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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Figure d’eccezione

di Antonio Stanca

“Abbiam veduto una stella nel cielo…dove è nato il re dei Giudei?…”, così i Re Magi chiedevano alle persone che incontravano durante il loro viaggio verso il luogo di nascita del Divino Bambino ed una volta giunti alla sua grotta gli offrivano, tramite i servi che si prostravano per terra, i preziosi doni che avevano portato: questo avviene ne “Il Vangelo secondo Matteo”, film diretto, nel 1964, dal poeta, scrittore, regista, saggista Pier Paolo Pasolini (Bologna 1922- Roma 1975).

Di eccessivo autobiografismo fu allora accusato Pasolini dalla critica, gli si rimproverò di essersi voluto identificare con la figura santa del Cristo, col suo immenso carico di spiritualità e passionalità, col suo infinito messaggio di amore e bene. Pur riconoscendo la validità di certe argomentazioni va osservato che interesse primario dell’autore del film era stato quello di mostrare l’eccezionalità di un personaggio come Cristo e la necessità di un recupero, in tempi così lontani e diversi quali i moderni, di quanto da lui detto e fatto. Tramite il suo Cristo Pasolini aveva voluto dire che i valori dello spirito, della morale, sono ancora oggi possibili, che ad essi si deve tendere se ci si vuole salvare dall’incalzante fenomeno di materializzazione di ogni aspetto della vita, che l’arte, l’artista possono indicare come farlo.

L’improvvisa e tragica morte di Pasolini, il tempo trascorso, la situazione aggravatasi anche in arte dove tanti autori si sono ormai adeguati alle richieste del momento, alla perdita, cioè, dei tradizionali valori ideali, sembrano aver annullato l’importanza di quel messaggio.

Tuttavia ad esso si torna a pensare quando si sa, ad esempio, che a Milano dal 27 Giugno all’11 Luglio di quest’anno c’è un’altra edizione de “La Milanesiana”, un avvenimento culturale dedicato, stavolta, alla letteratura, al cinema, alla musica ed al quale sono state invitate personalità di rilievo come il Nobel per la pace Shirin Ebadi, il Nobel per la letteratura Gao Xingjian ed altri autori, soprattutto poeti, scrittori, musicisti e registi per i quali i tempi non hanno significato un adattamento ad essi della propria sensibilità di artisti ma un motivo per continuare a coltivarla e con maggiore convinzione, per tradurla, tramite le opere, in un’estesa azione di recupero, di richiamo a quei valori morali, spirituali che attualmente sono in crisi nell’individuo e nella società. E’ la prova che anche nell’ambito artistico attuale determinato dai tempi nuovi, dalle loro mode, liberato da ogni impegno che in queste non rientri, alcuni autori non si sono arresi al fenomeno e, pur se ridotti a pochi, continuano a produrre secondo le esigenze di un’arte rimasta inalterata e con l’intento di estendere, di far giungere al pubblico i risultati di tale produzione. Qui un’altra loro particolarità, l’intenzione di raggiungere il pubblico, di mostrarsi vicini, d’istruirlo. La loro voce si propone di farsi sentire dagli altri, di condurli a sé. Ed è importante che avvengano manifestazioni culturali quali la suddetta, che i rappresentanti di diversi generi d’arte s’incontrino e si riconoscano mossi dagli stessi intenti compreso quello di comunicare con l’esterno, di restituire all’arte la sua antica funzione didattica. Sono tutte aspirazioni che fanno di simili autori dei punti di riferimento inalterabili tra le tante contraddizioni del presente, li rendono figure eccezionali, li mostrano sprezzanti, in nome dell’idea, dei pericoli che la realtà comporta, unici per la forza delle loro convinzioni, eroici come quel Cristo di Pasolini che sembra averli anticipati per il tipo di messaggio e per la volontà di diffonderlo.


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