Oggi giovani
di
Antonio Stanca
E’
comparsa un’analisi attenta, precisa, chiara dell’attuale condizione
giovanile italiana, della generazione dei trentenni, della loro
particolare situazione, della loro vita, l’hanno compiuta Elisabetta
Ambrosi, giornalista e studiosa di fenomeni sociali, e Alessandro Rosina,
docente universitario ed autore di saggi sulla famiglia e sui rapporti
tra generazioni. Sono gli autori del breve volume edito ora da Marsilio,
nella serie i Grilli, e intitolato “Non è un paese per giovani”
(L’anomalia italiana: una generazione senza voce). Nel saggio si dice
dei giovani italiani dei nostri giorni senza trascurare di richiamarsi a
quelli del più immediato passato ed agli altri di altri paesi. E’ un
lavoro ordinato, ampiamente documentato, un lavoro che denota
competenza, capacità di organizzazione e distribuzione del materiale,
doti espositive. L’opera informa con facilità il lettore circa argomenti
che gli mancavano o dei quali aveva un’idea poco chiara, gli fa
conoscere, gli spiega perché in Italia si vive oggi in una situazione
d’immobilità, di mancata azione nonostante i numerosi problemi privati e
pubblici, individuali e sociali, presenti ormai da tempo e volti ad
aggravarsi. La famiglia, la scuola, la politica, l’economia, la
giustizia, la cultura, la stampa sono in crisi e soprattutto i giovani
dovrebbero preoccuparsi anche perché ne risentono per la loro
occupazione, per il loro lavoro. Gli attuali trentenni incontrano serie
difficoltà ad affermarsi, inserirsi, svolgere una mansione qualunque
titolo abbiano. In effetti in Italia il lavoro manca ma il problema più
grave, notano Ambrosi e Rosina, è quello dei giovani che si sono
adattati, rassegnati alla situazione, non agiscono per cambiarla, non si
uniscono per perseguire intenti comuni, non fanno del mancato lavoro uno
di questi ma rimangono isolati, rinunciano all’impegno, alla lotta e si
rifugiano nel privato proprio o della propria famiglia. Trasformano
questo nel loro mondo, lo caricano d’importanza fino a considerarlo
unico e ad escludere ogni altro presente o futuro. Non sembrano giovani
quelli italiani d’oggi poiché niente hanno del fervore, dell’entusiasmo,
del coraggio, dell’audacia, delle aspirazioni che caratterizzano l’età
giovanile, niente si propongono per il loro avvenire. Fino alla
generazione precedente, quella degli attuali sessantenni, giovinezza ha
significato spirito di novità, di cambiamento, di rivolta. E’ stata la
generazione che ha prodotto il ’68, ha voluto ed ottenuto un mondo
nuovo, il mondo dell‘ “uomo che viaggia in aereo, sale sull’Everest,
trapianta il cuore, cammina sulla luna”. Si è poi fermata, quella
generazione, su quanto raggiunto, lo ha difeso fino ad impedire agli
altri di accedervi. Questo pure è un ostacolo che ora esiste per gli
attuali trentenni soprattutto italiani, per la loro realizzazione. Ma
essi non s’impegnano per rimuoverlo, non lottano insieme per cambiare lo
stato delle cose: lo vogliono dimostrare, col loro lavoro, i due autori,
vogliono accusare d’inerzia, pigrizia, mancata responsabilità i giovani
d’Italia, vogliono indicarli tra i peggiori del mondo, dimostrare che
quella italiana è una società priva di giovinezza e di quanto essa
sempre ha comportato come la ricerca di un futuro migliore.
Mai era stato così in Italia, mai così
imprevedibile, così oscuro era comparso il destino della nazione!
Da apprezzare l’opera
di Ambrosi e Rosina perché capace di muoversi con facilità e chiarezza
tra problemi complessi, di collegare privato e pubblico, particolare e
generale senza confondere o alterare i due ambiti, e soprattutto perché
segnala le colpe, denuncia i responsabili di un fenomeno così grave. Lo
fa con il coraggio di chi sa di essere vero, giusto e da qui si attende
un qualche risultato. |