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Stranieri@edscuola.com
a cura di Nunzia Latini


 

News
Educazione Interculturale e Didattica della Lingua italiana come Seconda

 

Linee di tendenza del Sistema: l’andamento dei CTP nell’ultimo decennio censito
Prosegue il percorso di riorganizzazione del sistema dell’istruzione degli adulti
I corsi di italiano come L2 hanno riscosso un largo successo. Nel corso delle annualità di riferimento, la loro utenza è lievitata, passando da un totale di 6.739 iscritti nel 1998/99 a un totale di 78.877 nel 2007/08). Il processo di espansione di tale fenomeno è stato graduale e costante, manifestando qualche incertezza soltanto nell’a.s. 2006/07 (in cui gli iscritti hanno riportato un leggero calo), per poi riprendere impulso nell’ultima annualità censita, nella quale si è raggiunto il volume massimo di utenti: in tutto 78.877, somma di circa 11 volte più alta del valore iniziale).
Per quanto concerne, infine, i corsi brevi e modulari, nella presente serie storica, essi hanno seguito un andamento a ritmo alterno, che ha caratterizzato anche l’utenza. Dopo una fase iniziale di intensa crescita – coincidente con il periodo che va dal 1998/99 al 2001/02 –, il volume complessivo degli iscritti ha iniziato a scendere, toccando il punto più basso nell’a.s. 2005/06 (con 220.811 utenti). L’incremento annuo è stato forte al principio, mentre a partire dal 2003/04 l’utenza è andata in contro a una lieve flessione. Le tipologie di corso più gradite dagli adulti sono rappresentate dai corsi di informatica e da quelli di lingua inglese o di altra lingua straniera. (Si veda il grafico relativo)

22 febbraio: Associazioni e sindacati per la 2a lingua comunitaria

Immigrazione e integrazione linguistica. Al via il master
Il Dipartimento di Lingue e letterature moderne dell’Università di Macerata, in collaborazione con la Facoltà di Lettere e Filosofia, ha attivato un Master di I Livello in “Didattica dell’italiano L2/LS in prospettiva interculturale” di durata annuale.
Le Marche sono tra le prime regioni in Italia ad essere interessate dal fenomeno dell’immigrazione. Anche gli insegnanti, che non si occupano direttamente di lingua, sentono la necessità di disporre di adeguati strumenti per gestire l’integrazione linguistica, in modo tale che il confronto con le altre culture divenga momento di arricchimento reciproco.
Rispondendo a esigenze sentite tanto in ambito locale che nazionale, quindi, il Master offre una formazione professionalizzante nei settori della didattica dell'italiano come lingua seconda (L2) e come lingua straniera (LS), che includa le tematiche della mediazione linguistico-culturale, dell'intercultura e della formazione linguistica in contesto plurilingue, come è quello attuale.
Il Master – frutto di un’esperienza pluriennale di collaborazione col Ministero della Pubblica Istruzione in un progetto sperimentale per la formazione degli insegnanti di italiano come lingua seconda - nasce anche da un’attenzione diffusa dell’Ateneo verso il problema dell’integrazione culturale e dell’italiano a stranieri. Il Centro linguistico, la Facoltà di Lettere e filosofia e il Dipartimento di lingue forniscono già da tempo supporto teorico e pratico nella didattica delle lingue, soprattutto rivolto alla formazione degli insegnanti. Sono anche operativi in questo settore la Facoltà di Scienze Politiche come risulta dall’istituzione di un corso di studi italiani in Tunisia e il Dipartimento di Studi Sul Mutamento Sociale e la Comunicazione con il dottorato di ricerca in Politica, educazione e formazione linguistico-culturali.
Il percorso formativo prevede un primo semestre generale e un secondo semestre specializzante con moduli paralleli che i corsisti sceglieranno sulla base degli specifici bisogni formativi ed interessi. Il corsista è tenuto a scegliere, quindi, 2 dei 3 moduli disponibili nel secondo semestre. Il Master si svolgerà, inoltre, sia in presenza (60%) che a distanza (40%), con anche attività in autoapprendimento e di apprendimento cooperativo e tirocini svolti nelle scuole, nelle università o in altri enti formativi selezionati. Gli insegnanti potranno svolgere il tirocinio direttamente nelle proprie classi, applicando così direttamente sul campo quanto appreso.
La domanda di ammissione deve essere presentata entro il 20 ottobre. Per maggiori informazioni, per scaricare il bando e i moduli, consultare il sito www.unimc.it/af.

Giornata Europea delle lingue
I
l 26 Settembre 2008, festeggiate la Giornata Europea delle lingue in maniera ludica e divertente, grazie all'apprendimento personalizzato e in videoconferenza proposto da Learnissimo
Parigi – 16 Settembre 2008 – Il prossimo 26 settembre, i 45 paesi membri del consiglio Europeo celebreranno la diversità linguistica dell'Europa in occasione della Giornata Europea delle Lingue*. Questo evento di periodicità annuale, che suscita l'entusiasmo di molti fin dalla sua prima edizione nel 2001 (Anno Europeo delle Lingue), testimonia la necessità ma anche l'arricchimento personale che caratterizza l'apprendimento di una lingua straniera.
Specialista e pioniere dell'argomento, il sito internet Learnissimo invita tutte le persone desiderose di migliorare la conoscenza di una o più lingue straniere a scoprire come questa attività possa risultare facile e accessibile attraverso il sito www.learnissimo.com dove ciascuno puo' scegliere il professore "ideale" per raggiungere i propri obiettivi linguistici, nel quadro di un vero scambio personale in videoconferenza!
Al di la dell'apprendimento linguistico, un vero e proprio scambio culturale
Basato sul concetto inedito e innovativo di corso interattivo in videoconferenza, l'apprendimento delle lingue straniere con Learnissimo offre una dimensione supplementare alla classica relazione studente/professore. Dal momento che ciascuno si trova nel proprio paese, immerso nella sua cultura d'origine, le conversazioni si arricchiscono sistematicamente di un vero e proprio scambio culturale: in più grazie alla webcam, le persone possono visualizzarsi ciascuna nell'universo dell'altra. Le lezioni durano una mezz'ora e sono stabilite unicamente dai due interlocutori nei giorni e negli orari più opportuni a entrambi: tutto cio' per garantire le migliori condizioni per l'apprendimento della lingua.
* Per maggiori informazioni, visitate li sito http://ec.europa.eu/education/policies/lang/awareness/day_it.html
Le parole d'ordine di Learnissimo: personalizzazione e flessibilità
Diversamente della maggior parte dei corsi linguistici caratterizzati dai noiosi metodi "scolastici" che tutti conosciamo, Learnissimo privilegia la massima elasticità permettendo ad ogni studente di scegliere:
- La lingua (fra le numerose lingue proposte, si va dalle più classiche a quelle di recente sempre più richieste come le lingue dei paesi dell'Est o dell'Asia),
- Il paese d'origine del professore (secondo i propri progetti di studio o di vacanza, una persona desiderosa d'apprendere lo spagnolo sceglierà uno studente universitario o una madre di famiglia in Argentina),
- Il professore stesso (ogni professore si presenta tramite un video di presentazione che permette allo studente di scegliere l'interlocutore dalla personalità più affine alla propria),
- La tariffa (si parte dai 5 € la mezz'ora),
- La frequenza delle lezioni – e quindi l'intensità dell'apprendimento – oltre alla durata totale della lezione,
- Le date e gli orari delle lezioni (stabilite fra professore e studente)
- … E anche il luogo della lezione, dal momento che la sola condizione necessaria è quella di disporre di un computer con webcam, audio e accesso ad Internet!
Maggiori informazioni su Learnissimo:
Aperto al pubblico nel Gennaio 2008, Learnissimo.com è un sito che mette in relazione studenti e professori proponendo corsi di lingua in video conferenza in una ventina di lingue diverse. Fin dal suo lancio, il sito si è caratterizzato per la sua vocazione internazionale, infatti i primi studenti ad aver usufruito di questo servizio provenivano da paesi extra europei come Canada, Argentina o Filippine.
Learnissimo possiede inoltre una dimensione etica in quanto contribuisce all'avvicinamento delle culture, alla scoperta dello "straniero" e permette ai professori che abitano nei paesi più difficili da raggiungere di arrotondare lo stipendio insegnando la loro lingua madre agli studenti europei.
Per maggiori informazioni visitate il sito www.learnissimo.com o contattate l'ufficio stampa.

La Compagnia di San Paolo ha pubblicato il bando "Intercultura e formazione"
Il bando riguarda progetti nel territorio della regione Piemonte che contribuiscano alla valorizzazione della presenza di alunni di origine straniera nel sistema educativo.
Il testo del bando, con i criteri generali e gli ambiti d’intervento, e la modulistica da utilizzare sono disponibili sul sito Internet www.compagnia.torino.it  (sezione bandi in corso)
Le candidature dovranno essere presentate entro il 10/10/2008 . La selezione delle iniziative avverrà entro il 30/1/2009.
http://www.compagnia.torino.it/comunicazione.php?evidenza=y&show=918

Provincia di Trento:
AVVISO MEDIATORI INTERCULTURALI
AVVISO FACILITATORI LINGUISTICI
REGOLAMENTO STUDENTI STRANIERI

Su proposta dell’assessore all’emigrazione Iva Berasi
INDETTA LA SELEZIONE PER ASSEGNARE SESSANTA LICENZE “ICON” PER STUDIARE L’ITALIANO VIA INTERNET
Le domande vanno presentate entro il prossimo 3 ottobre 2008
di Corrado Zanetti
La giunta provinciale, su proposta dell’assessore all’emigrazione Iva Berasi, ha oggi deliberato di indire una selezione per l’assegnazione di sessanta licenze annuali, rinnovabili, con relativi servizi di tutorato e di comunità on line, da assegnare ad emigrati trentini all’estero e ai loro discendenti – purché residenti all’estero e che alla data del 3 ottobre 2008 abbiano già compiuto i 15 anni di età – per la frequenza, a decorrere dall’anno 2008-2009, di corsi di lingua italiana, livello principianti, erogati dal Consorzio ICoN (Italian Culture on the Net).
La domanda di partecipazione alla selezione, scaricabile anche dal sito www.mondotrentino.net, dovrà pervenire entro il 3 ottobre 2008 a: “Provincia autonoma di Trento, Servizio Emigrazione e Solidarietà internazionale, Via Jacopo Aconcio, 5 – 38100 Trento – Italia”. La domanda potrà essere inviata anche via fax – entro però il 2 ottobre 2008 – al numero +39 0461 493155.
Le domande pervenute verranno classificate dando la precedenza in ogni caso ai candidati più giovani di età e assicurando per ciascuno dei Paesi sottoelencati il numero di assegnazioni indicate:
Argentina, Brasile n. 6
Australia, U.S.A., Canada n. 4
Cile, Messico, Paraguay, Uruguay n. 3
Benelux, Bolivia, Bosnia-Erzegovina, Colombia, Francia, Germania,
Gran Bretagna, Perù, Romania, Svizzera, Venezuela n. 2
Altri Paesi n. 2
Ogni corso di lingua italiana si svilupperà in dodici mesi, con servizi erogati esclusivamente via Internet; ogni corsista disporrà di un tutor on line, qualificato nell’insegnamento dell’italiano come seconda lingua. Gli studenti di ogni corso saranno organizzati in una classe virtuale strutturata all’interno della piattaforma didattica ICoN, attraverso il sito www.italicon.it, dotata di servizi asincroni di forum e chat e di momenti sincroni di interazione, anche audio, fra studenti e tutor.
I tutor daranno agli studenti indicazioni preliminari su come affrontare lo studio, li guideranno costantemente, svolgeranno e correggeranno esercitazioni e prove, risponderanno entro 24 ore, compatibilmente con le differenze di fuso orario, per cinque giorni su sette, alle domande poste nel forum di classe e verificheranno costantemente i progressi nell’apprendimento. Al termine del corso si svolgerà una prova conclusiva ed i tutor rilasceranno per conto del Consorzio ICoN un attestato di profitto. Il superamento della prova a conclusione del primo anno di corso comporterà il rinnovo della licenza per il passaggio ai corsi annuali di livello intermedio e di livello avanzato, subordinatamente alla disponibilità di fondi di bilancio. Dopo aver superato la prova conclusiva, gli studenti che lo richiederanno potranno essere assistiti dal tutor nella preparazione della corrispondente prova ufficiale di certificazione erogata dalle Università per stranieri di Perugina e di Siena e dell’Università di Roma 3.
I costi a carico della Provincia ammontano ad euro 10.800,00 per il 2008 e ad euro 16.200,00 per il 2009.
http://www.sophia.it/app/WebObjects/News.woa/wa/Clips/clipDetail?_clp=5386755&iss=59424&page=pressReview&sid=483&uid=rSgu4kA2K9nAqAMG&srv=1587

In Italia. L’Italia e l’Italiano per stranieri.
Un progetto pilota per una nuova cittadinanza attiva di Rai Educational e Ministero della Pubblica Istruzione
Seconda serie
Un programma di Isabella Donfrancesco, Giuseppe Patota, Barbara Gizzi, Maria Chiara Martinetti, Vittoria Cappelli, con la consulenza di Armando Lamberti, Francesco Aloisi de Larderel, Bianca Persiani
www.initalia.rai.it, initalia@rai.it
“Pensare l’immigrazione significa pensare lo Stato ed è lo Stato che pensa se stesso pensando l’immigrazione” A. Sayad
Riparte lunedì 14 aprile, sul canale satellitare Rai Edu 1, la programmazione di In Italia. L’Italia e l’Italiano per stranieri, il corso di italiano per stranieri nato dalla collaborazione tra Rai Educational, diretta da Giovanni Minoli, e il Ministero della Pubblica Istruzione.
L’Italiano come idioma di una nuova cittadinanza attiva e non più lingua dell’emergenza e della necessità: questo l’obiettivo di In Italia, un articolato progetto pilota per la diffusione della lingua italiana di base, rivolto a stranieri adulti e giovani-adulti di nuova residenza nel nostro Paese.
La fotografia del paese reale registra l’identikit di una cittadinanza completamente rinnovata: una presenza che ha raggiunto 3 milioni di stranieri, il 55% dei quali aspira alla cittadinanza mentre solo il 20% aspira a tornare in patria. Inoltre il 44% vive in Italia con la famiglia come risulta dal forte incremento della natalità: sono infatti 620mila i figli di stranieri nati e residenti nel nostro paese, cifra che varcherà la soglia del milione nei primi mesi del 2008 anche per effetto dei ricongiungimenti familiari.
La scommessa ambiziosa di In Italia, che abbiamo affrontato nel progettare e varare la prima serie, anche in questa edizione troverà nell’alfabetizzazione di base lo strumento indispensabile al conseguimento di prerequisiti per la costruzione di una cittadinanza attiva, fornendo competenze di italiano L2 di livello B1-B2, secondo il quadro di riferimento europeo. Ma accanto alla lingua l’obiettivo è quello di disegnare una mappa socio-culturale più articolata, non più in risposta alla sola emergenza, attraverso la conoscenza del territorio nelle sue realtà locali, dei servizi, delle offerte culturali. Il nuovo progetto, che va a implementare la sperimentazione della prima serie, si arricchisce di due nuovi strumenti ‘alti’, non semplici manuali d’uso del ‘sistema-Italia’ ma veri e propri libri sapienziali: la Costituzione italiana, una vera bibbia civile che dia agli stranieri la misura dei diritti e dei doveri, e La Divina Commedia, principio e fine della lingua e della cultura italiane.
La seconda serie di In Italia è quindi costituita da un programma televisivo in 20 puntate da 30’ciascuna, previsto in onda il lunedì, mercoledì e venerdì dal 14 aprile al 4 giugno 2008 sul canale satellitare in chiaro, gratuito, di Rai Edu 1. Orari e palinsesto sono sul sito www.initalia.rai.it.
Ogni puntata sarà così articolata:
- una docu-fiction di 15’, prosecuzione del grand tour di una famiglia di stranieri che in questa edizione visiterà le città capoluogo di regione alla scoperta delle ricchezze artistiche e paesaggistiche, delle curiosità e delle tradizioni ma anche dei servizi e delle opportunità di vita e di lavoro. Insieme ai protagonisti già noti, Salif Ba, un senegalese che vive in Italia con suo nipote Fela e sua moglie Olga, una croata arrivata in Italia con la figlia Anna, vedremo nuovi personaggi: il ragazzo di Anna e un amico di Fela. Anche in questa serie i nostri amici incontreranno persone reali, in prevalenza stranieri inseriti nel territorio, che diventeranno guide e mentori per la nostra famiglia. Ma la traccia più consistente attraverso sentimenti, relazioni, storie, luoghi sarà il filo sotteso che ricondurrà al mondo di Dante, visitato in maniera non sistematica ma per associazioni semantiche: Fela, appassionato di letteratura, scoprirà nella Divina Commedia una fonte inesauribile da condividere con la sua famiglia;
- Le parole dell’Italiano, una scheda di riepilogo linguistico-grammaticale curata da Giuseppe Patota, storico della lingua italiana;
- La Costituzione italiana, con la spiegazione da parte del professor Armando Lamberti, docente di Diritto Costituzionale all’Università di Salerno, di articoli di particolare interesse per la puntata in corso;
- La Bussola per orientarsi nei contesti appena presentati nella docu-fiction: un viaggio documentato tra i servizi e le opportunità del sistema-Italia;
- Cartoline dall’Italia, un’agile guida culturale per far conoscere il territorio;
È inoltre prevista l’implementazione del sito web (www.initalia.rai.it): accanto ai materiali della prima edizione saranno disponibili, in questo vero e proprio quaderno on-line, tutti i filmati della seconda serie in videostreaming, i testi stampabili di tutti i prodotti televisivi, le informazioni di servizio, i link utili ed esercizi con autovalutazione per insegnanti e allievi.

