Pericolo nel cielo

di Giovanni Piras

 

L’incubo del responsabile della NASA che ho potuto vivere grazie ad una macchina speciale.

 

La NASA aveva appena scoperto che il cielo era azzurro perché una dimensione faceva uscire una strana luce che diventava azzurra lungo il viaggio verso la terra.           

Si decise di sparare un missile pieno di vernice per trovare l’entrata della dimensione.

Quando la trovarono ci spararono per sbaglio una navicella.

Dopo due anni di studio la NASA scoprì che c’era un oggetto non identificato che si stava avvicinando.

Però il figlio di Giovanni che rimase sul pianeta azzurro comandato da robot, scoprì che l’oggetto non identificato era la navicella che la NASA sparò nella dimensione due anni prima.

Il giorno dopo alle sei di mattina la navicella uscì dalla dimensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dalla navicella uscì un uomo vestito da astronauta. Tolto il casco vidi che era mio padre.

Lui mi chiese come stavo e io risposi che stavo bene. Lui poi mi chiese come mi ero salvato e dove fosse mia madre. Io risposi che grazie a lei ero riuscito a rifugiarmi in un buco nero, dove la terra era uguale all’originale.

Gli dissi anche che mia madre era morta.

Dopo un po’ la dimensione si chiuse e tutto diventò nero. Tutti caddero a terra con la faccia bianca.

Mio figlio morì di freddo. Poi io avevo sonno, molto sonno e chiusi gli occhi.

Dopo un po’ vidi che una spaccatura avanzava verso di me. Tutti i cadaveri caddero dentro la voragine che si apriva. Stavo per cadere  quando il mio cuore smise di battere… (continua).

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