriche
piane e solide e delle loro trasformazioni elementari. Si porrà
particolare attenzione ad una corretta acquisizione dei concetti
fondamentali di lunghezza, area, volume, angolo, parallelismo,
perpendicolarità.
Consistente rilievo dovranno avere, altresì, l'introduzione delle
grandezze e l'uso dei relativi procedimenti di misura, da far apprendere
anch'essi in contesti esperienziali e problematici e in continuo
collegamento con l'insegnamento delle scienze.
Obiettivi
del primo e secondo anno:
-
Localizzare
oggetti nello spazio, prendendo come riferimento sia se stessi, sia
altre persone e oggetti, e usare correttamente i termini:
davanti/dietro, sopra/sotto, a destra/a sinistra, vicino/lontano,
dentro/fuori;
-
effettuare
spostamenti lungo percorsi che siano assegnati mediante istruzioni
orali e scritte e descrivere - verbalmente o per iscritto percorsi
eseguiti da altri, anche ricorrendo a rappresentazioni grafiche
appropriate;
-
riconoscere
negli oggetti dell'ambiente e denominare correttamente i più
semplici tipi di figure geometriche, piane e solide;
-
individuare
simmetrie in oggetti e figure date; realizzare e rappresentare
graficamente simmetrie mediante piegature, ritagli, disegni, ecc.;
-
confrontare
e misurare lunghezze, estensioni, capacità, durate temporali,
usando opportune unità, arbitrarie o convenzionali, e loro
successive divisioni.
Obiettivi
del terzo, quarto e quinto anno:
-
Riconoscere
in contesti diversi, denominare, disegnare e costruire le principali
figure geometriche piane; costruire con tecniche e materiali
diversi, alcune semplici figure geometriche solide e descriverne
alcune caratteristiche, come, nel caso di poliedri, numero dei
vertici, degli spigoli, delle facce;
-
riconoscere
l'equiestensione di semplici figure piane mediante scomposizioni e
ricomposizioni;
-
misurare
e calcolare il perimetro e l'area delle principali figure piane,
avendo consapevolezza della diversità concettuale esistente tra le
due nozioni;
-
trovare
il volume di oggetti anche irregolari con strategie e unità di
misura diverse, avendo consapevolezza della diversità concettuale
esistente tra la nozione di volume e quella di area della superficie
di una figura solida;
-
individuare,
in situazioni concrete, posizioni e spostamenti nel piano (punti,
direzioni, distanze, angoli come rotazioni); rappresentare tali
situazioni anche con l'uso di reticolati a coordinate intere
positive, di mappe, di cartine, ecc.;
-
usare
correttamente espressioni come: retta verticale, orizzontale, rette
parallele, incidenti, perpendicolari; disegnare, con riga, squadra e
compasso, rette parallele e perpendicolari, angoli e poligoni;
-
riconoscere
eventuali simmetrie presenti in una figura piana e classificare
triangoli e quadrangoli rispetto alle simmetrie stesse;
-
realizzare,
anche con l'uso di materiale concreto e con disegni, la
corrispondente di una figura geometrica piana sottoposta ad una
traslazione, ad una simmetria assiale, ad una rotazione, ad un
ingrandimento e impicciolimento in scala;
-
conoscere
le principali unità internazionali e pratiche per la misura di
lunghezze, aree, volumi/capacità, pesi; saperle usare correttamente
per effettuare stime e misure;
-
scegliere,
costruire e utilizzare strumenti adeguati per effettuare le
misurazioni;
-
passare
da una misura espressa in una data unità ad un'altra ad essa
equivalente, limitatamente ai casi più comuni e con aderenza al
linguaggio corrente anche in riferimento al sistema monetario;
-
effettuare
misure: di ampiezze angolari (in gradi), di durate (in ore, minuti
primi e secondi); operare con tali unità in casi problematici
reali.
d)
LOGICA
L'educazione
logica, più che oggetto di un insegnamento esplicito e formalizzato,
deve essere argomento di riflessione e di cura continua dell'insegnante,
a cui spetta il compito di favorire e stimolare lo sviluppo cognitivo
del fanciullo, scoprendo tempestivamente eventuali difficoltà e
carenze.
Particolare cura sarà rivolta alla conquista della precisione e della
completezza del linguaggio, tenendo conto che, soprattutto nei primi
anni di scuola, il linguaggio naturale ha ricchezza espressiva e
potenzialità logica adeguate alle necessità di apprendimento.
L'insegnante proporrà fin dall'inizio, sul piano dell'esperienza e
della manipolazione concreta, attività ricche di potenzialità logica,
quali: classificazioni mediante attributi, inclusioni, seriazioni ecc.
Con gradualità potrà introdurre qualche rappresentazione
logico-insiemistica (si potranno usare i diagrammi di Eulero-Venn, i
grafi, ecc.) che sarà impiegata per l'aritmetica, la geometria, per le
scienze, per la lingua, ecc. Tuttavia terrà presente che la
simbolizzazione formale di operazioni logico-insiemistiche non è
necessaria, in via preliminare, per l'introduzione degli interi naturali
e delle operazioni aritmetiche. Terrà, inoltre, presente che le più
elementari questioni di tipo combinatorio forniscono un campo di
problemi di forte valenza logica.
Obiettivi
del primo e secondo anno:
-
Classificare
oggetti, figure, numeri ... in base ad un dato attribuito e,
viceversa, indicare un attributo che spieghi la classificazione
data;
-
in
contesti problematici concreti e particolarmente semplici,
individuare tutti i possibili casi di combinazioni di oggetti e di
attributi;
-
scoprire
e verbalizzare regolarità e ritmi in successioni date di oggetti,
di immagini, di suoni e, viceversa, seguire regole - proposte
oralmente o per iscritto - per costruire tali successioni;
-
rappresentare
con schematizzazioni elementari (ad esempio, con frecce) successioni
spazio-temporali, relazioni d'ordine, corrispondenze, riferite a
situazioni concrete.
Obiettivi
del terzo, quarto e quinto anno:
-
Classificare
oggetti secondo due o più attributi e realizzare adeguate
rappresentazioni delle stesse classificazioni mediante diagrammi di
Venn, di Carroll, ad albero, con tabelle, con schede a bordo
perforato...;
-
usare
correttamente il linguaggio degli insiemi nelle operazioni di
unione, di intersezione, di complemento, anche in relazione alla
utilizzazione dei connettivi logici e con applicazioni alle
classificazioni aritmetiche, geometriche, naturalistiche,
grammaticali, ecc.
e)
PROBABILITA', STATISTICA, INFORMATICA
Importanza
educativa notevole va riconosciuta anche a concetti, principi e capacità
connessi con la rappresentazione statistica di fatti, fenomeni e
processi e con l'elaborazione di giudizi e di previsioni in condizioni
di incertezza.
L'introduzione dei primi elementi di probabilità, che può trovare
posto alla fine del corso elementare, ha lo scopo di preparare nel
fanciullo un terreno intuitivo su cui si possa, in una fase successiva,
fondare l'analisi razionale delle situazioni di incertezza.
La classica definizione di probabilità - come rapporto fra il numero
dei casi favorevoli e il numero dei casi possibili in situazioni
aleatorie simmetriche - non può essere assunta come punto di partenza,
ma è piuttosto il punto di arrivo di una ben graduata attività.
Nello sviluppo di questo itinerario può realizzarsi la costruzione e
l'analisi di procedimenti e di algoritmi - numerici e non numerici -
anche con l'uso iniziale, ma coerente e produttivo, di opportuni
strumenti di calcolo e di elaborazione delle informazioni.
Obiettivi
del primo e del secondo anno:
-
In
situazioni problematiche tratte dalla vita reale e dal gioco, usare
in modo significativo e coerente le espressioni: forse, è
possibile, è sicuro, non so, è impossibile, ecc.
Obiettivi
del terzo, quarto e quinto anno:
-
Compiere
osservazioni e rilevamenti statistici semplici; tracciare diagrammi
a barre, istogrammi, areogrammi...;
-
calcolare
medie aritmetiche e percentuali, usando, se ritenuto opportuno,
calcolatrici tascabili; viceversa, interpretare rappresentazioni e
calcoli fatti da altri;
-
confrontare
in situazioni di gioco le probabilità dei vari eventi mediante
l'uso di rappresentazioni opportune;
-
rappresentare,
elencare e numerare tutti i possibili casi in semplici situazioni
combinatorie; dedurne alcune elementari valutazioni di probabilità;
-
tracciare
e interpretare diagrammi di flusso per la rappresentazione di
convenienti processi.
Indicazioni
didattiche
1. All'inizio
della prima elementare è opportuno che l'insegnante svolga un'attenta
ricognizione dello stato di preparazione dei singoli alunni in relazione
alle esigenze del processo di apprendimento della matematica. A tal fine
sembra utile un'osservazione sistematica dei comportamenti più
significativi quali si manifestano nel contesto delle attività
didattiche e dei giochi. Importanti settori di osservazione sono le
capacità di: cogliere relazioni e porre in relazione oggetti fra loro,
contare per contare (sequenza numerica verbale), contare oggetti
(corrispondenza fra passi successivi della sequenza numerica verbale e
oggetti), orientarsi nello spazio (sopra, sotto, avanti, dietro...),
orientarsi nel tempo (prima, dopo).
La programmazione didattica verrà sviluppata tenendo conto delle
informazioni ottenute mediante questa prima ricognizione e sarà
diretta, in primo luogo, a costituire una comune base di esperienze su
cui fondare la riflessione e la concettualizzazione matematica e un più
agevole raccordo con la scuola materna e l'extra-scuola. Ciò potrà
essere raggiunto anche attraverso attività e giochi scelti fra quelli
tradizionalmente presenti negli ambienti di vita del fanciullo.
Nel conseguimento dei diversi obiettivi è importante procedere in modo
costruttivo e significativo, fornendo agli alunni una adeguata base
manipolatoria e rappresentativa.
Ciascun alunno va messo in condizione di utilizzare, inizialmente,
materiali diversi, comuni o strutturati, che forniscano adeguati modelli
dei concetti matematici implicati nelle varie procedure operative.
Tuttavia è importante che egli si distacchi, ad un certo punto, dalla
manipolazione dei materiali stessi per arrivare ad utilizzare soltanto
le relative rappresentazioni mentali nell'esecuzione e nella
interpretazione dei compiti a lui assegnati.
Il passaggio dall'esperienza alla rappresentazione e quindi alla
formalizzazione può avvenire muovendo dalle situazioni più varie; fra
di esse un ruolo importante hanno le più naturali e spontanee: quelle
di gioco. Ogni attività di gioco e di lavoro, ben impostata e condotta,
favorisce un'attività intellettuale controllata ed educa al confronto
di idee, comportamenti, soluzioni alternative, in un clima positivo di
socializzazione.
Fra i giochi si possono comprendere sia quelli spontanei o appresi dal
fanciullo nel suo ambiente culturale, sia quelli più specificamente
indirizzati al conseguimento di particolari abilità matematiche.
2.
Cura particolare va posta sia
nell'acquisizione del complesso concetto di numero naturale, sia nella
formazione della capacità di rappresentarlo nel sistema di scrittura
decimale, con riferimento al valore posizionale delle cifre e al
significato e all'uso dello zero. A tale scopo può risultare
vantaggiosa l'introduzione di sistemi di numerazione diversi da quello
decimale per la notazione multibase di tali numeri. Va, inoltre, tenuto
presente che l'insieme dei numeri naturali ha la caratteristica
fondamentale di essere ordinato e, pertanto, è essenziale che il
fanciullo acquisisca la capacità di confrontare e ordinare gli stessi
numeri, utilizzando anche la cosiddetta linea numerica o retta graduata.
Entro il secondo anno gli alunni dovranno
pervenire a dominare operativamente i numeri naturali almeno entro il
cento. In terza classe sarà opportuno condurli a operare, come
traguardo minimo per tutti, con numeri entro il mille proponendo
addizioni e sottrazioni con non più di due cambi (riporti o prestiti),
moltiplicazioni con fattori di non più di due cifre e divisioni con
divisore di una cifra. In quarta classe tali vincoli potranno cadere,
anche se è opportuno non oltrepassare il milione nel calcolo scritto.
L'introduzione dei numeri con virgola va realizzata a partire dal terzo
anno e le relative operazioni vanno introdotte, con gradualità negli
ultimi due anni. In quarta classe ci si può limitare alle addizioni e
alle sottrazioni, con specifica attenzione al valore frazionario delle
cifre secondo la posizione occupata a destra della virgola, e quindi
all'incolonnamento. In quinta classe le moltiplicazioni e le divisioni
con numeri decimali non dovranno avere, rispettivamente, fattori e
divisori con più di due cifre dopo la virgola.
I suggerimenti di non oltrepassare determinati limiti numerici vanno
intesi esclusivamente in funzione della necessità di centrare
l'attenzione degli alunni sui fondamentali concetti di notazione
posizionale e sulle relative eventuali conseguenze di cambio; questi
dovranno essere totalmente dominati in contesti semplici prima di
poterli ampliare, per analogia e con gradualità, in contesti man mano
più complessi dove si utilizzano numeri di molte cifre.
