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Un’opera di letteratura di Antonio Stanca Il 30 Agosto scorso a Venezia, nel Teatro “La Fenice”, durante la XLVI edizione del Premio Campiello per la Letteratura, l’ambito riconoscimento è andato a Benedetta Cibrario, nata a Firenze e residente in Toscana dopo essere vissuta da bambina a Torino e poi in Inghilterra. E’ stato premiato il suo romanzo d’esordio “Rossovermiglio”, edito da Feltrinelli nella serie “I narratori”. Una sorpresa per il pubblico dei lettori al quale la Cibrario non era nota, una sorpresa che si è andata riducendo fino ad annullarsi quando si è conosciuta l’opera e ci si è chiesti come un’esordiente abbia potuto raggiungere certi risultati di contenuto e di forma. In uno stile rapido, essenziale, attraverso una vicenda privata, famigliare, intima, la scrittrice è riuscita a percorrere un secolo di storia italiana, il ventesimo, mantenendo sempre alta l’attenzione di chi legge, legando il lettore in maniera da fargli attendere sempre nuovi sviluppi delle situazioni presentate, da meravigliarlo in continuazione. “Rossovermiglio” narra di una donna che fugge, che insegue l’affetto, la fiducia, l’amore, la comunicazione, la trasmissione di tali sentimenti. E’ nata e vissuta nei primi anni del ‘900 nella Torino dell’alta aristocrazia, appartiene ad essa, è contessa. Giovanissima il padre la fa sposare con un uomo, Francesco, che ella conosce appena, non lo vuole e lo lascia per andare a vivere sola in Toscana, in una proprietà della famiglia, la Bandita, divenuta sua dopo la morte prematura del fratello. Ha conosciuto un altro uomo, Trott, del quale si è innamorata, dal quale ha visto incarnati i suoi ideali di vita, col quale si è scoperta bella. Da lui, dopo lunga attesa, sarà raggiunta alla Bandita, sarà aiutata a risistemare l’immensa tenuta, i vigneti, gli oliveti, il bosco, a produrre vino di qualità, quel “rossovermiglio” che sarà tanto richiesto. Ma rimarrà di nuovo sola perché Trott la lascerà quando da lui aspettava un figlio e quando Francesco, ormai vecchio e malato, era venuto alla Bandita. Scoprirà che è stato Francesco a far allontanare Trott, lo ha pagato per questo e, tra le tante, sarà per lei la più grave delusione. Stenterà a rassegnarsi, si sentirà confusa come allora a Torino prima della fuga verso la Bandita o come quando aveva atteso a lungo Trott. Ma ora non sa come risolvere la situazione né le riesce di accettarla. E’ una figura romantica, è una donna che obbedisce ai bisogni, alle esigenze dell’anima, crede nei valori dello spirito e per questo rimane sola nella sua famiglia d’origine, sola con Francesco, sola con Trott, sola e bella mentre intorno a lei la vita, la società, la storia d’Italia stanno cambiando. Dall’aristocrazia si sta passando al proletariato, dalla monarchia alla repubblica, dalla seconda guerra mondiale alle sue gravi conseguenze e continui sono, nella narrazione, i richiami, i collegamenti con tali eventi. Dall’interno dell’animo della protagonista la Cibrario si sposta all’esterno, a quanto avviene nella storia di quel momento. Crea, la scrittrice, un movimento continuo, passa, senza soste, dalla contessa all’Italia a lei contemporanea, dal presente al passato della donna e della nazione, fa di lei un personaggio d’eccezione, la mostra unica, la fa apparire sola in tanti luoghi, in tanti ambienti, tra tante persone, in un mondo che ha perso quanto lei ha conservato, la trasforma in un simbolo. Il romanzo diventa, così, un richiamo a quei valori dell’anima che già erano entrati in crisi ed oggi sembrano completamente annullati, un invito a soffermarsi sulla gravità della perdita, un messaggio. Che attraverso una storia privata la Cibrario sia riuscita a dire tanto, abbia ottenuto significati così estesi, fa di “Rossovermiglio” un esempio di alta letteratura, di quella ispirata ai maggiori valori umani e morali, un’opera degna di essere accostata ad altre importanti del passato pur essendo moderna per contenuto e forma. Ed ancora degna di nota risulta perché concepita e realizzata ai tempi nostri quando per letteratura non si sa più cosa pensare né cosa attendersi. |
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