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Il
vincitore del Premio Nazionale di Letteratura per i ragazzi
“ Città di Bella” 2011, per la fascia d’età 8-11 anni è
Giulio Levi
con “
Salviamo il mondo”
edito da Fatatrac.
Ecco come lo scrittore racconta la sua vita
“Ho fatto le scuole nella mia città natale, Firenze. Intorno alla metà
del secolo scorso ho preso la maturità classica (un tempo si chiamava
così, ora non so) nella famosa sezione B del Liceo Michelangiolo, ottima
per le materie letterarie e pessima per quelle scientifiche (tanto per
dire, 17 professori di matematica in 5 anni!). Risultato: alla fine del
liceo ero bravo in italiano, latino, greco ecc., ma avevo le idee poco
chiare in matematica e fisica. Se pensate che questo mi abbia indotto a
intraprendere una carriera umanistica, vi sbagliate. Mi sono laureato in
medicina e specializzato in malattie nervose e mentali. Ah! – direte –
allora hai fatto il medico. Invece no! Per una quarantina d’anni ho
fatto il ricercatore, cercando di capire qualcosa di come funzionano le
cellule del nostro cervello. Non che ci abbia capito molto (la materia è
molto complessa, dirò a mia scusante), ma dai e dai qualche passettino
avanti l’ho compiuto, grazie anche ai miei collaboratori.
Iniziato da poco il nuovo millennio, sono andato in pensione (in
burocratese: sono stato collocato a riposo. Ma quale riposo? Se non
altro dalla burocrazia!), ma appena prima che il passato millennio
finisse, così, da un giorno all’altro, ho cominciato a scrivere storie
per ragazzi, e ci ho preso gusto. Un po’ perché mi diverto a scrivere;
un po’ perché mi piace l’idea di lasciare ai miei nipoti un ricordo più
comprensibile degli aridi lavori scientifici; e un po’ perché questa
attività mi ha permesso di entrare in un affascinante mondo per me
nuovo, di conoscere molte persone interessanti che ruotano nell’ambiente
dei libri per ragazzi, e di incontrare tanti ragazzi nelle scuole, che
mi arricchiscono e mi fanno riflettere con le loro domande e spesso mi
colpiscono con il loro entusiasmo e la loro curiosità. Perché anche se
si è studiato tutta la vita, basta la domanda di un bambino per capire
che c'è ancora tanto da imparare a questo mondo. E che molte di queste
cose, son proprio loro, i ragazzi, che possono insegnarcele .”
Oltre 2.000 ragazzi di sette scuole in rete per la promozione della
lettura di qualità delle provincie di Potenza e Salerno
lo hanno scelto tra cinque libri finalisti perché affronta in
modo avvincente i temi della salvaguardia dell’ambiente.
Le quarte e quinte elementari di
Bella, S.Fele, Filiano, Rionero e Baragiano si sono sfidate rispondendo
a nove domande sul libro e si sono divertite a risolvere cruciverba e
anagrammi che aiutavano a comprendere la storia raccontata.
Lo abbiamo intervistato.
Quali
sono gli ingredienti fondamentali per catturare l’attenzione dei ragazzi
?
Ingredienti fondamentali per catturare l’attenzione dei ragazzi sono il
paradosso, la realtà rovesciata, l’assurdo che si presenta come
normalità. Quando l’elemento fantastico assume queste forme, il
racconto può risultare ravvivato da aspetti francamente comici o
permeati da una vena di ironia.
Ho spesso utilizzato questi ingredienti per affrontare problemi anche
complessi - di natura scientifica, psicologica, etica, filosofica,
comportamentale, sociale e politica - e per stimolare la curiosità e il
desiderio di approfondimento che si manifesta con il porre domande,
richiedere spiegazioni, domandare perché.
Ma i ragazzi mostrano pure uno spiccato interesse anche per altri
aspetti, non necessariamente lieti, della vita vissuta e dei problemi
che essa pone. Sono curiosi di conoscere episodi dell'infanzia dei loro
genitori, nonni, zii e spesso ci dicono: "Raccontami una storia di
quando eri bambino". Sentono parlare dei grandi problemi del mondo
(inquinamento, rifiuti, surriscaldamento, guerre), spesso vivono
situazioni difficili in seno alla loro stessa famiglia (separazioni,
malattie) e se, come spesso succede, non ricevono adeguate spiegazioni,
ne sono intimoriti, li ingigantiscono, si sentono responsabili. Pertanto
in alcuni libri ho focalizzato l'attenzione anche su questi aspetti, con
un linguaggio adatto all'età del lettore e, se necessario, con la
fantasia e il paradosso.
Come riesci a suscitare nei
ragazzi l’interesse per la scienza ?