Corsi gratuiti di lingua italiana per cittadini extracomunitari
L'Assessorato del Lavoro della regione Sardegna informa che è prorogato alle ore 13 del 12 aprile 2008 il termine per la presentazione delle domande di partecipazione alla selezione per 9 corsi gratuiti di insegnamento di lingua italiana L2, in favore di cittadini extracomunitari regolarmente soggiornanti in Italia.
http://www.regione.sardegna.it/regione/assessorati/lavoro/ (nell’apposita sezione “Concorsi e selezioni”).

Approvata dalla Giunta la delibera del presidente della Provincia
REGOLAMENTO PER ALUNNI STRANIERI NELLE SCUOLE TRENTINE E’ Il PRIMO DOCUMENTO SU TALE MATERIA A LIVELLO NAZIONALE
Riordino di interventi già in atto negli istituti scolastici e risposte a nuovi bisogni urgenti
Su proposta del presidente della Provincia autonoma di Trento, la giunta provinciale ha approvato nella seduta odierna un altro regolamento attuativo della Legge provinciale di riforma del sistema educativo nr. 5/2006: si tratta del "Regolamento per l'inserimento e l'integrazione degli studenti stranieri nel sistema educativo provinciale”.
Il regolamento approvato in Giunta, in attuazione all’art. 75 della legge provinciale n. 5/2006 è il primo documento a livello nazionale che regolamenta tale materia.
Per una parte disciplina una serie di interventi che da alcuni anni stanno già diventando prassi consolidate e diffuse nelle scuole del Trentino, anche perché nel 2006 la Giunta Provinciale ha emanato le linee guida per l’inserimento e l’integrazione degli studenti stranieri; dall’altra, contiene aspetti innovativi e molto importanti perché rispondono a bisogni urgenti per i quali le scuole attendono risposta.
Nello specifico ecco i punti importanti che vengono normati:
Si distingue fra quanto è competenza della Provincia e quanto attiene ai compiti della singola istituzione scolastica.
I destinatari del regolamento (art.2) , oltre agli studenti appartenenti a famiglie straniere o neo arrivati o nati in Italia, sono anche i figli di coppia mista e i bambini arrivati in Italia con adozione internazionale e le loro famiglie. Questo in una logica di valorizzazione e integrazione delle diverse appartenenze culturali.
Si sostanziano le risorse professionali che operano nella scuola e che assumono un ruolo fondamentale per il successo dell’integrazione. Sono figure sia interne che esterne all’istituzione scolastica, che lavorano in sinergia e in collaborazione con tutti i docenti. Vengono definiti ruoli e funzioni di figure quali i referenti di scuola, i facilitatori linguistici (che si occupano di insegnare l’italiano), i mediatori interculturali (che si occupano di mediazione). E soprattutto viene individuata la loro formazione come elemento indispensabile per poter operare in ambito scolastico.
Fra gli strumenti e i servizi per l’attuazione degli interventi, le scuole dovranno predisporre:
a) i protocolli d’accoglienza (che definiscono tutte le modalità organizzative e gestionali riferite all’integrazione)
b) i percorsi didattici personalizzati per gli studenti stranieri (in questo caso vengono indicate possibili modalità e procedure e si danno indicazioni per quanto attiene la sostituzione della lingua straniera con la lingua madre dello studente)
c) i laboratori linguistici di italiano per gli studenti stranieri (dando indicazioni sulla loro struttura e organizzazione)
Altri argomenti che vengono normati sono le modalità di mantenimento della lingua madre e specifici interventi per l’inserimento dei minori stranieri adottati. Anche per questo tipo di interventi l’obiettivo è sempre quello di sviluppare pratiche educative idonee alle diverse situazioni nel rispetto dell’autonomia didattica dei singoli istituti scolastici.
Compito della Provincia autonoma di Trento è poi quello di assicurare servizi di consulenza, formazione e documentazione alle istituzioni scolastiche. Il centro Millevoci risponde già a questo tipo di richiesta e quindi si sostanzia di fatto il suo operato.

"Dentro l'italiano" al Politecnico di Tampere in Finlandia
L'E-learning oggi è diventato un'opportunità alla portata di tutti per abbattere le distanze e le barriere culturali.
E il caso di uno studente finlandese, residente a Milano, che sta studiando l'italiano su una piattaforma e-learning milanese in un corso del Politecnico di Tampere, in Finlandia, è sicuramente curioso.
Si tratta del corso online Dentro l'italiano 4.0, progettato e realizzato dalla società Didael di Milano e sono tantissimi gli studenti finlandesi che approfittano di questa opportunità.
D'altronde se è vero che l'italiano è tra le prime lingue straniere studiate in Finlandia e che l'amore per l'Italia nei paesi nordici è rimasto immutato nel tempo, è anche vero, come sostiene Pietro Albanese, responsabile dei corsi di lingua italiana per il Politecnico di Tampere, che "imparare online una lingua necessita di una fortissima motivazione dell'utente per completare il corso".
Ed i risultati sono eccezionali: l'80% di chi inizia il corso di Dentro l'Italiano 4.0 in versione finlandese di Didael completa il corso, con una media altissima nella votazione finale (4/5).
Il target coinvolto in questa esperienza online è molto diversificato, poiché oltre agli studenti del Politecnico di Tampere, che studiano Business Administration, accedono allo stesso corso anche studenti di ingegneria, di economia, e tanti ragazzi interessati ad imparare la lingua per motivi personali, per amore nei confronti del nostro paese, o per legami di parentela.
Non si tratta quindi soltanto di un mezzo per facilitare la ricerca di un lavoro in Italia o in una delle tante aziende italiane all'estero, come sostiene Albanese, infatti "questo è tra gli ultimi motivi per l'approccio con il Belpaese".
La metodologia innovativa utilizzata per la didattica di Dentro l'Italiano 4.0 integra il materiale multimediale online con un forte e costante supporto dei tutor, che hanno un ruolo fondamentale nell'avanzamento del corso.
Come spiega Albanese, "vengono inserite in piattaforma e-Learning alcune date specifiche di consegna di compiti assegnati obbligatori, che per lo più consistono nella scrittura di lettere e documenti in italiano, e fissati appuntamenti nella chat interna al corso, così il tutor, attraverso 20-30 domande mirate, è in grado di constatare in ogni momento il livello di preparazione".
Il monitoraggio è quindi continuo e nessuno viene lasciato a se stesso.
Un altro dato curioso è che il 90% della popolazione finlandese si connette ad internet da casa, eppure i corsi online non sono ancora molto sviluppati; "Dentro l'Italiano rappresenta non solo una novità – come dichiara Albanese - ma un esempio all'avanguardia in questo campo sulla Rete finlandese".
Il corso Dentro l'Italiano a Tampere viene svolto da più di 3 anni, ed in questi giorni ne sono stati avviate altre classi, con un'affluenza di studenti che è già cresciuta di oltre il 50% rispetto all'anno scorso.
Albanese rende noto anche che i livelli di base, in termini di conoscenza della lingua, sono i più richiesti, e questo significa che c'è una forte motivazione da parte delle nuove generazioni e che quindi è in crescita esponenziale anche la diffusione della stessa lingua italiana in Finlandia.

Gli immigrati nelle parrocchie di Roma
La Caritas diocesana di Roma e l’Ufficio Migrantes della Diocesi di Roma, in occasione della Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato di domenica 13 gennaio, presentano le anticipazioni della prima “Indagine conoscitiva sulle abitudini pastorali degli immigrati nelle parrocchie della Diocesi di Roma”.

ROMA, 9 gennaio 2008 – Sono catechisti, ministranti, operatori della carità; animano la liturgia con canti e musiche; partecipano alla catechesi per prepararsi alla Comunione ed alla Cresima; si sposano e frequentano cammini spirituali per adulti e per le famiglie. Gli immigrati rappresentano una componente vitale tra i fedeli delle parrocchie romane, è il dato che emerge dalla prima “Indagine conoscitiva sulle abitudini pastorali degli immigrati nelle parrocchie della Diocesi di Roma” svolta dalla Caritas diocesana di Roma e dall’Ufficio Migrantes diocesano.
Lo studio, svolto su 142 parrocchie della Capitale (il 43% del totale), è stato anticipato oggi dal direttore della Caritas di Roma, mons. Guerino Di Tora, nel corso della Conferenza “Giovani migranti: risorsa e provocazione” promossa dalla Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana per presentare il messaggio di Papa Benedetto XVI per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato di domenica 13 gennaio.
“Si pensa agli immigrati in parrocchia solamente come persone in cerca di aiuto, quando si rivolgono alle Caritas parrocchiali. L’indagine della Caritas e dell’Ufficio Migrantes della Diocesi di Roma dimostra invece che essi sono una componente importante dell’animazione pastorale. Il processo di integrazione in atto nella società si dimostra ancor più vivo e dinamico tra gli immigrati di religione cattolica grazie anche all’accoglienza delle comunità parrocchiali” ha dichiarato mons. Guerino Di Tora, presentando la ricerca.
Attraverso le interviste sottoposte ai parroci romani nel periodo marzo-settembre 2007, è emerso che nella totalità delle parrocchie vi sono cittadini stranieri che partecipano alla Messa domenicale. In nove parrocchie su dieci, oltre alla partecipazione alla messa, gli immigrati sono presenti nelle attività pastorali. Nell’indicazione della “consistenza numerica” della presenza straniera in parrocchia, in 11 parrocchie delle 142 interpellate gli stranieri che partecipano sono superiori a 50 unità; in 32 tale numero si attesta tra le 20 e le 50 unità; in altre 28 parrocchie è inferiore alle 20 unità; 59 parroci invece, nelle risposte, non hanno saputo quantificare tale presenza.
Tra le 48 comunità nazionali maggiormente indicate tra i parroci risultano esservi filippini (15,6%), rumeni (14,9), polacchi (10,9%), peruviani (8%) indiani (6,6%) ed ecuadoriani (5%).
La presenza più consistente è risultata quella dei bambini e dei ragazzi che frequentano il catechismo, presenti nel 73% delle parrocchie romane, mentre nel 57% delle comunità parrocchiali i fedeli stranieri sono catechisti, operatori Caritas, membri di corali e frequentano la catechesi per adulti. In una parrocchia su cinque vi sono cittadini stranieri anche nei Consigli pastorali, nel 46% delle parrocchie si è celebrato almeno un matrimonio tra cittadini stranieri nel corso dell’ultimo anno e nel 62% delle parrocchie fidanzati stranieri frequentano corsi di preparazione al matrimonio.
La partecipazione di immigrati alla pastorale delle comunità parrocchiali è anche uno stimolo per l’incontro con tradizioni e liturgie di altri paesi e con fedeli di altre confessioni. Sempre dall’indagine Caritas-Migrantes emerge che nel 45% delle parrocchie della Diocesi di Roma vi sono celebrazioni ed incontri di preghiera dedicati alle comunità di immigrati (Giornata Missionaria, Festa dei popoli, ricorrenze religiose dei paesi di origine). Nel 66% delle parrocchie inoltre partecipano ai riti religiosi fedeli ortodossi in genere , mentre nel 45% cattolici di rito orientale.
“Un’importante risorsa anche per i romani che attraverso i fratelli in Cristo vengono in contatto con l’immigrazione fatta di sacrifici, lavoro duro e voglia di integrazione. I fedeli di origine straniera nelle nostre parrocchie possono essere quindi dei facilitatori di relazioni tra le comunità e l’immigrazione tutta non solo quella dei cattolici” ha affermato il direttore della Caritas, mons. Guerino Di Tora, che ha inoltre ricordato come “oltre che nelle parrocchie, la vita spirituale degli immigrati è vissuta nelle oltre cento Comunità etniche coordinate dall’Ufficio Migrantes”.
Una sintesi della ricerca è disponibile nel sito www.caritasroma.it mentre la ricerca completa verrà pubblicata in occasione della “Festa dei popoli” della Diocesi di Roma prevista per il 18 maggio 2008.

Rapporto sul numero e percentuali di iscritti ai corsi di lingue straniere a livello post-secondario (semestre autunnale 2006) negli Stati Uniti a cura del Ministero dell'Istruzione statunitense e della Modern Language Association.
La domanda di italiano è in crescita con un incremento del 22.6% in 4 anni (2002-06) ed e' la quinta lingua straniera dopo spagnolo, francese, tedesco e lingua dei segni (americana).
http://www.mla.org/pdf/enrollmentsurvey_final.pdf

La delibera e' stata approvata: solo un terzo di alunni stranieri per classe, e per questi esami di lingua italiana prima dell'inserimento.
(Adnkronos) - Succede a Chiarano (Treviso) dove il Comune ha votato a maggioranza. "Chiediamo che non si superi la percentuale del 30% delle presenze straniere nelle classi per non far sentire stranieri i nostri ragazzi che inevitabilmente, con l'attuale situazione, perdono tradizioni, identita' culturale e attaccamento al territorio": cosi il sindaco, Gianpaolo Vallardi, nella delibera votata.

«LA “DANTE” SARÀ IL PARADISO DEI LIBRI RITROVATI»
È iniziata questa mattina a Roma, con un grande successo di pubblico, la tre giorni “La Poesia salverà il mondo”, promossa dalla Società Dante Alighieri: presentati i progetti editoriali della “Dante” per l’anno 2008
(17 dicembre 2007) «Con una lunga tradizione alle spalle e un bacino in tutto il mondo di oltre 200 mila soci, la Società Dante Alighieri ha pensato di risvegliare nella gente, in vista del 2011, anniversario dell’Unità d’Italia, il sentimento di passione per la nostra identità nazionale attraverso la riscoperta dei grandi autori classici e la pubblicazione delle loro opere in chiave moderna, non antologizzata ma capace di offrire una visione didattica completa. La “Dante” sarà il Paradiso dei libri ritrovati». Così Paolo Peluffo, Capo Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha aperto questa mattina in Palazzo Firenze a Roma, Sede della Società Dante Alighieri, la tre giorni intitolata “La Poesia salverà il mondo”. La mattinata odierna, accompagnata da un grande successo di pubblico, è stata dedicata alla presentazione dei progetti editoriali della “Dante” per l’anno 2008.
«L’operazione editoriale della “Dante Alighieri” - ha proseguito Peluffo - nasce con il fine di produrre antologie nuove che costituiscano dei veri propri percorsi di lettura. È stato così per la prima Antologia già pubblicata, quella di Giovanni Pascoli curata da Alberto Casadei, e vogliamo continuare in questo senso con la prossima Antologia dedicata a Giosue Carducci, tuttora in fase di realizzazione. Non so se la Poesia potrà salvare il mondo, ma sicuramente potrà salvare l’Italia, la cui Unità è stata da sempre fondata sull’immaginario dei grandi poeti del passato».
Il Convegno proseguirà nel pomeriggio, alle ore 17, con Lamberto Lambertini che leggerà e commenterà alcuni versi dell’opera di Ugo Foscolo in occasione del 200° anniversario della pubblicazione de I Sepolcri (1807-2007).

ISCRIZIONE ALUNNI STRANIERI (CM 110/07)
È uno dei settori che comporta più novità, ad iniziare da quella che prevede l’accettazione degli alunni in qualunque momento dell’anno e a prescindere dalla regolarità della loro posizione. Da quest’anno il ministero ha poi previsto la necessità di vagliare le eventuali situazioni sociali difficili in cui possono venirsi a trovare gli alunni immigrati: in particolare, sia per quanto riguarda le condizioni di accoglienza, sia per quel che concerne il rischio di concentrare tale presenza in alcune scuole con conseguenti squilibri anche a livello di sorveglianza.

L’ON. FRANCO NARDUCCI: «LA CONOSCENZA CERTIFICATA DELL’ITALIANO SARÀ UN REQUISITO FONDAMENTALE ANCHE PER IL RICONOSCIMENTO DEI TITOLI DI STUDIO DEI CITTADINI EXTRA UE»
Si è svolta questa mattina alla Camera dei Deputati l’audizione parlamentare della Società Dante Alighieri in sede di Commissione Affari Esteri e Comunitari
«La conoscenza certificata della lingua italiana è un requisito fondamentale: la Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati ha espresso parere favorevole per il riconoscimento dei titoli di studio posseduti dai cittadini provenienti dai Paesi extra UE e operanti nel mercato del lavoro italiano». Queste le parole pronunciate questa mattina a Montecitorio dall’On. Franco Narducci, Presidente del Comitato permanente sugli italiani all’estero, in occasione dell’audizione parlamentare della Società Dante Alighieri, rappresentata dall’Ambasciatore Bruno Bottai e dal dott. Alessandro Masi, rispettivamente Presidente e Segretario Generale.
«La domanda di lingua e cultura italiane è notevolmente in crescita in tutto il mondo - ha proseguito Narducci - e l’Italia deve investire di più per diffonderle e valorizzarle, soprattutto attraverso enti ed Istituzioni quali la Società Dante Alighieri, uno strumento prezioso che il nostro Paese deve sfruttare maggiormente in ambito di certificazioni, anche per rendere più agevole l’integrazione degli stranieri».
«La lingua è solo uno dei molteplici aspetti che all’estero rappresentano l’Italia - ha affermato l’Ambasciatore Bottai -: ad essere apprezzati ovunque sono il nostro stile di vita, la nostra cultura, dall’arte alla letteratura, e la nostra creatività, che vanno mantenuti ed alimentati, come fa la vasta rete di Comitati della Società Dante Alighieri supplendo a quella esigua degli Istituti Italiani di Cultura».
All’intervento del Presidente Bottai è seguito quello del Segretario Generale Masi, il quale, sottolineando prima di tutto la proficua collaborazione della Società Dante Alighieri con il Ministero degli Affari Esteri, ha illustrato i dati che testimoniano la crescita della richiesta di lingua e cultura italiane nel mondo, a partire dal notevole incremento di iscritti alla Certificazione PLIDA, fino alla nascita di Comitati in aree con un elevato flusso migratorio, dal Sudafrica all’Europa dell’Est, che offriranno l’opportunità di apprendere in loco la lingua italiana per una migliore integrazione sociale e professionale nel nostro Paese.

