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Tra la storia e la vita di Antonio Stanca
Intorno alla famiglia dell’antica villa sul lago di Como, intorno alle tre figlie, Regina, Isabella e Lucia, di Marianna e del Capitano, la scrittrice costruisce molte vicende private che sembrano riflettere, nel loro alternarsi, quanto sta succedendo nell’Italia di quel periodo, la confusione che segue l’armistizio del 1943, il dilemma nel quale si cade a causa della contemporanea presenza nel nostro territorio di fascisti, tedeschi, partigiani, americani, russi, la difficoltà se non impossibilità di distinguere tra amici e nemici, buono e cattivo, vero e falso, giusto e ingiusto, utile e vano. Ci si raggruppa, ci si allea, ci si divide, ci si nasconde, si fugge, si diserta, si protesta, si tradisce, si condanna, si spara, si uccide senza che si siano definite con chiarezza le parti dal momento che molte sono e varie. Di tale disordine si dice mentre si narra di quanto avviene nella casa e dintorni, con quest’altro movimento esso si collega tramite la voce di chi di entrambi partecipa, gli uomini, più di uno, che con le sorelle entrano in rapporti anche amorosi. Si saprà, così, di come è andata la guerra in Russia, in Africa, di cosa sta succedendo ora in Italia, si evidenzieranno i caratteri dei personaggi maschili dell’opera, diversi tra loro e a volte da quelli delle ragazze, le circostanze che hanno vissuto e stanno vivendo, le altre donne che per loro ci sono state e ci sono. In genere si tratterà di vite travagliate, di persone dalle grandi aspirazioni e per questo esposte a gravi delusioni e così per le sorelle che per motivi diversi, compresa la morte, vedranno fallire i sogni della loro adolescenza. Una storia di fallimenti è la loro e quella dei loro uomini, una storia che, unita all’altra della violenza armata e della giustizia sommaria che si stanno verificando nel paese, si trasforma in una rovina senza limiti, immensa. A commentarla c’è anche una delle sorelle, Isabella, che conclude ogni capitolo valutando quanto in esso è stato detto e continuando nei collegamenti tra persone e cose, pensieri ed azioni, luoghi e tempi. Con Isabella si passa dal passato al presente, dall’oggettività della narrazione alla soggettività di uno dei suoi personaggi. Isabella è protagonista ed interprete della sua e delle altre storie: è vissuta prima al momento di queste e vive ora la sua soltanto, è l’unica superstite ed è l’ennesima possibilità di giudizio che la Bulgheroni vuole ascriversi. |
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