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Tra letteratura e storia
di Antonio Stanca «Eppure non sono le
sole capitali che
costituiscono
Molto
impegnato si mostra Emilio Filieri nella sua recente pubblicazione
Letteratura e Unità
d’Italia Dalla regione alla nazione comparsa presso la casa editrice
Progedit di Bari a Maggio del 2011. Filieri è docente di Letteratura
italiana nelle Università di Bari e del Salento, Coordinatore
dell’Associazione degli Italianisti- Sezione Didattica di Lecce e
Brindisi e Componente di Collegi di Dottorato e di Comitati scientifici.
Nel libro continua nel lavoro già iniziato in precedenti saggi:
scoprire, recuperare, chiarire autori ed opere verificatisi in culture
periferiche con particolare riguardo per quella del Sud d’Italia e del
Salento durante i secoli del passato più prossimo, rivalutarli,
mostrarli degni di meriti letterari ed artistici, collegarli con gli
altri più noti delle altre parti d’Italia ed inserirli nel generale
processo culturale vissuto dalla nazione. “Dalla regione” il Filieri si
muove “verso la nazione”, dalla periferia al centro, sempre sicuro dei
suoi programmi e sempre capace di risultati apprezzabili. Stavolta è
riuscito più chiaro anche un altro aspetto del suo pensiero, è stata
provata anche la sua convinzione che la letteratura, l’arte non vanno
disgiunte dalla storia, che l’artista è anche uomo e come tale risente
del suo tempo e ne riporta nella sua opera. È una delle direzioni
seguite dalla critica letteraria, quella detta storicistica, e Filieri
si dichiara un fedele interprete. Importante è per lui mostrare quanto
la vita, il tempo di un autore abbiano influenzato la sua attività, come
in questa sia possibile rinvenire la loro presenza, la loro azione.
L’opera letteraria, artistica è una voce della sua epoca, è un aspetto,
una parte di essa, si alimenta, vive, agisce in essa e per essa
soprattutto se è un’epoca particolare della storia come quella del
Risorgimento italiano. Fu un periodo di animazione, di accensione
generale, fu il popolo a muoversi infiammato dal pensiero di liberarsi
dallo straniero. E a tenere viva la fiamma bastava
il gesto, il nome di un eroe
oppure la parola, il verso che di lui diceva. Non si distingueva tra
storia e letteratura e Filieri indica nelle gesta di Garibaldi e nei
versi di Carducci ad esse dedicati uno dei maggiori esempi di tale
fenomeno. Lo fa nel primo capitolo della sua recente opera quasi volesse
fornire una prova indiscutibile e di alto respiro alla lunga serie di
casi contenuta dagli altri due. In questi lo studioso rientra tra gli
interessi suoi specifici, l’esame, cioè, della produzione letteraria,
artistica che si è verificata nel Meridione pugliese e specialmente in
quello salentino durante il Risorgimento e la necessità di liberarla
dall’isolamento, dal silenzio ai quali sembrava destinata e inserirla
nel più esteso panorama della letteratura nazionale ed europea. È una
continua, interminabile rivelazione di autori ed opere quella compiuta
dal Filieri in questa parte del suo lavoro. Un’analisi particolareggiata
è la sua, uno studio dettagliato al quale non sfugge nessun particolare
del contenuto e della forma delle opere trattate, della vita e del tempo
dei loro autori. Tanta attenzione, tanta vigilanza unite ai moltissimi
collegamenti e riferimenti fanno del libro un momento essenziale nel
percorso intrapreso dall’autore e nell’attività che al riguardo è stata
svolta negli anni precedenti da altri studiosi. Quest’ultima del Filieri
è un’acquisizione dalla quale non si può prescindere nell’ambito di tali
studi, è una tappa fondamentale. Ad accrescere l’importanza contribuisce
l’impegno dell’autore a cogliere rapporti, richiami tra le espressioni
letterarie, artistiche salentine e quelle dell’altra Italia, a farle
apparire vicine. “Dalla regione alla nazione” è il titolo del saggio ed
intende indicare l’operazione in esso compiuta dal Filieri al fine di
mostrare che la produzione poetica, narrativa, teatrale, epistolare
avvenuta in Terra d’Otranto durante il diciannovesimo secolo ha i suoi
valori, è degna di essere riconosciuta,che anch’essa esprime lo spirito
del tempo, che per questo va compresa nel più ampio e noto contesto
della produzione nazionale, che come questa ha risentito dei fenomeni
storici, politici, sociali che allora si stavano verificando. Pure su
questi si sofferma a lungo l’autore nel libro volendo mostrare come si
siano combinati con quelli culturali, come entrambi abbiano agito per la
positiva conclusione delle complicate vicende risorgimentali. La
letteratura del Filieri fa parte della storia, è storia e il suo studio
prova che come la maggiore anche la minore è letteratura perché anche la
minore è storia. |
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