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Per apprezzare la novità editoriale occorre non farsi sconfortare dal titolo altisonante né dal sottotitolo: INTRODUZIONE AI FONDAMENTI TEORICI DELL’INDICIZZAZIONE SEMANTICA. Abbinare un termine specifico del lessico filosofico con l’aspetto più complesso della mente umana presuppone un approccio libero da sovrastrutture e preconcetti. Occorre porsi con un atteggiamento interlocutorio e stupito, armarsi di sana curiosità nei confronti di una tematica tutt’altro che scontata, il cui spessore è “ammorbidito” solo dalla simpatica copertina. La bambina vista di spalle, dalla postura quasi elegante, che saltella beata nel reticolo dei numeri disegnati per strada, appare divertita dal gioco all’aria aperta, tra i più tradizionali e semplici, probabilmente utilizzato in Italia come agli antipodi. E’ sola. Concentrata e attenta a scegliere dove e come appoggiare i piedi tra i limiti spazio-temporali di TERRA e CIELO. Inconsapevolmente percepisce il suo ESSERE. In nuce è già presente tutto ciò che sarà da adulta. Le neuroscienze confermano: il suo sviluppo corporeo e sensoriale, così armonico e completo, darà seguito a quello intellettivo, razionale, emotivo e relazionale. Mens sana in corpore sano ammonivano i saggi. Quest’affermazione è stata capovolta, occorre prenderne atto. Interessante per le sue varianti applicative il contenuto del testo, frutto di una geniale collaborazione tra gli autori impegnati in diversi ambiti del sapere nell’era post post moderna, indica l’urgenza di superare alcune barriere architettoniche tessendo nuove e imprevedibili trame nella rete del lavoro interdisciplinare. Comporre pazientemente i tasselli di un mosaico non solo virtuale, che l’avvento del web ora permette ricorrendo all’utilizzo di nuove - inedite - mappe concettuali. Nella prima parte Carlo Scognamiglio dichiara esplicitamente: “Da un punto di vista metodologico, non ho mai ritenuto utile ai fini della chiarificazione concettuale il ricorso alla spiegazione etimologica o alla definizione delle nozioni filosofiche. Al contrario l’esperienza del testo, in filosofia, contribuisce in modo sostanziale a riempire di significato la parola e tuttavia non sempre conduce a univoche soluzioni o risposte chiare.” Poco oltre svela all’incuriosito lettore la scoperta del termine ontologia “introdotto nel lessico filosofico nel 1606 da Jacob Lorhard sviluppato in seno alla rivoluzione scientifica in direzione antiaristotelica e antimetafisica. Questa datazione è stata recentemente proposta da Raul Corazzon: “il termine ontologia compare per la prima volta nel 1606, nel sottotitolo della prima edizione di un libro di Jacob Lorhard Rettore dell’Università di S. Gallo in Svizzera, OGDOAS SCHOLASTICA, ignorato finora dagli studiosi e da me scoperto il 16 maggio 2003.”Occorre ridiscutere i rapporti tra scienza e filosofia, su questo punto cruciale e ben argomentato si esplicita la responsabilità dell’educazione quale introduzione alla realtà totale. Nella seconda parte Claudio Gnoli affronta la questione dell’organizzazione della conoscenza, “ordinamento del sapere” secondo la traduzione letterale dal tedesco, dei suoi fondamenti, sistemi, strutture, approcci teorici e fondamenti pragmatici. Vi scorgo numerosi spunti metodologico/didattici interdisciplinari sui quali l’autore riflette, indica limiti e parzialità. Ma è nell’introduzione di Roberto Poli che trovo il paradosso di cui avevo intuito, seppur parzialmente, l’entità. Viviamo nell’epoca della comunicazione eppur tuttavia non sappiamo ancora comunicare, incrociare le informazioni, lavorare contemporaneamente con diverse basi di dati. Il web è soltanto una protesi del nostro cervello, senza l’apporto umano è incapace di creare nessi logici. Questa la sfida del XXI secolo, l’input che emerge leggendo il libro, nuovo strumento prospettico del panorama editoriale italiano.
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