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Tra storia “maggiore” e “minore” di Antonio Stanca
Il volume è diviso in due parti: la prima s’intitola “Dal primo Novecento alla fine della Grande Guerra”, la seconda “Dalla fine della Grande Guerra all’avvio del regime fascista”. In entrambe lo studioso muove dalla situazione nazionale e giunge a quella locale che tratta e documenta maggiormente. Acquarica del Capo risulta, in tal modo, illustrata fin nei minimi particolari della sua storia di quegli anni: dalle conseguenze della guerra, dai lutti che ne erano derivati, dalle speranze che la vittoria italiana aveva acceso si passa alle difficili condizioni di vita, ai problemi individuali, famigliari, sociali, economici che si andavano delineando e soprattutto alla contrastata situazione amministrativa nella quale persone, classi sociali, associazioni, gruppi, partiti politici diversi, contrari si fronteggiavano in una gara che sembrerà non volersi mai concludere. Un ambiente piuttosto agitato risulta quello acquaricese del primo Novecento, un posto dove si scontrano in continuazione tendenze, interessi, aspirazioni di diverso, opposto genere con conseguenze talvolta gravi. Anche nell’Italia del momento l’atmosfera non è tranquilla poiché ovunque si sta assistendo al fallimento di quei progetti di miglioramento delle vecchie condizioni che erano stati alimentati dalla vittoria in guerra, ovunque sono insorti tanti problemi da annullare l’idea di un programma unico e utile per ogni luogo. “L’alloro” di quella vittoria si stava rivelando “sfrondato”, i problemi particolari stavano sommergendo qualunque aspirazione collettiva e nelle periferie il fenomeno era ancora più grave poiché maggiori erano i disagi. In particolare nell’Acquarica di quel tempo succederà che i vecchi interessi di famiglia, di casta contrastino con i nuovi del popolo, i vecchi partiti liberali, la Chiesa con i nuovi partiti di sinistra, le pretese dei reduci di guerra con le necessità di altri movimenti e che tutto avvenga contemporaneamente e danneggi la comunità rendendo impossibile una sistemazione definitiva, instaurando un clima di confusione, di disordine che durerà a lungo, fino all’avvento del fascismo. Di tanti problemi, dei suoi numerosi protagonisti, delle loro famiglie, della loro vita, dei loro atti pubblici e privati, ha voluto dire dettagliatamente il Brigante nel suo libro tramite i documenti riportati e siccome tanti sono i fatti ed i personaggi tanti sono pure i documenti. L’opera diviene, così, una precisa e preziosa testimonianza, recupera quanto mancava, lo ricostruisce, lo documenta, lo stabilisce per sempre a riprova che la storia “minore” avviene insieme a quella “maggiore” e come questa deve esistere. |
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