L'acquisizione significativa delle tecniche ordinarie di calcolo delle
quattro operazioni scritte andrà opportunamente consolidata mettendo
gli alunni in grado di saper ottenere, nei casi possibili, uno stesso
risultato numerico elaborando, di volta in volta, schemi di calcolo
(algoritmi) differenti, sia mediante scomposizioni diverse dei numeri,
sia con l'uso pertinente delle proprietà delle operazioni. Tutto ciò,
accompagnato dall'assunzione dei necessari automatismi, influirà
positivamente sulla formazione delle importanti capacità di eseguire
calcoli mentali con precisione e rapidità, tenendo presente che tali
capacità non solo sono utili a prevedere e a verificare lo sviluppo,
anche in approssimazione, di operazioni complesse eseguite per iscritto,
ma servono, inoltre, a controllare l'esito delle operazioni stesse,
allorché in momenti successivi verranno realizzate mediante
calcolatrici tascabili.
Le attività di manipolazione di materiali idonei, le operazioni di
misura di grandezze fisiche diverse, le analisi di dati economici e
demografici, ecc. possono offrire occasioni di lavoro con i numeri sia
in base dieci che in altre basi o, nel terzo, quarto e quinto anno, un
opportuno punto di partenza per l'avvio della comprensione delle potenze
e della loro scrittura.
Particolarmente utile può risultare, in proposito, la scrittura dei
numeri cento, mille, diecimila,... mediante potenze del dieci, per
giungere alla trascrizione di un numero con più cifre sotto forma di
polinomio numerico.
3.
L'avvio allo studio della
geometria va ricollegato in modo naturale, ad una pluralità di
sollecitazioni che provengono dalla percezione della realtà fisica.
Sarebbe quindi oltremodo riduttivo limitare l'insegnamento di questo
settore alla semplice memorizzazione della nomenclatura tradizionale e
delle formule per il calcolo di perimetri, aree, volumi di figure
particolari.
Va favorita, invece, un'attività geometrica ricca
e variata, prendendo le mosse dalla manipolazione concreta di oggetti e
dall'osservazione e descrizione delle loro trasformazioni e posizioni
reciproche.
Le nozioni di perimetro, area, volume andranno introdotte - a livello
intuitivo - anche per figure irregolari, in modo da svincolare questi
concetti dalle formule, le quali vanno viste come semplici strumenti
atti a facilitare i calcoli in casi importanti ma particolari.
Il disegno geometrico, inizialmente a mano libera, quindi con riga,
squadra e compasso, andrà curato con attenzione, sia per le notevoli
abilità operative che esso promuove, sia per favorire l'assimilazione
di concetti come "parallelismo" e "perpendicolarità".
Oltre ai sistemi di riferimento di tipo cartesiano, comunemente usati
per individuare posizioni su un reticolato a coordinate intere positive
(geopiano, carta quadrettata, mappe o carte geografiche), si potranno
introdurre informalmente altri sistemi di riferimento più direttamente
collegati alla posizione dell'osservatore.
Per il calcolo dei perimetri e delle aree si raccomanda di non insistere
troppo sull'apprendimento dei cosiddetti "numeri fissi"
(costanti) attraverso la proposizione di nozioni puramente mnemoniche il
cui significato, a questo livello di età, risulta difficilmente
comprensibile; per quel che riguarda la presentazione del numero (pi
greco), sarà sufficiente indicare che esso vale approssimativamente
3,14.
4.
Un itinerario di lavoro per la
misura, che tenga conto delle difficoltà implicate nel processo di
misurazione, dovrà comprendere le tappe del confronto diretto, del
confronto indiretto, con campioni arbitrari e del confronto indiretto
con le unità di misura convenzionali.
Una effettiva comprensione del significato di
"misura" è perseguibile solo attraverso una ricca base
sperimentale, senza la quale non è possibile comprendere che
"misurare" significa scandire una quantità continua e
scoprire le difficoltà che si incontrano e gli errori che si possono
commettere in un processo di misurazione.
Una riflessione sulle unità di misura locali del passato e, dove
permangono ancora, del presente, così come sulle unità di misura di
altri popoli e di altri tempi, potrà servire a consolidare l'idea della
convenzionalità del sistema in uso.
Nell'uso di unità di misura convenzionali si raccomanda di uniformarsi
alle norme del "Sistema Internazionale di Unità" (riportate
nel D.P.R. n. 802 del 12 agosto 1982), che tra l'altro prescrivono di
posporre il simbolo ("marca") al valore numerico in linea con
esso, senza farlo seguire da un punto; si suggerisce anche di evitare
esercitazioni con unità di misura scarsamente usate, ad esempio il
miriagrammo.
Quanto all'uso delle "marche" nella risoluzione di problemi,
essendo inadatto a questo livello di età uno sviluppo sistematico dei
calcoli dimensionali, è preferibile che esse non vengano riportate
nelle indicazioni delle operazioni. E' invece opportuno che accanto alle
operazioni stesse si riporti una descrizione del procedimento nella
quale si indicherà l'unità di misura di ciascun risultato man mano
ottenuto.
E' da tenere, inoltre, presente che possono essere misurati sia gli
aspetti della realtà fisica direttamente esperibili (lunghezze, tempi,
pesi, capacità, temperature,...) sia aspetti della realtà economica e
sociale (produzione, migrazione, variabilità delle nascite,...). Il
"misurare" è quindi da considerarsi come uno strumento
conoscitivo che aumenta le possibilità di comprendere i fatti e i
fenomeni, come, viceversa, dallo studio dei fatti e dei fenomeni si può
comprendere che la misura non è limitabile ai ristretti campi delle
lunghezze, dei pesi o delle aree.
5.
Gli elementi di logica e di
insiemistica hanno come obiettivo principale la padronanza dei relativi
linguaggi e il loro impiego in contesti significativi.
L'insegnante, inoltre, condurrà l'alunno, con
esempi concreti, all'impiego corretto di termini come "tutti",
"qualcuno", ecc. Ciò, peraltro, non comporterà
necessariamente l'impiego della simbologia matematica relativa agli
insiemi e alle operazioni insiemistiche e logiche.
Si raccomanda di non introdurre nozioni in modo scorretto, essendo
preferibile posticipare la precisazione di un concetto alla rettifica di
nozioni già introdotte impropriamente. Ad esempio, è opportuno che il
quadrato sia presentato come caso particolare del rettangolo, evitando
di far credere che un rettangolo è tale solo se ha, necessariamente,
lati disuguali. Così pure una particolare cura dovrà essere posta al
segno di "uguaglianza"; quando, ad esempio, si hanno catene di
operazioni, anziché il segno di uguaglianza (che in questo contesto
indica il compimento di un'operazione, e che spesso viene usato in modo
improprio) si impiegheranno altri segni (ad esempio, si potrà ricorrere
ai grafi).
6.
Le raccolte dei dati,
effettuate in contesti diversi e opportunamente organizzate, condurranno
alle prime nozioni di statistica descrittiva anche attraverso
visualizzazioni immediate.
Quanto alle prime nozioni di probabilità è
importante che il fanciullo sia condotto ad accettare senza turbamento
situazioni di incertezza. Si può raggiungere molto bene questo scopo
mediante il gioco: molti giochi hanno carattere aleatorio o ricorrono
alla sorte per l'assegnazione di particolari ruoli. L'abilità del
giocatore consiste nel saper scegliere, fra le varie mosse possibili,
quella che offre maggiore probabilità di vittoria; si tratta dunque, in
primo luogo di condurre l'alunno a compiere confronti di probabilità.
Ciò può essere fatto dapprima in termini più vaghi, e poi in
situazioni ben schematizzate.
Anche l'informatica richiede un'attenta considerazione: da un lato, essa
mette in evidenza l'idea di algoritmo, già presente nell'aritmetica ma
suscettibile di un impiego assai più vasto; dall'altro, essa presenta
il calcolatore come strumento di esplorazione del mondo dei numeri, di
elaborazione e di interazione. Si terrà presente che esso è diventato
uno strumento importante nella società contemporanea e non può,
quindi, essere ignorato; ma, nello stesso tempo, sarà opportuno evitare
infatuazioni, considerato che nessuno strumento, per quanto
tecnologicamente sofisticato, può avere da solo effetti risolutivi.
In definitiva, l'introduzione al pensiero e all'attività matematica
deve rivolgersi in primo luogo a costruire, soprattutto là dove essa si
manifesta carente, una larga base esperienziale di fatti, fenomeni,
situazioni e processi, sulla quale poi sviluppare le conoscenze
intuitive, i procedimenti e gli algoritmi di calcolo e le più
elementari formalizzazioni del pensiero matematico.
Si favorirà così la formazione di un atteggiamento positivo verso la
matematica, intesa sia come valido strumento di conoscenza e di
interpretazione critica della realtà, sia come affascinante attività
del pensiero umano.
Educazione
motoria
L'affermazione
nella cultura contemporanea dei nuovi significati di corporeità, di
movimento e di sport si manifesta, sul piano personale e sociale, come
esigenza e crescente richiesta di attività motoria e di pratica
sportiva.
La scuola elementare, pertanto, nell'ambito di una educazione
finalizzata anche alla presa di coscienza del valore del corpo inteso
come espressione della personalità e come condizione relazionale,
comunicativa, espressiva, operativa, favorisce le attività motorie e di
gioco-sport.
Nel promuovere tali attività essa, mentre considera il movimento, al
pari degli altri linguaggi, totalmente integrato nel processo di
maturazione dell'autonomia personale, tiene presenti gli obiettivi
formativi da perseguire in rapporto a tutte le dimensioni della
personalità:
-
morfologico-funzionale;
-
intellettivo-cognitiva;
-
affettivo-morale;
-
sociale.
L'educazione
motoria si propone le seguenti finalità:
-
promuovere
lo sviluppo delle capacità relative alle funzioni senso-percettive
cui sono connessi i procedimenti di ingresso e di analisi degli
stimoli e delle informazioni;
-
consolidare
e affinare, a livello concreto, gli schemi motori statici e dinamici
indispensabili al controllo del corpo e alla organizzazione dei
movimenti;
-
concorrere
allo sviluppo di coerenti comportamenti relazionali mediante la
verifica vissuta in esperienze di gioco e di avviamento sportivo,
dell'esigenza di regole e di rispetto delle regole stesse
sviluppando anche la capacità di iniziativa e di soluzione dei
problemi;
-
collegare
la motricità all'acquisizione di abilità relative alla
comunicazione gestuale e mimica, alla drammatizzazione, al rapporto
tra movimento e musica, per il miglioramento della sensibilità
espressiva ed estetica.
Le
finalità indicate concorrono allo sviluppo delle caratteristiche
morfologico-biologiche e funzionali del corpo e allo sviluppo della
motricità in senso globale e analitico.
L'intervento educativo rivolto alla motricità presuppone la conoscenza
del movimento dal punto di vista strutturale, delle sue modalità di
realizzazione, del suo sviluppo.
La struttura del movimento è costituita da unità basiche, riferibili a
schemi motori e schemi posturali. Essi permettono tutte le più
complesse attività funzionali e costituiscono il repertorio necessario
non solo per compiere movimenti o per inibirli, ma anche per assumere
atteggiamenti o posture.
Gli schemi motori sono dinamici e si identificano nel camminare,
correre, saltare, afferrare, lanciare, strisciare, rotolare,
arrampicarsi, quelli posturali sono schemi statici e si identificano nel
flettere, inclinare, circondurre, piegare, elevare, estendere, addurre,
ruotare, oscillare, ecc... e possono riguardare movimenti globali o
segmentari del corpo.
Sia gli schemi motori che quelli posturali maturano secondo un processo
di sviluppo che si evidenzia in caratterizzanti tratti di maturità.
In ciascuna fase dello sviluppo occorre quindi che l'insegnante realizzi
le condizioni per ampliare il più possibile il repertorio di schemi
motori e posturali.
Conseguire una base motoria più ampia possibile rappresenta perciò un
obiettivo educativo e didattico dell'educazione motoria.
Obiettivi
e contenuti
Il
movimento si sviluppa, come qualsiasi altra funzione della personalità,
in un rapporto continuo con l'ambiente, attraverso comportamenti
modificati dall'esperienza, mentre la sua educabilità passa attraverso
i meccanismi di percezione, coordinazione, selezione ed esecuzione
presenti in qualsiasi azione motoria intenzionale.
Compito dell'insegnante è promuovere in ogni alunno, e, perciò, nel
rispetto del livello della maturazione biopsichica individuale, il
progressivo finalizzato controllo del comportamento motorio.
Le differenti caratteristiche di sviluppo e maturazione dell'alunno
della scuola elementare esigono perciò tempi e modalità diversificate
di programmazione e di attuazione delle attività motorie, secondo
sequenze che hanno riferimento con lo sviluppo strutturale del fanciullo
e con quello funzionale della sua motricità.
Le attività motorie consentono di conseguire prima una serie di
obiettivi relativi alle capacità senso-percettiva, visiva, uditiva,
tattile e cinestetica.
Fin dalla scuola materna, e particolarmente fra i 5-7 anni, il fanciullo
deve sviluppare le capacità di percezione, analisi e selezione delle
informazioni provenienti dagli organi analizzatori.
In rapporto all'organizzazione ed alla regolazione del movimento
un'ulteriore serie di obiettivi da perseguire è rappresentata dalla
promozione delle capacità coordinative deputate alla scelta del
movimento, alla sua direzione, al suo controllo.
