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La
vita come destino
di Antonio Stanca
Ha
esordito a ventinove anni, nel 1991, con la raccolta di racconti
The Portable Virgin ma è
rimasta quasi sconosciuta nonostante abbia scritto altri racconti,
romanzi e saggi. La notorietà è giunta nel 2007, quando aveva
quarantacinque anni ed ha vinto, col romanzo
La veglia, il Man Booker
Prize Award, il più prestigioso riconoscimento letterario per autori di
lingua inglese. Si tratta della scrittrice irlandese Anne Enright che,
nata a Dublino nel 1962, vive in questa città col marito e due figlie
adolescenti e sta attendendo alla stesura di un nuovo romanzo ambientato
nella Dublino del 2009 e impegnato a rappresentare la storia di un
adulterio. Sarà questa la sua quinta opera narrativa e come le altre
affronterà il tema della famiglia, dei problemi che in essa possono
sorgere e rimanere senza soluzione, dei difficili rapporti che possono
crearsi tra coniugi, tra questi e i figli, tra fratelli. Altri temi
della Enright sono la religione, la sua osservanza o meno, e
l’esplosione di istinti primordiali quali quelli del sesso o del potere.
Sono motivi che rientrano nella tradizione letteraria irlandese ed in
essa la scrittrice va inserita senza mancare di riconoscere che ha
raggiunto una sua autonomia ed originalità e che si distingue ormai tra
gli autori irlandesi contemporanei. Vera si propone di riuscire la
Enright nella sua scrittura, autentiche vuole che siano le sue
narrazioni, storie di vita vissuta intende rappresentare in tutti i loro
aspetti compresi i più degradati, con esse persegue i suoi significati.
Ne è prova il romanzo Il piacere
di Eliza Lynch, di recente pubblicato da Bompiani con la traduzione
di Sergio Claudio Perroni e comparso nella versione originale nel 2002.
Nell’opera la scrittrice da una vicenda realmente accaduta intorno alla
metà del diciannovesimo secolo ricava gli elementi necessari per la
narrazione. La bella ragazza irlandese Eliza Lynch appartiene
ad una famiglia che per la grave carestia verificatasi nell’isola
durante l’Ottocento è costretta ad emigrare. Saranno molti e diversi i
luoghi dove i Lynch si rifugeranno e dove Eliza, giovanissima, andrà in
sposa ad uomini maturi a causa dei problemi della famiglia e della
volontà del padre. Una serie di fallimenti saranno questi matrimoni fin
quando, a Parigi, il fascino e la sensualità della ragazza, che ora ha
diciotto anni, faranno innamorare Francisco Solano Lopez, figlio ed
erede del dittatore del Paraguay. Messa incinta da lui, decideranno di
andare in Sud America ed Eliza si farà accompagnare dal suo medico
perché l’assista durante il parto. I due saranno i veri protagonisti
dell’opera, le loro voci la narreranno, diranno delle loro vite mosse da
aspirazioni, desideri di successo e svoltesi, invece, tra nostalgie,
malinconie e delusioni. Più a lungo del dottore resisterà Eliza. Mentre
lui si abbandonerà all’alcol lei continuerà a credere possibile una vita
diversa da quella condotta. La giovane età, la straordinaria bellezza,
la passionalità, la forza dei pensieri, l’energia del corpo le faranno
pensare che non sia possibile trovare ostacoli sul proprio cammino, che
sempre e ovunque sarà la favorita. Intanto, però, non riesce a spiegarsi
perché nella sua vita in Paraguay sia tanto avversata dalla famiglia di
Francisco ed in particolare dalla madre e dalle sorelle, perché
nonostante la nascita del figlio egli non la voglia sposare, perché
nella sua e nella famiglia di Francisco ci siano tensioni tanto accese
da indurre a vere e proprie crudeltà, perché la guerra tra Paraguay e
stati vicini significhi solo strage, perché lei, la bellissima, la più
bella, finisca col trascinare da sola, con le mani sanguinanti, verso le
fosse della sepoltura i corpi del marito e del figlio uccisi dai nemici.
Niente hanno potuto contro tutto questo i suoi pensieri, le sue
convinzioni ed Eliza ha dovuto imparare che nelle famiglie, nelle case,
nella vita, nella storia non sempre si può spiegare quanto accade, non
sempre lo si può ricondurre alle aspettative. La storia di una sconfitta è l’opera, di un
fallimento che, pur se ritardato, frenato, infine è giunto, si è
abbattuto sulla donna ed ha mostrato la vita come un destino che si
compie contro ogni intenzione o volontà. Vecchia e sconosciuta rimane
Eliza nelle ultime pagine di un romanzo dove era stata sempre capace,
decisa, simile ad una forza naturale, alle luci, ai colori, ai cieli,
alle acque, alle piante di quel Sud America che la Enright rende in
tutta la sua suggestione grazie all’immediatezza, alla spontaneità di un
linguaggio quanto mai ricco ed articolato. Una voce che non si arresta è
quella della scrittrice, una voce che procede sicura tra infinite
situazioni, che passa con facilità dalle bellezze della natura agli
orrori della guerra, dalla tenerezza di certi pensieri alla volgarità di
certe azioni, dal sacro al profano, dal passato al presente, dalla vita
alla morte, dal bene al male, dalla regola all’eccezione, dalla ragione
alla follia. Niente rimane estraneo allo sguardo della
Enright, tutto vi rientra, di tutto sa fare scrittura, tutto trasforma
in messaggio. |
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