Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo

Ricerca

 

Gautier : l’ “arte pura”
(I versi per la Spagna)

di Antonio Stanca

 

Carlo Bo aveva più volte scritto che soltanto quando si fossero valutati tutti gli interessi, aspirazioni, realizzazioni di Théophile Gautier (1811- 1872)  si sarebbe compresa l’importanza della sua figura nel contesto letterario ed artistico della Francia del  XIX secolo. Solo allora si sarebbe evitato di considerarlo un minore tra gli autori romantici francesi e  sarebbe stata riconosciuta la posizione di  rilievo che gli spetta.

Di Gautier si è tornato a parlare recentemente poiché dalla Mondadori, nella serie Oscar Classici, è stato ristampato il breve volume di poesie “Espana” (pagg. 164, euro 6,71). L’opera è curata da Giuseppe Montesano ed insieme al libro “Viaggio in Spagna” risale agli anni ’40, al soggiorno dell’autore nella penisola iberica. Anche in Italia, Russia, Turchia egli aveva viaggiato ed anche allora aveva riportato le sue impressioni in resoconti di viaggio che vanno inseriti tra le tante  manifestazioni della sua febbrile attività.

Gautier aveva cominciato come pittore, poi era stato l’animatore di una piccola compagnia teatrale, quindi, nel 1830, aveva esordito in poesia con “Poesie” e proseguito con “Poesie complete” fino alla raccolta di versi più famosa “Smalti e cammei” (1852) intrecciando la produzione lirica con quella di poemi narrativi e fantastici, di racconti  e romanzi, di critica letteraria, teatrale ed artistica, di testi per balletto. Un’attività ampia e varia ma costante nei motivi ispiratori dal momento che in qualsiasi luogo o tempo di un percorso così diversificato è sempre possibile rintracciare il primo Gautier, quello che attraverso i colori, le luci, le immagini dei suoi quadri aveva espresso liberamente quanto gli proveniva  da una fantasia e capacità d’invenzione oltremodo fervide, quanto la sua instancabile immaginazione gli suggeriva. Egli cercherà sempre di contenere e comporre questo continuo movimento e quasi tumulto che avvertiva. Pertanto rispetto alle posizioni assunte da giovanissimo nelle polemiche tra classicisti e romantici, verificatesi in Francia ed in quasi tutti paesi europei ai primi dell’’800, che lo avevano visto dalla parte dei romantici, propenso, cioè, a perseguire un’arte che riflettesse in una forma pur irregolare il travaglio proprio della sensibilità romantica, Gautier accoglierà col tempo  convinzioni  diverse. L’ordine cercato per il suo spirito incandescente si trasformerà in lui nell’ideale classico di un’arte composta, equilibrata nella forma, perfetta nella costruzione delle sue parti, prodotta dall’artista ma poi capace di  una vita propria, di un’autonomia infinita, eterna giacché in essa non si sarebbero dovuti riconoscere dei segni limitativi quali il pathos vissuto dal suo creatore prima e durante la creazione, i tempi, i luoghi di questa.

In ogni momento ed aspetto della sua produzione Gautier perseguirà tali propositi anche se gli esiti saranno maggiormente evidenti in pittura e poesia poiché l’arte figurativa e lirica permettono, più delle altre, effetti ricercati, preziosi essendo entrambe  volte alla sintesi, alla concentrazione e condensazione dell’immagine, della movenza, della situazione, dell’espressione, del significato. Per questo motivo i colori, le luci del Gautier pittore si trasferiranno nei suoi versi e nel 1935, nella prefazione al romanzo “Mademoiselle  de Maupin”, egli giungerà a formulare la teoria dell’ “arte pura”, dell’ “arte per l’arte” precorrendo da solo  quelle regole, quei principi  di levigatezza, compiutezza, perfezione formale  che sarebbero stati della futura esperienza parnassiana.

Anche nelle poesie di “Espana” questo avviene  nonostante la Spagna di Gautier non sia soltanto quella terra fascinosa e seducente del visitatore incantato ma anche quella di chi vi scopre realtà di miseria, violenza, morte. Ogni contingenza verrà trascesa dall’artista teso verso una poesia liberata, purificata da qualsiasi elemento che le impedisca di assurgere ad una dimensione rarefatta, preziosa, di risalire dal particolare all’universale, dal finito all’infinito,  all’eterno.

In altre maniere e per altre vie saranno queste, s’è detto,le aspirazioni perseguite dal Gautier di ogni esperienza. Per lui non era importante il tema quanto il modo e perciò i suoi libri di viaggio risulteranno più pittoreschi e coloristici che documentari, i suoi racconti e romanzi più fantastici che storici. Non sempre, tuttavia, nota pure Carlo Bo, egli riuscirà a comporre,  equilibrare quanto gli giungeva dalla realtà con gli stimoli della sua immaginazione ed a volte essi prevarranno sulla situazione fino a renderla inefficace, scarsamente significativa. Questo, però, non doveva impedire di considerare Gautier un indomabile “sollecitatore di poesia”, di apprezzare la sua posizione di  “diverso”  tra  i romantici francesi, il suo coraggio per un impegno sentito ed attuato da solo.


La pagina
- Educazione&Scuola©