Queste capacità, che conoscono un periodo di sviluppo intensivo fra i 6
e gli 11 anni, possono essere così identificate:
a)
percezione, conoscenza e coscienza del corpo
Attraverso
le esperienze di esplorazione e scoperta, compiute toccando, esaminando,
indicando, usando le varie parti del corpo, giocando e manipolando gli
oggetti, si favorisce la graduale costruzione dello schema corporeo,
inteso come rappresentazione dell'immagine del corpo nei suoi diversi
aspetti: globale e segmentario, statico e dinamico.
In tale rappresentazione si integrano gli aspetti relazionali, emotivi,
affettivi e di motivazione per una completa consapevolezza corporea;
b)
coordinazione oculo-manuale e segmentaria
Particolare
attenzione dovrà fin dall'inizio essere rivolta al conseguimento di
tali capacità attraverso attività manipolative semplici con piccoli
oggetti, attrezzi di gioco, indirizzando gli interventi anche al fine
dell'affermazione della lateralità e del consolidamento della dominanza
e favorendo in tal senso la regolarità, la precisione, la fluidità dei
gesti-motori fini e gli apprendimenti grafici;
c)
organizzazione spazio-temporale
Saranno
programmate ed attuate attività che, a partire dai giochi di
esplorazione dell'ambiente e di partecipazione a situazioni ludiche
organizzate, concorreranno alla progressiva costruzione ed
organizzazione dello spazio fisico-geometrico e relazionale, nonché
alla iniziale intuizione della successione temporale delle azioni.
Attraverso l'utilizzazione di tutte le strutture motorie statiche e
dinamiche in giochi di movimento, su schemi liberi o prestabiliti, con o
senza attrezzi, in forma individuale o collettiva, si favorirà nel
fanciullo l'acquisizione di concetti relativi allo spazio e
all'orientamento (vicino/lontano, sopra/sotto, avanti/dietro,
alto/basso, corto/lungo, grande/piccolo, sinistra/destra) e di
concetti relativi al tempo e alle strutture ritmiche (prima/dopo,
contemporaneamente/insieme, lento/veloce);
d)
coordinazione dinamica generale
Integrando
le precedenti capacità coordinative, la coordinazione dinamica generale
controlla il movimento, consentendo al fanciullo di raggiungere una
motricità sempre più ricca ed armoniosa sia sul piano dell'espressione
che dell'efficacia.
Tale capacità si svilupperà progressivamente attraverso situazioni di
gioco e di attività via via più complesse che, intorno ai 9-10 anni,
si collegheranno in modo naturale ai fondamentali gesti del gioco-sport.
Indicazioni
didattiche
La
programmazione degli interventi didattici dovrà tener conto delle
diverse situazioni di partenza e dei livelli iniziali di funzionalità
senso-percettiva e motoria di ciascun alunno al momento dell'ingresso a
scuola. Tali valutazioni iniziali saranno facilitate anche dalle
indicazioni fornite dalla famiglia, dalla scuola materna frequentata e
dai servizi sanitari del territorio.
Le attività motorie, per essere funzionali e influire positivamente su
tutte le dimensioni della personalità, devono essere praticate in forma
ludica, variata, polivalente, partecipata nel corso di interventi di
opportuna durata e con differenziazioni significative a seconda delle
varie fasce d'età.
In questo senso si farà riferimento inizialmente (6-7 anni) a tutta la
vasta gamma di giochi motori frutto della spontanea e naturale motricità
dei fanciulli, attingendo sia all'esperienza vissuta, sia alla più
genuina tradizione popolare, utilizzando giochi simbolici, d'imitazione,
di immaginazione, ecc.
L'importanza della ludicità nell'educazione motoria risponde al bisogno
primario del fanciullo di una forma gratificante e motivata delle
attività. Il gioco è quindi sempre da sollecitare e gestire in tutte
le sue forme e modalità (d'invenzione, di situazione, dei ruoli, di
regole, ecc.). Compito dell'insegnante sarà di programmare e suggerire
i giochi più idonei al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Nella seconda fascia d'età (8-11 anni) il raggiungimento di congruenti
livelli di autonomia, è legato alla ricchezza delle esperienze
educative vissute, all'ampiezza della base motoria, al complesso delle
capacità coordinative acquisite.
In una prospettiva realmente formativa, acquistano in tal senso
rilevanza tutte le attività polivalenti (percorsi, circuiti, ecc.) ed i
giochi di squadra con regole determinate dagli alunni o assunte
dall'esterno (quattro porte, mini-basket, mini-volley, mini-handball,
ecc.), ovvero attività sportive significative (pre-atletica; corse,
salti, lanci; ginnastica: agilità, ritmo; esperienze di nuoto, ecc.).
Ciò non dovrà costituire pretesto per un prematuro avviamento alle
discipline sportive, né deve presentarsi come esperienza scolastica
episodica eccezionale, ma deve invece configurarsi come specifico
intervento educativo teso a cogliere i veri significati sociali e
culturali dello sport.
Verranno individuati opportuni momenti di verifica e valutazione
attraverso l'osservazione sistematica del comportamento motorio degli
alunni, tenendo sempre presenti i punti di partenza, le differenti
situazioni esperienziali, i diversi ritmi di sviluppo individuale.
In presenza di alunni in situazione di difficoltà motoria, gli
interventi saranno, in relazione ai contenuti, agli strumenti e alla
durata, adeguati alle effettive possibilità e necessità di ogni
fanciullo.
Costituiscono luogo ideale per lo svolgimento delle attività motorie la
palestra, gli spazi aperti attrezzati e non, o comunque opportunamente
recuperati o ricondizionati allo scopo. Si rammenti, a tale proposito,
l'opportunità di attivare ogni possibile intervento teso alla migliore
utilizzazione delle strutture e delle risorse scolastiche esistenti,
purché rispondenti a requisiti minimi di agibilità e sicurezza per lo
svolgimento delle attività stesse. Particolare attenzione va data anche
all'uso dei materiali e delle attrezzature che potranno essere sia
quelli tradizionali, sia altri particolarmente idonei (palle colorate,
palloni, clavette, cerchi, bacchette, fettucce elastiche, ostacoli,
panche, materassini, ceppi, tappeti, ecc.).
EDUCAZIONE
ALL'IMMAGINE
I
caratteri di questa forma di educazione sono ricavabili dal concetto di
"immagine".
L'immagine è un messaggio, cioè una sequenza di segni, suoni, forme,
ecc., con la quale si intende comunicare qualcosa. Perciò, l'immagine
si delinea come un certo modo di considerare la realtà, disegnandone
una copia, elaborandone bensì una rappresentazione.
L'immagine è un messaggio affidato a una pluralità di segni non
riducibili a un solo codice: ad esempio, l'immagine filmica o televisiva
è, nel contempo, parola, immagine, suono.
Per rendere comprensibile l'immagine e, quindi, assumerla in funzione
educativa, si deve essere in grado sia di decodificare i codici
utilizzati (parola, suono, movimento, forma, colore, ecc.), sia di
interpretare il contesto comunicativo.
L'educazione all'immagine si delinea come attività diretta al
conseguimento della competenza espressiva e comunicativa; avere questa
competenza significa divenire capaci di tradurre in un messaggio la
propria esperienza e di conoscere i vari sistemi di segni propri
dell'ambiente culturale in cui si vive.
In questa prospettiva, l'educazione all'immagine si affianca
all'educazione linguistica, all'educazione musicale, all'educazione
motoria, ecc., in quanto l'immagine, come la lingua verbale, il suono
musicale, il gesto, ecc., appartiene all'universo del linguaggio, inteso
come opportunità di simbolizzazione, espressione, comunicazione.
Peraltro, con l'educazione all'immagine si pone in evidenza che la
ricchezza del vivere umano non è conoscibile ed esprimibile solo
attraverso i sistemi di segni, perché vi è il mondo delle forme, delle
raffigurazioni, dei colori, del movimento, ecc., con i quali ci si può
esprimere e si può comunicare.
La competenza comunicativa è acquisita sia quando il fanciullo è
guidato a leggere le immagini, sia quando egli si dedica a produrle.
Il fanciullo scopre abbastanza presto che le immagini hanno un
significato e che egli, progettando e realizzando sequenze di immagini,
anche con l'utilizzazione di tecniche e media diversi, promuove la sua
conoscenza dei linguaggi iconici.
Non va persa di vista, tuttavia, l'opportunità di distinguere le
immagini che derivano dalle attività del disegnare, dipingere,
modellare, incidere, dalle immagini che rimandano alle tecnologie dei
mezzi di comunicazione di massa, quali telecamera, cinepresa, macchina
fotografica, ecc.
E' una distinzione rilevante, perché dovrebbe favorire nell'alunno la
percezione sia del potenziale ideativo-creativo proprio
dell'intenzionalità comunicativa, sia il limite imposto dalla struttura
del mezzo tecnologico.
L'educazione all'immagine prende il via sul piano operativo con i
linguaggi plastici e figurativi già sperimentati nel periodo della
scuola materna. Il fanciullo si inserisce nella realtà sfruttando le
proprie capacità sensoriali: toccando e vedendo apprende e capisce.
Nell'ambito di questo rapporto con l'ambiente occorre, pertanto,
potenziare tutti i canali espressivi legati alle esperienze cinestetiche,
tattili e visive, in modo da offrire all'alunno l'occasione di fondere
elementi diversi e di tradurli in forme nuove e significanti. Queste
attività mirano a educare nell'alunno la capacità di rappresentare in
modo personale i contenuti dell'esperienza.
Le esperienze effettuate con vari mezzi espressivi dovranno sollecitare
l'alunno a decodificare i dati acquisiti, a dissociarli, a elaborarli
prima di ricostruirli in modi e forme nuovi. Ogni materiale sfruttato in
chiave espressiva diventa un medium ricco di possibilità diverse.
L'alunno, facendo esperienza con più media, si abitua a fronteggiare le
situazioni nuove, affina il proprio senso critico, acquisisce la capacità
di trovare ordine e forma, di ristrutturare e individuare nuovi
rapporti. I mezzi di espressione visuale possono essere reinventati e
gestiti dal fanciullo e offrono, quindi, un positivo contributo allo
sviluppo del pensiero creativo.
Le attività legate all'immagine consentono di promuovere anche le prime
esperienze di educazione estetica, abbiano esse carattere
espressivo-creativo che fruitivo-critico.
Obiettivi
e contenuti
L'educazione
all'immagine è finalizzata al conseguimento di questi obiettivi:
-
promuovere
un primo livello di alfabetizzazione intesa come acquisizione
critica dei linguaggi iconici, attivando l'espressione e la
comunicazione delle esperienze, nonché la decodificazione e
l'interpretazione delle immagini, e consolidando progressivamente la
competenza comunicativa;
-
potenziare
la creatività espressiva che è carattere comune a tutti gli
individui ed è educabile;
-
accostare
alla varietà dei beni culturali, con particolare riferimento a
quelli presenti nell'ambiente, e in particolare alle opere di
scultura e pittura, di arte decorativa, del teatro, del cinema,
ecc., incentivare la maturazione del gusto estetico, in modo da
rendere sempre più ricca la comprensione del "messaggio"
dell'opera d'arte.
Il
rapporto di interazione tra il fanciullo e l'ambiente è fondamentale
per qualsiasi attività espressiva e comunicativa che, in ogni caso,
deve scaturire dall'esigenza di manifestare i contenuti dell'esperienza
razionale e affettiva.
Si tratta di un rapporto che non può essere compromesso da stereotipi
retorici e banalizzanti.
Allo scopo di stimolare le attività espressivo-comunicative si possono
prendere in considerazione:
-
le
esperienze vissute (per esempio, giochi, eventi quotidiani,
avventure, viaggi, feste, cerimonie familiari, religiose e
tradizionali locali);
-
le
storie di persone, di personaggi reali e immaginari, protagonisti di
storie lette, ascoltate, viste, inventate, le storie di animali;
-
gli
aspetti dell'ambiente.
In questo
ambito è indispensabile fare ricorso a una varietà di materiali e di
procedimenti, nonché a una serie di contatti e di itinerari guidati.
Per quanto concerne i procedimenti, al fine di evitare il pericolo di un
vuoto tecnicismo, occorrerà tenere presenti gli obiettivi che di volta
in volta si potranno perseguire, la natura dei mezzi utilizzati e il
loro grado di rispondenza sia ai livelli di sviluppo del fanciullo, che
alla natura degli argomenti presi in considerazione. A titolo puramente
indicativo si ipotizzano alcune attività in vista di obiettivi
specifici. Si tratta di una elencazione che, entro certi limiti, implica
una intrinseca articolazione temporale, nel senso che alcune attività
vanno prese in considerazione solo dopo che ne saranno state proposte
altre più semplici e rispondenti ai procedimenti di figurazione del
fanciullo.
- Modellare
sabbia, creta, cere e paste di vario tipo, ecc., per favorire la
percezione tridimensionale, il contatto diretto con la materia, la
coordinazione delle braccia, delle mani, delle dita.
- Disegnare
e dipingere, per favorire opportunità di espressione e,
implicitamente il riconoscimento e la riproduzione delle forme e dei
colori, la coordinazione occhio-mano, lo sviluppo del senso estetico.
- Utilizzare
materiali di varia provenienza per realizzare collages,
stampe, composizioni e costruzioni.
- Incidere
materie diverse (per esempio, vegetali, linoleum, ecc.) e rilevare
impronte da varie superfici.
