Tutti i poteri del Presidente
a cura del prof. Eugenio Donadoni
Collegio Vescovile
S. Alessandro
Bergamo
Lascia o raddoppia?
Oscar Luigi Scalfaro, nono Presidente della Repubblica italiana, è entrato in carica il 28 maggio del 1992, quindi il suo mandato settennale scadrà il 28 maggio 1999. Come previsto dalla Costituzione, trenta giorni prima, quindi il 28 aprile, il Presidente della Camera dei deputati Luciano Violante, ha convocato per il 13 maggio l'assemblea degli elettori del Presidente composta da deputati, senatori e delegati dei consigli regionali. In queste note mi riprometto di illustrare le modalità dell'elezione, ma anche di esprimere delle valutazioni politiche (discutibili ovviamente) sulla figura del capo dello stato come è attualmente regolata dalla nostra Costituzione. Dimenticavo, il decimo presidente della Repubblica potrebbe essere lo stesso Scalfaro in quanto la nostra Costituzione non pone alcun limite alla rielezione.
Come si elegge il Presidente
Quali sono i requisiti per l'elezione a Presidente?
Essere cittadino italiano ed avere compiuto i 50 anni.
Anche una donna può diventare Presidente?
Ovviamente sì, anche se non è ancora successo
Come avviene l'elezione?
É un'elezione a suffragio universale indiretto. Noi eleggiamo i nostri rappresentanti che a loro volta eleggono il Presidente.
Quindi chi lo elegge?
Il Parlamento in seduta comune (Camera e Senato) con l'aggiunta di tre consiglieri regionali per ogni regione tranne la Valle d'Aosta che ha diritto a uno solo.
Si tratta di un'assemblea molto numerosa. Dove si riunisce?
In effetti se si sommano i deputati (630*), i senatori elettivi (315*), i senatori a vita (10), i consiglieri regionali (58), si ha un'assemblea di 1013* elettori che si riuniscono a Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei deputati.
* Per ragioni diverse mancheranno due deputati e un senatore, quindi lassemblea sarà di 1010 elettori.
Quando viene convocata l'assemblea?
Viene convocata dal Presidente della Camera 30 giorni prima che scada il mandato del Presidente della Repubblica.
Qual è la maggioranza richiesta per l'elezione?
Per le prime tre votazioni è necessaria la maggioranza dei 2/3 (674). A partire dal quarto scrutinio basta la maggioranza assoluta (506).
Un Presidente può essere rieletto una seconda volta?
La Costituzione non dice niente al riguardo, quindi può essere rieletto quanto volte si vuole. Finora non è mai stato rieletto nessuno.
Alla fine del proprio mandato che ne è del Presidente?
Dopo sette anni, la durata del suo mandato, il Presidente diventa senatore a vita come lo sono attualmente Giovanni Leone e Francesco Cossiga.
I nove Presidenti
Un presidente eletto dal popolo
Quando si parla di un'elezione diretta del Presidente si pensa subito agli Stati Uniti e alla Francia che presentano due tipologie diverse. La più semplice per noi è quella francese perché è analoga alla nostra elezione dei sindaci dei comuni sopra i 15.000 abitanti. I cittadini votano per un candidato. Risulta eletto al primo turno quello che ottiene la maggioranza assoluta. In caso contrario si presentano al ballottaggio quindici giorni dopo i due candidati che hanno ottenuto più voti. Vince il candidato che ottiene un voto in più. Il Presidente degli Stati Uniti, rigorosamente parlando, non è eletto direttamente dai cittadini, ma in un modo piuttosto articolato. In ognuno dei 50 stati vengono eletti tanti grandi elettori quanti sono i deputati e i senatori che spettano ad ogni singolo stato (in totale sono 538: 435 deputati, 100 senatori, 3 rappresentanti di Washington D.C.). Questi grandi elettori votano per il Presidente: vince il candidato che ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti (270).
Presidenzialismo all'italiana
É vero che il nostro Presidente non ha alcun potere?
É un'opinione molto diffusa, ma del tutto errata. I poteri del Presidente sono numerosi e forti.
Può farmi un esempio?
Possiamo partire dal potere che il Presidente ha sulla vita del Parlamento.
