GENESI
Cap. 1 1 In principio Dio creò il cielo e la terra. 2 Ora
la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo
spirito di Dio aleggiava sulle acque.
3 Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu.
4 Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce
dalle tenebre 5 e chiamò la luce giorno e le tenebre
notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno.
6 Dio disse: «Sia il firmamento in mezzo alle acque
per separare le acque dalle acque». 7 Dio fece il
firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento,
dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne.
8 Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu
mattina: secondo giorno.
9 Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si
raccolgano in un solo luogo e appaia l'asciutto». E così
avvenne. 10 Dio chiamò l'asciutto terra e la massa
delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona. 11 E Dio
disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e
alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme,
ciascuno secondo la sua specie». E così avvenne: 12 la
terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la
propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme,
secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. 13 E
fu sera e fu mattina: terzo giorno.
14 Dio disse: «Ci siano luci nel firmamento del
cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le
stagioni, per i giorni e per gli anni 15 e servano da luci
nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così
avvenne: 16 Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per
regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le
stelle. 17 Dio le pose nel firmamento del cielo per
illuminare la terra 18 e per regolare giorno e notte e per
separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona. 19 E
fu sera e fu mattina: quarto giorno.
20 Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi
e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo».
21 Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri
viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie,
e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era
cosa buona. 22 Dio li benedisse: «Siate fecondi e
moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si
moltiplichino sulla terra». 23 E fu sera e fu mattina:
quinto giorno.
24 Dio disse: «La terra produca esseri viventi
secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo
la loro specie». E così avvenne: 25 Dio fece le
bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la
propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E
Dio vide che era cosa buona. 26 E Dio disse: «Facciamo
l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci
del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie
selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
27 Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di
Dio lo creò; maschio e femmina li creò.
28 Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e
moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci
del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, 29 Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che
produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è
il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. 30 A
tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti
gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di
vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne.
31 Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto
buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
Cap. 2
1 Così furono portati a compimento il cielo e la
terra e tutte le loro schiere. 2 Allora Dio, nel settimo
giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò
nel settimo giorno da ogni suo lavoro. 3 Dio benedisse il
settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva
cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto. 4a Queste
le origini del cielo e della terra, quando vennero creati.
4b Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo,
5 nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba
campestre era spuntata - perché il Signore Dio non aveva fatto
piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo 6 e faceva
salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo -;
7 allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del
suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo
divenne un essere vivente.
8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a
oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. 9 Il
Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi
alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo
al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. 10 Un
fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si
divideva e formava quattro corsi. 11 Il primo fiume si chiama
Pison: esso scorre intorno a tutto il paese di Avìla, dove c'è
l'oro 12 e l'oro di quella terra è fine; qui c'è
anche la resina odorosa e la pietra d'ònice. 13 Il
secondo fiume si chiama Ghicon: esso scorre intorno a tutto il paese
d'Etiopia. 14 Il terzo fiume si chiama Tigri: esso scorre ad
oriente di Assur. Il quarto fiume è l'Eufrate.
15 Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di
Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.
18 Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che
l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile».
19 Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta
di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse
all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo
l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva
essere il suo nome. 20 Così l'uomo impose nomi a tutto
il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie
selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile.
21 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo,
che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la
carne al suo posto. 22 Il Signore Dio plasmò con la
costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo.
23 Allora l'uomo disse: «Questa volta essa è
carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà
donna perché dall'uomo è stata tolta».
16 Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu
potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, 17 ma
dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare,
perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti».
24 Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua
madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne.
25 Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne
provavano vergogna.
Cap. 3
1 Il serpente era la più astuta di tutte le bestie
selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «E'
vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del
giardino?». 2 Rispose la donna al serpente: «Dei
frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, 3 ma
del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non
ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete».
4 Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete
affatto! 5 Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si
aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il
bene e il male». 6 Allora la donna vide che l'albero
era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per
acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne
diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò.
7 Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero
di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
8 Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino
alla brezza del giorno e l'uomo con sua moglie si nascosero dal
Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. 9 Ma il
Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: «Dove sei?».
10 Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho
avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto».
11 Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo?
Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non
mangiare?».
12 Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posta
accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato». 13 Il
Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose
la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
14 Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché
tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame
e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. 15 Io
porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua
stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il
calcagno».
16 Alla donna disse:
«Moltiplicherò 17 All'uomo disse: «Poiché hai ascoltato la
voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo
comandato: Non ne devi mangiare, 20 L'uomo chiamò la moglie Eva, perché essa
fu la madre di tutti i viventi.
21 Il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di
pelli e le vestì.
22 Il Signore Dio disse allora: «Ecco l'uomo è
diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male.
Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche
dell'albero della vita, ne mangi e viva sempre!». 23 Il
Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché
lavorasse il suolo da dove era stato tratto. 24 Scacciò
l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma
della spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita.
Cap. 4
1 Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì
e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo dal
Signore». 2 Poi partorì ancora suo fratello
Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo.
3 Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo
in sacrificio al Signore; 4 anche Abele offrì
primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì
Abele e la sua offerta, 5 ma non gradì Caino e la sua
offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto.
6 Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei
irritato e perché è abbattuto il tuo volto? 7 Se
agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il
peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il
suo istinto, ma tu dòminalo». 8 Caino disse al
fratello Abele: «Andiamo in campagna!». Mentre erano in
campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo
uccise. 9 Allora il Signore disse a Caino: «Dov'è
Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono
forse il guardiano di mio fratello?». 10 Riprese: «Che
hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!
11 Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della
tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. 12 Quando
lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi
prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra». 13 Disse
Caino al Signore: «Troppo grande è la mia colpa per
ottenere perdono? 14 Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo
e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo
e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà
uccidere». 15 Ma il Signore gli disse: «Però
chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette
volte!». Il Signore impose a Caino un segno, perché non
lo colpisse chiunque l'avesse incontrato. 16 Caino si
allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad
oriente di Eden.
17 Ora Caino si unì alla moglie che concepì
e partorì Enoch; poi divenne costruttore di una città,
che chiamò Enoch, dal nome del figlio. 18 A Enoch
nacque Irad; Irad generò Mecuiaèl e Mecuiaèl
generò Metusaèl e Metusaèl generò Lamech.
19 Lamech si prese due mogli: una chiamata Ada e l'altra
chiamata Zilla. 20 Ada partorì Iabal: egli fu il padre
di quanti abitano sotto le tende presso il bestiame. 21 Il
fratello di questi si chiamava Iubal: egli fu il padre di tutti i
suonatori di cetra e di flauto. 22 Zilla a sua volta partorì
Tubalkàin, il fabbro, padre di quanti lavorano il rame e il
ferro. La sorella di Tubalkàin fu Naama.
23 Lamech disse alle mogli:
Ada e Zilla, ascoltate la mia voce; 25 Adamo si unì di nuovo alla moglie, che partorì
un figlio e lo chiamò Set. «Perché - disse - Dio
mi ha concesso un'altra discendenza al posto di Abele, poiché
Caino l'ha ucciso».
26 Anche a Set nacque un figlio, che egli chiamò
Enos. Allora si cominciò ad invocare il nome del Signore.
Cap. 5
1 Questo è il libro della genealogia di Adamo.
Quando Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio;
2 maschio e femmina li creò, li benedisse e li chiamò
uomini quando furono creati. 3 Adamo aveva centotrenta anni
quando generò a sua immagine, a sua somiglianza, un figlio e
lo chiamò Set. 4 Dopo aver generato Set, Adamo visse
ancora ottocento anni e generò figli e figlie. 5 L'intera
vita di Adamo fu di novecentotrenta anni; poi morì.
6 Set aveva centocinque anni quando generò Enos;
7 dopo aver generato Enos, Set visse ancora ottocentosette
anni e generò figli e figlie. 8 L'intera vita di Set
fu di novecentododici anni; poi morì.
9 Enos aveva novanta anni quando generò Kenan;
10 Enos, dopo aver generato Kenan, visse ancora
ottocentoquindici anni e generò figli e figlie. 11 L'intera
vita di Enos fu di novecentocinque anni; poi morì.
12 Kenan aveva settanta anni quando generò
Maalaleèl; 13 Kenan dopo aver generato Maalaleèl
visse ancora ottocentoquaranta anni e generò figli e figlie.
14 L'intera vita di Kenan fu di novecentodieci anni; poi
morì.
15 Maalaleèl aveva sessantacinque anni quando
generò Iared; 16 Maalaleèl dopo aver generato
Iared, visse ancora ottocentrenta anni e generò figli e
figlie. 17 L'intera vita di Maalaleèl fu di
ottocentonovantacinque anni; poi morì.
18 Iared aveva centosessantadue anni quando generò
Enoch; 19 Iared, dopo aver generato Enoch, visse ancora
ottocento anni e generò figli e figlie. 20 L'intera
vita di Iared fu di novecentosessantadue anni; poi morì.
21 Enoch aveva sessantacinque anni quando generò
Matusalemme. 22 Enoch camminò con Dio; dopo aver
generato Matusalemme, visse ancora per trecento anni e generò
figli e figlie. 23 L'intera vita di Enoch fu di
trecentosessantacique anni. 24 Poi Enoch cammino con Dio e
non fu più perché Dio l'aveva preso.
25 Matusalemme aveva centottantasette anni quando generò
Lamech; 26 Matusalemme, dopo aver generato Lamech, visse
ancora settecentottantadue anni e generò figli e figlie.
27 L'intera vita di Matusalemme fu di novecentosessantanove
anni; poi morì.
28 Lamech aveva centottantadue anni quando generò
un figlio 29 e lo chiamò Noè, dicendo: «Costui
ci consolerà del nostro lavoro e della fatica delle nostre
mani, a causa del suolo che il Signore ha maledetto».
30 Lamech, dopo aver generato Noè, visse ancora
cinquecentonovantacinque anni e generò figli e figlie.
31 L'intera vita di Lamech fu di settecentosettantasette
anni; poi morì.
32 Noè aveva cinquecento anni quando generò
Sem, Cam e Iafet.
Cap. 6
1 Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla
terra e nacquero loro figlie, 2 i figli di Dio videro che le
figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne
vollero. 3 Allora il Signore disse: «Il mio spirito non
resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e
la sua vita sarà di centoventi anni».
4 C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche
dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e
queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi
dell'antichità, uomini famosi.
5 Il Signore vide che la malvagità degli uomini era
grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non
era altro che male. 6 E il Signore si pentì di aver
fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. 7 Il
Signore disse: «Sterminerò dalla terra l'uomo che ho
creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del
cielo, perché sono pentito d'averli fatti». 8 Ma
Noè trovò grazia agli occhi del Signore.
9 Questa è la storia di Noè. Noè era
uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio.
10 Noè generò tre figli: Sem, Cam, e Iafet.
11 Ma la terra era corrotta davanti a Dio e piena di
violenza.
12 Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta,
perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra.
13 Allora Dio disse a Noè: «E' venuta per me
la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è
piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la
terra. 14 Fatti un'arca di legno di cipresso; dividerai
l'arca in scompartimenti e la spalmerai di bitume dentro e fuori.
15 Ecco come devi farla: l'arca avrà trecento cubiti
di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza. 16 Farai
nell'arca un tetto e a un cubito più sopra la terminerai; da
un lato metterai la porta dell'arca. La farai a piani: inferiore,
medio e superiore.
17 Ecco io manderò il diluvio, cioè le
acque, sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni carne, in cui
è alito di vita; quanto è sulla terra perirà.
18 Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai
nell'arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi
figli. 19 Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai
nell'arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te: siano
maschio e femmina. 20 Degli uccelli secondo la loro specie,
del bestiame secondo la propria specie e di tutti i rettili della
terra secondo la loro specie, due d'ognuna verranno con te, per
essere conservati in vita. 21 Quanto a te, prenditi ogni
sorta di cibo da mangiare e raccoglilo presso di te: sarà di
nutrimento per te e per loro». 22 Noè eseguì
tutto; come Dio gli aveva comandato, così egli fece.
Cap. 7
1 Il Signore disse a Noè: «Entra nell'arca tu
con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a
me in questa generazione. 2 D'ogni animale mondo prendine con
te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non
sono mondi un paio, il maschio e la sua femmina. 3 Anche
degli uccelli mondi del cielo, sette paia, maschio e femmina, per
conservarne in vita la razza su tutta la terra. 4 Perché
tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni
e quaranta notti; sterminerò dalla terra ogni essere che ho
fatto». 5 Noè fece quanto il Signore gli aveva
comandato.
6 Noè aveva seicento anni, quando venne il diluvio,
cioè le acque sulla terra. 7 Noè entrò
nell'arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi
figli, per sottrarsi alle acque del diluvio. 8 Degli animali
mondi e di quelli immondi, degli uccelli e di tutti gli esseri che
strisciano sul suolo 9 entrarono a due a due con Noè
nell'arca, maschio e femmina, come Dio aveva comandato a Noè.
10 Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la
terra; 11 nell'anno seicentesimo della vita di Noè,
nel secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quello stesso
giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte
del cielo si aprirono. 12 Cadde la pioggia sulla terra per
quaranta giorni e quaranta notti. 13 In quello stesso giorno
entrò nell'arca Noè con i figli Sem, Cam e Iafet, la
moglie di Noè, le tre mogli dei suoi tre figli: 14 essi
e tutti i viventi secondo la loro specie e tutto il bestiame secondo
la sua specie e tutti i rettili che strisciano sulla terra secondo la
loro specie, tutti i volatili secondo la loro specie, tutti gli
uccelli, tutti gli esseri alati. 15 Vennero dunque a Noè
nell'arca, a due a due, di ogni carne in cui è il soffio di
vita. 16 Quelli che venivano, maschio e femmina d'ogni carne,
entrarono come gli aveva comandato Dio: il Signore chiuse la porta
dietro di lui.
17 Il diluvio durò sulla terra quaranta giorni: le
acque crebbero e sollevarono l'arca che si innalzò sulla
terra. 18 Le acque divennero poderose e crebbero molto sopra
la terra e l'arca galleggiava sulle acque. 19 Le acque si
innalzarono sempre più sopra la terra e coprirono tutti i
monti più alti che sono sotto tutto il cielo. 20 Le
acque superarono in altezza di quindici cubiti i monti che avevano
ricoperto.
21 Perì ogni essere vivente che si muove sulla
terra, uccelli, bestiame e fiere e tutti gli esseri che brulicano
sulla terra e tutti gli uomini. 22 Ogni essere che ha un
alito di vita nelle narici, cioè quanto era sulla terra
asciutta morì.
23 Così fu sterminato ogni essere che era sulla
terra: con gli uomini, gli animali domestici, i rettili e gli uccelli
del cielo; essi furono sterminati dalla terra e rimase solo Noè
e chi stava con lui nell'arca.
24 Le acque restarono alte sopra la terra centocinquanta
giorni.
Cap. 8
1 Dio si ricordò di Noè, di tutte le fiere e
di tutti gli animali domestici che erano con lui nell'arca. Dio fece
passare un vento sulla terra e le acque si abbassarono. 2 Le
fonti dell'abisso e le cateratte del cielo furono chiuse e fu
trattenuta la pioggia dal cielo; 3 le acque andarono via via
ritirandosi dalla terra e calarono dopo centocinquanta giorni. 4 Nel
settimo mese, il diciasette del mese, l'arca si posò sui monti
dell'Ararat. 5 Le acque andarono via via diminuendo fino al
decimo mese. Nel decimo mese, il primo giorno del mese, apparvero le
cime dei monti.
6 Trascorsi quaranta giorni, Noè aprì la
finestra che aveva fatta nell'arca e fece uscire un corvo per vedere
se le acque si fossero ritirate. 7 Esso uscì andando e
tornando finché si prosciugarono le acque sulla terra. 8 Noè
poi fece uscire una colomba, per vedere se le acque si fossero
ritirate dal suolo; 9 ma la colomba, non trovando dove posare
la pianta del piede, tornò a lui nell'arca, perché
c'era ancora l'acqua su tutta la terra. Egli stese la mano, la prese
e la fece rientrare presso di sé nell'arca. 10 Attese
altri sette giorni e di nuovo fece uscire la colomba dall'arca 11 e
la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva
nel becco un ramoscello di ulivo. Noè comprese che le acque si
erano ritirate dalla terra. 12 Aspettò altri sette
giorni, poi lasciò andare la colomba; essa non tornò
più da lui.
13 L'anno seicentouno della vita di Noè, il primo
mese, il primo giorno del mese, le acque si erano prosciugate sulla
terra; Noè tolse la copertura dell'arca ed ecco la superficie
del suolo era asciutta. 14 Nel secondo mese, il ventisette
del mese, tutta la terra fu asciutta.
15 Dio ordinò a Noè: 16 «Esci
dall'arca tu e tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli con
te. 17 Tutti gli animali d'ogni specie che hai con te,
uccelli, bestiame e tutti i rettili che strisciano sulla terra, falli
uscire con te, perché possano diffondersi sulla terra, siano
fecondi e si moltiplichino su di essa».
18 Noè uscì con i figli, la moglie e le
mogli dei figli. 19 Tutti i viventi e tutto il bestiame e
tutti gli uccelli e tutti i rettili che strisciano sulla terra,
secondo la loro specie, uscirono dall'arca. 20 Allora Noè
edificò un altare al Signore; prese ogni sorta di animali
mondi e di uccelli mondi e offrì olocausti sull'altare. 21 Il
Signore ne odorò la soave fragranza e pensò: «Non
maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché
l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla
adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente
come ho fatto.
22 Finché durerà la terra, Cap. 9
1 Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. 2 Il
timore e il terrore di voi sia in tutte le bestie selvatiche e in
tutto il bestiame e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia
sul suolo e tutti i pesci del mare sono messi in vostro potere.
3 Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo: vi do
tutto questo, come gia le verdi erbe. 4 Soltanto non
mangerete la carne con la sua vita, cioè il suo sangue. 5 Del
sangue vostro anzi, ossia della vostra vita, io domanderò
conto; ne domanderò conto ad ogni essere vivente e domanderò
conto della vita dell'uomo all'uomo, a ognuno di suo fratello.
6 Chi sparge il sangue dell'uomo 8 Dio disse a Noè e ai sui figli con lui:
9 «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza coni
vostri discendenti dopo di voi; 10 con ogni essere vivente
che è con voi, uccelli, bestiame e bestie selvatiche, con
tutti gli animali che sono usciti dall'arca. 11 Io stabilisco
la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto nessun
vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio
devasterà la terra».
12 Dio disse:
«Questo è il segno dell'alleanza, 17 Disse Dio a Noè: «Questo è il segno
dell'alleanza che io ho stabilito tra me e ogni carne che è
sulla terra».
18 I figli di Noè che uscirono dall'arca furono
Sem, Cam e Iafet; Cam è il padre di Canaan. 19 Questi
tre sono i figli di Noè e da questi fu popolata tutta la
terra.
20 Ora Noè, coltivatore della terra, cominciò
a piantare una vigna. 21 Avendo bevuto il vino, si ubriacò
e giacque scoperto all'interno della sua tenda. 22 Cam, padre
di Canaan, vide il padre scoperto e raccontò la cosa ai due
fratelli che stavano fuori. 23 Allora Sem e Iafet presero il
mantello, se lo misero tutti e due sulle spalle e, camminando a
ritroso, coprirono il padre scoperto; avendo rivolto la faccia
indietro, non videro il padre scoperto.
24 Quando Noè si fu risvegliato dall'ebbrezza,
seppe quanto gli aveva fatto il figlio minore; 25 allora
disse: «Benedetto il Signore, Dio di Sem, 28 Noè visse, dopo il diluvio, trecentocinquanta
anni. 29 L'intera vita di Noè fu di novecentocinquanta
anni, poi morì.
Cap. 10
1 Questa è la discendenza dei figli di Noè:
Sem, Cam e Iafet, ai quali nacquero figli dopo il diluvio.
2 I figli di Iafet: Gomer, Magog, Madai, Iavan, Tubal,
Mesech e Tiras.
3 I figli di Gomer: Askenaz, Rifat e Togarma.
4 I figli di Iavan: Elisa, Tarsis, quelli di Cipro e
quelli di Rodi.
5 Da costoro derivarono le nazioni disperse per le isole
nei loro territori, ciascuno secondo la propria lingua e secondo le
loro famiglie, nelle loro nazioni.
6 I figli di Cam: Etiopia, Egitto, Put e Canaan.
7 I figli di Etiopia: Seba, Avìla, Sabta, Raama e
Sàbteca.
I figli di Raama: Saba e Dedan.
8 Ora Etiopia generò Nimrod: costui cominciò
a essere potente sulla terra.
9 Egli era valente nella caccia davanti al Signore, perciò
si dice: «Come Nimrod, valente cacciatore davanti al Signore».
10 L'inizio del suo regno fu Babele, Uruch, Accad e Calne,
nel paese di Sennaar. 11 Da quella terra si portò ad
Assur e costruì Ninive, Recobot-Ir e Càlach 12 e
Resen tra Ninive e Càlach; quella è la grande città.
13 Egitto generò quelli di Lud, Anam, Laab,
Naftuch, 14 Patros, Casluch e Caftor, da dove uscirono i
Filistei.
15 Canaan generò Sidone, suo primogenito, e Chet
16 e il Gebuseo, l'Amorreo, il Gergeseo, 17 l'Eveo,
l'Archita e il Sineo, 18 l'Arvadita, il Semarita e l'Amatita.
In seguito si dispersero le famiglie dei Cananei. 19 Il
confine dei Cananei andava da Sidone in direzione di Gerar fino a
Gaza, poi in direzione di Sòdoma, Gomorra, Adma e Zeboim, fino
a Lesa. 20 Questi furono i figli di Cam secondo le loro
famiglie e le loro lingue, nei loro territori e nei loro popoli.
21 Anche a Sem, padre di tutti i figli di Eber, fratello
maggiore di Jafet, nacque una dicendenza.
22 I figli di Sem: Elam, Assur, Arpacsad, Lud e Aram.
23 I figli di Aram: Uz, Cul, Gheter e Mas.
24 Arpacsad generò Selach e Selach generò
Eber. 25 A Eber nacquero due figli: uno si chiamò
Peleg, perché ai suoi tempi fu divisa la terra, e il fratello
si chiamò Joktan.
26 Joktan generò Almodad, Selef, Ascarmavet,
Jerach, 27 Adòcam, Uzal, Dikla, 28 Obal,
Abimaèl, Saba, 29 Ofir, Avìla e Ibab. Tutti
questi furono i figli di Joktan; 30 la loro sede era sulle
montagne dell'oriente, da Mesa in direzione di Sefar.
31 Questi furono i figli di Sem secondo le loro famiglie e
le loro lingue, territori, secondo i loro popoli.
32 Queste furono le famiglie dei figli di Noè
secondo le loro generazioni, nei loro popoli. Da costoro si
dispersero le nazioni sulla terra dopo il diluvio.
Cap. 11
1 Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole.
2 Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura
nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. 3 Si dissero l'un
l'altro: «Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco».
Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. 4 Poi
dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la
cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su
tutta la terra». 5 Ma il Signore scese a vedere la
città e la torre che gli uomini stavano costruendo. 6 Il
Signore disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti
una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora
quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile.
7 Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché
non comprendano più l'uno la lingua dell'altro». 8 Il
Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono
di costruire la città. 9 Per questo la si chiamò
Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta
la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra.
10 Questa è la discendenza di Sem: Sem aveva cento
anni quando generò Arpacsad, due anni dopo il diluvio;
11 Sem, dopo aver generato Arpacsad, visse cinquecento anni e
generò figli e figlie.
12 Arpacsad aveva trentacinque anni quando generò
Selach; 13 Arpacsad, dopo aver generato Selach, visse
quattrocentotrè anni e generò figli e figlie.
14 Selach aveva trent'anni quando generò Eber;
15 Selach, dopo aver generato Eber, visse quattrocentotrè
anni e generò figli e figlie.
16 Eber aveva trentaquattro anni quando generò
Peleg; 17 Eber, dopo aver generato Peleg, visse
quattrocentotrenta anni e generò figli e figlie.
18 Peleg aveva trent'anni quando generò Reu;
19 Peleg, dopo aver generato Reu, visse duecentonove anni e
generò figli e figlie.
20 Reu aveva trentadue anni quando generò Serug;
21 Reu, dopo aver generato Serug, visse duecentosette anni e
generò figli e figlie.
22 Serug aveva trent'anni quando generò Nacor;
23 Serug, dopo aver generato Nacor, visse duecento anni e
generò figli e figlie.
24 Nacor aveva ventinove anni quando generò Terach;
25 Nacor, dopo aver generato Terach, visse centodiciannove
anni e generò figli e figlie.
26 Terach aveva settant'anni quando generò Abram,
Nacor e Aran.
27 Questa è la posterità di Terach: Terach
generò Abram, Nacor e Aran: Aran generò Lot. 28 Aran
poi morì alla presenza di suo padre Terach nella sua terra
natale, in Ur dei Caldei. 29 Abramo e Nacor si presero delle
mogli; la moglie di Abramo si chiamava Sarai e la moglie di Nacor
Milca, ch'era figlia di Aran, padre di Milca e padre di Isca.
30 Sarai era sterile e non aveva figli.
31 Poi Terach prese Abram, suo figlio, e Lot, figlio di
Aran, figlio cioè del suo figlio, e Sarai sua nuora, moglie di
Abramo suo figlio, e uscì con loro da Ur dei Caldei per andare
nel paese di Canaan. Arrivarono fino a Carran e vi si stabilirono.
32 L'età della vita di Terach fu di duecentocinque
anni; Terach morì in Carran.
Cap. 12
1 Il Signore disse ad Abram:
«vattene dal tuo paese, dalla tua patria 4 Allora Abramo partì, come gli aveva ordinato il
Signore, e con lui partì Lot. Abramo aveva settantacinque anni
quando lasciò Carran. 5 Abramo dunque prese la moglie
Sarai, e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano
acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano
procurate e si incamminarono verso il paese di Canaan. Arrivarono al
paese di Canaan 6 e Abramo attraversò il paese fino
alla località di Sichem, presso la Quercia di More. Nel paese
si trovavano allora i Cananei.
7 Il Signore apparve ad Abramo e gli disse: «Alla
tua discendenza io darò questo paese». Allora Abramo
costruì in quel posto un altare al Signore che gli era
apparso. 8 Di là passò sulle montagne a oriente
di Betel e piantò la tenda, avendo Betel ad occidente e Ai ad
oriente. Lì costruì un altare al Signore e invocò
il nome del Signore. 9 Poi Abramo levò la tenda per
accamparsi nel Negheb.
