L’effetto-Croce
(Tra frammenti e polemiche)
di Antonio Stanca
Quando
si pensa a Benedetto Croce (Pescasseroli 1866–Napoli 1952), alla sua
immensa opera filosofica, storica, critica, non si è sfiorati dall’idea
di frammentarietà perché dominante è l’immagine di un sistema organico,
composto, definito in ogni parte. Risulta difficile pensare ad un Croce
che annotava in poche righe osservazioni momentanee, considerazioni
improvvise, pensieri isolati. Solo nella fase preparatoria di un’opera o
dell’esposizione di un sistema d’idee ci possono essere stati dei
momenti particolari, delle intuizioni, dei segnali, delle
"illuminazioni" trascritte, fissate in breve dall’autore quasi temesse
che gli sfuggissero. Invece la recente pubblicazione, presso Adelphi,
del volume "Benedetto Croce. Dal libro dei pensieri", curato da Giuseppe
Galasso, rivela come quella di annotare dei pensieri fosse una tendenza
del Croce, come di questi momenti siano riscontrabili molti nelle sue
opere o raccolti in volume. Da tali fonti il Galasso attinge per
giungere ad una raccolta dei pensieri del Croce, scritti nell’arco di
tempo compreso tra il 1885 e il 1951, comparsi su riviste quali
"Rassegna pugliese di scienze, letteratura ed arte", "La Critica", "Il
Risorgimento", "Il Giornale" e poi riuniti in opere più ampie oppure in
opuscoli specifici. I temi in essi trattati sono generalmente di
carattere estetico e morale come se l’autore avesse sentito un ulteriore
bisogno di spiegare, chiarire, fissare quanto aveva esposto o veniva
esponendo nelle sue estese trattazioni oppure avesse pensato di
aggiungere a queste dei paragrafi esemplificativi traendoli dalla sua
vasta cultura mitologica, storica, letteraria, artistica, scientifica,
filosofica, di dedurre dei corollari dalla sua "filosofia dello spirito"
e dalle applicazioni di questa nella storia e nella critica letteraria.
Leggendo i pensieri del Croce sembra di assistere ad una visione che si
amplia sempre più ed in maniera facile da seguire e capire date la
chiarezza e scorrevolezza dello stile dell’autore. E’ una lettura che
incuriosisce fino a coinvolgere completamente e condurre alla fine del
libro senza fermarsi.
Un certo numero di pensieri contiene risposte del
filosofo a contestazioni, accuse, attacchi mossigli da intellettuali,
autori, pensatori del momento, comparsi in riviste o libri e volti a
discutere le sue concezioni, il suo sistema, ad attribuirgli delle
sviste se non contraddizioni. Sempre, tuttavia, riuscirà il Croce a
contenere, annullare l’assalto rilevandone la pretenziosità e la
pochezza argomentativa. Saranno ancora una volta la sua cultura e le sue
convinte e vissute posizioni ideologiche a permettergli di uscire
sicuro, imperturbato in ogni confronto.
E’ anche questo, del polemista, insieme all’altro del
frammentista, un aspetto poco noto della figura del Croce che
l’operazione compiuta dal Galasso permette di conoscere. E tramite esso
le innumerevoli presenze di autori, opere, correnti, teorie che
animavano l’Italia e l’Europa di fine ‘800 e primo ‘900: un’atmosfera
quanto mai mossa nella quale il sistema crociano era inserito e dalla
quale era chiamato a difendersi poiché non solo apprezzamenti ma anche
confutazioni provenivano. Dalle risposte del Croce risulta evidente tra
quanti ostacoli abbia operato e di quanti mezzi abbia disposto nella
polemica, di quante risorse gli siano provenute dalle sue conoscenze e
convinzioni ed anche in quest’ambito il risultato, per chi legge, è un
ampliamento continuo d’immagine, di visione. E’ l’effetto che la lettura
del Croce procura sempre qualunque sia il tema e se della sua opera, col
tempo, verranno rimossi molti punti non sarà mai possibile ridurre il
fascino suscitato dalla vastità degli interessi perseguiti e dalla
capacità di esprimerli. |