Referendum, istruzioni per l’uso
Guida per studenti (e non) alla consultazione referendaria di domenica 21 maggio

a cura del prof. Eugenio Donadoni

Collegio Vescovile S. Alessandro
Bergamo

 
Sette su ventuno

Giovedì 3 febbraio 2000 la Corte Costituzionale ha dato il via libera a sette dei ventuno referendum che avevano superato il vaglio della Corte di Cassazione. Se le leggi in questione non verranno modificate dal Parlamento, domenica 21 maggio saremo chiamati a decidere in merito ai seguenti argomenti: elezione della Camera dei deputati, finanziamento pubblico dei partiti, elezione del Consiglio superiore della magistratura, norme sul licenziamento, trattenute sindacali, separazione delle carriere dei magistrati, incarichi extragiudiziari dei magistrati.In questo primo Speciale vengono prese in considerazioni le norme relative al referendum in generale.

Cambiare le regole del referendum

Sia da parte dei fautori più calorosi del referendum sia da parte di quelli più tiepidi si sente l'esigenza di nuove norme. Potrebbero essere, ad esempio, quelle già previste per il progetto di nuova Costituzione proposto dalla Commissione bicamerale: aumentare il numero delle firme richieste, anticipare il verdetto della Corte costituzionale, rendere il referendum anche propositivo oltre che abrogativo.

Anzitutto il numero delle firme richieste sarebbe elevato da 500.000 a 800.000 per adeguarlo all'aumento della popolazione italiana dal 1948 (quando entrò in vigore la Costituzione) ad oggi. Con la normativa vigente, inoltre, succede frequentemente che, dopo aver raccolto anche milioni di firme (quando si tratta di più referendum), i promotori del referendum si vedano annullato un duro lavoro dalle sentenze della Corte Costituzionale che ne dichiara l'inammissibilità. Il giudizio di ammissibilità verrebbe chiesto alla corte dopo aver raccolto solo 100.000 firme. In caso di risposta favorevole la raccolta proseguirebbe fino alle 800.000 richieste.

Se, infine, una proposta di legge di iniziativa popolare raccogliesse 800.000 firme il Parlamento avrebbe l'obbligo discuterla entro due anni. Il Parlamento potrebbe anche bocciare la proposta, tuttavia, nel caso che, passati i due anni, non si fosse ancora pronunciato, la proposta di legge verrebbe automaticamente sottoposta ad un referendum per chiederne l'approvazione direttamente da parte dei cittadini.

Breve storia del referendum

Possiamo considerare come gli antenati dei referendum attuali i plebisciti con i quali i vecchi stati regionali italiani votarono l'annessione al Regno di Sardegna e poi al Regno d'Italia nel periodo che va dal 1848 al 1870. Il primo referendum vero e proprio è del 2 giugno 1946. Si trattò di un referendum istituzionale: gli italiani furono chiamati a scegliere fra monarchia e repubblica. Vinse la repubblica con il 54% dei suffragi. In tale occasione le donne votarono per la prima volta. Il referendum abrogativo (quello che ci è più familiare) è uno dei tre tipi di referendum previsti dalla Costituzione italiana del 1948. Tuttavia, prima del 1970, non è stato possibile fruire di tale diritto perché l'articolo 75 della Costituzione prevede che la materia sia regolata da una legge che il Parlamento ha approvato solo il 25 maggio 1970. Il primo referendum, sul divorzio, si è svolto nel 1974, l'ultimo, sulla legge elettorale della Camera, si è tenuto nel 1999 ed è stato invalidato perché non ha partecipato la maggioranza degli elettori.

SI o NO: questo è il problema

Il referendum consiste in una domanda con la quale si chiede all'elettore se è favorevole o contrario all'abrogazione della legge tal dei tali. Alla domanda si deve rispondere con un Sì o con un No. Non è fuori luogo sottolineare il significato delle due risposte. Risponde Sì non chi è favorevole al mantenimento della legge, ma chi ne vuole l'abrogazione. Risponde No, non chi è contrario alla legge, bensì chi è contrario alla sua abrogazione.

Come si deve chiedere un referendum

Cosa si deve fare per chiedere un referendum?

Il modo più usuale è quello della raccolta di 500.000 firme di cittadini maggiorenni. Tuttavia lo possono chiedere anche cinque consigli regionali.

In quanto tempo vanno raccolte le firme?

Da quando si inizia la raccolta sono a disposizione 90 giorni. La richiesta va poi inoltrata alla Corte di Cassazione tra il 1° gennaio e il 30 settembre di ogni anno.