Da Ted 2007 - Formazione per i docenti di lingue con la rete Enis
(5 Novembre 2007) La rete Enis realizza il primo progetto LLP di formazione per i docenti Clil (Content and Language Integrated Learning). Il progetto Europeo “Skills to Clil 2 - Developing Teachers‘ Skills Needed to Teach their Subject through the Medium of English” è stato presentato al Ted di Genova nel corso del seminario "Lingue e linguaggi nell'esperienza educativa formale e informale - Clil e mobilità nella formazione iniziale e continua: strategie integrate in rete per promuovere una formazione europea”, organizzato dal ministero della Pubblica istruzione e dalla rete Enis delle scuole innovative.
Il progetto è promosso e coordinato dall’Iti “A. Malignani” di Udine e finanziato con il sostegno della Commissione Europea nell’ambito del nuovo programma di apprendimento permanente (Lifelong learning programme 2007-2013). Skills to Clil 2 costituisce lo sviluppo e l’ampliamento del progetto di mobilità del programma Leonardo da Vinci coordinato dal Malignani nell’anno scolastico 2006/2007 e si propone di promuovere la cooperazione transnazionale nel settore della formazione curriculare plurilingue. Obiettivo è favorire il trasferimento di competenze specifiche e la disseminazione di metodologie d’insegnamento aggiornate ed adeguate agli specifici contesti didattici della sperimentazione Clil.
Il progetto sarà realizzato da novembre 2007 ad aprile 2009 e prevede flussi di scambi di formazione nel Regno Unito per 95 docenti, formatori e tutor nel settore delle competenze linguistiche in servizio presso le scuole partner. I partecipanti avranno l’opportunità di migliorare le loro competenze linguistiche e comunicative e acquisire conoscenze aggiornate, esperienze e prassi innovative nell’ambito della formazione Clil che includono l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Gli scambi sono monitorati da un tutor e documentati con lo strumento dello “Europass-Mobility”.
Il progetto permette ai partecipanti di continuare la loro formazione professionale con un’esperienza formativa in ambiente straniero e sviluppare le capacità di apprendimento autonomo e continuo lungo tutto l’arco della vita professionale. Si propone anche di facilitare e aumentare la mobilità dei formatori, che offre all’insegnamento una prospettiva di dimensioni più fortemente europee, e di migliorare la qualità dei sistemi di formazione e istruzione professionale con l’adozione di soluzioni innovative che garantiscano la preparazione aggiornata degli studenti rispetto alle abilità e competenze richieste dal mercato europeo.
L'iniziativa rientra nell’azione “Mobilità per professionisti nell’ambito dell’istruzione e della formazione professionale” (Vetpro) del programma settoriale Leonardo da Vinci, comprende nel partenariato 17 istituti di istruzione secondaria di 6 regione italiane, 12 dei quali sono scuole della rete Enis Italia.
Web
Skills to Clil http://www.malignani.ud.it/WebEnis/skillstoclil.html
ENIS Italia: http://www.pubblica.istruzione.it/innovazione/progetti/europe.shtml

Barzaghi: «La lingua è il primo strumento necessario per l'integrazione»
Provincia: acquistate seimila licenze, gratuitamente a disposizione di altrettanti studenti, con un investimento iniziale di 30 mila euro
È partito il 30 ottobre e durerà sei mesi il corso di italiano online per stranieri promosso dall'assessore all'Istruzione ed edilizia scolastica della Provincia, Giansandro Barzaghi. Nelle scuole superiori milanesi e dell'hinterland l'ordinaria azione educativa potrà essere integrata con lezioni di supporto che gli studenti immigrati potranno seguire su pc connettendosi al sito www.italianolab.it. Ideata in collaborazione con Sicest (società di consulenza che opera nel campo della formazione) e Auralog (prima casa editrice al mondo ad avere applicato la tecnologia del riconoscimento vocale all'apprendimento delle lingue straniere), l'iniziativa prende il nome di «Italianolab» e parte dalla constatazione che dal 2001 al 2006 gli extracomunitari in Italia sono passati da 1 a 3 milioni. Oltre che dalla premessa che «qualsiasi politica di inclusione immaginabile ha come proprio cardine la problematica dell'unificazione linguistica».
SEIMILA LICENZE - Per la prima fase del progetto – già sperimentato per più di un anno all'Istituto Bertarelli – la Provincia ha acquistato seimila licenze, che metterà gratuitamente a disposizione di altrettanti studenti, con un investimento iniziale di 30 mila euro. Nelle oltre 40 scuole che al momento hanno aderito il corso digitale si intercalerà nelle lezioni in aula, diventando una traccia su cui si innesteranno gli interventi degli insegnanti. Interventi che dovranno tendere a facilitare l'uso autonomo dello strumento didattico informatico da parte degli studenti: l'idea è che i 41 mila alunni stranieri presenti negli istituti di Milano e provincia possano coinvolgere, nello studio dell'italiano, i 400 mila extracomunitari residenti sul territorio. Il tutto attraverso la creazione di una rete di strutture che offriranno l'opportunità di accedere ai corsi online: non solo scuole dunque, ma anche enti pubblici, imprese, associazioni.
AZIONE FORMATIVA - «La lingua è il primo strumento necessario per l'integrazione e la cittadinanza e i giovani ne sono il miglior motore di diffusione – commenta l'assessore Barzaghi –. La nostra speranza è che, una volta provato il corso online, gli studenti promuovano un'azione formativa verso la propria famiglia e la comunità di appartenenza. Una grande campagna di alfabetizzazione che dalle scuole raggiunga tutto il territorio: questa è la grande sfida che ci siamo posti. Praticabile».

(ANSA) - NAPOLI, 30 OTT - Un gruppo di mamme di Torre del Greco ha protestato davanti alla scuola perche' da ieri l'istituto ospita sei bambini rom. I nuovi alunni della scuola elementare Sant'Alfonso vivono nel campo nomadi nei pressi dell'autostrada Napoli-Salerno. E' stata la dirigente scolastica a promuovere l'iniziativa. I genitori pero' non sono d'accordo e oggi hanno anche presentato una raccolta di firme per chiedere all'Asl il controllo delle vaccinazioni dei ragazzini di origine rumena.

Esquilino dei mondi lontani
Presentazione della ricerca condotta dalla Caritas diocesana di Roma nell’ambito del progetto Aree Metropolitane della Caritas Italiana e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
L’indagine analizza le difficoltà del processo di integrazione e le dinamiche di socializzazione in atto nel quartiere multietnico della Capitale.
8 novembre 2007, ore 11.30, Sala Rosi - Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Roma, Viale Manzoni, 5
Verrà presentata giovedì 8 novembre, alle ore 11.30, la ricerca “Esquilino dei mondi lontani” condotta dalla Caritas diocesana di Roma nell’ambito del progetto Aree Metropolitane promosso dalla Caritas Italiana e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Le Caritas diocesane di Roma, Milano, Torino, Palermo, Catania, Bari, Napoli, Genova, Bologna e Firenze hanno approfondito la conoscenza delle realtà periferiche delle maggiori città italiane, intendendo la “periferia” non come luogo geografico ma come contesto di marginalità. Per questo oltre ai quartieri propriamente periferici, come il napoletano di Scampia e quello palermitano dello Zen, i ricercatori hanno posto l’attenzione sui “centralissimi” Esquilino a Roma e Isolotto a Firenze.
I risultati dell’indagine verranno presentati da: Raffaela Milano, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma, Giuseppe Lobefaro, presidente Municipio I, mons. Guerino Di Tora, direttore della Caritas diocesana di Roma, Francesco Marsico, vicedirettore Caritas Italiana, Fabio Vando e Monica Martinelli, ricercatori del progetto.

Dossier Statistico Immigrazione 2007 Caritas/Migrantes
A partire dalle 9.30 del 30 ottobre 2007 il Dossier Statistico Immigrazione 2007 Caritas/Migrantes verrà presentato in 21 città italiane. La presentazione nazionale si svolgerà a Roma, presso il Teatro Orione (Via Tortona n. 7), alle ore 10.30.
Nel sito www.caritasroma.it e’ disponibile la cartella stampa con la sintesi del rapporto e le schede sulla Regione Lazio e la Provincia di Roma, ulteriori aggiornamenti nel corso della giornata.
I link ai documenti:

No al suicidio dell’italiano di Magdi Allam
da Il Corriere della Sera, 24 ottobre 2007

VII Settimana della lingua italiana
"La Lingua italiana e il mare" è il tema della VII Settimana della lingua italiana nel mondo che si svolgerà dal 22 al 28 ottobre 2007.
L'iniziativa, organizzata dal ministero degli Affari Esteri (MAE), tramite la rete delle Ambasciate, Consolati e Istituti italiani di cultura, i Lettorati universitari e le scuole italiane all'estero, rappresenta dal 2001 il principale evento internazionale di promozione della Lingua italiana e ha registrato un successo sempre crescente, con 1300 eventi in 80 Paesi nell'edizione del 2006.
Alla Settimana collaborano intensamente l'Accademia della Crusca, che fornisce la consulenza scientifica, la Società Dante Alighieri e la Rai, con un'attenzione particolare di Rai International e Rai Educational.
Perché dedicare un'edizione della Settimana al mare?
Perché il mare d'Italia ha ispirato artisti e poeti di tutto il mondo, incoraggiato esploratori e visto milioni di italiani mettersi in viaggio in cerca di fortuna verso Paesi lontani.
La Storia dell'Italia è stata costruita in gran parte sul mare, dalle colonie della Magna Graecia alle Repubbliche marinare. E attraverso il mare, la Lingua Italiana ha rappresentato un ponte indispensabile al riconoscimento e all'apprezzamento dell'Italia all'estero.
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/settimana_lingua_italiana/index.html

MACEDONIA: LA LINGUA ITALIANA INVESTIMENTO CULTURALE E PROFESSIONALE PER IL FUTURO
In un incontro svoltosi all'Università dei Santi Cirillo e Metodio di Skopje, il Segretario Generale della Società Dante Alighieri, Alessandro Masi, ribadisce la continua crescita dell'interesse per la lingua e la cultura italiane
«In Macedonia l'italiano si avvia a diventare una lingua funzionale al mondo del lavoro, degli affari e del commercio e conoscerla costituisce uno di quegli investimenti da considerare sicuri non solo per l'arricchimento culturale, ma anche per le prospettive professionali che può garantire». Lo ha affermato Alessandro Masi, Segretario Generale della Società Dante Alighieri, durante l'incontro svoltosi il 10 ottobre scorso a Skpoje, presso l'Università dei Santi Cirillo e Metodio, al quale hanno preso parte autorità, docenti, studenti e italianisti impegnati per diffondere la lingua e la cultura italiane nel Paese macedone.
«La Macedonia - ha spiegato Masi prendendo spunto dai dati della ricerca realizzata da Aleksandra Sarzoska e riportata nell'Annuario 2006 della Società Dante Alighieri, curato da Paolo Peluffo e Luca Serianni - è il Paese con il più alto numero di scuole con sezioni di lingua italiana: nel dicembre del 2006 erano ben 15; seguono, di gran lunga distanziate, la Romania con 4, l'Albania e l'Ungheria con 3. Questo quadro diventa ancora più positivo se al dato proveniente dall'istruzione scolastica aggiungiamo quello dell'istruzione universitaria. In questo ambito, il merito principale spetta all'Università macedone dei Santi Cirillo e Metodio, in particolare alla Facoltà di Filologia Blaze Koneski di Skopje, che durante questi ultimi anni, grazie anche al sostegno sempre più presente delle istituzioni italiane, si è prodigata affinché il Dipartimento d'Italianistica divenisse un prezioso punto d'appoggio».
Al termine dell'incontro il Segretario Generale Masi ha visitato il nuovo Centro Multimediale, dono del Governo italiano a quello macedone, che ospiterà le attività didattiche e culturali del Comitato della Società Dante Alighieri di Skopje.
Nella giornata successiva, giovedì 11 ottobre, il dott. Masi ha incontrato l'Ambasciatore d'Italia a Skopje, S. E. Donatino Marcon, il quale ha espresso la propria soddisfazione per la proficua collaborazione culturale tra l'Ambasciata e la Società Dante Alighieri, auspicando un'intensificazione dei rapporti per garantire in Macedonia una crescita ancora maggiore dell'interesse per la lingua e la cultura italiane.
Per informazioni: www.italian-embassy.org.ae/ambasciata_skopje

THOR VILHJÁLMSSON, IL PIÙ IMPORTANTE SCRITTORE ISLANDESE CONTEMPORANEO, IN VISITA A ROMA:
«L'ITALIANO È AMATO IN TUTTO IL MONDO PERCHÈ LINGUA DI UN PAESE RICCO DI STORIA E DI CULTURA»
«L'italiano è amato in Islanda ed in tutto il mondo perché è la lingua di un Paese ricco di storia, di cultura e di tradizioni. Per comprendere i meriti straordinari dell'Italia e degli italiani, un popolo generoso ed umano, è indispensabile condividerne il patrimonio linguistico». Lo ha affermato questa mattina Thor Vilhjálmsson, il più importante scrittore islandese contemporaneo, durante la sua visita in Palazzo Firenze, Sede Centrale della Società Dante Alighieri. «L'Italia - ha proseguito il vincitore del Premio dell'Accademia Svedese per la Letteratura nel 1992 - è agli occhi del mondo il simbolo di una profonda ed unica continuità storica, dall'antica Grecia fino ai giorni nostri. Nessun altro Paese può vantare una tale ricchezza».
Thor Vilhjálmsson, nato nel 1925, è autore di romanzi, saggi, opere teatrali e raccolte poetiche, e traduttore delle opere principali della letteratura mondiale. I suoi romanzi sono stati tradotti in molte lingue. Oltre al Premio Nordico dell'Accademia Svedese ricevuto nel 1992, nel 1998 il suo Il muschio grigio arde si è aggiudicato il Premio del Consiglio Nordico e nello stesso anno Cantilena mattutina nell'erba ha ricevuto il Premio della Letteratura Islandese. Lo scrittore, che tuttora sta terminando un nuovo romanzo, ha rivestito per più di dieci anni la carica di Presidente del Comitato della Società Dante Alighieri di Reykjavik.

Presentata la seconda edizione del Rapporto "Italiani nel Mondo"
Presentata oggi la ricerca svolta dalla Fondazione Migrantes in collaborazione con Acli, Inas-Cisl, Mcl e Missionari Scalabriniani.
(ROMA, 4 ottobre 2007) Sono 3,5 milioni gli emigrati italiani, un incremento di oltre 400 mila unità rispetto all’anno precedente dovuto in gran parte a regolarizzazioni di registrazioni pregresse ma anche a nuove nascite e a nuove acquisizioni di cittadinanza.

La popolazione straniera residente in Italia al 1° gennaio 2007
Al 1° gennaio 2007 gli stranieri residenti in Italia sono 2.938.922 (1.473.073 maschi e 1.465.849 femmine); rispetto all’anno precedente gli iscritti in anagrafe aumentano di 268.408 unità (+10,1%).
L’incremento relativo del 2006 è leggermente inferiore a quello registrato nell’anno precedente. Va ricordato che nel periodo 2002-2004 il forte aumento dei residenti stranieri era stato determinato in larga misura dall’ultimo provvedimento di regolarizzazione (leggi n. 189 del 30 luglio 2002, art. 33, e n. 222 del 9 ottobre 2002). Grazie ad esso, infatti, numerosi immigrati già presenti in Italia avevano potuto regolarizzare la propria posizione e iscriversi successivamente in anagrafe.
La crescita della popolazione straniera residente nel nostro paese è dovuta, anche nel 2006, all’aumento dei nati di cittadinanza straniera (figli di genitori residenti in Italia, entrambi stranieri): il saldo naturale (differenza tra nascite e decessi) risulta in attivo per 54.318 unità.
Il saldo migratorio con l’estero si attenua rispetto agli anni precedenti ma si mantiene elevato (+237.614 nel 2006 rispetto a +266.829 nel 2005).
Il saldo naturale della popolazione straniera, pur essendo nettamente più basso rispetto a quello migratorio, risulta particolarmente significativo se contrapposto a quello della popolazione residente di cittadinanza italiana, negativo (-6.912 unità) nel 2006.

Il 68% degli italiani ritiene di avere un buon livello di conoscenza della propria lingua.
È quanto emerge dai risultati dei sondaggi presentati questa mattina in Campidoglio durante l’inaugurazione del LXXVIII Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri.
Le indagini, commissionate dalla “Dante” e realizzate dagli Istituti di Ricerca Piepoli, GfK Eurisko ed IPSOS, indicano i giornalisti come personaggi televisivi che meglio si esprimono in italiano.
Analizzato anche il rapporto tra i giovani e i grandi personaggi della letteratura italiana: Dante Alighieri si conferma il poeta che più di tutti rappresenta il legame con il nostro Paese, seguito da Giacomo Leopardi, Ugo Foscolo e Giovanni Pascoli, mentre la categoria degli scrittori è capitanata da Alessandro Manzoni e Giovanni Verga. Tra i personaggi letterari “moderni” trionfano Giuseppe Ungaretti e Luigi Pirandello.
I sondaggi integrali sono visibili nella pagina iniziale del sito Internet della Società Dante Alighieri, www.ladante.it.