- Collegare
l'immagine e la parola mediante la realizzazione di fumetti per
aiutare il fanciullo a superare difficoltà di verbalizzazione, ad
acquisire migliori strutturazioni spazio-temporali e a cogliere le
differenze tra discorso diretto e discorso indiretto (preparazione di
fumetti sulla base di scalette preparate in precedenza).
- Osservare
le immagini fotografiche per interpretarne il significato e per
avviare al riconoscimento dei campi, dei piani, delle diverse
angolazioni e di altri elementi compositivi quali il bianco e il nero,
il colore, le luci.
- Fotografare
oggetti e situazioni da differenti angolazioni, in bianco e nero e a
colori, in posa o istantanea, per confrontare modi diversi di
rappresentare la realtà, collegandoli alle personali esigenze di
espressione e comunicazione.
- Costruire
sequenze con disegni, fotografie e diapositive, raccontando storie e
documentando ricerche, anche per acquisire una migliore strutturazione
spazio-temporale.
- Conoscere
il mezzo cinematografico per comprenderne i messaggi, intuire i
significati delle inquadrature e delle sequenze e conoscere le fasi di
lavorazione.
- Produrre
films a passo ridotto, collegati all'esigenza di comunicare ed
esprimersi.
- Conoscere
la produzione televisiva per avviare a una lettura selettiva dei
programmi e ad una prima conoscenza delle peculiarità tecniche e
comunicative del mezzo televisivo.
- Avviare,
quando ciò sia possibile, alla conoscenza e all'uso della telecamera e
del videotape.
Indicazioni
didattiche
Anche le
attività legate all'immagine comportano una precisa azione didattica.
Occorre pertanto superare la tendenza al non intervento nell'attesa di
un prodotto infantile che dovrebbe manifestarsi in modo del tutto
spontaneo. Il fanciullo può esprimersi in modo personale solo se
opportunamente guidato in situazioni ricche di stimoli e di materiali
adatti. Sarà, pertanto, necessario:
-
motivare,
organizzare e arricchire l'esperienza espressiva dell'alunno,
evitando di ricorrere a metodi, strumenti e modelli che non
promuovano la creatività (ad esempio, disegni da completare o solo
da colorare, sagome);
-
rimuovere
blocchi psicologici e difficoltà espressive e comunicative,
aiutando il fanciullo, anche mediante il dialogo, a riflettere sui
contenuti delle sue realizzazioni;
-
conoscere
le caratteristiche dell'evoluzione grafica e plastica infantile, al
fine di rispettare il principio della gradualità, predisponendo
anche i materiali meglio rispondenti a quei livelli di sviluppo;
-
organizzare
l'ambiente scolastico fornendo di una adeguata varietà di materiali
e di strumenti, non dimenticando
che le possibilità espressive del fanciullo variano in rapporto
agli stimoli che egli riceve dall'ambiente stesso;
-
dare,
al giusto momento, tutti quei suggerimenti che si rendono necessari
per la migliore utilizzazione dei mezzi e degli strumenti.
L'eventuale
intervento correttivo va effettuato attraverso il gioco e le altre
attività. Per quanto riguarda in particolare il disegno e il
modellamento c'è da tener presente che questi linguaggi sono
strettamente legati a una capacità di rappresentazione spaziale ancora
in fase di sviluppo.
Sarebbe, pertanto, controproducente costringere il fanciullo a
raddrizzare una figura rovesciata, a modificare le proporzioni, a
riempire uno sfondo con un determinato colore.
Certe carenze potranno essere colmate anche proponendo esperienze con
mezzi espressivi diversi.
La creatività deve essere stimolata, facendo ricorso a tipi di
metodologia attiva, ricca di sollecitazioni, utilizzando proposte
creative (giochi e sperimentazioni).
I linguaggi iconici devono servire a cogliere tutte le esperienze e gli
elementi di natura percettiva, tattile, visiva, cinestetica, che in
altre forme di comunicazione sarebbero destinati a perdere gran parte
della loro identità. Un processo di integrazione attuato dall'interno
può configurarsi in una molteplicità di rapporti interdisciplinari.
Mediante l'incontro di più linguaggi si possono realizzare prodotti
espressivi autonomi come il fumetto, la fotostoria, la diapositiva
sonorizzata, la sequenza di trasparenti per la lavagna luminosa, la
storia e il reportage televisivo, il film, nonché molte forme di
rappresentazione teatrale (mimodramma, teatro-danza, teatro delle ombre,
teatro delle marionette e dei burattini). Il teatro dei burattini, in
particolare costituisce una delle migliori occasioni per rendere vivo e
operante il principio della integrazione.
Quando il fanciullo comincia a maturare le facoltà critiche e
acquisisce una maggiore capacità di riflessione, ha bisogno di essere
sostenuto, incoraggiato, indirizzato verso nuove esperienze. Nel momento
in cui affiora, per esempio, l'esigenza della verosimiglianza, si
possono introdurre il disegno dal vero e la fotografia e metterli al
servizio dell'espressione e della documentazione.
Al fanciullo che, uscendo dal momento egocentrico, comincia ad aprirsi
agli interessi di gruppo, si possono proporre realizzazioni collettive
(dipinti, collages, lavori teatrali, audiovisivi) secondo il principio
della suddivisione dei compiti.
Questo tipo di attività educa socialmente l'alunno. Il primo incontro
con le opere d'arte deve essere facilitato agli alunni, avvalendosi
anzitutto del patrimonio artistico dell'ambiente. In assenza di tale
diretto riferimento, si utilizzeranno riproduzioni a colori e
diapositive che saranno presentate per promuovere negli alunni
l'osservazione attenta dell'opera d'arte, allo scopo di maturare una
iniziale sensibilità estetica.
Naturalmente questo criterio metodologico può essere utilizzato anche
per altri prodotti legati all'immagine (raccolte di fotografie e di
manifesti, fumetti, films, trasmissioni televisive). In questo campo si
dovranno prevedere contatti con gli enti pubblici territoriali e altre
istituzioni e forme di collaborazione con gli esperti delle sezioni
didattiche dei musei, delle biblioteche, delle cineteche.
Nell'ambito dell'espressione grafica e plastica l'oggetto della
valutazione non è l'idea del bello e della rassomiglianza con la realtà,
ma la linea di sviluppo della produzione del fanciullo nelle sue
componenti intellettive, sociali, estetiche e creative. L'insegnante
dovrebbe essere in possesso di una informazione di base intorno alla
fenomenologia della presentazione plastica, grafica e pittorica per
arrivare a una più attenta e comprensiva valutazione dei prodotti
infantili.
In mancanza di locali appositi, l'aula potrà essere facilmente
organizzata in vista delle attività che si vorranno proporre agli
alunni. Si tratterà di utilizzare i banchi come delle unità mobili per
creare gli spazi per il lavoro singolo, per il lavoro di gruppo, per
l'incisione e la stampa, per il modellamento, la realizzazione di
diapositive su carta lucida. Materiali e strumenti dovranno essere
accessibili a tutti e verranno usati secondo il principio della
comunanza dei mezzi e della responsabilità comune.
GEOGRAFIA
La
geografia rileva e interpreta i caratteri dei paesaggi geografici,
studia i rapporti tra l'ambiente e le società umane, elabora e propone
modelli di spiegazione dell'intervento degli uomini sul territorio.
L'ambiente, oggetto della geografia, andrà considerato pertanto nella
sua globalità, come risultante delle interazioni che si verificano tra
tutte le sue componenti. I caratteri fisici dell'ambiente non possono
essere interpretati come condizionamenti assoluti delle scelte operate
dagli uomini: l'ambiente medesimo è, in qualche misura, prodotto
dell'azione degli uomini.
Il concetto fisico di spazio è anche oggetto di studio delle scienze
naturali (astronomia, geologia, ecc.): l'insegnamento della geografia,
oltre al concetto fisico di spazio, dedicherà opportuna attenzione ai
modi ed agli effetti dell'esperienza degli uomini sul territorio.
Tra l'altro, ciò dovrà far emergere la consapevolezza che le decisioni
di intervento sul territorio non dovranno essere riferite esclusivamente
ai bisogni degli uomini; dovranno essere tenute in debita considerazione
anche le esigenze delle componenti non antropiche, specie di quelle
appartenenti alla biosfera (del regno animale e di quello vegetale, ad
esempio).
In questo contesto dovrà essere promossa e progressivamente rafforzata
la responsabile attenzione del fanciullo al problema ecologico.
Riuscirà utile tener presenti vari aspetti del concetto di spazio
elaborati dal geografo:
-
lo
spazio fisico come condizione e come risultato
dell'intervento dell'uomo sul pianeta; le possibilità, i vincoli, i
problemi che pone, le trasformazioni che subisce;
-
lo
spazio rappresentativo come espressione di sistemi di valori
(i luoghi di incontro e di scambio, di celebrazione sacra e profana,
di sede dell'autorità, ecc.);
-
lo
spazio progettato come campo di azioni possibili o ipotesi di
intervento (insediamenti, utilizzazione del suolo, comunicazioni,
pianificazione territoriale);
-
lo
spazio codificato convenzionalmente dalla cartografia e da
modelli rappresentativi che utilizzano i linguaggi scientifici.
Su questa
base l'insegnamento della geografia permette di elaborare un concetto di
"paesaggio geografico" inteso come costruzione di sintesi
controllabili dei modi utilizzati dagli uomini per interagire con la
natura e dei rapporti culturali, economici e sociali operanti nelle
società stesse e fra società diverse.
Obiettivi
e contenuti
L'insegnamento
della geografia si propone di rendere capace l'alunno di orientarsi e
collocarsi nello spazio vissuto dagli uomini utilizzando le conoscenze e
gli strumenti concettuali e metodologici necessari per la comprensione
dell'interazione uomo-ambiente.
Si tratta di far acquisire uno specifico modo di osservare ed un
linguaggio appropriato per descrivere e per rappresentare.
Questo obiettivo generale si consegue attraverso l'acquisizione e
l'integrazione reciproca delle capacità operative:
-
di
rappresentare mentalmente lo spazio, acquisendo padronanza delle
nozioni di punto e sistema di riferimento, posizione relativa,
percorso e spostamento;
-
di
osservare un ambiente e scoprirne gli elementi costitutivi fisici e
antropici;
-
di
mettere in relazione fra di loro gli elementi di un ambiente,
evidenziando le diverse funzioni ed i vari rapporti che essi hanno
anche con un più vasto contesto;
-
avvalendosi
della scoperta degli elementi fisici e antropici osservati
nell'ambiente vicino, passare all'osservazione, sia pure indiretta,
di ambienti diversi, descrivendoli in modo via via più analitico e
differenziandoli secondo i loro caratteri geografici;
-
di
utilizzare mezzi diversi di descrizione linguistica e di
rappresentazione grafica;
-
di
costruire e di interpretare, a livelli crescenti di difficoltà,
mappe e carte diverse per contenuto e scala, imparando a scegliere
quelle più adeguate agli obiettivi, a orientarsi su di esse, e a
confrontare le informazioni che offrono con quelle desumibili da
altre fonti;
-
di
ricercare l'informazione geografica, imparando a raccogliere,
selezionare e controllare i dati presenti in atlanti, libri,
periodici, annuari statistici, ecc., relativi ad ambienti
direttamente o indirettamente conosciuti o che si vogliono
conoscere.
Alla
fine della scuola elementare l'alunno dovrà essere in grado di
comprendere, di porre in rapporto fra di loro e di localizzare sulle
carte geografiche i fenomeni studiati.
Per promuovere l'acquisizione di queste capacità, si potrà tener conto
dei nuclei tematici che qui di seguito si elencano.
La loro progressione va intesa soprattutto come graduale passaggio da
situazioni più semplici a situazioni più complesse, poiché
l'intreccio tra esperienze dirette nell'ambiente ed esperienze mediate
soprattutto tramite i mass media, non consente di distinguere troppo
nettamente il "vicino" dal "lontano".
a)
- Muovendo dall'orientamento nello spazio dell'alunno e dalle conoscenze
che egli possiede sul suo ambiente di vita, l'insegnante favorirà lo
sviluppo delle capacità di rappresentazione dello spazio. I primi
oggetti di indagine possono essere, ad esempio, la strada, la casa, gli
spazi della scuola, i percorsi abituali, i luoghi di vacanza, ecc.;
b) - In continuità con le predette ricognizioni,
sempre in riferimento ad ambienti specificamente individuati, verranno
enucleati e correlati tra loro gli aspetti geograficamente significativi
del territorio: i caratteri fisici e naturali, gli elementi artificiali,
le attività economiche, sociali e culturali e gli spazi da esse
utilizzati e trasformati.
Si costruiranno così progressivamente i primi schemi di riferimento e
le prime chiavi di lettura dei "paesaggi geografici"; si
potranno considerare, ad esempio, i rapporti fra l'ambiente e i diversi
modi di utilizzarne le risorse, fra la flora e la fauna potenziale e
quella introdotta dalle coltivazioni e dagli allevamenti, fra questi e
le abitudini alimentari, fra le forme fisiche e gli insediamenti, le vie
di comunicazione, ecc.
c) - Dal confronto fra ambienti diversi (utilizzando
anche riferimenti ad ambienti naturali tipici di varie zone della Terra)
e soprattutto dalla comprensione dell'ampiezza del sistema di relazioni
che coinvolgono e condizionano ciascun ambiente o paesaggio sarà
possibile evidenziare i problemi e le soluzioni adottate dalle diverse
popolazioni.
