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Nell’Inghilterra del primo Novecento
di Antonio
Stanca
Joe
Randolph Ackerley è un autore inglese nato a Londra nel 1896 e qui
vissuto per la maggior parte della sua vita. Ha scritto opere teatrali,
un libro di poesie, quattro libri di memorie ed un solo romanzo, “Tutto
il bene del mondo”. Questo è comparso nel 1960 e di recente è stato
ristampato dalla casa editrice Voland, Roma 2010, nella Collana
Intrecci. La traduzione e la postfazione sono di Giona Tuccini. Nel 1988
ne è stata tratta una versione cinematografica. Alla produzione letteraria Ackerley si era dedicato
soprattutto a partire dal 1943, quando si era trasferito definitivamente
a Putney, quartiere a sud di Londra, in una casa accanto al Tamigi.
Lavorava ancora alla BBC, dove dirigeva dal 1928 il settimanale d’arte
“The listener”, tramite il quale aveva promosso la conoscenza e
l’affermazione di molti giovani autori. Aveva studiato in una scuola
pubblica e poi all’Università di Cambridge, aveva partecipato, come
ufficiale, alla prima guerra mondiale. Dopo era stato per alcuni mesi in
India e nel 1960 aveva visitato il Giappone. Dopo la morte dei genitori
aveva ospitato nella casa di Putney la
sorella Nancy e mentre attendeva al lavoro letterario era comparso il
vizio dell’alcol. Sarebbe stato trovato morto dalla sorella la mattina
del quattro giugno 1967. Dalla sua vita e dai suoi viaggi verranno i temi della
sua scrittura, della quale i quattro memoriali saranno la parte più
significativa. Anche in “Tutto il bene del mondo” Ackerley,
dichiaratamente omosessuale nonostante i tempi condannassero tali
tendenze, narra di una propria esperienza vissuta con un giovane dei
sobborghi di Londra. Nel romanzo i due diventano un maturo e agiato
intellettuale, Frank, e un ragazzo del proletariato inglese capace di
azioni illecite, Johnny. Da questi Frank, dopo altri “amori”, era stato
irresistibilmente attratto e dai primi “incontri” erano passati ad
un’effettiva relazione. Sarebbe durata molto tempo, avrebbe coinvolto
anche i famigliari di Johnny, avrebbe visto Frank adoperarsi in tutti i
modi per continuarla ma alla fine sarebbe finita e l’affetto, l’amore
per Evie, il giovane cane pastore tedesco, avrebbero sostituito quelli
per il ragazzo. Intricata sarebbe stata questa vicenda prima di
concludersi, tra molti quartieri e ambienti della Londra degli anni ’50
si sarebbe svolta, molti risvolti avrebbe assunto visto che per un certo
periodo il giovane amante sarebbe stato in carcere poiché colpevole di
furto e tra Frank e i suoi famigliari si sarebbero verificate molte
delle situazioni del romanzo. Il pastore tedesco, sul quale alla fine si
riversano i trasporti amorosi di Frank, è anche il cane di uno dei libri
di memorie di Ackerley, “Mio cane Tulip” del 1956, dove l’autore finisce
col preferire il suo rapporto con Tulip a qualsiasi altro. Erano
espressioni di sentimento, di amore, di passione, che non distinguevano
tra le condizioni sociali delle persone, annullavano differenze e
distanze e potevano fare oggetto d’amore anche un animale. Esse si
spiegavano con l’atmosfera culturale ed artistica dell’Inghilterra del
primo Novecento, l’Inghilterra di autori spesso appartenenti o
appartenuti al “gruppo di Bloomsbury” ed impegnati a favore dei rapporti
umani e contro le convenzioni, i pregiudizi che li ostacolavano, a
favore dell’anticonformismo, del liberalismo nella vita individuale e
sociale. Edward Morgan Forster fu uno tra i più noti di questi autori e
fu tanto vicino ad Ackerley
da influenzare le sue scelte, da muoverlo a scrivere, a fare letteratura
di quelli che sarebbero dovuti rimanere i segreti della sua vita. L’amore di Ackerley prima per un ragazzo di strada poi
per un cane, la sua dichiarazione, la sua rappresentazione in un’opera
letteraria, sono il chiaro segno di tale atmosfera che sarà detta di
“fantasia liberale”. Anche l’espressione, la lingua di “Tutto il bene
del mondo” sono nuove perché liberate da regole, semplificate. A
contenuti diversi corrispondono linguaggi diversi ed entrambi si
spiegano con il particolare momento che in Inghilterra si sta
verificando. |
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