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Dal Cile al mondo
(Nuovi scrittori)

di Antonio Stanca

In uno dei più recenti numeri del settimanale “L’Espresso” veniva data, con notevole entusiasmo, la notizia che in Cile autori come Isabel Allende o Garzía  Márquez  sono ormai superati e che la nuova generazione di scrittori segue esempi diversi,  quelli diffusi nell’Occidente europeo.

Guillermo Arriaga, Alberto Fuguet, Pedro Lemebel, dei quali sono prossime, anche in Italia, le pubblicazioni di romanzi, non perseguono situazioni, personaggi, motivi, linguaggi che si collocano e spiegano nella loro terra d’origine, non si abbandonano all’incanto di certi luoghi o argomenti  ma scrivono di ambienti ed eventi più noti perché più comuni.  Trattano, nella loro narrativa, di situazioni ed usano forme espressive che possano giungere ad un pubblico più vasto. In tal modo essi sono convinti di evitare i limiti nei quali sono rimasti i loro predecessori, di risolvere il problema di una letteratura legata a certi posti e di aprirsi al mondo d’oggi, alle sue problematiche, ai suoi lettori. Intendono, insomma, inserirsi nell’infinito numero di autori contemporanei senza tener conto che così rischiano di pervenire ad una condizione d’anonimato, ad una scrittura che è tanto usata da non permettere di distinguere tra i suoi autori. Rischiano di fare delle loro opere l’ennesimo esempio di una letteratura che, come altri elementi o generi della modernità, è divenuta di consumo, ha  accolto le regole della moda.

Se Márquez o Allende sono stati dei casi letterari, se la loro risonanza si è estesa, è successo perché in un contesto culturale ed artistico come il moderno , dove si assiste ad un continuo proliferare di tendenze, gusti, movimenti tutti finalizzati a cercare l’effetto immediato, ad attirare subito e tutti destinati ad esaurirsi entro breve giro di tempo, opere come quelle dei due cileni o di altri autori  di altre aree depresse della terra hanno rappresentato la rivelazione di un mondo quasi sconosciuto e il recupero di una tradizione letteraria ormai spenta. Esse muovevano da elementi e situazioni specifiche, di un determinato luogo ma non ne erano il semplice documento, non vi rimanevano legate perchè dal particolare  assurgevano all’universale. I loro temi erano sentimentali, ideali, era l’anima della vita, umana e naturale che  mostravano e che le faceva  pervenire ad una dimensione più estesa. Ogni lettore, di qualunque parte del mondo, poteva riconoscersi e riscoprire, rivalutare quanto la modernità sembra aver smarrito, i valori dello spirito. Di un fenomeno letterario vero e proprio  si può dire a proposito dei moderni autori  del Terzo Mondo e ad attestarlo sono giunti anche riconoscimenti come quelli del Nobel assegnato ad alcuni di essi.

Non un limite, quindi, sono stati  i loro contenuti e mezzi espressivi ma un modo per confermare il valore e la funzione di una letteratura intesa nel senso autentico. Quando, anni fa, tali autori comparvero si pensò che avrebbero fatto scuola, che il loro esempio avrebbe aiutato ad uscire dalla massificazione o mercificazione che oggi ha investito anche il mondo letterario. Invece proprio nei loro luoghi si è giunti a rifiutarli: è allarmante tutto questo perché segnala come ai nostri tempi lo spazio concesso dallo spirito subisca sempre maggiori riduzioni.


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