Il Vice-presidente della Commissione Europea Franco Frattini inaugura il concorso EUROGIOVANE NO DISCRIMINATION
"L'Unione europea e la non discriminazione": un concorso della Commissione rivolto a tutti i giovani europei
(Bruxelles, 30 luglio 2007) "L'Unione europea e la non discriminazione" è il nome del concorso che Franco Frattini, vicepresidente della Commissione europea e commissario incaricato della giustizia, della libertà e della sicurezza, ha lanciato oggi, 30 luglio 2007, in pieno "Anno europeo delle pari opportunità per tutti". I bambini e gli adolescenti europei tra i 12 e i 18 anni sono invitati a ideare un poster sul tema della non discriminazione nell’Unione europea, nell'intento di sensibilizzare i giovani cittadini europei alle azioni promosse dall’Unione in questo settore.
"Eliminare le discriminazioni e garantire la parità di trattamento e di opportunità ai cittadini dell'Unione e a quanti vi risiedono, in particolare i più giovani, sono obiettivi comuni dell'Unione e dei suoi Stati membri. Dire NO ALLE DISCRIMINAZIONI vuol dire affermare un valore fondamentale dell'Europa: è una battaglia che va combattuta ogni giorno" ha dichiarato il vicepresidente Frattini, che ha poi aggiunto "è per questo motivo che, in occasione di questo concorso e alle soglie del 50° anniversario dell'Un ione europea, invito i giovani a lavorare fianco a fianco sul tema della non discriminazione, affinché essi siano più agguerriti per difendere e far valere questo principio".
I giovani partecipanti, chiamati ad ideare un poster che illustri l'idea della non discriminazione nell'Unione europea, saranno divisi in due fasce di età (dai 12 ai 14 anni e dai 15 ai 18 anni) e dovranno formare delle squadre di almeno quattro partecipanti.
A livello nazionale, si procederà ad una prima selezione dei lavori e le tre squadre selezionate per ciascuna fascia d'età saranno invitate il 20 novembre, "Giornata internazionale dei diritti del bambino", ad una cerimonia di consegna dei premi organizzata in ciascun paese.
A livello europeo, i lavori che si saranno aggiudicati il primo premio a livello nazionale parteciperanno ad una seconda selezione; le tre squadre selezionate per ogni fascia d'età saranno invitate a Bruxelles dal 15 al 17 dicembre per scoprire la città e le istituzioni europee e partecipare a una cerimonia europea di consegna dei premi presieduta dal vicepresidente Frattini.
I poster migliori, che saranno in mostra sui siti web degli uffici di rappresentanza della Commissione negli Stati membri e sul sito Europa, potranno inoltre essere utilizzati nelle future campagne europee di lotta contro la discriminazione.
Si tratta di un'iniziativa perfettamente in linea con la decisione della Commissione europea di proclamare il 2007 "Anno europeo delle pari opportunità per tutti" e con la volontà
dell'istituzione di lottare contro la discriminazione e di far valere questo principio nell'ambito di tutte le sue strategie interne ed esterne.
Il sito web www.eurogiovane.eu fornisce ulteriori informazioni e consente l'accesso al sito del concorso.
Il concorso fa seguito ad una prima edizione del 2006 dedicata ai diritti dei minori. "Metti in campo i tuoi diritti!" era stato il concetto unificatore che aveva spinto ben 2 237 squadre di tutta l'Unione a presentare poster sul tema dei diritti dei minori. I migliori lavori, disponibili sul sito http://ec.europa.eu/commission_barroso/frattini/children/children_2006_en.htm#national, potrebbero del resto essere utilizzati anche per future campagne europee.

Scuola e immigrazione, De Torre: alla Camera dibattito di grande rilievo
Dichiarazione del sottosegretario alla Pubblica Istruzione, Letizia De Torre
(Roma, 4 luglio 2007) Mi pare di grande importanza il dibattito avvenuto alla Camera sulla riorganizzazione della scuola italiana alla luce non solo della presenza di alunni di origine immigrata, ma anche perchè tutti oggi viviamo in una dimensione mondiale.
Il fatto che tutti i gruppi parlamentari abbiano espresso pareri concordi su molti punti, questo sì lo ritengo una vera vittoria, un'indicazione di consapevolezza politica data insieme dal Parlamento alla scuola italiana.
Non è quindi andato sotto né il Governo, né la maggioranza. In realtà tutte le mozioni hanno offerto spunti di riflessione e di analisi importanti per il lavoro del Ministero della Pubblica Istruzione.
In particolare esce rafforzato l'impegno già in atto di accogliere gli studenti di recente immigrazione con efficaci misure di accompagnamento linguistico, l'attenzione alle radici culturali di ciascuno e il dialogo tra le culture, la composizione di classi equilibrate nella composizione, la formazione dei dirigenti e dei docenti, il colloquio costante con le famiglie.
L'aspetto più rilevante, infine, è l'impegno approvato, e da tutti indicato, di assegnare risorse adeguate nella manovra Finanziaria.

A scuola con la raccomandazione
L'opinione di Don Antonio Mazzi
Mi meraviglia e quasi mi disturba leggere che sono gli studenti rumeni, ucraini e cinesi, a lamentarsi della scuola italiana perché poco meritocratica, poco severa, priva di valori e non i nostri cicciobelli debosciati e disimpegnati. Per i giovanotti italiani l'uguaglianza e la disuguaglianza si misurano attraverso altri criteri: lo zio onorevole, i soldi di papà, le raccomandazioni del sindaco.
In molti immigrati, invece, cresce la consapevolezza che una scuola più impegnativa possa ridurre in modo efficace le disuguaglianze sociali di partenza. Le ricerche evidenziano alcuni disagi da parte di noi paesi accoglienti, dovuti all'incapacità nostra di coniugare integrazione, competitività, conoscenze e competenze.
Alla fine di quest'anno scolastico nel quale sono esplosi problemi fin ora tenuti ipocritamente nascosti e ben protetti, questa accusa, registrata in un seminario internazionale dalla Fondazione Agnelli, ci frastorna come un pugno da ko. Spero che il Ministro e le direzioni regionali leggano con attenzione frasi come: "Gli insegnanti non si fanno rispettare…". "Sono più indietro nelle materie scientifiche rispetto ad altri paesi europei ed asiatici…". "La scuola italiana è un posto dove non si combina molto perché i figli non imparano o imparano male…". "La qualità dei docenti è molto scarsa…".
Purtroppo siamo abituati a collocare gli immigrati in un rango basso e non sappiamo cogliere le qualità della loro istruzione, il capitale umano che rappresentano, la voglia aggressiva di riscatto. Le seconde generazioni degli stranieri non si accontentano più di fare badanti, pizzaioli o manutentori di autostrade. Rispetto al loro futuro hanno idee molto chiare e non a caso sognano di diventare magistrati, medici, matematici, ingegneri.
In compenso sono i nostri ragazzi a farsi buttar fuori dalla scuola, a contestare per i troppi compiti delle vacanze, a perdere punti ogni giorno rispetto al senso del dovere e agli impegni etici e professionali. Mi viene in mente una frase un po' donchisciottesca, bruttina ma forse veritiera: "Viva la classe degli asini!".

Rassegna di teatri delle scuole. Intercultura in scena
Al Teatro del Buratto si leva il sipario: bambini e ragazzi interpreti della convivenza tra le culture del Mondo
Il palcoscenico come luogo privilegiato per elaborare i conflitti, valorizzare le esperienze, impersonare punti di vista differenti, rendere protagonisti tutti gli allievi, anche quelli con problemi di lingua e di inserimento.
La rassegna "Intercultura in scena", promossa da Fratelli dell'Uomo, all'interno del progetto "Crescere Diritti" (condiviso con ArciRagazzi, Celim, Coe, Cosv, ManiTese, Terre di Mezzo Editore/Cart'armata e finanziato dal Comune di Milano), muove da questi presupposti per condurre una riflessione attiva e coinvolgente sulle questioni derivanti l’incontro tra culture diverse.
Giovedì 7 giugno, a Milano, presso il Teatro del Buratto, via Mosè Bianchi, 94 presso il Pime, a partire dalle ore 9.30, si svolgerà la rassegna degli spettacoli realizzati dalle scuole che hanno aderito al progetto.
Sulla scena si alterneranno per tutto il giorno le pièce degli alunni delle scuole materne, elementari, medie e superiori, che avranno modo di esprimere i risultati di un percorso di crescita e l'acquisizione di una nuova consapevolezza. La visione degli spettacoli sarà guidata dalla figura di un griot, un narratore africano che introdurrà il pubblico nelle tematiche trattate.
La partecipazione è gratuita ed è aperta a scuole, insegnanti, cittadini e curiosi di tutte le età.

Terra Madre... il debutto
Finalmente ieri sera è andato in scena lo spettacolo "Terra... Madre".
Bello ed emozionante. Io lavoro con Anna Rita Luongo dal 2004, ovvero da tre spettacoli: "Tutte le cose sono acqua", "Angeli carezze d'aria" ed ora "Terra... Madre". Il mio non è un giudizio di parte, anche il pubblico sembrava (anzi lo era) particolarmente soddisfatto.
I testi sono frutto di una seria ricerca sulla storia dell'emigrazione italiana del secolo scorso, uno studio che Anna Rita Luongo è riscita a portare in scena con uno spettacolo che si segue tutto di un fiato, che ci trasporta indietro nel tempo e ci fa capire quali sofferenze e quali speranze hanno albergato nelle menti e nei cuori dei nostri nonni o bisnonni. Non bisognerebbe mai dimenticare che loro alle strade alle mondo hanno affidato la loro vita e quella delle proprie donne, pronte anche loro a partire per le strade del mondo per "fare fortuna".
Brava Anna Rita sei riuscita pienamente nel tuo intento! E Brava anche Santa Borriello, coreografa e ballerina, che insieme a Vincenzo La Cola, sottolinea queste storie con la danza... danza nella quale in alcuni casi sono coinvolti anche gli attori: Rocco Ditella, Chiara Di Ianni, Francesco Castiglione, Ermanno Manzetti, Sarah Mataloni e la stessa Anna Rita Luongo, che non contenta di fare l'autrice e la regista è anche attrice.
http://www.terrazzidiada.it
http://terrazzidiada.spaces.live.com

Accoglienza degli alunni stranieri, al via un progetto pratese
Un'intesa per far partire le iniziative - Per la Regione firma l'assessore Salvadori
Accoglienza, diritti, confronto fra culture: questi i contenuti dell'intesa firmata lunedì 23 aprile, a Prato, nella sede della Provincia, in Palazzo Banci Buonamici, da Regione, Provincia di Prato, Comuni, Uffici scolastici regionale e provinciale, scuole - pubbliche e paritarie - del territorio.
L'intesa, punto di partenza per il progetto per l'accoglienza degli alunni stranieri e l'educazione interculturale è stata illustrata nel corso di una conferenza stampa. Parteciperanno l'assessore regionale alle politiche sociali Gianni Salvadori, il presidente della Provincia di Prato Massimo Logli, il sindaco di Prato Marco Romagnoli, i sindaci di tutti i comuni della Provincia, il responsabile dell'Ufficio scolastico regionale Cesare Angotti e dell'Ufficio scolastico provinciale Davide Biccari.

L’interculturalità come conquista e costruzione sociale impegna la ricerca educativa su più fronti
In libreria Interculturalità e processi formativi, a cura di Teresa Grange Sergi e Antonella Nuzzaci
Il progressivo passaggio dalla multiculturalità come dato all’interculturalità come progetto impegna la ricerca educativa – su più fronti e da diverse angolazioni epistemiche – verso una pedagogia interculturale capace di fornire, in un quadro di complessità, adeguati riferimenti per il pensiero e per le opere. Il presente volume nasce da una riflessione sulle relazioni fra l’interculturalità come conquista e costruzione sociale e civile e i processi formativi che sottendono la realizzazione di modelli di soocietà partecipativi, solidali e trasformativi. La prima parte delinea i tratti di una prospettiva interculturale come bisogno personale e sociale, come connotazione di contesto e come istanza educativa e comunicativa. La seconda parte propone scenari, processi e prospettive per la promozione della comunità interculturale attraverso la formazione e l’educazione.
Teresa Grange Sergi è Professore di Pedagogia sperimentale presso l’Università della Valle d’Aosta dove è Preside della Facoltà di Scienze della Formazione e Direttore della Scuola di Specializzazione per la Formazione degli Insegnanti di Scuola Secondaria (SISS). Tra le sue pubblicazioni più recenti: Nascere a inizio millennio. Processi educativi e prospettive pedagogiche (Lecce, 2005); con M. Onorati, La sfida della comunicazione all’educazione. Prospettive di Media Education (Milano, 2006).
Antonella Nuzzaci è Professore associato di Pedagogia sperimentale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università della Valle D’Aosta ed è Direttore del Master in Pedagogia interculturale e dimensione europea dell’educazione per la sede aostana. Tra le sue pubblicazioni segnaliamo Profili di competenza e trasformazioni sociali. Insegnare e apprendere e Musei, pubblici e didattiche. La didattica mussale tra sperimentalismo, modelli teorici e proposte operative.

CONFERENZA STAMPA
Presentazione del Terzo Rapporto - Osservatorio Romano sulle Migrazioni a cura della Caritas diocesana di Roma
in collaborazione con la Camera di Commercio, la Provincia ed il Comune di Roma
mercoledì 18 aprile 2007, ore 12.00, Camera di Commercio di Roma - Sala del Consiglio, Via de' Burrò, 147
Interverranno: mons. Guerino Di Tora, direttore della Caritas di Roma, Lorenzo Tagliavanti, vicepresidente della Camera di Commercio di Roma, Claudio Cecchini, assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Roma, Raffaela Milano, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma, Franco Pittau, coordinatore dell'Osservatorio Romano sulle Migrazioni.
Il Terzo Rapporto dell'Osservatorio Romano sulle Migrazioni è un volume di oltre 400 pagine, con 37 capitoli ricchi di tabelle ed appendici statistiche. Una ricerca che unisce l'attenzione alle esigenze economico-produttive a quelle socio-culturali dell'immigrazione nell'area romana.
Uno strumento di lavoro che si rivolge a un pubblico molto
vasto: professionisti e operatori impegnati nel settore sociale e nel mondo imprenditoriale, funzionari delle strutture pubbliche, studiosi, amministratori e politici ma anche semplici cittadini desiderosi di cogliere il senso delle migrazioni nello specifico dell'area romana.
Per informazioni: Alberto Colaiacomo - Ufficio Stampa Caritas di Roma tel. 06.69886417 cell. 335.1817131

Li chiedono 58 professori per i bambini appena arrivati
Lanciato un appello anche a non concentrare troppi immigrati nella stessa scuola
Chiedono regole per distribuire in maniera più equilibrata gli stranieri nelle scuole del quartiere. Classi con un numero inferiore di alunni negli istituti a forte processo migratorio. Maggiori risorse e più docenti che lavorino sui progetti di integrazione. Soprattutto, corsi di italiano obbligatori per i neoarrivati e il riconoscimento delle lezioni di italiano come seconda lingua anche nella valutazione di fine anno. I docenti che nelle scuole seguono esclusivamente gli studenti extracomunitari stilano il loro decalogo per una scuola «interculturale». Un appello che il provveditore raccoglie: «Le osservazioni presentate sono condivisibili - spiega Antonio Zenga - ma devono essere accompagnate da un sostegno finanziario e da maggior risorse umane. Mi farò portavoce delle richieste delle scuole verso il ministero». E sulla questione della distribuzione degli stranieri - punto spinoso su cui le scuole hanno iniziato a muoversi in autonomia - aggiunge: «È un problema sentito in molti istituti della città. Stiamo riflettendo sull´ipotesi di invitare le scuole a dividersi in maniera più equa gli alunni non italiani, ma è una questione delicata perché tocca la libertà di scelta delle famiglie».
Le osservazioni e le proposte dei professori sono raccolte in un documento dell´ufficio scolastico provinciale, sintesi di un incontro che si è tenuto un paio di mesi fa a Milano. Invitati al dibattito i 94 docenti distaccati sui progetti di integrazione. A tutti è stato distribuito un questionario, hanno risposto in 58. «Abbiamo deciso di fare un´indagine fra le scuole per capire il tipo di attività che vengono svolte - spiega Rosi Spadaro, responsabile dell´area stranieri in provveditorato - per individuare la direzione in cui muoversi in futuro. Abbiamo raccolto i suggerimenti degli insegnanti che ogni giorno lavorano sul campo perché sono l´osservatorio migliore».
Fra le considerazioni dei professori c´è la «necessità di maggiori risorse e competenze per realizzare una scuola interculturale» in un territorio «interessato da un forte flusso migratorio». Ma anche la richiesta di «regole per la distribuzione degli alunni stranieri su tutte le scuole» perché la concentrazione di troppi extracomunitari in quegli istituti che hanno una lunga tradizione di accoglienza rischia di «compromettere la qualità degli interventi di integrazione», oltre a generare preoccupazione nelle famiglie italiane che, talvolta, mandano i proprio figli in istituti più lontani da casa ma con una percentuale inferiore di stranieri. Un fenomeno questo che inizia a preoccupare molti dirigenti scolastici perché una scuola con solo extracomunitari «non aiuta neanche gli stranieri». Fra le richieste degli insegnanti c´è anche «la legittimazione dell´apprendimento dell´italiano e il riconoscimento di crediti per la lingua d´origine come lingua straniera». Infine viene chiesto di «fare pressione sul Comune» per avere mediatori culturali gratis che vadano a tamponare i buchi lasciati dai tagli del governo degli ultimi anni. «Nella mia scuola - precisa Francesco Cappelli, dirigente della Casa del Sole - ho il 50 per cento di stranieri con un solo facilitatore. Fino a 5 anni fa, con una percentuale che non superava il 20 ne avevo 5. Inoltre, ogni anno accogliamo più di 100 alunni in corso d´anno di cui un terzo alle elementari e due terzi alle medie, arrivati in Italia con i ricongiungimenti familiari. Al problema della lingua si aggiunge, soprattutto alle medie, l´inserimento in una realtà completamente nuova anche dal punto di vista affettivo».
30 marzo 2007 - La Repubblica
Teresa Monestiroli

I sessantottini? Genitori orrendi, in quelli di oggi c'è più responsabilità»
«In classe ho ragazzi di mezzo mondo.