L'attività di ricerca geografica potrà essere attuata con particolare
riferimento al territorio e alla società italiana, alle sue
trasformazioni, ai suoi paesaggi fondamentali (le pianure, le zone
costiere, le zone alpine e appenniniche), ai suoi problemi e ai suoi
equilibri interni (città-campagna, Nord-Sud, zone sviluppate-zone
depresse), ai più stretti ed evidenti rapporti internazionali, in
particolare con i paesi del Mediterraneo e dell'Europa.
In questa fase viene avvertita la necessità di un uso più appropriato
degli strumenti cartografici e di rappresentazione convenzionale
indicati.
d)
- Particolare attenzione sarà, infine, rivolta ad un approfondimento
dei rapporti che la moderna società industriale intrattiene con il
territorio e specialmente:
-
alle
modalità di sfruttamento delle risorse naturali e ai relativi
problemi di conservazione e protezione dell'ambiente;
-
ai
caratteri fondamentali del paesaggio industriale e urbano;
-
alle
relazioni significative che legano la città alla campagna,
l'attività industriale a quella agricola, le zone di sviluppo
economico a quelle del sottosviluppo.
Indicazioni
didattiche
La
complessiva esperienza di vita degli alunni offre parecchie
sollecitazioni per l'attività didattica relativa all'apprendimento
della geografia. Gli avvenimenti di attualità, le trasmissioni
televisive, i films documentari, i viaggi, le vacanze, le escursioni
didattiche, il rapporto diretto con l'ambiente offrono occasioni per
l'avvio di conversazioni e per successivi lavori di ricerca.
Le attività volte ad esplorare e conoscere gli spazi e gli ambienti
devono essere intenzionali e ogni volta guidate da problemi e da
proposte di ipotesi.
D'altra parte, l'insegnamento della geografia dovrà essere svolto in
stretta connessione con le altre discipline, non solo con la storia e le
conoscenze sociali, ma anche con l'educazione motoria per quanto
riguarda la comprensione delle relazioni spaziali, con le scienze per
l'acquisizione delle abilità di misurazione e per le conoscenze
relative all'ambiente fisico-naturale, ai fattori climatici, all'assetto
geologico del territorio, ecc.
L'esplorazione degli spazi direttamente esperibili dagli alunni (l'aula,
la casa, la scuola, le vie del quartiere, ecc.) può essere finalizzata,
oltre che allo sviluppo della capacità di orientamento, di osservazione
e descrizione, alla lettura dei diversi modi di organizzazione e
rappresentazione dello spazio.
Senza indulgere a prematuri tecnicismi sarà opportuno utilizzare e, nei
limiti del possibile, far produrre una gamma significativa di materiali
e di tecniche di rappresentazione, al fine di avviare gli alunni alla
scoperta della convenzionalità delle simbologie utilizzate nella
rappresentazione geografica, della funzionalità delle diverse
rappresentazioni e scale, a seconda dei problemi che si intendono
affrontare.
L'adozione di procedure operative e l'uso degli strumenti tecnici non
dovranno in ogni caso esaurirsi in esercitazioni fini a se stesse, ma
essere funzionali ad un accrescimento di conoscenze significative e
collegati, pertanto, ad un motivato itinerario di ricerca sugli
ambienti.
Studi
sociali e conoscenza della vita sociale
Poiché
la scuola elementare si propone di porre le basi per la formazione del
cittadino e per la sua partecipazione attiva alla vita sociale, politica
ed economica del Paese, è essenziale che essa fornisca gli strumenti
per un primo livello di conoscenza dell'organizzazione della nostra
società nei suoi aspetti istituzionali e politici, con particolare
riferimento alle origini storiche e ideali della Costituzione.
Obiettivi
e contenuti
-
Mentre
la formazione al confronto con gli altri, allo spirito critico, alla
convivenza democratica costituisce un obiettivo e un metodo comune a
tutti gli insegnamenti, è compito specifico del settore degli studi
sociali, sulla base delle finalità generali indicate, perseguire i
seguenti obiettivi:
-
far
acquisire conoscenza riflessa delle regole e delle norme della vita
associata, in particolare di quelle che consentono processi
democratici di decisione;
-
far
acquisire consapevolezza del significato della legge anche in
funzione della comprensione dei fondamenti del sistema giuridico
propri di uno stato di diritto;
-
avviare
all'acquisizione di strumenti per la comprensione del sistema
economico e della organizzazione politica e sociale, scegliendo
contenuti e modalità di lavoro adeguati alle capacità degli
alunni;
-
favorire
atteggiamenti di disponibilità alla verifica, per sottrarre
quest'area conoscitiva ad una trasmissione ideologica.
Indicazioni
didattiche
La
selezione più particolare dei contenuti e dei metodi e la loro
articolazione sarà compiuta nell'ambito della programmazione. Si
indicano qui solo alcuni criteri in base ai quali è possibile compiere
scelte adeguate:
-
nella
scuola elementare è indispensabile partire da quegli aspetti
dell'organizzazione sociale che appartengono al contesto di vita del
fanciullo e gli sono più vicini o comunque più facilmente
accessibili. E' ciò che si indica spesso come indagine d'ambiente
(ad esempio: la famiglia, la scuola, il quartiere, il paese, le
attività presenti nella comunità, il Comune, ecc.) che può
rappresentare contenuti significativi e motivanti per cominciare ad
individuare i fattori rilevanti dell'organizzazione sociale e le
loro dinamiche interrelazioni. Infatti l'esperienza quotidiana del
fanciullo richiede interventi didattici di chiarificazione, di
semplificazione, di ridefinizione terminologica e concettuale, in
breve di mediazione e di sistemazione.
-
Anche
in relazione con i temi che verranno scelti come oggetto di
specifiche indagini di carattere storico e geografico, si potranno
affrontare, negli anni successivi, quei problemi che consentono di
cogliere i caratteri essenziali del sistema sociale ed
istituzionale.
-
Per
rendere possibile al ragazzo che esce dalla scuola elementare di
procedere nella conoscenza e nella comprensione del mondo sociale,
è necessario prendere in esame anche elementi relativi
all'organizzazione politica nazionale ed internazionale (con
particolare riguardo all'Europa comunitaria) e al sistema giuridico
che la regge.
Lo studio dei caratteri fondamentali della nostra Costituzione,
visti anche nelle loro matrici storiche ideali, consente di
individuare gli elementi portanti del nostro sistema democratico
(diritti di libertà, eguaglianza e giustizia sociale, principio e
organizzazione della rappresentanza, ecc.) come sistema aperto al
confronto e alla trasformazione.
LINGUA
STRANIERA
Nel
quadro di una visione globale dell'educazione linguistica, l'iniziale
apprendimento di una seconda lingua è possibile, purché si attui
un'idonea mediazione didattica che tenga conto del graduale processo di
evoluzione dell'alunno.
La finalità è quella di:
-
aiutare
ed arricchire lo sviluppo cognitivo offrendo un altro strumento di
organizzazione delle conoscenze;
-
permettere
al fanciullo di comunicare con altri attraverso una lingua diversa
dalla propria;
-
avviare
l'alunno attraverso lo strumento linguistico, alla comprensione di
altre culture e di altri popoli.
Per le
finalità che la scuola elementare persegue, la scelta di questa o
quella lingua non è determinante. La lingua può essere scelta tenendo
presenti oltre alla richieste della comunità, criteri oggettivi di
utilità sociale e culturale. Si terrà conto, tuttavia, del carattere
veicolare della lingua inglese, in quanto offre occasioni più frequenti
di esperienza e, quindi, di rinforzo positivo per l'uso generalizzato
che se ne fa nei mezzi di comunicazione, negli scambi internazionali e
in campo tecnologico (ad esempio, nel linguaggio dei calcolatori).
Nelle zone del nostro Paese dove il plurilinguismo è condizione
storica, fondata su usi locali e garantita talvolta anche da norme
statutarie di regolamenti scolastici e dove si registrano specifici
flussi migratori e turistici, la scelta della lingua straniera non
mancherà di tener conto di queste caratteristiche.
Quale che sia la lingua scelta, è importante che l'alunno sia in grado,
al termine della scuola elementare, di sostenere una facile
conversazione e una breve lettura che si riferisca ad esperienze
concrete di vita quotidiana.
Indicazioni
didattiche
Per
aiutare il fanciullo a raggiungere senza difficoltà il traguardo sopra
annunciato, la scelta del metodo riveste una grande importanza. Sarà
bene, perciò, che l'insegnante programmi l'attività didattica tenendo
conto di alcuni suggerimenti desunti dalle più valide esperienze in
atto.
Secondo tali esperienze, anche l'approccio alla lingua straniera
rispetta sostanzialmente la sequenza comprensione-assimilazione-produzione,
ovviamente nei limiti in cui tale processo può realizzarsi nella scuola
elementare.
E' necessario che inizialmente l'attività didattica si svolga in forma
orale, sviluppando nell'alunno la capacità di comprendere i messaggi e
di rispondere ad essi in maniera adeguata.
Successivamente ci si potrà avvalere, con opportuna gradualità, anche
di materiali che propongano all'alunno esempi molto semplici di lingua
scritta, attivando il lui la consapevolezza delle diversità esistenti
tra il codice orale e quello scritto.
Attraverso
tale fase, che include la lettura vera e propria di facili testi sui
quali sarà bene soffermarsi e ritornare frequentemente, l'alunno diverrà
capace, senza indebite forzature, anche di una elementare produzione
scritta.
Sin dall'inizio si utilizzeranno cartelloni, disegni, maschere,
burattini e marionette, si organizzeranno giochi individuali e di gruppo
per stimolare l'apprendimento naturale delle strutture fonologiche,
lessicali e morfosintattiche e preparare il passaggio al successivo
stadio dell'apprendimento analitico. Metodo, quindi, che attraverso
attività motivanti lo aiuti ad acquisire e ad usare il lessico con una
certa libertà di variazione all'interno di facili strutture fisse.
In un secondo tempo, l'alunno sarà avviato a eseguire alcune semplici
riflessioni linguistiche in situazioni di contrasto o analogia fra
l'italiano e la lingua straniera.
In questo senso, anche per superare vecchi stereotipi che facevano della
grammatica e della traduzione con vocabolario il contenuto essenziale
dell'insegnamento, si potrebbe dire che il fanciullo apprende un'altra
lingua solo imparandone l'uso come strumento di comprensione e di
comunicazione.
Particolarmente importante, sotto questo profilo, sarà l'acquisizione
di un considerevole patrimonio lessicale, scoperto e riutilizzato in
situazioni significative attraverso l'audizione, la conversazione,
l'associazione audiovisiva (immagine - parola - frase), l'apprendimento
di modi di dire, di filastrocche e di canzoni. Il ricorso ad alcuni
sussidi ormai ampiamente diffusi, come il registratore audio e le
videocassette, agevolerà il compito dell'insegnante anche per quanto
riguarda la correttezza della dizione nelle "catene sonore".
La corrispondenza interscolastica potrà offrire nelle ultime classi
occasioni di uso concreto della lingua straniera.
EDUCAZIONE
AL SUONO E ALLA MUSICA
La
realtà acustica nella natura e nella cultura
Il
complesso mondo dei suoni, costituito dalla realtà acustica
"naturale" e prodotto dalle culture e dalle tecnologie, ha
sempre avuto un ruolo di primo piano nella vita del fanciullo e in modo
particolare nel processo cognitivo. Oggi, con la diffusione delle
diverse forme di comunicazione audiovisiva, esso assume certamente una
rilevanza formativa e informativa notevole.
L'educazione al suono e alla musica ha come obiettivi generali la
formazione, attraverso l'ascolto e la produzione, di capacità di
percezione e comprensione della realtà acustica e di fruizione dei
diversi linguaggi sonori.
I fenomeni acustici della natura, della civiltà urbana e contadina e la
produzione musicale dei popoli dei differenti paesi ed epoche storiche
sono il campo delle attività di esplorazione, conoscenza e
apprendimento.
Le diverse attività dell'educazione musicale debbono essere sempre
finalizzate a far realizzare ai fanciulli concrete e autentiche
esperienze d'incontro con la musica.
L'operatività degli alunni è una componente indispensabile di tutte le
attività, dalle più semplici alle più complesse, sia nella fase
dell'ascolto (percezione, selezione, strutturazione dei suoni) che in
quella dell'analisi, della registrazione, della notazione e produzione
vocale e strumentale dei suoni.
Obiettivi
e contenuti
La
formazione e lo sviluppo delle capacità relative alla percezione della
realtà sonora nel suo complesso, alla sua comprensione (che
significa conoscere e riconoscere i vari linguaggi sonori), alla produzione
e all'uso dei diversi linguaggi sonori nelle loro componenti
comunicative, ludiche, espressive, sono alla base dei progetti di
attività dei fanciulli.
Le diverse attività che verranno di seguito indicate includono il
rapporto della realtà sonora con altri eventi e linguaggi (parola,
gesto, immagine).
