Che dirti?
E’ frutto di una delle mie solite visioni,
questo lo strazio!
La vita a volte corre magra
sui muri
come tarantola salentina
nera, solitaria.
Altro è però quella farfalla;
con movimenti leggeri
perpetua sogni
ed il tuo mondo sperso,
l’inaudito che respiri
oggi
è qui nella tua mano.
M. G. Attanasi
|
Un senso di sconfitta, di
perdita è quello che immediatamente emerge dai più recenti
componimenti poetici di Maria Grazia Attanasi di Soleto, in
provincia di Lecce. Della giovane poetessa è già comparsa una
raccolta di versi “Scorci di finestre a scomparire”, ed.
Libroitaliano, Premio Selezione “Poesia 2004”, ed ora è in
preparazione un’altra della quale ha concesso la lettura di
alcune parti. Come nelle precedenti la forma di queste poesie si
concentra nella parola, la carica di significati, la espone
sola, a dire di quanto avviene nel pensiero, nell’animo di chi
scrive. Sono situazioni, momenti, immagini brevi, rapide, che
raccolgono l’inquieta interiorità dell’autrice e la esprimono in
maniera così autentica da diventare parti di essa, da
confondersi con essa. I versi dell’Attanasi avviano un processo
d’identificazione, scambio, comunicazione con quanto della vita
da essi è preso per rappresentare dei sentimenti. L’irregolarità
della loro misura e la varia lunghezza delle strofe mostrano che
si esprime un movimento sempre nuovo, mai prevedibile quale
quello dell’animo.
E’ la tecnica del “correlativo
oggettivo”, dell’oggetto che si fa voce dell’anima, vive di
essa, diventa segno, simbolo di un’idea, si estende oltre la
propria misura, giunge a tutti, si fa arte.
Anche riguardo ai contenuti i
secondi componimenti si collocano in linea con i primi ché anche
quelli dicono di uno stato d’angoscia, di sconforto per quanto
nell’attuale condizione di vita, nella realtà dei nostri giorni
sembra perduto, per i valori dello spirito divenuti difficili.
Ma a differenza degli altri i recenti versi lasciano intravedere
una luce di speranza, una possibilità di salvezza da ciò che nel
mondo si è guastato, dalla rovina comportata dai tempi perché
invasi da bisogni, interessi, scopi di genere soprattutto
materiale. Questi si sono imposti, hanno vinto sulle richieste
dello spirito ma non molto servirebbe per recuperarle. Un
pensiero, uno sguardo, un gesto potrebbero ristabilire rapporti
finiti, una luce, un colore, una visione potrebbero rivalutare
desideri scomparsi, un sorriso, una parola, un’offerta
potrebbero annullare distanze createsi. Tanto poco produrrebbe
molto e qui avviene la poesia dell’Attanasi, da questi semplici
motivi trae alimento e per essi si colloca tra le voci di quegli
autori ispirati che, nonostante i tempi, ancora esistono a
riprova che l’arte non è finita ma solo ridotta. Limitata a chi
non ha smesso di seguire l’anima, cercarla, scorgerne i segni.
In questa tendenza vanno inseriti i versi dell’Attanasi, in tale
ricerca essi s’impegnano, sulle tracce dello spirito si muovono.
Un messaggio è il loro, un richiamo a riprendere quanto perduto,
un invito a come farlo. |