Genova, la maestra Celeste Barone tra la «erre» di Wei Li e l'odio del piccolo libanese. Ricordi di un'insegnante in prima lineaLa maestra Celeste non è mai riuscita ad accettare la «erre» mancante di Wei Li. Si è sempre sentita responsabile, per quel bambino che dopo cinque anni parlava ancora come i cinesi dei cartoni animati. «Alle Elementari hai sempre paura che un tuo fallimento segni in maniera indelebile un essere umano. Quando escono da qui, non li rivedi più, e ti chiedi che ne è stato di loro. Noi siamo le fondamenta della casa, quelli che cominciano qualcosa che altri finiranno». Un giorno ancora lontano, quando finirà di insegnare, Celeste Barone scenderà negli archivi della De Scalzi-Polacco, la scuola dove lavora da ormai 15 anni, e si leggerà i registri di quando i bambini «ariani» entravano dall'ingresso principale e quelli ebrei da una porticina sul retro, invisibili agli altri, contabilità separate, le loro vite documentate solo dagli appositi «registri della razza ebraica». Ne farà un libro, forse.
Anche la maestra Celeste è stata una bambina discriminata. È nata ad Asmara, figlia di un soldato che a guerra finita decise di restare in Eritrea per fare il fotografo. Quando la famiglia Barone tornò a Genova, lei e suo fratello erano chiamati «gli africani» dai compagni di classe. Non è un caso, dice, che entrambi siano finiti ad insegnare in istituti che hanno il quaranta per cento di alunni extracomunitari, lei alle Elementari, lui alla media Don Milani, la scuola ai bordi dei carrugi del centro storico che nel 1998 divenne un simbolo dell'Italia multietnica, quando si scoprì che tra i suoi banchi nove ragazzi su dieci erano stranieri. Fu allora che cominciò a funzionare una rete di accoglienza che anche oggi si occupa di distribuire in modo omogeneo gli allievi extracomunitari nelle varie scuole, per evitare la creazione di ghetti. Un osservatorio «indirizza» le iscrizioni alle primarie, mentre il Cras, Centro risorse alunni stranieri, da quasi dieci anni si occupa di formare gli insegnanti e distribuisce libri nelle diverse lingue d'origine. «Basta? Non credo. I programmi ministeriali si ispirano sempre alla poetica della maestrina con la penna rossa, che è sicuramente un modo di intendere il mestiere, ma da solo non è più sufficiente. Siamo diventati leggermente più tecnologici, solo questo». Il sistema scricchiola dalle fondamenta, anche in una città-pilota come Genova. I mediatori culturali, che sono pagati dal Comune, sono stati dimezzati negli ultimi anni, e la loro presenza si riduce ormai a qualche ora settimanale. A settembre il ministro Fioroni ha spedito 40 mila euro per le scuole della città, e solo in minima parte quei soldi sono stati utilizzati per accoglienza e inclusione dei bambini stranieri.
Alla fine si torna sempre a loro, alle maestre e alla buona volontà, una sorta di volontariato non obbligatorio ma necessario. «Il problema — dice Celeste Barone — è altrove, nell'università che non funziona. A chi vuole diventare maestro o professore si insegna di tutto senza fargli imparare un granché. Le ex Magistrali non formano, e parecchi dei giovani insegnanti mancano di passione e preparazione. Ogni tanto mi capita di andare all'estero per convegni, e vedo che i colleghi hanno competenze, capacità e conoscenze didattiche che le nostre scuole di formazione si sognano». L'integrazione, e molto altro ancora, comincia alle Elementari, l'unico ambiente protetto della scuola italiana, sottoposto a cambiamenti continui, ma in fondo sempre uguale a se stesso. Celeste ha una classe con sette etnie diverse, un caleidoscopio dove si concentrano i problemi che oggi una maestra si trova davanti. C'è il bimbo albanese con madre ancora ragazza che non riesce ad imparare una parola d'italiano. A settembre il piccolo libanese le ha detto che in estate suo cugino era morto su una mina israeliana, glielo avevano raccontato i nonni, e quindi aveva deciso che da grande avrebbe «odiato» i nemici. «Non è facile, spiegare ad un essere umano di sette anni sottoposto all'influenza dei grandi che l'odio non è un lavoro, non è niente».
Durante l'anno arriva sempre il momento in cui il medico scolastico impone la tubercolinica, e tocca spiegarlo ai genitori dei cinesi. «Penso che se qualcuno mi filmasse e mi spedisse su YouTube, spopolerei. Metto su una faccia da "bacillo di Koch", simulo atroci sofferenze, e solo allora la madre, preoccupata per la mia salute, mi prende la mano per farmi capire che va tutto bene. Un gesto di pietà». Anche a guardarla dal giardino delle Elementari, la famiglia non se la passa bene. «I bambini sanno essere crudeli, ma non conoscono ancora il razzismo. Le loro famiglie invece sì. Gli stranieri vogliono fortemente integrarsi, per condividere gli stessi giochi degli italiani, scambiarsi le figurine dei Gormiti. Ma quando un alunno ecuadoriano o marocchino sparisce da scuola, e purtroppo capita spesso, i genitori degli altri tirano un sospiro di sollievo, qualcuno dice che così il rischio dei pidocchi diminuisce e non si rende conto che sta pronunciando un'enormità. È un razzismo inconsapevole e strisciante. I figli accettano il diverso in modo incondizionato, mentre i genitori lo fanno solo per motivi di facciata, di rispettabilità». Non è passato molto tempo da quando Celeste si trovò appeso alla porta della classe l'invito alla festa di un alunno italiano, scritto dalla sua mamma. «Piccolo dettaglio, era nominale. Una lista di nomi, non tutti. Tu sì, tu no. E gli esclusi, ovviamente, erano stranieri». Non è una peculiarità italiana. Ecuadoriani e peruviani si odiano per ragioni storiche, ma in classe giocano insieme. Le loro madri invece non si parlano, e questo silenzio inevitabilmente sgocciola sui figli. «Dopo qualche mese, è facile che un bimbo ti dica che "quando sono grande a quello non gli faccio più amico"».
La speranza è nelle nuove generazioni, non di figli, ma di madri e padri. «Da qualche anno qualcosa sta cambiando. I sessantottini sono stati mediamente dei genitori orrendi. Disastri familiari, un caos affettivo inenarrabile, i bimbi gestiti come pacchi postali, impicci viventi da incastrare nell'agenda giornaliera, e sempre la pretesa che la colpa del disagio dei figli fosse di altri, del coniuge separato, della società ingiusta, mai loro. Nei nuovi genitori, invece, vedo una maggiore e più serena accettazione delle proprie responsabilità, dell'essere famiglia». Celeste ci si è trovata, questo mestiere non lo ha scelto. Ma alla domanda sul perché lo fa da oltre trent'anni, spunta fuori la maestra dalla penna rossa che è in lei, mischiata a qualcosa di molto personale. «Suonerà un po' retorico, ma l'unica risposta è questa: sono una signora di mezza età che non ha mai avuto figli. L'illusione di lasciare su ognuno di questi bambini una ditata, un'impronta positiva, è comunque un modo per guadagnarmi l'eternità». Pochi giorni fa, Celeste era sull'autobus. Ad una fermata, dai due ingressi della vettura è entrato un gruppo di ragazzi. Li ha guardati, mentre facevano casino, insultandosi da un capo all'altro della vettura. Uno di loro le sembrava di averlo già visto. Non si è fatta avanti, perché le maestre sono così, hanno paura di disturbare, hanno la percezione del tempo che passa. La maestra ha stretto gli occhi, per scrutare meglio i lineamenti di uno spilungone cinese. Era Wei Li, senza dubbio. Negli anni, aveva imparato tante cose, non tutte necessarie. Urlava, in mezzo agli altri passeggeri. Diceva «stronzo», «porca troia». Ma la «erre», quella, era perfetta.
Marco Imarisio
06 aprile 2007

SVIZZERA: CLASSE TURBOLENTA ESAURISCE 6 DOCENTI IN 2 ANNI
Poco più due anni e sei insegnanti di Zurigo si sono arresi, sfiniti da una classe indisciplinata di 22 allievi, oggi tra i 12 e i 13 anni. Molti i ragazzi stranieri. La vicenda ha riacceso in Svizzera il dibattito
sull'integrazione degli stranieri.
La classe di Friesenberg, un tranquillo quartiere di Zurigo, ha cominciato a
far parlare di sé quando gli alunni erano in quarta. Un insegnante vicino alla pensione, per controllare gli allievi, arrivò a tirar loro i capelli. L'anno successivo, la classe è stata quindi affidata ad un'insegnante esperta, con
una collega di sostegno. Ma la seconda ha ceduto rapidamente le armi dopo una crisi di nervi e la prima, rimasta sola, non ha resistito. La "moria" di docenti è continuata. Il caso della classe indisciplinata ha assunto rilievo nazionale. È intervenuto il ministro di giustizia e polizia, Cristoph Blocher, del partito di destra populista Udc. Per Blocher si tratta di una conseguenza della politica d'immigrazione praticata negli ultimi anni. Secondo il ministro, agli scolari vanno date chiare regole da rispettare. In caso contrario vanno puniti, anche con l'espulsione dalla scuola. Tra le misure anche l'allontanamento dalla Svizzera, se si tratta di stranieri. Un provvedimento che potrebbe essere allargato anche alla famiglia
avvenire

IL FATTO
L'appello di un gruppo di insegnanti al ministero: gli alunni extracomunitari ammessi tutto l'anno, servirebbero limiti al numero e al periodo degli ingressi
Scuola e stranieri. Sono il 5% ma «concentrati» L’integrazione resta difficile

Da Milano Enrico Lenzi
«L'integrazione scolastica degli alunni di cittadinanza straniera rischia di fallire». È un vero grido d'allarme quello lanciato dai docenti di Diesse, una delle principali organizzazioni professionali degli insegnanti, vicina alla Compagnia delle Opere. Un allarme, ma anche un appello affinché si intervenga per evitare che si prosegua «all'insegna dell'emergenza e della capacità di arrangiarsi di docenti e alunni». Significativo che l'appello parta proprio dalla sezione della Lombardia, regione dove si concentra un quinto dell'intera popolazione studentesca di cittadinanza non italiana: centomila sul mezzo milione di iscritti.
Due gli aspetti che preoccupano Diesse. Il primo riguarda «l'inserimento di questi studenti in qualsiasi momento dell'anno scolastico, benché privi di una conoscenza adeguata della lingua italiana». E il secondo evidenzia la «concentrazione degli alunni stranieri in alcune scuole, con la conseguente fuga degli iscritti italiani in altri istituti». Insomma, il moltiplicarsi di «scuole-ghetto». L'ultima denuncia in ordine di tempo arriva dalla Sicilia, dove in una elementare di Vittoria, nel Ragusano, i genitori italiani hanno preferito trasferire i loro figli in un altro istituto perché nella terza classe la maggioranza è composta da extracomunitari. Ma questo accade anche in altri centri e in alcune grandi città (Milano, Torino e Roma in testa) dove l'immigrazione è forte. «Da parte nostra - spiega Mariella Ferrante, presidente di Diesse Lombardia - intendiamo farci carico del disagio e proporre soluzioni perché a tutti venga garantito il diritto all'istruzione».
«Onestamente non credo che esista la volontà di creare scuole-ghetto - commenta Giorgio Rembado, presidente nazionale dell'Associazione nazionale presidi (Anp) -. La concentrazione in certe zone periferiche o in alcuni comuni appare legata alla casualità del maggior o minor insediamento di cittadini stranieri con figli in età scolare». Una casualità, che, però, «se non gov ernata - aggiunge Gina Scarito dell'associazione presidi Disal e fino allo scorso anno preside di una media milanese che sfiora il 40% di alunni stranieri - rischia di provocare disorientamento nei genitori italiani, ma soprattutto mette a rischio l'obiettivo dell'integrazione scolastica di questi ragazzi». Insomma, ancora una volta l'eccessiva concentrazione appare come il problema prioritario.
«Ma non è l'unico - precisa la professoressa Scarito -. Anche l'inserimento indiscriminato nel corso dell'anno è un fattore negativo per una reale integrazione». Un problema messo in rilievo con forza dall'appello lanciato da Diesse Lombardia: «Sarebbe meglio stabilire una data, rispettosa del lavoro già svolto nelle classi con gli altri studenti, oltre la quale non sia più possibile iscriversi e frequentare la scuola», si legge nel documento, che chiede nel contempo «l'attivazione sul territorio di corsi intensivi di prima alfabetizzazione per una proficua frequenza dell'anno scolastico successivo alla data da cui non è più possibile iscriversi all'anno scolastico».
La professoressa Scarito ha provato sul campo il problema. «Nella scuola che ho diretto fino allo scorso anno - racconta - c'era il 38% di studenti stranieri, di 24 nazionalità diverse. Poteva capitare di avere in classe studenti cinesi, ecuadoregni, filippini e peruviani. Magari qualcuno arrivato in classe senza sapere una parola di italiano». Il vero problema nasce proprio qui. La gran parte dei bambini stranieri sono nati nel nostro Paese e apprendono la lingua frequentando gli altri bambini e la materna. «Nelle nostre scuole - spiega Anna Maria Dominici, direttore scolastico regionale della Lombardia - abbiamo un 15/20% di studenti non italiani che entrano nelle scuole ad anno scolastico iniziato, arrivando direttamente dai loro Paesi d'origine». Si può dunque capire «quale fatica si deve compiere per aiutare questi ragazzi, in particolare disponendo di un solo docente "facilitatore"», chiosa Gina Scarit o.
«In questi anni le scuole che hanno avuto maggiori concentrazioni di studenti non italiani hanno elaborato strategie d'intervento che spesso possono essere un modello per altri istituti, alle prese con lo stesso fenomeno», sottolinea Rembado dell'Anp, non nascondendosi «le difficoltà che sorgono quando il corpo docente non è stabile in queste scuole. Mantenere le équipe educative rodate sarebbe auspicabile, anche se oggi appare irrealistico nei fatti, stante l'attuale normativa». Com'è impossibile evitare eccessive concentrazioni. «Pur non ritenendo negativo che vi siano scuole con maggiore esperienza sul campo - risponde Rembado -, non esiste una normativa che metta un tetto alle iscrizioni degli alunni stranieri».
Un passaggio che non dispiacerebbe ai presidi della Disal. «Una miglior distribuzione sarebbe positiva in primo luogo per i ragazzi stessi - commenta Gina Scaroni - e aiuterebbe la scuola a fare piena integrazione». E l'inserimento di «norme per un'equa distribuzione degli studenti stranieri» rientra fra i punti sottolineati dall'appello di Diesse rivolto al ministro della Pubblica Istruzione e ai dirigenti scolastici regionali. Domande che richiedono risposte in tempi brevi, visto che ogni anno entrano nel nostro sistema scolastico mediamente 50/60mila bambini non italiani