Qual è la funzione della Corte di Cassazione?

La Cassazione prende in esame le richieste di referendum ed entro il 15 dicembre deve decidere se la richiesta è conforme alla legge: che le firme siano 500.000, che siano state raccolte in 90 giorni, che siano autentiche...

Se la Cassazione dà il via libera cosa resta da fare?

Resta da superare l'ostacolo più difficile, il giudizio della Corte Costituzionale, che decide sulla ammissibilità della richiesta di referendum.

Quali referendum non sono ammessi?

L'articolo 75 della Costituzione vieta il referendum in materia di leggi sulle imposte, il bilancio dello stato, l'amnistia e l'indulto, i trattati internazionali.

Come si svolge il referendum

In che periodo dell'anno si può svolgere il referendum?

Dopo il parere favorevole della Corte Costituzionale il Governo può scegliere una domenica compresa fra il 15 aprile e il 15 giugno. Quest'anno è stata scelta  domenica 21 maggio.

Si può rinviare un referendum già programmato?

Solo nel caso che ci siano elezioni politiche anticipate. In tal caso viene rinviato a 365 giorni dopo le elezioni.

Si può invece annullare un referendum già programmato?

Se prima della data del referendum il Parlamento modifica la legge in questione non c'è più ragione che si svolga il referendum.

Ma così i promotori del referendum vengono raggirati!

Lo sono stati in passato, quando bastava cambiare la vecchia legge di un virgola per evitare il referendum. Da qualche anno, invece, la Corte Costituzionale ha deciso che la legge con la quale si intende evitare un referendum deve soddisfare le richieste dei promotori del referendum stesso.

Chi deve decidere se le richieste dei promotori del referendum sono soddisfatte?

Non i promotori del referendum, ovviamente, ma la Corte di Cassazione.

Chi può votare per il referendum?

I cittadini che compiano il diciottesimo anno di età entro domenica 21 maggio, il giorno della consultazione referendaria.

In pratica come si vota?

Sulla scheda c'è una domanda. In fondo alla scheda ci sono un SI e un NO. Si vota tracciando un contrassegno o sul SI o sul NO.

Il numero dei votanti influisce sull'esito del referendum?

Influisce in modo decisivo. Nel caso che non si rechi a votare la metà più uno degli aventi diritto al voto, anche se prevalessero i SI, il referendum non verrà ritenuto valido. Questo caso si è verificato recentemente per tutti i referendum del 1997 e per quello del 1999.

Quando si intende approvato un referendum?

Si intende approvato quando, previa la partecipazione al voto della maggioranza degli elettori, i SI prevalgono sui NO. Anche per un voto solo.

Come influiscono sull'esito del referendum le schede bianche o nulle?

Contribuiscono solo a rendere valido il referendum, in quanto si tratta di elettori che si sono recati a votare. Poi vengono messe da parte e la partita si gioca solo fra quelli che hanno votato SI e quelli che hanno votato NO.

Il referendum non approvato può essere riproposto?

É possibile, ma solo dopo che siano trascorsi almeno 5 anni.

Tre tipi di referendum

Il referendum più conosciuto è quello abrogativo, previsto dall'articolo 75 della Costituzione, che dà ai cittadini la facoltà di decidere se mantenere in vigore oppure cancellare una legge già approvata dal Parlamento. Tuttavia la Costituzione prevede altri due tipi di referendum.

Uno è quello contemplato dall'articolo 132 che dà la facoltà alle popolazioni interessate di fondere due o più Regioni in una macroregione oppure di crearne di nuove. Sempre lo stesso articolo dà facoltà alle Province e ai Comuni che ne facciano richiesta di essere staccati da una Regione ed essere aggregati ad un'altra. L'altro referendum è quello previsto dall'articolo 138 e riguarda il processo di modifica della Costituzione stessa. Il discorso relativo a questo referendum è abbastanza complesso. Per semplificare si può dire che a certe condizioni viene offerta ai cittadini la possibilità di decidere se accettare o no le modifiche della Costituzione già approvate dal Parlamento. Di questo referendum non se n'è mai fatto uso.

Scegli le schede, è un tuo diritto

É verosimile che l'elettore che si presenterà al seggio si vedrà offrire dal presidente del seggio tutte e sette le schede referendarie. Tuttavia è bene che si sappia che è facoltà dell'elettore di accettare solo una o più delle schede e di rifiutare le altre. Naturalmente chi rifiuta una scheda intende in tal modo far mancare a quel referendum la maggioranza dei votanti con il fine di farlo annullare.