10 Venne una carestia nel paese e Abramo scese in Egitto
per soggiornarvi, perché la carestia gravava sul paese.
11 Ma, quando fu sul punto di entrare in Egitto, disse
alla moglie Sarai: «Vedi, io so che tu sei donna di aspetto
avvenente. 12 Quando gli Egiziani ti vedranno, penseranno:
Costei è sua moglie, e mi uccideranno, mentre lasceranno te in
vita. 13 Dì dunque che tu sei mia sorella, perché
io sia trattato bene per causa tua e io viva per riguardo a te».
14 Appunto quando Abramo arrivò in Egitto, gli
Egiziani videro che la donna era molto avvenente. 15 La
osservarono gli ufficiali del faraone e ne fecero le lodi al faraone;
così la donna fu presa e condotta nella casa del faraone.
16 Per riguardo a lei, egli trattò bene Abram, che
ricevette greggi e armenti e asini, schiavi e schiave, asine e
cammelli. 17 Ma il Signore colpì il faraone e la sua
casa con grandi piaghe, per il fatto di Sarai, moglie di Abram.
18 Allora il faraone convocò Abramo e gli disse: «Che
mi hai fatto? Perché non mi hai dichiarato che era tua moglie?
19 Perché hai detto: E' mia sorella, così che
io me la sono presa in moglie? E ora eccoti tua moglie: prendila e
vattene!». 20 Poi il faraone lo affidò ad alcuni
uomini che lo accompagnarono fuori della frontiera insieme con la
moglie e tutti i suoi averi.
Cap. 13
1 Dall'Egitto Abramo ritornò nel Negheb con la
moglie e tutti i suoi averi; Lot era con lui. 2 Abramo era
molto ricco in bestiame, argento e oro. 3 Poi di accampamento
in accampamento egli dal Negheb si portò fino a Betel, fino al
luogo dove era stata già prima la sua tenda, tra Betel e Ai,
4 al luogo dell'altare, che aveva là costruito prima:
lì Abramo invocò il nome del Signore. 5 Ma
anche Lot, che andava con Abram, aveva greggi e armenti e tende.
6 Il territorio non consentiva che abitassero insieme, perché
avevano beni troppo grandi e non potevano abitare insieme. 7 Per
questo sorse una lite tra i mandriani di Abramo e i mandriani di Lot,
mentre i Cananei e i Perizziti abitavano allora nel paese. 8 Abramo
disse a Lot: «Non vi sia discordia tra me e te, tra i miei
mandriani e i tuoi, perché noi siamo fratelli. 9 Non
sta forse davanti a te tutto il paese? Sepàrati da me. Se tu
vai a sinistra, io andrò a destra; se tu vai a destra, io
andrò a sinistra».
10 Allora Lot alzò gli occhi e vide che tutta la
valle del Giordano era un luogo irrigato da ogni parte - prima che il
Signore distruggesse Sòdoma e Gomorra -; era come il giardino
del Signore, come il paese d'Egitto, fino ai pressi di Zoar. 11 Lot
scelse per sé tutta la valle del Giordano e trasportò
le tende verso oriente. Così si separarono l'uno dall'altro:
12 Abramo si stabilì nel paese di Canaan e Lot si
stabilì nelle città della valle e piantò le
tende vicino a Sòdoma. 13 Ora gli uomini di Sòdoma
erano perversi e peccavano molto contro il Signore.
14 Allora il Signore disse ad Abram, dopo che Lot si era
separato da lui: «Alza gli occhi e dal luogo dove tu stai
spingi lo sguardo verso il settentrione e il mezzogiorno, verso
l'oriente e l'occidente. 15 Tutto il paese che tu vedi, io lo
darò a te e alla tua discendenza per sempre. 16 Renderò
la tua discendenza come la polvere della terra: se uno può
contare la polvere della terra, potrà contare anche i tuoi
discendenti. 17 Alzati, percorri il paese in lungo e in
largo, perché io lo darò a te». 18 Poi
Abramo si spostò con le sue tende e andò a stabilirsi
alle Querce di Mamre, che sono ad Ebron, e vi costruì un
altare al Signore.
Cap. 14
1 Al tempo di Amrafel re di Sennaar, di Arioch re di
Ellasar, di Chedorlaomer re dell'Elam e di Tideal re di Goim,
2 costoro mossero guerra contro Bera re di Sòdoma,
Birsa re di Gomorra, Sinab re di Adma, Semeber re di Zeboim, e contro
il re di Bela, cioè Zoar. 3 Tutti questi si
concentrarono nella valle di Siddim, cioè il Mar Morto. 4 Per
dodici anni essi erano stati sottomessi a Chedorlaomer, ma il
tredicesimo anno si erano ribellati. 5 Nell'anno
quattordicesimo arrivarono Chedorlaomer e i re che erano con lui e
sconfissero i Refaim ad Astarot-Karnaim, gli Zuzim ad Am, gli Emim a
Save-Kiriataim 6 e gli Hurriti sulle montagne di Seir fino a
El-Paran, che è presso il deserto. 7 Poi mutarono
direzione e vennero a En-Mispat, cioè Kades, e devastarono
tutto il territorio degli Amaleciti e anche degli Amorrei che
abitavano in Azazon-Tamar. 8 Allora il re di Sòdoma,
il re di Gomorra, il re di Adma, il re di Zeboim e il re di Bela,
cioè Zoar, uscirono e si schierarono a battaglia nella valle
di Siddim contro di esso, 9 e cioè contro Chedorlaomer
re dell'Elam, Tideal re di Goim, Amrafel re di Sennaar e Arioch re di
Ellasar: quattro re contro cinque. 10 Ora la valle di Siddim
era piena di pozzi di bitume; mentre il re di Sòdoma e il re
di Gomorra si davano alla fuga, alcuni caddero nei pozzi e gli altri
fuggirono sulle montagne. 11 Gli invasori presero tutti i
beni di Sodoma e Gomorra e tutti i loro viveri e se ne andarono.
12 Andandosene catturarono anche Lot, figlio del fratello di
Abram, e i suoi beni: egli risiedeva appunto in Sòdoma.
13 Ma un fuggiasco venne ad avvertire Abramo l'Ebreo che
si trovava alle Querce di Mamre l'Amorreo, fratello di Escol e
fratello di Aner i quali erano alleati di Abram. 14 Quando
Abramo seppe che il suo parente era stato preso prigioniero,
organizzò i suoi uomini esperti nelle armi, schiavi nati nella
sua casa, in numero di trecentodiciotto, e si diede all'inseguimento
fino a Dan. 15 Piombò sopra di essi di notte, lui con
i suoi servi, li sconfisse e proseguì l'inseguimento fino a
Coba, a settentrione di Damasco. 16 Ricuperò così
tutta la roba e anche Lot suo parente, i suoi beni, con le donne e il
popolo.
17 Quando Abramo fu di ritorno, dopo la sconfitta di
Chedorlaomer e dei re che erano con lui, il re di Sòdoma gli
uscì incontro nella Valle di Save, cioè la Valle del
re. 18 Intanto Melchisedek, re di Salem, offrì pane e
vino: era sacerdote del Dio altissimo 19 e benedisse Abramo
con queste parole:
«Sia benedetto Abramo dal Dio altissimo, Abramo gli diede la decima di tutto.
21 Poi il re di Sòdoma disse ad Abram: «Dammi
le persone; i beni prendili per te». 22 Ma Abramo disse
al re di Sòdoma: «Alzo la mano davanti al Signore, il
Dio altissimo, creatore del cielo e della terra: 23 né
un filo, né un legaccio di sandalo, niente io prenderò
di ciò che è tuo; non potrai dire: io ho arricchito
Abram. 24 Per me niente, se non quello che i servi hanno
mangiato; quanto a ciò che spetta agli uomini che sono venuti
con me, Escol, Aner e Mamre, essi stessi si prendano la loro parte».
Cap. 15
1 Dopo tali fatti, questa parola del Signore fu rivolta ad
Abramo in visione: «Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la
tua ricompensa sarà molto grande». 2 Rispose
Abram: «Mio Signore Dio, che mi darai? Io me ne vado senza
figli e l'erede della mia casa è Eliezer di Damasco».
3 Soggiunse Abram: «Ecco a me non hai dato discendenza
e un mio domestico sarà mio erede». 4 Ed ecco
gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non costui sarà
il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede».
5 Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e
conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale
sarà la tua discendenza». 6 Egli credette al
Signore, che glielo accreditò come giustizia. 7 E gli
disse: «Io sono il Signore che ti ho fatto uscire da Ur dei
Caldei per darti in possesso questo paese». 8 Rispose:
«Signore mio Dio, come potrò sapere che ne avrò
il possesso?». 9 Gli disse: «Prendimi una
giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni,
una tortora e un piccione». 10 Andò a prendere
tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà
di fronte all'altra; non divise però gli uccelli. 11 Gli
uccelli rapaci calavano su quei cadaveri, ma Abramo li scacciava.
12 Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su
Abram, ed ecco un oscuro terrore lo assalì. 13 Allora
il Signore disse ad Abram: «Sappi che i tuoi discendenti
saranno forestieri in un paese non loro; saranno fatti schiavi e
saranno oppressi per quattrocento anni. 14 Ma la nazione che
essi avranno servito, la giudicherò io: dopo, essi usciranno
con grandi ricchezze. 15 Quanto a te, andrai in pace presso i
tuoi padri; sarai sepolto dopo una vecchiaia felice. 16 Alla
quarta generazione torneranno qui, perché l'iniquità
degli Amorrei non ha ancora raggiunto il colmo».
17 Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto,
ecco un forno fumante e una fiaccola ardente passarono in mezzo agli
animali divisi. 18 In quel giorno il Signore concluse questa
alleanza con Abram:
«Alla tua discendenza io do questo paese dal fiume d'Egitto
al grande fiume, il fiume Eufrate; 19 il paese dove abitano i
Keniti, i Kenizziti, i Kadmoniti, 20 gli Hittiti, i
Perizziti, i Refaim, 21 gli Amorrei, i Cananei, i Gergesei,
gli Evei e i Gebusei».
Cap. 16
1 Sarai, moglie di Abram, non gli aveva dato figli. Avendo
però una schiava egiziana chiamata Agar, 2 Sarai disse
ad Abram: «Ecco, il Signore mi ha impedito di aver prole;
unisciti alla mia schiava: forse da lei potrò avere figli».
Abramo ascoltò la voce di Sarai. 3 Così, al
termine di dieci anni da quando Abramo abitava nel paese di Canaan,
Sarai, moglie di Abram, prese Agar l'egiziana, sua schiava e la diede
in moglie ad Abram, suo marito. 4 Egli si unì ad Agar,
che restò incinta. Ma, quando essa si accorse di essere
incinta, la sua padrona non contò più nulla per lei.
5 Allora Sarai disse ad Abram: «L'offesa a me fatta
ricada su di te! Io ti ho dato in braccio la mia schiava, ma da
quando si è accorta d'essere incinta, io non conto più
niente per lei. Il Signore sia giudice tra me e te!». 6 Abramo
disse a Sarai: «Ecco, la tua schiava è in tuo potere:
falle ciò che ti pare». Sarai allora la maltrattò
tanto che quella si allontanò. 7 La trovò
l'angelo del Signore presso una sorgente d'acqua nel deserto, la
sorgente sulla strada di Sur, 8 e le disse: «Agar,
schiava di Sarai, da dove vieni e dove vai?». Rispose: «Vado
lontano dalla mia padrona Sarai». 9 Le disse l'angelo
del Signore: «Ritorna dalla tua padrona e restale sottomessa».
10 Le disse ancora l'angelo del Signore: «Moltiplicherò
la tua discendenza e non si potrà contarla per la sua
moltitudine». 11 Soggiunse poi l'angelo del Signore:
«Ecco, sei incinta: 13 Agar chiamò il Signore, che le aveva parlato:
«Tu sei il Dio della visione», perché diceva: «Qui
dunque sono riuscita ancora a vedere, dopo la mia visione?».
14 Per questo il pozzo si chiamò Pozzo di Lacai-Roi; è
appunto quello che si trova tra Kades e Bered. 15 Agar
partorì ad Abramo un figlio e Abramo chiamò Ismaele il
figlio che Agar gli aveva partorito. 16 Abramo aveva
ottantasei anni quando Agar gli partorì Ismaele.
Cap. 17
1 Quando Abramo ebbe novantanove anni, il Signore gli
apparve e gli disse:
«Io sono Dio onnipotente: 9 Disse Dio ad Abramo: «Da parte tua devi osservare
la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te di generazione in
generazione. 10 Questa è la mia alleanza che dovete
osservare, alleanza tra me e voi e la tua discendenza dopo di te: sia
circonciso tra di voi ogni maschio. 11 Vi lascerete
circoncidere la carne del vostro membro e ciò sarà il
segno dell'alleanza tra me e voi. 12 Quando avrà otto
giorni, sarà circonciso tra di voi ogni maschio di generazione
in generazione, tanto quello nato in casa come quello comperato con
denaro da qualunque straniero che non sia della tua stirpe. 13 Deve
essere circonciso chi è nato in casa e chi viene comperato con
denaro; così la mia alleanza sussisterà nella vostra
carne come alleanza perenne. 14 Il maschio non circonciso, di
cui cioè non sarà stata circoncisa la carne del membro,
sia eliminato dal suo popolo: ha violato la mia alleanza».
15 Dio aggiunse ad Abramo: «Quanto a Sarai tua
moglie, non la chiamerai più Sarai, ma Sara. 16 Io la
benedirò e anche da lei ti darò un figlio; la benedirò
e diventerà nazioni e re di popoli nasceranno da lei».
17 Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e
rise e pensò: «Ad uno di cento anni può nascere
un figlio? E Sara all'età di novanta anni potrà
partorire?». 18 Abramo disse a Dio: «Se almeno
Ismaele potesse vivere davanti a te!». 19 E Dio disse:
«No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e lo
chiamerai Isacco. Io stabilirò la mia alleanza con lui come
alleanza perenne, per essere il Dio suo e della sua discendenza dopo
di lui. 20 Anche riguardo a Ismaele io ti ho esaudito: ecco,
io lo benedico e lo renderò fecondo e molto, molto numeroso:
dodici principi egli genererà e di lui farò una grande
nazione. 21 Ma stabilirò la mia alleanza con Isacco,
che Sara ti partorirà a questa data l'anno venturo».
22 Dio terminò così di parlare con lui e,
salendo in alto, lasciò Abramo.
23 Allora Abramo prese Ismaele suo figlio e tutti i nati
nella sua casa e tutti quelli comperati con il suo denaro, tutti i
maschi appartenenti al personale della casa di Abramo, e circoncise
la carne del loro membro in quello stesso giorno, come Dio gli aveva
detto. 24 Ora Abramo aveva novantanove anni, quando si fece
circoncidere la carne del membro. 25 Ismaele suo figlio aveva
tredici anni quando gli fu circoncisa la carne del membro. 26 In
quello stesso giorno furono circoncisi Abramo e Ismaele suo figlio.
27 E tutti gli uomini della sua casa, i nati in casa e i
comperati con denaro dagli stranieri, furono circoncisi con lui.
Cap. 18
1 Poi il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre,
mentre egli sedeva all'ingresso della tenda nell'ora più calda
del giorno. 2 Egli alzò gli occhi e vide che tre
uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro
incontro dall'ingresso della tenda e si prostrò fino a terra,
3 dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi
occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo. 4 Si
vada a prendere un po' di acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi
sotto l'albero. 5 Permettete che vada a prendere un boccone
di pane e rinfrancatevi il cuore; dopo, potrete proseguire, perché
è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo».
Quelli dissero: «Fà pure come hai detto».
6 Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e
disse: «Presto, tre staia di fior di farina, impastala e fanne
focacce». 7 All'armento corse lui stesso, Abramo, prese
un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò
a prepararlo. 8 Prese latte acido e latte fresco insieme con
il vitello, che aveva preparato, e li porse a loro. Così,
mentr'egli stava in piedi presso di loro sotto l'albero, quelli
mangiarono.
9 Poi gli dissero: «Dov'è Sara, tua moglie?».
Rispose: «E' là nella tenda». 10 Il
Signore riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa
data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio». Intanto
Sara stava ad ascoltare all'ingresso della tenda ed era dietro di
lui. 11 Abramo e Sara erano vecchi, avanti negli anni; era
cessato a Sara ciò che avviene regolarmente alle donne.
12 Allora Sara rise dentro di sé e disse: «Avvizzita
come sono dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è
vecchio!». 13 Ma il Signore disse ad Abramo: «Perché
Sara ha riso dicendo: Potrò davvero partorire, mentre sono
vecchia? 14 C'è forse qualche cosa impossibile per il
Signore? Al tempo fissato tornerò da te alla stessa data e
Sara avrà un figlio». 15 Allora Sara negò:
«Non ho riso!», perché aveva paura; ma quegli
disse: «Sì, hai proprio riso».
16 Quegli uomini si alzarono e andarono a contemplare
Sòdoma dall'alto, mentre Abramo li accompagnava per
congedarli. 17 Il Signore diceva: «Devo io tener
nascosto ad Abramo quello che sto per fare, 18 mentre Abramo
dovrà diventare una nazione grande e potente e in lui si
diranno benedette tutte le nazioni della terra? 19 Infatti io
l'ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua
famiglia dopo di lui ad osservare la via del Signore e ad agire con
giustizia e diritto, perché il Signore realizzi per Abramo
quanto gli ha promesso». 20 Disse allora il Signore:
«Il grido contro Sòdoma e Gomorra è troppo grande
e il loro peccato è molto grave. 21 Voglio scendere a
vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il
grido fino a me; lo voglio sapere!».
22 Quegli uomini partirono di lì e andarono verso
Sòdoma, mentre Abramo stava ancora davanti al Signore.
23 Allora Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero
sterminerai il giusto con l'empio? 24 Forse vi sono cinquanta
giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non
perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si
trovano? 25 Lungi da te il far morire il giusto con l'empio,
così che il giusto sia trattato come l'empio; lungi da te!
Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la
giustizia?». 26 Rispose il Signore: «Se a Sòdoma
troverò cinquanta giusti nell'ambito della città, per
riguardo a loro perdonerò a tutta la città».
27 Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco
parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere... 28 Forse
ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque
distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la
distruggerò, se ve ne trovo quarantacinque». 29 Abramo
riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne
troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per
riguardo a quei quaranta». 30 Riprese: «Non si
adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne
troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve
ne troverò trenta». 31 Riprese: «Vedi come
ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno
venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo
a quei venti». 32 Riprese: «Non si adiri il mio
Signore, se parlo ancora una volta sola; forse là se ne
troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò
per riguardo a quei dieci». 33 Poi il Signore, come
ebbe finito di parlare con Abramo, se ne andò e Abramo ritornò
alla sua abitazione.
Cap. 19
1 I due angeli arrivarono a Sòdoma sul far della
sera, mentre Lot stava seduto alla porta di Sòdoma. Non appena
li ebbe visti, Lot si alzò, andò loro incontro e si
prostrò con la faccia a terra. 2 E disse: «Miei
signori, venite in casa del vostro servo: vi passerete la notte, vi
laverete i piedi e poi, domattina, per tempo, ve ne andrete per la
vostra strada». Quelli risposero: «No, passeremo la notte
sulla piazza». 3 Ma egli insistette tanto che vennero
da lui ed entrarono nella sua casa. Egli preparò per loro un
banchetto, fece cuocere gli azzimi e così mangiarono. 4 Non
si erano ancora coricati, quand'ecco gli uomini della città,
cioè gli abitanti di Sòdoma, si affollarono intorno
alla casa, giovani e vecchi, tutto il popolo al completo.
5 Chiamarono Lot e gli dissero: «Dove sono quegli
uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi,
perché possiamo abusarne!». 6 Lot uscì
verso di loro sulla porta e, dopo aver chiuso il battente dietro di
sé, 7 disse: «No, fratelli miei, non fate del
male! 8 Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora
conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che
vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini, perché
sono entrati all'ombra del mio tetto». 9 Ma quelli
risposero: «Tirati via! Quest'individuo è venuto qui
come straniero e vuol fare il giudice! Ora faremo a te peggio che a
loro!». E spingendosi violentemente contro quell'uomo, cioè
contro Lot, si avvicinarono per sfondare la porta. 10 Allora
dall'interno quegli uomini sporsero le mani, si trassero in casa Lot
e chiusero il battente; 11 quanto agli uomini che erano alla
porta della casa, essi li colpirono con un abbaglio accecante dal più
piccolo al più grande, così che non riuscirono a
trovare la porta.
12 Quegli uomini dissero allora a Lot: «Chi hai
ancora qui? Il genero, i tuoi figli, le tue figlie e quanti hai in
città, falli uscire da questo luogo. 13 Perché
noi stiamo per distruggere questo luogo: il grido innalzato contro di
loro davanti al Signore è grande e il Signore ci ha mandati a
distruggerli». 14 Lot uscì a parlare ai suoi
generi, che dovevano sposare le sue figlie, e disse: «Alzatevi,
uscite da questo luogo, perché il Signore sta per distruggere
la città!». Ma parve ai suoi generi che egli volesse
scherzare. 15 Quando apparve l'alba, gli angeli fecero
premura a Lot, dicendo: «Su, prendi tua moglie e le tue figlie
che hai qui ed esci per non essere travolto nel castigo della città».
16 Lot indugiava, ma quegli uomini presero per mano lui, sua
moglie e le sue due figlie, per un grande atto di misericordia del
Signore verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della
città. 17 Dopo averli condotti fuori, uno di loro
disse: «Fuggi, per la tua vita. Non guardare indietro e non
fermarti dentro la valle: fuggi sulle montagne, per non essere
travolto!». 18 Ma Lot gli disse: «No, mio
Signore! 19 Vedi, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi
occhi e tu hai usato una grande misericordia verso di me salvandomi
la vita, ma io non riuscirò a fuggire sul monte, senza che la
sciagura mi raggiunga e io muoia. 20 Vedi questa città:
è abbastanza vicina perché mi possa rifugiare là
ed è piccola cosa! Lascia che io fugga lassù - non è
una piccola cosa? - e così la mia vita sarà salva».
21 Gli rispose: «Ecco, ti ho favorito anche in questo,
di non distruggere la città di cui hai parlato. 22 Presto,
fuggi là perché io non posso far nulla, finché
tu non vi sia arrivato». Perciò quella città si
chiamò Zoar.
23 Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Zoar,
24 quand'ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sòdoma
e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore. 25 Distrusse
queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle
città e la vegetazione del suolo. 26 Ora la moglie di
Lot guardò indietro e divenne una statua di sale.
27 Abramo andò di buon mattino al luogo dove si era
fermato davanti al Signore; 28 contemplò dall'alto
Sòdoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un
fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace.
29 Così, quando Dio distrusse le città della
valle, Dio si ricordò di Abramo e fece sfuggire Lot alla
catastrofe, mentre distruggeva le città nelle quali Lot aveva
abitato.
30 Poi Lot partì da Zoar e andò ad abitare
sulla montagna, insieme con le due figlie, perché temeva di
restare in Zoar, e si stabilì in una caverna con le sue due
figlie. 31 Ora la maggiore disse alla più piccola: «Il
nostro padre è veccho e non c'è nessuno in questo
territorio per unirsi a noi, secondo l'uso di tutta la terra.
32 Vieni, facciamo bere del vino a nostro padre e poi
corichiamoci con lui, così faremo sussistere una discendenza
da nostro padre». 33 Quella notte fecero bere del vino
al loro padre e la maggiore andò a coricarsi con il padre; ma
egli non se ne accorse, né quando essa si coricò, né
quando essa si alzò. 34 All'indomani la maggiore disse
alla più piccola: «Ecco, ieri io mi sono coricata con
nostro padre: facciamogli bere del vino anche questa notte e va tu a
coricarti con lui; così faremo sussistere una discendenza da
nostro padre». 35 Anche quella notte fecero bere del
vino al loro padre e la più piccola andò a coricarsi
con lui; ma egli non se ne accorse, né quando essa si coricò,
né quando essa si alzò. 36 Così le due
figlie di Lot concepirono dal loro padre. 37 La maggiore
partorì un figlio e lo chiamò Moab. Costui è il
padre dei Moabiti che esistono fino ad oggi. 38 Anche la più
piccola partorì un figlio e lo chiamò «Figlio del
mio popolo». Costui è il padre degli Ammoniti che
esistono fino ad oggi.
Cap. 20
1 Abramo levò le tende di là, dirigendosi
nel Negheb, e si stabilì tra Kades e Sur; poi soggiornò
come straniero a Gerar. 2 Siccome Abramo aveva detto della
moglie Sara: «E' mia sorella», Abimèlech, re di
Gerar, mandò a prendere Sara. 3 Ma Dio venne da
Abimèlech di notte, in sogno, e gli disse: «Ecco stai
per morire a causa della donna che tu hai presa; essa appartiene a
suo marito». 4 Abimèlech, che non si era ancora
accostato a lei, disse: «Mio Signore, vuoi far morire anche la
gente innocente? 5 Non mi ha forse detto: E' mia sorella? E
anche lei ha detto: E' mio fratello. Con retta coscienza e mani
innocenti ho fatto questo». 6 Gli rispose Dio nel
sogno: «Anch'io so che con retta coscienza hai fatto questo e
ti ho anche impedito di peccare contro di me: perciò non ho
permesso che tu la toccassi. 7 Ora restituisci la donna di
quest'uomo: egli è un profeta: preghi egli per te e tu vivrai.
Ma se tu non la restituisci, sappi che sarai degno di morte con tutti
i tuoi». 8 Allora Abimèlech si alzò di
mattina presto e chiamò tutti i suoi servi, ai quali riferì
tutte queste cose, e quegli uomini si impaurirono molto. 9 Poi
Abimèlech chiamò Abramo e gli disse: «Che ci hai
fatto? E che colpa ho commesso contro di te, perché tu abbia
esposto me e il mio regno ad un peccato tanto grande? Tu hai fatto a
mio riguardo azioni che non si fanno». 10 Poi Abimèlech
disse ad Abramo: «A che miravi agendo in tal modo?».
11 Rispose Abramo: «Io mi sono detto: certo non vi sarà
timor di Dio in questo luogo e mi uccideranno a causa di mia moglie.
12 Inoltre essa è veramente mia sorella, figlia di mio
padre, ma non figlia di mia madre, ed è divenuta mia moglie.
