Intervista a Jerome Liss
autore di "La comunicazione ecologica" e "L'apprendimento attivo"
di Giacomo D'Alterio
I. La sua metodologia didattica è rivoluzionaria, ci può
spiegare in poche parole di cosa si tratta?
Posso dire un metodo "evoluzionario" piuttosto di
"rivoluzionario." La "rivoluzione" crea un cambiamento rapido, in
genere, basato sulla forza, in cui c'è uno spostamento di potere ma non
una trasformazione fondamentale della struttura di potere. In altri
termini, durante la rivoluzione non viente imparato niente di nuovo!
L'evoluzione è invece una trasformazione più lenta attraverso
l'apprendimento della struttura di potere.
Ecco, "la comunicazione ecologica" viene con un nuovo
apprendimento. Ogni partner deve essere aperto a questa novità: La
comunicazione ecologica esige che il messaggio espresso sia pulito:
senza giudizi rigidi, senza monopolizzazione, con rispetto per la
diversità. Inoltre quello che riceve il messaggio può dire, "Tu sei
troppo dogmatico!", oppure, "Voglio più tempo, Io, per rispondere!"
Queste modifiche della comunicazione, chiamate "metacomunicazione,"
dipendono da due nuovi apprendimenti: 1. Quello che riceve il messaggio
può richiedere un cambiamento, per il futuro, da parte di quello che dà
il messaggio, e 2. Quello che dà il messaggio deve accettare di
modificare il suo modo di parlare per il futuro. Quindi c'è un
apprendimento di competenza e di atteggiamento nella Comunicazione
Ecologica.
L'Apprendimento Attivo richiede un altro cambiamento: 1. Il
Professore deve offrire la lezione con una presentazione breve (meglio
con la presentazione sostenuta visivamente con i cartelloni o con i
lucidi), seguita da domande verso gli studenti oppure seguita da lavoro
in sottogruppi. 2. Lo Studente deve partecipare attivamente sia
rispondendo alle domande del Professore nel grande gruppo, sia
collaborando con gli altri studenti in sotto gruppi. Con questi
cambiamenti lo studente si sente coinvolto, motivato e ricorda quello
che ha detto! Ecco l'impatto positivo dell'Apprendimento Attivo.
II. La comunicazione efficace e strategica diventa oggi
indispensabile, perché ecologica?
Nel libro, La Comunicazione Ecologica, (Ed. La Meridiana, ristampa
2002), troveremo la definizione della Comunicazione Ecologica:
1. Favorire la potenzialità di ognuno;
2. Rispettare la diversità;
3. Agire per il contesto, cioè, lo scopo in comune dei membri del
gruppo.
Questi sono principi trovati nella crescita degli organismi nella
Natura. Allora la comunicazione umana può seguire gli stessi principi
per raggiungere una crescita globale che rispetti la potenzialità
individuale. La democrazia offre lo stesso orientamento: La
partecipazione dei cittadini per creare un governo che rappresenta
l'interesse di diversi strati del popolo.
III. Imparare facendo, cosa significa secondo lei:
Un vecchio studio di Kurt Lewin (in 1946) ha illustrato questo
principio: Quando la gente sente un discorso (nel suo esempio
riguardante un miglioramento del dieta), comprende i concetti ma non
cambia le proprie azioni. Invece, quando la gente discute attivamente,
l'uno con l'altro (Metodo Attivo), non solo comprende i concetti ma, più
importante!, cambia il comportamento. Perché? La memoria di un
comportamento è ricordata meglio che la memoria di un'idea. Un altro
esempio: Ricordiamo dopo cinque anni senza pratica come condurre la
macchina. Facciamo i movimenti automatici e corretti al momento che
ritorniamo nella sedile del conducente. Ma non ricordiamo le lezioni del
manuale.
IV. La sua azione didattica è rivolta prevalentemente a
docenti e formatori o anche ad altri?
