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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Come vivere una negazione

di Antonio Stanca

Salvatore Carachino di Galatina, in provincia di Lecce, vive da anni a Verona, dove ha insegnato nelle scuole medie inferiori e superiori, e tempo fa ha pubblicato, presso L’Autore Libri Firenze, il romanzo “Il professore di lettere Luigi De Santis”. Si tratta della storia di un docente pur’esso del Meridione d’Italia e vissuto ed impegnato nelle scuole di Verona. Il Carachino ne ricostruisce la vita dai tempi della giovinezza nel Salento, quando era uno scolaro tra i migliori, a quelli degli studi universitari a Milano fino agli ultimi d’insegnante a Verona. Particolare è la figura che emerge dall’opera, quella di un ragazzo bravo a scuola che diventa un giovane e poi un uomo perennemente incerto, combattuto tra pensieri contrastanti, mai convinto delle proprie azioni. E’ la figura del debole, dell’ ”inetto”, di chi vive di tanta interiorità da non riuscire ad agire all’esterno, a definire una propria condotta, la figura che ha percorso tanta letteratura moderna, il decadentismo, ha visto impegnati nella sua rappresentazione tanti autori, italiani e stranieri, e sorprende ritrovarla dopo che il suo periodo sembrava essersi compiuto. Carachino ripercorre, quindi, una vecchia strada ma lo fa in modo particolare dal momento che l’interiorità del suo personaggio non mostra di perseguire, come negli autori decadenti, finalità spirituali, valori ideali tali da opporre al mondo esterno, non diviene la sua scelta definitiva perché egli rimane sempre a tentare, cercare quella vita concreta, reale che non riuscirà mai ad ottenere. Continui sono, poi, nell’opera i rimandi alla mitologia, alla storia, alla letteratura, alla filosofia, all’arte, ai loro autori ed opere, dalle più antiche alle più moderne. A queste, ad alcuni loro momenti, frangenti, il De Santis si riferisce per trovare conferma ai  suoi eterni dubbi, ai suoi fallimenti. Niente di quanto voluto riuscirà egli a realizzare,  sarà l’universitario sempre indeciso sul metodo di studio, sulla preparazione degli esami, sempre sospeso tra il pensiero di continuare e quello di lasciare, poi il docente insicuro anche circa il proprio ruolo, la propria funzione, le proprie capacità. Inoltre a quarantacinque anni è ancora solo nonostante abbia pensato e pensi di vivere con una donna. Di occasioni c’erano state: durante il periodo universitario si era innamorato di Luisa, bella e brava compagna di studi, nel lavoro di docente era rimasto attratto dall’allieva Milena ma non era mai riuscito ad esprimere i propri pensieri, a dichiarare i propri sentimenti. Gli sembrerà sempre di essere in errore, in colpa, di mancare di qualcosa, di avere qualche difetto, e rientrerà ogni volta in se stesso, riprenderà vecchi pensieri, lontane immagini, recupererà quel mondo che si è costruito durante la sua solitudine e per il quale la sua cultura gli procurerà continue giustificazioni, gli fornirà elementi nei quali riconoscersi e scoprire le ragioni del proprio vivere.

Nel romanzo il Carachino insieme alla vita del De Santis fa scorrere il tempo di essa, cioè lo scorso secondo mezzo secolo, da prima del ’68 agli inizi del 2000, mostra il protagonista informato di quanto avviene in Italia e nel mondo senza, però, che ne risulti particolarmente interessato, lo presenta in tante circostanze, private e pubbliche, lo fa stare con tante persone, vecchie e nuove, vicine e lontane, non ne fa un tipo di solitario che rinuncia al rapporto, allo scambio ma che li cerca nonostante la difficoltà di riuscire in essi a causa di quelle esitazioni, incertezze che sono divenute ormai la sua maniera d’essere. A lungo si sofferma l’autore a rappresentarlo nel difficile, interminabile, inconcludente rapporto con le due donne, Luisa e Milena, anni universitari e anni d’insegnamento. In continuazione passa da un rapporto all’altro, da un tempo all’altro, nei vari capitoli dell’opera. Sempre uguale, tuttavia, qualunque sia la donna o il tempo, rimane il comportamento di Luigi, sempre diviso tra diversi, opposti propositi. Dopo i successi di scolaro la sua sarebbe stata una vita di soli insuccessi, un fallimento senza soste, una negazione che nel passato trovava la sua ragione di essere e di continuarsi.


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