13 Allora, quando Dio mi ha fatto errare lungi dalla casa di
mio padre, io le dissi: Questo è il favore che tu mi farai: in
ogni luogo dove noi arriveremo dirai di me: è mio fratello».
14 Allora Abimèlech prese greggi e armenti, schiavi e
schiave, li diede ad Abramo e gli restituì la moglie Sara.
15 Inoltre Abimèlech disse: «Ecco davanti a te
il mio territorio: va ad abitare dove ti piace!». 16 A
Sara disse: «Ecco, ho dato mille pezzi d'argento a tuo
fratello: sarà per te come un risarcimento di fronte a quanti
sono con te. Così tu sei in tutto riabilitata».
17 Abramo pregò Dio e Dio guarì Abimèlech,
sua moglie e le sue serve, sì che poterono ancora partorire.
18 Perché il Signore aveva reso sterili tutte le donne
della casa di Abimèlech, per il fatto di Sara, moglie di
Abramo.
Cap. 21
1 Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece
a Sara come aveva promesso. 2 Sara concepì e partorì
ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato.
3 Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che
Sara gli aveva partorito. 4 Abramo circoncise suo figlio
Isacco, quando questi ebbe otto giorni, come Dio gli aveva comandato.
5 Abramo aveva cento anni, quando gli nacque il figlio
Isacco. 6 Allora Sara disse: «Motivo di lieto riso mi
ha dato Dio: chiunque lo saprà sorriderà di me!».
7 Poi disse: «Chi avrebbe mai detto ad Abramo: Sara
deve allattare figli! Eppure gli ho partorito un figlio nella sua
vecchiaia!».
8 Il bambino crebbe e fu svezzato e Abramo fece un grande
banchetto quando Isacco fu svezzato. 9 Ma Sara vide che il
figlio di Agar l'Egiziana, quello che essa aveva partorito ad Abramo,
scherzava con il figlio Isacco. 10 Disse allora ad Abramo:
«Scaccia questa schiava e suo figlio, perché il figlio
di questa schiava non deve essere erede con mio figlio Isacco».
11 La cosa dispiacque molto ad Abramo per riguardo a suo
figlio. 12 Ma Dio disse ad Abramo: «Non ti dispiaccia
questo, per il fanciullo e la tua schiava: ascolta la parola di Sara
in quanto ti dice, ascolta la sua voce, perché attraverso
Isacco da te prenderà nome una stirpe. 13 Ma io farò
diventare una grande nazione anche il figlio della schiava, perché
è tua prole». 14 Abramo si alzò di buon
mattino, prese il pane e un otre di acqua e li diede ad Agar,
caricandoli sulle sue spalle; le consegnò il fanciullo e la
mandò via. Essa se ne andò e si smarrì per il
deserto di Bersabea. 15 Tutta l'acqua dell'otre era venuta a
mancare. Allora essa depose il fanciullo sotto un cespuglio 16 e
andò a sedersi di fronte, alla distanza di un tiro d'arco,
perché diceva: «Non voglio veder morire il fanciullo!».
Quando gli si fu seduta di fronte, egli alzò la voce e pianse.
17 Ma Dio udì la voce del fanciullo e un angelo di Dio
chiamò Agar dal cielo e le disse: «Che hai, Agar? Non
temere, perché Dio ha udito la voce del fanciullo là
dove si trova. 18 Alzati, prendi il fanciullo e tienilo per
mano, perché io ne farò una grande nazione».
19 Dio le aprì gli occhi ed essa vide un pozzo
d'acqua. Allora andò a riempire l'otre e fece bere il
fanciullo. 20 E Dio fu con il fanciullo, che crebbe e abitò
nel deserto e divenne un tiratore d'arco. 21 Egli abitò
nel deserto di Paran e sua madre gli prese una moglie del paese
d'Egitto.
22 In quel tempo Abimèlech con Picol, capo del suo
esercito, disse ad Abramo: «Dio è con te in quanto fai.
23 Ebbene, giurami qui per Dio che tu non ingannerai né
me né i miei figli né i miei discendenti: come io ho
agito amichevolmente con te, così tu agirai con me e con il
paese nel quale sei forestiero». 24 Rispose Abramo: «Io
lo giuro». 25 Ma Abramo rimproverò Abimèlech
a causa di un pozzo d'acqua, che i servi di Abimèlech avevano
usurpato. 26 Abimèlech disse: «Io non so chi
abbia fatto questa cosa: né tu me ne hai informato, né
io ne ho sentito parlare se non oggi». 27 Allora Abramo
prese alcuni capi del gregge e dell'armento, li diede ad Abimèlech:
tra loro due conclusero un'alleanza. 28 Poi Abramo mise in
disparte sette agnelle del gregge. 29 Abimèlech disse
ad Abramo: «Che significano quelle sette agnelle che hai messe
in disparte?». 30 Rispose: «Tu accetterai queste
sette agnelle dalla mia mano, perché ciò mi valga di
testimonianza che io ho scavato questo pozzo». 31 Per
questo quel luogo si chiamò Bersabea, perché là
fecero giuramento tutti e due. 32 E dopo che ebbero concluso
l'alleanza a Bersabea, Abimèlech si alzò con Picol,
capo del suo esercito, e ritornarono nel paese dei Filistei.
33 Abramo piantò un tamerice in Bersabea, e lì
invocò il nome del Signore, Dio dell'eternità. 34 E
fu forestiero nel paese dei Filistei per molto tempo.
Cap. 22
1 Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli
disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!».
2 Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che
ami, Isacco, va nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di
un monte che io ti indicherò». 3 Abramo si alzò
di buon mattino, sellò l'asino, prese con sé due servi
e il figlio Isacco, spaccò la legna per l'olocausto e si mise
in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. 4 Il
terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel
luogo. 5 Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi
qui con l'asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci
prostreremo e poi ritorneremo da voi». 6 Abramo prese
la legna dell'olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese
in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt'e due insieme.
7 Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre
mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese:
«Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per
l'olocausto?». 8 Abramo rispose: «Dio stesso
provvederà l'agnello per l'olocausto, figlio mio!».
Proseguirono tutt'e due insieme; 9 così arrivarono al
luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l'altare,
collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose
sull'altare, sopra la legna. 10 Poi Abramo stese la mano e
prese il coltello per immolare suo figlio. 11 Ma l'angelo del
Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo,
Abramo!». Rispose: «Eccomi!». 12 L'angelo
disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli
alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio,
il tuo unico figlio». 13 Allora Abramo alzò gli
occhi e vide un ariete impigliato con le corna in un cespuglio.
Abramo andò a prendere l'ariete e lo offrì in olocausto
invece del figlio. 14 Abramo chiamò quel luogo: «Il
Signore provvede», perciò oggi si dice: «Sul monte
il Signore provvede». 15 Poi l'angelo del Signore
chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta 16 e
disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché
tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico
figlio, 17 io ti benedirò con ogni benedizione e
renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del
cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua
discendenza si impadronirà delle città dei nemici.
18 Saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni
della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».
19 Poi Abramo tornò dai suoi servi; insieme si
misero in cammino verso Bersabea e Abramo abitò a Bersabea.
20 Dopo queste cose, ad Abramo fu portata questa notizia:
«Ecco Milca ha partorito figli a Nacor tuo fratello»:
21 Uz, il primogenito, e suo fratello Buz e Kamuèl il
padre di Aram 22 e Chesed, Azo, Pildas, Idlaf e Betuèl;
23 Betuèl generò Rebecca: questi otto figli
partorì Milca a Nacor, fratello di Abramo. 24 Anche la
sua concubina, chiamata Reuma, partorì figli: Tebach, Gacam,
Tacas e Maaca.
Cap. 23
1 Gli anni della vita di Sara furono centoventisette:
questi furono gli anni della vita di Sara. 2 Sara morì
a Kiriat-Arba, cioè Ebron, nel paese di Canaan, e Abramo venne
a fare il lamento per Sara e a piangerla. 3 Poi Abramo si
staccò dal cadavere di lei e parlò agli Hittiti: 4 «Io
sono forestiero e di passaggio in mezzo a voi. Datemi la proprietà
di un sepolcro in mezzo a voi, perché io possa portar via la
salma e seppellirla». 5 Allora gli Hittiti risposero:
6 «Ascolta noi, piuttosto, signore: tu sei un principe
di Dio in mezzo a noi: seppellisci il tuo morto nel migliore dei
nostri sepolcri. Nessuno di noi ti proibirà di seppellire la
tua defunta nel suo sepolcro». 7 Abramo si alzò,
si prostrò davanti alla gente del paese, davanti agli Hittiti
e parlò loro: 8 «Se è secondo il vostro
desiderio che io porti via il mio morto e lo seppellisca, ascoltatemi
e insistete per me presso Efron, figlio di Zocar, 9 perché
mi dia la sua caverna di Macpela, che è all'estremità
del suo campo. Me la ceda per il suo prezzo intero come proprietà
sepolcrale in mezzo a voi». 10 Ora Efron stava seduto
in mezzo agli Hittiti. Efron l'Hittita rispose ad Abramo, mentre lo
ascoltavano gli Hittiti, quanti entravano per la porta della sua
città, e disse: 11 «Ascolta me, piuttosto, mio
signore: ti cedo il campo con la caverna che vi si trova, in presenza
dei figli del mio popolo te la cedo: seppellisci il tuo morto».
12 Allora Abramo si prostrò a lui alla presenza della
gente del paese. 13 Parlò ad Efron, mentre lo
ascoltava la gente del paese, e disse: «Se solo mi volessi
ascoltare: io ti do il prezzo del campo. Accettalo da me, così
io seppellirò là il mio morto». 14 Efron
rispose ad Abramo: 15 «Ascolta me piuttosto, mio
signore: un terreno del valore di quattrocento sicli d'argento che
cosa è mai tra me e te? Seppellisci dunque il tuo morto».
16 Abramo accettò le richieste di Efron e Abramo
pesò ad Efron il prezzo che questi aveva detto, mentre lo
ascoltavano gli Hittiti, cioè quattrocento sicli d'argento,
nella moneta corrente sul mercato. 17 Così il campo di
Efron che si trovava in Macpela, di fronte a Mamre, il campo e la
caverna che vi si trovava e tutti gli alberi che erano dentro il
campo e intorno al suo limite, 18 passarono in proprietà
ad Abramo, alla presenza degli Hittiti, di quanti entravano nella
porta della città. 19 Dopo, Abramo seppellì
Sara, sua moglie, nella caverna del campo di Macpela di fronte a
Mamre, cioè Ebron, nel paese di Canaan. 20 Il campo e
la caverna che vi si trovava passarono dagli Hittiti ad Abramo in
proprietà sepolcrale.
Cap. 24
1 Abramo era ormai vecchio, avanti negli anni, e il
Signore lo aveva benedetto in ogni cosa. 2 Allora Abramo
disse al suo servo, il più anziano della sua casa, che aveva
potere su tutti i suoi beni: «Metti la mano sotto la mia coscia
3 e ti farò giurare per il Signore, Dio del cielo e
Dio della terra, che non prenderai per mio figlio una moglie tra le
figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito, 4 ma che andrai
al mio paese, nella mia patria, a scegliere una moglie per mio figlio
Isacco». 5 Gli disse il servo: «Se la donna non
mi vuol seguire in questo paese, dovrò forse ricondurre tuo
figlio al paese da cui tu sei uscito?». 6 Gli rispose
Abramo: «Guardati dal ricondurre là mio figlio! 7 Il
Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che mi ha tolto dalla casa
di mio padre e dal mio paese natio, che mi ha parlato e mi ha
giurato: Alla tua discendenza darò questo paese, egli stesso
manderà il suo angelo davanti a te, perché tu possa
prendere di là una moglie per il mio figlio. 8 Se la
donna non vorrà seguirti, allora sarai libero dal giuramento a
me fatto; ma non devi ricondurre là il mio figlio».
9 Allora il servo mise la mano sotto la coscia di Abramo,
suo padrone, e gli prestò giuramento riguardo a questa cosa.
10 Il servo prese dieci cammelli del suo padrone e, portando
ogni sorta di cose preziose del suo padrone, si mise in viaggio e
andò nel Paese dei due fiumi, alla città di Nacor.
11 Fece inginocchiare i cammelli fuori della città,
presso il pozzo d'acqua, nell'ora della sera, quando le donne escono
ad attingere. 12 E disse: «Signore, Dio del mio padrone
Abramo, concedimi un felice incontro quest'oggi e usa benevolenza
verso il mio padrone Abramo! 13 Ecco, io sto presso la fonte
dell'acqua, mentre le fanciulle della città escono per
attingere acqua. 14 Ebbene, la ragazza alla quale dirò:
Abbassa l'anfora e lasciami bere, e che risponderà: Bevi,
anche ai tuoi cammelli darò da bere, sia quella che tu hai
destinata al tuo servo Isacco; da questo riconoscerò che tu
hai usato benevolenza al mio padrone». 15 Non aveva
ancora finito di parlare, quand'ecco Rebecca, che era nata a Betuèl
figlio di Milca, moglie di Nacor, fratello di Abramo, usciva con
l'anfora sulla spalla. 16 La giovinetta era molto bella
d'aspetto, era vergine, nessun uomo le si era unito. Essa scese alla
sorgente, riempì l'anfora e risalì. 17 Il servo
allora le corse incontro e disse: «Fammi bere un po' d'acqua
dalla tua anfora». 18 Rispose: «Bevi, mio
signore». In fretta calò l'anfora sul braccio e lo fece
bere. 19 Come ebbe finito di dargli da bere, disse: «Anche
per i tuoi cammelli ne attingerò, finché finiranno di
bere». 20 In fretta vuotò l'anfora
nell'abbeveratoio, corse di nuovo ad attingere al pozzo e attinse per
tutti i cammelli di lui. 21 Intanto quell'uomo la contemplava
in silenzio, in attesa di sapere se il Signore avesse o no concesso
buon esito al suo viaggio. 22 Quando i cammelli ebbero finito
di bere, quell'uomo prese un pendente d'oro del peso di mezzo siclo e
glielo pose alle narici e le pose sulle braccia due braccialetti del
peso di dieci sicli d'oro. 23 E disse: «Di chi sei
figlia? Dimmelo. C'è posto per noi in casa di tuo padre, per
passarvi la notte?». 24 Gli rispose: «Io sono
figlia di Betuèl, il figlio che Milca partorì a Nacor».
25 E soggiunse: «C'è paglia e foraggio in
quantità da noi e anche posto per passare la notte».
26 Quell'uomo si inginocchiò e si prostrò al
Signore 27 e disse: «Sia benedetto il Signore, Dio del
mio padrone Abramo, che non ha cessato di usare benevolenza e fedeltà
verso il mio padrone. Quanto a me, il Signore mi ha guidato sulla via
fino alla casa dei fratelli del mio padrone». 28 La
giovinetta corse ad annunziare alla casa di sua madre tutte queste
cose. 29 Ora Rebecca aveva un fratello chiamato Làbano
e Làbano corse fuori da quell'uomo al pozzo. 30 Egli
infatti, visti il pendente e i braccialetti alle braccia della
sorella e udite queste parole di Rebecca, sua sorella: «Così
mi ha parlato quell'uomo», venne da costui che ancora stava
presso i cammelli vicino al pozzo. 31 Gli disse: «Vieni,
benedetto dal Signore! Perché te ne stai fuori, mentre io ho
preparato la casa e un posto per i cammelli?». 32 Allora
l'uomo entrò in casa e quegli tolse il basto ai cammelli,
fornì paglia e foraggio ai cammelli e acqua per lavare i piedi
a lui e ai suoi uomini. 33 Quindi gli fu posto davanti da
mangiare, ma egli disse; «Non mangerò, finché non
avrò detto quello che devo dire». Gli risposero: «Dì
pure». 34 E disse: «Io sono un servo di Abramo.
35 Il Signore ha benedetto molto il mio padrone, che è
diventato potente: gli ha concesso greggi e armenti, argento e oro,
schiavi e schiave, cammelli e asini. 36 Sara, la moglie del
mio padrone, gli ha partorito un figlio, quando ormai era vecchio, al
quale egli ha dato tutti i suoi beni. 37 E il mio padrone mi
ha fatto giurare: Non devi prendere per mio figlio una moglie tra le
figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito, 38 ma andrai
alla casa di mio padre, alla mia famiglia, a prendere una moglie per
mio figlio. 39 Io dissi al mio padrone: Forse la donna non mi
seguirà. 40 Mi rispose: Il Signore, alla cui presenza
io cammino, manderà con te il suo angelo e darà felice
esito al tuo viaggio, così che tu possa prendere una moglie
per il mio figlio dalla mia famiglia e dalla casa di mio padre.
41 Solo quando sarai andato alla mia famiglia, sarai esente
dalla mia maledizione; se non volessero cedertela, sarai esente dalla
mia maledizione. 42 Così oggi sono arrivato alla fonte
e ho detto: Signore, Dio del mio padrone Abramo, se stai per dar buon
esito al viaggio che sto compiendo, 43 ecco, io sto presso la
fonte d'acqua; ebbene, la giovane che uscirà ad attingere,
alla quale io dirò: Fammi bere un po' d'acqua dalla tua
anfora, 44 e mi risponderà: Bevi tu; anche per i tuoi
cammelli attingerò, quella sarà la moglie che il
Signore ha destinata al figlio del mio padrone. 45 Io non
avevo ancora finito di pensare, quand'ecco Rebecca uscire con
l'anfora sulla spalla; scese alla fonte, attinse; io allora le dissi:
Fammi bere. 46 Subito essa calò l'anfora e disse:
Bevi; anche ai tuoi cammelli darò da bere. Così io
bevvi ed essa diede da bere anche ai cammelli. 47 E io la
interrogai: Di chi sei figlia? Rispose: Sono figlia di Betuèl,
il figlio che Milca ha partorito a Nacor. Allora le posi il pendente
alle narici e i braccialetti alle braccia. 48 Poi mi
inginocchiai e mi prostrai al Signore e benedissi il Signore, Dio del
mio padrone Abramo, il quale mi aveva guidato per la via giusta a
prendere per suo figlio la figlia del fratello del mio padrone.
49 Ora, se intendete usare benevolenza e lealtà verso
il mio padrone, fatemelo sapere; se no, fatemelo sapere ugualmente,
perché io mi rivolga altrove».
50 Allora Làbano e Betuèl risposero: «Dal
Signore la cosa procede, non possiamo dirti nulla. 51 Ecco
Rebecca davanti a te: prendila e va e sia la moglie del figlio del
tuo padrone, come ha parlato il Signore».
52 Quando il servo di Abramo udì le loro parole, si
prostrò a terra davanti al Signore. 53 Poi il servo
tirò fuori oggetti d'argento e oggetti d'oro e vesti e li
diede a Rebecca; doni preziosi diede anche al fratello e alla madre
di lei. 54 Poi mangiarono e bevvero lui e i suoi uomini e
passarono la notte. Quando si alzarono alla mattina, egli disse:
«Lasciatemi andare dal mio padrone». 55 Ma il
fratello e la madre di lei dissero: «Rimanga la giovinetta con
noi qualche tempo, una decina di giorni; dopo, te ne andrai».
56 Rispose loro: «Non trattenetemi, mentre il Signore
ha concesso buon esito al mio viaggio. Lasciatemi partire per andare
dal mio padrone!». 57 Dissero allora: «Chiamiamo
la giovinetta e domandiamo a lei stessa». 58 Chiamarono
dunque Rebecca e le dissero: «Vuoi partire con quest'uomo?».
Essa rispose: «Andrò». 59 Allora essi
lasciarono partire Rebecca con la nutrice, insieme con il servo di
Abramo e i suoi uomini. 60 Benedissero Rebecca e le dissero:
«Tu, sorella nostra, 61 Così Rebecca e le sue ancelle si alzarono,
montarono sui cammelli e seguirono quell'uomo. Il servo prese con sé
Rebecca e partì. 62 Intanto Isacco rientrava dal pozzo
di Lacai-Roi; abitava infatti nel territorio del Negheb. 63 Isacco
uscì sul fare della sera per svagarsi in campagna e, alzando
gli occhi, vide venire i cammelli. 64 Alzò gli occhi
anche Rebecca, vide Isacco e scese subito dal cammello. 65 E
disse al servo: «Chi è quell'uomo che viene attraverso
la campagna incontro a noi?». Il servo rispose: «E' il
mio padrone». Allora essa prese il velo e si coprì.
66 Il servo raccontò ad Isacco tutte le cose che aveva
fatte. 67 Isacco introdusse Rebecca nella tenda che era stata
di sua madre Sara; si prese in moglie Rebecca e l'amò. Isacco
trovò conforto dopo la morte della madre.
Cap. 25
1 Abramo prese un'altra moglie: essa aveva nome Chetura.
2 Essa gli partorì Zimran, Ioksan, Medan, Madian,
Isbak e Suach. 3 Ioksan generò Saba e Dedan e i figli
di Dedan furono gli Asurim, i Letusim e i Leummim. 4 I figli
di Madian furono Efa, Efer, Enoch, Abida ed Eldaa. Tutti questi sono
i figli di Chetura.
5 Abramo diede tutti i suoi beni a Isacco. 6 Quanto
invece ai figli delle concubine, che Abramo aveva avute, diede loro
doni e, mentre era ancora in vita, li licenziò, mandandoli
lontano da Isacco suo figlio, verso il levante, nella regione
orientale.
7 La durata della vita di Abramo fu di centosettantacinque
anni. 8 Poi Abramo spirò e morì in felice
canizie, vecchio e sazio di giorni, e si riunì ai suoi
antenati. 9 Lo seppellirono i suoi figli, Isacco e Ismaele,
nella caverna di Macpela, nel campo di Efron, figlio di Zocar,
l'Hittita, di fronte a Mamre. 10 E' appunto il campo che
Abramo aveva comperato dagli Hittiti: ivi furono sepolti Abramo e sua
moglie Sara. 11 Dopo la morte di Abramo, Dio benedisse il
figlio di lui Isacco e Isacco abitò presso il pozzo di
Lacai-Roi.
12 Questa è la discendenza di Ismaele, figlio di
Abramo, che gli aveva partorito Agar l'Egiziana, schiava di Sara.
13 Questi sono i nomi dei figli d'Ismaele, con il loro
elenco in ordine di generazione: il primogenito di Ismaele è
Nebaiòt, poi Kedar, Adbeèl, Mibsam, 14 Misma,
Duma, Massa, 15 Adad, Tema, Ietur, Nafis e Kedma. 16 Questi
sono gli Ismaeliti e questi sono i loro nomi secondo i loro recinti e
accampamenti. Sono i dodici principi delle rispettive tribù.
17 La durata della vita di Ismaele fu di centotrentasette
anni; poi morì e si riunì ai suoi antenati. 18 Egli
abitò da Avìla fino a Sur, che è lungo il
confine dell'Egitto in direzione di Assur; egli si era stabilito di
fronte a tutti i suoi fratelli.
19 Questa è la discendenza di Isacco, figlio di
Abramo. Abramo aveva generato Isacco. 20 Isacco aveva
quarant'anni quando si prese in moglie Rebecca, figlia di Betuèl
l'Arameo, da Paddan-Aram, e sorella di Làbano l'Arameo.
21 Isacco supplicò il Signore per sua moglie, perché
essa era sterile e il Signore lo esaudì, così che sua
moglie Rebecca divenne incinta. 22 Ora i figli si urtavano
nel suo seno ed essa esclamò: «Se è così,
perché questo?». Andò a consultare il Signore.
23 Il Signore le rispose:
«Due nazioni sono nel tuo seno 24 Quando poi si compì per lei il tempo di
partorire, ecco due gemelli erano nel suo grembo. 25 Uscì
il primo, rossiccio e tutto come un mantello di pelo, e fu chiamato
Esaù. 26 Subito dopo, uscì il fratello e teneva
in mano il calcagno di Esaù; fu chiamato Giacobbe. Isacco
aveva sessant'anni quando essi nacquero.
27 I fanciulli crebbero ed Esaù divenne abile nella
caccia, un uomo della steppa, mentre Giacobbe era un uomo tranquillo,
che dimorava sotto le tende. 28 Isacco prediligeva Esaù,
perché la cacciagione era di suo gusto, mentre Rebecca
prediligeva Giacobbe.
29 Una volta Giacobbe aveva cotto una minestra di
lenticchie; Esaù arrivò dalla campagna ed era sfinito.
30 Disse a Giacobbe: «Lasciami mangiare un po' di
questa minestra rossa, perché io sono sfinito» - Per
questo fu chiamato Edom -. 31 Giacobbe disse: «Vendimi
subito la tua primogenitura». 32 Rispose Esaù:
«Ecco sto morendo: a che mi serve allora la primogenitura?».
33 Giacobbe allora disse: «Giuramelo subito».
Quegli lo giurò e vendette la primogenitura a Giacobbe.
34 Giacobbe diede ad Esaù il pane e la minestra di
lenticchie; questi mangiò e bevve, poi si alzò e se ne
andò. A tal punto Esaù aveva disprezzato la
primogenitura.
Cap. 26
1 Venne una carestia nel paese oltre la prima che era
avvenuta ai tempi di Abramo, e Isacco andò a Gerar presso
Abimèlech, re dei Filistei. 2 Gli apparve il Signore e
gli disse: «Non scendere in Egitto, abita nel paese che io ti
indicherò. 3 Rimani in questo paese e io sarò
con te e ti benedirò, perché a te e alla tua discendeza
io concederò tutti questi territori, e manterrò il
giuramento che ho fatto ad Abramo tuo padre. 4 Renderò
la tua discendenza numerosa come le stelle del cielo e concederò
alla tua discendenza tutti questi territori: tutte le nazioni della
terra saranno benedette per la tua discendenza; 5 per il
fatto che Abramo ha obbedito alla mia voce e ha osservato ciò
che io gli avevo prescritto: i miei comandamenti, le mie istituzioni
e le mie leggi».
6 Così Isacco dimorò in Gerar. 7 Gli
uomini del luogo lo interrogarono intorno alla moglie ed egli disse:
«E' mia sorella»; infatti aveva timore di dire: «E'
mia moglie», pensando che gli uomini del luogo lo uccidessero
per causa di Rebecca, che era di bell'aspetto.
8 Era là da molto tempo, quando Abimèlech,
re dei Filistei, si affacciò alla finestra e vide Isacco
scherzare con la propria moglie Rebecca. 9 Abimèlech
chiamò Isacco e disse: «Sicuramente essa è tua
moglie. E perché tu hai detto: E' mia sorella?». Gli
rispose Isacco: «Perché mi son detto: io non muoia per
causa di lei!». 10 Riprese Abimèlech: «Che
ci hai fatto? Poco ci mancava che qualcuno del popolo si unisse a tua
moglie e tu attirassi su di noi una colpa». 11 Abimèlech
diede quest'ordine a tutto il popolo: «Chi tocca questo uomo o
la sua moglie sarà messo a morte!».