Per la realizzazione di una scuola italiana a italiana a Bruxelles si è mossa, in queste settimane, tutta l'Italia che conta. Dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, al Vicepresidente della Commissione europea, Franco Frattini, al Presidente di Confindustria (la più potente lobby italiana, se non l'unica) Luca Cordero di Montezemolo. Franco Frattini ha dichiarato: "Oggi le possibilità di successo per la realizzazione di una scuola italiana a Bruxelles sono alte". A lanciare la proposta era stato Gennaro Maria Amoruso, Presidente dell'Associazione Internazionale Calabresi nel Mondo, che ora ci spiega le motivazioni e a che punto è l'iniziativa.
Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 58 - Anno XIV, 23 marzo 2007
Per scuola italiana a Bruxelles "istituzioni pubbliche e private in sinergia"
Bruxelles - Per la realizzazione di una scuola italiana a Bruxelles si è mossa, in queste settimane, tutta l'Italia che conta . Dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, al Vicepresidente della Commissione europea, Franco Frattini, al Presidente di Confindustria (la più potente lobby italiana, se non l'unica) Luca Cordero di Montezemolo.
Il Vicepresidente della Commissione europea, Franco Frattini ha dichiarato: "Oggi le possibilità di successo per la realizzazione di una scuola italiana a Bruxelles sono alte", "ho parlato con il Presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo e ho trovato il suo sostegno convinto per trasformare questo progetto in un'iniziativa del sistema italiano a Bruxelles. E poi non dimentichiamo che abbiamo già ricevuto il sostegno di Giorgio Napolitano. Inoltre sto discutendo con l'Università LUISS di Roma per vagliare i possibili interventi".
E gli ingredienti per una tale iniziativa sono davvero perfetti. Da una parte -sul versante strettamente culturale- la Dante Alighieri che oramai da tempo calca il piede sull'acceleratore per dire al mondo intero che l'italiano è una delle lingue più studiate al mondo e che lo studio è in continuo aumento anche in Paesi dove francamente viene difficile immaginare che ci possa essere l'interesse per la lingua italiana. Dall'altra parte -sul versante econmico- c'è una Confindustria che con la guida di Luca Cordero di Montezemolo ha preso di netto una posizione in favore della lingua e della cultura italiana come traino per il Made in Italy nel mondo. Dall'altra parte ancora -sul versante politico istituzionale- c'è un Quirinale che porta avanti l'eredità di Carlo Azeglio Ciampi di difesa del concetto di Patria e di italianità, mentre Palazzo Chigi programma tutte le sue azioni di politica estera in difesa di una "autonomia" italiana che inevitabilmente non si può esplicitare solo nelle azioni di politica estera.
Chi ha lanciato la proposta è stato Gennaro Maria Amoruso, Presidente dell'Associazione Internazionale Calabresi nel Mondo con "una petizione al Vice Ministro Onorevole Danieli" lo scorso ottobre, il quale ora dichiara "apprendiamo con piacere che la questione interessa anche i grandi media. Questa settimana della vicenda se ne occupa anche il magazine italiano 'Panorama' che nel numero del 15 marzo 2007 tratta l'argomento. Oggi le possibilità di successo per la realizzazione di una scuola di italiano a Bruxelles sono alte".
Presidente Amoruso, come è nata questa proposta?
La proposta della nostra Associazione si allinea a quella che è l'istanza di tanti calabresi ed italiani che vivono in Belgio di avere una scuola di Italiano libera ed accessibile a tutti. Si tratta di predisporre nel breve dei corsi di lingua italiana per i bambini rientranti nell'età dell'obbligo ovvero dai sei anni in poi. Nel medio termine questa scuola dovrebbe coordinarsi e rapportarsi con l'IC presente e divenire un vero e proprio polo della lingua, delle tradizioni e della cultura italiana. Come Associazione Internazionale Calabresi nel Mondo negli scorsi mesi e soprattutto a ridosso dell'inizio delle scuole siamo stati sollecitati da diverse e-mail di soci e di amici che ci segnalavano detto problema, quello dell'impossibilità di far frequentare ai propri figli una scuola Italiana in Belgio. Per queste persone, che sono per la maggior parte liberi professionisti, l'avventura inizia con la richiesta presso la Scuola Europea, tale scuola è riservata ai soli figli di italiani che lavorano presso le istituzioni comunitarie. A Mol c'è un'altra scuola internazionale che nel prossimo anno scolastico (2007/2008) chiuderà definitivamente la sua sezione italiana ed infine a Mons c'è una scuola dove sono ammessi solamente i figli di militari.
Perchè una scuola italiana in Belgio e quale utenza pensate possa servire?
Gli italiani residenti in Belgio sono circa trentamila, a questa importante presenza dobbiamo aggiungere i nuovi emigrati. Sono, infatti, numerosi i professionisti (avvocati, commercialisti, ingegneri e consulenti in genere) che si spostano dal nostro paese in terra belga. Queste persone si trovano a vivere in prima persona il "dramma" emigratorio, l'approdo non è dei più facili anche se le condizioni di vita sono nettamente migliori degli emigranti dello scorso secolo. Il vero problema della mancanza della scuola italiana è quello dell'impossibilità di consentire a questi professionisti il ricongiungimento familiare, tutelato tra le altre cose dalle norme comunitarie. Si tratta dunque di una richiesta e di una battaglia di civiltà ispirata a tutelare il diritto primario di chi è costretto ad emigrare per lavoro di vivere questa situazione difficile insieme alla famiglia. Molti sono comunque costretti a trasferire le proprie famiglie e ad inviare i propri figli in una scuola fiamminga. Siamo convinti che sia necessaria una integrazione anche a carattere linguistico, ma chiediamo che si aiutino le famiglie e soprattutto i minori.
C'è stata, mi pare una mobilitazione sia da parte della Presidenza della Repubblica che da parte degli organismi UE.
Non credo si tratti di una mobilitazione vera e propria, ma di una presa in carico del problema da parte delle massime istituzioni italiane. Quello che ci piace di questa vicenda è il metodo. Il nostro paese e le sue istituzioni pubbliche e private si sono mosse in sinergia e fuori da ogni logica di schieramento. Si è pensato di cercare di realizzare desideri ed aspirazioni dei calabresi e degli italiani che vivono all'estero. Credo che questa modalità di agire in maniera bipartisan e sinergica per risolvere i problemi del nostro paese e dei suoi cittadini, che in questo caso vivono all'estero, debba essere una costante e non una eccezione.
Non ci sono forse altri Paesi dove sarebbe necessaria attenzione per nuove scuole e soprattutto per evitare la chiusura delle poche che ci sono?
La situazione delle scuole di italiano in giro per il mondo è abbastanza variegata. Le nostre istituzioni debbono vigilare affinché si realizzino le attività didattiche a supporto delle nostre comunità. Quello della lingua è un patrimonio importante e fondamentale e non solo si devono risolvere tutte quelle situazioni critiche presenti ma si deve sviluppare una politica di sviluppo della presenza delle scuole italiane nel mondo.
Questa vostra richiesta mi pare si possa inserire nel quadro di queste settimane di ansia diffusa di riorganizzazione dell'intero sistema dell'italianità all'estero. A questo proposito lei cosa pensa.
La condizione degli italiani nel mondo si è andata sviluppando negli ultimi decenni con una velocità impressionante. Si verificano diverse situazioni con riferimento alle varie aree geografiche. Un nota comune riguarda tutte le comunità, se da una parte notiamo una forte istanza di un ricambio generazionale nei soggetti associativi, che hanno fatto da "collante necessario" tra le nostre comunità e la madre patria, dall'altra la conseguente elezione dei parlamentari italiani nella circoscrizione estero ha portato "dentro" le istituzioni tutte le ansie e i problemi delle nostre comunità. Molti soggetti si sono finalmente accorti che in giro per il mondo vivono decine di milioni di nostri oriundi; le nuove generazioni e la presenza nelle istituzioni hanno generato una forte voglia di novità e di riorganizzazione di tutto il sistema. A nostro avviso serve un punto di incontro e di equilibrio tra l'esigenza di ricambio e rinnovamento e la decennale esperienza di soggetti che hanno fatto la storia del sistema emigrazione. I giovani dall'Italia debbono assurgere a protagonisti di qualità e non di quantità per attivare un dialogo vivo e fecondo con le nuove generazioni che vivono all'estero.

Donne in musica:
Scambio di Tradizioni musicali.
Le voci delle donne: Italia, Nigeria, Sri Lanka
Roma, 15 febbraio 2007 - ore 20:45
Teatro Quirino

Incontro-dibattito:
Spazi comuni. Reinventare la città
Roma, 15 febbraio 2007 - ore 17:00
Lungotevere de' Cenci 5

Presentazione del libro:
America Latina, tra civiltà e barbarie
Roma, 15 febbraio 2007 - ore 18:00
Ist. Italo-latinoamericano, P.za Cairoli 3

Mostra concerto:
Strumenti dall'America Latina
Roma, fino al 16 febbraio 2007
Teatro Regina Pacis , via Bravetta 267

Presentazione del libro:
Europa di confine. Trasformazioni
della cittadinanza nell’Unione allargata
Roma, 17 Febbraio 2007 - ore 10.00
Facoltà di Giurisprudenza- aula 9
Via Ostiense 159

Concerto:
Music and Magic and Juliet.
Orchestra nazionale del Belgio
Roma, 17 febbraio 2007 ore 20.00
Auditorium Via della Conciliazione

Incontro:
Media e cittadini immigrati. Parole e pregiudizi
Forlì, 17 febbraio 2007 - ore 9:30
Piazza G.B. Morgagni, 9

Teatro:
Italiani cìncali!
Roma, 18 febbraio 2007 - ore 18:00
Teatro Palladium, P.za Romano 8

Corsi di formazione:
Corso di gestione ed assistenza domestica
per donne straniere
Roma, dal 20 febbraio 2007
Via Firenze 38

Incontro interreligioso:
L’esperienza d’incontro islamo-cristiano
del monastero di Mar Musa (Siria)
Roma, 21 febbraio 2007 - ore 19:00
via Ostiense 152b

Seminario:
Migrazione e lavoro: il ruolo dei sindacati in Italia
Toino, 22 febbraio 2007 - ore 17:00
Palazzo L. Venturi, Via Verdi 25

Incontro pubblico:
America Latina, continente in movimento
Padova 24 febbraio 2007 ore 9.00

Seminario:
Finanza e Sviluppo
Roma, 24-25 febbraio 2007 - ore 9:00
Via dei Salesiani, 13 Cinecittà
Prenotazioni entro il 19 febbraio 2007

Dialog Festival II Edizione:
Opere in rassegna per una città multiculturale
Ostia (RM), 20 - 25 febbraio 2007

Serata di cultura asiatica:
Iran: relazioni e immagini
Milano, 27 febbraio 2007 - ore 21:15
Teatro Verga, Via Giovanni Verga 5

Conferenza:
Islam in Europa: sviluppi recenti e trasformazioni
Roma, 28 febbraio 2007 - ore 17:00
PISAI, V.le di Trastevere 89

Anno delle Pari Opportunità:
Diritti, culture, migrazioni nella nuova Europa
Formigine (MO), 28 febbraio 2007 - ore 20:00
P.za della Repubblica 5

Corso di aggiornamento docenti:
La componente relazionale nell'insegnamento linguistico
Milano, 3 - 4 marzo 2007
Il Centro” , Via Brera 11

Percorso formativo:
Donna e migrazioni
Bergamo, a partire dall' 8 marzo 2007
Via Pizzo della Presolana, 15

Fiera dell'intercultura:
Aza Mataotra. Integrazione, Intercultura,
Comunità Straniere
Modena, 9-11 marzo 2007 - ore 9:00-19:00
Quartiere fieristico

Incontri Europa:
Settimana Europea
Louvain La Neuve (B), 19-23 Marzo 2007
Domande entro il 1. marzo

Concorso letterario:
Giovani scrittrici & scrittrici esordienti sul tema Conflitti
Invio dei lavori entro l'8 marzo 2007

Formazione:
Lo specchio e la maschera. Training di iniziazione
all'approccio interculturale
Gargnano (BS), 23-25 marzo 2007
Iscrizioni entro il 17 marzo 2007

Turismo responsabile:
Etiopia. Il Nord: la rotta storica e i monti del Semiem
Viaggi dal 8 al 19 marzo, dal 25 aprile al 6 maggio 2007

Corsi di aggiornamento:
Proposta per lo sviluppo di tematiche
relative alla didattica della lingua italiana
Roma, 27-29 marzo 2007 - ore 16:00-19:00
Ed. La Scuola, Via Crescenzio 23

Concorso per le scuole:
Programma Think Quest
Presentazione delle domande entro il 16 aprile 2007

Call for papers, borse di studio e stage:
Altreitalie. Proposte di studi sull'emigrazione italiana
Scadenza per l'invio delle domande e dei lavori: 20 aprile 2007

Concorso:
Premio Marenostrum
Invio delle opere entro il 1 luglio 2007

Council of Europe. International Dialogue
http://www.coe.int/t/dg4/intercultural/default_EN.asp?
Si tratta del nuovo sito web del Consiglio d'Europa per la promozione del dialogo interculturale nel nostro continente e tra l'Europa e le regioni confinanti. Offre informazioni sul concetto di dialogo interculturale ....

Consiglio dell'Istruzione Pubblica uruguayana: sopprimere l'obbligatorietà dell'italiano nelle scuole medie superiori
A seguito della proposta avanzata dal Consiglio dell'Istruzione Pubblica uruguayana di sopprimere l'obbligatorietà dell'italiano nelle scuole medie superiori, la Comunita' Radiotelevisiva Italofona si unisce all'appello del sen. Franco Danieli, vice ministro agli Affari Esteri con delega italiani nel mondo, esprimendo viva preoccupazione per una decisione che priverebbe gli uruguayani di un fondamentale strumento di formazione e non nascondendo stupore ed amarezza per una decisione che, qualora approvata in via definitiva, sarebbe in evidente contrasto con il fatto che il 40% della popolazione di quel paese è di origine italiana e con la storica tradizione plurilingue di quel paese.

Istituzione della terza università per stranieri in Italia
E’ dell’ultima ora la notizia della istituzione della terza università per stranieri in Italia, denominata  «Dante Alighieri», non statale e legalmente riconosciuta,  con sede a Reggio Calabria. Si tratta dell’istituto superiore ad ordinamento  speciale, promosso dal Consorzio per l'Università per stranieri «Dante Alighieri» di Reggio Calabria ed eroga i seguenti corsi validi e riconosciuti:  

- corsi di lingua e cultura italiana per stranieri e corsi per docenti di lingua italiana a stranieri;

- corso di laurea in operatori pluridisciplinari ed interculturali d'area mediterranea;

- corso di laurea magistrale in programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali d'area mediterranea.

Le altre due sono l'università per stranieri di Perugia e di Siena.

Forum per l'Intercultura: 15 anni di incontri
La Caritas diocesana di Roma ha ricordato oggi i quindici anni del Forum per l'Intercultura con il convegno "15 anni di incontri". Durante la manifestazione è stata presentata la prima indagine sull'intercultura svolta tra i docenti delle scuole romane.
La scuola è l'agenzia fondamentale per favorire il processo di integrazione degli immigrati in Italia. Questo è il primo dato che emerge dall'indagine svolta tra i docenti delle scuole romane e i mediatori interculturali, presentata in occasione del convegno "15 anni di incontri".
Dall'indagine emerge come Roma sia sempre più una città multiculturale, in cui il 67% degli insegnanti ha contatti con cittadini provenienti da altri paesi (amici, colleghi, commercianti). È insoddisfacente il giudizio che il corpo docente dà dei servizi per l'integrazione: solo il 45% pensa che le politiche ed i fondi economici per attuarle siano sufficienti mentre oltre il 20% pensa decisamente che l'importanza dell'intercultura sia sottovalutata e poco avvertita.
Soddisfacente è, invece, il quadro del sistema scolastico della Capitale tracciato dagli insegnanti: in tre quarti degli istituti è presente un referente per l'intercultura (in 86% delle scuole primarie e in 79% delle superiori); in particolare, in circa la metà delle scuole sono state recepite le circolari sull'intercultura e anche applicate con cura, mentre nel 46% degli istituti, per attuare percorsi formativi interculturali vengono utilizzati i fondi dell'autonomia scolastica, purtroppo sempre più esigui.
Questo in sintesi il quadro della prima indagine svolta dal Forum per l'intercultura tra i docenti delle scuole romane, presentato oggi nel convegno che la Caritas di Roma ha organizzato in collaborazione con l'Assessore alle Politiche sociali della Provincia di Roma, e che ha visto la partecipazione del Sottosegretario all'Istruzione On. Letizia De Torre e di rappresentanti del Comune di Roma e della Regione Lazio.
"In una società con cittadini di diverse culture la mediazione culturale è un raccordo necessario. Seppure nel rispetto delle norme fondamentali della società, siamo chiamati tutti a valorizzare le differenze e ad evitare gli scontri culturali, societari e religiosi. In questi 15 anni di attività, il Forum per l'intercultura ha considerato gli immigrati una componente strutturale della nostra città e ha operato insieme a loro per favorire il superamento di pregiudizi e stereotipi, favorendo l'incontro, la conoscenza e il dialogo": questo è stato il commento di mons. Guerino Di Tora, direttore della Caritas romana, che ha introdotto i lavori dei convegnisti.
Il Forum per l'Intercultura è stato promosso dalla Caritas di Roma nel 1991 per affiancare alle tradizionali opere di accoglienza e di assistenza verso gli immigrati un'azione culturale volta a favorire l'inserimento dei "nuovi cittadini" nella società romana con percorsi di formazione e conoscenza che hanno coinvolto innanzitutto il mondo della scuola, ma anche gli agenti di polizia ed i vigili urbani, i sacerdoti e le religiose, i circoli culturali, i sindacati, i giornalisti ed il mondo del volontariato.
Dall'indagine svolta risulta molto positivo il giudizio dato sull'operato del Forum, al quale hanno aderito molte associazioni, di italiani e di immigrati, ed che attualmente opera con oltre sessanta mediatori culturali, organizzando annualmente percorsi di formazione e molteplici altre iniziative tra centinaia di docenti e migliaia studenti, per cui il bilancio complessivo di 15 anni è straordinariamente consistente.
L'attività svolta costituisce allo stesso tempo un impegno per il futuro. Il direttore della Caritas, mons. Guerino Di Tora, ha illustrato insieme ai mediatori del Forum le linee di lavoro da seguire: "La scuola rimarrà il settore a cui dedicare la maggiore attenzione per preparare le nuove generazioni alla convivenza nella società di domani, senza trascurare programmi che sviluppino la mediazione culturale in tutti gli ambiti della società, dal settore pubblico, al territorio e alle stesse parrocchie"

Borse di studio per imparare lingue straniere
Intercultura e Fondazione Varrone a braccetto per promuovere scambi informativi e istruttivi all’estero
di ALESSANDRA PASQUALOTTO
(13 settembre 20006) INTERCULTURA e Fondazione Varrone ancora insieme per promuovere scambi formativi ed istruttivi all’estero. Una iniziativa destinata agli studenti meritevoli che potranno, grazie al nuovo bando di concorso relativo all’anno scolastico corrente, usufruire di otto borse di studio per volare e soprattutto studiare all’estero in collaborazione con Intercultura, la prima organizzazione italiana di scambi culturali. Una opportunità concreta di crescere a contatto con culture diverse come in questi anni già Intercultura aveva fatto favorendo scambi tra giovani studenti sia reatini che stranieri. Una occasione per ampliare il proprio raggio di osservazione, per approfondire culture e tradizioni spesso anche molto distanti dalla nostra. Le borse di studio presentate ieri a Palazzo Potenziani dal presidente della Fondazione Varrone Innocenzo de Santis - consentiranno un soggiorno di 10 mesi negli Stati Uniti in una famiglia selezionata e la frequenza di una scuola superiore pubblica con un finanziamento di 95 mila euro. «Il vero problema sono i genitori - ha detto de Sanctis - che devono avere il coraggio di far volare i propri figli, spronandoli a partire, a vivere un’esperienza che potrebbe cambiare in modo positivo la loro vita, e soprattutto il loro futuro. Sono convinto – ha proseguito de Sanctis – che, chi avrà dimostrato di avere capacità di superare una prova così coinvolgente, al ritorno, avrà anche gli strumenti necessari per potersi affermare nel mondo del lavoro. Questi ragazzi tornano infatti con più grinta, con più energie propositive e soprattutto con un’altra mentalità, più aperta, più innovativa, più dinamica. Ci affidiamo alla professionalità di Intercultura per la gestione dei ragazzi all’estero, che comunque seguiamo anche noi, con contatti frequenti. L’unico criterio che seguiamo nelle selezione è quello delle capacità scolastiche e capacità caratteriali di affrontare un percorso formativo nuovo. Con il progetto Intercultura, abbiamo purtroppo verificato l’arretratezza del metodo scolastico italiano nell’insegnamento della lingua straniera. Molti studenti pur avendo conseguito ottimi voti nella lingua inglese, non sono riusciti poi a superare il test di lingua. La Fondazione ha quindi provveduto a organizzare per i candidati, corsi speciali di inglese».

