Di nuovo Dio
di
Antonio Stanca
A
Settembre di quest’anno presso Rizzoli, nella serie “Piccoli Saggi”, è
comparso il breve volume di Giancarlo Bosetti “Il fallimento dei laici
furiosi”. Bosetti insegna Giornalismo politico a Roma presso
l’Università “La Sapienza”, collabora con “la Repubblica”, ha fondato la
rivista “Reset” ed è stato vicedirettore de “l’Unità”. Ha scritto altri
libri-saggio ed in questo si propone di dimostrare fallita quella
corrente di pensiero comparsa da tempo anche in Italia e mirata ad
annullare il valore, la funzione della religione nella società moderna,
a negare l’esistenza di Dio e perseguire una condizione di vita laica,
atea. Piergiorgio Odifreddi in Italia, Michel Onfray, Daniel Dennett,
John Allen Paulos, Richard Dawkins all’estero sono tra i maggiori
sostenitori di tale tendenza, per loro le conquiste della scienza, della
tecnica, il progresso dovrebbero garantire all’uomo moderno la
soddisfazione di ogni bisogno, la sicurezza di ogni programma e fargli
disperdere il ricorso a quegli aspetti, elementi della vita che non
rientrano nella sfera della realtà, che non sono immanenti, concreti.
Una vita senza religione, senza Dio, è quella teorizzata dagli studiosi
che non valutano, secondo il Bosetti, come insieme alla religione si
perde anche quanto essa comporta, i doveri, cioè, i rapporti, gli scambi
che richiede. Difficile sarebbe, quindi, perseguire una vita simile in
un momento come l’attuale quando sempre più necessari sono divenuti i
contatti tra persone diverse, lontane. L’immigrazione è una delle cause
principali di questo fenomeno, l’Occidente oggi sta accogliendo un
numero sempre crescente di stranieri provenienti da aree della terra
sottosviluppate e interpreti di lingue, culture, religioni diverse. Con
queste, dice lo studioso nel libro, le lingue, le culture, le religioni
occidentali devono confrontarsi, dialogare, collaborare, devono
convivere, combinarsi, trovare il modo per stare, procedere insieme. E’
tempo di incontri quello attuale, di comunicazione pur a distanza, si
parla di globalizzazione e intanto precarie sono tante situazioni
internazionali, permanenti sono tanti stati di tensione, di violenza, di
guerra: è una grave contraddizione quella che si vive e per risolverla
importante potrà risultare il contributo della religione, il suo
insegnamento a credere, sperare e per questo a cercarsi, ritrovarsi. Non
ateo ma religioso dovrà imparare ad essere l’uomo del futuro, non
isolata ma unita la vita dei prossimi anni e per ottenerla servirà
quella disposizione dello spirito, dell’anima che la religione,
qualunque essa sia, ha sempre promosso. Più di quello antico, dichiara
il Bosetti, l’uomo nuovo avrà bisogno di Dio poiché di fronte a pericoli
più gravi di quelli passati egli si troverà. La scienza che avrebbe
dovuto garantirgli ogni sicurezza lo renderà insicuro: povertà,
disgrazie, contagi, malattie, problemi alimentari, sanitari, ecologici,
nucleari, famigliari, sociali, politici avrà egli di fronte ai tempi
della scienza e la religione glieli farà pensare come possibili di
soluzione. A Dio tornerà l’uomo, a quel Dio che il progresso gli voleva
far credere inesistente, inutile. E con Dio scoprirà gli altri, ai
propri aggiungerà i loro bisogni, al plurale si svolgerà la nuova vita,
senza confini sarà la nuova storia.
Questo vuol provare
Bosetti nel saggio e lo fa con ricchezza di particolari, lo esprime con
tale chiarezza da rendere facile la lettura e convincente la sua tesi.
Ne escono sconfitte quella corrente di pensiero laico, quella tendenza
all’ateismo che da anni percorrono la cultura mondiale e che erano
convinte di essere pervenute a risultati sicuri. In effetti questi
s’erano lasciati intravedere, avevano fatto parlare della moderna come
dell’età della secolarizzazione ma nel periodo post-moderno, nella
storia contemporanea, sono entrati in crisi. E’ successo appunto da
quando l’uomo, divenuto insicuro del proprio e dell’altrui destino, ha
riscoperto il valore della fede religiosa e l’importanza degli altri. |