12 Poi Isacco fece una semina in quel paese e raccolse
quell'anno il centuplo. Il Signore infatti lo aveva benedetto. 13 E
l'uomo divenne ricco e crebbe tanto in ricchezze fino a divenire
ricchissimo: 14 possedeva greggi di piccolo e di grosso
bestiame e numerosi schiavi e i Filistei cominciarono ad invidiarlo.
15 Tutti i pozzi che avevano scavati i servi di suo padre
ai tempi del padre Abramo, i Filistei li avevano turati riempiendoli
di terra. 16 Abimèlech disse ad Isacco: «vattene
via da noi, perché tu sei molto più potente di noi».
17 Isacco andò via di là, si accampo' sul
torrente di Gerar e vi si stabilì. 18 Isacco tornò
a scavare i pozzi d'acqua, che avevano scavati i servi di suo padre,
Abramo, e che i Filistei avevano turati dopo la morte di Abramo, e li
chiamò come li aveva chiamati suo padre. 19 I servi di
Isacco scavarono poi nella valle e vi trovarono un pozzo di acqua
viva. 20 Ma i pastori di Gerar litigarono con i pastori di
Isacco, dicendo: «L'acqua è nostra!».
Allora egli chiamò Esech il pozzo, perché quelli
avevano litigato con lui. 21 Scavarono un altro pozzo, ma
quelli litigarono anche per questo ed egli lo chiamò Sitna.
22 Allora si mosse di là e scavò un altro
pozzo, per il quale non litigarono; allora egli lo chiamò
Recobòt e disse: «Ora il Signore ci ha dato spazio
libero perché noi prosperiamo nel paese». 23 Di
là andò a Bersabea. 24 E in quella notte gli
apparve il Signore e disse:
«Io sono il Dio di Abramo, tuo padre; 25 Allora egli costruì in quel luogo un altare e
invocò il nome del Signore; lì piantò la tenda.
E i servi di Isacco scavarono un pozzo.
26 Intanto Abimèlech da Gerar era andato da lui,
insieme con Acuzzat, suo amico, e Picol, capo del suo esercito.
27 Isacco disse loro: «Perché siete venuti da
me, mentre voi mi odiate e mi avete scacciato da voi?». 28 Gli
risposero: «Abbiamo visto che il Signore è con te e
abbiamo detto: vi sia un giuramento tra di noi, tra noi e te, e
concludiamo un'alleanza con te: 29 tu non ci farai alcun
male, come noi non ti abbiamo toccato e non ti abbiamo fatto se non
il bene e ti abbiamo lasciato andare in pace. Tu sei ora un uomo
benedetto dal Signore». 30 Allora imbandì loro
un convito e mangiarono e bevvero. 31 Alzatisi di buon
mattino, si prestarono giuramento l'un l'altro, poi Isacco li congedò
e partirono da lui in pace. 32 Proprio in quel giorno
arrivarono i servi di Isacco e lo informarono a proposito del pozzo
che avevano scavato e gli dissero: «Abbiamo trovato l'acqua».
33 Allora egli lo chiamò Sibea: per questo la città
si chiama Bersabea fino ad oggi.
34 Quando Esaù ebbe quarant'anni, prese in moglie
Giudit, figlia di Beeri l'Hittita, e Basemat, figlia di Elon
l'Hittita. 35 Esse furono causa d'intima amarezza per Isacco
e per Rebecca.
Cap. 27
1 Isacco era vecchio e gli occhi gli si erano così
indeboliti che non ci vedeva più. Chiamò il figlio
maggiore, Esaù, e gli disse: «Figlio mio». Gli
rispose: «Eccomi». 2 Riprese: «Vedi, io
sono vecchio e ignoro il giorno della mia morte. 3 Ebbene,
prendi le tue armi, la tua farètra e il tuo arco, esci in
campagna e prendi per me della selvaggina. 4 Poi preparami un
piatto di mio gusto e portami da mangiare, perché io ti
benedica prima di morire». 5 Ora Rebecca ascoltava,
mentre Isacco parlava al figlio Esaù. Andò dunque Esaù
in campagna a caccia di selvaggina da portare a casa. 6 Rebecca
disse al figlio Giacobbe: «Ecco, ho sentito tuo padre dire a
tuo fratello Esaù: 7 Portami la selvaggina e preparami
un piatto, così mangerò e poi ti benedirò
davanti al Signore prima della morte. 8 Ora, figlio mio,
obbedisci al mio ordine: 9 va subito al gregge e prendimi di
là due bei capretti; io ne farò un piatto per tuo
padre, secondo il suo gusto. 10 Così tu lo porterai a
tuo padre che ne mangerà, perché ti benedica prima
della sua morte». 11 Rispose Giacobbe a Rebecca sua
madre: «Sai che mio fratello Esaù è peloso,
mentre io ho la pelle liscia. 12 Forse mio padre mi palperà
e si accorgerà che mi prendo gioco di lui e attirerò
sopra di me una maledizione invece di una benedizione». 13 Ma
sua madre gli disse: «Ricada su di me la tua maledizione,
figlio mio! Tu obbedisci soltanto e vammi a prendere i capretti».
14 Allora egli andò a prenderli e li portò alla
madre, così la madre ne fece un piatto secondo il gusto di suo
padre. 15 Rebecca prese i vestiti migliori del suo figlio
maggiore, Esaù, che erano in casa presso di lei, e li fece
indossare al figlio minore, Giacobbe; 16 con le pelli dei
capretti rivestì le sue braccia e la parte liscia del collo.
17 Poi mise in mano al suo figlio Giacobbe il piatto e il
pane che aveva preparato.
18 Così egli venne dal padre e disse: «Padre
mio». Rispose: «Eccomi; chi sei tu, figlio mio?».
19 Giacobbe rispose al padre: «Io sono Esaù, il
tuo primogento. Ho fatto come tu mi hai ordinato. Alzati dunque,
siediti e mangia la mia selvaggina, perché tu mi benedica».
20 Isacco disse al figlio: «Come hai fatto presto a
trovarla, figlio mio!». Rispose: «Il Signore me l'ha
fatta capitare davanti». 21 Ma Isacco gli disse:
«Avvicinati e lascia che ti palpi, figlio mio, per sapere se tu
sei proprio il mio figlio Esaù o no». 22 Giacobbe
si avvicinò ad Isacco suo padre, il quale lo tastò e
disse: «La voce è la voce di Giacobbe, ma le braccia
sono le braccia di Esaù». 23 Così non lo
riconobbe, perché le sue braccia erano pelose come le braccia
di suo fratello Esaù, e perciò lo benedisse. 24 Gli
disse ancora: «Tu sei proprio il mio figlio Esaù?».
Rispose: «Lo sono». 25 Allora disse: «Porgimi
da mangiare della selvaggina del mio figlio, perché io ti
benedica». Gliene servì ed egli mangiò, gli portò
il vino ed egli bevve. 26 Poi suo padre Isacco gli disse:
«Avvicinati e baciami, figlio mio!». 27 Gli si
avvicinò e lo baciò. Isacco aspirò l'odore degli
abiti di lui e lo benedisse:
«Ecco l'odore del mio figlio 30 Isacco aveva appena finito di benedire Giacobbe e
Giacobbe si era allontanato dal padre Isacco, quando arrivò
dalla caccia Esaù suo fratello. 31 Anch'egli aveva
preparato un piatto, poi lo aveva portato al padre e gli aveva detto:
«Si alzi mio padre e mangi la selvaggina di suo figlio, perché
tu mi benedica». 32 Gli disse suo padre Isacco: «Chi
sei tu?». Rispose: «Io sono il tuo figlio primogenito
Esaù». 33 Allora Isacco fu colto da un
fortissimo tremito e disse: «Chi era dunque colui che ha preso
la selvaggina e me l'ha portata? Io ho mangiato di tutto prima che tu
venissi, poi l'ho benedetto e benedetto resterà».
34 Quando Esaù sentì le parole di suo padre,
scoppiò in alte, amarissime grida. Egli disse a suo padre:
«Benedici anche me, padre mio!». 35 Rispose: «E'
venuto tuo fratello con inganno e ha carpito la tua benedizione».
36 Riprese: «Forse perché si chiama Giacobbe mi
ha soppiantato gia due volte? Gia ha carpito la mia primogenitura ed
ecco ora ha carpito la mia benedizione!». Poi soggiunse: «Non
hai forse riservato qualche benedizione per me?». 37 Isacco
rispose e disse a Esaù: «Ecco, io l'ho costituito tuo
signore e gli ho dato come servi tutti i suoi fratelli; l'ho
provveduto di frumento e di mosto; per te che cosa mai potrò
fare, figlio mio?». 38 Esaù disse al padre: «Hai
una sola benedizione padre mio? Benedici anche me, padre mio!».
Ma Isacco taceva ed Esaù alzò la voce e pianse.
39 Allora suo padre Isacco prese la parola e gli disse:
«Ecco, lungi dalle terre grasse 41 Esaù perseguitò Giacobbe per la
benedizione che suo padre gli aveva dato. Pensò Esaù:
«Si avvicinano i giorni del lutto per mio padre; allora
ucciderò mio fratello Giacobbe». 42 Ma furono
riferite a Rebecca le parole di Esaù, suo figlio maggiore, ed
essa mandò a chiamare il figlio minore Giacobbe e gli disse:
«Esaù tuo fratello vuol vendicarsi di te uccidendoti.
43 Ebbene, figlio mio, obbedisci alla mia voce: su, fuggi a
Carran da mio fratello Làbano. 44 Rimarrai con lui
qualche tempo, finché l'ira di tuo fratello si sarà
placata; 45 finché si sarà palcata contro di te
la collera di tuo fratello e si sarà dimenticato di quello che
gli hai fatto. Allora io manderò a prenderti di là.
Perché dovrei venir privata di voi due in un sol giorno?».
46 Poi Rebecca disse a Isacco: «Ho disgusto della
mia vita a causa di queste donne hittite: se Giacobbe prende moglie
tra le hittite come queste, tra le figlie del paese, a che mi giova
la vita?».
Cap. 28
1 Allora Isacco chiamò Giacobbe, lo benedisse e gli
diede questo comando: «Tu non devi prender moglie tra le figlie
di Canaan. 2 Su, va in Paddan-Aram, nella casa di Betuèl,
padre di tua madre, e prenditi di là la moglie tra le figlie
di Làbano, fratello di tua madre. 3 Ti benedica Dio
onnipotente, ti renda fecondo e ti moltiplichi, sì che tu
divenga una assemblea di popoli. 4 Conceda la benedizione di
Abramo a te e alla tua discendenza con te, perché tu possieda
il paese dove sei stato forestiero, che Dio ha dato ad Abramo».
5 Così Isacco fece partire Giacobbe, che andò
in Paddan-Aram presso Làbano, figlio di Betuèl,
l'Arameo, fratello di Rebecca, madre di Giacobbe e di Esaù.
6 Esaù vide che Isacco aveva benedetto Giacobbe e
l'aveva mandato in Paddan-Aram per prendersi una moglie di là
e che, mentre lo benediceva, gli aveva dato questo comando: «Non
devi prender moglie tra le Cananee». 7 Giacobbe aveva
obbedito al padre e alla madre ed era partito per Paddan-Aram.
8 Esaù comprese che le figlie di Canaan non erano
gradite a suo padre Isacco. 9 Allora si recò da
Ismaele e, oltre le mogli che aveva, si prese in moglie Macalat,
figlia di Ismaele, figlio di Abramo, sorella di Nebaiòt.
10 Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso
Carran. 11 Capitò così in un luogo, dove passò
la notte, perché il sole era tramontato; prese una pietra, se
la pose come guanciale e si coricò in quel luogo. 12 Fece
un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima
raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano
su di essa. 13 Ecco il Signore gli stava davanti e disse: «Io
sono il Signore, il Dio di Abramo tuo padre e il Dio di Isacco. La
terra sulla quale tu sei coricato la darò a te e alla tua
discendenza. 14 La tua discendenza sarà come la
polvere della terra e ti estenderai a occidente e ad oriente, a
settentrione e a mezzogiorno. E saranno benedette per te e per la tua
discendenza tutte le nazioni della terra. 15 Ecco io sono con
te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò
ritornare in questo paese, perché non ti abbandonerò
senza aver fatto tutto quello che t'ho detto». 16 Allora
Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: «Certo, il
Signore è in questo luogo e io non lo sapevo». 17 Ebbe
timore e disse: «Quanto è terribile questo luogo! Questa
è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo».
18 Alla mattina presto Giacobbe si alzò, prese la
pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e
versò olio sulla sua sommità. 19 E chiamò
quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava
Luz. 20 Giacobbe fece questo voto: «Se Dio sarà
con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi
darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, 21 se
ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà
il mio Dio. 22 Questa pietra, che io ho eretta come stele,
sarà una casa di Dio; di quanto mi darai io ti offrirò
la decima».
Cap. 29
1 Poi Giacobbe si mise in cammino e andò nel paese
degli orientali. 2 Vide nella campagna un pozzo e tre greggi
di piccolo bestiame, accovacciati vicino, perché a quel pozzo
si abbeveravano i greggi, ma la pietra sulla bocca del pozzo era
grande. 3 Quando tutti i greggi si erano radunati là,
i pastori rotolavano la pietra dalla bocca del pozzo e abbeveravano
il bestiame; poi rimettevano la pietra al posto sulla bocca del
pozzo. 4 Giacobbe disse loro: «Fratelli miei, di dove
siete?». Risposero: «Siamo di Carran». 5 Disse
loro: «Conoscete Làbano, figlio di Nacor?».
Risposero: «Lo conosciamo». 6 Disse loro: «Sta
bene?». Risposero: «Sì; ecco la figlia Rachele che
viene con il gregge». 7 Riprese: «Eccoci ancora
in pieno giorno: non è tempo di radunare il bestiame. Date da
bere al bestiame e andate a pascolare!». 8 Risposero:
«Non possiamo, finché non siano radunati tutti i greggi
e si rotoli la pietra dalla bocca del pozzo; allora faremo bere il
gregge».
9 Egli stava ancora parlando con loro, quando arrivò
Rachele con il bestiame del padre, perché era una pastorella.
10 Quando Giacobbe vide Rachele, figlia di Làbano,
fratello di sua madre, insieme con il bestiame di Làbano,
fratello di sua madre, Giacobbe, fattosi avanti, rotolò la
pietra dalla bocca del pozzo e fece bere le pecore di Làbano,
fratello di sua madre. 11 Poi Giacobbe baciò Rachele e
pianse ad alta voce. 12 Giacobbe rivelò a Rachele che
egli era parente del padre di lei, perché figlio di Rebecca.
Allora essa corse a riferirlo al padre. 13 Quando Làbano
seppe che era Giacobbe, il figlio di sua sorella, gli corse incontro,
lo abbracciò, lo baciò e lo condusse nella sua casa. Ed
egli raccontò a Làbano tutte le sue vicende. 14 Allora
Làbano gli disse: «Davvero tu sei mio osso e mia
carne!». Così dimorò presso di lui per un mese.
15 Poi Làbano disse a Giacobbe: «Poiché
sei mio parente, mi dovrai forse servire gratuitamente? Indicami
quale deve essere il tuo salario». 16 Ora Làbano
aveva due figlie; la maggiore si chiamava Lia e la più piccola
si chiamava Rachele. 17 Lia aveva gli occhi smorti, mentre
Rachele era bella di forme e avvenente di aspetto, 18 perciò
Giacobbe amava Rachele. Disse dunque: «Io ti servirò
sette anni per Rachele, tua figlia minore». 19 Rispose
Làbano: «Preferisco darla a te piuttosto che a un
estraneo. Rimani con me». 20 Così Giacobbe servì
sette anni per Rachele: gli sembrarono pochi giorni tanto era il suo
amore per lei. 21 Poi Giacobbe disse a Làbano: «Dammi
la mia sposa, perché il mio tempo è compiuto e voglio
unirmi a lei». 22 Allora Làbano radunò
tutti gli uomini del luogo e diede un banchetto. 23 Ma quando
fu sera, egli prese la figlia Lia e la condusse da lui ed egli si unì
a lei. 24 Làbano diede la propria schiava Zilpa alla
figLia, come schiava. 25 Quando fu mattina... ecco era Lia!
Allora Giacobbe disse a Làbano: «Che mi hai fatto? Non è
forse per Rachele che sono stato al tuo servizio? Perché mi
hai ingannato?». 26 Rispose Làbano: «Non
si usa far così nel nostro paese, dare, cioè, la più
piccola prima della maggiore. 27 Finisci questa settimana
nuziale, poi ti darò anche quest'altra per il servizio che tu
presterai presso di me per altri sette anni». 28 Giacobbe
fece così: terminò la settimana nuziale e allora Làbano
gli diede in moglie la figlia Rachele. 29 Làbano diede
alla figlia Rachele la propria schiava Bila, come schiava. 30 Egli
si unì anche a Rachele e amò Rachele più di Lia.
Fu ancora al servizio di lui per altri sette anni.
31 Ora il Signore, vedendo che Lia veniva trascurata, la
rese feconda, mentre Rachele rimaneva sterile. 32 Così
Lia concepì e partorì un figlio e lo chiamò
Ruben, perché disse: «Il Signore ha visto la mia
umiliazione; certo, ora mio marito mi amerà». 33 Poi
concepì ancora un figlio e disse: «Il Signore ha udito
che io ero trascurata e mi ha dato anche questo». E lo chiamò
Simeone. 34 Poi concepì ancora e partorì un
figlio e disse: «Questa volta mio marito mi si affezionerà,
perché gli ho partorito tre figli». Per questo lo chiamò
Levi. 35 Concepì ancora e partorì un figlio e
disse: «Questa volta loderò il Signore». Per
questo lo chiamò Giuda. Poi cessò di avere figli.
Cap. 30
1 Rachele, vedendo che non le era concesso di procreare
figli a Giacobbe, divenne gelosa della sorella e disse a Giacobbe:
«Dammi dei figli, se no io muoio!». 2 Giacobbe
s'irritò contro Rachele e disse: «Tengo forse io il
posto di Dio, il quale ti ha negato il frutto del grembo?».
3 Allora essa rispose: «Ecco la mia serva Bila:
unisciti a lei, così che partorisca sulle mie ginocchia e
abbia anch'io una mia prole per mezzo di lei». 4 Così
essa gli diede in moglie la propria schiava Bila e Giacobbe si unì
a lei. 5 Bila concepì e partorì a Giacobbe un
figlio. 6 Rachele disse: «Dio mi ha fatto giustizia e
ha anche ascoltato la mia voce, dandomi un figlio». Per questo
essa lo chiamò Dan. 7 Poi Bila, la schiava di Rachele,
concepì ancora e partorì a Giacobbe un secondo figlio.
8 Rachele disse: «Ho sostenuto contro mia sorella lotte
difficili e ho vinto!». Perciò lo chiamò Nèftali.
9 Allora Lia, vedendo che aveva cessato di aver figli,
prese la propria schiava Zilpa e la diede in moglie e Giacobbe.
10 Zilpa, la schiava di Lia, partorì a Giacobbe un
figlio. 11 Lia disse: «Per fortuna!» e lo chiamò
Gad. 12 Poi Zilpa, la schiava di Lia, partorì un
secondo figlio a Giacobbe. 13 Lia disse: «Per mia
felicità! Perché le donne mi diranno felice».
Perciò lo chiamò Aser.
14 Al tempo della mietitura del grano, Ruben uscì e
trovò mandragore, che portò alla madre Lia. Rachele
disse a Lia: «Dammi un po' delle mandragore di tuo figlio».
15 Ma Lia rispose: «E' forse poco che tu mi abbia
portato via il marito perché voglia portar via anche le
mandragore di mio figlio?». Riprese Rachele: «Ebbene, si
corichi pure con te questa notte, in cambio delle mandragore di tuo
figlio». 16 Alla sera, quando Giacobbe arrivò
dalla campagna, Lia gli uscì incontro e gli disse: «Da
me devi venire, perché io ho pagato il diritto di averti con
le mandragore di mio figlio». Così egli si coricò
con lei quella notte. 17 Il Signore esaudì Lia, la
quale concepì e partorì a Giacobbe un quinto figlio.
18 Lia disse: «Dio mi ha dato il mio salario, per avere
io dato la mia schiava a mio marito». Perciò lo chiamò
Issacar. 19 Poi Lia concepì e partorì ancora un
sesto figlio a Giacobbe. 20 Lia disse: «Dio mi ha fatto
un bel regalo: questa volta mio marito mi preferirà, perché
gli ho partorito sei figli». Perciò lo chiamò
Zàbulon. 21 In seguito partorì una figlia e la
chiamò Dina.
22 Poi Dio si ricordò anche di Rachele; Dio la
esaudì e la rese feconda. 23 Essa concepì e
partorì un figlio e disse: «Dio ha tolto il mio
disonore». 24 E lo chiamò Giuseppe dicendo: «Il
Signore mi aggiunga un altro figlio!».
25 Dopo che Rachele ebbe partorito Giuseppe, Giacobbe
disse a Làbano: «Lasciami andare e tornare a casa mia,
nel mio paese. 26 Dammi le mogli, per le quali ti ho servito,
e i miei bambini perché possa partire: tu conosci il servizio
che ti ho prestato». 27 Gli disse Làbano: «Se
ho trovato grazia ai tuoi occhi... Per divinazione ho saputo che il
Signore mi ha benedetto per causa tua». 28 E aggiunse:
«Fissami il tuo salario e te lo darò». 29 Gli
rispose: «Tu stesso sai come ti ho servito e quanti sono
diventati i tuoi averi per opera mia. 30 Perché il
poco che avevi prima della mia venuta è cresciuto oltre misura
e il Signore ti ha benedetto sui miei passi. Ma ora, quando lavorerò
anch'io per la mia casa?». 31 Riprese Làbano:
«Che ti devo dare?». Giacobbe rispose: «Non mi devi
nulla; se tu farai per me quanto ti dico, ritornerò a
pascolare il tuo gregge e a custodirlo. 32 Oggi passerò
fra tutto il tuo bestiame; metti da parte ogni capo di colore scuro
tra le pecore e ogni capo chiazzato e punteggiato tra le capre: sarà
il mio salario. 33 In futuro la mia stessa onestà
risponderà per me; quando verrai a verificare il mio salario,
ogni capo che non sarà punteggiato o chiazzato tra le capre e
di colore scuro tra le pecore, se si troverà presso di me,
sarà come rubato». 34 Làbano disse:
«Bene, sia come tu hai detto!». 35 In quel giorno
mise da parte i capri striati e chiazzati e tutte le capre
punteggiate e chiazzate, ogni capo che aveva del bianco e ogni capo
di colore scuro tra le pecore. Li affidò ai suoi figli 36 e
stabilì una distanza di tre giorni di cammino tra sé e
Giacobbe, mentre Giacobbe pascolava l'altro bestiame di Làbano.
37 Ma Giacobbe prese rami freschi di pioppo, di mandorlo e
di platano, ne intagliò la corteccia a strisce bianche,
mettendo a nudo il bianco dei rami. 38 Poi egli mise i rami
così scortecciati nei truogoli agli abbeveratoi dell'acqua,
dove veniva a bere il bestiame, proprio in vista delle bestie, le
quali si accoppiavano quando venivano a bere. 39 Così
le bestie si accoppiarono di fronte ai rami e le capre figliarono
capretti striati, punteggiati e chiazzati. 40 Quanto alle
pecore, Giacobbe le separò e fece sì che le bestie
avessero davanti a sé gli animali striati e tutti quelli di
colore scuro del gregge di Làbano. E i branchi che si era così
costituiti per conto suo, non li mise insieme al gregge di Làbano.
41 Ogni qualvolta si accoppiavano bestie robuste, Giacobbe
metteva i rami nei truogoli in vista delle bestie, per farle
concepire davanti ai rami. 42 Quando invece le bestie erano
deboli, non li metteva. Così i capi di bestiame deboli erano
per Làbano e quelli robusti per Giacobbe. 43 Egli si
arricchì oltre misura e possedette greggi in grande quantità,
schiave e schiavi, cammelli e asini.
Cap. 31
1 Ma Giacobbe venne a sapere che i figli di Làbano
dicevano: «Giacobbe si è preso quanto era di nostro
padre e con quanto era di nostro padre si è fatta tutta questa
fortuna». 2 Giacobbe osservò anche la faccia di
Làbano e si accorse che non era più verso di lui come
prima. 3 Il Signore disse a Giacobbe: «Torna al paese
dei tuoi padri, nella tua patria e io sarò con te».
4 Allora Giacobbe mandò a chiamare Rachele e Lia, in
campagna presso il suo gregge 5 e disse loro: «Io mi
accorgo dal volto di vostro padre che egli verso di me non è
più come prima; eppure il Dio di mio padre è stato con
me. 6 Voi stesse sapete che io ho servito vostro padre con
tutte le forze, 7 mentre vostro padre si è beffato di
me e ha cambiato dieci volte il mio salario; ma Dio non gli ha
permesso di farmi del male. 8 Se egli diceva: Le bestie
punteggiate saranno il tuo salario, tutto il gregge figliava bestie
punteggiate; se diceva: Le bestie striate saranno il tuo salario,
allora tutto il gregge figliava bestie striate. 9 Così
Dio ha sottratto il bestiame a vostro padre e l'ha dato a me. 10 Una
volta, quando il piccolo bestiame va in calore, io in sogno alzai gli
occhi e vidi che i capri in procinto di montare le bestie erano
striati, punteggiati e chiazzati. 11 L'angelo di Dio mi disse
in sogno: Giacobbe! Risposi: Eccomi. 12 Riprese: Alza gli
occhi e guarda: tutti i capri che montano le bestie sono striati,
punteggiati e chiazzati, perché ho visto quanto Làbano
ti fa. 13 Io sono il Dio di Betel, dove tu hai unto una stele
e dove mi hai fatto un voto. Ora alzati, parti da questo paese e
torna nella tua patria!». 14 Rachele e Lia gli
risposero: «Abbiamo forse ancora una parte o una eredità
nella casa di nostro padre? 15 Non siamo forse tenute in
conto di straniere da parte sua, dal momento che ci ha vendute e si è
anche mangiato il nostro danaro? 16 Tutta la ricchezza che
Dio ha sottratto a nostro padre è nostra e dei nostri figli.