VERRA’ tradotta in otto lingue, la Costituzione italiana e «verrà distribuita in tutte le scuole, nelle ...
... associazioni e nelle città - annuncia l’assessore capitolino alla Scuola, Maria Coscia - per moltiplicare le opportunità di apprendimento della nostra lingua e dei nostri valori». Le lingue in cui la nostra carta dei Diritti verrà tradotta sono francese, inglese, spagnolo, rumeno, polacco, arabo, cinese e albanese e rappresenta una novità assoluta nell’intero Paese. Non è l’unica però, che riguarda i circa 380 mila studenti romani di ogni ordine e grado, che da oggi siederanno sui banchi di scuola. Saranno 35 mila i bambini che frequenteranno le 302 scuola comunali dell'infanzia, 3.700 in più dal 2001. «In tutta Roma poi - ha aggiunto l'assessore - gli studenti stranieri sono circa 26 mila mentre sono 2.029 i ragazzi nomadi iscritti in tutte le scuole, circa 200 in più rispetto allo scorso anno». L'assessore Coscia ha ricordato poi che il Campidoglio, oltre a gestire la scuola comunale dell'infanzia fornisce i servizi di mensa, trasporti, buoni per i libri e materiale didattico: «Si tratta - ha ribadito - di servizi sempre più efficienti e di qualità le cui tariffe sono ferme a cinque anni fa e sono le più basse d'Italia». Sono 411 le linee di trasporto scolastico, 15 nuove di cui 8 per diversamente abili, per un totale di 14.800 bambini trasportati. Per tutti i bambini diversamente abili non autonomi, sia della scuola dell'infanzia comunale che nelle statali materne, elementari e medie, il Comune fornisce anche gli assistenti educativi culturali che quest'anno sono 1.250. I bambini che usufruiscono del servizio di ristorazione sono invece 160 mila,10mila in più rispetto allo scorso anno. Il costo per l'amministrazione delle mense è di circa 101 milioni di euro, 57,8 milioni gestiti in appalto, 43,4 gestiti direttamente dalle scuole.

La formazione linguistica in Italia
Primi risultati dell'indagine sull'offerta e approfondimenti sulla didattica e le tecnologie della comunicazione. Cresce peso pubblico e terzo settore

L’offerta formativa linguistica è molto articolata. L’indagine ha censito più di 1.000 strutture: oltre alle scuole di lingua private (21,3%), emerge il ruolo del sistema di formazione professionale (44,9%) che propone insieme a moduli all’interno di altri percorsi formativi, anche veri e propri corsi di lingua, e del sistema di istruzione, soprattutto dei centri territoriali permanenti per la formazione degli adulti (10,5%). Cresce il ruolo del terzo settore e delle infrastrutture culturali, che complessivamente sono il 15,3% dei soggetti che realizzano formazione linguistica.
Cosa offrono. Il 50% delle strutture propone corsi di lingua, il 22% realizza solo moduli linguistici e il restante 28% attiva sia moduli che corsi. In relazione ai soli corsi di lingue, il 72% delle strutture ha proposto corsi collettivi, il 27,7% a singoli individui e il 26,5% a personale aziendale e della Pubblica Amministrazione.
Gli utenti dei corsi. Ben il 40,3% del totale dei corsisti, ovvero 110mila utenti, risulta aver frequentato corsi con l’intento di spendere sul mercato del lavoro le competenze linguistiche acquisite. Il 33,4% di essi ha frequentato corsi organizzati dal datore di lavoro (aziende e Pa), mentre le scelte personali si sono orientate in misura maggiore, rispetto alla media dei corsisti, verso un’offerta personalizzata: il 24,7% di coloro che hanno frequentato corsi con fini professionali ha optato per corsi individuali, mentre i corsi collettivi hanno riguardato il restante 41,9%.
Quale lingua si studia. E’ l’inglese ad assorbire la quota più alta di utenti (56,3%) più o meno in tutti i livelli di insegnamento (elementare, intermedio, avanzato), sia a scopo professionale che generico. Lo stesso avviene anche tra i fruitori dei corsi di italiano L2 (18,2%), generalmente immigrati che vogliono integrarsi nel nostro mercato del lavoro, e anche delle altre lingue (25,5%), che nel caso degli insegnamenti linguistici meno diffusi, come cinese, russo e giapponese, fanno emergere una domanda quasi esclusivamente professionalizzante. Quanto ai destinatari si osserva una concentrazione di utenza di livello impiegatizio (69,7%), seguita da tecnici, dei quadri e dei funzionari (43,1%), dirigenti e vertici (34,7%).
Le finalità dei corsi. Il 43,6% delle strutture intervistate propone corsi finalizzati all’alfabetizzazione linguistica; seguono l’insegnamento a livello intermedio di una lingua straniera o dell’italiano L2 (29%), l’acquisizione di competenze linguistiche di tipo specialistico-tecnico-professionale di base (15,5% delle strutture) o intermedie-avanzate (11,9%).
Poca tuttavia la voglia o la possibilità di sperimentare nuove iniziative e prodotti per l’insegnamento. Il 79,1% ha dichiarato infatti di aver proposto un’offerta standard. Tra i soggetti che hanno segnalato iniziative di particolare rilevanza, troviamo il 27,9% delle scuole private intervistate ed il 24,9% delle strutture d’istruzione pubblica.
Le abilità su cui le iniziative innovative si focalizzano sono prima di tutto la capacità di parlare in lingua (79,9%), seguite dallo scrivere (34,5%) e ascoltare, o la comprensione in lingua (31,1%). Le metodologie con cui vengono perseguiti obiettivi e abilità, vanno dalla conversazione in lingua in presenza tra allievi e docenti (87,6%), alle lezioni frontali (55%) e alle simulazioni di situazioni di vita reali (51,5%), che rappresentano le modalità più ricorrenti, cui si affiancano elaborazioni scritte in lingua (40,8%), attività ludiche in lingua (32%), formazione a distanza (18,9%) e attività laboratoriali varie (5,9%).
Le lingue nei percorsi di formazione professionale. Per quanto riguarda i moduli linguistici inseriti in percorsi formativi, nel 34,8% dei casi, la struttura erogatrice li inserisce in tutta la sua proposta formativa; il 50,6% li attivano o meno in base alla figura professionale da formare, mentre solo il 12,1% lo considera un adempimento su richiesta dell’ente pubblico che finanzia il corso. Il 66,7% degli intervistati ritiene opportuno che la formazione linguistica vada contemplata in tutti i percorsi formativi, a condizione che le ore dedicate alla formazione linguistica siano adeguate a garantire il raggiungimento di determinati livelli di competenza.
Questi sono alcuni dei dati di un’indagine realizzata nell’ambito del progetto Let it Fly (finanziato dal Fondo Sociale Europeo - Programma Operativo Nazionale Obiettivo 3 - "Azioni di sistema" a titolarità del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direzione Generale per le Politiche per l'Orientamento e la Formazione, e affidato al Raggruppamento Temporaneo d'Impresa costituito da Sinform, Fondazione Censis, Enaip Emilia Romagna, Consorzio Editoriale Fridericiana, Grandi Numeri) che verranno presentati oggi a Roma presso la sede del Censis, in piazza di Novella 2, alle 09:30. Le analisi sull’offerta di formazione linguistica da parte della popolazione sono state realizzate dal Censis e da Grandi Numeri.

Scuola e immigrazione, venerdì alle 12 conferenza stampa Fioroni
(Roma, 1 settembre 2006) Venerdì 1 settembre alle ore 12.00 nella sede del Ministero, Viale Trastevere, 76/a, il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, illustrerà alla stampa i dati e le linee di lavoro per l’integrazione degli alunni stranieri presenti nella scuola italiana.
All’incontro prenderanno parte il viceministro, Mariangela Bastico, il sottosegretario per la Pubblica Istruzione, Letizia De Torre e il sottosegretario del Ministero della Solidarietà Sociale, Cristina De Luca.
Saranno circa 500 mila gli alunni con cittadinanza non italiana che nei prossimi giorni siederanno tra i banchi. Una presenza contenuta che ci vede "ultimo Paese europeo per percentuale" ha sottolineato il ministro Giuseppe Fioroni presentando i dati e le indicazioni per favorire la piena integrazione e spiegando che "solo grazie alla conoscenza reciproca saremo in grado di far cadere le barriere della diffidenza e della paura".
"Le nazionalità rappresentate – ha aggiunto il ministro– sono 191 e i ragazzi provenienti da Paesi arabi, non sempre musulmani, sono meno di un terzo della popolazione scolastica non italiana". Letizia De Torre, sottosegretario con delega all’immigrazione, ha poi sottolineato che "per realizzare un’integrazione completa dobbiamo dialogare con tutti i soggetti che a vario titolo se ne occupano: ministeri, regioni, province, comuni e soprattutto creare una rete di sistema con le autonomie scolastiche".

INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO E MEDIA
Si terrà a Pechino nell'ambito della "Settimane della lingua italiana nel mondo" (24 – 26 OTTOBRE 2006) Promosso dal Ministero dell'Istruzione Università per Stranieri di Perugia e Ministero degli Affari Esteri.
Il convegno che si terrà a Pechino dal 24 al 26 ottobre 2006 durante la “Settimana della lingua italiana nel mondo” rappresenterà un’occasione per l’approfondimento delle conoscenze sull’insegnamento dell’italiano in Cina e dell’impiego dei media nella formazione linguistica anche per intensificare i rapporti tra le istituzioni cinesi e quelle italiane.
All’interno delle giornate di convegno verranno presentati materiali audio-visivi e multimediali sul tema specifico della “Settimana della lingua italiana nel mondo 2006” ovvero sul cibo e sulle tradizioni nella cultura italiana.
Le attività si svolgeranno presso l’Istituto Italiano di Cultura e la Communication University of China.
I lavori del convegno, oltre alle relazioni tenute da studiosi ed esperti italiani e cinesi, prevederanno momenti che avranno lo scopo di approfondire le conoscenze sullo stato dell’insegnamento dell’italiano in Cina,e dell’impiego della multimedialita’ in situazioni formative. Essi saranno occasioni per pensare a successive iniziative di ricerca, di aggiornamento e di formazione degli insegnanti d’italiano e dell’uso di laboratori multimediali.
I temi trattati saranno:
L’apprendimento e l’insegnamento della lingua italiana
L’uso dei media nella didattica della lingua e della cultura italiana.
I promotori:
Direzione Generale per i Sistemi Informativi del Miur, Università per Stranieri di Perugia, Ambasciata Italiana a Pechino, Istituto Italiano di Cultura di Pechino, Comunication University of Pechino, Rai Educational , Federazione Italdidattica.

14/09/2006 Quinto workshop Fondazione Censis – Piazza di Novella, 2 - Roma ore 09,30 / 13,30
LA FORMAZIONE LINGUISTICA IN ITALIA
Primi risultati dell’indagine sull’offerta e approfondimenti sulla didattica e le tecnologie della comunicazione
Moderatore:
Giuseppe Roma – Fondazione Censis
Interventi:
Marianna D’Angelo – Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale
Claudia Donati – Fondazione Censis
Franca Bosc – Facoltà di Lingue e Letterature Moderne – Università Torino
Nunzia Latini – ANILS ; CIRPS – La Sapienza - Roma
Sono previsti interventi di rappresentanti degli Enti Locali del Lazio, degli Enti di Formazione Professionale, Scuole e Associazioni
info http://www.letitfly.it/news/default.asp?idnews=95

Immigrazione è globalizzazione
Presentazione Dossier Statistico 2005:
Teatro Orione in Via Tortona 7 Roma
27 ottobre 2005 ore 10:30
Caritas e Fondazione Migrantes, nel centenario della morte del Beato Giovan Battista Scalabrini presenta “Immigrazione è globalizzazione”.
I flussi migratori sempre più protagonisti di una globalizzazione “dal basso” che incentiva la formazione di società aperte alla convivenza multiculturale nei paesi di accoglienza e il varo di meccanismi di scambio più equi a livello internazionale.
Sul tema “Chiesa e immigrazione” è previsto l’intervento di S.E. Mons. Francesco Montenegro, Presidente di Caritas Italiana e, inoltre, alla nuova geografia delle religioni nel mondo è dedicato uno dei capitoli del Dossier, con dati aggiornati e riflessioni sulle concrete prospettive di convivenza pacifica.
Papa Benedetto XVI – anche di recente durante la Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia – ha dichiarato che le religioni, a partire dalla comune idea della sacralità di ogni vita, non devono dividere ma devono aiutare a superare eventuali contrapposizioni culturali e a neutralizzare la forza dirompente delle ideologie.
Non meno forte è l’impatto delle migrazioni sul piano politico-sociale, come si sta constando nell’Unione Europea, una delle aree più significative del fenomeno con i suoi 24 milioni di immigrati stranieri ai quali si aggiungono quelli che ormai sono diventati cittadini di uno stato membro, al ritmo di più di mezzo milione l’anno.
Relatore sugli aspetti politici sarà l’on. Franco Frattini, Vice Presidente della Commissione Europea e Commissario competente per l’immigrazione, al quale è dovuto il lancio del citato “Libro Verde”.
Interverranno anche i direttori dei tre organismi promotori: mons. Vittorio Nozza di Caritas Italiana, mons. Luigi Petris della Fondazione Migrantes e mons. Guerino Di Tora della Caritas diocesana di Roma.

IN DIFESA DELL’ITALIANO
Sei lingue guida nelle istituzioni Ue

«Almeno "6 lingue guida" nelle Istituzioni comunitarie, nello spirito e nel rispetto del 9-10% della popolazione europea. Maggiore spazio a Italiano, Spagnolo e Polacco oltre a Inglese, Francese e Tedesco. La Commissione e le Istituzioni comunitarie non possono continuare con un regime di fatto preferenziale di 3 lingue perché: primo, come ha confermato il Commissario Figel stesso questa sera, non esiste alcuna regola ma tutte le lingue sono allo stesso tempo lingue di lavoro; secondo, perché il non dare maggiore spazio a lingue come l'Italiano, diffusissime in tutta Europa e nel mondo intero, significa non guardare in faccia alla realtá». Queste le dichiarazioni da Strasburgo dell'Europarlamentare di FI Alfredo Antoniozzi dopo il dibattito che si è svolto martedì in aula con il Commissario alla cultura Figel in seguito alla decisione della Conferenza dei Capi Gruppo del Parlamento di riservare prioritá assoluta all'interrogazione presentata dall’europarlamentare Alfredo Antoniozzi. Ma l’europarlamentare ha anche aggiunto: «Non consento che la Commissione assuma un comportamento contraddittorio ed incoerente su un tema quale quello della cultura e della tutela delle lingue. La Commissione ha prima annunciato di avere allo studio la riformulazione del regime linguistico e poi dichiara attraverso il Commissario Figel, per di piú per conto del Presidente Barroso, di non avere intenzione di modificare il sistema attuale, un sistema senza regole scritto e, quindi allo sbando che non esprime certezza giuridica ai cittadini europei. In un momento delicato come questo in Europa, i cittadini Italiani ed europei hanno bisogno di riposte meno burocratiche e, soprattutto, che le Istituzioni europee mantengano le proprie promesse». Il Commissario Figel ha confermato alla Società Dante Alighieri che il regime linguistico dipende da «ragioni operative, preferenze e conoscenze linguistiche all'interno dei servizi della Commissione» ragioni che comprendo ma che non tutelano gli interessi e la promozione delle lingue in Europa. La risposta di Figel sa troppo di burocrazia. Le lingue sono cultura, la loro tutela e promozione non puó essere relegata a «mere esigenze di servizio» come egli ha dichiarato in aula nella sua dichiarazione espressa, come da me richiesto nell'interrogazione, anche a nome del Presidente Barroso. «Il Commissario Figel é, inoltre, in palese contraddizione: nella precedente risposta, a me inviata due mesi fa - spiega Alessandro Masi, segretario Generale della Società Dante Alighieri - aveva dichiarato che "i servizi della commissione stavano studiando le varie opzioni possibili al fine di instaurare un regime linguistico equilibrato e compatibile con le disponibilità di risorse" ed oggi ha dichiarato, anche a nome di Barroso, che la Commissione non intende dare spazio al altre lingue, richiamando ancora una volta l' "effetto Allargamento," come se l'allargamento fosse solo effetto negativo e, soprattutto, una giustificazione per tutto quello che non va in Europa! Quanto al Rapporto Eurydice e al quadro pessimo che esso fa dello studio della lingua Italiana in Europa (studiata solo a Malta secondo Mister Eurydice....) ho riconfermato al Commissario che gli attuali programmi come il Socrates non bastano proprio perché le lingue da tutelare sono passate da 11 a ben 20, bisognerá incrementare queste iniziative e proporre qualcosa di nuovo. Intendo continuare a portare avanti la mia proposta di avviare lo studio di fattibilitá di un regime linguistico a 6 "lingue guida" comprese l'Italiano»

Il preside della Serena: «Il problema più difficile è la lingua. Inesistente lo stanziamento del ministero di 7 mila euro»
«Strage» di stranieri alle medie
Sono cinesi e africani la maggioranza degli alunni respinti

di Michela Santi
Sono stranieri la maggioranza degli studenti bocciati alla scuola media. Il dato emerge evidente ad una considerazione statistica dei risultati degli scrutini esposti ieri alla scuola media Serena. Nell’istituto, primo in città ad esporre i risultati, sei su dieci respinti sono stranieri, cinesi soprattutto ma anche nord e centro africani, e latino americani. Sono 23 su 37 alunni «non ammessi».
La percentuale comunque è compensata da un numero ben superiore di stranieri che sono riusciti a superare l’anno scolastico. A frequentare le medie Serena, che riuniscono anche Mantegna di Santa Maria sul Sile e Felissent di Sant’Antonino, sono infatti 120 studenti extracomunitari su un totale di 787 alunni.
«Sono quasi raddoppiati rispetto all’anno scorso - spiega il preside Francesco Tammaro - nel 2003-2004 erano 75. Quelli che sono stati fermati avranno la possibilità di recuperare. Molti sono arrivati quando l’anno era già iniziato e le difficoltà sono soprattutto nell’apprendimento della lingua. A fronte degli stranieri non ammessi, ce ne sono molti invece promossi».
Il maggior numero di bocciati stranieri si concentra in prima media, dove se ne contano 14, 10 dei quali sono immigrati. In seconda gli stranieri respinti sono 7, in terza media 6. «E’ necessario fare attenzione a come si interpreta la cosiddetta bocciatura - sottolinea Tammaro - per il consiglio di classe è un’opportunità di recupero. Ci sono alcuni studenti per i quali il recupero è disperato e quindi si sceglie la promozione per non creare ulteriori problemi. La valutazione degli studenti è sempre globale e prende in considerazione ciò che è meglio per ciascuno».
L’ostacolo maggiore che comporta la non ammissione alla classe successiva per uno straniero è la conoscenza della lingua. Su questo la scuola combatte contro la necessità di fare corsi di recupero e rinforzo, ma non è facile. «Abbiamo un fondo ministeriale ridicolo di 7 mila euro per lo scopo - spiega Tammaro - ora, con la riduzione degli organici e la mancanza di ore libere da parte degli insegnanti, ci troviamo davvero in difficoltà. Peccato perché la maggior parte degli alunni immigrati è disponibile a frequentare anche laboratori e corsi facoltativi pomeridiani. Per quelli arrivati a metà anno è impossibile prendere il passo della classe, sono loro soprattutto che vengono fatti ripetere. Alcuni addirittura sono analfabeti o con un bagaglio culturale piuttosto limitato. Con loro dobbiamo fare un lavoro più approfondito».
Due degli alunni immigrati bocciati non si sono quasi mai presentati a scuola. «In questi casi le famiglie richiedono che aiutino in casa o che diano un supporto lavorativo - conclude Tammaro - purtroppo ci siamo trovati di fronte ad un dato di fatto».

