INTERVISTA ALLA SCRITTRICE FULVIA DEGL’INNOCENTI
di Mario Coviello
La
scrittrice Fulvia Degl’Innocenti ha
vinto ex aequo con Francesca Capelli la V edizione del premio nazionale
di narrativa per i ragazzi “Città di Bella” per la sezione
narrativa 12-16 anni con il romanzo “ La ragazza dell’Est” editore San
Paolo. Ha ritirato il premio nella bibliomediateca dell’I.C. di Bella
dalle mani del sindaco Salvatore Santorsa lunedì 16 maggio 2011, alle
ore 17,00. Dopo l’incontro con i suoi lettori della scuola media di
Bella, il 17 ha incontrato i ragazzi del Lieceo di Muro Lucano che
l’hanno votata.
Nel corso delle sue giornate in Basilicata
l’abbiamo intervistata.
Ho letto il tuo romanzo " La ragazza dell'est"
e sei riuscita a coinvolgermi con la tua scrittura piana e per la
vicenda che racconti. Ho fatto il tifo per te e ho consigliato a molte
docenti la lettura del tuo libro. Premetto che a Bella vivono oltre 100
donne rumene e ucraine che assistono i nostri anziani e frequentano la
scuola che dirigo oltre 40 alunni di origine marocchina, rumena,
albanese e indiana.
Volevo prima di tutto chiederTI come mai
hai deciso di raccontare delle donne straniere in Italia. Da cosa è nata
l'idea?
La genesi del libro
risale a tre fatti della mia vita. Il mio ex marito lavorava nella
cooperazione internazionale. Uno dei progetti che seguiva era in
Moldova, microcredito per donne vittime del trafficking. Dalle sue
parole, dai suoi viaggi, uno spaccato drammatico, ma già di riscatto e
speranza. Poi la visione di un film, cinema all’aperto, estate del 2004
mentre mancano pochi giorni alla nascita del mio secondo figlio: Lilia
4ever, una ragazzina lituana vittima di trafficking, e morta suicida (si
getta giù da un ponte, con il regista che sceglie di rappresentarla come
un una sorta di angelo).
E poi la visione sulle strade di Milano
di tante ragazze, poco più che bambine. E su tutto il senso di
impotenza, e la rabbia per uno scempio sotto gli occhi di tutti
nell’Europa moderna e civile. L’ho covata dentro di me per anni
questa emozione, ho letto molti libri
sul tema delle ragazze trafficate, ho intervistato “addetti” ai lavori.
E poi, alla fine,
è nata la storia, che è partita da un
episodio che mi è realmente accaduto, per quanto bizzarro possa
sembrare: un incontro su un treno un ragazzino che mi chiede che cosa
sto leggendo, io che gli regalo di getto un libro,
per accorgermi, una volta arrivata a
casa, che dentro c’era il biglietto della lotteria comprato alla
stazione di partenza
Il protagonista è un giovane ragazzo che
matura grazie a questa esperienza in cui si mette in gioco. Ho letto che
da sempre ti occupi delle giovani generazioni, che la tua ispiratrice è
spesso la tua nipotina che sta crescendo. Nel tuo lavoro di editor e di
giornalista, di direttrice di una collana di libri per ragazzi per le
Paoline, nei tuoi incontri con i giovani lettori che
idea ti sei fatta delle giovani generazioni? Chi sono? Di cosa vivono ?
In che cosa credono?
La nipotina ora è
una ragazza che va in terza media. Stesso target di tanti lettori del
giornalino che scrivono le loro richieste di aiuto e consigli alla
rubrica” Raffa per te” che seguo da 17 anni. Sono il mio personale corso
di aggiornamento in presa diretta. Non è facile offrire un ritratto
degli adolescenti in poche parole. Rifiuto in genere le etichette, le
definizione dei cosiddetti “giovani”. C’è una pluralità di aspetti e di
vissuti. Posso dire che sono voraci, si nutrono
di tutto, molto più spesso di quanto si
immagina leggono, tanto. Amano mettersi in gioco, travestirsi, essere
sopra le righe. Si indignano, hanno un forte senso dell’amicizia, e
passioni in cui si identificano.
Nel tuo romanzo " La ragazza
dell'Est" racconti di un padre sempre lontano perché inviato di guerra
che incontra il figlio ogni tanto e di una madre che ha cresciuto
il figlio ed è molto apprensiva. Quali sono, secondo te, i rapporti
degli adolescenti con la famiglia ? Come devono comportarsi i padri e le
madri per aiutare i loro figli a crescere? E i tuoi genitori come sono
stati con te ?
I genitori oggi si fanno molte domande, a volte
troppe. Il loro ruolo è da un lato meno solido, dall’altro più
responsabilizzato. Sono i primi a mettersi in discussione, e sono spesso
ondivaghi, disorientanti. Ecco, anche riflettendo sul mio ruolo di
genitore (ho due figli di 7 e 9 anni) credo che l’essere orientanti
senza essere troppo direttivi sarebbe il mix ideale. I ragazzi hanno due
certezze forti: la loro origine, cioè da dove vengono, e il limite
chiaro entro il quale muoversi, sperimentarsi, per crescere, sviluppare
la propria personalità senza perdersi. I miei genitori sono la mia
origine, e li sento molto presenti in me, nel bene e nel male. Mio padre
è stato per alcuni aspetti un modello, mia madre il ring su cui farmi le
ossa. Ma avevano paura: dell’ignoto, dei soldi che potevano non bastare,
nei sogni troppo grandi,. E quando ho voluto spiccare il volo hanno
cercato di frenarmi invece di incoraggiarmi. Però io sono volata via lo
stesso, e non mi sono mai fatta troppo male. Mi avevano comunque
costruito due ali forti.