Ora fà pure quanto Dio ti ha detto».
17 Allora Giacobbe si alzò, caricò i figli e
le mogli sui cammelli 18 e condusse via tutto il bestiame e
tutti gli averi che si era acquistati, il bestiame che si era
acquistato in Paddan-Aram, per ritornare da Isacco, suo padre, nel
paese di Canaan. 19 Làbano era andato a tosare il
gregge e Rachele rubò gli idoli che appartenevano al padre.
20 Giacobbe eluse l'attenzione di Làbano l'Arameo, non
avvertendolo che stava per fuggire; 21 così poté
andarsene con tutti i suoi averi. Si alzò dunque, passò
il fiume e si diresse verso le montagne di Gàlaad.
22 Al terzo giorno fu riferito a Làbano che
Giacobbe era fuggito. 23 Allora egli prese con sé i
suoi parenti, lo inseguì per sette giorni di cammino e lo
raggiunse sulle montagne di Gàlaad. 24 Ma Dio venne da
Làbano l'Arameo in un sogno notturno e gli disse: «Bada
di non dir niente a Giacobbe, proprio nulla!». 25 Làbano
andò dunque a raggiungere Giacobbe; ora Giacobbe aveva
piantato la tenda sulle montagne e Làbano si era accampato con
i parenti sulle montagne di Gàlaad. 26 Disse allora
Làbano a Giacobbe: «Che hai fatto? Hai eluso la mia
attenzione e hai condotto via le mie figlie come prigioniere di
guerra! 27 Perché sei fuggito di nascosto, mi hai
ingannato e non mi hai avvertito? Io ti avrei congedato con festa e
con canti, a suon di timpani e di cetre! 28 E non mi hai
permesso di baciare i miei figli e le mie figlie! Certo hai agito in
modo insensato. 29 Sarebbe in mio potere di farti del male,
ma il Dio di tuo padre mi ha parlato la notte scorsa: Bada di non dir
niente a Giacobbe, né in bene né in male! 30 Certo,
sei partito perché soffrivi di nostalgia per la casa di tuo
padre; ma perché mi hai rubato i miei dei?».
31 Giacobbe rispose a Làbano e disse: «Perché
avevo paura e pensavo che mi avresti tolto con la forza le tue
figlie. 32 Ma quanto a colui presso il quale tu troverai i
tuoi dei, non resterà in vita! Alla presenza dei nostri
parenti riscontra quanto vi può essere di tuo presso di me e
prendilo». Giacobbe non sapeva che li aveva rubati Rachele.
33 Allora Làbano entrò nella tenda di Giacobbe
e poi nella tenda di Lia e nella tenda delle due schiave, ma non
trovò nulla. Poi uscì dalla tenda di Lia ed entrò
nella tenda di Rachele. 34 Rachele aveva preso gli idoli e li
aveva messi nella sella del cammello, poi vi si era seduta sopra,
così Làbano frugò in tutta la tenda, ma non li
trovò. 35 Essa parlò al padre: «Non si
offenda il mio signore se io non posso alzarmi davanti a te, perché
ho quello che avviene di regola alle donne». Làbano
cercò dunque il tutta la tenda e non trovò gli idoli.
36 Giacobbe allora si adirò e apostrofò
Làbano, al quale disse: «Qual è il mio delitto,
qual è il mio peccato, perché ti sia messo a
inseguirmi? 37 Ora che hai frugato tra tutti i miei oggetti,
che hai trovato di tutte le robe di casa tua? Mettilo qui davanti ai
miei e tuoi parenti e siano essi giudici tra noi due. 38 Vent'anni
ho passato con te: le tue pecore e le tue capre non hanno abortito e
i montoni del tuo gregge non ho mai mangiato. 39 Nessuna
bestia sbranata ti ho portato: io ne compensavo il danno e tu
reclamavi da me ciò che veniva rubato di giorno e ciò
che veniva rubato di notte. 40 Di giorno mi divorava il caldo
e di notte il gelo e il sonno fuggiva dai miei occhi. 41 Vent'anni
sono stato in casa tua: ho servito quattordici anni per le tue due
figlie e sei anni per il tuo gregge e tu hai cambiato il mio salario
dieci volte. 42 Se non fosse stato con me il Dio di mio
padre, il Dio di Abramo e il Terrore di Isacco, tu ora mi avresti
licenziato a mani vuote; ma Dio ha visto la mia afflizione e la
fatica delle mie mani e la scorsa notte egli ha fatto da arbitro».
43 Làbano allora rispose e disse a Giacobbe:
«Queste figlie sono mie figlie e questi figli sono miei figli;
questo bestiame è il mio bestiame e quanto tu vedi è
mio. E che potrei fare oggi a queste mie figlie o ai figli che esse
hanno messi al mondo? 44 Ebbene, vieni, concludiamo
un'alleanza io e te e ci sia un testimonio tra me e te».
45 Giacobbe prese una pietra e la eresse come una stele.
46 Poi disse ai suoi parenti: «Raccogliete pietre»,
e quelli presero pietre e ne fecero un mucchio. Poi mangiarono là
su quel mucchio. 47 Làbano lo chiamò
Iegar-Saaduta, mentre Giacobbe lo chiamò Gal-Ed. 48 Làbano
disse: «Questo mucchio sia oggi un testimonio tra me e te»;
per questo lo chiamò Gal-Ed 49 e anche Mizpa, perché
disse: «Il Signore starà di vedetta tra me e te, quando
noi non ci vedremo più l'un l'altro. 50 Se tu
maltratterai le mie figlie e se prenderai altre mogli oltre le mie
figlie, non un uomo sarà con noi, ma bada, Dio sarà
testimonio tra me e te». 51 Soggiunse Làbano a
Giacobbe: «Ecco questo mucchio ed ecco questa stele, che io ho
eretta tra me e te. 52 Questo mucchio è testimonio e
questa stele è testimonio che io giuro di non oltrepassare
questo mucchio dalla tua parte e che tu giuri di non oltrepassare
questo mucchio e questa stele dalla mia parte per fare il male.
53 Il Dio di Abramo e il Dio di Nacor siano giudici tra di
noi». Giacobbe giurò per il Terrore di suo padre Isacco.
54 Poi offrì un sacrificio sulle montagne e invitò
i suoi parenti a prender cibo. Essi mangiarono e passarono la notte
sulle montagne.
Cap. 32
1 Alla mattina per tempo Làbano si alzò,
baciò i figli e le figlie e li benedisse. Poi partì e
ritornò a casa.
2 Mentre Giacobbe continuava il viaggio, gli si fecero
incontro gli angeli di Dio. 3 Giacobbe al vederli disse:
«Questo è l'accampamento di Dio» e chiamò
quel luogo Macanaim.
4 Poi Giacobbe mandò avanti a sé alcuni
messaggeri al fratello Esaù, nel paese di Seir, la campagna di
Edom. 5 Diede loro questo comando: «Direte al mio
signore Esaù: Dice il tuo servo Giacobbe: Sono stato
forestiero presso Làbano e vi sono restato fino ad ora.
6 Sono venuto in possesso di buoi, asini e greggi, di schiavi
e schiave. Ho mandato ad informarne il mio signore, per trovare
grazia ai suoi occhi». 7 I messaggeri tornarono da
Giacobbe, dicendo: «Siamo stati da tuo fratello Esaù;
ora egli stesso sta venendoti incontro e ha con sé
quattrocento uomini». 8 Giacobbe si spaventò
molto e si sentì angosciato; allora divise in due accampamenti
la gente che era con lui, il gregge, gli armenti e i cammelli.
9 Pensò infatti: «Se Esaù raggiunge un
accampamento e lo batte, l'altro accampamento si salverà».
10 Poi Giacobbe disse: «Dio del mio padre Abramo e Dio
del mio padre Isacco, Signore, che mi hai detto: Ritorna al tuo
paese, nella tua patria e io ti farò del bene, 11 io
sono indegno di tutta la benevolenza e di tutta la fedeltà che
hai usato verso il tuo servo. Con il mio bastone soltanto avevo
passato questo Giordano e ora sono divenuto tale da formare due
accampamenti. 12 Salvami dalla mano del mio fratello Esaù,
perché io ho paura di lui: egli non arrivi e colpisca me e
tutti, madre e bambini! 13 Eppure tu hai detto: Ti farò
del bene e renderò la tua discendenza come la sabbia del mare,
tanto numerosa che non si può contare». 14 Giacobbe
rimase in quel luogo a passare la notte. Poi prese, di ciò che
gli capitava tra mano, di che fare un dono al fratello Esaù:
15 duecento capre e venti capri, duecento pecore e venti
montoni, 16 trenta cammelle allattanti con i loro piccoli,
quaranta giovenche e dieci torelli, venti asine e dieci asinelli.
17 Egli affidò ai suoi servi i singoli branchi
separatamente e disse loro: «Passate davanti a me e lasciate un
certo spazio tra un branco e l'altro». 18 Diede questo
ordine al primo: «Quando ti incontrerà Esaù, mio
fratello, e ti domanderà: Di chi sei tu? Dove vai? Di chi sono
questi animali che ti camminano davanti?, 19 tu risponderai:
Del tuo fratello Giacobbe: è un dono inviato al mio signore
Esaù; ecco egli stesso ci segue». 20 Lo stesso
ordine diede anche al secondo e anche al terzo e a quanti seguivano i
branchi: «Queste parole voi rivolgerete ad Esaù quando
lo troverete; 21 gli direte: Anche il tuo servo Giacobbe ci
segue». Pensava infatti: «Lo placherò con il dono
che mi precede e in seguito mi presenterò a lui; forse mi
accoglierà con benevolenza». 22 Così il
dono passò prima di lui, mentr'egli trascorse quella notte
nell'accampamento.
23 Durante quella notte egli si alzò, prese le due
mogli, le due schiave, i suoi undici figli e passò il guado
dello Iabbok. 24 Li prese, fece loro passare il torrente e
fece passare anche tutti i suoi averi. 25 Giacobbe rimase
solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell'aurora.
26 Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì
all'articolazione del femore e l'articolazione del femore di Giacobbe
si slogò, mentre continuava a lottare con lui. 27 Quegli
disse: «Lasciami andare, perché è spuntata
l'aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se
non mi avrai benedetto!». 28 Gli domandò: «Come
ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». 29 Riprese:
«Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché
hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!».
30 Giacobbe allora gli chiese: «Dimmi il tuo nome».
Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo
benedisse. 31 Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuel
«Perché - disse - ho visto Dio faccia a faccia, eppure
la mia vita è rimasta salva». 32 Spuntava il
sole, quando Giacobbe passò Penuel e zoppicava all'anca.
33 Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il
nervo sciatico, che è sopra l'articolazione del femore, perché
quegli aveva colpito l'articolazione del femore di Giacobbe nel nervo
sciatico.
Cap. 33
1 Poi Giacobbe alzò gli occhi e vide arrivare Esaù
che aveva con sé quattrocento uomini. Allora distribuì
i figli tra Lia, Rachele e le due schiave; 2 mise in testa le
schiave con i loro figli, più indietro Lia con i suoi figli e
più indietro Rachele e Giuseppe. 3 Egli passò
davanti a loro e si prostrò sette volte fino a terra, mentre
andava avvicinandosi al fratello. 4 Ma Esaù gli corse
incontro, lo abbracciò, gli si gettò al collo, lo baciò
e piansero. 5 Poi alzò gli occhi e vide le donne e i
fanciulli e disse: «Chi sono questi con te?». Rispose:
«Sono i figli di cui Dio ha favorito il tuo servo».
6 Allora si fecero avanti le schiave con i loro figli e si
prostrarono. 7 Poi si fecero avanti anche Lia e i suoi figli
e si prostrarono e infine si fecero avanti Rachele e Giuseppe e si
prostrarono. 8 Domandò ancora: «Che è
tutta questa carovana che ho incontrata?». Rispose: «E'
per trovar grazia agli occhi del mio signore». 9 Esaù
disse: «Ne ho abbastanza del mio, fratello, resti per te quello
che è tuo!». 10 Ma Giacobbe disse: «No, se
ho trovato grazia ai tuoi occhi, accetta dalla mia mano il mio dono,
perché appunto per questo io sono venuto alla tua presenza,
come si viene alla presenza di Dio, e tu mi hai gradito. 11 Accetta
il mio dono augurale che ti è stato presentato, perché
Dio mi ha favorito e sono provvisto di tutto!». Così
egli insistette e quegli accettò.
12 Poi Esaù disse: «Leviamo l'accampamento e
mettiamoci in viaggio: io camminerò davanti a te».
13 Gli rispose: «Il mio signore sa che i fanciulli sono
delicati e che ho a mio carico i greggi e gli armenti che allattano:
se si affaticano anche un giorno solo, tutte le bestie moriranno.
14 Il mio signore passi prima del suo servo, mentre io mi
sposterò a tutto mio agio, al passo di questo bestiame che mi
precede e al passo dei fanciulli, finché arriverò
presso il mio signore a Seir». 15 Disse allora Esaù:
«Almeno possa lasciare con te una parte della gente che ho con
me!». Rispose: «Ma perché? Possa io solo trovare
grazia agli occhi del mio signore!». 16 Così in
quel giorno stesso Esaù ritornò sul suo cammino verso
Seir. 17 Giacobbe invece si trasportò a Succot, dove
costruì una casa per sé e fece capanne per il gregge.
Per questo chiamò quel luogo Succot.
18 Giacobbe arrivò sano e salvo alla città
di Sichem, che è nel paese di Canaan, quando tornò da
Paddan-Aram e si accampo' di fronte alla città. 19 Poi
acquistò dai figli di Camor, padre di Sichem, per cento pezzi
d'argento, quella porzione di campagna dove aveva piantato la tenda.
20 Ivi eresse un altare e lo chiamò «El, Dio
d'Israele».
Cap. 34
1 Dina, la figlia che Lia aveva partorita a Giacobbe, uscì
a vedere le ragazze del paese. 2 Ma la vide Sichem, figlio di
Camor l'Eveo, principe di quel paese, e la rapì, si unì
a lei e le fece violenza. 3 Egli rimase legato a Dina, figlia
di Giacobbe; amò la fanciulla e le rivolse parole di conforto.
4 Poi disse a Camor suo padre: «Prendimi in moglie
questa ragazza». 5 Intanto Giacobbe aveva saputo che
quegli aveva disonorato Dina, sua figlia, ma i suoi figli erano in
campagna con il suo bestiame. Giacobbe tacque fino al loro arrivo.
6 Venne dunque Camor, padre di Sichem, da Giacobbe per
parlare con lui. 7 Quando i figli di Giacobbe tornarono dalla
campagna, sentito l'accaduto, ne furono addolorati e s'indignarono
molto, perché quelli aveva commesso un'infamia in Israele,
unendosi alla figlia di Giacobbe: così non si doveva fare!
8 Camor disse loro: «Sichem, mio figlio, è
innamorato della vostra figlia; dategliela in moglie! 9 Anzi,
alleatevi con noi: voi darete a noi le vostre figlie e vi prenderete
per voi le nostre figlie. 10 Abiterete con noi e il paese
sarà a vostra disposizione; risiedetevi, percorretelo in lungo
e in largo e acquistate proprietà in esso». 11 Poi
Sichem disse al padre e ai fratelli di lei: «Possa io trovare
grazia agli occhi vostri; vi darò quel che mi direte.
12 Alzate pure molto a mio carico il prezzo nuziale e il
valore del dono; vi darò quanto mi chiederete, ma datemi la
giovane in moglie!».
13 Allora i figli di Giacobbe risposero a Sichem e a suo
padre Camor e parlarono con astuzia, perché quegli aveva
disonorato la loro sorella Dina. 14 Dissero loro: «Non
possiamo fare questo, dare cioè la nostra sorella ad un uomo
non circonciso, perché ciò sarebbe un disonore per noi.
15 Solo a questa condizione acconsentiremo alla vostra
richiesta, se cioè voi diventerete come noi, circoncidendo
ogni vostro maschio. 16 Allora noi vi daremo le nostre figlie
e ci prenderemo le vostre, abiteremo con voi e diventeremo un solo
popolo. 17 Ma se voi non ci ascoltate a proposito della
nostra circoncisione, allora prenderemo la nostra figlia e ce ne
andremo».
18 Le loro parole piacquero a Camor e a Sichem, figlio di
Camor. 19 Il giovane non indugiò ad eseguire la cosa,
perché amava la figlia di Giacobbe; d'altra parte era il più
onorato di tutto il casato di suo padre. 20 Vennero dunque
Camor e il figlio Sichem alla porta della loro città e
parlarono agli uomini della città: 21 «Questi
uomini sono gente pacifica: abitino pure con noi nel paese e lo
percorrano in lungo e in largo; esso è molto ampio per loro in
ogni direzione. Noi potremo prendere per mogli le loro figlie e
potremo dare a loro le nostre. 22 Ma solo ad una condizione
questi uomini acconsentiranno ad abitare con noi, a diventare un sol
popolo: se cioè noi circoncidiamo ogni nostro maschio come
loro stessi sono circoncisi. 23 I loro armenti, la loro
ricchezza e tutto il loro bestiame non saranno forse nostri?
Accontentiamoli dunque e possano abitare con noi!». 24 Allora
quanti avevano accesso alla porta della sua città ascoltarono
Camor e il figlio Sichem: tutti i maschi, quanti avevano accesso alla
porta della città, si fecero circoncidere.
25 Ma il terzo giorno, quand'essi erano sofferenti, i due
figli di Giacobbe, Simeone e Levi, i fratelli di Dina, presero
ciascuno una spada, entrarono nella città con sicurezza e
uccisero tutti i maschi. 26 Passarono così a fil di
spada Camor e suo figlio Sichem, portarono via Dina dalla casa di
Sichem e si allontanarono. 27 I figli di Giacobbe si
buttarono sui cadaveri e saccheggiarono la città, perché
quelli avevano disonorato la loro sorella. 28 Presero così
i loro greggi e i loro armenti, i loro asini e quanto era nella città
e nella campagna. 29 Portarono via come bottino tutte le loro
ricchezze, tutti i loro bambini e le loro donne e saccheggiarono
quanto era nelle case. 30 Allora Giacobbe disse a Simeone e a
Levi: «Voi mi avete messo in difficoltà, rendendomi
odioso agli abitanti del paese, ai Cananei e ai Perizziti, mentre io
ho pochi uomini; essi si raduneranno contro di me, mi vinceranno e io
sarò annientato con la mia casa». 31 Risposero:
«Si tratta forse la nostra sorella come una prostituta?».
Cap. 35
1 Dio disse a Giacobbe: «Alzati, va a Betel e abita
là; costruisci in quel luogo un altare al Dio che ti è
apparso quando fuggivi Esaù, tuo fratello». 2 Allora
Giacobbe disse alla sua famiglia e a quanti erano con lui: «Eliminate
gli dei stranieri che avete con voi, purificatevi e cambiate gli
abiti. 3 Poi alziamoci e andiamo a Betel, dove io costruirò
un altare al Dio che mi ha esaudito al tempo della mia angoscia e che
è stato con me nel cammino che ho percorso». 4 Essi
consegnarono a Giacobbe tutti gli dei stranieri che possedevano e i
pendenti che avevano agli orecchi; Giacobbe li sotterrò sotto
la quercia presso Sichem.
5 Poi levarono l'accampamento e un terrore molto forte
assalì i popoli che stavano attorno a loro, così che
non inseguirono i figli di Giacobbe. 6 Giacobbe e tutta la
gente ch'era con lui arrivarono a Luz, cioè Betel, che è
nel paese di Canaan. 7 Qui egli costruì un altare e
chiamò quel luogo «El-Betel», perché là
Dio gli si era rivelato, quando sfuggiva al fratello. 8 Allora
morì Dèbora, la nutrice di Rebecca, e fu sepolta al
disotto di Betel, ai piedi della quercia, che perciò si chiamò
Quercia del Pianto.
9 Dio apparve un'altra volta a Giacobbe, quando tornava da
Paddan-Aram, e lo benedisse. 10 Dio gli disse:
«Il tuo nome è Giacobbe. Così lo si chiamò Israele. 11 Dio gli disse:
«Io sono Dio onnipotente. 13 Dio scomparve da lui, nel luogo dove gli aveva parlato.
14 Allora Giacobbe eresse una stele, dove gli aveva parlato,
una stele di pietra, e su di essa fece una libazione e versò
olio. 15 Giacobbe chiamò Betel il luogo dove Dio gli
aveva parlato.
16 Poi levarono l'accampamento da Betel. Mancava ancora un
tratto di cammino per arrivare ad Efrata, quando Rachele partorì
ed ebbe un parto difficile. 17 Mentre penava a partorire, la
levatrice le disse: «Non temere: anche questo è un
figlio!». 18 Mentre esalava l'ultimo respiro, perché
stava morendo, essa lo chiamò Ben-Oni, ma suo padre lo chiamò
Beniamino. 19 Così Rachele morì e fu sepolta
lungo la strada verso Efrata, cioè Betlemme. 20 Giacobbe
eresse sulla sua tomba una stele. Questa stele della tomba di Rachele
esiste fino ad oggi.
21 Poi Israele levò l'accampamento e piantò
la tenda al di là di Migdal-Eder. 22 Mentre Israele
abitava in quel paese, Ruben andò a unirsi con Bila, concubina
del padre, e Israele lo venne a sapere.
I figli di Giacobbe furono dodici. 23 I figli di Lia: il
primogenito di Giacobbe, Ruben, poi Simeone, Levi, Giuda, Issacar e
Zàbulon. 24 I figli di Rachele: Giuseppe e Beniamino.
25 I figli di Bila, schiava di Rachele: Dan e Nèftali.
26 I figli di Zilpa, schiava di Lia: Gad e Aser. Questi sono
i figli di Giacobbe che gli nacquero in Paddan-Aram.
27 Poi Giacobbe venne da suo padre Isacco a Mamre, a
Kiriat-Arba, cioè Ebron, dove Abramo e Isacco avevano
soggiornato come forestieri. 28 Isacco raggiunse l'età
di centottat'anni. 29 Poi Isacco spirò, morì e
si riunì al suo parentado, vecchio e sazio di giorni. Lo
seppellirono i suoi figli Esaù e Giacobbe.
Cap. 36
1 Questa è la discendenza di Esaù, cioè
Edom. 2 Esaù prese le mogli tra le figlie dei Cananei:
Ada, figlia di Elon, l'Hittita; Oolibama, figlia di Ana, figlio di
Zibeon, l'Hurrita; 3 Basemat, figlia di Ismaele, sorella di
Nebaiòt. 4 Ada partorì ad Esaù Elifaz,
Basemat partorì Reuel, 5 Oolibama partorì Ieus,
Iaalam e Core. Questi sono i figli di Esaù, che gli nacquero
nel paese di Canaan.
6 Poi Esaù prese le mogli e i figli e le figlie e
tutte le persone della sua casa, il suo gregge e tutto il suo
bestiame e tutti i suoi beni che aveva acquistati nel paese di Canaan
e andò nel paese di Seir, lontano dal fratello Giacobbe.
7 Infatti i loro possedimenti erano troppo grandi perché
essi potessero abitare insieme e il territorio, dove essi
soggiornavano, non poteva sostenerli per causa del loro bestiame.
8 Così Esaù si stabilì sulle montagne di
Seir. Ora Esaù è Edom.
9 Questa è la discendenza di Esaù, padre
degli Idumei, nelle montagne di Seir. 10 Questi sono i nomi
dei figli di Esaù: Elifaz, figlio di Ada, moglie di Esaù;
Reuel, figlio di Basemat, moglie di Esaù. 11 I figli
di Elifaz furono: Teman, Omar, Zefo, Gatam, Kenaz. 12 Elifaz,
figlio di Esaù, aveva per concubina Timna, la quale ad Elifaz
partorì Amalek. Questi sono i figli di Ada, moglie di Esaù.
13 Questi sono i figli di Reuel: Naat e Zerach, Samma e
Mizza. Questi furono i figli di Basemat, moglie di Esaù.
14 Questi furono i figli di Oolibama, moglie di Esaù,
figlia di Ana, figlio di Zibeon; essa partorì a Esaù
Ieus, Iaalam e Core.
15 Questi sono i capi dei figli di Esaù: i figli di
Elifaz primogenito di Esaù: il capo di Teman, il capo di Omar,
il capo di Zefo, il capo di Kenaz, 16 il capo di Core, il
capo di Gatam, il capo di Amalek. Questi sono i capi di Elifaz nel
paese di Edom: questi sono i figli di Ada.
17 Questi i figli di Reuel, figlio di Esaù: il capo
di Naat, il capo di Zerach, il capo di Samma, il capo di Mizza.
Questi sono i capi di Reuel nel paese di Edom; questi sono i figli di
Basemat, moglie di Esaù.
18 Questi sono i figli di Oolibama, moglie di Esaù:
il capo di Ieus, il capo di Iaalam, il capo di Core. Questi sono i
capi di Oolibama, figlia di Ana, moglie di Esaù.
19 Questi sono i figli di Esaù e questi i loro
capi. Egli è Edom.
20 Questi sono i figli di Seir l'Hurrita, che abitano il
paese: Lotan, Sobal, Zibeon, Ana, 21 Dison, Eser e Disan.
Questi sono i capi degli Hurriti, figli di Seir, nel paese di Edom.
22 I figli di Lotan furono Ori e Emam e la sorella di Lotan
era Timna. 23 I figli di Sobal sono Alvan, Manacat, Ebal,
Sefo e Onam. 24 I figli di Zibeon sono Aia e Ana; questo è
l'Ana che trovò le sorgenti calde nel deserto, mentre
pascolava gli asini del padre Zibeon. 25 I figli di Ana sono
Dison e Oolibama, figlia di Ana. 26 I figli di Dison sono
Emdam, Esban, Itran e Cheran. 27 I figli di Eser sono Bilan,
Zaavan e Akan. 28 I figli di Disan sono Uz e Aran. 29 Questi
sono i capi degli Hurriti: il capo di Lotan, il capo di Sobal, il
capo di Zibeon, il capo di Ana, 30 il capo di Dison, il capo
di Eser, il capo di Disan. Questi sono i capi degli Hurriti, secondo
le loro tribù nel paese di Seir.
31 Questi sono i re che regnarono nel paese di Edom, prima
che regnasse un re degli Israeliti. 32 Regnò dunque in
Edom Bela, figlio di Beor, e la sua città si chiama Dinaba.
