I buchi neri
di
Edoardo
Camardella
Alfa
56.
Un’astronave
ad altissima tecnologia dell’anno di costruzione 2631 comandata da John
Distrubb, Edward Sin, e Wuan Cean riuscì, da lontano, a sparare proiettili. Non
tanto potenti purtroppo.
In
fondo a quei buchi neri, i numerosissimi esseri viventi forse erano in grado di
costruire astronavi più avanzate rispetto a quelle della terra.
Essi
sentirono deboli spari e guardarono chi c’era. Videro l’astronave che sparava.
Si misero in contatto con dei computer e fissarono un appuntamento per qualche
mese dopo per realizzare progetti.
Si ritrovarono con moltissime astronavi, per precisione
740.000.000.000.
Dopo una serie di trattati riuscirono nel febbraio del 2649
a unire i due pianeti.
In mezzo ai due pianeti c’era sempre il buco nero. Era la
porta che li metteva in collegamento, ma che non poteva rimanere aperta. Gli
esploratori dello spazio, con l’aiuto indispensabile della terra, riuscirono a
procurarsi una pietra filosofale e scientifica per chiudere il buco a piacere.
Così nacque un pianeta unico chiamato “Terpiyt”
l’insuperabile.