Percezione
e Comprensione
L'ascolto
e l'analisi guidata dei suoni (di qualsiasi tipo: ambientali e musicali
o collegati a spettacoli e a comunicazioni audiovisuali) sono due
aspetti iniziali di una serie di attività rivolte a stimolare
l'attenzione sui fenomeni acustici, ad organizzare l'esperienza
sensoriale uditiva e a preparare la capacità di fruire della musica
nelle sue varie forme:
-
percezione
di suoni e rumori ambientali e loro distinzione in ordine alla
fonte, lontananza, vicinanza, durata, intensità e altre
caratteristiche (altezza e differenze timbriche);
-
distinzione
e selezione dei suoni e rumori prodotti da esseri umani, da animali,
da eventi naturali, strumenti musicali e oggetti meccanici;
-
ascolto
di materiale musicale che stimoli il riconoscimento delle
caratteristiche formali-strutturali dei brani proposti (ritmo,
altezza ed intensità dei suoni, linea melodica, fraseggio,
armonia); riconoscimento della funzione della voce umana e degli
strumenti musicali e delle loro caratteristiche timbriche;
-
ascolto
di brani che propongano musica dei diversi popoli relativa agli
aspetti della loro vita (cerimonie religiose, vita familiare,
attività di lavoro, feste popolari, ecc.); di brani di musica delle
diverse epoche e di vario stile, anche in rapporto al teatro, al
cinema, alla danza; di brani di musiche tipiche (melodramma,
spiritual, jazz, ecc.).
La scelta
dei brani musicali da proporre per l'ascolto deve seguire criteri di
opportuna gradualità negli anni del corso elementare in relazione alla
maturazione psicologica e allo sviluppo cognitivo dei fanciulli.
Le attività proposte, organizzate sotto forma di itinerario didattico
nell'arco dei cinque anni di scuola elementare, permettono di
evidenziare le caratteristiche integrate dei materiali sonori musicali
relative a durata, altezza, intensità, timbro, forma-struttura,
organizzazione ritmica, melodica e armonica.
Produzione
La voce
in particolare e, in generale, tutto il corpo sono gli strumenti più
naturali e immediati che gli uomini hanno a disposizione per produrre
suoni musicali o indistinti e sequenze ritmiche. Il fanciullo deve
essere stimolato ad usare ed analizzare i suoni che è già capace di
produrre con la voce e con il corpo:
-
la
voce che parla: analisi della formazione delle vocali e consonanti,
analisi del modo di produzione dei suoni vocali (funzione dei
polmoni, del diaframma, delle corde vocali);
-
giochi
con la voce: parlare, leggere, parlare e leggere con o senza uso
delle corde vocali (è evidente l'utilità di questi giochi in
rapporto alla pronuncia delle parole);
-
giochi
individuali e di gruppo con la voce che canta: analisi delle
differenze tra voce parlante e voce cantante;
-
esecuzione
di canti collegati alla gestualità, al ritmo, al movimento di tutto
il corpo e di parti di esso, ai diversi suoni che il corpo può
produrre, (battere le mani, i piedi, ecc.);
-
ricerca
ed esplorazione dei diversi tipi di timbri vocali: uso della voce in
campo musicale, nelle diverse attività umane (funzioni oratorie,
cerimonie, recitazioni teatrali, sistemi di informazione, cinema,
TV, ecc.);
-
ricerca
e analisi dei diversi modelli espressivi spontanei o progettati
della voce (grido, pianto, riso, ecc.; canzonetta, opera lirica,
ecc.);
-
organizzazione
dei giochi vocali sull'imitazione di suoni e rumori, della realtà
naturale, degli strumenti musicali e di altri oggetti.
Le
attività didattiche finalizzate alla distinzione dei suoni strumentali
dovranno favorire il riconoscimento dei modi di produzione dei suoni
medesimi con strumenti tradizionali e moderni e di sperimentarne
parzialmente modi e forme musicali.
E' importante proporre, in ordine alle attività propriamente musicali,
l'apprendimento di strumenti che consentano facilmente al fanciullo una
immediata gratificazione. L'educazione musicale di base non intende
formare futuri musicisti, ma fornire un primo livello di
alfabetizzazione nel campo dei suoni. Sarà utile organizzare forme di
attività quali:
-
sperimentazione
ed analisi dei diversi suoni e timbri ricavabili dalla percussione
di oggetti (metallici, di legno, di pietra, cavi e pieni);
-
analisi
di altri modi di produrre suoni: strofinando, agitando oggetti,
ecc.;
-
ricerca
ed analisi sui diversi modi utilizzati per produrre suoni musicali;
famiglie di strumenti (strumenti a fiato, a percussione, ad arco, a
corde pizzicate, ecc.). La ricerca verrà condotta in modo operativo
anche realizzando piccoli strumenti con materiali poveri;
-
ricerca
ed analisi dei moderni sistemi per la produzione dei suoni e per la
loro diffusione, amplificazione e trasformazione (microfono,
amplificatore, giochi con suoni elettronici, televisione, strumenti
musicali elettrici ed elettronici). Anche la sola radio può
consentire un interessante confronto tra suono prodotto manualmente
e suono elettronico amplificato;
-
esecuzione
di giochi musicali con strumenti a percussione per riprodurre le
forme di ritmi più facili, la comprensione e il valore degli
accenti, delle pause, anche in relazione alle difficoltà
dell'esecuzione concertata di brani musicali;
-
esecuzione
di brani musicali, con strumenti di facile uso, collegati a
rappresentazioni gestuali e mimiche, a forme di teatro danzato e
alla elaborazione di altri progetti e attività di spettacolo
(teatro delle marionette e dei burattini, teatro delle ombre,
realizzazione di audiovisivi).
Interpretazione
grafica del materiale sonoro e notazione musicale
La
formazione e l'informazione relative al mondo dei suoni debbono
procedere di pari passo con la capacità crescente di interpretare
graficamente la produzione sonora sino a giungere ad una iniziale
conoscenza operativa della notazione musicale.
Un insieme graduale di attività dovrà prevedere:
-
la
simbolizzazione di suoni e rumori con l'invenzione di forme
spontanee di notazione;
-
la
registrazione grafica, mediante segni convenzionali, della durata e
delle caratteristiche di un evento sonoro musicale ed extramusicale;
-
l'adozione
di sistemi facili per la lettura della notazione musicale, sia in
ordine al canto, che all'esecuzione strumentale.
Indicazioni
didattiche
Nell'elaborazione
dei progetti didattici di educazione al suono e alla musica è
necessario tener conto del paesaggio fonico in cui è inserito il
fanciullo, delle già acquisite capacità di comprensione ed espressione
musicale e del grado di codificazione da lui raggiunto in relazione alla
propria esperienza sonora.
E' importante raccordare l'attività musicale ed altre esperienze
conoscitive ed espressive favorendo al massimo i processi creativi.
Perciò si debbono curare, ove possibile, i collegamenti con le altre
aree educative (lingua, espressione e analisi visuale, educazione
motoria, ecc.). E' indispensabile anche che si tenga conto del grado di
partecipazione e di maturazione degli alunni relativamente alle attività
musicali svolte nella scuola materna.
A livello della scuola elementare e in vista di una prima
alfabetizzazione musicale è soprattutto importante attivare la capacità
pratica di usare i suoni per comunicare ed esprimersi.
Per questo pare necessario collegare la percezione uditiva ad un più
generale rapporto con le diverse forme di linguaggio.
E' di grande importanza organizzare, nel quadro della programmazione
didattica generale, spazi e tempi in cui gli alunni possano ascoltare
musica da soli e in gruppo; manipolare strumenti e oggetti sonori per
scoprirne le caratteristiche e le modalità d'uso; utilizzare
apparecchiature per la registrazione e la riproduzione del suono in modo
da compiere la verifica di ciò che producono; inventare, scoprire e
confrontare vari codici grafici; sperimentare forme corali e
strumentali, attuare esperienze di teatro musicale e di teatro danza,
elaborare montaggi sonori col registratore.
Nell'ambito delle attività di educazione al suono e alla musica è da
tener presente il valore che possono assumere eventuali interventi
specialistici di musicoterapia rivolti a soggetti in situazione di
handicap.
SCIENZE
Finalità
generale dell'educazione scientifica è l'acquisizione da parte del
fanciullo di conoscenze e abilità che ne arricchiscano la capacità di
comprendere e rapportarsi con il mondo e che, al termine della scuola
dell'obbligo, lo pongano in grado di riconoscere quale sia il ruolo
della scienza nella vita di ogni giorno e nella società odierna e quali
siano le sue potenzialità e i suoi limiti.
L'educazione scientifica si propone come obiettivi
fondamentali:
-
lo
sviluppo di atteggiamenti di base nei confronti del mondo, come la
tendenza a porre proprie domande, o a coglierle nel discorso degli
altri come motivazione all'osservazione e alla scoperta;
l'intraprendenza inventiva, soprattutto per quanto riguarda la
formulazione di ipotesi e spiegazioni; l'abitudine a identificare
entro situazioni complesse singoli elementi ed eventi e l'attenzione
alle loro relazioni; l'esigenza di trovare criteri unitari per
descrivere e interpretare fenomeni anche assai diversi; l'autonomia
del giudizio, accompagnato da disponibilità a considerare le
opinioni altrui ed a confrontare queste e le proprie con i fatti; il
rispetto consapevole per l'ambiente;
-
l'acquisizione
di abilità cognitive generali quali, per esempio, la capacità di
analisi delle situazioni e dei loro elementi costitutivi, la capacità
di collegare i dati dell'esperienza in sequenze e schemi che
consentano di prospettare soluzioni ed interpretazioni e, in certi
casi, di effettuare previsioni, la capacità di distinguere ciò che
è certo da ciò che è probabile, la capacità di formulare
semplici ragionamenti ipotetico-deduttivi;
-
la
crescente padronanza di tecniche di indagine, da quelle di tipo
osservativo, sino all'impiego in situazioni pratiche del
procedimento sperimentale;
-
lo
sviluppo di un rapporto sempre più stretto e articolato tra il
"fare" ed il "pensare". Il fare, inteso come
attività concreta manuale e osservativa, è riferimento
insostituibile di conoscenze sia per le scienze della natura, sia
per lo sviluppo di competenze tecnologiche.
Tutti
questi obiettivi, in parte comuni ad altre aree disciplinari, vanno
perseguiti attraverso lo svolgimento di attività e l'acquisizione di
conoscenze riguardanti aspetti fondamentali sia del mondo fisico sia del
mondo biologico, considerati nelle loro reciproche relazioni e nel loro
rapporto con l'uomo. Il possesso di tali conoscenze può essere
considerato come un ulteriore obiettivo collegato ai precedenti da uno
stretto rapporto di interdipendenza.
Obiettivi
e contenuti
Prendendo
spunto da problemi relativi alla loro vita di ogni giorno gli alunni
saranno sollecitati a intraprendere attività di indagine al fine di
acquisire conoscenze di base relative:
-
agli
esseri viventi, ivi compreso l'uomo, loro strutture e funzioni,
nonché loro interazioni e rapporti con l'ambiente;
-
al
mantenimento e alla difesa della salute;
-
alla
Terra e al suo posto nell'Universo;
-
alla
gestione delle risorse naturali;
-
ai
materiali e alle loro caratteristiche.
Tali
attività di indagine consentiranno agli alunni di esercitarsi nell'uso
di procedimenti scientifici - quali osservare, misurare, classificare,
impostare relazioni spazio-tempo, elaborare e interpretare dati,
individuare e separare variabili - e acquisire, al termine della scuola
elementare, la capacità di farne consapevole impiego in situazioni
concrete.
Allo scopo di presentare i contenuti dell'educazione scientifica in una
forma che faciliti la loro utilizzazione nell'insegnamento, si farà
riferimento ad attività che verranno organizzate e svolte nelle classi
della scuola elementare con diverso grado di approfondimento,
avvalendosi della definizione di sequenze e correlazioni didattiche
delineabili con la programmazione, anche nella prospettiva
interdisciplinare.
Le attività da svolgere sono raggruppate per temi, così delimitati:
fenomeni fisici e chimici; ambienti e cicli naturali; organismi: piante,
animali, uomo; uomo natura.
Fenomeni
fisici e chimici
Si
condurranno esperienze con la materia nei suoi vari aspetti. Tali
esperienze potranno riguardare l'esame dei singoli materiali, del modo
in cui si comportano quando si interviene su di essi, di quel che
succede se si mettono insieme solidi con liquidi, liquidi con liquidi,
polveri con liquidi, gas con liquidi; esperienze attive di separazione
di componenti da miscugli (per setacciatura, filtrazione, decantazione,
evaporazione, con calamite, ecc.); osservazione dei diversi stati della
materia ed esperienze di trasformazione.
L'insegnante guiderà l'esecuzione di esperienze riguardanti reazioni
chimiche particolarmente evidenti (comparsa di colorazioni, sviluppo di
gas, ecc.), limitando l'uso di simboli e formule e mettendo in risalto
la possibile tossicità e pericolosità di alcuni prodotti o reazioni.
Esperienze di combustioni possono essere collegate con osservazioni
sulle trasformazioni provocate da riscaldamento e raffreddamento di vari
materiali.
Si svolgeranno inoltre semplici esperienze di ottica, acustica,
elettricità e magnetismo: le osservazioni sul comportamento della luce
comprenderanno giochi con specchi, con luci e ombre, con prismi, ecc.;
la considerazione di fenomeni acustici avrà luogo a partire dalla
produzione di rumori e di suoni. La costruzione di circuiti elettrici
con pile e lampadine e la distinzione fra isolanti e conduttori in base
a prove dirette ed esperienze con calamite sono di particolare
importanza perché connesse con aspetti tecnologici della società
moderna.
