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L’artista come la donna di Antonio Stanca
La sera di Venerdì 30 Gennaio nel Comune di Sternatia (Lecce) presso il Centro Studi “Chora-ma”, che lo scorso Dicembre aveva celebrato il trentesimo anniversario della sua attività di recupero e promozione della cultura salentina, di fronte ad un uditorio molto attento è stato introdotto dal presidente Donato Indino il discorso sul recente breve volume “Istantanee d’autrice – Rina Durante” di Clelia Ancora (Editrice Salentina, Galatina 2008). Ha parlato il professore Emilio Filieri, dell’Università del Salento, facendo un breve tracciato della cultura salentina dai secoli scorsi ai nostri giorni, evidenziando il suo valore, la sua importanza, i suoi rappresentanti e tra questi Rina Durante, nata a Melendugno (Lecce) nel 1928 e morta a Lecce nel 2004. Ne ha rilevato la particolarità dell’opera, la volontà, il coraggio di muoversi, agire contro le regole, i conformismi dei tempi ed ha fatto notare l’utilità di lavori come quelli dell’Ancora per salvare il patrimonio culturale salentino. E’, poi, intervenuta Rita Rucco, docente e poetessa, che ha illustrato la forza della Durante nel procedere in un cammino diverso da quello comune. Infine l’Ancora ha detto di essere stata mossa, nel lavoro, dall’intenzione di attribuire alla Durante quel che merita ed ha sottolineato che ancora molto deve la critica all’autrice dal momento che l’ha trascurata quando era in vita. Ancora è una docente, un’intellettuale impegnata nella scuola, nell’università, nella stampa, nell’editoria, svolge attività di ricerca ed ora, in questo libro, ha raccolto le testimonianze più dirette, più vicine alla vita privata, dall’infanzia all’adolescenza, alla maturità, alla morte di Rina Durante, autrice di romanzi, poesie, saggi, lavori per il teatro, il cinema, la radio, la televisione, e di ricerche, studi sulla lingua, il costume, le tradizioni, il folklore del suo territorio. Nella Durante è prevalsa la tendenza a ricavare dall’esterno i motivi ispiratori delle opere, ad attingere per esse all’uomo, alla natura, alla vita, alla società, alla storia del Salento ed a farne gli elementi di una scrittura che non le riduceva, non le confinava ma riconosceva la loro ragione d’essere, le proponeva come i segni distintivi, i caratteri essenziali di un’identità umana e sociale pari ad ogni altra. Questa è stata Rina Durante, di questo ha scritto, parlato, discusso e lo ha fatto per riscattare dall’oscurità, dal silenzio, dove giaceva da secoli, una particolare condizione di vita. Così si è distinta tra gli intellettuali e gli autori salentini della seconda metà del Novecento, è diventata un personaggio e suggestivo è sempre stato sapere come un personaggio si è formato, dove è nato, vissuto, con chi, cos’altro ha fatto, conoscere quella vita privata che generalmente rimane ignota perché occultata se non annullata dalla pubblica. La suggestione, la meraviglia, che da tale conoscenza derivano, procura l’Ancora ai lettori del suo libro essendo interminabili le notizie che questo contiene circa il privato della Durante. La maggior parte delle informazioni proviene dall’unica sorella di Rina ancora in vita, Pia, altre da famigliari più lontani, amici, collaboratori, compagni di lavoro, altri autori, compaesani. Ogni loro ricordo diviene, nel libro, un’immagine viva, immediata, le situazioni riferite si succedono come una serie d’“istantanee” appunto, coinvolgono il lettore. Gli fanno scoprire che la Durante fu una persona sempre insofferente, irrequieta, fu la bambina, la ragazza, la figlia, la sorella, la cugina, la zia, l’ amica, l’ alunna, la docente, la donna nuova, diversa dal contesto e diversamente vissuta. Dalla ricostruzione dell’Ancora, ricca peraltro di citazioni, note e documenti fotografici, quello della Durante sembra un destino inevitabile, quella ragazza strana, capricciosa, sempre trasandata, che ne emerge, sembra dovesse necessariamente diventare l’autrice particolare che è stata. E’ come se il libro abbia voluto chiarire i precedenti di un personaggio difficile da collocare anche perché impegnato in molte direzioni, mai appagato di quanto ottenuto, come se abbia voluto dimostrare che un’artista simile poteva derivare solo da quella donna. Importante, utile risulta “Istantanee d’autrice” dal momento che non rimane una semplice ricognizione ma chiarisce dubbi ancora esistenti sulla Durante e ne propone una figura più completa. |
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