33 Poi morì Bela e regnò al suo posto Iobab,
figlio di Zerach, da Bosra. 34 Poi morì Iobab e regnò
al suo posto Usam, del territorio dei Temaniti. 35 Poi morì
Usam e regnò al suo posto Adad, figlio di Bedad, colui che
vinse i Madianiti nelle steppe di Moab; la sua città si chiama
Avit. 36 Poi morì Adad e regnò al suo posto
Samla da Masreka. 37 Poi morì Samla e regnò al
suo posto Saul da Recobot-Naar. 38 Poi morì Saul e
regnò al suo posto Baal-Canan, figlio di Acbor. 39 Poi
morì Baal-Canan, figlio di Acbor, e regnò al suo posto
Adar: la sua città si chiama Pau e la moglie si chiamava
Meetabel, figlia di Matred, da Me-Zaab.
40 Questi sono i nomi dei capi di Esaù, secondo le
loro famiglie, le loro località, con i loro nomi: il capo di
Timna, il capo di Alva, il capo di Ietet, 41 il capo di
Oolibama, il capo di Ela, il capo di Pinon, 42 il capo di
Kenan, il capo di Teman, il capo di Mibsar, 43 il capo di
Magdiel, il capo di Iram. Questi sono i capi di Edom secondo le loro
sedi nel territorio di loro proprietà. E' appunto questo Esaù
il padre degli Idumei.
Cap. 37
1 Giacobbe si stabilì nel paese dove suo padre era
stato forestiero, nel paese di Canaan.
2 Questa è la storia della discendenza di Giacobbe.
Giuseppe all'età di diciassette anni pascolava il gregge
con i fratelli. Egli era giovane e stava con i figli di Bila e i
figli di Zilpa, mogli di suo padre. Ora Giuseppe riferì al
loro padre i pettegolezzi sul loro conto. 3 Israele amava
Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il
figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica dalle lunghe
maniche. 4 I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava
lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non potevano
parlargli amichevolmente. 5 Ora Giuseppe fece un sogno e lo
raccontò ai fratelli, che lo odiarono ancor di più.
6 Disse dunque loro: «Ascoltate questo sogno che ho
fatto. 7 Noi stavamo legando covoni in mezzo alla campagna,
quand'ecco il mio covone si alzò e restò diritto e i
vostri covoni vennero intorno e si prostrarono davanti al mio».
8 Gli dissero i suoi fratelli: «Vorrai forse regnare su
di noi o ci vorrai dominare?». Lo odiarono ancora di più
a causa dei suoi sogni e delle sue parole.
9 Egli fece ancora un altro sogno e lo narrò al
padre e ai fratelli e disse: «Ho fatto ancora un sogno,
sentite: il sole, la luna e undici stelle si prostravano davanti a
me». 10 Lo narrò dunque al padre e ai fratelli e
il padre lo rimproverò e gli disse: «Che sogno è
questo che hai fatto! Dovremo forse venire io e tua madre e i tuoi
fratelli a prostrarci fino a terra davanti a te?».
11 I suoi fratelli perciò erano invidiosi di lui,
ma suo padre tenne in mente la cosa.
12 I suoi fratelli andarono a pascolare il gregge del loro
padre a Sichem. 13 Israele disse a Giuseppe: «Sai che i
tuoi fratelli sono al pascolo a Sichem? Vieni, ti voglio mandare da
loro». Gli rispose: «Eccomi!». 14 Gli
disse: «va a vedere come stanno i tuoi fratelli e come sta il
bestiame, poi torna a riferirmi». Lo fece dunque partire dalla
valle di Ebron ed egli arrivò a Sichem. 15 Mentr'egli
andava errando per la campagna, lo trovò un uomo, che gli
domandò: «Che cerchi?». 16 Rispose: «Cerco
i miei fratelli. Indicami dove si trovano a pascolare».
17 Quell'uomo disse: «Hanno tolto le tende di qui,
infatti li ho sentiti dire: Andiamo a Dotan». Allora Giuseppe
andò in cerca dei suoi fratelli e li trovò a Dotan.
18 Essi lo videro da lontano e, prima che giungesse vicino a
loro, complottarono di farlo morire. 19 Si dissero l'un
l'altro: «Ecco, il sognatore arriva! 20 Orsù,
uccidiamolo e gettiamolo in qualche cisterna! Poi diremo: Una bestia
feroce l'ha divorato! Così vedremo che ne sarà dei suoi
sogni!». 21 Ma Ruben sentì e volle salvarlo
dalle loro mani, dicendo: «Non togliamogli la vita».
22 Poi disse loro: «Non versate il sangue, gettatelo in
questa cisterna che è nel deserto, ma non colpitelo con la
vostra mano»; egli intendeva salvarlo dalle loro mani e
ricondurlo a suo padre. 23 Quando Giuseppe fu arrivato presso
i suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua tunica, quella tunica
dalle lunghe maniche ch'egli indossava, 24 poi lo afferrarono
e lo gettarono nella cisterna: era una cisterna vuota, senz'acqua.
25 Poi sedettero per prendere cibo. Quando ecco, alzando gli
occhi, videro arrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da
Galaad, con i cammelli carichi di resina, di balsamo e di laudano,
che andavano a portare in Egitto. 26 Allora Giuda disse ai
fratelli: «Che guadagno c'è ad uccidere il nostro
fratello e a nasconderne il sangue? 27 Su, vendiamolo agli
Ismaeliti e la nostra mano non sia contro di lui, perché è
nostro fratello e nostra carne». I suoi fratelli lo
ascoltarono.
28 Passarono alcuni mercanti madianiti; essi tirarono su
ed estrassero Giuseppe dalla cisterna e per venti sicli d'argento
vendettero Giuseppe agli Ismaeliti. Così Giuseppe fu condotto
in Egitto. 29 Quando Ruben ritornò alla cisterna, ecco
Giuseppe non c'era più. Allora si stracciò le vesti,
30 tornò dai suoi fratelli e disse: «Il ragazzo
non c'è più, dove andrò io?». 31 Presero
allora la tunica di Giuseppe, scannarono un capro e intinsero la
tunica nel sangue. 32 Poi mandarono al padre la tunica dalle
lunghe maniche e gliela fecero pervenire con queste parole:
«L'abbiamo trovata; riscontra se è o no la tunica di tuo
figlio». 33 Egli la riconobbe e disse: «E' la
tunica di mio figlio! Una bestia feroce l'ha divorato. Giuseppe è
stato sbranato». 34 Giacobbe si stracciò le
vesti, si pose un cilicio attorno ai fianchi e fece lutto sul figlio
per molti giorni. 35 Tutti i suoi figli e le sue figlie
vennero a consolarlo, ma egli non volle essere consolato dicendo:
«No, io voglio scendere in lutto dal figlio mio nella tomba».
E il padre suo lo pianse. 36 Intanto i Madianiti lo
vendettero in Egitto a Potifar, consigliere del faraone e comandante
delle guardie.
Cap. 38
1 In quel tempo Giuda si separò dai suoi fratelli e
si stabilì presso un uomo di Adullam, di nome Chira. 2 Qui
Giuda vide la figlia di un Cananeo chiamato Sua, la prese in moglie e
si unì a lei. 3 Essa concepì e partorì
un figlio e lo chiamò Er. 4 Poi concepì ancora
e partorì un figlio e lo chiamò Onan. 5 Ancora
un'altra volta partorì un figlio e lo chiamò Sela. Essa
si trovava in Chezib, quando lo partorì.
6 Giuda prese una moglie per il suo primogenito Er, la
quale si chiamava Tamar. 7 Ma Er, primogenito di Giuda, si
rese odioso al Signore e il Signore lo fece morire. 8 Allora
Giuda disse a Onan: «Unisciti alla moglie del fratello, compi
verso di lei il dovere di cognato e assicura così una
posterità per il fratello». 9 Ma Onan sapeva che
la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si
univa alla moglie del fratello, disperdeva per terra, per non dare
una posterità al fratello. 10 Ciò che egli
faceva non fu gradito al Signore, il quale fece morire anche lui.
11 Allora Giuda disse alla nuora Tamar: «Ritorna a casa
da tuo padre come vedova fin quando il mio figlio Sela sarà
cresciuto». Perché pensava: «Che non muoia anche
questo come i suoi fratelli!». Così Tamar se ne andò
e ritornò alla casa del padre.
12 Passarono molti giorni e morì la figlia di Sua,
moglie di Giuda. Quando Giuda ebbe finito il lutto, andò a
Timna da quelli che tosavano il suo gregge e con lui vi era Chira, il
suo amico di Adullam. 13 Fu portata a Tamar questa notizia:
«Ecco, tuo suocero va a Timna per la tosatura del suo gregge».
14 Allora Tamar si tolse gli abiti vedovili, si coprì
con il velo e se lo avvolse intorno, poi si pose a sedere
all'ingresso di Enaim, che è sulla strada verso Timna. Aveva
visto infatti che Sela era ormai cresciuto, ma che lei non gli era
stata data in moglie. 15 Giuda la vide e la credette una
prostituta, perché essa si era coperta la faccia. 16 Egli
si diresse su quella strada verso di lei e disse: «Lascia che
io venga con te!». Non sapeva infatti che quella fosse la sua
nuora. Essa disse: «Che mi darai per venire con me?».
17 Rispose: «Io ti manderò un capretto del
gregge». Essa riprese: «Mi dai un pegno fin quando me lo
avrai mandato?». 18 Egli disse: «Qual è il
pegno che ti devo dare?». Rispose: «Il tuo sigillo, il
tuo cordone e il bastone che hai in mano». Allora glieli diede
e le si unì. Essa concepì da lui. 19 Poi si
alzò e se ne andò; si tolse il velo e rivestì
gli abiti vedovili. 20 Giuda mandò il capretto per
mezzo del suo amico di Adullam, per riprendere il pegno dalle mani di
quella donna, ma quegli non la trovò. 21 Domandò
agli uomini di quel luogo: «Dov'è quella prostituta che
stava in Enaim sulla strada?». Ma risposero: «Non c'è
stata qui nessuna prostituta». 22 Così tornò
da Giuda e disse: «Non l'ho trovata; anche gli uomini di quel
luogo dicevano: Non c'è stata qui nessuna prostituta».
23 Allora Giuda disse: «Se li tenga! Altrimenti ci
esponiamo agli scherni. Vedi che le ho mandato questo capretto, ma tu
non l'hai trovata».
24 Circa tre mesi dopo, fu portata a Giuda questa notizia:
«Tamar, la tua nuora, si è prostituita e anzi è
incinta a causa della prostituzione». Giuda disse: «Conducetela
fuori e sia bruciata!». 25 Essa veniva gia condotta
fuori, quando mandò a dire al suocero: «Dell'uomo a cui
appartengono questi oggetti io sono incinta». E aggiunse:
«Riscontra, dunque, di chi siano questo sigillo, questi cordoni
e questo bastone». 26 Giuda li riconobbe e disse: «Essa
è più giusta di me, perché io non l'ho data a
mio figlio Sela». E non ebbe più rapporti con lei.
27 Quand'essa fu giunta al momento di partorire, ecco
aveva nel grembo due gemelli. 28 Durante il parto, uno di
essi mise fuori una mano e la levatrice prese un filo scarlatto e lo
legò attorno a quella mano, dicendo: «Questi è
uscito per primo». 29 Ma, quando questi ritirò
la mano, ecco uscì suo fratello. Allora essa disse: «Come
ti sei aperta una breccia?» e lo si chiamò Perez.
30 Poi uscì suo fratello, che aveva il filo scarlatto
alla mano, e lo si chiamò Zerach.
Cap. 39
1 Giuseppe era stato condotto in Egitto e Potifar,
consigliere del faraone e comandante delle guardie, un Egiziano, lo
acquistò da quegli Ismaeliti che l'avevano condotto laggiù.
2 Allora il Signore fu con Giuseppe: a lui tutto riusciva
bene e rimase nella casa dell'Egiziano, suo padrone. 3 Il suo
padrone si accorse che il Signore era con lui e che quanto egli
intraprendeva il Signore faceva riuscire nelle sue mani. 4 Così
Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui e divenne suo
servitore personale; anzi quegli lo nominò suo maggiordomo e
gli diede in mano tutti i suoi averi. 5 Da quando egli lo
aveva fatto suo maggiordomo e incaricato di tutti i suoi averi, il
Signore benedisse la casa dell'Egiziano per causa di Giuseppe e la
benedizione del Signore fu su quanto aveva, in casa e nella campagna.
6 Così egli lasciò tutti i suoi averi nelle
mani di Giuseppe e non gli domandava conto di nulla, se non del cibo
che mangiava. Ora Giuseppe era bello di forma e avvenente di aspetto.
7 Dopo questi fatti, la moglie del padrone gettò
gli occhi su Giuseppe e gli disse: «Unisciti a me!».
8 Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone:
«Vedi, il mio signore non mi domanda conto di quanto è
nella sua casa e mi ha dato in mano tutti i suoi averi. 9 Lui
stesso non conta più di me in questa casa; non mi ha proibito
nulla, se non te, perché sei sua moglie. E come potrei fare
questo grande male e peccare contro Dio?». 10 E, benché
ogni giorno essa ne parlasse a Giuseppe, egli non acconsentì
di unirsi, di darsi a lei.
11 Ora un giorno egli entrò in casa per fare il suo
lavoro, mentre non c'era nessuno dei domestici. 12 Essa lo
afferrò per la veste, dicendo: «Unisciti a me!».
Ma egli le lasciò tra le mani la veste, fuggì e uscì.
13 Allora essa, vedendo ch'egli le aveva lasciato tra le mani
la veste ed era fuggito fuori, 14 chiamò i suoi
domestici e disse loro: «Guardate, ci ha condotto in casa un
Ebreo per scherzare con noi! Mi si è accostato per unirsi a
me, ma io ho gridato a gran voce. 15 Egli, appena ha sentito
che alzavo la voce e chiamavo, ha lasciato la veste accanto a me, è
fuggito ed è uscito».
16 Ed essa pose accanto a sé la veste di lui finché
il padrone venne a casa. 17 Allora gli disse le stesse cose:
«Quel servo ebreo, che tu ci hai condotto in casa, mi si è
accostato per scherzare con me. 18 Ma appena io ho gridato e
ho chiamato, ha abbandonato la veste presso di me ed è fuggito
fuori». 19 Quando il padrone udì le parole di
sua moglie che gli parlava: «Proprio così mi ha fatto il
tuo servo!», si accese d'ira.
20 Il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise nella
prigione, dove erano detenuti i carcerati del re.
Così egli rimase là in prigione. 21 Ma il
Signore fu con Giuseppe, gli conciliò benevolenza e gli fece
trovare grazia agli occhi del comandante della prigione.
22 Così il comandante della prigione affidò
a Giuseppe tutti i carcerati che erano nella prigione e quanto c'era
da fare là dentro, lo faceva lui. 23 Il comandante
della prigione non si prendeva cura più di nulla di quanto gli
era affidato, perché il Signore era con lui e quello che egli
faceva il Signore faceva riuscire.
Cap. 40
1 Dopo queste cose il coppiere del re d'Egitto e il
panettiere offesero il loro padrone, il re d'Egitto. 2 Il
faraone si adirò contro i suoi due eunuchi, contro il capo dei
coppieri e contro il capo dei panettieri, 3 e li fece mettere
in carcere nella casa del comandante delle guardie, nella prigione
dove Giuseppe era detenuto. 4 Il comandante delle guardie
assegnò loro Giuseppe, perché li servisse. Così
essi restarono nel carcere per un certo tempo.
5 Ora, in una medesima notte, il coppiere e il panettiere
del re d'Egitto, che erano detenuti nella prigione, ebbero tutti e
due un sogno, ciascuno il suo sogno, che aveva un significato
particolare.
6 Alla mattina Giuseppe venne da loro e vide che erano
afflitti. 7 Allora interrogò gli eunuchi del faraone
che erano con lui in carcere nella casa del suo padrone e disse:
«Perché quest'oggi avete la faccia così triste?».
8 Gli dissero: «Abbiamo fatto un sogno e non c'è
chi lo interpreti». Giuseppe disse loro: «Non è
forse Dio che ha in suo potere le interpretazioni? Raccontatemi
dunque».
9 Allora il capo dei coppieri raccontò il suo sogno
a Giuseppe e gli disse: «Nel mio sogno, ecco mi stava davanti
una vite, 10 sulla quale erano tre tralci; non appena essa
cominciò a germogliare, apparvero i fiori e i suoi grappoli
maturarono gli acini. 11 Io avevo in mano il calice del
faraone; presi gli acini, li spremetti nella coppa del faraone e
diedi la coppa in mano al faraone».
12 Giuseppe gli disse: «Eccone la spiegazione: i tre
tralci sono tre giorni. 13 Fra tre giorni il faraone
solleverà la tua testa e ti restituirà nella tua carica
e tu porgerai il calice al faraone, secondo la consuetudine di prima,
quando eri suo coppiere. 14 Ma se, quando sarai felice, ti
vorrai ricordare che io sono stato con te, fammi questo favore: parla
di me al faraone e fammi uscire da questa casa. 15 Perché
io sono stato portato via ingiustamente dal paese degli Ebrei e anche
qui non ho fatto nulla perché mi mettessero in questo
sotterraneo».
16 Allora il capo dei panettieri, vedendo che aveva dato
un'interpretazione favorevole, disse a Giuseppe: «Quanto a me,
nel mio sogno mi stavano sulla testa tre canestri di pane bianco
17 e nel canestro che stava di sopra era ogni sorta di cibi
per il faraone, quali si preparano dai panettieri. Ma gli uccelli li
mangiavano dal canestro che avevo sulla testa».
18 Giuseppe rispose e disse: «Questa è la
spiegazione: i tre canestri sono tre giorni. 19 Fra tre
giorni il faraone solleverà la tua testa e ti impiccherà
ad un palo e gli uccelli ti mangeranno la carne addosso».
20 Appunto al terzo giorno - era il giorno natalizio del
faraone - egli fece un banchetto a tutti i suoi ministri e allora
sollevò la testa del capo dei coppieri e la testa del capo dei
panettieri in mezzo ai suoi ministri. 21 Restituì il
capo dei coppieri al suo ufficio di coppiere, perché porgesse
la coppa al faraone, 22 e invece impiccò il capo dei
panettieri, secondo l'interpretazione che Giuseppe aveva loro data.
23 Ma il capo dei coppieri non si ricordò di Giuseppe
e lo dimenticò.
Cap. 41
1 Al termine di due anni, il faraone sognò di
trovarsi presso il Nilo. 2 Ed ecco salirono dal Nilo sette
vacche, belle di aspetto e grasse e si misero a pascolare tra i
giunchi. 3 Ed ecco, dopo quelle, sette altre vacche salirono
dal Nilo, brutte di aspetto e magre, e si fermarono accanto alle
prime vacche sulla riva del Nilo. 4 Ma le vacche brutte di
aspetto e magre divorarono le sette vacche belle di aspetto e grasse.
E il faraone si svegliò.
5 Poi si addormentò e sognò una seconda
volta: ecco sette spighe spuntavano da un unico stelo, grosse e
belle. 6 Ma ecco sette spighe vuote e arse dal vento
d'oriente spuntavano dopo quelle. 7 Le spighe vuote
inghiottirono le sette spighe grosse e piene. Poi il faraone si
svegliò: era stato un sogno.
8 Alla mattina il suo spirito ne era turbato, perciò
convocò tutti gli indovini e tutti i saggi dell'Egitto. Il
faraone raccontò loro il sogno, ma nessuno lo sapeva
interpretare al faraone.
9 Allora il capo dei coppieri parlò al faraone: «Io
devo ricordare oggi le mie colpe. 10 Il faraone si era
adirato contro i suoi servi e li aveva messi in carcere nella casa
del capo delle guardie, me e il capo dei panettieri. 11 Noi
facemmo un sogno nella stessa notte, io e lui; ma avemmo ciascuno un
sogno con un significato particolare. 12 Ora era là
con noi un giovane ebreo, schiavo del capo delle guardie; noi gli
raccontammo i nostri sogni ed egli ce li interpretò, dando a
ciascuno spiegazione del suo sogno. 13 Proprio come ci aveva
interpretato, così avvenne: io fui restituito alla mia carica
e l'altro fu impiccato».
14 Allora il faraone convocò Giuseppe. Lo fecero
uscire in fretta dal sotterraneo ed egli si rase, si cambiò
gli abiti e si presentò al faraone. 15 Il faraone
disse a Giuseppe: «Ho fatto un sogno e nessuno lo sa
interpretare; ora io ho sentito dire di te che ti basta ascoltare un
sogno per interpretarlo subito».
16 Giuseppe rispose al faraone: «Non io, ma Dio darà
la risposta per la salute del faraone!». 17 Allora il
faraone disse a Giuseppe: «Nel mio sogno io mi trovavo sulla
riva del Nilo. 18 Quand'ecco salirono dal Nilo sette vacche
grasse e belle di forma e si misero a pascolare tra i giunchi. 19 Ed
ecco sette altre vacche salirono dopo quelle, deboli, brutte di forma
e magre: non ne vidi mai di così brutte in tutto il paese
d'Egitto. 20 Le vacche magre e brutte divorarono le prime
sette vacche, quelle grasse. 21 Queste entrarono nel loro
corpo, ma non si capiva che vi fossero entrate, perché il loro
aspetto era brutto come prima. E mi svegliai.
22 Poi vidi nel sogno che sette spighe spuntavano da un
solo stelo, piene e belle. 23 Ma ecco sette spighe secche,
vuote e arse dal vento d'oriente, spuntavano dopo quelle. 24 Le
spighe vuote inghiottirono le sette spighe belle. Ora io l'ho detto
agli indovini, ma nessuno mi dà la spiegazione».
25 Allora Giuseppe disse al faraone: «Il sogno del
faraone è uno solo: quello che Dio sta per fare, lo ha
indicato al faraone. 26 Le sette vacche belle sono sette anni
e le sette spighe belle sono sette anni: è un solo sogno.
27 E le sette vacche magre e brutte, che salgono dopo quelle,
sono sette anni e le sette spighe vuote, arse dal vento d'oriente,
sono sette anni: vi saranno sette anni di carestia. 28 E'
appunto ciò che ho detto al faraone: quanto Dio sta per fare,
l'ha manifestato al faraone. 29 Ecco stanno per venire sette
anni, in cui sarà grande abbondanza in tutto il paese
d'Egitto. 30 Poi a questi succederanno sette anni di
carestia; si dimenticherà tutta quella abbondanza nel paese
d'Egitto e la carestia consumerà il paese. 31 Si
dimenticherà che vi era stata l'abbondanza nel paese a causa
della carestia venuta in seguito, perché sarà molto
dura. 32 Quanto al fatto che il sogno del faraone si è
ripetuto due volte, significa che la cosa è decisa da Dio e
che Dio si affretta ad eseguirla.
33 Ora il faraone pensi a trovare un uomo intelligente e
saggio e lo metta a capo del paese d'Egitto. 34 Il faraone
inoltre proceda ad istituire funzionari sul paese, per prelevare un
quinto sui prodotti del paese d'Egitto durante i sette anni di
abbondanza. 35 Essi raccoglieranno tutti i viveri di queste
annate buone che stanno per venire, ammasseranno il grano sotto
l'autorità del faraone e lo terranno in deposito nelle città.
36 Questi viveri serviranno al paese di riserva per i sette
anni di carestia che verranno nel paese d'Egitto; così il
paese non sarà distrutto dalla carestia».
37 La cosa piacque al faraone e a tutti i suoi ministri.
38 Il faraone disse ai ministri: «Potremo trovare un
uomo come questo, in cui sia lo spirito di Dio?». 39 Poi
il faraone disse a Giuseppe: «Dal momento che Dio ti ha
manifestato tutto questo, nessuno è intelligente e saggio come
te. 40 Tu stesso sarai il mio maggiordomo e ai tuoi ordini si
schiererà tutto il mio popolo: solo per il trono io sarò
più grande di te».
41 Il faraone disse a Giuseppe: «Ecco, io ti metto a
capo di tutto il paese d'Egitto». 42 Il faraone si
tolse di mano l'anello e lo pose sulla mano di Giuseppe; lo rivestì
di abiti di lino finissimo e gli pose al collo un monile d'oro.
43 Poi lo fece montare sul suo secondo carro e davanti a lui
si gridava: «Abrech». E così lo si stabilì
su tutto il paese d'Egitto. 44 Poi il faraone disse a
Giuseppe: «Sono il faraone, ma senza il tuo permesso nessuno
potrà alzare la mano o il piede in tutto il paese d'Egitto».
45 E il faraone chiamò Giuseppe Zafnat-Paneach e gli
diede in moglie Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On. Giuseppe
uscì per tutto il paese d'Egitto. 46 Giuseppe aveva
trent'anni quando si presentò al faraone re d'Egitto.
Poi Giuseppe si allontanò dal faraone e percorse tutto il
paese d'Egitto. 47 Durante i sette anni di abbondanza la
terra produsse a profusione. 48 Egli raccolse tutti i viveri
dei sette anni, nei quali vi era stata l'abbondanza nel paese
d'Egitto, e ripose i viveri nelle città, cioè in ogni
città ripose i viveri della campagna circostante. 49 Giuseppe
ammassò il grano come la sabbia del mare, in grandissima
quantità, così che non se ne fece più il
computo, perché era incalcolabile.
50 Intanto nacquero a Giuseppe due figli, prima che
venisse l'anno della carestia; glieli partorì Asenat, figlia
di Potifera, sacerdote di On. 51 Giuseppe chiamò il
primogenito Manasse, «perché - disse - Dio mi ha fatto
dimenticare ogni affanno e tutta la casa di mio padre». 52 E
il secondo lo chiamò Efraim, «perché - disse -
Dio mi ha reso fecondo nel paese della mia afflizione».
53 Poi finirono i sette anni di abbondanza nel paese
d'Egitto 54 e cominciarono i sette anni di carestia, come
aveva detto Giuseppe. Ci fu carestia in tutti i paesi, ma in tutto
l'Egitto c'era il pane.
55 Poi tutto il paese d'Egitto cominciò a sentire
la fame e il popolo gridò al faraone per avere il pane. Allora
il faraone disse a tutti gli Egiziani: «Andate da Giuseppe;
fate quello che vi dirà». 56 La carestia
dominava su tutta la terra. Allora Giuseppe aprì tutti i
depositi in cui vi era grano e vendette il grano agli Egiziani,
mentre la carestia si aggravava in Egitto. 57 E da tutti i
paesi venivano in Egitto per acquistare grano da Giuseppe, perché
la carestia infieriva su tutta la terra.
