Calasso prima e dopo
di Antonio Stanca
Con
"Il rosa Tiepolo", pubblicato di recente presso Adelphi, il
sessantaseienne Roberto Calasso, scrittore e saggista fiorentino che
vive ed opera a Milano anche come dirigente editoriale per conto dell’Adelphi,
è giunto alla quinta delle ampie opere narrative prodotte negli anni
precedenti e capaci, pur trattando di argomenti diversi, di perseguire
l’impegno a risalire alle origini della storia, della vita, della
cultura, dell’arte, a recuperare i valori del mito, del simbolo e
fissarli in maniera nuova e definitiva. Ne "Il rosa Tiepolo" è il
pittore del Settecento veneziano Giambattista Tiepolo ad essere rivisto
attraverso i suoi colori, le sue figure, molte comprese nel libro, che
spesso attingevano al mito, lo liberavano dagli eccessi del barocco, lo
rendevano fluido, lo facevano sentire vicino, avviavano una
comunicazione col presente, muovevano a nuove scoperte. Le volte di
molti palazzi, ville, chiese dell’Italia e dell’Europa del tempo
testimoniano di tale maniera ed a Calasso, ricercatore di principi,
valori, verità ancora intatti, ancora validi nonostante il tempo
trascorso, non poteva sfuggire una simile occasione di recupero. In tal
senso più riuscita di questa e delle altre finora realizzate è la
seconda opera del ciclo comparsa nel 1988 col titolo "Le nozze di Cadmo
e Armonia". Questo lavoro ha rivelato il Calasso e lo ha inserito tra i
maggiori rappresentanti di un genere letterario nuovo e difficile da
definire, quello della scrittura saggistica, del romanzo-saggio. E’ un
genere sorto in Italia alla fine del Novecento ed ancora oggi
perseguito. Non comporta, come sempre un’opera narrativa, solo la
rappresentazione di una realtà, esteriore o interiore, ma anche la sua
discussione e interpretazione, dimostra l’impegno dell’autore a
chiarire, spiegare quanto esposto, intervenire in esso alla luce dei
propri pensieri, collegarlo col proprio presente. Postmoderna si dice di
questa produzione e a differenza della moderna, delle sue tante
avanguardie, non nega il passato, la tradizione ma spesso si rivolge al
passato, vi ricerca gli elementi utili a ricomporre una linea che
sembrava interrotta, a ristabilire una continuità che pareva
impossibile. Tra le tante forme di scrittura prodotte durante la
modernità e spiegabili prima con la ricerca del nuovo poi con il
progressivo emergere dei gusti di un pubblico sempre meno esigente
poiché sempre più avviato a diventare massa, questa postmoderna è una
scrittura che richiede un pubblico più attento, più colto ed intanto
restituisce dignità, valore alla letteratura.
In tale contesto è compreso "Le nozze di Cadmo e
Armonia" dove Calasso, per moltissime pagine, richiama il lettore su
quanto è avvenuto nella formazione della Grecia antica, su quanto l’ha
preceduta, sui rapporti con altri paesi e popoli, vicini e lontani,
sulla dimensione umana e divina della vita, sugli scambi tra uomini,
eroi e dei dell’Olimpo a partire dall’iniziale stato d’indistinzione per
giungere ai primi secoli dopo Cristo. Tutto l’universo greco e dintorni
è percorso dal Calasso in ogni parte, aspetto, elemento, espressione. E’
un’operazione complessa, molto articolata, durante la quale lo scrittore
si fa aiutare da testimonianze di autori remoti o più recenti, che
riporta e con i quali si confronta. Riesce così bene in tale immensa
ricostruzione che difficile risulta distinguere in essa la storia dalla
favola, la realtà dal mito, la verità dalla supposizione. E’
un’atmosfera magica, da mistero, quella che Calasso crea nell’opera dal
momento che ogni limite risulta annullato e con estrema rapidità e
facilità si passa dal vissuto al pensato, sognato, ricordato, previsto,
dall’umano al divino, dal sacro al profano, dal paganesimo al
cristianesimo, dalla fede alla superstizione, dall’amore all’odio, dalla
virtù al vizio, dal premio al castigo, dalla vita alla morte. Un
movimento che non accenna mai ad interrompersi né ridursi distingue
l’opera e da esso proviene il suo effetto migliore, la sua capacità,
cioè, di mostrare un mondo che, pur essendo iniziato mille anni fa, non
è ancora finito, per alcuni aspetti è durato fino ai giorni nostri e per
certi problemi non ha trovato soluzione. Un’antichità non solo vera,
autentica, rende Calasso ma ancora attuale, valida, una storia non solo
della Grecia e di quanto le è stato vicino ma soprattutto dell’uomo,
della vita. Quello di un ritrovato umanesimo diviene, pertanto, tramite
lo scrittore, uno dei modi migliori per far recuperare alla letteratura
la sua dimensione alta. |