Ma questa non è fissata dalla Costituzione?
É vero, la Costituzione dice che la vita delle due Camere è di cinque anni. Tuttavia lascia alla discrezione del Presidente di mandare a casa deputati e senatori in un momento qualunque di questi cinque anni.
Senza chiedere il permesso a nessuno?
Il bello (o il brutto!) sta proprio in questo, che non deve chiedere il consenso di nessuno. La Costituzione si limita ad imporgli l'obbligo di "sentire" i Presidenti delle due Camere.
A suo modo di vedere si tratta quindi di una scelta grave?
Direi di sì, in quanto oggettivamente può favorire o danneggiare l'uno o l'altro degli schieramenti politici.
Il Presidente Scalfaro ha usato di questo potere?
Il Presidente Scalfaro ha sciolto anticipatamente le Camere sia nel 1994 che nel 1996.
Lei, invece, cosa suggerirebbe?
Che lo scioglimento delle Camere non sia lasciato alla discrezione di una persona, ma venga fissato dalla Costituzione. Come, ad esempio, avviene negli Stati Uniti d'America.
Che mi dice invece del rapporto del Presidente con il Governo?
Secondo la Costituzione è il Presidente che nomina il capo del governo ed i ministri.
É d'accordo su questo procedimento?
No. Per il fatto che la Costituzione, ancora una volta, lascia al Presidente un margine di discrezionalità discutibile.
Cosa intende dire?
Che il Presidente non ha l'obbligo di scegliere il vincitore delle elezioni, ma chi gli aggrada.
Ma Scalfaro ha scelto chi ha vinto sia nel '94 con Berlusconi, sia nel '96 con Prodi.
Sì, però, nel '94, alla prima crisi, ha costruito di sua iniziativa un governo che era esattamente l'opposto di quello che avevano voluto gli elettori. Del resto ha adottato lo stesso comportamento anche nella crisi di Prodi.
Vuol dire che Scalfaro ha fatto qualcosa di costituzionalmente scorretto?
Assolutamente no! Il Presidente Scalfaro si è limitato ad applicare rigorosamente la Costituzione. In caso contrario sarebbe già finito di fronte al tribunale della Corte costituzionale per attentato alla Costituzione. Ma una Costituzione che dà ad una persona il potere di manipolare la volontà degli elettori non può non suscitare delle perplessità.
Impeachement
Il Presidente della Repubblica è anche un cittadino, quindi se ammazza la moglie o commette qualche altro reato finisce in tribunale come qualunque cittadino. Non deve invece rendere conto a nessuno degli atti che compie come Presidente della Repubblica (nomina del Presidente Consiglio, scioglimento delle Camere, creazione di senatori a vita...), tranne nel caso che il suo operato costituisca un caso di alto tradimento o di attentato alla Costituzione.
In questo frangente il Parlamento si riunisce in seduta comune e decide, a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta, se mettere il Presidente in stato d'accusa. Se viene dato il via libera all'accusa il Presidente deve comparire di fronte alla Corte Costituzionale che ha il compito di giudicarlo e di condannarlo alle pene detentive in vigore. In questa occasione di 15 giudici ordinari della Corte costituzionale sono affiancati da altri 16 membri estratti a sorte da un elenco di cittadini che abbiano compiuto 40 anni, elenco che il Parlamento in seduta comune compila ogni 9 anni mediante un'elezione.
Diritto di veto?
Una legge approvata dal Parlamento entra in vigore solo dopo la firma del Presidente. Tuttavia, il Presidente può rifiutarsi di firmarla e restituirla alle Camere con l'invito a votarla di nuovo, magari apportandovi delle modifiche. Si tratta di un diritto di veto come per il Presidente degli Stati Uniti? Questi, di fronte ad una legge del Congresso che non gradisce, oppone il suo rifiuto. Il veto del Presidente può essere superato dal Congresso solo con una seconda votazione a scrutinio palese e a maggioranza dei due terzi. Per il nostro Presidente il caso è diverso. Se il Parlamento riapprova con una seconda votazione la legge, magari tale e quale a prima, la Costituzione obbliga il Presidente a firmarla.
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