Cap. 42
1 Ora Giacobbe seppe che in Egitto c'era il grano; perciò
disse ai figli: «Perché state a guardarvi l'un
l'altro?». 2 E continuò: «Ecco, ho sentito
dire che vi è il grano in Egitto. Andate laggiù e
compratene per noi, perché possiamo conservarci in vita e non
morire». 3 Allora i dieci fratelli di Giuseppe scesero
per acquistare il frumento in Egitto. 4 Ma quanto a
Beniamino, fratello di Giuseppe, Giacobbe non lo mandò con i
fratelli perché diceva: «Non gli succeda qualche
disgrazia!». 5 Arrivarono dunque i figli d'Israele per
acquistare il grano, in mezzo ad altri che pure erano venuti, perché
nel paese di Canaan c'era la carestia.
6 Ora Giuseppe aveva autorità sul paese e vendeva
il grano a tutto il popolo del paese. Perciò i fratelli di
Giuseppe vennero da lui e gli si prostrarono davanti con la faccia a
terra. 7 Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma
fece l'estraneo verso di loro, parlò duramente e disse: «Di
dove siete venuti?». Risposero: «Dal paese di Canaan per
comperare viveri». 8 Giuseppe riconobbe dunque i
fratelli, mentre essi non lo riconobbero. 9 Si ricordò
allora Giuseppe dei sogni che aveva avuti a loro riguardo e disse
loro: «Voi siete spie! Voi siete venuti a vedere i punti
scoperti del paese». 10 Gli risposero: «No,
signore mio; i tuoi servi sono venuti per acquistare viveri. 11 Noi
siamo tutti figli di un solo uomo. Noi siamo sinceri. I tuoi servi
non sono spie!». 12 Ma egli disse loro: «No, voi
siete venuti a vedere i punti scoperti del paese!». 13 Allora
essi dissero: «Dodici sono i tuoi servi, siamo fratelli, figli
di un solo uomo, nel paese di Canaan; ecco il più giovane è
ora presso nostro padre e uno non c'è più».
14 Giuseppe disse loro: «Le cose stanno come vi ho
detto: voi siete spie. 15 In questo modo sarete messi alla
prova: per la vita del faraone, non uscirete di qui se non quando vi
avrà raggiunto il vostro fratello più giovane.
16 Mandate uno di voi a prendere il vostro fratello; voi
rimarrete prigionieri. Siano così messe alla prova le vostre
parole, per sapere se la verità è dalla vostra parte.
Se no, per la vita del faraone, voi siete spie!». 17 E
li tenne in carcere per tre giorni.
18 Al terzo giorno Giuseppe disse loro: «Fate questo
e avrete salva la vita; io temo Dio! 19 Se voi siete sinceri,
uno dei vostri fratelli resti prigioniero nel vostro carcere e voi
andate a portare il grano per la fame delle vostre case. 20 Poi
mi condurrete qui il vostro fratello più giovane. Allora le
vostre parole si dimostreranno vere e non morirete». Essi
annuirono. 21 Allora si dissero l'un l'altro: «Certo su
di noi grava la colpa nei riguardi di nostro fratello, perché
abbiamo visto la sua angoscia quando ci supplicava e non lo abbiamo
ascoltato. Per questo ci è venuta addosso quest'angoscia».
22 Ruben prese a dir loro: «Non ve lo avevo detto io:
Non peccate contro il ragazzo? Ma non mi avete dato ascolto. Ecco ora
ci si domanda conto del suo sangue». 23 Non sapevano
che Giuseppe li capiva, perché tra lui e loro vi era
l'interprete.
24 Allora egli si allontanò da loro e pianse. Poi
tornò e parlò con essi. Scelse tra di loro Simeone e lo
fece incatenare sotto i loro occhi.
25 Quindi Giuseppe diede ordine che si riempissero di
grano i loro sacchi e si rimettesse il denaro di ciascuno nel suo
sacco e si dessero loro provviste per il viaggio. E così venne
loro fatto.
26 Essi caricarono il grano sugli asini e partirono di là.
27 Ora in un luogo dove passavano la notte uno di essi aprì
il sacco per dare il foraggio all'asino e vide il proprio denaro alla
bocca del sacco. 28 Disse ai fratelli: «Mi è
stato restituito il denaro: eccolo qui nel mio sacco!». Allora
si sentirono mancare il cuore e tremarono, dicendosi l'un l'altro:
«Che è mai questo che Dio ci ha fatto?».
29 Arrivati da Giacobbe loro padre, nel paese di Canaan,
gli riferirono tutte le cose che erano loro capitate: 30 «Quell'uomo
che è il signore del paese ci ha parlato duramente e ci ha
messi in carcere come spie del paese. 31 Allora gli abbiamo
detto: Noi siamo sinceri; non siamo spie! 32 Noi siamo dodici
fratelli, figli di nostro padre: uno non c'è più e il
più giovane è ora presso nostro padre nel paese di
Canaan. 33 Ma l'uomo, signore del paese, ci ha risposto: In
questo modo io saprò se voi siete sinceri: lasciate qui con me
uno dei vostri fratelli, prendete il grano necessario alle vostre
case e andate. 34 Poi conducetemi il vostro fratello più
giovane; così saprò che non siete spie, ma che siete
sinceri; io vi renderò vostro fratello e voi potrete
percorrere il paese in lungo e in largo».
35 Mentre vuotavano i sacchi, ciascuno si accorse di avere
la sua borsa di denaro nel proprio sacco. Quando essi e il loro padre
videro le borse di denaro, furono presi dal timore. 36 E il
padre loro Giacobbe disse: «Voi mi avete privato dei figli!
Giuseppe non c'è più, Simeone non c'è più
e Beniamino me lo volete prendere. Su di me tutto questo ricade!».
37 Allora Ruben disse al padre: «Farai morire i miei
due figli, se non te lo ricondurrò. Affidalo a me e io te lo
restituirò». 38 Ma egli rispose: «Il mio
figlio non verrà laggiù con voi, perché suo
fratello è morto ed egli è rimasto solo. Se gli
capitasse una disgrazia durante il viaggio che volete fare, voi
fareste scendere con dolore la mia canizie negli inferi».
Cap. 43
1 La carestia continuava a gravare sul paese. 2 Quando
ebbero finito di consumare il grano che avevano portato dall'Egitto,
il padre disse loro: «Tornate là e acquistate per noi un
po' di viveri». 3 Ma Giuda gli disse: «Quell'uomo
ci ha dichiarato severamente: Non verrete alla mia presenza, se non
avrete con voi il vostro fratello! 4 Se tu sei disposto a
lasciar partire con noi nostro fratello, andremo laggiù e ti
compreremo il grano. 5 Ma se tu non lo lasci partire, noi non
ci andremo, perché quell'uomo ci ha detto: Non verrete alla
mia presenza, se non avrete con voi il vostro fratello!».
6 Israele disse: «Perché mi avete fatto questo
male, cioè far sapere a quell'uomo che avevate ancora un
fratello?». 7 Risposero: «Quell'uomo ci ha
interrogati con insistenza intorno a noi e alla nostra parentela: E'
ancora vivo vostro padre? Avete qualche fratello? e noi abbiamo
risposto secondo queste domande. Potevamo sapere ch'egli avrebbe
detto: Conducete qui vostro fratello?».
8 Giuda disse a Israele suo padre: «Lascia venire il
giovane con me; partiremo subito per vivere e non morire, noi, tu e i
nostri bambini. 9 Io mi rendo garante di lui: dalle mie mani
lo reclamerai. Se non te lo ricondurrò, se non te lo
riporterò, io sarò colpevole contro di te per tutta la
vita. 10 Se non avessimo indugiato, ora saremmo gia di
ritorno per la seconda volta». 11 Israele loro padre
rispose: «Se è così, fate pure: mettete nei
vostri bagagli i prodotti più scelti del paese e portateli in
dono a quell'uomo: un po' di balsamo, un po' di miele, resina e
laudano, pistacchi e mandorle. 12 Prendete con voi doppio
denaro, il denaro cioè che è stato rimesso nella bocca
dei vostri sacchi lo porterete indietro: forse si tratta di un
errore. 13 Prendete anche vostro fratello, partite e tornate
da quell'uomo. 14 Dio onnipotente vi faccia trovare
misericordia presso quell'uomo, così che vi rilasci l'altro
fratello e Beniamino. Quanto a me, una volta che non avrò più
i miei figli, non li avrò più...!».
15 Presero dunque i nostri uomini questo dono e il doppio
del denaro e anche Beniamino, partirono, scesero in Egitto e si
presentarono a Giuseppe.
16 Quando Giuseppe ebbe visto Beniamino con loro, disse al
suo maggiordomo: «Conduci questi uomini in casa, macella quello
che occorre e prepara, perché questi uomini mangeranno con me
a mezzogiorno». 17 Il maggiordomo fece come Giuseppe
aveva ordinato e introdusse quegli uomini nella casa di Giuseppe.
18 Ma quegli uomini si spaventarono, perché venivano
condotti in casa di Giuseppe, e dissero: «A causa del denaro,
rimesso nei nostri sacchi l'altra volta, ci si vuol condurre là:
per assalirci, piombarci addosso e prenderci come schiavi con i
nostri asini».
19 Allora si avvicinarono al maggiordomo della casa di
Giuseppe e parlarono con lui all'ingresso della casa; 20 dissero:
«Mio signore, noi siamo venuti gia un'altra volta per comperare
viveri. 21 Quando fummo arrivati ad un luogo per passarvi la
notte, aprimmo i sacchi ed ecco il denaro di ciascuno si trovava alla
bocca del suo sacco: proprio il nostro denaro con il suo peso esatto.
Allora noi l'abbiamo portato indietro 22 e, per acquistare i
viveri, abbiamo portato con noi altro denaro. Non sappiamo chi abbia
messo nei sacchi il nostro denaro!». 23 Ma quegli
disse: «State in pace, non temete! Il vostro Dio e il Dio dei
padri vostri vi ha messo un tesoro nei sacchi; il vostro denaro è
pervenuto a me». E portò loro Simeone.
24 Quell'uomo fece entrare gli uomini nella casa di
Giuseppe, diede loro acqua, perché si lavassero i piedi e
diede il foraggio ai loro asini. 25 Essi prepararono il dono
nell'attesa che Giuseppe arrivasse a mezzogiorno, perché
avevano saputo che avrebbero preso cibo in quel luogo. 26 Quando
Giuseppe arrivò a casa, gli presentarono il dono, che avevano
con sé, e si prostrarono davanti a lui con la faccia a terra.
27 Egli domandò loro come stavano e disse: «Sta
bene il vostro vecchio padre, di cui mi avete parlato? Vive ancora?».
28 Risposero: «Il tuo servo, nostro padre, sta bene, è
ancora vivo» e si inginocchiarono prostrandosi. 29 Egli
alzò gli occhi e guardò Beniamino, suo fratello, il
figlio di sua madre, e disse: «E' questo il vostro fratello più
giovane, di cui mi avete parlato?» e aggiunse: «Dio ti
conceda grazia, figlio mio!». 30 Giuseppe uscì
in fretta, perché si era commosso nell'intimo alla presenza di
suo fratello e sentiva il bisogno di piangere; entrò nella sua
camera e pianse. 31 Poi si lavò la faccia, uscì
e, facendosi forza, ordinò: «Servite il pasto».
32 Fu servito per lui a parte, per loro a parte e per i
commensali egiziani a parte, perché gli Egiziani non possono
prender cibo con gli Ebrei: ciò sarebbe per loro un abominio.
33 Presero posto davanti a lui dal primogenito al più
giovane, ciascuno in ordine di età ed essi si guardavano con
meraviglia l'un l'altro. 34 Egli fece portare loro porzioni
prese dalla propria mensa, ma la porzione di Beniamino era cinque
volte più abbondante di quella di tutti gli altri. E con lui
bevvero fino all'allegria.
Cap. 44
1 Diede poi questo ordine al maggiordomo della sua casa:
«Riempi i sacchi di quegli uomini di tanti viveri quanti ne
possono contenere e metti il denaro di ciascuno alla bocca del suo
sacco. 2 Insieme metterai la mia coppa, la coppa d'argento,
alla bocca del sacco del più giovane, con il denaro del suo
grano». Quegli fece secondo l'ordine di Giuseppe. 3 Al
mattino, fattosi chiaro, quegli uomini furono fatti partire con i
loro asini. 4 Erano appena usciti dalla città e ancora
non si erano allontanati, quando Giuseppe disse al maggiordomo della
sua casa: «Su, insegui quegli uomini, raggiungili e dì
loro: Perché avete reso male per bene? 5 Non è
forse questa la coppa in cui beve il mio signore e per mezzo della
quale egli suole trarre i presagi? Avete fatto male a fare così».
6 Egli li raggiunse e ripetè loro queste parole.
7 Quelli gli dissero: «Perché il mio signore
dice queste cose? Lungi dai tuoi servi il fare una tale cosa!
8 Ecco, il denaro che abbiamo trovato alla bocca dei nostri
sacchi te lo abbiamo riportato dal paese di Canaan e come potremmo
rubare argento od oro dalla casa del tuo padrone? 9 Quello
dei tuoi servi, presso il quale si troverà, sarà messo
a morte e anche noi diventeremo schiavi del mio signore».
10 Rispose: «Ebbene, come avete detto, così
sarà: colui, presso il quale si troverà, sarà
mio schiavo e voi sarete innocenti». 11 Ciascuno si
affrettò a scaricare a terra il suo sacco e lo aprì.
12 Quegli li frugò dal maggiore al più piccolo,
e la coppa fu trovata nel sacco di Beniamino. 13 Allora essi
si stracciarono le vesti, ricaricarono ciascuno il proprio asino e
tornarono in città. 14 Giuda e i suoi fratelli vennero
nella casa di Giuseppe, che si trovava ancora là, e si
gettarono a terra davanti a lui. 15 Giuseppe disse loro: «Che
azione avete commessa? Non sapete che un uomo come me è capace
di indovinare?». 16 Giuda disse: «Che diremo al
mio signore? Come parlare? Come giustificarci? Dio ha scoperto la
colpa dei tuoi servi... Eccoci schiavi del mio signore, noi e colui
che è stato trovato in possesso della coppa». 17 Ma
egli rispose: «Lungi da me il far questo! L'uomo trovato in
possesso della coppa, lui sarà mio schiavo: quanto a voi,
tornate in pace da vostro padre».
18 Allora Giuda gli si fece innanzi e disse: «Mio
signore, sia permesso al tuo servo di far sentire una parola agli
orecchi del mio signore; non si accenda la tua ira contro il tuo
servo, perché il faraone è come te! 19 Il mio
signore aveva interrogato i suoi servi: Avete un padre o un fratello?
20 E noi avevamo risposto al mio signore: Abbiamo un padre
vecchio e un figlio ancor giovane natogli in vecchiaia, suo fratello
è morto ed egli è rimasto il solo dei figli di sua
madre e suo padre lo ama. 21 Tu avevi detto ai tuoi servi:
Conducetelo qui da me, perché lo possa vedere con i miei
occhi. 22 Noi avevamo risposto al mio signore: Il giovinetto
non può abbandonare suo padre: se lascerà suo padre,
questi morirà. 23 Ma tu avevi soggiunto ai tuoi servi:
Se il vostro fratello minore non verrà qui con voi, non
potrete più venire alla mia presenza. 24 Quando dunque
eravamo ritornati dal tuo servo, mio padre, gli riferimmo le parole
del mio signore. 25 E nostro padre disse: Tornate ad
acquistare per noi un po' di viveri. 26 E noi rispondemmo:
Non possiamo ritornare laggiù: se c'è con noi il nostro
fratello minore, andremo; altrimenti, non possiamo essere ammessi
alla presenza di quell'uomo senza avere con noi il nostro fratello
minore. 27 Allora il tuo servo, mio padre, ci disse: Voi
sapete che due figli mi aveva procreato mia moglie. 28 Uno
partì da me e dissi: certo è stato sbranato! Da allora
non l'ho più visto. 29 Se ora mi porterete via anche
questo e gli capitasse una disgrazia, voi fareste scendere con dolore
la mia canizie nella tomba. 30 Ora, quando io arriverò
dal tuo servo, mio padre, e il giovinetto non sarà con noi,
mentre la vita dell'uno è legata alla vita dell'altro,
31 appena egli avrà visto che il giovinetto non è
con noi, morirà e i tuoi servi avranno fatto scendere con
dolore negli inferi la canizie del tuo servo, nostro padre.
32 Ma il tuo servo si è reso garante del giovinetto
presso mio padre: Se non te lo ricondurrò, sarò
colpevole verso mio padre per tutta la vita. 33 Ora, lascia
che il tuo servo rimanga invece del giovinetto come schiavo del mio
signore e il giovinetto torni lassù con i suoi fratelli!
34 Perché, come potrei tornare da mio padre senz'avere
con me il giovinetto? Ch'io non veda il male che colpirebbe mio
padre!».
Cap. 45
1 Allora Giuseppe non poté più contenersi
dinanzi ai circostanti e gridò: «Fate uscire tutti dalla
mia presenza!». Così non restò nessuno presso di
lui, mentre Giuseppe si faceva conoscere ai suoi fratelli. 2 Ma
diede in un grido di pianto e tutti gli Egiziani lo sentirono e la
cosa fu risaputa nella casa del faraone. 3 Giuseppe disse ai
fratelli: «Io sono Giuseppe! Vive ancora mio padre?». Ma
i suoi fratelli non potevano rispondergli, perché atterriti
dalla sua presenza. 4 Allora Giuseppe disse ai fratelli:
«Avvicinatevi a me!». Si avvicinarono e disse loro: «Io
sono Giuseppe, il vostro fratello, che voi avete venduto per
l'Egitto. 5 Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per
avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui
prima di voi per conservarvi in vita. 6 Perché già
da due anni vi è la carestia nel paese e ancora per cinque
anni non vi sarà né aratura né mietitura. 7 Dio
mi ha mandato qui prima di voi, per assicurare a voi la sopravvivenza
nel paese e per salvare in voi la vita di molta gente. 8 Dunque
non siete stati voi a mandarmi qui, ma Dio ed Egli mi ha stabilito
padre per il faraone, signore su tutta la sua casa e governatore di
tutto il paese d'Egitto. 9 Affrettatevi a salire da mio padre
e ditegli: Dice il tuo figlio Giuseppe: Dio mi ha stabilito signore
di tutto l'Egitto. Vieni quaggiù presso di me e non tardare.
10 Abiterai nel paese di Gosen e starai vicino a me tu, i
tuoi figli e i figli dei tuoi figli, i tuoi greggi e i tuoi armenti e
tutti i tuoi averi. 11 Là io ti darò
sostentamento, poiché la carestia durerà ancora cinque
anni, e non cadrai nell'indigenza tu, la tua famiglia e quanto
possiedi. 12 Ed ecco, i vostri occhi lo vedono e lo vedono
gli occhi di mio fratello Beniamino: è la mia bocca che vi
parla! 13 Riferite a mio padre tutta la gloria che io ho in
Egitto e quanto avete visto; affrettatevi a condurre quaggiù
mio padre». 14 Allora egli si gettò al collo di
Beniamino e pianse. Anche Beniamino piangeva stretto al suo collo.
15 Poi baciò tutti i fratelli e pianse stringendoli a
sé. Dopo, i suoi fratelli si misero a conversare con lui.
16 Intanto nella casa del faraone si era diffusa la voce:
«Sono venuti i fratelli di Giuseppe!» e questo fece
piacere al faraone e ai suoi ministri. 17 Allora il faraone
disse a Giuseppe: «Dì ai tuoi fratelli: Fate questo:
caricate le cavalcature, partite e andate nel paese di Canaan.
18 Poi prendete vostro padre e le vostre famiglie e venite da
me e io vi darò il meglio del paese d'Egitto e mangerete i
migliori prodotti della terra. 19 Quanto a te, dà loro
questo comando: Fate questo: prendete con voi dal paese d'Egitto
carri per i vostri bambini e le vostre donne, prendete vostro padre e
venite. 20 Non abbiate rincrescimento per la vostra roba,
perché il meglio di tutto il paese sarà vostro».
21 Così fecero i figli di Israele. Giuseppe diede
loro carri secondo l'ordine del faraone e diede loro una provvista
per il viaggio. 22 Diede a tutti una muta di abiti per
ciascuno, ma a Beniamino diede trecento sicli d'argento e cinque mute
di abiti. 23 Allo stesso modo mandò al padre dieci
asini carichi dei migliori prodotti dell'Egitto e dieci asine cariche
di grano, pane e viveri per il viaggio del padre. 24 Poi
congedò i fratelli e, mentre partivano, disse loro: «Non
litigate durante il viaggio!».
25 Così essi ritornarono dall'Egitto e arrivarono
nel paese di Canaan, dal loro padre Giacobbe 26 e subito gli
riferirono: «Giuseppe è ancora vivo, anzi governa tutto
il paese d'Egitto!». Ma il suo cuore rimase freddo, perché
non poteva credere loro. 27 Quando però essi gli
riferirono tutte le parole che Giuseppe aveva detto loro ed egli vide
i carri che Giuseppe gli aveva mandati per trasportarlo, allora lo
spirito del loro padre Giacobbe si rianimò. 28 Israele
disse: «Basta! Giuseppe, mio figlio, è vivo. Andrò
a vederlo prima di morire!».
Cap. 46
1 Israele dunque levò le tende con quanto possedeva
e arrivò a Bersabea, dove offrì sacrifici al Dio di suo
padre Isacco. 2 Dio disse a Israele in una visione notturna:
«Giacobbe, Giacobbe!». Rispose: «Eccomi!».
3 Riprese: «Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non
temere di scendere in Egitto, perché laggiù io farò
di te un grande popolo. 4 Io scenderò con te in Egitto
e io certo ti farò tornare. Giuseppe ti chiuderà gli
occhi».
5 Giacobbe si alzò da Bersabea e i figli di Israele
fecero salire il loro padre Giacobbe, i loro bambini e le loro donne
sui carri che il faraone aveva mandati per trasportarlo. 6 Essi
presero il loro bestiame e tutti i beni che avevano acquistati nel
paese di Canaan e vennero in Egitto; Giacobbe cioè e con lui
tutti i suoi discendenti; 7 i suoi figli e i nipoti, le sue
figlie e le nipoti, tutti i suoi discendenti egli condusse con sé
in Egitto.
8 Questi sono i nomi dei figli d'Israele che entrarono in
Egitto: Giacobbe e i suoi figli, il primogenito di Giacobbe, Ruben.
9 I figli di Ruben: Enoch, Pallu, Chezron e Carmi. 10 I
figli di Simeone: Iemuel, Iamin, Oad, Iachin, Socar e Saul, figlio
della Cananea. 11 I figli di Levi: Gherson, Keat e Merari.
12 I figli di Giuda: Er, Onan, Sela, Perez e Zerach; ma Er e
Onan morirono nel paese di Canaan. Furono figli di Perez: Chezron e
Amul. 13 I figli di Issacar: Tola, Puva, Giobbe e Simron.
14 I figli di Zàbulon: Sered, Elon e Iacleel.
15 Questi sono i figli che Lia partorì a Giacobbe in
Paddan-Aram insieme con la figlia Dina; tutti i suoi figli e le sue
figlie erano trentatrè persone.
16 I figli di Gad: Zifion, Agghi, Suni, Esbon, Eri, Arodi
e Areli. 17 I figli di Aser: Imma, Isva, Isvi, Beria e la
loro sorella Serach. I figli di Beria: Eber e Malchiel. 18 Questi
sono i figli di Zilpa, che Làbano aveva dato alla figlia Lia;
essa li partorì a Giacobbe: sono sedici persone.
19 I figli di Rachele, moglie di Giacobbe: Giuseppe e
Beniamino. 20 A Giuseppe nacquero in Egitto Efraim e Manasse,
che gli partorì Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On.
21 I figli di Beniamino: Bela, Becher e Asbel, Ghera, Naaman,
Echi, Ros, Muppim, Uppim e Arde. 22 Questi sono i figli che
Rachele partorì a Giacobbe; in tutto sono quattordici persone.
23 I figli di Dan: Usim. 24 I figli di Nèftali:
Iacseel, Guni, Ieser e Sillem. 25 Questi sono i figli di
Bila, che Làbano diede alla figlia Rachele, ed essa li partorì
a Giacobbe; in tutto sette persone.
26 Tutte le persone che entrarono con Giacobbe in Egitto,
uscite dai suoi fianchi, senza le mogli dei figli di Giacobbe, sono
sessantasei. 27 I figli che nacquero a Giuseppe in Egitto
sono due persone. Tutte le persone della famiglia di Giacobbe, che
entrarono in Egitto, sono settanta.
28 Ora egli aveva mandato Giuda avanti a sé da
Giuseppe, perché questi desse istruzioni in Gosen prima del
suo arrivo. Poi arrivarono al paese di Gosen. 29 Allora
Giuseppe fece attaccare il suo carro e salì in Gosen incontro
a Israele, suo padre. Appena se lo vide davanti, gli si gettò
al collo e pianse a lungo stretto al suo collo. 30 Israele
disse a Giuseppe: «Posso anche morire, questa volta, dopo aver
visto la tua faccia, perché sei ancora vivo». 31 Allora
Giuseppe disse ai fratelli e alla famiglia del padre: «Vado ad
informare il faraone e a dirgli: I miei fratelli e la famiglia di mio
padre, che erano nel paese di Canaan, sono venuti da me. 32 Ora
questi uomini sono pastori di greggi, si occupano di bestiame, e
hanno condotto i loro greggi, i loro armenti e tutti i loro averi.
33 Quando dunque il faraone vi chiamerà e vi
domanderà: Qual è il vostro mestiere?, 34 voi
risponderete: Gente dedita al bestiame sono stati i tuoi servi, dalla
nostra fanciullezza fino ad ora, noi e i nostri padri. Questo perché
possiate risiedere nel paese di Gosen». Perché tutti i
pastori di greggi sono un abominio per gli Egiziani.
Cap. 47
1 Giuseppe andò ad informare il faraone dicendogli:
«Mio padre e i miei fratelli con i loro greggi e armenti e con
tutti i loro averi sono venuti dal paese di Canaan; eccoli nel paese
di Gosen». 2 Intanto prese cinque uomini dal gruppo dei
suoi fratelli e li presentò al faraone. 3 Il faraone
disse ai suoi fratelli: «Qual è il vostro mestiere?».
Essi risposero al faraone: «Pastori di greggi sono i tuoi
servi, noi e i nostri padri». 4 Poi dissero al faraone:
«Siamo venuti per soggiornare come forestieri nel paese perché
non c'è più pascolo per il gregge dei tuoi servi;
infatti è grave la carestia nel paese di Canaan. E ora lascia
che i tuoi servi risiedano nel paese di Gosen!».
