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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
- ISSN 1973-252X
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Rossana di Gennaro
Nuovi modelli per l’analisi e la didattica delle lingue antiche
Nome, verbo, aggettivo e processi di trans-categorizzazione
Carocci, 2010

“Insegnare i dettagli significa portare confusione. Stabilire le relazioni tra le cose, significa portare conoscenza”
(Maria Montessori)

La didattica delle lingue antiche si rinnova. Gli insegnanti di lingue antiche possono finalmente avvalersi di un nuovo strumento per la didattica. Nuovi modelli per l’analisi e la didattica delle lingue antiche si propone di colmare il divario ormai profondo tra i risultati della ricerca linguistica più moderna e la pratica dell’insegnamento. Il volume, infatti, presenta per la prima volta in lingua italiana ed in forma accessibile anche ai non specialisti alcuni tra i più moderni modelli di analisi linguistica.

Perché i verbi di memoria del latino reggono il genitivo? Perché non tutti i verbi latini hanno il supino? Perché alcuni verbi hanno solo la forma media? Perché il latino e il greco ricorrono frequentemente al dativo di possesso? Che peso hanno avuto i mutamenti culturali delle popolazioni antiche sull’evoluzione linguistica? Si tratta di questioni solo apparentemente irrelate ma in realtà strettamente interdipendenti tra loro.

Mentre la ricerca linguistica negli ultimi anni ha fatto passi da gigante, la didattica della grammatica italiana e delle lingue antiche non ha conosciuto sensibili cambiamenti fatta eccezione per il tentativo di sostituire all’analisi logica la grammatica valenziale. Le grammatiche normative continuano ad essere costellate di anomalie ed eccezioni, le regole continuano ad essere imparate a memoria e poco o niente si comprende sui meccanismi che stanno alla base di molti usi solo apparentemente irregolari. Ma una lingua è sempre qualcosa di più di un complesso di regole e in essa arrivano a riflettersi anche la mentalità, gli usi e costumi di un popolo tanto più quando se ne analizzano storia ed evoluzione.

Nuovi modelli per l’analisi e la didattica delle lingue antiche dimostra come il ricorso alla linguistica funzionale, alla linguistica cognitiva, alla Role and Reference Grammar e alla tipologia linguistica permetta la comprensione di meccanismi sottostanti al funzionamento delle lingue antiche rimasti finora sconosciuti. In questo modo, comportamenti morfosintattici catalogati come anomali o eccezionali non solo trovano una loro spiegazione rivelandosi perfettamente coerenti, ma permettono di comprendere più a fondo la complessità del sistema linguistico di appartenenza e i suoi processi evolutivi.

L’opera è strutturata in dieci capitoli che illustrano in modo chiaro i diversi modelli e ne esemplificano l’applicazione ed è provvista di test ed esercitazioni che al tempo stesso consentono di verificare gli apprendimenti e offrono nuovi spunti di riflessione.

 


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