Esperienze sul movimento e sull'equilibrio, realizzate con oggetti di
varie forme, consentiranno di affrontare i concetti di velocità,
variazione della medesima, forza, baricentro, ecc.
Si condurranno infine osservazioni sull'utilizzazione nella vita pratica
di apparecchi di uso comune, illustrandone al livello elementare i
principi di funzionamento (meccanico, termico, elettrico) e le cautele
di sicurezza.
In relazione alle attività svolte, non è opportuno dare spiegazioni in
termini di atomi e di elettroni. Solo se gli alunni proporranno
tentativi esplicativi in tal senso, sarà compito dell'insegnante
valutare l'opportunità di approfondimenti, da effettuare comunque in
forma adeguata alle capacità dell'alunno di scuola elementare.
E' particolarmente indicato l'uso di materiali naturali ed artificiali
raccolto nel corso delle attività di esplorazione dell'ambiente o di
impiego comune nella tecnica. A partire dall'osservazione delle proprietà
si potranno anche stimolare riflessioni sulla scelta dei materiali in
relazione alle loro utilizzazioni.
Ambienti
e cicli naturali
-
L'esplorazione
dell'ambiente naturale nel territorio in cui si trova la scuola
comprenderà, oltre agli aspetti più strettamente biologici di cui
si dirà più avanti, le seguenti attività da integrare con
l'insegnamento della geografia;
-
osservazioni
sull'aspetto geologico attraverso l'esame in loco degli affioramenti
e la raccolta e caratterizzazione di campioni di rocce, minerali e
fossili;
-
esami
di vari tipi di terreno e rilevazione delle loro caratteristiche,
anche in confronto a quelle tipiche delle ghiaie, sabbie e argille;
-
raccolta
di dati sulla situazione delle acque (acque superficiali stagnanti e
correnti; acque sotterranee e sorgive; acqua marina) anche in
relazione a problemi di approvvigionamento idrico;
-
osservazioni
dirette, rilevazioni e riflessioni sul clima e sui fenomeni
atmosferici con particolare riguardo al ciclo dell'acqua (in natura,
nel paese o in città, in casa);
-
rilevazioni
delle caratteristiche del paesaggio e considerazioni sulla sua
evoluzione e sui fattori che la determinano (dilavamento, alluvioni,
frane, interventi dell'uomo...) anche attraverso semplici
esperienze.
Partendo
da motivazioni e interessi particolari che offrano spunti per ulteriori
osservazioni, si passerà dal riconoscimento nell'ambiente di singole
piante e animali ad osservazioni guidate, volte a ricostruire (anche
attraverso rappresentazioni grafiche) le più evidenti relazioni degli
organismi fra loro e con l'ambiente fisico. Si porrà particolare
attenzione alle catene alimentari; ai rapporti di predazione e alle
difese; all'adattamento all'ambiente per la sopravvivenza, e alla
riproduzione.
Si procederà all'osservazione e ricostruzione in schemi dei grandi
cicli ambientali: le piante e la luce, l'aria, l'acqua, il terreno; i
rapporti tra animali e piante; produttori, consumatori, decompositori.
Verranno effettuate osservazioni sulle trasformazioni periodiche degli
ambienti naturali durante i cicli stagionali, compiendo anche
rilevazioni quantitative di condizioni e parametri che variano durante
l'anno (temperatura, umidità, piovosità, lunghezza del giorno).
Vanno infine osservati e considerati il movimento apparente del sole e
le sue variazioni nell'arco dell'anno (anche con lo studio delle ombre e
la costruzione di meridiane), la misura del tempo, il movimento e le
fasi della luna, il cielo stellato e il movimento apparente delle
stelle.
Attività di orientamento e conoscenza pratica dei sistemi di
riferimento sono alla base dell'esplorazione ambientale oltre che della
geografia.
Organismi:
piante, animali, uomo
Partendo
dal confronto e, ove possibile, dalla raccolta e conservazione di
materiali naturali e comunque dal loro esame e dal riconoscimento di
somiglianze e differenze (relativamente a forme, comportamenti,
nutrizione, ambienti caratteristici, riproduzione, ecc.) si
effettueranno suddivisioni in gruppi e classificazioni di vari organismi
(alberi, arbusti, animali che camminano, volano, nuotano, domestici e
selvatici, ecc.).
L'osservazione particolareggiata di singoli esseri porterà a
distinguere le diverse parti che compongono un organismo vivente (le
parti del corpo negli animali e nell'uomo; le parti delle piante) e i più
evidenti rapporti fra strutture e funzione.
In questo modo si potrà mettere in risalto come, pur nella varietà dei
viventi, siano presenti caratteristiche comuni.
Si prenderà inoltre in considerazione come i diversi organismi siano
adatti ai differenti ambienti, attraverso forme simili o diverse di
risposta ai bisogni fondamentali della vita, non solo a livello di
strutture e funzioni, ma anche di comportamento.
Per quanto riguarda in particolare l'uomo, valendosi anche dell'uso di
modelli (e - per confronto - della pratica di dissezioni su animali
usata a scopo alimentare) si condurranno osservazioni sull'anatomia
funzionale del corpo umano dando particolare risalto alle
caratteristiche peculiari (la stazione eretta, la mano, lo sviluppo
cerebrale, le attività percettive).
Verranno compiute osservazioni sulle differenze tra gli individui, tra
individui di diversa età, tra i due sessi, che consentiranno di
svolgere considerazioni sulla riproduzione, l'accrescimento e lo
sviluppo, la maturità e l'invecchiamento.
La raccolta dei dati sulle abitudini alimentari, il confronto dei dati
sulle diete con i fabbisogni in fattori nutrienti per le varie età, la
caratterizzazione dei cibi in base ai principi nutritivi che contengono,
ecc. saranno alla base di indicazioni di educazione alla salute che
comprenderanno anche norme igieniche, identificazione di fattori nocivi,
ecc.
Uomo -
Natura
Lo studio
dell'intervento umano sull'ambiente è strettamente collegato con i temi
dell'area storico-geografica.
Alcuni aspetti di tali temi possono essere approfonditi dal punto di
vista delle scienze fisiche, chimiche e naturali.
L'uomo ha infatti esplorato l'ambiente per conoscerlo adattandosi ad
esso o piegandolo alle proprie esigenze. A tal fine ha costruito
strumenti che gli hanno permesso di superare la soglia delle naturali
capacità percettive e di estendere le sue possibilità di azione e
trasformazione, attraverso l'uso di materiali diversi e di nuove fonti
di energia.
Dal punto di vista naturalistico le attività prevederanno soprattutto:
osservazioni sulle modificazioni indotte nel paesaggio, in particolare
della regione, dalle pratiche agricole e da altri interventi dell'uomo;
osservazioni e raccolte di dati sugli effetti degli insediamenti umani e
delle attività industriali sull'ambiente naturale; individuazione di
fenomeni nocivi e pericoli presenti nell'ambiente umano e indicazione di
esempi di prevenzione; raccolte di informazioni sulle possibilità
offerte dalla tecnologia per la tutela dell'ambiente e per la
previsione, la prevenzione e gli interventi relativi alle calamità
naturali.
La consapevolezza dei vantaggi e degli svantaggi che ogni intervento
umano comporta deve maturare un atteggiamento positivo di rispetto
dell'ambiente che non dovrà comunque essere confusa con uno sterile
rifiuto del progresso tecnologico.
Uomo-mondo
della produzione
L'alunno
della scuola elementare verrà posto a confronto con la circostante
realtà costituita dal mondo della produzione, dei prodotti e dei
problemi ad esso connessi e della realtà tecnologica.
Per realizzare questo obiettivo sarà necessario promuovere l'abitudine
all'osservazione, alla riflessione, all'intervento tecnico, facendo
largo uso del metodo induttivo e ponendo in essere soprattutto attività
operative in cui l'alunno sia condotto gradualmente attraverso un iter
che, partendo dall'osservazione prosegua con l'analisi, la
concretizzazione dell'intervento e la verifica degli effetti conseguenti
ad esso.
In questo modo sarà possibile promuovere un primo approccio alla
cultura tecnologica con la quale l'alunno dovrà progressivamente
misurarsi a partire dalla scuola media di I grado.
Indicazioni
didattiche
Gli
argomenti su cui organizzare anno per anno la programmazione didattica
saranno scelti tenendo conto degli interessi cognitivi delle capacità
di comprensione, delle conoscenze già presenti negli alunni delle varie
età, delle opportunità che l'ambiente offre.
Essi devono venire sviluppati partendo ogni volta da situazioni-problema
molto semplici (che possono essere realizzate anche mettendo gli alunni
di fronte a oggetti, materiali e ambienti specifici), avendo come
obiettivo lo sviluppo di un sapere che cresce in modo organico e tende
alla sistematicità solo gradualmente, durante tutto l'arco della scuola
dell'obbligo. Tali argomenti devono essere svolti principalmente
attraverso esperienze pratiche attuabili, oltre che in appositi locali
scolastici, nella classe che può essere utilizzata come laboratorio, o
attraverso attività di esplorazione ambientale.
Essi devono inoltre fornire occasioni per conversazioni, discussioni di
gruppo, approfondimenti e raccolte di informazioni su libri o con mezzi
audiovisivi, volti ad ampliare il patrimonio di conoscenze dell'alunno
anche attraverso l'analisi di fatti della realtà che stanno al di là
della sua diretta esperienza.
La scelta dell'attività da svolgere nel corso dei vari anni viene
lasciata all'insegnante in sede di programmazione, salva restando, da un
lato, l'opportunità di ritornare (in certi casi più volte) in classi
successive su alcuni argomenti con diverso grado di approfondimento, e
dall'altro la necessità che, per ciascuno dei quattro grandi temi,
vengano svolte un numero sufficiente di attività tali da permettere
all'alunno di familiarizzarsi con le diverse metodologie di approccio
alle discipline scientifiche. In questo modo l'alunno potrà costruirsi
un insieme di conoscenze che gli consenta di affrontare nuovamente i
vari argomenti nella scuola media, partendo già da una visione
generale. Nei primi due anni e in particolare nella prima classe le
attività saranno dedicate dapprima ad una ricognizione delle conoscenze
possedute dai fanciulli attraverso esperienze guidate di gioco e di
esplorazione, per farne patrimonio comune del gruppo, su cui costruire
il lavoro successivo.
L'insegnante stimolerà e guiderà gli alunni ad osservare, descrivere e
confrontare gli elementi della realtà circostante (sassi, animali,
piante, utensili, suoli, forme, colori...) per individuarne somiglianze,
differenze ed interrelazioni.
L'insegnante utilizzerà l'interesse degli alunni per il mondo degli
esseri viventi, per avviarli ad esaminare alcuni semplici fenomeni
vitali e l'ambiente nel quale questi fenomeni si verificano; ad
individuare alcune delle relazioni più evidenti fra il terreno, le
piante e gli animali; ad una prima intuizione delle condizioni
fondamentali della vita (presenza di luce, calore, aria, acqua,
nutrimenti). Un frequente regolare controllo delle coltivazioni e degli
allevamenti scolastici ed extrascolastici, esplorazioni ambientali in
autunno, inverno, primavera, estate, semplici esperimenti metteranno in
evidenza le fondamentali condizioni per lo sviluppo e la conservazione
della vita. Queste osservazioni contribuiranno ad arricchire il
linguaggio, a promuovere esercizi di misura, ad avviare all'uso di
semplici tabelle ed altre rappresentazioni (istogrammi, grafici,
diagrammi a blocchi, ecc.).
Negli ultimi tre anni, scegliendo opportunamente attività che alternino
esperienze in classe ed esplorazioni ambientali, argomenti fisici e
chimici ed argomenti biologici con collegamenti interdisciplinari,
l'insegnante guiderà gli alunni all'acquisizione di specifiche tecniche
di indagine e mirerà a sviluppare in loro una sempre più chiara
consapevolezza dei procedimenti della ricerca scientifica.
Pertanto, avrà cura di portare gli alunni a riflettere sull'opportunità
di muovere dall'osservazione dei fatti alla formulazione di problemi ed
ipotesi, e alla raccolta di nuovi dati per il controllo di queste
ultime. Inoltre svilupperà in loro la capacità di procedere in modo
sempre più autonomo all'esecuzione di misure relativamente semplici
(avendo consapevolezza delle operazioni eseguite e della validità dei
risultati ottenuti), alla rappresentazione dei dati in tabella e
grafici, all'elaborazione dei risultati, alla schematizzazione dei
fenomeni complessi.
La pratica di misura potrà essere attuata soprattutto in riferimento a
lunghezze, volumi, capacità, tempi, pesi, temperature, in stretto
collegamento con le attività di matematica, facendo inizialmente
confronti diretti, individuando quindi la necessità di scegliere unità
di riferimento dapprima arbitrarie e poi di convenzione generale. Per
l'esecuzione delle misure si potranno usare sia strumenti già costruiti
(termometri, bilance, ecc.) di uso comune, sia strumenti costruiti dagli
alunni. Sarà, comunque, opportuno applicarsi alla ideazione,
progettazione, costruzione e taratura di alcuni strumenti di misura
semplici (come termometri, pluviometri, bilance); ciò permetterà
infatti, da un lato, di rendersi conto delle operazioni logiche e dei
principi fisici connessi con il processo di misura e dall'altro della
necessità di scegliere opportunamente lo strumento secondo la natura
della grandezza da misurare, della sua entità e della precisione
richiesta.