5 Allora il faraone disse a Giuseppe: «Tuo padre e i
tuoi fratelli sono dunque venuti da te. 6 Ebbene, il paese
d'Egitto è a tua disposizione: fà risiedere tuo padre e
i tuoi fratelli nella parte migliore del paese. Risiedano pure nel
paese di Gosen. Se tu sai che vi sono tra di loro uomini capaci,
costituiscili sopra i miei averi in qualità di sovrintendenti
al bestiame». 7 Poi Giuseppe introdusse Giacobbe, suo
padre, e lo presentò al faraone e Giacobbe benedisse il
faraone. 8 Il faraone domandò a Giacobbe: «Quanti
anni hai?». 9 Giacobbe rispose al faraone: «Centotrenta
di vita errabonda, pochi e tristi sono stati gli anni della mia vita
e non hanno raggiunto il numero degli anni dei miei padri, al tempo
della loro vita nomade». 10 Poi Giacobbe benedisse il
faraone e si allontanò dal faraone.
11 Giuseppe fece risiedere suo padre e i suoi fratelli e
diede loro una proprietà nel paese d'Egitto, nella parte
migliore del paese, nel territorio di Ramses, come aveva comandato il
faraone. 12 Giuseppe diede il sostentamento al padre, ai
fratelli e a tutta la famiglia di suo padre, fornendo pane secondo il
numero dei bambini.
13 Ora non c'era pane in tutto il paese, perché la
carestia era molto grave: il paese d'Egitto e il paese di Canaan
languivano per la carestia. 14 Giuseppe raccolse tutto il
denaro che si trovava nel paese d'Egitto e nel paese di Canaan in
cambio del grano che essi acquistavano; Giuseppe consegnò
questo denaro alla casa del faraone.
15 Quando fu esaurito il denaro del paese di Egitto e del
paese di Canaan, tutti gli Egiziani vennero da Giuseppe a dire:
«Dacci il pane! Perché dovremmo morire sotto i tuoi
occhi? Infatti non c'è più denaro». 16 Rispose
Giuseppe: «Cedetemi il vostro bestiame e io vi darò pane
in cambio del vostro bestiame, se non c'è più denaro».
17 Allora condussero a Giuseppe il loro bestiame e Giuseppe
diede loro il pane in cambio dei cavalli e delle pecore, dei buoi e
degli asini; così in quell'anno li nutrì di pane in
cambio di tutto il loro bestiame.
18 Passato quell'anno, vennero a lui l'anno dopo e gli
dissero: «Non nascondiamo al mio signore che si è
esaurito il denaro e anche il possesso del bestiame è passato
al mio signore, non rimane più a disposizione del mio signore
se non il nostro corpo e il nostro terreno. 19 Perché
dovremmo perire sotto i tuoi occhi, noi e la nostra terra? Acquista
noi e la nostra terra in cambio di pane e diventeremo servi del
faraone noi con la nostra terra; ma dacci di che seminare, così
che possiamo vivere e non morire e il suolo non diventi un deserto!».
20 Allora Giuseppe acquistò per il faraone tutto il
terreno dell'Egitto, perché gli Egiziani vendettero ciascuno
il proprio campo, tanto infieriva su di loro la carestia. Così
la terra divenne proprietà del faraone. 21 Quanto al
popolo, egli lo fece passare nelle città da un capo all'altro
della frontiera egiziana. 22 Soltanto il terreno dei
sacerdoti egli non acquistò, perché i sacerdoti avevano
un'assegnazione fissa da parte del faraone e si nutrivano
dell'assegnazione che il faraone passava loro; per questo non
vendettero il loro terreno.
23 Poi Giuseppe disse al popolo: «Vedete, io ho
acquistato oggi per il faraone voi e il vostro terreno. Eccovi il
seme: seminate il terreno. 24 Ma quando vi sarà il
raccolto, voi ne darete un quinto al faraone e quattro parti saranno
vostre, per la semina dei campi, per il nutrimento vostro e di quelli
di casa vostra e per il nutrimento dei vostri bambini». 25 Gli
risposero: «Ci hai salvato la vita! Ci sia solo concesso di
trovar grazia agli occhi del mio signore e saremo servi del
faraone!». 26 Così Giuseppe fece di questo una
legge che vige fino ad oggi sui terreni d'Egitto, per la quale si
deve dare la quinta parte al faraone. Soltanto i terreni dei
sacerdoti non divennero del faraone.
27 Gli Israeliti intanto si stabilirono nel paese
d'Egitto, nel territorio di Gosen, ebbero proprietà e furono
fecondi e divennero molto numerosi.
28 Giacobbe visse nel paese d'Egitto diciassette anni e
gli anni della sua vita furono centoquarantasette. 29 Quando
fu vicino il tempo della sua morte, Israele chiamò il figlio
Giuseppe e gli disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi,
metti la mano sotto la mia coscia e usa con me bontà e
fedeltà: non seppellirmi in Egitto! 30 Quando io mi
sarò coricato con i miei padri, portami via dall'Egitto e
seppelliscimi nel loro sepolcro». Rispose: «Io agirò
come hai detto». 31 Riprese: «Giuramelo!».
E glielo giurò; allora Israele si prostrò sul capezzale
del letto.
Cap. 48
1 Dopo queste cose, fu riferito a Giuseppe: «Ecco,
tuo padre è malato!». Allora egli condusse con sé
i due figli Manasse ed Efraim. 2 Fu riferita la cosa a
Giacobbe: «Ecco, tuo figlio Giuseppe è venuto da te».
Allora Israele raccolse le forze e si mise a sedere sul letto.
3 Giacobbe disse a Giuseppe: «Dio onnipotente mi
apparve a Luz, nel paese di Canaan, e mi benedisse 4 dicendomi:
Ecco, io ti rendo fecondo: ti moltiplicherò e ti farò
diventare un insieme di popoli e darò questo paese alla tua
discendenza dopo di te in possesso perenne. 5 Ora i due figli
che ti sono nati nel paese d'Egitto prima del mio arrivo presso di te
in Egitto, sono miei: Efraim e Manasse saranno miei come Ruben e
Simeone. 6 Invece i figli che tu avrai generati dopo di essi,
saranno tuoi: saranno chiamati con il nome dei loro fratelli nella
loro eredità. 7 Quanto a me, mentre giungevo da
Paddan, Rachele, tua madre, mi morì nel paese di Canaan
durante il viaggio, quando mancava un tratto di cammino per arrivare
a Efrata, e l'ho sepolta là lungo la strada di Efrata, cioè
Betlemme». 8 Poi Israele vide i figli di Giuseppe e
disse: «Chi sono questi?». 9 Giuseppe disse al
padre: «Sono i figli che Dio mi ha dati qui». Riprese:
«Portameli perché io li benedica!». 10 Ora
gli occhi di Israele erano offuscati dalla vecchiaia: non poteva più
distinguere. Giuseppe li avvicinò a lui, che li baciò e
li abbracciò. 11 Israele disse a Giuseppe: «Io
non pensavo più di vedere la tua faccia ed ecco, Dio mi ha
concesso di vedere anche la tua prole!». 12 Allora
Giuseppe li ritirò dalle sue ginocchia e si prostrò con
la faccia a terra. 13 Poi li prese tutti e due, Efraim con la
sua destra, alla sinistra di Israele, e Manasse con la sua sinistra,
alla destra di Israele, e li avvicinò a lui. 14 Ma
Israele stese la mano destra e la pose sul capo di Efraim, che pure
era il più giovane, e la sua sinistra sul capo di Manasse,
incrociando le braccia, benché Manasse fosse il primogenito.
15 E così benedisse Giuseppe:
«Il Dio, davanti al quale hanno camminato 17 Giuseppe notò che il padre aveva posato la
destra sul capo di Efraim e ciò gli spiacque. Prese dunque la
mano del padre per toglierla dal capo di Efraim e porla sul capo di
Manasse. 18 Disse al padre: «Non così, padre
mio: è questo il primogenito, posa la destra sul suo capo!».
19 Ma il padre ricusò e disse: «Lo so, figlio
mio, lo so: anch'egli diventerà un popolo, anch'egli sarà
grande, ma il suo fratello minore sarà più grande di
lui e la sua discendenza diventerà una moltitudine di
nazioni». 20 E li benedisse in quel giorno:
«Di voi si servirà Israele Così pose Efraim prima di Manasse.
21 Poi Israele disse a Giuseppe: «Ecco, io sto per
morire, ma Dio sarà con voi e vi farà tornare al paese
dei vostri padri.
22 Quanto a me, io do a te, più che ai tuoi
fratelli, un dorso di monte, che io ho conquistato dalle mani degli
Amorrei con la spada e l'arco».
Cap. 49
1 Quindi Giacobbe chiamò i figli e disse:
«Radunatevi, perché io vi annunzi quello che vi accadrà
nei tempi futuri.
2 Radunatevi e ascoltate, figli di Giacobbe, 28 Tutti questi formano le dodici tribù d'Israele,
questo è ciò che disse loro il loro padre, quando li ha
benedetti; ognuno egli benedisse con una benedizione particolare.
29 Poi diede loro quest'ordine: «Io sto per essere
riunito ai miei antenati: seppellitemi presso i miei padri nella
caverna che è nel campo di Efron l'Hittita, 30 nella
caverna che si trova nel campo di Macpela di fronte a Mamre, nel
paese di Canaan, quella che Abramo acquistò con il campo di
Efron l'Hittita come proprietà sepolcrale. 31 Là
seppellirono Abramo e Sara sua moglie, là seppellirono Isacco
e Rebecca sua moglie e là seppellii Lia. 32 La
proprietà del campo e della caverna che si trova in esso
proveniva dagli Hittiti.
33 Quando Giacobbe ebbe finito di dare questo ordine ai
figli, ritrasse i piedi nel letto e spirò e fu riunito ai suoi
antenati.
Cap. 50
1 Allora Giuseppe si gettò sulla faccia di suo
padre, pianse su di lui e lo baciò. 2 Poi Giuseppe
ordinò ai suoi medici di imbalsamare suo padre. I medici
imbalsamarono Israele 3 e vi impiegarono quaranta giorni,
perché tanti ne occorrono per l'imbalsamazione. Gli Egiziani
lo piansero settanta giorni. 4 Passati i giorni del lutto,
Giuseppe parlò alla casa del faraone: «Se ho trovato
grazia ai vostri occhi, vogliate riferire agli orecchi del faraone
queste parole: 5 Mio padre mi ha fatto giurare: Ecco, io sto
per morire: tu devi seppellirmi nel sepolcro che mi sono scavato nel
paese di Canaan. Ora, possa io andare a seppellire mio padre e
tornare». 6 Il faraone rispose: «va e seppellisci
tuo padre com'egli ti ha fatto giurare». 7 Allora
Giuseppe andò a seppellire suo padre e con lui andarono tutti
i ministri del faraone, gli anziani della sua casa, tutti gli anziani
del paese d'Egitto, 8 tutta la casa di Giuseppe e i suoi
fratelli e la casa di suo padre. Soltanto i loro bambini e i loro
greggi e i loro armenti essi lasciarono nel paese di Gosen.
9 Andarono con lui anche i carri da guerra e la cavalleria,
così da formare una carovana imponente. 10 Quando
arrivarono all'Aia di Atad, che è al di là del
Giordano, fecero un lamento molto grande e solenne ed egli celebrò
per suo padre un lutto di sette giorni. 11 I Cananei che
abitavano il paese videro il lutto alla Aia di Atad e dissero: «E'
un lutto grave questo per gli Egiziani». Per questo la si
chiamò Abel-Mizraim, che si trova al di là del
Giordano. 12 Poi i suoi figli fecero per lui così come
aveva loro comandato. 13 I suoi figli lo portarono nel paese
di Canaan e lo seppellirono nella caverna del campo di Macpela, quel
campo che Abramo aveva acquistato, come proprietà sepolcrale,
da Efron l'Hittita, e che si trova di fronte a Mamre. 14 Dopo
aver sepolto suo padre, Giuseppe tornò in Egitto insieme con i
suoi fratelli e con quanti erano andati con lui a seppellire suo
padre.
15 Ma i fratelli di Giuseppe cominciarono ad aver paura,
dato che il loro padre era morto, e dissero: «Chissà se
Giuseppe non ci tratterà da nemici e non ci renderà
tutto il male che noi gli abbiamo fatto?». 16 Allora
mandarono a dire a Giuseppe: «Tuo padre prima di morire ha dato
quest'ordine: 17 Direte a Giuseppe: Perdona il delitto dei
tuoi fratelli e il loro peccato, perché ti hanno fatto del
male! Perdona dunque il delitto dei servi del Dio di tuo padre!».
Giuseppe pianse quando gli si parlò così. 18 E
i suoi fratelli andarono e si gettarono a terra davanti a lui e
dissero: «Eccoci tuoi schiavi!». 19 Ma Giuseppe
disse loro: «Non temete. Sono io forse al posto di Dio? 20 Se
voi avevate pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo
servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere
un popolo numeroso. 21 Dunque non temete, io provvederò
al sostentamento per voi e per i vostri bambini». Così
li consolò e fece loro coraggio. 22 Ora Giuseppe con
la famiglia di suo padre abitò in Egitto; Giuseppe visse
centodieci anni. 23 Così Giuseppe vide i figli di
Efraim fino alla terza generazione e anche i figli di Machir, figlio
di Manasse, nacquero sulle ginocchia di Giuseppe. 24 Poi
Giuseppe disse ai fratelli: «Io sto per morire, ma Dio verrà
certo a visitarvi e vi farà uscire da questo paese verso il
paese ch'egli ha promesso con giuramento ad Abramo, a Isacco e a
Giacobbe». 25 Giuseppe fece giurare ai figli di Israele
così: «Dio verrà certo a visitarvi e allora voi
porterete via di qui le mie ossa».
26 Poi Giuseppe morì all'età di centodieci
anni; lo imbalsamarono e fu posto in un sarcofago in Egitto.
I. LE ORIGINI DEL MONDO E DELL'UMANITA'
1. LA CREAZIONE E LA CADUTA
Primo racconto della creazione
che
striscia sulla terra».
La prova della libertà. Il paradiso
La caduta
i tuoi dolori e le tue gravidanze,
con dolore partorirai figli.
Verso tuo marito sarà il
tuo istinto,
ma egli ti dominerà».
maledetto sia il suolo per causa
tua!
Con dolore ne trarrai il cibo
per tutti i giorni della
tua vita.
18 Spine e cardi produrrà per te
e
mangerai l'erba campestre.
19 Con il sudore del tuo volto
mangerai il pane;
finché tornerai alla terra,
perché
da essa sei stato tratto:
polvere tu sei e in polvere tornerai!».
Caino e Abele
La discendenza di Caino
mogli di Lamech, porgete
l'orecchio al mio dire:
Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura
e un ragazzo per un mio livido.
24 Sette volte sarà
vendicato Caino
ma Lamech settantasette».
Set e i suoi discendenti
I patriarchi prediluviani
Figli di Dio e figlie degli uomini
2. IL DILUVIO
La corruzione dell'umanità
Preparativi del diluvio
L'inondazione
L'abbassamento delle acque
L'uscita dall'arca
seme e messe,
freddo e caldo,
estate e inverno,
giorno e notte
non
cesseranno».
Il nuovo ordine del mondo
dall'uomo il suo
sangue sarà sparso,
perché ad immagine di Dio
Egli
ha fatto l'uomo.
7 E voi, siate fecondi e moltiplicatevi,
siate numerosi sulla terra e dominatela».
che io pongo
tra me e voi
e tra ogni essere vivente
che è con
voi
per le generazioni eterne.
13 Il mio arco pongo
sulle nubi
ed esso sarà il segno dell'alleanza
tra me
e la terra.
14 Quando radunerò
le nubi sulla
terra
e apparirà l'arco sulle nubi
15 ricorderò
la mia alleanza
che è tra me e voi
e tra ogni essere
che vive in ogni carne
e noi ci saranno più le acque
per
il diluvio, per distruggere ogni carne.
16 L'arco sarà
sulle nubi
e io lo guarderò per ricordare l'alleanza
eterna
tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne
che è
sulla terra».
3. DAL DILUVIO AD ABRAMO
Noè e i suoi figli
«Sia maledetto Canaan!
Schiavo degli schiavi
sarà per i suoi fratelli!». 26 Disse poi:
Canaan sia suo
schiavo!
27 Dio dilati Iafet
e questi dimori nelle
tende di Sem,
Canaan sia suo schiavo!».
La terra popolata
La torre di Babele
I patriarchi postdiluviani
La discendenza di Terach
II. STORIA DI ABRAMO
Vocazione di Abramo
e dalla casa di
tuo padre,
verso il paese che io ti indicherò.
2 Farò
di te un grande popolo
e ti benedirò,
renderò
grande il tuo nome
e diventerai una benedizione.
3 Benedirò
coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledirò
e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra».
Abramo in Egitto
Separazione di Abramo e di Lot
La campagna dei quattro re
Melchisedek
creatore del
cielo e della terra,
20 e benedetto sia il Dio altissimo,
che ti ha messo in mano i tuoi nemici».
Le promesse e l'alleanza
Nascita di Ismaele
partorirai un figlio
e lo
chiamerai Ismaele,
perché il Signore ha ascoltato la tua
afflizione.
12 Egli sarà come un ònagro;
la sua mano sarà contro tutti
e la mano di tutti
contro di lui
e abiterà di fronte a tutti i suoi
fratelli».
L'alleanza e la circoncisione
cammina davanti a me
e sii
integro.
2 Porrò la mia alleanza
tra me e te
e ti renderò numeroso
molto, molto». 3 Subito
Abramo si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con
lui:
4 «Eccomi:
la mia alleanza è con te
e sarai padre
di una moltitudine di popoli.
5 Non
ti chiamerai più Abramo
ma ti chiamerai Abraham
perché
padre di una moltitudine
di popoli ti renderò. 6 E
ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare
nazioni e da te nasceranno dei re. 7 Stabilirò la mia
alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione in
generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua
discendenza dopo di te. 8 Darò a te e alla tua
discendenza dopo di te il paese dove sei straniero, tutto il paese di
Canaan in possesso perenne; sarò il vostro Dio».
L'apparizione di Mamre
L'intercessione di Abramo
La distruzione di Sodoma
Origine dei Moabiti e degli Ammoniti
Abramo a Gerar
Nascita di Isacco
Agar e Ismaele cacciati
Abramo e Abimèlech a Bersabea
Il sacrificio di Isacco
La discendenza di Nacor
La tomba dei patriarchi
Matrimonio di Isacco
diventa migliaia di miriadi
e
la tua stirpe conquisti
la porta dei suoi nemici!».
La discendenza di Chetura
Morte di Abramo
La discendenza di Ismaele
III. STORIA DI ISACCO E DI GIACOBBE
Nascita di Esaù e di Giacobbe
e due popoli dal tuo
grembo si disperderanno;
un popolo sarà più forte
dell'altro
e il maggiore servirà il più piccolo».
Esaù cede il diritto di primogenitura
Isacco a Gerar
I pozzi tra Gerar e Bersabea
non temere perché
io sono con te.
Ti benedirò
e moltiplicherò la
tua discendenza
per amore di Abramo, mio servo».
Alleanza con Abimèlech
Le donne hittite di Esaù
Giacobbe carpisce la benedizione di Isacco
come l'odore di un campo
che il Signore ha benedetto.
28 Dio ti conceda
rugiada del cielo
e terre grasse
e abbondanza di frumento e
di mosto.
29 Ti servano i popoli
e si prostrino
davanti a te le genti.
Sii il signore dei tuoi fratelli
e si
prostrino davanti a te i figli di tua madre.
Chi ti maledice sia
maledetto
e chi ti benedice sia benedetto!».
sarà la tua sede
e lungi dalla rugiada del cielo dall'alto.
40 Vivrai
della tua spada
e servirai tuo fratello;
ma poi, quando ti
riscuoterai,
spezzerai il suo giogo dal tuo collo».
Isacco manda Giacobbe da Làbano
Altro matrimonio di Esaù
Il sogno di Giacobbe
Giacobbe arriva presso Làbano
I due matrimoni di Giacobbe
I figli di Giacobbe
Come si è arricchito Giacobbe
Fuga di Giacobbe
Labano insegue Giacobbe
Accordo tra Giacobbe e Labano
Giacobbe prepara l'incontro con Esaù
La lotta con Dio
L'incontro con Esaù
Giacobbe si separa da Esaù
Arrivo a Sichem
Violenza fatta a Dina
Accordo matrimoniale con i Sichemiti
Vendetta di Simeone e di Levi
Giacobbe a Betel
Non ti chiamerai più
Giacobbe,
ma Israele sarà il tuo nome».
Sii fecondo e diventa
numeroso,
popolo e assemblea di popoli
verranno da te,
re
usciranno dai tuoi fianchi.
12 Il paese che ho concesso
ad Abramo e a Isacco
darò a te
e alla tua stirpe
dopo di te
darò il paese».
Nascita di Beniamino e morte di Rachele
Incesto di Ruben
I dodici figli di Giacobbe
Morte di Isacco
Mogli e figli di Esaù in Canaan
Migrazione di Esaù
Discendenza di Esaù in Seir
I capi di Edom
Discendenza di Seir l'Hurrita
I re di Edom
Ancora i capi di Edom
IV. STORIA DI GIUSEPPE
Giuseppe e i suoi fratelli
Giuseppe venduto dai fratelli
Storia di Giuda e di Tamar
Primi successi di Giuseppe in Egitto
Giuseppe e la seduttrice
Giuseppe in prigione
Giuseppe interpreta i sogni degli ufficiali del Faraone
I sogni del Faraone
Promozione di Giuseppe
I figli di Giuseppe
Primo incontro di Giuseppe con i suoi fratelli
Ritorno dei figli di Giacobbe in Canaan
I figli di Giacobbe ripartono con Beniamino
L'incontro presso Giuseppe
La coppa di Giuseppe nel sacco di Beniamino
L'intervento di Giuda
Giuseppe si fa riconoscere
L'invito del faraone
Il ritorno di Canaan
Partenza di Giacobbe per l'Egitto
La famiglia di Giacobbe
L'accoglienza di Giuseppe
L'udienza del faraone
Altro racconto
Politica agraria di Giuseppe
Ultime volontà di Giacobbe
Giacobbe adotta e benedice i due figli di Giuseppe
i miei padri
Abramo e Isacco,
il Dio che è stato il mio pastore da
quando esisto
fino ad oggi,
16 l'angelo che mi ha
liberato da ogni male,
benedica questi giovinetti!
Sia
ricordato in essi il mio nome
e il nome dei miei padri Abramo e
Isacco
e si moltiplichino in gran numero
in mezzo alla
terra!».
per benedire, dicendo:
Dio ti renda come Efraim e come Manasse!».
Benedizioni di Giacobbe
ascoltate
Israele, vostro padre!
3 Ruben, tu sei il mio
primogenito,
il mio vigore e la primizia della mia virilità,
esuberante in fierezza ed esuberante in forza!
4 Bollente
come l'acqua, tu non avrai preminenza,
perché hai invaso
il talamo di tuo padre
e hai violato il mio giaciglio su cui eri
salito.
5 Simeone e Levi sono fratelli,
strumenti di
violenza sono i loro coltelli.
6 Nel loro conciliabolo
non entri l'anima mia,
al loro convegno non si unisca il mio
cuore.
Perché con ira hanno ucciso gli uomini
e con
passione hanno storpiato i tori.
7 Maledetta la loro ira,
perché violenta,
e la loro collera, perché crudele!
Io li dividerò in Giacobbe
e li disperderò in
Israele.
8 Giuda, te loderanno i tuoi fratelli;
la
tua mano sarà sulla nuca dei tuoi nemici;
davanti a te si
prostreranno i figli di tuo padre.
9 Un giovane leone è
Giuda:
dalla preda, figlio mio, sei tornato;
si è
sdraiato, si è accovacciato come un leone
e come una
leonessa; chi oserà farlo alzare?
10 Non sarà
tolto lo scettro da Giuda
nè il bastone del comando tra i
suoi piedi,
finché verra colui al quale esso appartiene
e
a cui è dovuta l'obbedienza dei popoli.
11 Egli
lega alla vite il suo asinello
e a scelta vite il figlio della
sua asina,
lava nel vino la veste
e nel sangue dell'uva il
manto;
12 lucidi ha gli occhi per il vino
e bianchi i
denti per il latte.
13 Zàbulon abiterà
lungo il lido del mare
e sarà l'approdo delle navi,
con
il fianco rivolto a Sidòne.
14 Issacar è un
asino robusto,
accovacciato tra un doppio recinto.
15 Ha
visto che il luogo di riposo era bello,
che il paese era ameno;
ha piegato il dorso a portar la soma
ed è stato
ridotto ai lavori forzati.
16 Dan giudicherà il
suo popolo
come ogni altra tribù d'Israele.
17 Sia
Dan un serpente sulla strada,
una vipera cornuta sul sentiero,
che morde i garretti del cavallo
e il cavaliere cade
all'indietro.
18 Io spero nella tua salvezza, Signore!
19 Gad, assalito da un'orda,
ne attacca la
retroguardia.
20 Aser, il suo pane è pingue:
egli
fornisce delizie da re.
21 Nèftali è una
cerva slanciata
che dà bei cerbiatti.
22 Germoglio
di ceppo fecondo è Giuseppe;
germoglio di ceppo fecondo
presso una fonte,
i cui rami si stendono sul muro.
23 Lo
hanno esasperato e colpito,
lo hanno perseguitato i tiratori di
frecce.
24 Ma è rimasto intatto il suo arco
e
le sue braccia si muovon veloci
per le mani del Potente di
Giacobbe,
per il nome del Pastore, Pietra d'Israele.
25 Per
il Dio di tuo padre - egli ti aiuti!
e per il Dio onnipotente -
egli ti benedica!
Con benedizioni del cielo dall'alto,
benedizioni dell'abisso nel profondo,
benedizioni delle
mammelle e del grembo.
26 Le benedizioni di tuo padre
sono superiori
alle benedizioni dei monti antichi,
alle
attrattive dei colli eterni.
Vengano sul capo di Giuseppe
e
sulla testa del principe tra i suoi fratelli!
27 Beniamino
è un lupo che sbrana:
al mattino divora la preda
e
alla sera spartisce il bottino.
Ultimi momenti e morte di Giacobbe
Funerali di Giacobbe
Dalla morte di Giacobbe alla morte di Giuseppe