Il nostro corso di formazione è rivolto agli insegnanti,
animatori, educatori, formatori ed attivisti nelle associazioni di
ecologia e di pace. Il corso è basato sulla pratica. Creando situazioni
di realtà (riunione, classe, impresa, famiglia, ecc.). In genere le
situazioni riproducono i problemi di conflitto, apatia, atteggiamenti
negativi, vaghezza continua, ecc. Tutti sono invitati a risolvere i
problemi. Questo metodo attivo garantisce che i partecipanti sviluppino
competenze: Per gli insegnanti, di coinvolgere gli studenti. Per i
formatori, di creare una discussione efficace che si concluda su un
piano pratico. Per i responsabili delle Associazioni, di coinvolgere i
nuovi membri e creare progetti in cui tutti possano partecipare. Ma
anche genitori hanno partecipato per rinnovare il dialogo con i loro
figli adolescenti e membri di una coppia hanno partecipato per
trasformare l'aggressività o la mancanza di dialogo in uno scambio
comunicativo fruttuoso.
V. Si può spiegare brevemente qual'è il ruolo del
facilitatore e a che cosa serve?
Il Facilitatore è come un enzima biologico. Il suo compito è
catalizzare la comunicazione fra i membri. Lui o Lei affronta spesso la
deviazione dal tema e la mancanza di una proposta concreta. Superando
questi problemi, ogni membro del gruppo può sentire un invito a
partecipare, offrire le proprie idee e proposte ed apprezzare i
contributi degli altri. Se un'Associazione può valersi di un
Facilitatore competente vediamo, come risultato, discussioni vivaci,
piani di azioni coinvolgenti e il desiderio delle nuove persone di
ritornare. Ecco il gruppo e la sua progettualità può crescere.
così.
VI. Il cambiamento sociale degli stili di vita può avvenire
dall'associazionismo ambientalista?
Ho visto che le persone che partecipano regolarmente ad
un'associazione ambientalista vivono un cambiamento positivo nella loro
vita. Puoi pensare che l'impatto maggiore è di fare la raccolta
differenziata o utilizzare più la bicicletta e meno la macchina. Ma non
è così! C'è un cambiamento più importante: Sviluppare una rete di
amicizia in cui ci sono valori in comune ed un senso di fiducia! Questa
opportunità aiuta i partecipanti (spesso giovani ma in effetti di tutte
le èta) a rompere l'isolamento e l'alienazione sociale. Questa nuova
"rete" di amicizia può durare anni, anche tutta la vita! E sappiamo che
la rete di amicizia - con persone disponibili, etiche, con interessi in
comune - aumenta significativamente la qualità della vita.
VII. Cosa ne pensa di Dale Carnegie, Anthony Robbins,
Napoleon Hill, Kenneth Blanchard si avvicinano al suo modo di pensare e
d'intendere la comunicazione o adottano altre tecniche e metodologie?
Conosco solamente il libro di Dale Carnegie, Making Friends and
Influencing People. Il messaggio centrale è il creare un ascolto per
l'Altro, seguire gli interessi e gli entusiasmi altrui e mantenere un
atteggiamento positivo. Un messaggio positivo, ma a mio parere
insufficiente. Ho la stessa opinione per lo sport giocato in squadra:
una buona idea. Dà ad ogni giovane l'opportunità di collaborare con gli
altri sviluppando nel frattempo la sua capacità sportiva e migliorando
la propria salute. MA! Mi manca la prospettiva sociale, la coscienza di
ingiustizia che deve essere cambiata, l'azione collettiva che richiede
la cooperazione attiva con i coetanei e la solidarietà con quelli che
sono emarginati ed esclusi. Anche un gruppo di meditazione, con un'alta
etica spirituale, può mancare questa dimensione di coscienza ed azione
sociale.
Mi auguro più connessioni, nel futuro, fra i gruppi di azione
sociale (ecologia, pace, diritti, quartieri, ecc.) con diversi settori
che favoriscono lo sviluppo della persona: equipe di sport, centri di
yoga, gruppi di Auto-Aiuto, Club Culturali, ecc.
Il Prof Jerome Liss conduce i Seminari di Formazione per i
gruppi di pace, l’Associazione Lilliput, il WWF, sui temi della
Comunicazione Ecologica, della Conduzione del Gruppo e dell’Integrazione
di nuovi soci. |