|
|
Un
invito a risolvere
di Antonio Stanca
Con
l’attuale quarta ristampa di Se
tu fossi qui, breve romanzo edito nel 2010 da Cairo Editore
(Milano), Maria Pia Ammirati è alla sua terza prova narrativa. Insieme
alle due precedenti, I cani
portano via le donne sole del 2000 e
Un caldo pomeriggio d’estate
del 2005, s’inserisce nell’articolata attività di una donna che ha
scritto anche poesie, opere di critica letteraria mentre svolgeva il suo
lavoro in televisione e collaborava con le pagine culturali di note
riviste. Come scrittrice l’Ammirati, che è nata nel 1963,
mostra di prediligere i temi della difficile realtà quotidiana, della
crisi nei rapporti con la famiglia, con l’ambiente, dovuta all’acceso
individualismo dei tempi moderni, all’affermazione, alla diffusione di
principi, regole, valori contrari ad ogni spiritualità. La presenza e
l’azione femminili, la loro difficile combinazione con quelle maschili,
sono altre costanti della narrativa dell’Ammirati. La donna, il suo
rapporto con l’uomo, quanto in esso è sopravvenuto, quanto è cambiato a
causa dei tempi, sono argomenti sui quali l’Ammirati si è soffermata nei
primi romanzi ed anche in Se tu
fossi qui. Nell’opera Matteo e Luisa, giovani genitori di due
bambine, da tempo sono giunti a non comunicare, a vivere ognuno la
propria vita, i propri pensieri, il proprio lavoro, il proprio rapporto
con le figlie. Tanto distanti sono diventati che Luisa muore
all’improvviso senza che Matteo sappia che era malata, che si curava ed
era seguita da un vecchio medico del quale era amica. Era stato lui a
consigliarla, incoraggiarla di fronte alla grave malattia dalla quale
l’aveva scoperta affetta e niente aveva saputo Matteo di tutto questo.
Lo saprà dopo e dovrà accettare di essere vissuto per anni con la moglie
nella condizione di escluso. Questo avverrà alla fine del romanzo quando
dalla morte di Luisa è passato del tempo e porterà Matteo a pensare di
recuperare il rapporto con lei “se ancora fosse qui”, a sognare di
vivere con lei diversamente da come era stato, di superare i problemi
che li avevano divisi. Essi, in verità, avevano fatto sì che subito dopo
la morte della donna Matteo si sentisse liberato, rinnovato, preparato
per altre esperienze. Quasi felice lo si vede nelle circostanze che si
verificano in casa e all’esterno durante le ore, i giorni immediatamente
seguenti. Sembra che si sia liberato da quel nemico dal quale veniva
continuamente sconfitto. Tutto nuovo, diverso, migliore gli appare anche
se ancora non ha un programma per il futuro, ancora è confuso, smarrito.
Saranno le finali rivelazioni dell’amico segreto di Luisa a fargli
scoprire una via da seguire, ad orientarlo, anche se solo nel pensiero,
verso un altro modo di stare con lei “se fosse qui”. Una maturazione
avviene: la volontà di ritrovarsi supera quella di rimanere separati e
conferisce alla narrazione il valore di un insegnamento, di un invito a
riflettere sull’importanza della comunicazione, dello scambio specie se
a distanza così ravvicinata come quella tra marito e moglie. La lingua dell’Ammirati, rapida, essenziale, accentua il valore educativo dell’opera poiché la rende simile a quell’esempio che tanto è più efficace quanto è meno superfluo. |
La pagina
- Educazione&Scuola©