Poiché i fanciulli hanno naturale predisposizione al "fare",
che affina le loro capacità percettive e motorie e alimenta la loro
vita mentale, nelle attività di educazione scientifica si lascerà loro
uno spazio di libertà di operare, affinché acquisiscano autonomia e
spirito di iniziativa. L'insegnante curerà che raccolta e registrazione
di dati risultino una pratica regolare e costante che si conclude con
una relazione, orale o scritta.
Sarà utile compiere brevi escursioni, preparate e guidate, in vari
ambienti e nelle varie stagioni, nonché riprodurre piccole comunità
naturali e curare allevamenti e coltivazioni, sia pure di modesta entità.
Per l'esecuzione di esperienze pratiche, la classe potrà essere
attrezzata come un laboratorio scientifico e artigianale assai semplice,
utilizzando, per quanto possibile, oggetti comuni come cassette di legno
o di plastica, vasi, vasetti e scatole, strumenti (lenti, cilindri
graduati, termometri, bilance, barometro, bussola, livella...) e
utensili di uso corrente.
Ciò non esclude l'opportunità che la scuola provveda all'acquisto di
attrezzature più perfezionate, ma sempre adatte ai fanciulli.
Lo smontaggio e rimontaggio attento, a scopo interrogativo o
conoscitivo, di giocattoli, oggetti e semplici apparecchi di uso comune,
magari inservibili, sono attività indispensabili affinché l'alunno
padroneggi l'ambiente artificiale in cui è profondamente immerso.
I temi di indagine riguardanti le modalità dei processi tecnologici e
produttivi (considerati nelle loro fasi di ideazione, progettazione,
attuazione e utilizzazione, anche con la loro eventuale riproduzione in
classe, in forma semplificata) potranno opportunamente collegarsi con
visite ad aziende agricole, artigiane e industriali.
L'insegnante cercherà di fare emergere dalle discussioni di gruppo gli
eventuali errori compiuti nell'attività di ricerca e nella conseguente
interpretazione dei risultati. Ciò in relazione alla necessità di
motivare negli alunni il superamento di quegli errori.
La motivazione potrà essere rafforzata anche facendo richiamo alla
storia della scienza: vi si troveranno molti riferimenti a progressi che
si sono verificati proprio in conseguenza dell'accertata inadeguatezza
di spiegazioni date in precedenza sulla base di conoscenze e tecniche di
indagini più limitate.
RELIGIONE
La
scuola riconosce il valore della realtà religiosa come un dato
storicamente, culturalmente e moralmente incarnato nella realtà
sociale, in cui il fanciullo vive.
Partendo, perciò, dall'esperienza comunque
acquisita dall'alunno e anche al fine di consentirgli un rapporto
consapevole e completo con l'ambiente, è compito della scuola
promuovere, nel quadro degli obiettivi educativi e didattici indicati
dai programmi:
-
la
conoscenza degli elementi essenziali per la graduale riflessione
sulla realtà religiosa nella sua espressione
storica, culturale, sociale;
-
la
conoscenza e il rispetto delle posizioni che le persone variamente
adottano in ordine alla realtà religiosa;
-
la
consapevolezza dei principi in base ai quali viene assicurato nella
scuola elementare lo svolgimento di specifici programmi di
religione, nel rispetto del diritto dei genitori di scegliere se
avvalersene o non avvalersene.
Questi
principi possono essere così sintetizzati:
-
riconoscimento
dei valori religiosi nella vita dei singoli e della società;
-
rispetto
e garanzia del pluralismo religioso;
-
rispetto
e garanzia della libertà di coscienza dei cittadini;
-
impegno
dello Stato ad assicurare nelle scuole lo svolgimento di specifici
programmi di religione, definiti con Decreto del Presidente della
Repubblica sulla base di intese tra lo Stato e le confessioni
religiose riconosciute. Infatti, nel nuovo accordo per la riforma
del Concordato stipulato tra lo Stato e la Santa Sede, è stabilito,
per quanto riguarda la Chiesa Cattolica, che la Repubblica Italiana
"riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto
che i principi del Cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico
del popolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle
finalità della scuola, l'insegnamento della religione cattolica
nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado. Nel
rispetto della libertà di coscienza e della responsabilità
educativa dei genitori, è garantito a ciascuno il diritto di
scegliere se avvalersi o non avvalersi di detto
insegnamento".Lo Stato, inoltre, con le norme per la
regolazione dei rapporti con le Chiese rappresentate dalla Tavola
Valdese "assicura il diritto di rispondere alle eventuali
richieste provenienti dagli alunni, dalle loro famiglie o dagli
organismi scolastici in ordine allo studio del fatto religioso e
delle sue implicazioni".
STORIA
Tradizione
culturale e pedagogica italiana ha sempre dedicato attenzione
particolare alla comprensione storica e alla possibilità di inquadrare
i problemi sotto il profilo storico.
In questa prospettiva pare necessario considerare
i significati della storia intesa: come realtà del passato, come
memoria collettiva o insieme di tradizioni culturali che incidono sul
presente, come ricerca storiografica che, pur collegandosi alla memoria
collettiva, tende a superarla, per rinnovare il rapporto tra presente e
passato.
Un efficace insegnamento della storia non si risolve nella informazione
su avvenimenti e personaggi del passato. E' anzitutto promozione delle
capacità di ricostruzione dell'immagine del passato muovendo dal
presente e di individuazione delle connessioni tra passato e presente.
La ricostruzione del fatto storico deve essere indirizzata a promuovere
sia la capacità di usare in modo via via più produttivo i procedimenti
della ricerca storica, sia la comprensione sempre più approfondita del
fatto storico stesso.
In tal modo gli alunni, nei limiti delle loro possibilità psicologiche,
perverranno a una assunzione non dogmatica delle conoscenze storiche,
acquistando progressivamente un'agile capacità critica.
L'insegnamento della storia richiede il puntuale e continuo riferimento
alla concreta realtà nella quale il fanciullo è inserito ed esige che
il docente realizzi un'adeguata scelta ed una funzionale organizzazione
dei contenuti dell'apprendimento storico.
Obiettivi
e contenuti
L'insegnamento
della storia persegue due obiettivi generali:
-
avviare
il fanciullo a costruire la propria identità culturale come presa
di coscienza della realtà in cui vive;
-
avviare
il fanciullo alla costruzione di elementari atteggiamenti e
strumenti conoscitivi essenziali per la comprensione dei fenomeni
storici e sociali.
I due
obiettivi generali sopra detti si fondano sul perseguimento di obiettivi
specifici quali:
-
il
superamento da parte del fanciullo della percezione di sé come
perno e misura della realtà per avviarsi a sentire se stesso
partecipe di un processo che ha radici e dimensioni che lo
travalicano;
-
la
consapevolezza che ogni giudizio e ogni discorso storico devono
avere la loro fondazione nella ricerca e nella conoscenza delle
fonti e nel rigore metodologico;
-
la
graduale maturazione della coscienza che la ricostruzione del fatto
storico è il risultato di un complesso di operazioni tecniche e
scientifiche progredienti nel tempo ed attivate dagli interessi
culturali e civili del ricercatore.
Della
complessa concezione del tempo storico sembra opportuno, in relazione
alle esperienze dell'età infantile, introdurre alcuni aspetti
fondamentali:
-
la
cronologia, intesa quale strumento convenzionale indispensabile per
ordinare e memorizzare gli eventi del passato;
-
la
periodizzazione, intesa quale strumento per delimitare e
interpretare i fenomeni storici complessivi;
-
la
crescente consapevolezza che i problemi con i quali l'uomo si è
dovuto confrontare si sono presentati in modi diversi ed hanno avuto
soluzioni diverse in rapporto alle condizioni generali, ovvero ai
"quadri di civiltà", che hanno caratterizzato i vari
periodi della storia umana.
Inizialmente
si promuoverà nell'alunno l'acquisizione delle coordinate
spazio-temporali.
Infatti la storia, almeno come materia scolastica, è la ricostruzione e
la narrazione di eventi che avvengono in determinate località e in un
certo periodo di tempo.
Il sapere distinguere il prima dal dopo ed il lontano dal vicino sono
degli obiettivi fondamentali da conseguire per introdurre ad uno studio
dei fatti storici.
In questa fase si procederà sul terreno della massima concretezza
facendo, per esempio, osservare la successione di generazioni, si
incoraggerà l'osservazione dell'ambiente in cui il fanciullo si muove e
lo si avvierà ad una prima sistemazione delle "cose" nello
spazio.
Si farà notare che alcune "cose" che condividono uno stesso
spazio non sono nella medesima relazione per quanto riguarda il tempo.
Appena si verifichi la disponibilità ad un apprendimento più
specifico, eventualmente anche nel corso del secondo anno, si guideranno
gli alunni ad individuare alcuni passaggi significativi nel processo di
cambiamento storico delle realtà a loro più vicine (la città o il
paese, i mestieri, gli strumenti di uso quotidiano e le più diffuse
tecnologie, le forme di organizzazione sociale, produttiva, culturale,
religiosa) rimanendo nel campo di indagine esperibile direttamente dagli
alunni medesimi, ma non escludendo la ricerca di documentazioni
significative anche nel passato più lontano.
In sostanza, si introdurrà l'alunno nel mondo della storia, guidandolo
alla ricostruzione storica del suo ambiente di vita.
Accertata la possibilità, in questo ambito, di cogliere il significato
degli avvenimenti storici, a partire dal terzo anno della scuola
elementare, si avvierà uno studio che progressivamente porti il
fanciullo dall'interpretazione della storia del suo ambiente di vita
alla storia dell'umanità e, in particolare, alla storia del nostro
Paese.
Tale studio porrà peculiare attenzione ai momenti di promozione e
trasformazione delle civiltà, colti nel tessuto di una periodizzazione
essenziale. In seno a questa periodizzazione si fisseranno
cronologicamente i più rilevanti avvenimenti civili, sociali, politici,
religiosi di cui sono stati protagonisti i popoli, personalità e forme
di organizzazione sociale, che nel tempo hanno contraddistinto
l'evolversi della società umana.
Pare opportuno che il fanciullo, nel quinquennio del corso elementare,
pervenga ad una visione sufficientemente articolata dei momenti
significativi della storia, connettendoli in un quadro cronologico a
maglie larghe.
In particolare saranno oggetto di approfondimento i fatti, gli
avvenimenti, i personaggi che hanno contribuito a determinare le
caratteristiche civili, culturali, economico-sociali, politiche,
religiose della storia d'Italia, con specifico riferimento al processo
che ha condotto alla realizzazione dell'unità nazionale, nonché alla
conquista della libertà e della democrazia.
Indicazioni
didattiche
Il
processo di insegnamento-apprendimento prenderà avvio dalla costruzione
di domande didatticamente motivate da rivolgere al passato. Esse
nasceranno dalla riflessione su ciò che è presente nell'esperienza e
nella cultura del fanciullo, al fine di facilitare la comparazione tra
presente-passato, tra vicino-lontano.
La didattica della storia dovrà avvalersi, per quanto lo consente l'età
e la concreta situazione scolastica, delle modalità della conoscenza
storiografica, recuperandone gli itinerari fondamentali: dalla
formulazione di domande al reperimento di fonti pertinenti, all'analisi
e discussione della documentazione, al confronto critico fra le diverse
risposte.
Nel sottolineare che la storia prima di essere narrazione dei fatti è
la loro ricostruzione sulla base di documenti, sarà necessario
procedere con molta gradualità.
All'inizio si potrà guidare l'alunno a ricostruire di fatto e a
riorganizzare il recente passato sulla base dei suoi ricordi e delle
testimonianze offerte dagli adulti e dall'ambiente (utilizzando anche
idonei strumenti didattici, come le "fasce storiche" o i
cartelloni di sintesi o semplici monografie per dare evidenza concreta
al lavoro di ricostruzione). In un secondo momento si indurrà l'alunno
a riflettere sui problemi metodologici che tale ricostruzione presenta
(ad es.: l'attendibilità di un ricordo o di una testimonianza, oppure
le varie e possibili interpretazioni di uno stesso dato) e quindi a
leggere in modo sempre più consapevole i risultati di ricerche compiute
da altri.
In questo processo conoscitivo la narrazione storica si configura
soprattutto come strumento utile per comunicare sia le conoscenze
ritenute necessarie in particolari momenti dell'azione didattica (quando
si tratti, ad esempio, di raccordare i dati emersi dai documenti
accessibili all'alunno con altri dati di conoscenza), sia i risultati
finali raggiunti (per organizzare, comunicare e confrontare le
conoscenze acquisite). Se utilizzata invece in apertura del processo
conoscitivo, la narrazione rischia di ostacolare le diverse e successive
operazioni.
Nell'affrontare la costruzione di una più ampia periodizzazione
l'insegnante eviterà che l'alunno percepisca, come progressione
deterministica, la successione dei vari tipi di società fatti oggetto
di studio, facendo rilevare come nello stesso tempo possano coesistere
diverse società e come, all'interno di una società moderna, possano
sussistere, integrati, alcuni elementi di realtà sociali del passato.
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