Il ministro dell'istruzione Moratti: "500 insegnanti in più per gli studenti stranieri"
Ogni la popolazione scolastica immigrata cresce di 50mila unità
ROMA - Cinquecento docenti in più per accogliere ed integrare gli studenti immigrati: l'aumento dell' organico è destinato soprattutto alle regioni del Nord dove più forte è stato l'aumento degli studenti stranieri.
Lo ha riferito ieri il ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, nel corso di un'audizione alla commissione istruzione del Senato.
Il ministro ha precisato che questi 500 docenti hanno l' obiettivo di portare a termine progetti già avviati nelle scuole per l'accoglienza e l'integrazione scolastica. Moratti ha poi annunciato che sono stati previsti fondi aggiuntivi per le aree depresse dove è numerosa la presenza di stranieri.
Nell'audizione il ministro Moratti ha ricordato che sono 330 mila gli alunni stranieri, provenienti da 191 paesi. Ogni anno il numero si incrementa di circa 50 mila unità, pari ad un'incidenza del 4% rispetto alla popolazione scolastica complessiva. La maggior parte degli alunni immigrati proviene da Albania, Marocco ed ex-Jugoslavia. Il 90,5% degli studenti immigrati frequenta strutture statali. Il 40% si trova nella scuola primaria. A livello regionale, l'incidenza più alta, il 7%, si ha in Emilia Romagna mentre a livello comunale primeggia Milano (10,2%). Al Nord-Ovest del paese, con il 5,7%, c'é la maggiore concentrazione di alunni stranieri; al Centro la percentuale è del 4,8%, al Sud dello 0,9%, nelle isole dello 0,7%.
Riferendo i risultati di un'altra indagine, il ministro ha sottolineato la differenza tra i tassi di promozione degli allievi stranieri e di quelli italiani: è pari a -3,36 nella scuola primaria, -7,06 nella secondaria di primo grado, -12,56 nella secondaria di secondo grado dove 1 alunno straniero su 4 non consegue la promozione.
Fra le regioni con il minor divario negli esiti tra studenti italiani e stranieri c'é il Friuli Venezia Giulia per la scuola primaria (1,13), l'Emilia Romagna per la secondaria di primo grado (4,94) e il Piemonte per la secondaria di secondo grado (9,92).
Moratti ha tenuto a sottolineare la politica del governo a sostegno di un approccio interculturale nell'educazione di tutti gli alunni e della promozione della diversità culturale attraverso i valori del rispetto e della tolleranza.
A suo avviso, l'Italia sta transitando in una prima fase del fenomeno, quella in cui la scuola si è trovata ad affrontare l'emergenza. Tuttavia, si sta delineando una "scuola delle cittadinanze, europea nell'ispirazione, capace di valorizzare le identità locali e di far dialogare la molteplicità delle culture entro una cornice di valori universali".
Il ministro ha anche detto che sono state incrementate le azioni formative per gli adulti immigrati e che è stato avviato un programma di corsi on line per formare docenti che avranno, a loro volta, il compito di formare insegnanti di lingua italiana come seconda lingua.
Complessivamente saranno formati 1.000 insegnanti. E' stato inoltre attivato uno specifico sito web per diffondere materiali e pratiche didattiche. A maggio prossimo si terrà un convegno nazionale dove saranno riportate le buone pratiche di integrazione degli alunni stranieri che nel frattempo si stanno raccogliendo in collaborazione con gli uffici scolastici regionali.

Un concorso sull’intercultura
Le novità che interessano il mondo della scuola non riguardano solo contenuti e metodi di insegnamento, ma anche il contesto in cui tutto ciò si realizza. Un contesto in cui culture diverse si incontrano e devono trovare gli strumenti per capirsi e dialogare.
Il tema dell’intercultura è ampiamente trattato negli aspetti che riguardano l’integrazione linguistico-culturale, ma poco si approfondisce l’universo di sentimenti e di legami che vivono e costruiscono ragazzi e adolescenti nell’incontro tra diverse sensibilità culturali. Un Seminario accompagna la preparazione al concorso: il giorno 4 novembre 2004 presso l'Università Cattolica di Milano saranno presenti rappresentanti dell'UNICEF, del COE, della FOM, del CSI e delle realtà promotrici dell'iniziativa.
Finalità
Creare, confrontandosi con la diversità, ulteriori momenti di riflessione, confronto e dialogo, capaci di arricchire vicendevolmente i ragazzi protagonisti
Contribuire con alcuni stimoli all’elaborazione di progetti per l’accoglienza e l’accompagnamento di giovani stranieri all’interno della scuola
Offrire un’ulteriore occasione di collaborazione tra le diverse realtà rivolte alla famiglia e al mondo dell'infanzia quali: dipartimenti e centri di ricerca universitari, riviste, associazioni cattoliche, associazioni genitori, enti e realtà impegnate da anni nel campo della tutela dei diritti, della mediazione, dell’integrazione e dell’educazione interculturale.
Tema
Lo straniero è un amico che ancora non conosco.
Ci piacerebbe conoscere le storie di amicizia nate con compagni che sono di Paesi lontani, hanno sensibilità, religione, usi, cibi, stili di vita magari diversi. Raccontateci attraverso una poesia o un breve racconto non solo come fate a capirvi, a dialogare, a convivere nel rispetto reciproco tra i banchi di scuola, ma soprattutto descriveteci l’amicizia che è nata tra voi, quella scintilla magica che è il modo più autentico per conoscere profondamente l’altro senza pregiudizi.
Ci piacerebbe anche programmare insieme alla vostra classe un viaggio nei Paesi stranieri da cui provengono i vostri compagni di scuola, lasciandovi affascinare da itinerari che ricerchino l’anima autentica di territori spesso sconosciuti.
Coinvolgete gli insegnanti di geografia, italiano e storia e chi pensate possa darvi una mano: l’importante è comunicare nei vostri lavori la voglia di conoscere davvero ciò che è lontano, per renderlo un po’ più vicino e un po’ più nostro!
Destinatari
Il concorso è gratuito e si rivolge agli studenti della scuola elementare e della media inferiore.
Caratteristiche degli elaborati
Lavori individuali:
I ragazzi sono invitati a scrivere una poesia (o un breve racconto) su una storia di amicizia e di incontro con una/un compagna/o straniera/o. La poesia (o il breve racconto) deve essere dattiloscritta e della lunghezza di una cartella (minimo 5, massimo 30 righe).
Lavori di classe:
I ragazzi dovranno immaginare un viaggio nei Paesi (o nel Paese) di provenienza dei compagni stranieri della classe (se presenti), o conosciuti in altri contesti, e realizzare una mini-guida (massimo 15 cartelle dattiloscritte) ricca di notizie utili al viaggiatore, utilizzando soprattutto i ricordi e le conoscenze dei ragazzi che in quel Pese sono nati e vissuti: durata del viaggio, itinerario e cartina geografica, mezzi di trasporto da utilizzare, tempi di percorrenza, alloggi, costi da sostenere, aspetti folcloristici, le frasi in lingua per "sopravvivere", notizie sanitarie, ecc….
Iscrizioni on line
http://www3.unicatt.it/pls/unicatt/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=11368

FLUSSI D'INGRESSO DEI LAVORATORI PER L'ANNO 2005
La Direzione Generale dell'Immigrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha emanato, il 25 gennaio 2005, due circolari che stabiliscono le disposizioni e le modalità con le quali i datori di lavoro che intendono assumere cittadini stranieri devono presentare le relative domande, nei limiti delle quote di ingresso stabilite. Sono infatti in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale i due Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri del 17 dicembre 2004 contenenti, rispettivamente, la programmazione dei flussi d'ingresso dei lavoratori cittadini dei nuovi Stati membri della UE per l'anno 2005 e la determinazione delle quote d'ingresso dei cittadini extracomunitari per motivi di lavoro, sempre per l'anno 2005. Il primo DPCM stabilisce che per l'anno 2005 è ammessa in Italia per motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale, una quota di 79.500 lavoratori cittadini dei nuovi Stati membri dell'Unione europea. Il secondo, nell'ambito della quota massima di 79.500 ingressi di cittadini extracomunitari, prevede, tra l'altro, che siano ammessi in Italia per motivi di lavoro i cittadini stranieri non comunitari residenti all'estero, entro una quota massima di 30.000 unità, di cui 15.000 unità sono riservate agli ingressi per motivi di lavoro domestico o di assistenza alla persona.
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/flussi_2005/index.html

I promotori: «Attenzione, non vogliamo imitare la Lega, il nostro vuole essere uno stimolo a non perdere la memoria»
«Annamo, famo»: il romanesco entra in classe
La Regione approva la legge per tutelare i dialetti del Lazio, che dal 2006 potranno essere studiati a scuola «Dàmose da fà, volèmose bene, semo romani...». Non l'ha detto mica Tomas Milian, alias er Monnezza. E tantomeno er Piotta. Disse così il Papa, Giovanni Paolo II, la mattina del 26 febbraio scorso, salutando in Vaticano i parroci romani. Parlò in romanesco, il pontefice, spiazzando tutti ancora una volta. «Un dialetto ti dice tante cose di un territorio, della sua gente - sospira il professor Ugo Vignuzzi, 56 anni, docente di Dialettologia italiana all'università La Sapienza - La lingua è espressione di radici». Da almeno 15 anni il professor Vignuzzi si batteva per la difesa del romanesco.
Ieri pomeriggio, finalmente, in via della Pisana, con 35 voti a favore, zero voti contrari e zero astenuti, il consiglio regionale ha approvato una proposta di legge per la tutela e la valorizzazione dei dialetti di Roma e del Lazio. Il romanesco, ma anche le infinite lingue della Ciociaria, della Sabina, del viterbese, dall'anno prossimo potranno essere studiate nelle scuole medie inferiori e superiori, previo accordo con i Provveditorati.
«Sono molto contento - commenta il capogruppo regionale dei Verdi, Angelo Bonelli, promotore della proposta di legge - Tutto cominciò un anno e mezzo fa, quando il professor Vignuzzi lanciò un appello denunciando il rischio della scomparsa dei dialetti. Così, ci mettemmo insieme al lavoro e adesso la legge è diventata realtà. Il voto unanime del consiglio regionale testimonia l'impegno di tutti, maggioranza e opposizione. Il presidente della commissione cultura, Claudio Bucci, di Forza Italia, è stato uno dei più sensibili, lo voglio ringraziare pubblicamente». È soddisfatto anche Giorgio Simeoni, assessore regionale alla Scuola, pure lui di Forza Italia: «Mantenere vive le tradizioni popolari - dice - è fondamentale per affrontare con spirito costruttivo un futuro che ci vede proiettati verso l'orizzonte europeo».
«Il romanesco è un patrimonio culturale enorme, se fosse estinto sarebbe come cancellare il Colosseo», sentenziò un mese fa il sindaco Walter Veltroni al convegno Le lingue der monno, organizzato in Campidoglio dal Centro Studi «Giuseppe Gioachino Belli».
«Il dialetto però è una lingua in progress , una lingua viva che si evolve e non sappiamo dove arriverà - aggiunge Marcello Teodonio, vicepresidente del Centro Studi «Belli» - Il romanesco oggi si trova anche nei figli degli immigrati, che hanno un diverso colore della pelle ma parlano come i loro coetanei». Piuttosto - sottolinea il professore - è stato un certo tipo di televisione e di cinema a utilizzare il romanesco in modo improprio, imponendo negli anni il personaggio greve del bullo, del coatto. La scommessa della nuova legge regionale - conclude Teodonio - sarà ora quella di tirar fuori la lingua originale dall'acqua bassa di questo romanesco povero, «da rigatoni con la pajata oppure da anvedi come balla Nando» e restituirla alla tradizione nobile dei film di Luigi Magni.
Attenzione, però, avverte Bonelli: «Noi non vogliamo imitare la Lega di Bossi e di Calderoli. Il romanesco a scuola non vuol dire rivendicare un'autonomia linguistica, non nasconde intenti di separatismo. È solo lo stimolo a non perdere la memoria. Il dialetto non verrà insegnato nelle aule al posto dell'italiano, ovviamente, ma studiato sui vecchi testi, sui classici. Sfogliare le pagine del Belli, di Pascarella e di Trilussa aiuterà i ragazzi a familiarizzare con la storia, a capire meglio la repubblica romana, il papato».
L'articolo 13 della legge prevede testualmente che la Regione Lazio finanzierà lo studio dei dialetti non solo a scuola, ma anche nelle università popolari e della terza età, nei centri anziani, in tutte le comunità di emigrati laziali in Italia e all'estero. «Finalmente un po' di soldi e un po' di spazi nuovi a disposizione degli studiosi», osserva acuto Antonello Venditti, il noto cantautore. «Ma non bisogna aver paura dello slang , delle parolacce, del romanesco delle radio e della vita quotidiana - ammonisce l'artista - Si tratta infatti di un antico complesso: noi romani pensiamo a priori di essere volgari. Non è vero, il nostro dialetto è amato in tutta Italia».
Ricordate Albertini? Il sindaco di Milano, spiritoso, a marzo, incontrando Veltroni lo salutò usando proprio le stesse parole del Papa: «Volemose bene».

Roma: venditore di "Terre di mezzo" accoltellato a Largo di Torre Argentina.
Il giornale denuncia l'aggressione razzista

"Terre di mezzo", il giornale di strada, denuncia la sanguinosa aggressione subita domenica 9 gennaio, nel pomeriggio, da C.K. venditore del giornale, in pieno centro a Roma. Una coltellata inferta dopo un diverbio a sfondo razzista, in cui C.K. ha avuto la sola colpa di far valere civilmente le sue ragioni.
"Un'aggressione che a nostro avviso ha caratteristiche di razzismo e intolleranza molto gravi -dice Carlo Giorgi, direttore di Terre di mezzo-, un episodio che ci aspettiamo sia stigmatizzato e condannato con forza anche dalle autorità cittadine. I nostri venditori lavorano da anni sulle strade di Roma, Milano, Genova, Trieste e di diverse altre città italiane. Il loro è un lavoro legale, previsto dalla legge sull'editoria (decr. leg. n.170, 24.4.2001) e chi lo sceglie spesso lo preferisce ad altre forme di ambulantato invece irregolari. Terre di mezzo è uno strumento concreto di lotta alla povertà e di maggiore integrazione per gli stranieri. Anche per questo è tanto più grave l'episodio capitato a C.K.
L'aggressione avviene domenica 9, alle ore 18 circa, davanti alla libreria Feltrinelli, a Largo di Torre Argentina, in pieno centro. Mentre C.K. sta vendendo libri e giornali assieme ad alcuni connazionali, un uomo dall¹età apparente di 30 anni, jeans e giubbotto, comincia ad apostrofare i venditori di strada: "Sporchi negri tornatevene a casa vostra" C.K reagisce dicendo: "Come ti permetti di dire così?". Il tizio gli si avvicina estrae un coltello a serramanico e lo affonda nella coscia sinistra di C.K. che cade a terra chiedendo aiuto. L'aggressore fugge, inseguito solo da altri venditori, i quali lo sentono chiamare da un motorino "dai vieni salta su". La Polizia, sopraggiunta su segnalazione dei passanti, accompagna C.K. all'ospedale S. Spirito. Il referto medico del 9.1 ore 18.36 recita: "ferita da taglio su coscia sinistra laterale; medicazione, sutura e prescrizione terapia antibiotica. 10gg di prognosi, medicazioni periodiche in ospedale". C.K ha sporto denuncia-querela al Commissariato RM1 Trevi-Campo Marzio in data 10.1 alle ore 16.20.
Si uniscono alla denuncia di "Terre di mezzo" ed esprimono solidarietà ai venditori del giornale: ass. Insieme nelle Terre di mezzo, Cooperativa Salvador Allende, Acli, Arci Roma, Caritas italiana, Casa dei diritti sociali, Centro Astalli, ass. Chiama l'Africa, CIR (Consiglio italiano per i rifugiati), Cipax (Centro interconfessionale per la pace), CSER (Centro studi Emigrazione Roma), Fondazione Don Luigi Di Liegro, ass. Giufà, Opera nomadi, Rivista del Volontariato, Sinnos Editrice, Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana) Lazio


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