Hai fiducia nel futuro di questi giovani ? E
se la tua risposta è sì spiegaci perché.
Certo che ho fiducia. Senza siamo come morti.
Sono in gamba, come lo sono state tutte le nuove generazioni, che
appaiono così diverse perché diverse sono le epoche storiche che hanno
attraversato.
Nel tuo romanzo è molto importante per i
giovani adulti l'amicizia dei coetanei. E' vero questo anche per
Te?
L’amicizia tra coetanei
è la dimensione più forte negli adolescenti. È l’antidoto al senso di
solitudine, è l’idea di un Noi, del gruppo,dell’appartenenza, ancora più
forte oggi che altri gruppi e altre appartenenze sono un po’ sbiadite.
Racconti che , quando ti è possibile, giri
le scuole d'Italia. Dalla tua esperienza diretta come vive oggi la
scuola pubblica italiana il cambiamento ? Gli insegnanti, i dirigenti,
l'organizzazione complessiva del sistema scuola funziona, risponde ai
bisogni di crescita degli alunni?
Non c’è una sola
scuola, ci sono più scuole, e strutture e docenti diversissimi fra loro.
Le scuole che invitano un autore, organizzano feste del libro,
partecipano come giuria di premi
letterari sono già l’espressione più vivace. Ma anche in queste, a
volte, ci sono docenti a cui le cose scivolano addosso, accadono perché
altri le hanno decise o perché comunque qualcosa bisogna fare senza che
ne siano convinti e partecipi fino in fondo. E i loro alunni li
rispecchiano. Infatti l’osservazione più significativa che ho fatto
viaggiando per le scuole è che una classe riflette l’insegnante: laddove
è entusiasta, preparato appassionato, le classi sono vivaci, attente,
partecipi. Una bella responsabilità. In ogni caso ci sono scuole
meravigliose, che coinvolgono anche i genitori e il territorio, con una
capacità inventiva e organizzativa che deriva loro solo dalla passione.
Magari si lamentano, sono costretti a
fare salti mortali, ma vanno avanti e
trovano soluzioni per l’amore della conoscenza e della loro missione.
Secondo Te, visto anche che per anni hai fatto
la maestra elementare e che sei laureata in pedagogia, come si fa ad
essere un buon insegnante ?
In parte la ricetta sta, come ho detto nella
risposta precedente, nella passione. Un insegnante che ama leggere
contagerà i ragazzi con l’amore per i libri per esempio. Un’altra
caratteristica è sicuramente l’autorevolezza, che forse è ancora più
difficile da perseguire. E poi un pizzico di ironia per stemperare i
momenti difficili,e
la
capacità
di ascoltare, di essere sensibile.
Lavori da anni nella redazione del Giornalino
che io ho amato molto, che ho comprato da piccolo e ho pagato
l'abbonamento al mio primo
figlio Massimiliano. Anche per questo Ti chiedo se, secondo te, i
piccoli e gli adolescenti leggono ? Quali sono gli argomenti del
Giornalino che hanno un maggiore successo ? Come e se riuscite a vincere
la concorrenza di internet ?
I bambini gli
adolescenti leggono, sì, più di un tempo, soprattutto se qualcuno si
prende la briga di aprire loro il mondo meraviglioso che si nasconde
nelle pagine di carta (e sempre più in quelle digitali). Fuori dalle
scuole è tutto un veleggiare di libri e di riviste, e quanti piccoli
blogger discettano in rete dei libri più amati. Per le riviste il
discorso è un po’ diverso. Soffrono di più la occorrenza di strumenti
più veloci per informarsi. Resta il fumetto, che solo sulla carta si può
apprezzare appieno, e che fa sempre più spesso incursioni anche nelle
pagine dei libri. Le rubriche di maggior successo del Giornalino
restano quelle di posta, in cui i
ragazzi fanno amicizia e si scambiano opinioni
e consigli, oppure chiedono che siano
appagate le loro più impensate curiosità su tutti i campi del sapere. E
poi i giochi, cruciverba, rebus, sudoku.
Ripeti spesso nella tua intervista alla
televisione Arcoiris che combatti la massificazione, il già visto, il
già sentito. Come possiamo insegnare alle giovani generazioni ad essere
"unici" ?
Proponendo modelli non
massificati, insegnando l’orgoglio di essere anche diversi, sviluppando
lo spirito critico, offrendo loro multiformi stimoli culturali, e
soprattutto sviluppando la creatività.
Un atto creativo è di per sé stesso
unico.
Ed infine cosa stai scrivendo ? Quali sorprese
ci riservi nel prossimo futuro.
La maggior parte
della mia produzione letteraria è dedicata ai più piccoli. Un po’ per
mancanza di tempo, un po’ perché la mia anima più genuina è quella di
cantastorie. E le fiabe, le storie si affacciano con una
straordinaria facilità alla mia mente,
le racconto spesso di getto ai miei figli, e poi appena posso le scrivo.
Poi comincia la trafila di trovar loro un editore che quasi sempre mi
richiede assai più tempo della scrittura in se stessa. In autunno
usciranno un po’ di storie illustrate per i piccoli per vari editori, e
un nuovo romanzo sempre per San Paolo, editore straordinario, che sa
valorizzare al meglio storie che sceglie con grande attenzione e
sensibilità. C’è sempre una ragazza di 16 anni come protagonista, per
una storia
forse ancora più drammatica ma
portatrice speranza.
Bella 16.05.2011
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