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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Nuovi modi per vecchi problemi *

di Antonio Stanca

E’ stato recentemente pubblicato “Diario di un anno difficile” (trad. di M. Baiocchi, Einaudi, Torino, 2008, pp.229), comparso nel 2007 nella versione originale quale ultimo lavoro dello scrittore sudafricano, bianco di lingua inglese, John Maxwell Coetzee, Nobel per la Letteratura nel 2003. Coetzee è nato a Worchester nel 1940, si è laureato in Matematica ed Inglese, ha lavorato tra l’Inghilterra e gli Stati Uniti quale docente di Letteratura americana, nel 1971 è rientrato in Sud Africa ed ora vive in Australia dove insegna presso l’Università di Adelaide. Dal 1974 con “Terre al crepuscolo” è iniziata la sua produzione narrativa che diventerà intensa, si alternerà con quella saggistica e di critica letteraria e gli procurerà numerosi riconoscimenti. Coetzee è lo scrittore impegnato a rappresentare le gravi e contraddittorie condizioni della sua terra d’origine, l’Africa meridionale. Un luogo attraversato da culture, tradizioni, religioni, popolazioni, lingue diverse specie dopo l’apartheid, una regione della terra dove infinite sono le differenze, interminabili i contrasti a livello individuale e sociale. Da qui proviene la figura ricorrente nei suoi romanzi, quella dell’uomo che ha difficoltà ad inserirsi nel contesto, non riesce nelle sue aspirazioni e rimane solo, escluso, vinto dalla situazione senza che sia possibile distinguere da chi sia dipeso, se da lui o dall’ambiente, dalla persona o dalla vita.

Oltre che per il tema dell’eroe solitario, dell’uomo sconfitto nelle sue ambizioni, Coetzee si è fatto notare, nell’ambito della letteratura mondiale, anche per lo stile, per essere stato, cioè, un innovatore dal punto di vista formale, per aver sperimentato tecniche espressive sempre nuove. Procedendo in questa direzione è giunto ora al “Diario di un anno difficile” che si compone di due parti, la prima intitolata “Opinioni forti”, la seconda “Secondo diario”. Nell’opera si dice di un noto e vecchio scrittore, John C., d’origine sudafricana ma vivente in Australia, una figura nella quale si può facilmente intravedere la trasposizione di quella dell’autore. Egli è stato invitato a collaborare alla composizione di un libro di saggi su quanto avviene nel mondo d’oggi ma poiché l’età non gli consente di trascrivere col computer gli interventi preparati chiede aiuto ad una giovane e bella filippina, Anya, che vive nello stesso condominio e accetta l’incarico pur se con qualche esitazione. Anya è fidanzata con Alan, un australiano di mezza età che lavora quale consulente finanziario. Da quando Anya inizia col suo lavoro di segretaria-dattilografa il libro di Coetzee si presenta diviso, anche graficamente, in tre sezioni, la prima dedicata alle opinioni che John C. ha formulato circa noti avvenimenti, personaggi, problemi della storia, cultura, scienza, letteratura, arte, filosofia, politica, società, costume soprattutto dei tempi contemporanei, la seconda al particolare processo vissuto dal vecchio scrittore una volta venuto a contatto con la sua improvvisata collaboratrice, la terza ai pensieri, alle riflessioni, alla condotta di questa, anche nei riguardi del fidanzato, da quando lavora con John C..

Sono i tre motivi principali dell’opera che, però, l’autore non compone in una trama, non trasforma in un romanzo, non svolge in modo che si combinino tra loro, s’intreccino, agiscano insieme ed insieme pervengano agli esiti finali. Essi procedono ognuno per proprio conto, sono addirittura separati da linee continue che nemmeno alla fine scompaiono. E’ il Coetzee che vuole ancora riuscire nuovo, singolare nello stile e stavolta vuole lasciare al lettore la libertà d’interpretare il suo messaggio, la possibilità d’intervenire nell’opera. Spetta, infatti, a chi legge notare i brevi spunti che l’autore saltuariamente inserisce per far capire quanto sta avvenendo in un confronto così strano, per far vedere come il vecchio scrittore dalla vicinanza della bella Anya, dalle fantasie anche erotiche che ella gli accende, dal suo modo libero, disinvolto di pensare e fare, sia indotto a ridurre la gravità, il rigore delle proprie convinzioni, ad accostarsi di più a quella vita comune, quotidiana dalla quale era sempre stato lontano. E al lettore spetta pure il compito di capire come Anya, pur rimanendo la bella e disinvolta ragazza che tutti sanno, cominci, in seguito alla conoscenza di John C. e dei suoi pensieri, a soffermarsi su aspetti, momenti della vita finora trascurati, ad essere più cauta nei giudizi, a valutare di più le situazioni. Giungerà a lasciare Alan poiché lo scoprirà capace di derubare lo scrittore dei suoi risparmi. La giudicherà una frode e la rifiuterà insieme a chi la sta ordendo. E’ un chiaro segno della ricerca di un nuovo equilibrio iniziata in lei una volta conosciuto John C. ed un altro segno sarà il rapporto che con questi ella continuerà pur quando, finita la loro esperienza, saranno lontani. La donna lo penserà, gli scriverà e così lo scrittore mostrando di avere pure lui ancora e sempre bisogno di quanto appreso tramite Anya. Due esistenze diverse, una soltanto teorica, l’altra soltanto pratica, si erano incontrate per caso ed unite per sempre. L’idea e la realtà, l’arte e la vita avevano constatato che non c’erano tra loro ostacoli invalicabili, che potevano combinarsi e procedere insieme. Entrambe avevano trovato ciò che ad ognuna mancava, ora erano complete e mostravano come era possibile farlo. E’ il messaggio che Coetzee vuole trasmettere tramite quest’ultima sua opera e degno di nota è che esso sia risultato semplice, chiaro circa un problema rimasto sempre complesso, che abbia avuto una forma così nuova per contenuti così vecchi.

* in “Segni e comprensione”, anno XXIV, n.71 (2010), Università del Salento


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