In alcuni racconti ho inteso suscitare interesse per varie branche della
scienza attraverso storie fantastiche in cui il problema scientifico è
peraltro solo accennato o nascosto tra le righe. Ad esempio, 5 dei 6
racconti contenuti nelle “Storie
di un Dio pasticcione” (Campanotto editore) hanno a che fare con la
creazione: dell’universo, dell’uomo, della Terra, delle forme, dei
colori, delle nuvole; il sesto con un mondo futuribile di cui la scienza
non riesce a controllare i disastri creati dall’uomo senza il
provvidenziale intervento della fantasia. In queste storie il paradosso
base è quello di un Dio bonario e, appunto, un po’ pasticcione e non del
tutto preparato che, all’inizio degli inizi, fa alcuni errori che
generano situazioni paradossali. La soluzione dei problemi non è una
strada in discesa, ma scaturisce in un secondo tempo, dal provare e
riprovare, dall’approfondimento e anche dalla fantasia, come appunto
avviene nella scienza.
I 5 racconti delle “Storie del
3° millennio” (Campanotto editore) affrontano anch’essi argomenti
scientifici, ma sotto una luce diversa. Infatti descrivono in maniera
paradossale e fantastica alcune conseguenze negative di uno sfruttamento
dissennato della scienza, in assenza di buon senso e di fantasia.
Ma in alcuni casi mostrano anche come la genialità di pochi individui
riesca a volte a prevalere sulle mode, sul pregiudizio e sul rifiuto di
concetti e realtà che contrastino con consolidate credenze o abitudini.
I 6 racconti presenti in un altro libro ("Salviamo il mondo", edito da
Fatatrac), pur avendo come sfondo i drammatici problemi che assillano il
mondo attuale (dallo smaltimento dei rifiuti all'inquinamento dell'aria,
dal buco dell'ozono allo scioglimento dei ghiacciai dovuto al
surriscaldamento, dalla diminuzione delle terre emerse alle reti
informatiche che controllano gli armamenti dei potenti) hanno un
carattere puramente fantastico e, attraverso l'assurdo e il paradosso,
intendono focalizzare l'attenzione dei ragazzi sui problemi reali di
oggi e di domani che l'umanità deve affrontare.
Il tuo libro di maggior successo, l’albo illustrato “ Venditempo “
affronta un problema filosofico, quello
del tempo. Ce ne vuoi parlare ?
Anche un problema filosofico può, attraverso la favola e l’elemento
fantastico, essere affrontato a un livello alla portata dei bambini. Mi
riferisco ad esempio all’albo illustrato intitolato “Venditempo”
(Orecchio Acerbo editore), che porta i bambini a riflettere e se volete
a filosofare sul tempo. In questo albo l’elemento conoscitivo e
filosofico scaturiscono da una sorta di parabola in cui il lettore
accompagna il protagonista del racconto nella acquisizione del concetto,
del significato e del valore del tempo. Ma anche a un altro albo
illustrato, uscito nel 2010: "Il grande pesce d'argento", in cui col
linguaggio semplice di una favola si parla della contesa tra forti e
deboli, tra grandi e piccoli, ma anche della comprensione delle esigenze
degli altri.
Hai
affrontato nei tuoi libri il
tema dei “ diversi”, così attuale in queste settimane di sbarchi a
Lampedusa. Come ?
Uno dei problemi sociali più attuali è quello dei “diversi” (per colore,
religione, handicap ecc.). Il tema dei diversi è centrale nel romanzo “XJ7K,
dallo spazio alla Casa Bianca” (Falzea editore),
che grande successo ha avuto
anche tra i miei lettori di Bella e della Basilicata, ma è presente
anche altrove, come nel racconto “Ameboscidi”
nel libro “Maghi, pesci, scarpe
parlanti…in 10 storie
fantastiche” (Einaudi scuola).
Nel primo il diverso è impersonato dal protagonista, XJ7K, un
extraterrestre umanoide che viene adottato e allevato nel nostro paese e
che, finita la scuola e dopo avere sperimentato la difficoltà di trovare
un lavoro stabile si trasferisce negli Stati Uniti dove, sfruttando le
sue doti particolari nel campo dell’informatica, fa una
folgorante carriera, ma alla fine…..L’avventura di XJ7K si presta ad
affrontare in maniera fantastica tanti altri problemi della vita, dalle
adozioni, ai rapporti tra superiori (insegnanti, datori di lavoro)
e inferiori (scolari, impiegati), a una civiltà supertecnologica
permeata di computer e dei loro virus, ad aspetti della mentalità
americana, agli interessi che muovono la politica, a un abbozzo di amore
tra “diversi”. Nel racconto “Ameboscidi”,
invece, i “diversi” sono impersonati da una strana popolazione di
animali fantastici e scherzosi, aborriti dagli umani adulti, ma
tranquillamente accettati con amicizia dagli umani bambini.
