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Come si finisce di
leggere di Antonio Stanca
Si vorrebbe, pertanto, promuovere la lettura quando pochissimi o nessuno legge: è un’operazione destinata a fallire! Per anni, per secoli, per libro si è inteso un buon libro e non è stato concesso spazio a libri cattivi come quei tanti che ora circolano ed aggravano ulteriormente la situazione. Per moltissime generazioni il libro ha rappresentato un riferimento importante, necessario, inevitabile nella formazione della personalità: era una testimonianza di quanto di meglio giungeva dal passato, un mezzo perché questo si diffondesse, pervenisse a tutti e servisse loro. Nell’ antichità, quando mancavano i caratteri tipografici, si trascriveva manualmente: decine, centinaia, migliaia di amanuensi hanno riportato, per secoli in ogni parte del mondo, quanto era pervenuto dal passato più remoto su documenti spesso in pessime condizioni o indecifrabili. Sono stati messi per iscritto i primi canti, le prime espressioni orali di popoli antichissimi perché divenissero testi e fossero tramandati: tanta importanza è stata attribuita alla pagina scritta, a quella che in epoca moderna sarebbe divenuta il libro! Importante è stato questo nella modernità non solo per chi lo produceva o lo stampava ma anche per chi, individuo, società, scuola, ne usufruiva: per tutto e tutti era una presenza imprescindibile e per averla ci si sacrificava quando o dove mancavano le possibilità. Oggi che queste sono migliorate e molti libri costano pochissimo non si comprano perché non li si leggerebbe. Ad essi si preferisce la notizia o il grafico o il sunto che Internet offre. Come altri aspetti di un’epoca che può essere considerata passata anche la lettura è finita o sta per finire e con essa la sua capacità d’istruire, la sua funzione d’impegnare la mente e stimolare lo spirito d’osservazione. Ora si pensa di potersi formare guardando uno schermo qualunque esso sia, di potersi istruire senza un impegno diretto, personale ma tramite quanto giunge dall’esterno, si confonde l’informazione con la formazione e già sono evidenti le conseguenze di questo fenomeno nella crisi di valori che ha investito i nostri tempi, nel degrado dei costumi, nella dilagante affermazione d’interessi concreti, reali, nella fine di tutto ciò che da un libro può provenire, l’educazione all’idea, al pensiero, la fiducia nello spirito. |
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