Incontro con Lilli Gruber
Presentazione del libro Chador. Nel cuore diviso
dell'Iran
Palazzo Moroni, Padova 19 Novembre 2005
L'incontro è stato organizzato dall'associazione
Cuore di carta a Palazzo Moroni nel centro di Padova.
L'ultimo libro della giornalista ed europarlementare Lilli Gruber è la
storia di un viaggio in Iran, un paese in perenne evoluzione e di
fondamentale importanza geopolitica per la sua posizione tra il Medio
Oriente e l'Asia Centrale.
Lilli Gruber
descrive l'Iran non come un monolita ma un Paese dalle mille
sfaccettature con diversi spunti e battaglie.
"Le donne in Iran sono il vero motore del cambiamento. Sono il 65% della
popolazione universitaria. Possono votare dai 15 anni e guidare la
macchina ma sono vittima di molte discriminazioni. E' un Paese
schizzofrenico e pieno di contraddizioni. La legge islamica vuole che le
donne arrivino vergini al matrimonio e la soluzione è un alto tasso di
interventi estetici per la ricostruzione dell''imene."
"Nella visione occidentale il chador è una limitazione della libertà
individuale delle donne ma non sappiamo che durante il periodo di
khomeini, portare il chador era un gesto di grande libertà."
Prima della Repubblica Islamica dell''Ayatollah Khomeini, il potere
assoluto era detenuto dallo scià Mohammed Reza che si allineò con le
posizioni occidentali vietando l'uso del chador nei luoghi pubblici.
Il fondamentalismo islamico e la repubblica islamica dominata dal clero
di Khomeini reinstaurarono l'uso del chador che venne visto da molte
donne come un gesto di libertà verso le precedenti imposizioni del
regime assolutistico dello scià.
"La rivoluzione di Khomeini non avrebbe avuto un tale successo se non
fosse stata appoggiata da tutti gli stati sociali, dalle forze politiche
e religiose. Solo in seguito Khomeini istituì il proprio potere con
l'istituzione di uno Stato teocratico nel quale le donne con un filo di
rossetto o senza chador venivano imprigionate e frustate.
La libertà non è tanto l'imposizione di indossare oppure no il chador
nei luoghi pubblici, ma la possibilità di una scelta da parte delle
donne di indossare liberamente il segno di una tradizione."
"La schizzofrenia del Paese si può notare anche nelle usanze comuni.
Sugli autobus le donne devono sedersi dietro e gli uomini davanti. Per
le leggi della segregazione razziale vi sono in aereoporto due ingressi,
uno per gli uomini e uno per le donne. Eppure esistono delle forti
contraddizioni, infatti si può entrare in un edificio ed essere pressati
dentro un ascensore, uomini e donne insieme."
"In seguito
all'elezione di un presidente iraniano moderato, Hojjat-ol-Eslam Seyed
Mohammad Khatami si cominciarono a vedere i primi giovani riunirsi nei
caffè, le coppiette camminare nei parchi mano nella mano. Cose
inimmaginabili fino a qualche anno prima.
I dettagli hanno un significato profondo. Oggi le donne possono
indossare i sandali e mostrare i piedi nudi con le unghie laccate. Le
donne si truccano moltissimo e molte di loro si rifanno i nasi fino a
far diventare la chirurgia estetica una vera e propria ossessione."
"L'Iran è un Paese che non può non essere preso in considerazione nello
scacchiere internazionale. E' ricco di risorse naturali come il petrolio
e vuole dotarsi dell''energia atomica. Il sistema è definito democratico
perché è il popolo ad eleggere il presidente ed il parlamento. In realtà
viene fatta una selezione dei candidati prima delle elezioni dal
consiglio dei guardiani della rivoluzione per stabilire la compatibilità
con i principi dell''Islam. E' il regime con la Guida Suprema religiosa
che controlla i massimi organi di potere, compreso l'esercito.
E' un Paese che si definisce democratico ma che manda i giornalisti in
galera se si oppongono al regime. Il Paese potrà cambiare solo con un
sostanziale cambiamento della costituzione e della figura della Guida
Suprema."
"Manca la certezza del diritto e questa situazione crea un clima di
paura nel popolo che non può riconoscere quella linea rossa che non deve
essere oltrepassata.
Dopo la disastrosa avventura irachena bisogna elaborare strategie di
pace. La via del negoziato è l'unica praticabile. Il negoziato è
difficile ma l'Ente internazionale per l'energia atomica continuerà a
mandare ispettori per verificare che l'energia nucleare civile non venga
utilizzata per scopi militari."
"Dobbiamo ricordarci che non esiste un solo Islam e un solo mondo arabo.
Non credo sia possibile esportare la democrazia sulle ali di caccia
bombardieri. Non esiste un solo modello di democrazia ma c'è un solo
modo di rispettare i diritti umani."
a cura di Vincenzo Ciccone
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