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Problemi che si aggravano

di Antonio Stanca

Il trentaseienne scrittore algerino Amara Lakhous è alla seconda prova narrativa con  “Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio”. L’opera è comparsa adesso in lingua italiana per le edizioni e/o ma già dal 2003 esisteva in arabo col titolo “Come farti allattare dalla lupa senza che ti morda” (ed. Al-ikhtilaf). L’altro romanzo di Lakhous, il primo, s’intitolava “Le cimici e il pirata”, risale al 1999 quando era da tempo iniziata l’attività dell’autore quale giornalista presso la radio nazionale algerina. Dal 1995 Lakhous lavora per radio italiane e vive a Roma dove ha conseguito un’altra laurea. Interprete, traduttore egli mostra di preferire temi di carattere antropologico, sociale, di costume sia nei suoi studi sia nelle sue narrazioni. A proposito di quest’ultima più che di romanzo si dovrebbe parlare di una serie di testimonianze raccolte dall’autore in una delle zone più animate di Roma, piazza Vittorio, presso persone di diversa origine, provenienza, nazionalità, lingua, religione, formazione, cultura, condizione economica, famigliare, sociale, e relative a quanto quotidianamente accade nella loro vita, nel loro lavoro, nei loro rapporti, in particolare nel loro condominio circa l’ascensore, nonché al recente omicidio di uno dei condomini. Intento del Lakhous è  riuscire vero, autentico anche quando non è giornalista ma scrittore, quando non vuole documentare ma narrare. La maniera più idonea gli è sembrata quella di far parlare i suoi personaggi, di far dire loro come vivono la propria situazione individuale e quella comune, sociale,  cosa pensano circa l’ascensore, il suo uso, la sua pulizia, chi credono possa aver ucciso Lorenzo Manfredini detto il Gladiatore e perché. Saranno persone diverse, s’è detto: dopo l’iraniano Parviz verrà la portinaia napoletana Benedetta Esposito, poi il bengalese Iqbal, la signora Elisabetta e il suo cane, la grassa domestica peruviana Maria Cristina Gonzales, il professore milanese Antonio Marini, il giovane olandese aspirante regista Van Marten, il barista Sandro Dandini, l’insegnante d’italiano per immigrati Stefania Massaro, gli algerini Ahmed e Abdallah, il commissario di polizia Mauro Bettarini. A Lakhous basteranno questi personaggi, le loro parole, i loro giudizi circa problemi vecchi come quello dell’ascensore e nuovi come l’altro dell’omicidio, per dimostrare quanto varia sia l’umanità, complessa la vita, come difficile, impossibile sia stabilire linee di condotta uniche, ritrovarsi tra tanti pensieri, sentimenti, timori, dubbi, sospetti, ricordi, sogni, amori, modi d’essere e vivere. E’ un confronto senza limiti quello avviato dal Lakhous nel libro, uno scambio che permette di assistere, tramite i loro rappresentanti,  all’espressione di tante vite, di tante civiltà, di risalire al loro passato, ai personaggi, ai principi di esso e constatare quanto abbia resistito ai tempi e quanto si sia perso. Le circostanze particolari hanno avviato un processo molto esteso, hanno mostrato quanta diversa umanità possa stare vicina ai giorni nostri. Tanta varietà ritarderà, ostacolerà il percorso verso acquisizioni uniche, definitive, impedirà la verità al punto che anche quando la si saprà riuscirà difficile accettarla dal momento che per farlo servirà rinunciare a molto di quanto fino ad allora si era saputo ed era stato accolto.

Un quadro d’ambiente, un documento di vita vuole essere quest’opera del Lakhous: non solo vera, autentica ma anche vicina, diretta, immediata essa è riuscita per i contenuti e per la forma espressiva. E’ un’opera che si fa da sé, non viene costruita per esprimere le finalità, le aspirazioni dell’autore ma lasciata alla sua evidenza come un’immagine fotografica e come tale comprensiva di un significato. Avverte, infatti, che il problema della difficoltà di scambiare, comunicare s’è aggravato oggi in seguito al fenomeno dell’immigrazione e continuerà a farlo visto che la combinazione, l’omologazione tra popoli e culture sono gli obiettivi principali dell’attuale, diffusa atmosfera politica, sociale, culturale.


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