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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Camilleri ristampato

di Antonio Stanca

E’ stato ristampato, a Luglio di quest’anno, nella serie Libri Oro Rizzoli, “La mossa del cavallo”, comparso nel 1999, dello scrittore siciliano Andrea Camilleri di ottantatré anni. Questi vive a Roma ed ha iniziato a scrivere quando era molto giovane. Allora, fine anni ’40, ha scritto poesie e racconti, poi ha abbandonato la scrittura per dedicarsi alla regia ed alla sceneggiatura teatrali e televisive. In seguito, fine anni ’70, ha ripreso a scrivere e stavolta romanzi. Con questi è diventato noto e soprattutto con la serie di polizieschi, avviata negli anni ’90, ambientata nell’immaginaria città siciliana di Vigàta ed interpretata dal commissario Salvo Montalbano. Queste ultime narrazioni hanno avuto successo anche perché spesso ne sono derivate riduzioni televisive che le hanno fatte giungere presso il grosso pubblico. Quello di Camilleri è diventato, così, un nome noto non solo per le eroiche imprese che faceva compiere a Montalbano in situazioni complicate e pericolose ma anche perché tramite le vicende del suo personaggio lo scrittore mostrava tanti aspetti di una Sicilia rimasta ancora ignota. Le intricate situazioni che Camilleri costruisce e nelle quali fa operare il commissario gli offrono la possibilità di rappresentare persone, ambienti, costumi, modi di pensare, di vivere di un luogo particolare quale la Sicilia, di provare come qui ancora oggi risultino naturali pensieri, azioni che altrove non sono possibili.

Altre volte Camilleri si sposta, con le sue storie, nella Sicilia del passato ed anche in queste usa una lingua tra italiano e dialetto, continua con il tono ironico, lo stile  semplice e scorrevole, il genere poliziesco. E intanto fa una ricostruzione, un recupero di vecchi luoghi, ambienti, usi, e procura all’opera una dimensione  storica. Pure in questi romanzi c’è la sua Vigàta ma ripresa per quella che era nei secoli scorsi quando ancora si andava a cavallo, quando più marcata era la distanza, la differenza tra la Sicilia e il continente. Di tutto ciò “La mossa del cavallo” è un esempio di rilievo, è uno dei più riusciti romanzi storico-polizieschi del Camilleri. I tempi sono quelli di fine ‘800, il luogo quello di un paesino nei pressi di Vigàta, la circostanza storica quella della tassa sul macinato e della posizione illegale degli ottantadue mulini della zona, l’evento criminoso quello dell’omicidio di un parroco, il personaggio quello dell’ispettore Giovanni Bovara inviato per controllare la situazione dei mulini e trovatosi invischiato nel delitto. I potenti del posto, che vivono soprattutto d’illeciti, cercheranno di annullare le gravi verità scoperte dal Bovara riguardo ai mulini e all’uccisione del religioso ma alla fine la giustizia trionferà, il male verrà punito. Prima che si giunga a tanto, prima di concludere con il suo giallo, Camilleri riuscirà pure a far conoscere la vita di quella lontana Sicilia in ogni particolare, le condizioni criminali diffuse ovunque nell’isola, gli infiniti collegamenti clandestini sui quali si reggono. Ma facendo vincere il suo personaggio, qui e nelle altre opere, Camilleri esprime la speranza in un miglioramento di quelle condizioni, l’aspirazione a liberarle da vincoli secolari. Mostra di non arrendersi alla situazione, di non ritenerla inevitabile, rivela come le sue qualità di scrittore siano prevalse, il suo umanesimo gli abbia procurato una coscienza più ampia, superiore alla sola registrazione dei fatti.


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