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Tra Roma e Milano
di Antonio Stanca
Nel
2006 Francesco Bartolini, ricercatore presso il Dipartimento di Storia
moderna e contemporanea dell’Università di Roma “La Sapienza”, ha
pubblicato un ampio saggio dal titolo
Rivali d’Italia (Roma e Milano
dal Settecento a oggi). L’opera, edita dalla Laterza di Bari, ha
rappresentato una tappa importante nel lungo percorso compiuto dal
confronto tra le due città in ambito critico. Bartolini è autore di
altri studi di carattere storico ma in questo, che è venuto dopo una
lunga ricerca, ha raggiunto un risultato migliore poiché sempre chiaro
riesce il suo linguaggio pur dicendo di periodi e problemi così
complicati della storia italiana. Inoltre dei tre secoli esaminati
rivela momenti, aspetti che ancora erano rimasti sconosciuti e che
incuriosiscono il lettore e lo coinvolgono. Facilmente si muove il
Bartolini tra grossi e piccoli avvenimenti e personaggi, li chiarisce,
li rende familiari, vicini a chi legge. Un’opera di divulgazione può
essere considerato il suo grosso volume. L’indagine dello studioso si riferisce agli
ultimi tre secoli della storia d’Italia e pur tra tanta ampiezza, tra
tanti avvenimenti che s’intrecciano, si complicano, si sovrappongono
riesce egli a muoversi in maniera ordinata, regolare. Divide l’opera in
capitoli e questi in paragrafi senza mai far risultare lontani, separati
i diversi argomenti da essi contenuti. Nello stesso quadro, nello stesso
processo li fa rientrare tutti. È la storia che si muove con Bartolini e
non solo quella maggiore, già nota, ma anche quella minore, meno nota. È
la storia completa dell’Italia dal ‘700 ai nostri giorni, completa dei
suoi documenti e in nome di questi valutata, giudicata. Roma e Milano
sono i punti di riferimento dai quali procede ed ai quali viene
ricondotta un’indagine così estesa. Da questa le due città emergono
nelle loro diverse caratteristiche, nella loro eterna rivalità, emergono
come le parti di una contesa le cui sorti si sono alternate e si
alternano in continuazione. Dipende dal momento storico, politico,
dall’atmosfera culturale, religiosa, dalla situazione economica se i
vantaggi sono per l’una o per l’altra, dipende da quanto fa parte della
loro tradizione, della loro formazione se a Roma si pensa, si opera in
un modo e a Milano in un altro, se Roma è meridione e Milano
settentrione, se Roma è «oziosa e statica» e Milano «ottima e fattiva». Da Napoleone in Italia al Risorgimento,
all’Unità, dalla prima guerra mondiale al fascismo, alla seconda guerra
mondiale, alla lotta partigiana, allo stato moderno, alle sue gravi
contraddizioni, dalla Chiesa di Pio VII a quella di Giovanni Paolo II,
dal “Caffè”, dal “Conciliatore al “Corriere della Sera”, a “la
Repubblica”, da Vincenzo Cuoco ad Alberto Moravia, da Silvio Pellico a
Silvio Berlusconi, dalla comunicazione mancata alla radio, al cinema,
alla televisione, dalle prime fabbriche alla produzione industriale,
dalla società in formazione a quella dei consumi, di massa, dalla difesa
dei costumi al loro rifiuto, dal valore, dalla funzione degli ideali
alla loro crisi, dalla lotta per la libertà alla paura della libertà,
dalla costruzione dello stato al suo sgretolamento, dall’inizio
dell’Italia alla sua fine. Di quanto è avvenuto e avviene, di quanto ha
fatto e fa parte della nostra storia scrive il Bartolini nel libro e
soprattutto di quanto per essa sono servite Roma e Milano pur nella loro
diversa maniera d’intendere e vivere a livello individuale e collettivo.
Da esse è derivata in Italia la modernità anche se prima questa ha
significato vantaggio, conquista e dopo svantaggio, perdita. Divise, tuttavia, sono rimaste, contrarie si sono
mostrate tranne in qualche circostanza perché nessuna ha rinunciato a quanto, di vecchio
e di nuovo, è suo proprio. Ognuna ha perseguito una sua Italia ed è
stato tanto acceso il contrasto da essersi continuato fino ai nostri
giorni e da aver determinato le gravi separazioni che ancora oggi
esistono nella società italiana. |
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