Spesso
racconti i difetti del genere umano attraverso la saggezza degli animali
L’uomo, lo sappiamo, è pieno di difetti, pregiudizi e brutte abitudini e
nello stesso tempo si ritiene il padrone del mondo. In vari racconti del
libro “Maghi, pesci, scarpe parlanti…in 10 storie fantastiche” gli
animali (pesci, polipi, topi e i già citati ameboscidi) sono i
protagonisti e si trovano però sempre a fronteggiare l’animale uomo e il
confronto con gli umani serve come spunto per rivelare difetti e
debolezze di questi ultimi. La simpatia del lettore va decisamente agli
animali, solo apparentemente ingenui, ma in fondo saggi e ricchi di buon
senso.
Ti
piace giocare con le parole
A volte basta un niente per rovesciare la realtà, anche una piccola
vocale o una banale consonante ha questo potere magico. E sono proprio i
Maghi delle Vocali e i Maghi delle Consonanti, protagonisti di due
storie del libro “Maghi, pesci,
scarpe parlanti…in 10 storie
fantastiche”, a creare situazioni assurde ed esilaranti,
trasformando una pizzeria in una puzzeria o una banca in una barca.
Cosa
sono per te i sogni e le
fantasticherie dei ragazzi ?
I
sogni e le fantasticherie dei ragazzi costituiscono un angolo privato in
cui è consentito di esprimere desideri spesso impossibili a realizzare.
Nel libro “Maghi, pesci, scarpe
parlanti…in 10
storie fantastiche”, incontriamo il ragazzo che sogna il silenzio e
il modo di annullare i rumori molesti, la ragazzina che riesce a
oscurare le persone (a volte anche la mamma!) quando sono antipatiche,
oppure il giovane povero e triste che, ritenendo di avere una vita priva
di bei ricordi, decide di rubarli a chi dovrebbe esserne ricco.
Come
eri quando eri un bambino,
come affrontavi le difficoltà della vita ?
Nel libro “1940-1945: Gioele,
fuga per tornare” (Fatatrac editore) racconto una storia vera,
ricostruita sulla base di ricordi e di documenti. Con gli occhi e con
l'ingenuità del bambino che ero negli anni della seconda guerra mondiale
e delle persecuzioni razziali, rivivo una storia di fughe, nascondigli,
inserimento in famiglie estranee di un altro paese. Il racconto è
inframmezzato da brevi stacchi di inquadramento storico, utili ai
ragazzi per cui quegli anni pur recenti sono immersi in un passato
remoto lontano e irreale quanto il Medioevo.
I bambini a volte si trovano a dover affrontare difficoltà più grandi di
loro, che stentano a capire, anche se lo vorrebbero. E allora le vivono
in maniera fiabesca, difendendosi con la fantasia e a volte
attribuendosi colpe che non hanno. La situazione affrontata nel libro
“Nebbia
di streghe” (Falzea editore) riguarda
il caso purtroppo frequente della rottura del rapporto di armonia tra i
genitori, che porta alla loro separazione. Il bambino protagonista
visualizza questa rottura come una nebbia sempre più fitta, inviata da
una strega cattiva, che si interpone tra il papà e la mamma. Dal suo
disperato tentativo di annullare questo sortilegio inizia la sua
avventura nel castello delle streghe, dal quale però alla fine riuscirà
a fuggire con un ingegnoso stratagemma. E uscendo dal mondo della fiaba,
sarà indotto a comprendere e ad affrontare una nuova realtà.
Ma vi sono altre situazioni difficili che i bambini a volte devono
affrontare. Una di queste (descritta nel libro
"La mia mamma guarirà!"
edito da Falzea riguarda il caso di famiglie in cui un genitore sia
affetto da una malattia cronica. In questo libro il protagonista
racconta in prima persona, prima con il candore di un bambino piccolo e
poi con sempre maggiore consapevolezza e partecipazione attiva via via
che si avvicina all'adolescenza, la vita sua e della sua famiglia che
ruota intorno alla malattia della mamma. Con un tono che è mantenuto
leggero e un linguaggio semplice, il libro è centrato essenzialmente su
vari aspetti della psicologia del bambino e sull'impatto che la malattia
della mamma ha sulla sua vita. Nelle mie intenzioni, si tratta di un
libro che intende da un lato aiutare i bambini e i genitori che si
trovano in situazioni simili a quelle descritte, e dall'altro a rendere
partecipi i compagni e gli amici che si trovano in situazioni più
fortunate.
Mario Coviello |
La pagina
- Educazione&Scuola©